Produzione dell'immagine |
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Dato Comune |
L'11 Settembre del 1980 McCrone afferma, in una conferenza alla British Society for the Turin Shroud, di avere le prove che la Sindone è un dipinto. McCrone aveva rinvenuto sui campioni sindonici ossido di ferro molto simile a un pigmento pittorico, il rosso veneziano (1). Nell'ottobre del 1978 una quindicina di scienziati americani di varie spiecialità sottoposero la Sindone a una serie di analisi. Questi scienziati americani raggiunsero la certezza sul modo in cui si era formata l'immagine del corpo sulla tela: un flotto di energia termina aveva prodotto una strinatura superficiale del tessuto, cioè vi era stata una lenta e graduale cottura prodotta da un corpo o oggetto riscaldato. Carlo Papini descrive quanto avvenuto a una massaia distratta quando lascia per un certo tempo il ferro da stiro caldo sul panno bianco del tavolo. Si forma una macchia di colore giallo-bruno (più o meno scuro a seconda del tempo di sovrapposizione del ferro caldo) che risulta assolutamente indelebile. Aggiunge che naturalmnete è importate non superare un certo limite altrimenti si rischia di bruciare la stoffa e di trovare quindi un buco fumante al ferro da stiro(2). E direi che il dato comune che può essere condiviso da tutti finisce qui. |
A Favore dell'autenticità |
Le
affermazioni di McCrone furono demolite dagli scienziati dello Sturp
(3). Sulla Sindone sono reperibili
numerose tracce, dovute a bruciature, a cera, ad acqua; al contatto della
Sindone con il corpo: sangue, siero, cellule epiteliali; alle sostanze
conservative utilizzate: aloe, mirra; e alla polvere che nei secoli si è
depositata sul lenzuolo. Il colore del sangue è strano, rosso vivo, per essere sangue antico è strano, ma ciò si spiega con la presenza in esso di bilirubina in gran quantità, indizio che la persona da cui proviene questo sangue era stata fortemente traumatizzata poco prima della morte (6). Questo spiegherebbe tutto, in quanto Gesù ha subito la passione. E' evidente quindi l'inmpossibilità di riprodurre artificialmente, per esempio con un pennello, questa separazione del sangue in una parte più densa ed una più liquida e chiara attorno. Impronte di questo tipo si possono avere solo per contatto con sangue coagulato sulla pelle di un uomo ferito ed è innegabile che un vero cadavere sia stato avvolto nel lenzuolo. Le fibre delle zone macchiate di sangue sono cementate insieme da questo fluido viscoso, che è penetrato fino al lato opposto del tessuto. L'esame di tutta la Sindone con la fluorescenza ai raggi X ha rilevato l'esistenza di calcio, stronzio e ferro che sono dappertutto in quantità variabile ma non correlata all'immagine. Un quantitativo maggiore di ferro si riscontra solo in corrispondenza di macchie sanguigne (7).
Due parole le spendiamo ancora sul gruppo AB come abbiamo detto Baima
Bollone nel 1981 scopre che si tratta di sangue umano e l'anno successivo
comunica un ulteriore passo in avanti, si tratta infatti di gruppo AB
(8). Così spiega proprio Baima Bollone
"I gruppi ematici di maggior interesse sono quelli del sistema AB0 che fu
per primo scoperto, Questo sistema caratterizzato da 4 diverse espressioni
individuali caratterizzate dalla presenza o assenza alla superficie dei
globuli rossi dei due antigenti A e B. I gruppi sono A, B, AB, 0. Tutti i
globuli rossi possiedono anche un altro antigene indicato come H agevolmente
identificabile nel gruppo 0, che perciò è anche detto gruppo H.
All'accertamento di laboratorio, le tracce della Sindone si comportano come
quelle di soggetti di gruppo AB, mentre quelle bianche non danno alcuna
risposta"(9). Questo richiama alla memoria il
miracolo eucaristico di Lanciano (Chieti), avvenuto dodici secoli fa, nella
piccola Chiesa di San Legonziano. Un monaco basiliano fu assalito dal dubbio
sulla presenza reale di Cristo nell'Eucarestia. Durante la celebrazione
della messa, fatta la doppia consacrazione, l'ostia diventò carne e il vino
si mutò in sangue che si raggrumò in cinque globuli irregolari e diversi per
forma e grandezza. Dalle indagini compiute nel 1970 da Odoardo Linoli,
libero docente in anatomia e istologia patologica e in chimica microscopia
clinica all'università di Siena, risultò che la carne è vera carne di un
cuore umano e il sangue è vero sangue umano del gruppo AB. Questo gruppo
sanguigno è il meno comune, lo possiedono solo il 5% circa degli individui
(10) . |
Contro l'autenticità |
A contrastare tutte
le affermazioni precedenti un medico specialista di anatomia patologica e
docente di antropologia all'Università di Bari. Pesce Delfino ha compiuto
una sperimentazione pratica: Pesce commissionò un rilievo in bronzo
appiattito, con percentuale di rilievo non superiore all'11%, si limitò al
solo volto. Scaldò il rilievo bronzeo in un forno fino a 220°-230° C, poi lo
estrasse e vi adagiò sopra successivamente dei quadrati di tela bianca
comune (spessore mm 0,35) mantenendoli in debole tensione. Dopo alcuni
minuti ottenne un'immagine assolutamente corrispondente, per le sue
caratteristiche a quella sindonica. E' anch'essa un'immagine negativa, la
cui foto in negativo risulta molto più ricca di dettagli e più vera del
positivo. L'immagine così ottenuta ha tutte le caratteristiche dell'immagine
sindonica:
La sfida di Pesce Delfino è quella di ripetere l'esperimento a Torino nella sede dei sindologi con tutti i controlli scientifici necessari. Secondo Carlo Papini poi un cadavere non avrebbe potuto mai produrre immagini ortogonali, prive di deformazione e statuarie dell'immagine sindonica. Infatti un volto umano, spalmato di qualunque sostanza, darebbe luogo ad un'immagine profondamente distorta, dovuta al fatto che risulteranno maggiori, sulla tela, le distanze tra punti che sul volto sono invece equidistanti. Per Carlo Papini il sangue sul telo non proverebbe invece niente in quanto il falsario potrebbe averlo applicato senza problemi per dare maggiore credibilità alla sua reliquia. Inoltre c'è da considerare che le prime analisi fatte nel 1969 da Giorgio Frache su commissione del Cardinal Michele Pellegrino (arcivescovo di Torino) diedero esito negativo: egli sottopose i fili ad accurati esami alla benzidrina e pubblicò i risultati dell'analisi nel Rapporto finale della Commissione. La sua conclusione fu che il colore delle macchie ematiche era dovuto a piccoli granuli rossi separati e amorfi fortemente aderenti alle fibbre di lino, quindi in questo caso non sarebbe vero sangue. Questo dato fu contestato. E poi arrivarono gli esami di Heller e Adler e Baima Bollone, mentre i primi due non trovarono altro che presenza di porfirina che non implica necessariamente che vi sia stato del sangue, perchè molti tipi di porfirina sono presenti nelle piante e invarie sostanze animali, il secondo trovò, afferma ironicamente Carlo Papini, ciò che gli altri cercavano invano: cristalli di cloridrato di ematina, sostanza ferrosa che deriva dall'emoglobina, componente del sangue. Carlo Papini di certo non sembra avere grande considerazione di Baima Bollone, e sembra nutrire forti dubbi sui suoi risultati, enuncia ciò che ha trovato lui e lui solo: mirra e aloe (la cui presenza è stata esclusa da esami accuratissimi fatti anche da Pellicori dello STURP), il sangue, di cui indica addirittura il gruppo sanguigno, l'immagine tridimensionale dei muscoli facciali e anche le monete sugli occhi. Secondo Carlo Papini il sangue se veramente ci fosse stato sarebbe andato distrutto nell'incendio che sicuramente ha raggiunto una temperatura di minimo 200° C, a quella temperatura ogni sostanza organiza viene distrutta. E per finire anche le affermazioni di McCrone qui sono accettate, e si ricollegano ai granuli rossi microspcopici già notati da G. Frache. Risultò evidente che questi granuli rossi non erano sufficienti a giustificare interamente le macchie ematiche, che sono penetrate completamente nel tessuto e risultano visibili anche dal retro del telo, per questo McCrone finì per orientarsi verso l'idea di una ridipintura manuale. (11) |
Alla ricerca della Verità |
Ricercare la verità
in questo incrocio di esami contestati risulta veramente difficile.
Cerchiamo almeno di fare un po' di sintesi. Iniziamo con le macchie di
sangue, dagli ultimi esami dovrebbe essere sangue, e sangue AB positivo,
dall'altra parte si contesta l'esame e si ricordano esami meno aggiornati
che ci vedono pittura o che comunque non trovano tracce di sangue. La produzione dell'immagine? Secondo i favorevoli all'autenticità non si sa bene come si sia prodotta, secondo Pesce Delfino l'immagine è riproducibile e l'avrebbe riprodotta, almeno il volto, uguale all'originale (la sindone), è bastato poggiare un telo su un bronzo in rilievo riscaldato a 220°C, anche questo naturalmente è contestato, così che Giuseppe Ghiberti afferma che l'immagine non è come quella della Sindone, e che presenta imbrunimento da bruciatura su entrambi i lati della tela di lino(12). da Giuseppe Ghilberti, Dossier sulla Sindone, Brescia 1998, p.237
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(1) Orazio Petrosillo- Emanuela Marinelli, La Sindone un enigma alla prova della scienza, RIZZOLI:1990, pp. 36-37 (2) Carlo Papini, Sindone una sfida alla scienza e alla fede, Claudiana Editrice, Torino:1998, p. 89 (3) Orazio Petrosillo- Emanuela Marinelli, La Sindone un enigma alla prova della scienza, RIZZOLI:1990, p. 37 (4) Santa Sindone Sito Ufficiale (5) Pierluigi Baima Bollone, Sindone storia e scienza, PRIULI & VERLUCCA, TORINO: 2010, pp.230-231 (6) Riggi, Rapporto Sindone 1978/1987, p. 82 (7) Orazio Petrosillo- Emanuela Marinelli, La Sindone un enigma alla prova della scienza, RIZZOLI:1990, p. 37 (8) Sindon, n.31, dicembre1982, pp.5-9 (9) Pierluigi Baima Bollone, Sindone storia e scienza, PRIULI & VERLUCCA, TORINO: 2010, p. 233 (10) Orazio Petrosillo- Emanuela Marinelli, La Sindone un enigma alla prova della scienza, RIZZOLI:1990, pp. 223-224 (11) Carlo Papini, Sindone una sfida alla scienza e alla fede, Claudiana Editrice, Torino:1998, pp. 95-104 (12) Giuseppe Ghilberti, Dossier sulla Sindone, Brescia 1998, p.65 |