Vediamo quali criteri di storicità
possono portarci a cogliere elementi di storicità nei vangeli:
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Il primo criterio è
quello più naturale, più semplice, è quello dell’attestazione multipla,
lo stesso avvenimento, o la stessa parola, o lo stesso comportamento attestato
in fonti autonome tra loro, cioè fonti che non sono entrate in relazione tra
loro, ha un alto grado di storicità. Esempio la morte di Gesù in croce,
riportata non soltanto in ambito cristiano ma anche al di fuori, attestato da
fonti autonome. Altro esempio di attestazione multipla le parole di Gesù
durante la croce, riportate nella 1 Corinzi, in Luca, Marco e Matteo. I primi
due della tradizione antiochena, i secondi della tradizione gerosolimitana. Le
parole di Gesù, con tutte le variazioni interne della formula di
consacrazione, sono riportate con un attestazione precedente a Paolo stesso,
Gesù ha detto veramente le parole, anche se non identiche a quelle dette oggi,
ogni evangelista riporta parole diverse, ma di certo ha detto sul pane e sul
vino “questo è il mio corpo questo è il mio sangue”.
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Criterio di
contraddizione, chiamato da Mayer “un ebreo marginale” criterio
dell’imbarazzo, tutto ciò che crea imbarazzo rispetto alla comunità cristiana
delle origini è da considerare storico, esempio classico di imbarazzo è il
battesimo di Gesù, se Gesù è considerato uno che non ha mai commesso peccato e
si fa battezzare da uno che libera dai peccati crea imbarazzo, rappresenta un
elemento di discordanza, questo conferma la storicità dell’evento, la Chiesa
avrebbe volentieri fatto a meno di raccontarlo. Altro esempio è quello della
crocifissione, l’evento della crocifissione parte almeno dal fatto che nessuno
avrebbe mai pensato a un Messia crocifisso, anche qui la chiesa successiva
avrebbe comodamente escluso il racconto della crocifissione di Cristo, lo
riporta perché storicamente imbarazzante.
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Criterio di
discontinuità, tutto ciò che della vita di Gesù non si spiega né con
l’ambiente giudaico né cristiano delle origini è storico. Un esempio la
missione di Gesù, di fronte al giudaismo del tempo che non ha nessuna
strategia di missione, non è una religione missionaria, non abbiamo
affermazioni di giudaismi fuori dalla Palestina, il giudaismo crea attrazione
ma non centrifugazione, di fronte alla Chiesa primitiva, missione sentita
aperta a tutte le genti.
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Criterio di
conformità o di continuità. Gesù va inquadrato nel suo ambiente giudaico
del I secolo, più è conforme all’interno del giudaismo, più diventa criterio
di storicità. Il fenomeno del battesimo è diffuso nel I secolo, c’è il
battesimo a Qumran, quello di Giovanni Battista, quello di purificazione.
Anche Abba è in continuità con il tempo di Gesù: Abba, o pater si trova tre
volte nel Nuovo Testamento, è traslitterato o tradotto, il termine aramaico
Abba è invocazione, stato enfatico, significa Padre, non Padre mio, vostro,
dei cieli, solo Padre, o pater allo stesso modo significa padre. In greco
pappas vuol dire papà, da cui poi pope, papa.
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Criterio della
ragione sufficiente, cioè quando c’è una ragione storica possibile, che si
spiega da sé ci troviamo di fronte ad un criterio di storicità. Le parabole di
Gesù non è necessario andare a ripercorrere altri modelli di comunicazione per
spiegare le parabole, alcune sono ritoccate, ma non c’è dubbio che abbia
pronunciato dei discorsi di parabole. La stessa crocifissione di Gesù non ha
bisogno di essere confrontata con altre crocifissioni.
Abbiamo delineato i cinque criteri
fondamentali ora cerchiamo di unire due criteri molto importanti tra loro. Il
criterio della discontinuità nella continuità, e non viceversa, ci dice che
nello stesso contesto che ci fa comprendere Gesù come ebreo ci sono elementi di
discordanza. Gesù è un ebreo come gli altri ma a differenza degli altri Gesù si
dice Figlio di Dio, tutti gli ebrei dicono che sono Figli di Dio, continuità
quindi, ma Gesù dice che è Figlio di Dio naturale, cambia la cosa. Molto
importante questo modo di coniugare le cose, discontinuità nella continuità, la
novità di Gesù si delinea nella continuità con il suo ambiente, non togliendo
Gesù dal suo contesto storico giudaico, ma riconoscendolo all’interno del
contesto giudaico. |