Dopo la morte di Gesù |
Dopo Pilato per decisione
dell'imperatore Claudio, Roma, nel 39 d.C. tornò ancora nominare un re, Erode
Agrippa, nipote di Erode il
Grande, il quale riuscì a mantenere la situazione abbastanza calma. In
gioventù visse a Roma guadagnandosi il favore di Caligola. Nel 37 d.C. gli
affidò il territorio di Filippo, nel 39 d.C. Caligola pose sotto Erode Agrippa
la Galilea e la Perea di
Erode Antipa, deposto e
mandato in esilio. Nel 41 d.C. ricevette il dominio della
Samaria,
Giudea e Idumea, in questo modo
ebbe tutto il regno che aveva avuto
Erode il Grande. Ebbe un
duplice atteggiamento rispettoso verso i Giudei e sovrano ellenista con i Greci,
di cui accettava il culto divino tributato ai sovrani. Fece giustiziare Giacomo
di Zebedeo e imprigionare Pietro (At
12,1-3). Morto questi nel 44 d.C,
il regno non passò al figlio Marco Giulio Agrippa che aveva solo 17 anni, ma
passò alla diretta amministrazione romana e fu annesso alla provincia di Siria.
Il Nuovo Testamento ricorda due procuratori che governano la Giudea in questo periodo:
Nel 50 d.C., alla morte dello zio Erode di Calcide (fratello di Agrippa I), re del piccolo regno di Calcide nel Libano, Marco Giulio Agrippa gli succede con il titolo di re, diventa Agrippa II. Nel 53 d.C. ottiene da Roma di permutare il suo piccolo regno con le tetrarchie di Filippo e di Litania, cui poco più tardi furono aggiunti alcuni territori limitrofi della Galilea e della Perea. Ereditò dallo zio anche il diritto di sovrintendenza sul tempio di Gerusalemme, usò questo diritto investendo della carica di sommo sacerdote chi gli era gradito. Tenne presso di sé la sorella Berenice, questa dopo la morte di Erode di Calcide, suo primo marito, si era sposata con Polmone, re di Cilicia. Abbandonò il secondo marito per vivere con il fratello, con cui forse ebbe una relazione incestuosa. Durante la guerra giudaica ha una relazione con Tito che continuerà anche a Roma. Quando scoppiò la guerra contro Roma, Agrippa II tentò invano un’opera di pacificazione presso i Giudei. Messosi, quindi dalla parte di Roma, ottenne, come ricompensa, alcuni territori e il titolo di “praetor”. 1 Tacito, Hist. 5,9 |