Introduzione |
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Abbiamo parlato della comunione, e la comunione determina anche la responsabilità nella missione ecclesiale, non basta far parte della Chiesa bisogna anche responsabilizzarsi. Comunione viene da communio che si può intendere in tre sensi:
Ciò vuol dire molte cose ma il dato ecclesiologico che vogliamo evidenziare è la corresponsabilità all'interno della Chiesa, ciascuno con i suoi compiti, i suoi carismi e i suoi ministeri, la corresponsabilità è il fondo comune, ma ciascuno con i suoi compiti carismi e ministeri. Questa corresponsabilità vuol dire che tutti fanno tutto ma non allo stesso modo, la messa la fanno tutti, ma non allo stesso modo, il prete in persona Christi i laici in funzione ecclesia. Un modo con cui si sintetizza il contenuto di questa corresponsabilità porta allo studio del triplice munus: sacerdotale, profetico e regale. Divenne famoso per l'uso che ne fece lo Scheeben, che la introduce nella ecclesiologia, Tromp allo stesso modo la riprende ma la applica solo al clero, il Vaticano II fonda sul battesimo questo triplice munus, quindi a tutti i battezzati, tutti siamo quindi sacerdoti, ma non tutti allo stesso modo. Questa triplice ripartizione non va presa a comportamenti stagni ci sono connessioni reciproche, si esercita il sacerdozio portando la parola anche, quindi i tre aspetti sono intrecciati tra di loro. Oggi si parla di koinomia, marturia e diaconia, è più o meno la stessa cosa ma i termini cambiano, questa teologia è più operativa, meno statica. Per koinonia, si intende comunione eucaristica con Dio e con la comunità, per marturia adesione alla parola soprattutto per mezzo della testimonianza, per diaconia si intende il servizio interno alla Chiesa e al mondo. Il nucleo è uguale tra le due terminologie. Nel Vaticano II troviamo la prima terminologia: sacerdote, re e profeta.
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