Come possiamo intendere la Chiesa? |
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Tema |
Riassunto |
Nella Chiesa si può considerare da una parte la voce che convoca dall'altra e dall'altra l'assemblea ormai riunita, la Chiesa congregans, la stessa Chiesa lo stesso Papa, e la Chiesa congregata che è l'unità delle persone, è importante l'equilibrio tra i due aspetti altrimenti il rischio è l'istituzionalismo oppure di trasformare la Chiesa una cosa puramente sociale. La prima categoria di Chiesa è quella di Società Perfetta. Afferma la storicità della Chiesa, una realtà visibile, una società con un'organizzazione. Così si è anche imposta l'autonomia della Chiesa di fronte alle realtà temporali. Ma di certo questa categoria ha provocato anche degli impoverimenti che hanno suscitato reazioni antigerarchiche e antisocietari con in testa Lutero. La reazione al protestantesimo sarà difensiva e ancora più un'accentuazione dell'aspetto societario. Così entrano tre grossi problemi della Chiesa che sono istituzionalismo, giuridicismo e clericalismo, il primo mette al centro dei lati secondari, il giuridicismo dà un eccessiva attenzione alle leggi e al diritto che sono importanti comunque, il clericalismo rende le differenze di ministero ontologiche, così che c'è una sacralizzazione. Divisione tra fedeli e clero, i fedeli visti come la massa di persone che deve seguire i dogmi e la fede (istutuzionalismo), le leggi e il diritto (giuricalismo), e che è in un gradino più basso rispetto al clero (clericalizzazione).
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Comunione |
Questa categoria entra nel Vaticano II e va a sostituirsi a quella di società perfetta, oggi è questa categoria quella dominante. Questa categorie è importante biblicamente, ha sicuramente più assonanze con la Chiesa del Nuovo Testamento, è importante però anche antropologicamente, il bisogno dell'altro di ogni essere umano, ma la ragione più importante è teologica, questa categoria è in grado di sintetizzare tutto il rapporto con Dio. Anche per questa categoria i rischi non mancano, c'è il rischio di confondere tutto ad un'intrepretazione puramente psico-sociologica, ad un "vogliamoci bene", c'è il rischio di trasformare la Chiesa in una setta dove tutti la pensano uguale, non è così la Chiesa è fatta anche dalle differenze. C'è il rischio di vedere questa categoria come un'ideale che non si realizza, c'è bisogno di mettere quindi a fianco a questa categoria un'attenzione escatologiche, e attendere la sua piena realizzazione, che non è immediata. Ci sono tre punti fermi della categoria di comunione, che sono: lo Spirito Santo, la persona e la comunità. Uno Spirito Santo spesso tralasciato nell'ecclesiologia ma che invece agisce dentro e fuori la Chiesa. La persona è importantissima per la categoria di comunione, nessun senso collettivista, nessun sacrificio per il bene della comunità, si cerca il bene di ogni singolo. La Chiesa ha inoltre una dimensione comunitaria, si capisce dal termine stesso ecclesia, la comunità è una volontà di Dio stesso, che scegli infatti un popolo e anche quando c'è il dono dello Spirito Santo erano riuniti tutti insieme gli apostoli, gli Atti degli Apostoli ci parlano continuamente di comunità. Impensabile vivere la Chiesa in modo individualistico. Quando si parla di comunità si intendono relazioni, Sant'Agostino dice che essere fuori dalla Chiesa è essere fuori dalla comunità, in questa categoria tutti sono responsabili, tutti sono collaboratori di Dio. Importante in questa idea la comunità locale che offre le coordinate storico-spaziali dell'evento. |
Chiesa locale |
Con la categoria societaria acquista valore la Chiesa locale, prima l'attenzione era tutta spostata sulla Chiesa universale. Con il Concilio Vaticano II si riafferma la convinzione che la Chiesa locale non può essere una parte della Chiesa, ma contiene tutto il mistero della Chiesa, ne ha tutte le caratteristiche: parola, sacramenti, vescovo, fedeli, azione dello Spirito Santo. La Chiesa locale realizza il tutto della Chiesa, è Chiesa a pieno titolo, ma non è tutta la Chiesa, e deve ricercare la comunione tra le Chiese, questo si vede nella nomina del vescovo che sin dall'antichità avviene da altri tre vescovi, non esiste una realtà chiusa, ogni singola realtà locale deve essere in comunione con le altre Chiese e in particolare con la Chiesa romana che è garante della comunione. La categoria societaria aveva visto il Papa come vescovo della Chiesa universale, non è così il Papa è garante della comunione tra le Chiese, quest'ultimo punto è accettato anche dalla Chiesa ortodossa, solo che intende questo primato come d'onore e non giuridico anche come noi. La congregazione della fede afferma che il mistero di comunione è il più adeguato per esprimere l'ecclesiologia, che fra Chiesa universale e particolare c'è un intimo rapporto, l'una richiama l'altra, che la Chiesa universale precede ontologicamente quella particolare e si sofferma sul modo di intendere il concetto di unità nella diversità. La Chiesa accetta la sfida dell'inculturazione sin dall'inizio, la Chiesa locale è piena anche delle tradizioni e dei valori di quel posto, si innesta sulla cultura del posto, non la muta in un'unica cultura universale per tutti. |