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Francesco chi? non lui vero, non può essere lui. In quel
momento i volti dei genitori sono cominciati a passarmi davanti, il volto
contento ed entusiasta che avevano quando parlavano di quel bimbo che stava
per nascere, le ultime immagini dei vestitini già pronti per Francesco sono
ancora in primo piano sul mio account di facebook. C'eravamo quasi,
mancavano 5 settimane al parto, e ora? Su quella serata è sceso in un sol
colpo l'amaro. La voglia di credere che non fosse lui quel Francesco,
svanisce di fronte alla chiarezza del messaggio: citava i nomi dei genitori,
con tanto di cognome. Non c'erano possibilità di equivoci.
Il giorno dopo ci si sveglia ancora con quel senso di amaro
in bocca, ancora più cosciente, perchè alla fine la sera prima, sembrava
quasi un brutto incubo. La mattina presto quando la sveglia suona si
rincontrolla un attimo il messaggio sperando che possa essere stato tutto un
brutto incubo. Purtroppo è tutto vero. Durante la giornata mille pensieri mi
corrono in testa, quante volte mi sono lamentato per un lavoro che non
arrivava, per una casa che non si riusciva a comprare, per una giornata di
lavoro un po' complicata, possibile che a volte ci sfugga quanto siamo
fortunati e quanti doni abbiamo? Il primo pensiero è la voglia di stare
vicino ai genitori, grandi amici, grandi persone a cui non doveva proprio
capitare questo. Capisci perchè in certi casi ti volti e urli a Dio "ma
perchè?".
Finalmente si riesce ad arrivare in ospedale per andare a
trovarli, non so che dirgli, so solo che voglio stargli vicino, so solo che
voglio abbracciarli. Appena arrivati ci accoglie un sorriso, non te lo
aspetteresti ma è quello della madre, che racconta tutto, con una forza che
ti colpisce più delle parole. Arrivano gli amici, arriva il marito e
incredibilmente si scherza. Voi mi direte "va bene, è una reazione, un
modo per distrarsi", e no, perchè ogni tanto si torna all'argomento, e i
genitori, con commozione ma grande forza danno una testimonianza di fede che
poche volte si ha la fortuna di vedere "il nostro Francesco è un angelo e
ora ci protegge da lassù, così è stato deciso". E' difficile da spiegare
a parole, non cercavano di nascondere il dolore, si vedeva, quello si vedeva
anche nei loro sorrisi, nelle smorfie dei loro volti, nel tremolio della
voce, quello era scritto nei loro occhi. Non era il dolore quello che
mancava, quella che mancava era la disperazione, loro sapevano che Francesco
era vivo e lo sapevano a tal punto da non essere disperati. Addolorati
perchè non potevano stringerlo, ma non disperati. Una testimonianza del
genere apre realmente i cuori più di ogni parola.
Arriva il giorno dell'ultimo saluto a Francesco, non riesco a
esserci alla cerimonia, il lavoro mi trattiene, ma provo a raggiungerli
dopo, mia moglie mi dice che i canti sono allegri, che a un certo punto si
intona l'alleluia, il famoso alleluia delle lampadine, due pazzi alzano le
mani e le tirano su in alto, non sembra il caso, non è l'atmosfera giusta,
ma quando si scopre che questi due pazzi erano i genitori, allora li si
segue. Quando arrivo a salutarli in un dopo cerimonia a casa, tra la pioggia
che imperversa, scopro che quest'ultima non ha permesso di fare nulla
al cimitero e che quindi dovranno tornare l'indomani, nonostante ciò il
primo sorriso che mi accoglie è quello del padre, solita stretta di mano
vigorosa, solito sorriso, tutto viene stemperato all'istante. Si entra a
casa in un atmosfera irreale, il clima è sereno, si scherza e si parla
seriamente, vedo volti colpiti, i volti degli amici, dei fratelli, dei
parenti che si rendono conto che quello a cui stanno assistendo è un
miracolo. Una prova che Dio esiste, perchè altrimenti quella forza in quel
momento non la trovi. Sono tornato a casa convinto di aver toccato per mano
due miracoli di Dio. Con una testimonianza in più e una certezza sempre più
chiara: Dio esiste veramente!!! |