Morale sessuale |
Che cos’è l’atto sessuale? Qual è il
suo fine? E’ importante conoscere cosa sia e quale sia il suo esisto, per vedere ciò che è in linea con il suo fine naturale e quindi è positivo e cosa no. L’atto sessuale è il completamento di un matrimonio naturale, possiamo definirlo proprio un matrimonio naturale. L’uomo e la donna che decidono di vivere la propria vita insieme, completano questa unione con l’atto sessuale. Infatti l’atto sessuale non è altro che un tendere l’uno all’altro, la sua gestualità è quella del voler diventare una cosa sola, come riconosce anche Platone nel Simposio. Quindi il fine dell’atto sessuale è completare un unione di vita tra due persone. Così come le anime si uniscono nel loro volgere nella vita l’uno verso l’altro, nel loro continuare la vita ed effettuare le scelte insieme, così visto che l’uomo è anima e corpo anche i loro corpi si uniscono in unione che deriva dall’amore che l’uno sprigiona verso l’altro. Il loro amore può produrre come frutto un bambino e questo bambino sarà educato dai genitori. Questo frutto del rapporto sessuale tende ancora di più ad evidenziare il fine dell’atto sessuale. E’ forse la dimostrazione più semplice, anche se parte dagli effetti per ritornare alle cause. Infatti la nuova vita che nasce dall’amore dei due è il frutto del loro amore e non la causa. Il fatto però che nasca questo frutto fa vedere come non dovrebbe esistere rapporto sessuale senza un’unione di vita indissolubile, infatti il bambino sarà affidato ad entrambi visto che loro gli hanno dato la vita, visto che nasce dal loro amore, e il bambino ha bisogno di due genitori che lo guidino, lo educhino. Questi devono essere sicuramente una coppia in quanto hanno caratteristiche diverse e servono sia quelle dell’uno che quelle dell’altro e serve una coppia unita perché deve educarlo a seguire la stessa strada, quindi se l’amore che gli unisce non li facesse diventare uno soltanto, un genitore lo educherebbe in un modo, l’altro in un altro e non è sicuramente una buona cosa per il bambino. Tutto ciò fa vedere che la prima cosa che conta è una coppia che sia unita in una cosa sola dall’amore che l’uno prova per l’altro, in modo che la loro unione di vita sia completata dall’amore corporale e da questo possa nascere una nuova vita. A sostegno: San Tommaso “Il figlio non potrebbe essere educato ed istruito se non avesse genitori ben rati e determinati. E questo non avverrebbe se non ci fosse un legame stabile dell’uomo e della donna”[1] Sant’Agostino “il primo naturale legame della società umana è quello fra uomo e donna. E Dio non produsse neppure ciascuno dei due separatamente, congiungendoli poi come stranieri, ma creò l'una dall'altro, e il fianco dell'uomo, da cui la donna fu estratta e formata, sta ad indicare la forza della loro congiunzione. Fianco a fianco infatti si uniscono coloro che camminano insieme e che insieme guardano alla stessa meta.”[2] Platone “Dopo che la natura umana fu divisa in due parti, ogni metà per desiderio dell'altra tentava di entrare in congiunzione e cingendosi con le braccia e stringendosi l'un l'altra, se ne morivano di fame e di torpore per non voler far nulla l'una separatamente dall'altra.”[3] "Da tempo dunque è connaturato negli uomini l'amore degli uni per gli altri che si fa conciliatore dell'antica natura e che tenta di fare un essere solo da due e di curare la natura umana."[4] "Se ad essi proprio nel momento in cui giacciono insieme si accostasse Efesto con i propri strumenti e domandasse "Cos'è dunque, uomini, che volete che vi succeda l'un l'altro?" e, trovandosi essi in difficoltà, chiedesse ancora: 'Forse agonate questo, di congiungervi indissolubilmente l'uno con l'altro in una sola cosa, così da non lasciarvi tra di voi nè di giorno nè di notte? Perchè se bramate questo, sono pronto a fondervi insieme e a comporvi in una sola natura fino al punto che da due diventiate uno solo..."[5] Giovanni Paolo II "nell'unità dei due l'uomo e la donna sono chiamati sin dall'inizio non solo ad esistere uno accanto all'altra oppure insieme, ma sono chiamati ad essere reciprocamente l'uno per l'altro"[6] Per quanto riguarda il matrimonio cristiano? Basta il matrimonio naturale? Certamente senza accettare la fede non si può partire dal sacramento del matrimonio. Come avevamo detto non tutto si può spiegare con la ragione, ci sono alcune cose per cui c’è bisogno della fede. Anche se poi si possono trovare le ragioni di questa fede. Per quanto riguarda il sacramento del matrimonio, avendo dimostrato l’esistenza di Dio, se Dio esiste e Dio ha creato tutti noi e vuole che noi ci amiamo, un atto particolare d’amore si unisce tramite Dio, chiedendo che Dio vegli su questa unione. Come in ogni scelta importante e decisiva si chiede aiuto a Dio. Fino a qui ci si può arrivare con la ragione, da qui in poi naturalmente, si lascia campo alla sola fede. Il matrimonio naturale basta in chi non ha fede. Chi non ha fede nel Dio cristiano non si può sposare sicuramente in chiesa ma può realizzare un matrimonio naturale e quindi essere una cosa sola con l’altra persona. Ma in questo modo si perde la libertà del singolo? Non esattamente, il singolo ha usato la sua libertà decidendo di viverla con l’altra persona, nessuno l’ha obbligato a sposarsi con l’altro. Il matrimonio vuol dire questo; vuol dire scegliere insieme le cose importanti, realizzarle insieme. Che matrimonio è un matrimonio in cui ognuno prende le sue scelte senza farne partecipe l’altro? Dov’è l’unione? Se uno decide ad esempio che per lavoro deve trasferirsi, sarà una cosa da decidere insieme no? Ama veramente chi dice “io mi trasferisco per lavoro, se ti va vieni”?. Dov’è la comunione della coppia se uno ha già preso la sua scelta senza neanche cercare di realizzare le cose insieme? L’amore non è solo sentimento, non è solo fare ciò che ci si sente di fare. A sostegno: San Paolo “Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie verso il marito. La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie. Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché satana non vi tenti nei momenti di passione.”[7] Congregazione per la dottrina della fede “La donazione fisica totale sarebbe menzogna, se non fosse segno e frutto della donazione personale totale”[8] Giovanni Paolo II "l'unione matrimoniale esige il rispetto e il perfezionamento della vera soggettività personale di tutti e due"[9] L’amore non è solo sentimento? Certo, se l’amore fosse solo sentimento oggi posso amare domani no, oggi mi sento di stare con te, domani di accettare quel lavoro in cui mi pagano di più e se questo vuol dire allontanarmi, non ha molta importanza. Il sentimento ci dovrebbe essere sempre ma per esserci sempre dovrebbe essere poggiato su una scelta razionale, altrimenti. Pensiamo anche al nostro rapporto con Dio, se dovessimo fare sempre ciò che ci sentiamo magari a volte andremmo a messa, altre volte no; non è possibile, invece se si fonda in modo razionale arriva anche il sentimento la voglia di andarci, ma non è il sentimento, che viene e va, a dare il mio rapporto con Dio, ma la mia scelta, che crea poi un sentimento d’amore che si rinnova ogni volta che rinnovo la mia scelta razionale. Così nella coppia non si può fondare sul sentimento: “faccio ciò che mi sento di fare”. E come faccio a fidarmi di te? Se domani ti sentirai di fare il contrario? Molti matrimoni oggi finiscono così, perché finita la passione e il sentimento non rimane più niente, “è finito l’amore”. Ma è finito l’amore perché in realtà non c’è mai stato, c’è stato solo sentimento e passione, e quando finisce questo sentimento, non c’è più possibilità di stare insieme perché in realtà non è stata neanche creata un unione di vita. A sostegno: Sant’Agostino “In un matrimonio riuscito, anche dopo molti anni, per quanto sia appassita l’attrazione giovanile tra il maschio e la femmina, rimane una viva disposizione d’affetto tra il marito e la moglie”[10] Ma cos’è il sentimento? Il sentimento come dice la stessa parola è ciò che sento dentro: Oggi sento di andare a giocare a pallone, domani di uscire con gli amici ecc.. Ma l’amore non può essere frutto del sentimento, altrimenti si tratterebbe la persona che si ha vicino come una cosa, a cui si sta vicino solo nel momento in cui se ne ha bisogno, solo quando si sente dentro questa forza. La scelta razionale invece comporta il fatto che quella persona ho scelto di amare e questa scelta rinnovandosi ogni giorno, rinnova anche quel sentimento. Infatti se vediamo in noi che una cosa è giusta poi viene anche il sentimento del volerlo fare. In ogni amore è così, anche nelle amicizie, anche nel bene che vogliamo. Tant’è vero che diciamo che “gli amici si vedono al momento del bisogno”. In che modo avviene la scelta razionale? Si sceglie la persona con cui si può diventare una cosa sola. Esiste il periodo di fidanzamento per verificare se si può realizzare un unione di vita, se si può scegliere insieme, se si hanno gli ideali in comune per realizzare questa unione. Naturalmente quando l’ideale in comune è Dio tutto risulta più semplice. Non solo ma il matrimonio ha proprio bisogno dell’intervento di Dio nella coppia. Diventa come una trinità, con le giuste proporzioni naturalmente, che racchiude l’uomo, la donna e Dio, uniti insieme in questo modo le scelte sono tutte collegate a un ideale comune e si riesce a vivere come vive una sola persona così come la trinità pur essendo tre persone agisce come una ed è una. Il fidanzamento? Il fidanzamento è il periodo della verifica, quando si decide di sposarsi si deve essere già realizzata l’unione delle anime, altrimenti quando si verificherà se questa unione è possibile, quando il matrimonio indissolubile ormai è stato realizzato? Non credo! Quindi il fidanzamento deve portare mano mano a un unione di vita integrale, in modo che come nel matrimonio le scelte siano prese insieme, per verificare se ci si riesce a prendere queste scelte insieme, per verificare se si può veramente diventare una cosa sola, se non ci si riesce allora il fidanzamento si può rompere. Se invece ci si riesce allora si chiede a Dio di unire queste due persone e questa è una triplice promessa tra Dio, la moglie e il marito. Dio dà la sua grazia, la moglie e il marito promettono la fedeltà tra loro e a Dio. E quindi cosa si crea, una cosa sola , che è unita veramente in Dio. Un unione indivisibile. Dopo questa unione si uniranno allora anche i corpi in quando appunto ormai l’unione è indissolubile. A sostegno: Cataldo Zuccarro “Anche per i fidanzati l’amore si presenta coma un cammino interpersonale che li coinvolge in totalità, vale a dire nel corpo e nell’anima, nel cuore e nel cervello”[11] “L’amore del fidanzamento è amore pieno […] l’amore dei fidanzati si pone all’interno di un cammino progressivo di conoscenza reciproca che tende a verificare la possibilità di fondere una comunione di vita piena” [12] Nessun rapporto prima del matrimonio? Beh se abbiamo detto che l’atto sessuale nasce da un unione delle due vite in una sola, questa unione deve essere prima realizzata, quindi ci deve essere prima il matrimonio. Per noi cristiani il matrimonio significa anche che il matrimonio viene inondato dalla grazia divina e quindi prima che il matrimonio si completi con l’atto sessuale, è giusto aspettare che Dio benedica questa unione. L’atto sessuale deve per forza completare il matrimonio? No, l’unione può anche essere solamente spirituale, non è indispensabile che il matrimonio sia consumato per chiamarsi tale. L’unione è soprattutto un unione di vita, non deve per forza essere anche corporale. Se due anime sono unite lo sono anche i loro corpi, infatti non si è mai visto che un anima sola comandi due corpi, ma uno solo. La masturbazione? La masturbazione storpia il fine dell’atto sessuale. Da un frutto dell’amore, diventa un qualcosa che nasce dall’egoismo. Invece che nascere dall’amore nasce dal suo contrario. Semplicemente dal piacere personale. Non può che essere contrario al fine dell’atto sessuale e quindi negativa. A sostegno: Pontificio Consiglio per la famiglia "Può succedere che si desideri fare o che si faccia un uso della sessualità diverso da quello iscritto da Dio nella natura umana e nella finalità specificatamente umana dei suoi atti. In questo modo viene negato il linguaggio interpersonale dell’amore e gravemente compromesso”[13] L’adulterio? L’adulterio nasconde in se tanti di quei difetti che è difficile svelarli tutti. Si tradisce un patto di fedeltà, si rompe un unione che dovrebbe essere indissolubile, si tradisce il proprio partner e si fa soffrire, si tradisce Dio e i suoi valori, si da importanza (nella maggior parte dei casi) al lato esteriore, al proprio piacere egoistico e non all’anima e a ciò che è eterno come l’amore. L’adulterio è l’omicidio di quella persona che si è voluti creare insieme, nell’atto viene a mancare quell’amore che la rendeva una sola. Il coniuge che subisce l’adulterio può separarsi in quanto il patto di fedeltà è stato rotto ma non può risposarsi, in quanto lui deve comunque il suo patto, la sua promessa, non ne è sciolto nonostante l’altra parte non l’ha adempiuto. In caso di pentimento è giusto riaccettare il coniuge che ha tradito, in quanto per amare bisogna anche perdonare e se non si ama il coniuge comunque non si rispetta il patto del matrimonio, se invece il coniuge continua a peccare bisogna per forza che ci sia una separazione, altrimenti si darebbe ragione e si accetterebbe il suo continuare a peccare, sarebbe un essere suo complice. A sostegno: Sant’Agostino “Non è la moglie che ha potestà sul proprio corpo, ma il marito; allo stesso modo non è il marito che ha potestà sul proprio corpo, ma la moglie. La violazione di questa fedeltà si dice adulterio, quando, o per impulso della propria libidine, o per accondiscendenza a quella altrui, si hanno rapporti con un'altra persona contrariamente al patto coniugale.” San Tommaso “Se uno cerca il piacere trascurando la legge del matrimonio, nel senso che nella moglie vede la femmina, essendo disposto a compiere quell’atto anche se non fosse sua moglie, allora l’atto è peccato mortale.”[14] Gesù “Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha gia commesso adulterio con lei nel suo cuore.”[15] [1] San Tommaso, Somma teologica, suppl, q 41, a 1 [2] Sant’Agostino, La dignità del matrimonio, cap 1 [3] Platone, Simposio, 191a [4] Platone, Simposio, 191d [5] Platone, Simposio, 192 d [6] Giovanni Paolo II, Mulieris Dignitatem, III, 7 [7] San Paolo, I Corinzi, 7,3
[8]
Congregazione della dottrina della fede, Osservazioni su alcune
"risoluzioni" dell'Assemblea (di Salisburgo) [9] Giovanni Paolo II, Mulieris Dignitatem, IV, 10 [10] Sant’Agostino, La dignità del matrimonio, cap 3 [11] Cataldo Zuccarro, Morale sessuale [12] Cataldo Zuccarro, Morale sessuale [13] Pontificio Consiglio per la Famiglia, Famiglia Matrimonio e unioni di fatto, 26 luglio 2000: L’osservatore Romano [14] San Tommaso, Somma teologica, suppl, q 49, a 6 [15] Matteo, Vangelo Secondo Matteo, 5,27 |
IMPORTANTE: Sono dell'idea di Platone: la verità si raggiunge attraverso la dialettica. Nessuno conosce la verità per intero se non Dio stesso quindi i miei ragionamenti potrebbero non essere veri o forse devono essere completati. Per le obiezioni al mio ragionamento e per le domande da integrare potete inviare e-mail a imafa@libero.it "Chiunque legge quest’opera, dunque, prosegua con me se avrà la mia stessa certezza, ricerchi con me se condividerà i miei dubbi; ritorni a me se riconoscerà il suo errore, mi richiami se si avvedrà del mio. Insieme ci metteremo così sui sentieri della carità, in cerca di Colui del quale è detto: Cercate sempre il suo volto. In questa disposizione d’animo pia e serena vorrei trovarmi unito, davanti al Signore Dio nostro, con tutti i miei lettori di tutti i miei libri" Sant'Agostino, De Trinitate |