Vangeli Apocrifi
Sintesi e testi
Protovangelo di Giacomo
Esalta la natura verginale di Maria e presenta accenni gnostici
Natività di Maria santa genitrice di Dio e gloriosissima madre di Gesù
Cristo.
[1, 1]
Secondo le storie delle dodici tribù di Israele c'era un certo Gioacchino,
uomo estremamente ricco. Le sue offerte le faceva doppie, dicendo: "Quanto
per me è superfluo, sarà per tutto il popolo, e quanto è dovuto per la
remissione dei miei peccati, sarà per il Signore, quale espiazione in mio
favore". [2] Giunse il gran giorno del Signore e i figli di Israele
offrivano le loro offerte. Davanti a lui si presentò Ruben, affermando: "Non
tocca a te offrire per primo le tue offerte, poiché in Israele non hai avuto
alcuna discendenza". [3] Gioacchino ne restò fortemente rattristato e andò
ai registri delle dodici tribù del popolo, dicendo: "Voglio consultare i
registri delle dodici tribù di Israele per vedere se sono io solo che non ho
avuto posterità in Israele". Cercò, e trovò che, in Israele, tutti i giusti
avevano avuto posterità. Si ricordò allora del patriarca Abramo al quale,
nell'ultimo suo giorno, Dio aveva dato un figlio, Isacco.
[4]
Gioacchino ne restò assai rattristato e non si fece più vedere da sua
moglie. Si ritirò nel deserto, vi piantò la tenda e digiunò quaranta giorni
e quaranta notti, dicendo tra s‚: "Non scenderò n‚ per cibo, n‚ per bevanda,
fino a quando il Signore non mi abbia visitato: la mia preghiera sarà per me
cibo e bevanda".
[2, 1] Ma
sua moglie innalzava due lamentazioni e si sfogava in due pianti, dicendo:
"Piangerò la mia vedovanza e piangerò la mia sterilità". [2] Venne il gran
giorno del Signore, e Giuditta, sua serva le disse: "Fino a quando avvilisci
tu l'anima tua; Ecco, è giunto il gran giorno del Signore e non ti è lecito
essere in cordoglio. Prendi invece questa fascia per il capo che mi ha dato
la signora del lavoro: a me non è lecito cingerla perché io sono serva e
perché ha un'impronta regale". [3] Ma Anna rispose: "Allontanati da me. Io
non faccio queste cose. Dio mi ha umiliata molto. Forse è un tristo che te
l'ha data, e tu sei venuta a farmi partecipare al tuo peccato". Replicò
Giuditta: "Quale imprecazione potrò mai mandarti affinché il Signore che ha
chiuso il tuo ventre, non ti dia frutto in Israele?". Anna si afflisse
molto. [4] Si spogliò delle sue vesti di lutto, si lavò il capo, indossò le
sue vesti di sposa e verso l'ora nona scese a passeggiare in giardino.
Vedendo un alloro, si sedette ai suoi piedi e supplicò il Padrone, dicendo:
"O Dio dei nostri padri, benedicimi e ascolta la mia preghiera, come hai
benedetto il ventre di Sara, dandole un figlio, Isacco".
[3, 1]
Guardando fisso verso il cielo, vide, nell'alloro, un nido di passeri, e
compose in se stessa una lamentazione, dicendo: "Ahimè! chi mi ha generato?
qual ventre mi ha partorito? Sono infatti diventata una maledizione davanti
ai figli di Israele, sono stata insultata e mi hanno scacciata con scherno
dal tempio del Signore. [2] Ahimè! a chi somiglio io mai? Non somiglio agli
uccelli del cielo, poiché anche gli uccelli del cielo sono fecondi dinanzi a
te, Signore. Ahimè! a chi somiglio io mai? Non somiglio alle bestie della
terra, poiché anche le bestie della terra sono feconde dinanzi a te,
Signore. Ahimè! a chi somiglio io mai? [3] Non somiglio a queste acque,
poiché anche queste acque sono feconde dinanzi a te, o Signore. Ahimè! a chi
somiglio io mai? Non somiglio certo a questa terra, poiché anche questa
terra porta i suoi frutti secondo le stagioni e ti benedice, o Signore".
[4, 1]
Ecco, un angelo del Signore le apparve, dicendole: "Anna, Anna! Il Signore
ha esaudito la tua preghiera; tu concepirai e partorirai. Si parlerà in
tutta la terra della tua discendenza". Anna rispose: "(Com'è vero che) il
Signore, mio Dio, vive, se io partorirò, si tratti di maschio o di femmina,
l'offrirò in voto al Signore mio Dio, e lo servirà per tutti i giorni della
sua vita". [2] Ed ecco che vennero due angeli per dirle: "Tuo marito
Gioacchino sta tornando con i suoi armenti". Un angelo del Signore era
infatti disceso da lui per dirgli: "Gioacchino, Gioacchino! Il Signore ha
esaudito la tua insistente preghiera. Scendi di qui.
Ecco,
infatti, che Anna, tua moglie, concepirà nel suo ventre". [3] Gioacchino
scese, e mandò a chiamare i suoi pastori, dicendo: "Portatemi qui dieci
agnelli senza macchia e senza difetto: saranno per il Signore, mio Dio.
Portatemi anche dodici vitelli teneri: saranno per i sacerdoti e per il
consiglio degli anziani; e anche cento capretti per tutto il popolo". [4] Ed
ecco che Gioacchino giunse con i suoi armenti. Anna se ne stava sulla porta,
e vedendo venire Gioacchino, gli corse incontro e gli si appese al collo,
esclamando: "Ora so che il Signore Iddio mi ha benedetta molto. Ecco,
infatti, la vedova non più vedova, e la sterile concepirà nel ventre". Il
primo giorno Gioacchino si riposò in casa sua.
[5, 1] Il
giorno seguente presentò le sue offerte, dicendo tra s‚: "Se il Signore
Iddio mi è propizio, me lo indicherà la lamina del sacerdote". Nel
presentare le sue offerte, Gioacchino guardò la lamina del sacerdote. Quando
questi salì sull'altare del Signore, Gioacchino non scorse in s‚ peccato
alcuno, ed esclamò: "Ora so che il Signore mi è propizio e mi ha rimesso
tutti i peccati". Scese dunque dal tempio del Signore giustificato, e tornò
a casa sua. [2] Si compirono intanto i mesi di lei. Nel nono mese Anna
partorì e domandò alla levatrice: "Che cosa ho partorito?". Questa rispose:
"Una bambina". "In questo giorno", disse Anna, "è stata magnificata l'anima
mia", e pose la bambina a giacere. Quando furono compiuti i giorni, Anna si
purificò, diede poi la poppa alla bambina e le impose il nome Maria.
[7, 1]
Per la bambina passavano intanto i mesi. Giunta che fu l'età di due anni,
Gioacchino disse a Anna: "Per mantenere la promessa fatta, conduciamola al
tempio del Signore, affinché il Padrone non mandi contro di noi e la nostra
offerta riesca sgradita". Anna rispose: "Aspettiamo il terzo anno, affinché
la bambina non cerchi poi il padre e la madre". Gioacchino rispose:
"Aspettiamo". [2] Quando la bambina compì i tre anni, Gioacchino disse:
"Chiamate le figlie senza macchia degli Ebrei: ognuna prenda una fiaccola
accesa e la tenga accesa affinché la bambina non si volti indietro e il suo
cuore non sia attratto fuori del tempio del Signore". Quelle fecero così
fino a che furono salite nel tempio del Signore. Il sacerdote l'accolse e,
baciatala, la benedisse esclamando: "Il Signore ha magnificato il tuo nome
in tutte le generazioni. Nell'ultimo giorno, il Signore manifesterà in te ai
figli di Israele la sua redenzione". [3] La fece poi sedere sul terzo
gradino dell'altare, e il Signore Iddio la rivestì di grazia; ed ella danzò
con i suoi piedi e tutta la casa di Israele prese a volerle bene.
[8, 1] I
suoi genitori scesero ammirati e lodarono il Padrone Iddio perché la bambina
non s'era voltata indietro. Maria era allevata nel tempio del Signore come
una colomba, e riceveva il vitto per mano di un angelo.
[2]
Quando compì dodici anni, si tenne un consiglio di sacerdoti; dicevano:
"Ecco che Maria è giunta all'età di dodici anni nel tempio del Signore.
Adesso che faremo di lei affinché non contamini il tempio del Signore?".
Dissero dunque al sommo sacerdote: "Tu stai presso l'altare del Signore:
entra e prega a suo riguardo. Faremo quello che il Signore ti manifesterà"
[3] Indossato il manto dai dodici sonagli, il sommo sacerdote entrò nel
santo dei santi e pregò a riguardo di Maria. Ed ecco che gli apparve un
angelo del Signore, dicendogli: "Zaccaria, Zaccaria! Esci e raduna tutti i
vedovi del popolo. Ognuno porti un bastone: sarà la moglie di colui che il
Signore designerà per mezzo di un segno". Uscirono i banditori per tutta la
regione della Giudea, echeggiò la tromba del Signore e tutti corsero.
[9, 1]
Gettata l'ascia, Giuseppe uscì per raggiungerli. Riunitisi, andarono dal
sommo sacerdote, portando i bastoni. Presi i bastoni di tutti, entrò nel
tempio a pregare. Finita la preghiera, prese i bastoni, uscì e li restituì
loro; ma in essi non v'era alcun segno. Giuseppe prese l'ultimo bastone: ed
ecco che una colomba uscì dal suo bastone e volò sul capo di Giuseppe. Il
sacerdote disse allora a Giuseppe: "Tu sei stato eletto a ricevere in
custodia la vergine del Signore". [2] Ma Giuseppe si oppose, dicendo: "Ho
figli e sono vecchio, mentre lei è una ragazza. Non vorrei diventare oggetto
di scherno per i figli di Israele". Il sacerdote però rispose a Giuseppe:
"Temi il Signore tuo Dio, e ricorda che cosa ha fatto Dio a Datan, a Abiron
e a Core, come si sia spaccata la terra e siano stati inghiottiti a causa
della loro opposizione. Ora, temi, Giuseppe, che non debba accadere
altrettanto in casa tua". [3] Giuseppe, intimorito, la ricevette in
custodia. Giuseppe disse a Maria: "Ti ho ricevuta dal tempio del Signore e
ora ti lascio in casa mia. Me ne vado a eseguire le mie costruzioni e dopo
tornerò da te: il Signore ti custodirà".
[10, 1]
Ci fu un consiglio dei sacerdoti, e dissero: "Facciamo una tenda per il
tempio del Signore". Il sacerdote disse: "Chiamatemi delle vergini senza
macchia della tribù di David". I ministri andarono, cercarono, e trovarono
sette vergini. Il sacerdote si ricordò della fanciulla Maria, dato che era
della tribù di David e senza macchia davanti a Dio. I ministri andarono e la
condussero.
Le
introdussero poi nel tempio del Signore, e il sacerdote disse: "Su, tirate a
sorte chi filerà l'oro, l'amianto, il bisso, la seta, il giacinto, lo
scarlatto e la porpora genuina". A Maria toccò la porpora genuina e lo
scarlatto: li prese e se ne ritornò a casa sua. In quel tempo Zaccaria
diventò muto: fino a quando Zaccaria riparlò, il suo posto fu preso da
Samuele. Maria, preso lo scarlatto, lo filava.
[11, 1]
Presa la brocca, uscì a attingere acqua. Ed ecco una voce che diceva:
"Gioisci, piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu tra le donne".
Essa guardava intorno, a destra e a sinistra, donde venisse la voce. Tutta
tremante se ne andò a casa, posò la brocca e, presa la porpora, si sedette
sul suo scanno e filava. [2] Ed ecco un angelo del Signore si presentò
dinanzi a lei, dicendo: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia
davanti al Padrone di tutte le cose, e concepirai per la sua parola". Ma
essa, all'udire ciò rimase perplessa, pensando: "Dovrò io concepire per
opera del Signore Iddio vivente, e partorire poi come ogni donna
partorisce?". [3] L'angelo del Signore, disse: "Non così, Maria! Ti coprirà,
infatti, con la sua ombra, la potenza del Signore. Perciò l'essere santo che
nascerà da te sarà chiamato Figlio dell'Altissimo. Gli imporrai il nome
Gesù, poiché salverà il suo popolo dai suoi peccati". Maria rispose: "Ecco
l'ancella del Signore davanti a lui. Mi avvenga secondo la tua parola".
[12, 1]
Lavorò la porpora e lo scarlatto, e li portò al sacerdote. E il sacerdote la
benedisse, dicendo: "Il Signore Iddio ha magnificato il tuo nome, Maria, e
sarai benedetta in tutte le generazioni della terra". [2] Maria si rallegrò
e andò da Elisabetta sua parente: picchiò all'uscio. Udito che ebbe,
Elisabetta gettò via lo scarlatto, corse alla porta e aprì: veduta Maria, la
benedisse, dicendo: "Donde a me questo dono, che venga da me la madre del
mio Signore? Ecco, infatti, che colui che è in me ha saltellato e ti ha
benedetta". Ora Maria aveva dimenticato i misteri dei quali le aveva parlato
l'arcangelo Gabriele, e guardò fisso in cielo esclamando: "Chi sono io,
Signore, che tutte le generazioni della terra mi benedicano?". Passò tre
mesi presso Elisabetta, e di giorno in giorno il suo ventre ingrossava;
Maria, allora, impauritasi, tornò a casa sua e si nascose dai figli di
Israele. Quando avvennero questi misteri, lei aveva sedici anni.
[13, 1]
Quando giunse per lei il sesto mese, ecco che Giuseppe tornò dalle sue
costruzioni e, entrato in casa, la trovò incinta. Allora si picchiò il viso,
si gettò a terra sul sacco e pianse amaramente, dicendo: "Con quale faccia
guarderò il Signore, Dio mio? Che preghiera innalzerò io per questa ragazza?
L'ho infatti ricevuta vergine dal tempio del Signore, e non l'ho custodita.
Chi è che mi ha insidiato? Chi ha commesso questa disonestà in casa mia,
contaminando la vergine? Si è forse ripetuta per me la storia di Adamo?
Quando, infatti, Adamo era nell'ora della dossologia, venne il serpente,
trovò Eva da sola e la sedusse: così è accaduto anche a me". [2] Giuseppe si
alzò dal sacco, chiamò Maria e le disse: "Prediletta da Dio, perché hai
fatto questo e ti sei dimenticata del Signore, tuo Dio? Perché hai avvilito
l'anima tua, tu che sei stata allevata nel santo dei santi e ricevevi il
cibo dalla mano d'un angelo?". [3] Essa pianse amaramente, dicendo: "Io sono
pura e non conosco uomo". Giuseppe le domandò: "Donde viene dunque ciò che è
nel tuo ventre?". Essa rispose: "(Come è vero che) vive il Signore, mio Dio,
questo che è in me non so d'onde sia".
[14, 1]
Giuseppe ebbe molta paura. Si appartò da lei riflettendo che cosa dovesse
farne di lei. Giuseppe pensava: "Se nasconderò il suo errore, mi troverò a
combattere con la legge del Signore; la denunzierei ai figli di Israele, ma
temo che quello che è in lei provenga da un angelo, e in questo caso mi
troverei a avere consegnato a giudizio di morte un sangue innocente. Dunque,
che farò di lei? La rimanderò via di nascosto". E così lo sorprese la notte.
[2] Ed ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore, dicendo: "Non
temere per questa fanciulla. Quello, infatti, che è in lei proviene dallo
Spirito santo. Partorirà un figlio al quale imporrai il nome Gesù, poiché
salverà il suo popolo dai suoi peccati". Giuseppe si levò dal sonno,
glorificò il Dio di Israele che gli aveva concesso questo privilegio, e la
custodì.
[15, 1]
Venne da lui lo scriba Annas e gli disse: "Perché non ti sei fatto vedere
nel nostro consiglio?". Giuseppe rispose: "Perché ero stanco del viaggio, e
il primo giorno mi sono riposato". E voltatosi, quello vide Maria incinta.
[2] Se ne andò allora di corsa dal sacerdote e gli disse: "Giuseppe, di cui
tu sei garante, ha violato gravemente la legge". Gli rispose il sacerdote:
"Come sarebbe a dire?". "La vergine che ha preso dal tempio, Ä rispose
l'altro Ä l'ha contaminata. Ha carpito con frode le sue nozze, e non l'ha
fatto sapere ai figli di Israele". Rispose il sacerdote: "Giuseppe ha fatto
questo?". Disse lo scriba Annas: "Manda pure dei ministri, e troverai che la
vergine è incinta" I ministri andarono, trovarono come egli aveva detto, e
la condussero via al tribunale con Giuseppe. [3] Il sacerdote disse: "Perché
hai fatto questo, Maria? Perché hai avvilito la tua anima e ti sei
dimenticata del Signore tuo Dio, tu che sei stata allevata nel santo dei
santi e ricevevi il cibo dalla mano di un angelo, che hai udito gli inni
sacri e hai danzato davanti a Lui? Perché hai fatto questo?". Ma essa pianse
amaramente, dicendo: "(Come è vero che) vive il Signore, mio Dio, io sono
pura dinanzi a lui e non conosco uomo". [4] A Giuseppe disse il sacerdote:
"Perché hai fatto questo?". Giuseppe rispose: "(Come è vero che) vive il
Signore, mio Dio, io sono puro a suo riguardo". Disse il sacerdote: "Non
dire falsità, dì la verità: hai carpito fraudolentemente le sue nozze e non
l'hai fatto sapere ai figli di Israele; non hai chinato il capo sotto la
mano potente affinché la tua discendenza fosse benedetta".
[16, 1]
Il sacerdote disse: "Restituisci la vergine che hai ricevuto dal tempio del
Signore". Giuseppe versò allora calde lacrime. Il sacerdote proseguì: "Vi
darò da bere l'acqua della prova del Signore che manifesterà ai vostri occhi
i vostri peccati". [2] E presala, il sacerdote la fece bere a Giuseppe e lo
mandò verso la collina: e tornò poi sano e salvo. La fece bere anche a Maria
e la mandò verso la collina: e tornò sana e salva. E tutto il popolo si
stupì che non fosse apparso in loro alcun peccato. [3] Disse allora il
sacerdote: "Il Signore non ha manifestato i vostri peccati. Neppure io vi
giudico". E li rimandò. Giuseppe riprese Maria e tornò pieno di gioia a casa
sua glorificando il Dio di Israele.
[17, 1]
Venne un ordine dall'imperatore Augusto affinché si facesse il censimento di
tutti gli abitanti di Betlemme della Giudea. Giuseppe pensò: "Io farò
recensire tutti i miei figli; ma che farò con questa fanciulla? Come farla
recensire? Come mia moglie? Mi vergogno. Come mia figlia? Ma, in Israele
tutti sanno che non è mia figlia. Questo è il giorno del Signore, e il
Signore farà secondo il suo beneplacito".
[2] Sellò
l'asino e vi fece sedere Maria: il figlio di lui tirava la bestia e Giuseppe
li accompagnava. Giunti a tre miglia, Giuseppe si voltò e la vide triste;
disse tra s‚: "Probabilmente quello che è in lei la travaglia". Voltatosi
nuovamente, vide che rideva. Allora le domandò: "Che cosa hai, Maria, che
vedo il tuo viso ora sorridente e ora rattristato?". Maria rispose a
Giuseppe: "E' perché vedo, con i miei occhi, due popoli: uno piange e fa
cordoglio, l'altro è pieno di gioia e esulta". [3] Quando giunsero a metà
strada, Maria gli disse: "Calami giù dall'asino, perché quello che è in me
ha fretta di venire fuori". La calò giù dall'asino e le disse: "Dove posso
condurti per mettere al riparo il tuo pudore? Il luogo, infatti, è deserto".
[18, 1]
Trovò quivi una grotta: ve la condusse, lasciò presso di lei i suoi figli e
uscì a cercare una ostetrica ebrea nella regione di Betlemme. [2] Io,
Giuseppe, camminavo e non camminavo. Guardai nell'aria e vidi l'aria colpita
da stupore; guardai verso la volta del cielo e la vidi ferma, e immobili gli
uccelli del cielo; guardai sulla terra e vidi un vaso giacente e degli
operai coricati con le mani nel vaso: ma quelli che masticavano non
masticavano, quelli che prendevano su il cibo non l'alzavano dal vaso,
quelli che lo stavano portando alla bocca non lo portavano; i visi di tutti
erano rivolti a guardare in alto. [3] Ecco delle pecore spinte innanzi che
invece stavano ferme: il pastore alzò la mano per percuoterle, ma la sua
mano restò per aria. Guardai la corrente del fiume e vidi le bocche dei
capretti poggiate sull'acqua, ma non bevevano. Poi, in un istante, tutte le
cose ripresero il loro corso.
[19, 1]
Vidi una donna discendere dalla collina e mi disse: "Dove vai, uomo?".
Risposi: "Cerco una ostetrica ebrea". E lei: "Sei di Israele?". "Sì" le
risposi. E lei proseguì: "E chi è che partorisce nella grotta?". "La mia
promessa sposa" le risposi. Mi domandò: "Non è tua moglie?". Risposi: "E'
Maria, allevata nel tempio del Signore. Io l'ebbi in sorte per moglie, e non
è mia moglie, bensì ha concepito per opera dello Spirito santo". La
ostetrica gli domandò: "E' vero questo?". Giuseppe rispose: "Vieni e vedi".
E la ostetrica andò con lui. [2] Si fermarono al luogo della grotta ed ecco
che una nube splendente copriva la grotta. La ostetrica disse: "Oggi è stata
magnificata l'anima mia, perché i miei occhi hanno visto delle meraviglie e
perché è nata la salvezza per Israele". Subito dopo la nube si ritrasse
dalla grotta, e nella grotta apparve una gran luce che gli occhi non
potevano sopportare. Poco dopo quella luce andò dileguandosi fino a che
apparve il bambino: venne e prese la poppa di Maria, sua madre. L'ostetrica
esclamò: "Oggi è per me un gran giorno, perché ho visto questo nuovo
miracolo".
[3]
Uscita dalla grotta l'ostetrica si incontrò con Salome, e le disse: "Salome,
Salome! Ho un miracolo inaudito da raccontarti: una vergine ha partorito,
ciò di cui non è capace la sua natura". Rispose Salome: "(Come è vero che)
vive il Signore, se non ci metto il dito e non esamino la sua natura, non
crederò mai che una vergine abbia partorito".
[20, 1]
Entrò l'ostetrica e disse a Maria: "Mettiti bene. Attorno a te, c'è,
infatti, un non lieve contrasto". Salome mise il suo dito nella natura di
lei, e mandò un grido, dicendo: "Guai alla mia iniquità e alla mia
incredulità, perché ho tentato il Dio vivo ed ecco che ora la mia mano si
stacca da me, bruciata". [2] E piegò le ginocchia davanti al Signore,
dicendo: "Dio dei miei padri, ricordati di me che sono stirpe di Abramo, di
Isacco e di Giacobbe. Non fare di me un esempio per i figli di Israele, ma
rendimi ai poveri. Tu, Padrone, sai, infatti, che nel tuo nome io compivo le
mie cure, e la mia ricompensa la ricevevo da te". [3] Ed ecco apparirle un
angelo del Signore, dicendole: "Salome, Salome! Il Signore ti ha esaudito:
accosta la tua mano al bambino e prendilo su, e te ne verrà salute e gioia".
[4] Salome si avvicinò e lo prese su, dicendo: "L'adorerò perché a Israele è
nato un grande re". E subito Salome fu guarita e uscì dalla grotta
giustificata. Ed ecco una voce che diceva: "Salome, Salome! Non propalare le
cose meravigliose che hai visto, sino a quando il ragazzo non sia entrato in
Gerusalemme".
[21, 1]
Poi Giuseppe si preparò a partire per la Giudea. In Betlemme della Giudea ci
fu un grande trambusto, perché erano venuti dei magi che dicevano: "Dov'è il
nato re dei Giudei? Abbiamo visto la sua stella nell'Oriente e siamo venuti
ad adorarlo". [2] Udendo questo, Erode fu turbato e inviò dei ministri ai
magi; mandò anche a chiamare i sommi sacerdoti e li interrogò, dicendo:
"Come sta scritto a proposito del Cristo, dove deve nascere?". Gli
risposero: "In Betlemme della Giudea, perché così sta scritto". E poi li
rimandò. Interrogò anche i magi, dicendo: "Quale segno avete visto a
proposito del re che è nato?". I magi gli risposero: "Abbiamo visto una
stella grandissima che splendeva tra queste stelle e le oscurava, tanto che
le stelle non apparivano più. E' così che noi abbiamo conosciuto che era
nato un re a Israele, e siamo venuti per adorarlo". "Andate e cercate",
disse Erode "e se troverete fatemelo sapere affinché anch'io venga a
adorarlo".
I magi
poi se ne andarono. [3] Ed ecco che la stella che avevano visto nell'oriente
li precedeva fino a che giunsero alla grotta, e si arrestò in cima alla
grotta. I magi, visto il bambino con Maria sua madre, trassero fuori dei
doni dalla loro bisaccia: oro, incenso e mirra.
[4]
Essendo stati avvertiti da un angelo di non entrare nella Giudea, se ne
tornarono al loro paese per un'altra via.
[22, 1]
Accortosi di essere stato giocato dai magi, Erode si adirò e mandò dei
sicari, dicendo loro: "Ammazzate i bambini dai due anni in giù".
[2]
Maria, avendo sentito che si massacravano i bambini, prese il bambino, lo
fasciò e lo pose in una mangiatoia di buoi. [3] Anche Elisabetta, sentito
che si cercava Giovanni, lo prese e salì sulla montagna guardandosi attorno,
ove nasconderlo; ma non c'era alcun posto come nascondiglio. Elisabetta,
allora, gemendo, disse a gran voce: "Monte di Dio, accogli una madre con il
suo figlio". Subito il monte si spaccò e l'accolse. E apparve per loro una
luce, perché un angelo del Signore era con loro per custodirli.
[23, 1]
Erode, nel mentre, cercava Giovanni, e mandò dei ministri da Zaccaria,
dicendo: "Dove hai nascosto tuo figlio?". Rispose loro: "Io sono un pubblico
ufficiale di Dio e dimoro costantemente nel tempio del Signore, non so dove
sia mio figlio". [2] I ministri se ne ritornarono per riferire tutto ciò a
Erode. Adiratosi, Erode disse loro: "E' suo figlio colui che regnerà su
Israele!". Mandò, perciò, di nuovo da lui per dirgli: "Dì proprio la verità:
dov'è tuo figlio? Sai bene che il tuo sangue sta sotto la mia mano". [3]
Zaccaria rispose: "Se tu spargerai il mio sangue, io sarò un testimone di
Dio. Il mio spirito sarà accolto dal Padrone, poiché tu spargerai sangue
innocente nel vestibolo del tempio del Signore". Allo spuntare del giorno,
Zaccaria fu ucciso. I figli di Israele non sapevano che era stato ucciso.
[24, 1]
All'ora del saluto, i sacerdoti uscirono, ma Zaccaria non venne loro
incontro, come di solito, con la benedizione. I sacerdoti stettero a
aspettare Zaccaria per salutarlo nella preghiera e glorificare l'Altissimo.
[2] Ma, dato che tardava, tutti si intimorirono. Uno di loro si fece
coraggio: entrò e vide presso l'altare del sangue coagulato e udì una voce
che diceva: "Zaccaria è stato ucciso! Il suo sangue non sarà cancellato fino
a quando non giungerà il suo vendicatore". All'udire tali parole ebbe paura,
e uscì per riferire ai sacerdoti. [3] Questi si fecero coraggio, entrarono e
videro quanto era accaduto: gemette la travatura del tempio, ed essi si
strapparono le vesti dall'alto in basso. Non trovarono il suo corpo,
trovarono invece il suo sangue pietrificato. Pieni di timore, uscirono e
annunziarono a tutto il popolo che Zaccaria era stato ucciso. Lo vennero a
sapere tutte le tribù del popolo, che lo piansero e fecero cordoglio per tre
giorni e tre notti. [4] Dopo i tre giorni, i sacerdoti deliberarono chi
mettere al suo posto, e la sorte cadde su Simeone. Questo, infatti, era
colui che era stato avvisato dallo Spirito santo che non avrebbe visto la
morte fino a quando non avesse visto il Cristo nella carne.
[25, 1] Alla morte di Erode, essendo sorto a Gerusalemme un trambusto, io Giacomo, che ho scritto questa storia, mi ritirai nel deserto, fino a quando cessò il trambusto a Gerusalemme, glorificando il Padrone Dio che mi ha concesso il dono e la saggezza per scrivere questa storia. [2] La grazia sarà in coloro che temono il Signore nostro Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.