La pace di Venezia
Dopo una dolorosa sconfitta a Milano Barbarossa cercò la via dell'accordo
Morto l'antipapa Pasquale III, Federico riconobbe il nuovo antipapa Callisto III (1168-78). Quindi scese per la quinta volta in Italia (1174-78), privo però dell'aiuto di Enrico il Leone, duca di Sassonia e di Baviera e trovò il passo sbarrato da una lega di Comuni della Lombardia e del Veneto, comprendente 16 città, lega favorita dallo stesso Alesandro III, in onore del quale fu costruita la nuova città di Alessandria (1168). Dopo che questa città ebbe resistito per cinque mesi all'assedio dell'esercito imperiale,
Barbarossa cercò di marciare contro Milano, centro dell'opposizione, ma nella battaglia di Legnano (29 maggio 1176) l'imperatore subì una grave sconfitta da parte dei Milanesi, stretti attorno al loro "Carroccio", per cui Federico I cercò la via dell'accordo con la Curia.
L'accordo fu raggiunto sulla base del riconoscimento di Alessandro III, come papa legittimo e della restituzione dei regalia beati Petri, compresa la prefettura di Roma e i beni di Matilde di Toscana. L'accordo impegnava poi l'imperatore a una pace di quindici anni con il re di Sicilia e alla tregua con i Lombardi per sei anni. La pace si concluse a Venezia nel luglio 1177 dove papa e imperatore si incontrarono. Barbarossa, ormai assolto dalla scomunica, cedette sull'antipapa e riconobbe Alessandro III, al quale prestò l'ossequio del bacio del piede.
Alessandro III, tornato a Roma nel marzo 1178, si mostrò indulgente verso l’antipapa Callisto III, il quale fece atto di sottomissione. Ci fu anche un quarto antipapa, Innocenzo III (1178-80), eletto dalla nobiltà romana, ma il fatto fu irrilevante.