Il regno Longobardo e Stefano III
Nuovi contrasti tra il papa e il re Longobardo, nuovi problemi riguardanti i territori
Re Astolfo morì nello stesso 756. Come suo successore era stato designato Rachis, uscito dal suo monastero, ma poi gli fu preferito Desiderio, duca di Tuscia, che aveva l'appoggio del papa perché aveva promesso di restituirgli le terre conquistate da Liutprando.
Desiderio riuscì ad avere il regno, ma restituì solo Faenza e Ferrara. Intanto a papa Stefano II succedeva suo fratello, il diacono romano Paolo I (757-67).
Si riaprì il contrasto tra papa e re Longobardo: sia perché le concessioni territoriali furono adempiute solo in parte; sia perché il papa aveva preteso di estendere la sua influenza anche sui ducati di Spoleto e Benevento. Pipino, sebbene sollecitato dal pontefice, non si volle immischiare. Il che favorì Desiderio il quale, oltre a ritenere le città rivendicate dal papa, sottomise i due ducati e cercò di annettere l'Istria e la Venezia marittima.
Morto Paolo I (28 giugno 767), lo stesso Desiderio, favorì il primicerio Cristoforo, contro l'intruso Costantino II (767-769), un laico la cui nomina era stata imposta da suo fratello, il duca Toto di Nepi; quindi appoggiò l'elezione del siracusano Stefano III (1 agosto 768).
La reazione contro il partito dell'antipapa si concluse nel sinodo Lateranense, del 12 aprile 769, che processò l’antipapa Costantino II; dichiarò invalide le ordinazioni da lui compiute e i sacramenti da lui amministrati, fatta eccezione del battesimo; emanò quindi un decreto sull'elezione dei papi: l'eletto doveva essere diacono o prete -ne rimanevano così esclusi i laici e coloro che già avevano avuto l'ordinazione episcopale- e l'elezione doveva essere compiuta dal clero romano, per acclamazione.
Desiderio, che nel 768 si era valso dell'aiuto del primicerio Cristoforo, vero padrone di Roma, e rappresentante della tendenza "nazionale" romana, iniziò a tramare contro di lui, favorendo le macchinazioni di Paolo Afiarta, un familiare del papa cui promise la restituzione delle terre occupate. Venuto nel 771 a Roma per trattare la cosa con il pontefice, approfittando di una "colpevole debolezza" di Stefano III, fece uccidere Cristoforo e imprigionare suo figlio.
Sbarazzatosi degli avversari che aveva in Roma, Desiderio cercò allora di rendersi amica anche la corte franca. Pipino era morto il 24 settembre 768, lasciando il regno diviso tra lo stesso Carlo e il fratello Carlomanno. Desiderio, nel 770, diede in sposa a Carlo sua figlia (la Ermengarda del Manzoni; per altri Desiderata: il suo vero nome ci è però ignoto), ma dopo un anno Carlo la ripudiò.