I PONTEFICI | |||
LA STORIA ANNO PER ANNO |
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STORIA ANNO PER ANNO |
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PRIMO MILLENNIO |
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Data | Anno | Evento | |
7 a.C. | Nasce Gesù a Betlemme, fa quasi sorridere la data: Gesù sarebbe nato 7 anni prima di Cristo, in realtà il tutto è dovuto a un errore nel conto degli anni, errore di Dionigi il Piccolo, monaco a Roma, è il primo a datare gli anni di storia a partire dalla nascita di Gesù. | ||
19 Agosto |
14 | Tiberio Claudio Nerone sale al trono al posto dell'imperatore Augusto | |
30 ca. | Crocifissione di Gesù per opera del procuratore Ponzio Pilato, sotto la reggenza dell'imperatore Tiberio | ||
18 Marzo |
37 | Caligola diventa imperatore romano al posto di Tiberio Claudio Nerone | |
24 Gennaio |
41 | Caligola venne assassinato. Al suo posto venne eletto l'imperatore Claudio, zio di Caligola, morto forse avvelenato. | |
33 ca. | Lapidazione di Stefano da parte di concittadini giudei infuriati, tra questi c'era anche il futuro San Paolo | ||
34 ca. | Conversione di Saulo che prende il nome di Paolo | ||
41 | Arriva a Roma Pietro | ||
45-47 | Primo viaggio missionario di Paolo a Cipro e nell'Asia Minore. | ||
49 | Concilio di Gerusalemme, tra le importanti decisioni quella di consentire ai pagani di entrare nel cristianesimo senza dover passare per la circoncisione. | ||
50 | Paolo scrive la Prima Lettera ai Tessalonicesi | ||
50 | Su testimonianza di Sventonio, l'imperatore Claudio scaccia da Roma i giudei "guidati da tale Chrestos" che causavano continui disordini (Vita Claudii 25,4) | ||
50-52 | Secodo viaggio missionario di Paolo | ||
- Ottobre |
54 | L'imperatore Nerone prende il posto di Caligola sul trono dell'impero Romano | |
53-58 | Terzo viaggio missionario di Paolo | ||
55 | Paolo scrive la Prima Lettera ai Corinzi | ||
57 | Paolo scrive la Lettera ai Romani | ||
61 | Paolo giunge a Roma, non più da libero ma da prigioniero per esservi giudicato | ||
64 | Nelle vicinanze del Circo Massimo, il 19 luglio, scoppiò un grande incendio che si estese poi al resto della città, allora suddivisa in quattordici regioni: tre furono completamente distrutte, sette gravemente danneggiate e solo quattro rimasero illese. Ne fu accusato Nerone (54-68) il quale ritorse le accuse sui cristiani qualificati come razza di gente di superstizione nuova e perversa accesi d’odio contro il genere umano. | ||
64 o 67 | Tra le vittime della furia di Nerone Pietro, il primo Papa, crocifisso nel territorio vaticano | ||
65-70 | Vangelo di Marco | ||
66 | Una serie di insurrezioni giudaiche contro la dominazione romana | ||
67 | S. Paolo, quale cittadino romano, fu decollato sulla Via Ostiense (nel 67). Da allora, con uno speciale constitutum, riferito da Tertulliano, fu vietata la professione del cristianesimo | ||
68 | Inizia il pontificato di Papa Lino, fu scelto da San Pietro come successore. | ||
8 Giugno |
68 | Nerone muore suicida, al suo posto sul trono di Roma Galba | |
15 Gennaio |
69 | L'imperatore Galba venne ucciso da Marco Salvio Otone, che divenne l'imperatore Otone | |
16 Aprile |
69 | Muore suicida l'imperatore Otone, al suo posto l'imperatore Vitellio | |
20 Dicembre |
69 | Assassinato al foro romano l'imperatore Vitellio. Sul trono di Roma c'è Vespasiano. | |
70 | A causa delle rivolte contro la dominazione romana viene distrutto il Tempio | ||
75-80 | Vangelo di Luca | ||
24 Giugno |
79 | A Vespasiano succede nella direzione dell'impero romano Tito | |
79 | Lino muore martire sotto Domiziano al suo posto Anacleto I | ||
24 Agosto |
79 | L'eruzione del Vesuvio causò la distruzione delle città di Stabiae, Ercolano e Pompei, città dove era già presente una folta comunità di cristiani. | |
80-85 | Vangelo di Mattero | ||
13 Settembre |
81 | L'impero Romano passa sotto le mani di Domiziano | |
81 | Domiziano dispose persecuzioni contro i Cristiani, il semplice nome di cristiano era un crimine. | ||
90 | Vangelo di Giovanni | ||
92 | Ad Anacleto succede Papa Clemente, autore della Prima Lettera di Clemente, appare come uno dei più antichi documenti dell'esercizio del primato | ||
93 | Lo storico ebreo Flavio Giuseppe nella sua storia di Israele parla di Giacomo il Minore fratello di Gesù e ancora dice che Gesù ha compiuto opere meravigliose condannato a morte sotto Ponzio Pilato e visto dai suoi seguaci dopo il terzo giorno. | ||
96 | Clemente, terzo successore di Pietro come vescovo di Roma, scrive la sua lettera ai Corinzi, importante e famosa questa lettera | ||
18 Settembre |
96 | L'imperatore Domiziano muore assassinato, al suo posto l'imperatore Nerva | |
27 Gennaio |
98 | Diventa imperatore romano Traiano, la prassi degli imperatori fu quella inaugurata proprio da Traiano: procedere solo nei confronti di coloro che erano stati denunciati come cristiani e che non intendevano recedere; mentre era vietata la ricerca dei cristiani per iniziativa dell’autorità. Si spiega perché dal II secolo in poi ai cristiani fu lecito acquistare fondi, erigere chiese e persino aprire scuole, come fece Giustino. Così che il periodo delle catacombe fu un’eccezione. | |
99 | A Papa Clemente succede Papa Evaristo | ||
100 | Cerinto sostiene che non è stato Dio a creare il mondo ma un demiurgo, un essere intermedio. Cristo era soltanto un uomo su cui era sceso lo Spirito Santo e lo abbandonò poco prima della passione | ||
108 | A Papa Evaristo succede Alessandro I | ||
110 | La Didachè importantissimo documento, c'è un ordinamento della Chiesa, una separazione tra laici e clero, la dignità più alta nella comunità è quella del vescovo | ||
117 | Sisto I succede a Alessandro I | ||
7 Agosto |
117 | Diviene imperatore Adriano, l'impero romano raggiunge la sua massima espansione | |
120 | Inizia a diffondersi la gnosi, di origine greca, porta all'annientamento della realtà materiale, proiettando tutto allo Spirito. | ||
127 | Papa Telesforo succede a Papa Sisto I | ||
135 | Adriano imperatore (117-138) fece costruire la colonia Aelia Capitulina al posto di Gerusalemme, l'imperatore proibisce agli ebrei di entrarvi. Ordinò pure che il Santo Spolcro fosse coperto di detriti, due secoli dopo, Costantino incaricherà Macario, vescovo di Gerusalemme, di intraprendere una campagna di scavi per ritrovare il Santo Sepolcro. | ||
10 Luglio |
138 | Antonino Pio diviene imperatore dell'impero Romano | |
138 | Papa Igino succede a Papa Telesforo | ||
142 | Pio I succede a Papa Igino | ||
150 | Giustino indirizza un'apologia all'imperatore Marco Aurelio | ||
156 | Martirio si San Policarpo che in gioventù aveva conosciuto l'apostolo Giovanni | ||
157 | Aniceto succede a Pio I | ||
7 Marzo |
161 | Divengono imperatori Marco Aurelio e Lucio Vero | |
161 | Grande persecuzione ad opera di Marco Aurelio, che durerà sino al 161 | ||
162 | Inizia a svilupparsi l'eresia Montanista, | ||
168 | Sotero succede ad Aniceto | ||
- Marzo |
169 | Muore Lucio Vero, Marco Aurelio rimane unico imperatore | |
171 | Euleterio succede a Papa Sotero | ||
172 | Melitone di Sardi indirizza un'apologia a Marco Aurelio | ||
177 | Regna con Marco Aurelio il figlio Commodo. Si scatenò in maniera feroce la persecuzione di Marco Aurelio | ||
177 | Il filosofo cristiano Atenagora indirizza a Marco Aurelio e a Commodo una supplica finalizzata alla tolleranza. | ||
178 | Il filosofo platonico Celso attacca i cristiani, dice i miracoli di Gesù inventati, un incarnazione in un Dio immutabile non può esserci | ||
17 Marzo |
180 | Morte di Marco Aurelio, ascesa al trono del figlio Commodo, cessazione delle persecuzioni | |
186 | Vittore I succede a Papa Euleterio | ||
190 | Lettera a Diogneto, esposizione a un pagano dell'essenza di Dio | ||
31 Dicembre |
192 | Muore Commodo e sul trono si susseguiranno Pertinace (192), Didio Giuliano (193) | |
193 | Sale al trono romano Settimio Severo, le persecuzioni contro i cristiani continuano, ma questo imperatore non le forzò anzi a volte venne in difesa dei cristiani contro l'accanimento popolare. | ||
197 | Apologia di Tertulliano, denuncia le violazioni del diritto che avvengono nei processi | ||
198 | Zeffirino succede a Papa Vittore I | ||
200 | Nasce la scuola alessandrina, primo maestro fu Panteno (+ 200ca), il quale aveva subìto influssi gnostici. A Panteno successe Clemente, che favorì una gnosi ortodossa | ||
202 | Papa Zefirino condanna l'eresia montanista | ||
203 | Fu emanato un editto di persecuzione che impediva la conversione al Cristianesimo a pena di sanzioni severissime | ||
211 | Al posto di Settimio Severo salgono al trono Caracalla e Geta, Geta poi sarà assassinato nel 212 dal fratello di Caracalla | ||
215 | Tradizione apostolica, documento importantissimo per le origini cristiane | ||
217 | Diviene imperatore Macrino | ||
218 | Callisto I succede a Papa Zeffirino | ||
218 | Diviene imperatore Eliogabalo | ||
222 | Urbano I succede a Papa Callisto I | ||
222 | Diviene imperatore Alessandro Severo | ||
21 Luglio |
230 | Ponziano successe a Urbano I | |
235 | Papa Ponziano e Ippolito condannati ai lavori forzati in Sardegna | ||
21 Novembre |
235 | Antero succede a Papa Ponziano | |
235 | Al posto di Alessandro Severo sale al trono Massimino Trace | ||
- Gennaio |
236 | Fabiano succede a Papa Antero | |
244 | Diviene imperatore Filippo l'Arabo | ||
249 | Le cose cambiarono per la comunità cristiana. L'imperatore Filippo l’Arabo, che si dice battezzato da Papa Fabiano, venne ucciso nei pressi di Verona dagli eserciti del suo rivale Decio. L'imperatore Decio proclamò l'editto del libellus, in base al quale, ogni famiglia avrebbe dovuto proclamare solennemente e pubblicamente, attraverso un sacrificio, la sua devozione alle divinità pagane. Dopo questa operazione, ognuno avrebbe ricevuto il libello, un certificato che attestava la sua qualità di seguace degli antichi culti e quindi la sua appartenenza a Roma. | ||
20 Gennaio |
250 | Papa Fabiano viene messo a morte dall'imperatore Decio | |
6 Marzo |
251 | Venne eletto Papa Cornelio, la distanza temporale è causata dalle persecuzioni di Decio, e dall'indecisione nell'elezione, a causa delle correnti che si erano create tra gli indulgenti e i rigidi nei riguardi dei lapsi. | |
251 | Papa Cornelio accettò la proposta del concilio di Cartagine del 251 di riabbracciare nella comunione, dopo la giusta penitenza, coloro che si erano persi durante la persecuzione di Decio. | ||
252 | Morte dell'imperatore Decio, il suo successore Gaio Vibio Treboniano Gallo avrebbe iniziato una nuova persecuzione contro i cristiani: la ragione sarebbe stata l'accusa di essere portatori della pestilenza che colpì Roma nel 251/252 | ||
253 | Sale al trono Valeriano | ||
- Giugno |
253 | Morte di Papa Cornelio, incarcerato dall'imperatore, elezione di Papa Lucio I avvenuta il 25 Giugno. | |
12 Marzo |
254 | A Papa Lucio I succede Papa Stefano I, importante figura, si oppose nettamente al ribattesimo degli eretici. Stefano sostenne il principio che la Chiesa di Roma già adottava da tempo: l'efficacia del sacramento non dipendeva dallo stato di grazia di chi lo amministrava, ma dall'intenzione di compierlo in nome della Trinità. A proporre la dottrina opposta c'erano invece Novaziano e San Cipriano. | |
257 | L'imperatore Valeriano emanò un editto contro tutte le gerarchie ecclesiastiche imponendo nello stesso tempo al popolo di riconoscere le divinità pagane e di esercitare il culto cristiano solo in privato. | ||
30 Agosto |
257 | A Papa Stefano I succede Papa Sisto II | |
6 Agosto |
258 | Martirio di Papa Sisto II, l'elezione del suo successore tarderà a causa delle persecuzioni violente | |
22 Luglio |
259 | Eletto Papa Dionisio, solo una volta che le persecuzioni iniziarono a calmarsi. Alcuni mesi più tardi l'imperatore Gallieno pubblicò il suo editto di tolleranza che fece terminare la persecuzione e diede un assetto legale alla Chiesa | |
5 Gennaio |
269 | Felice I fu eletto al posto di Papa Dionisio | |
270 | Aureliano diviene imperatore | ||
4 Gennaio |
275 | Eutichiano fu eletto al posto di Felice I | |
275 | Morte di Aureliano la chiesa può godere di una lunga tregua dalle persecuzioni. Sale sul trono Tacito | ||
17 Dicembre |
283 | Caio fu eletto al posto di Papa Eutichiano | |
20 Novembre |
284 | Tetrarchia di quattro imperatori: augusti: Diocleziano per l'Oriente e Massimiano Erculio (cesare dal 285) per l'Occidente; cesari: Galerio per l'Oriente e Costanzo Cloro per l'Occidente, (dal 293). | |
30 Giugno |
296 | Marcellino fu eletto al posto di Papa Caio | |
302 | Cesare Galerio portò il movimento pagano allo scontro con la cristianità. Inizialmente i soldati cristiani dovettero lasciare l'esercito, in seguito le proprietà della chiesa vennero confiscate e i libri cristiani vennero distrutti. Dopo due incendi nel palazzo imperiale, anche Diocleziano prese misure drastiche contro i cristiani: essi dovettero scegliere tra abbandonare la loro religione o venire condannati a morte. | ||
24 Febbraio |
303 | Primo editto di Diocleziano contro i cristiani, fu decretato che le chiese fossero rase al suolo e le Sacre Scritture bruciate; mentre coloro che erano costituiti in dignità dovevano essere privati della libertà qualora avessero perseverato nella fede cristiana. Con un secondo editto si comandò che "tutti i capi delle chiese fossero, prima di tutto, messi in carcere e poi, con ogni mezzo, costretti a sacrificare". Un terzo editto dispose che "coloro i quali erano chiusi in carcere, fossero messi in libertà se avessero sacrificato; mentre quelli che rimanevano saldi dovevano essere torturati con infiniti tormenti" (Eusebio, VIII, 6, 10). Da quel momento la persecuzione imperversò nel resto dell'impero e durò fino al 305 | |
304 | La persecuzione, probabilmente, nel 304, colpì anche Papa Marcellino. La sede romana rimase vacante per circa quattro anni | ||
305 | Concilio di Elvira, importante perché dice di imporre una pena per chi manca 3 volte consecutive alla domenica. Brutto segno questo di una legge: vuol dire, che si stavano disaffezionando, altrimenti non ce ne sarebbe stato bisogno | ||
305 | Con l’abdicazione di Diocleziano prima e di Massimiano poi, la persecuzione andò scemando di intensità | ||
306 | Costantino successe al padre Costanzo Cloro come Cesare, richiamò a corte sua madre Elena e le diede il titolo di Augusta.Il che le permise di attingere liberamente al tesoro imperiale. Elena se ne servì per fare il bene. Nel suo viaggio in Oriente passò dappertutto, con regale sollecitudine e provvidenza, donò ai poveri vesti e denaro, liberò prigionieri o condannati alle miniere. | ||
307 | Con la proclamazione di Massenzio, in Italia ed in Africa cessò quasi del tutto la persecuzione | ||
27 Maggio |
308 | Marcello I fu eletto al posto di Papa Marcellino | |
18 Aprile |
309 | Eusebio fu eletto al posto di Papa Marcello I | |
311 | Editto di tolleranza nei confronti dei cristiani | ||
2 Luglio |
311 | Milziade fu eletto al posto di Papa Eusebio | |
312 | Costantino I sconfisse Massenzio a Ponte Milvio, divenne unico arbitro della parte occidentale dell'Impero -in Oriente era imperatore suo cognato Licinio | ||
- Febbraio |
313 | Gli imperatori Costantino e Licinio promulgarono l'Editto di Milano che pose fine alla grande persecuzione dei Cristiani, permise loro di vivere come tali e di ricostruire i loro luoghi di culto. I cristiani continuarono ad essere perseguitati solamente in quei paesi orientali che erano sotto Massimino Daia | |
313 | Si riunì nel Palazzo del Laterano, sotto la presidenza di Milziade, un sinodo di diciotto vescovi gallici ed italiani che, dopo aver discusso approfonditamente per tre giorni la controversia Donatista, decise in favore di Ceciliano, la cui elezione e consacrazione a vescovo di Cartagine fu dichiarata legittima e Donato fu condannato come eretico | ||
31 Gennaio |
314 | Silvestro I fu eletto al posto di Papa Milziade | |
318 | Contrasto tra Ario e Alessandro, Ario accusò il vescovo Alessandro di aver proferito espressioni erronee sulla filiazione del Verbo. Aveva detto che nella Trinità c’era un’unità, o monade. Ario riteneva che quella espressione fosse sabelliana. E proseguì: se il Padre ha generato il Figlio, questi dunque ha dovuto iniziare ad esistere; quindi c’è stato un momento in cui non esisteva. Un sinodo di vescovi di Egitto e Libia scomunicò Ario | ||
324 | Licinio Augusto, cognato di Costantino, che aveva ripreso a opprimere i cristiani, fu sconfitto e fu così restaurata la monarchia assoluta durata fino alla sua morte avvenuta nel 337. | ||
325 | Concilio di Nicea, nato a causa dell'eresia ariana, fu il primo concilio ecumenico, universale della Chiesa, abituata fino a quel momento solo ai sinodi. Il concilio si espresse contro l'arianesimo. | ||
14 Settembre |
326 | Elena ormai anziana, intraprese un pellegrinaggio in Palestina per visitare i luoghi santificati dalla vita terrena del Redentore e il 14 settembre 326 avrebbe miracolosamente scoperto la s. Croce | |
330 | Eretta Costantinopoli, la capitale d'oriente, da Costantino | ||
13 Gennaio |
336 | Marco succede a Papa Silvestro I | |
6 Febbraio |
337 | Giulio I succede a Papa Marco | |
337 | Muore Costantino, l'impero si divide nuovamente tra più sovrani | ||
17 Maggio |
352 | Liberio succede a Papa Giulio I | |
354 | Prima figura storicamente accertata di eremita cristiano è l'egiziano Antonio (+356 ca.), il patriarca del monachesimo, uomo di preghiera e lottatore contro il demonio, di cui s. Atanasio (+373) scrisse la Vita Antonii, definita da s. Gregorio Nazianzeno una "regola monastica sotto forma di racconto". | ||
1 Ottobre |
366 | Damaso I succede a Papa Liberio | |
375 | I Visigoti oltrepassano il Danubio e il limes dell'impero cede. | ||
375-378 | l'imperatore Graziano definì espressamente, con una legge di Stato, la suprema giurisdizione del vescovo di Roma. | ||
379 | Concilio di Antiochia, i 153 vescovi presenti furono concordi nel confermare l'unità della fede con Roma e coi vescovi occidentali, condannando sia l'arianesimo, sia l'eresia di Apollinare, vescovo di Laodicea. Apollinare, pur ritenendosi difensore del credo niceno, negava in Cristo la presenza di un'anima razionale umana e sosteneva che il Logos svolgeva le funzioni di guida e occupava il posto di essa | ||
27 Febbraio |
380 | L’imperatore Teodosio I, per consolidare la fede promulgò un primo editto, seguito nel gennaio 381, da un secondo con cui si obbligavano tutti i sudditi dell'impero a professare "la religione che l'Apostolo Pietro aveva un tempo assegnato ai Romani e che attualmente seguono il pontefice Damaso e Pietro vescovo di Alessandria". | |
- Maggio |
381 | Costantinopolitano I, fu una condanna dura e determinante dell’arianesimo che, dalla morte di Costantino, non aveva fatto che prosperare sotto la protezione della politica di Costanzo e ancor più di quella di Valente, colpì anche la nuova eresia: “macedonianismo” o dei “penutomachi”, che, pur concedendo la natura divina al Figlio, la negava allo Spirito Santo. Il canone 2 di questo concilio dà al vescovo di Costantinopoli il primato di onore dopo quello di Roma, infatti Costantinopoli è ora la seconda Roma, e in questo modo supera Alessandria. | |
382 | La Sinodo romana dichiarò che la santa romana Chiesa ha la precedenza su tutte le altre chiese non per mezzo di una decisione conciliare e neppure per mezzo di una legge imperiale, ma perché essa ha ricevuto il primato dalla parola del Signore Salvatore | ||
15 Dicembre |
384 | Siricio succede a Papa Damaso I | |
395 | I Vandali con Alarico passano in Grecia e nell'Illirico | ||
401 | I Vandali sono in Italia | ||
402 | Onorio, fratello di Teodosio, trasferì a Ravenna la capitale dell'impero di Occidente- a Roma si cominciò a sentire una situazione di vuoto di potere politico; abbandonata alle scorribande ostrogote | ||
410 | Roma fu saccheggiata da Alarico re dei Visigoti. Seguì un torbido periodo in cui gli ordinamenti ecclesiastici minacciavano di crollare sotto l'impeto delle forze barbariche; solo il vescovo di Roma fu in grado di dare speranza per un futuro della fede cristiana | ||
419 | I Vandali si stabiliscono in Spagna passando per la Gallia | ||
428 | Nestorio diventa patriarca di Costantinopoli, portatore di una dottrina che crea scandalo e porta alla convocazione del concilio di Efeso | ||
429 | I Vandali sono a Cartagine. L'anno dopo, mentre Ippona è assediata muore s. Agostino | ||
11 Agosto |
430 | Celestino I (423-432) convocò a Roma, per '11 agosto 430, un sinodo che condannò Nestorio, perché si riteneva separasse in Cristo le due nature, ora credendolo un semplice uomo, ora facendolo dimorare con Dio. Nestorio si rivolse allora all'imperatore Teodosio II perché convocasse un concilio ecumenico. Papa Celestino non si oppose, ma dichiarò di non ritrattare la condanna di Nestorio | |
19 Novembre |
430 | Teodosio II ordinò a tutti coloro che erano stati convocati di trovarsi ad Efeso il 7 giugno 431 (festa di pentecoste). | |
431 | Concilio di Efeso, I principali contendenti furono dunque due vescovi patriarchi: Nestorio di Costantinopoli (già monaco di Antiochia) e Cirillo di Alessandria e il problema in questione era la determinazione teologica e terminologica della maternità divina di Maria di Nazaret. | ||
22 Giugno |
431 | Benché non fossero ancora arrivati né i legati romani, né i vescovi orientali guidati da Giovanni di Antiochia, Cirillo di Alessandria diede inizio al concilio nella chiesa di Efeso dedicata a Maria Theotokos. La sua dottrina venne esaminata e il concilio si concluse già con la prima seduta del 22 giugno 431 con la condanna, pronunciata nei suoi confronti e sottoscritta subito da 197 vescovi, ai quali successivamente se aggiunsero altri. Poco dopo arrivarono Giovanni e il gruppo degli orientali: essi rifiutarono di essere in comunione con Cirillo | |
24 Giugno |
431 | Gli orientali di antioca, diedero vita a un altro concilio, presieduto da Giovanni e dove fu condannato e deposto Cirillo e il vescovo di Efeso, Memnone. | |
11 Luglio | 431 | Arrivarono i legati papali, Arcadio e Proietto vescovi e il presbitero Filippo, questi si unirono a Cirillo e ci fu una nuova seduta che approvò quanto già svolto e confermò la condanna e la deposizione di Nestorio. Poi il concilio, il 17 luglio, nella V sessione, scomunicò Giovanni e i suoi. | |
448 | Al sinodo endemico di Costantinopoli, del 448, il patriarca Flaviano condannò, come eretico, il monaco Eutiche di Costantinopoli, gli atti furono comunicati a papa Leone I. Eutiche si rivolse allora all'imperatore appoggiato dal successore di Cirillo, Dioscuro, ai legati papali fu impedito l'accesso e non vennero lette le lettere del Papa, il risultato fu scontato, Eutiche venne giudicato ortodosso. Il latrocinium efesinum, come lo chiama Leone I in una lettera all'imperatrice Pulcheria, venne rigettato da tutte le parti e nello stesso tempo si reclamò la convocazione di un nuovo concilio. | ||
451 | Concilio di Calcedonia, convocato prima a Nicea e successivamente trasferito a Calcedonia: Rigettò il latrocinium efesinum; depose Dioscuro, mentre Teodoreto e Iba vennero reintegrati nella carica. | ||
452 | Papa Leone I, riuscì a tenere lontano da Roma Attila, inducendolo a prendere la via del ritorno. Con quel gesto papa Leone si rivelò anche come difensore e salvatore di Roma e della civiltà occidentale. Non meno importante l’incontro di questo pontefice con Genserico, re dei Vandali. Così, grazie a papa Leone, cui la storia ha riconosciuto il titolo di Magno, il vescovo di Roma era uscito, dal periodo turbolento delle migrazioni dei popoli e dei brevi regni barbarici, rafforzato sia nel campo religioso sia in quello politico. Roma, sede di Pietro, era tornata ad essere la capitale del mondo. | ||
455 | I Vandali guidati da Genserico mettono Roma a sacco | ||
476 | Odoacre, generale sciro che proveniva dal Norico, si trovava in Italia come capo delle truppe mercenarie quando, depose Romolo Augustolo, ultimo imperatore dei romani; non volle però creare un nuovo imperatore e così riconobbe l’imperatore di Oriente, Zenone, limitandosi a governare come re dei barbari che erano in Italia. | ||
482 | Tentativo, da parte dell'imperatore Zenone (474-491), di azzerare questo concilio di Calcedonia, mediante un editto (Enotikon) che è una professione di fede, un editto di unione, dove venivano ripudiati Eutiche, Nestorio e il Concilio di Calcedonia, imponendo di tornare al simbolo di Nicea. Felice II condannò e depose il patriarca di Costantinopoli Acacio, consigliere dell'imperatore, ciò provocherà una scisma, lo scisma acaciano. | ||
484 | La Spagna è interamente conquistata dai Visigoti ariani | ||
489 | L'imperatore Zenone, per impedire l'insorgere dell'eresia nestoriana, chiuse la scuola teologica di Edessa. L'eresia proseguì invece in Persia dove si erano rifugiati molti nestoriani perseguitati nell'Impero romano, dando vita a una scuola teologica e a una chiesa nazionale persiana nestoriana. | ||
493 | Odoacre fu ucciso da Teodorico che divenne signore d’Italia, come re dei Goti, mentre riconosceva a Costantinopoli una supremazia di onore. Teodorico fu rispettoso della civiltà e delle istituzioni romane, ma inesorabilmente la cultura occidentale si andava barbarizzando e, dimentica del greco, non riusciva più a dialogare con gli orientali. | ||
494 | Gelasio I, nel 494, si trovò nella necessità di scrivere all'imperatore Anastasio I una lettera, al fine di distinguere i due poteri e di affermare la soggezione del principe al sacerdote in materia di fede e di costumi: | ||
496 | Clodoveo, con i suoi Franchi, dopo aver battuto gli Alemanni a Tolbiac si converte al cattolicesimo, ma il loro cattolicesimo era poco più di una vernice: erano rimasti infatti ancora profondamente pagani; la vera cristianizzazione avvenne nel secolo VII | ||
534 | Tramonta il regno dei Vandali i quali avevano portato quasi all'annientamento delle circa trecento chiese cattoliche. Inizia la riconquista di Giustiniano | ||
543 | Giustiniano, scrisse un Trattato contro gli errori di Origene, terminante con dieci anatemismi e lo pubblicò sotto forma di Editto, visto che andavano diffondendosi le dottrine origeniste della preesistenza della trasmigrazione delle anime e della riparazione finale. Questo Editto fu sottoscritto anche da Teodoro Aschida, il quale però si prese una rivincita sollevando presso Giustiniano un'altra questione: la condanna degli scritti di tre autori, legati a Nestorio (Teodoro di Mopsuestia, maestro di Nestorio; Teodoreto di Cirro, suo amico; Iba di Edessa). | ||
544 |
Giustiniano, nel 544, pubblicò un altro Editto, costituito da Tre anatemi contro i tre autori incriminati: onde il nome dato all'editto di Chefàlaia -Capitula in latino- nome che poi designò il contenuto degli anatemastismi stessi. Nell'editto dei Tre Capitoli si condannava: la persona e gli scritti di Teodoro di Mopsuestia; gli scritti di Teodoreto di Cirro in favore di Nestorio e contro Cirillo ed il Concilio di Efeso; le lettere di Iba di Edessa inviate a Mari, vescovo di Ardashir dopo il 433. Questa condanna, in Oriente fu accolta con esitazione, poiché non portava la pace sperata. In Occidente ci fu invece una violenta reazione perché la condanna sembrava andasse contro il Concilio di Calcedonia (451), cui gli occidentali erano molto attaccati. |
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545 | Decreto emesso da Giustiniano, in forza del quale il vescovo di Costantinopoli -primate d'Oriente- aveva il secondo posto, dopo quello del vescovo di Roma mentre aveva la precedenza su tutti gli altri vescovi. In seguito l'appellativo di ecumenico ebbe un'interpretazione ortodossa -significando il patriarca dell'Impero d'Oriente- anche se lesiva del prestigio del papa in oriente. | ||
11 Aprile |
548 | Papa Vigilio, dopo essere rimasto a lungo incerto di fronte a quella condanna, emise la propria sentenza che prese il nome di Iudicatum con il quale condannò Teodoro, gli scritti di Teodoreto e la lettera di Iba, ma allo stesso tempo manifestò la sua piena adesione al Concilio di Calcedonia. | |
550 | Papa Vigilio ritirò lo iudicatum. Lo iudicatum fu male accolto dai vescovi dell'occidente e quelli dell'Illirico, delle Gallie e dell'Africa giunsero a rompere la comunione con il papa fino a quando non avesse fatto penitenza. Di fronte all'opposizione suscitata dal suo Iudicatum Papa Vigilio lo ritirò | ||
553 | Tramonta il regno degli Ostrogoti. Nel 552 Narsete sconfigge Totila e l'anno successivo con la guerra greco-gotica assoggetta il resto dell'Italia a Giustiniano I, imperatore bizantino (527-565). La riscossa bizantina, riconquistando gran parte dei territori italiani e africani, aveva posto fine ad ogni tentativo di far prevalere l'arianesimo. Ma la riconquista dei territori italici durò lo spazio del regno di Giustiniano. | ||
5 Maggio |
553 | Concilio Costantinopolitano II, condannò Teodoro, Teodoreto e Iba | |
14 Maggio |
553 | Il papa inviò all'imperatore una sua dichiarazione , sui Tre Capitoli, firmata da 16 vescovi e che prese il nome di Constitutum Vigilii papae de tribus capitulis. Il Constitutum condannava gli errori di Teodoro e di Teodoreto, ma non le persone, per il principio canonico che non si condannava una persona morta nella comunione ecclesiastica; mentre per Iba accettava la giustificazione presentata al concilio di Calcedonia. Giustiniano considerò il Constitutum un voltafaccia del papa. Perciò non volle riconoscerlo e comunicò al concilio gli atti precedenti di Vigilio. | |
2 Giugno |
553 | Il concilio terminò disinteressandosi del papa, L'imperatore chiede che il nome di Vigilio fosse tolto dai dittici. E poiché non intendeva creare uno scisma, usò l'abile formula, dicendo che Vigilio stesso si era separato dalla comunione dei vescovi difendendo quanto i Tre Capitoli avevano condannato; mentre si manteneva l'unione con la Sede apostolica. I vescovi accettarono l'ordine dell'imperatore | |
8 Dicembre |
533 | Papa Vigilio approvò il concilio che divenne così ecumenico, le pressioni dell'imperatore sul papa alla fine ebbero la meglio.il 23 febbraio 554, a Costantinopoli, pubblicò un nuovo Constitutum in cui giustificava la condanna dei Tre Capitoli. | |
7 Giugno |
555 | Papa Vigilio lasciò Costantinopoli per tornare a Roma dopo 10 anni di assenza, ma morì durante il viaggio, a Siracusa. Le condizioni di Roma durante l'assenza del papato erano tristissime. Governava un certo Marea (+555), contrario, come tutti, alla condanna dei Tre Capitoli. | |
16 Aprile |
556 | Eletto Papa Pelagio, dopo aver combattuto la condanna, l'aveva egli pure accettata, riconciliandosi con l'imperatore. Ma a Roma questa scelta non fu gradita perché si accusava Pelagio di aver provocato la morte di Vigilio. La sua consacrazione ebbe luogo dopo dieci mesi e fu compiuta non dal vescovo di Ostia, ma da due vescovi, con l'assistenza di Andrea prete di Ostia, mentre il clero, i monaci e il popolo si tennero lontani dal nuovo papa. | |
568 | Per i Visigoti prese il potere Leovigildo, questi si ammalò, e invitato dalla moglie e dal figlio cattolici si mise a pregare, si convertì così al cattolicesimo. I Visigoti erano ariani | ||
568 | I Longobardi, venendo dalla Pannonia e guidati dal re Alboino, attraversano le Alpi e invadono la penisola. A differenza degli altri popoli invasori i Longobardi non avevano mai avuto contatti con il mondo romano e bizantino e conservavano pressoché intatta la loro barbarie | ||
574 | Gregorio (futuro Gregorio Magno) lascia gli abiti di lusso per prendere quelli del monaco | ||
574 | Nasce Maometto alla Mecca | ||
579 | Papa Pelagio II promosse Gregorio all'ordine del diaconato, la sua esperienza di monaco fu breve, e lo inviò a Costantinopoli, dove rimase fino al 586 | ||
586 | Recaredo successe a Leovigildo re dei Visigoti, lui e la moglie si convertirono al cattolicesimo e di qui seguì una conversione di massa dei Visigoti | ||
586 | Gregorio richiamato a Roma divenne segretario divenne consigliere e segretario di Papa Pelagio II. Vigendo la tregua tra l'esarcato e i Longobardi, vennero rinnovati i tentativi diretti a ricondurre all'unità e alla comunione i vescovi della Venezia e dell'Istria che ne erano separati per la questione dei Tre Capitoli. Gregorio probabilmente scrisse di sua mano la terza lettera | ||
587 | Giovanni il Digiunatore, patriarca di Costantinopoli negli atti di un concilio tenuto nel 587 a Costantinopoli, sotto la sua presidenza, si sottoscrisse con il titolo di patriarca ecumenico, tradotto in occidente come universale -in realtà significava solo patriarca dell'Impero- giudicato, pertanto, come "titolo nefando e arrogante" | ||
589 | Il concilio di Toledo sancì il passaggio al cattolicesimo dei Visigoti | ||
590 | Alle distruzioni dei Longobardi si aggiungevano piogge torrenziali prolungate che provocarono lo straripamento dei fiumi. Tra le città inondate vi fu anche Roma, su cui il Tevere riversò grandi masse di acqua che tra l'altro distrussero tutti i depositi del grano. All'inondazione seguì la peste bubbonica che fece moltissime vittime, tra cui anche il papa Pelagio II | ||
3 Settembre |
590 | Eletto nel febbraio e consacrato nel settembre 590, Gregorio si dedicò subito ai bisogni della città, colpita dalla peste e affamata. Inizialmente rifiutò l'elezione scrivendo anche una lettera all'imperatore per non accettare la sua elezione. | |
592 | L'imperatore Maurizio emanò una legge che proibiva ai curiali e agli uomini d'arme di farsi monaci e per i primi pure di entrare nel clero. S. Gregorio vi si oppose apertamente | ||
592 | Gregorio Magno respinse Ariulfo, duca di Spoleto, in una sua incursione a Roma | ||
593 | Gregorio Magno respinse Agilulfo, re dei longobardi che avanzò verso Roma e la strinse di assedio. Il papa, senza nessun aiuto da parte dell'esarca di Ravenna, allontanò allora il pericolo trattando con il re e dandogli un forte tributo (500 libbre d'oro). | ||
596 | Invio di Agostino, abate di Roma e di 40 compagni monaci, per la conquista alla fede dell'ultimo gruppo di popoli ancora pagani immigrati nelle antiche province occidentali dell'impero: gli anglosassoni | ||
597 | Ethelbert, che era bretvaldo (capo dei re) dell'eptarchia anglosassone, si fece battezzare | ||
598 |
Gregorio Magno Sicut ludaeis ita (598), secondo questo documento, gli ebrei dovevano in qualche modo essere protetti, i loro diritti tutelati, dietro a questa preoccupazione del papato per gli ebrei c'è l'idea che il popolo ebreo nonostante tutto è il testimone della rivelazione, tuttavia in una situazione di oggettiva subordinazione rispetto ai cristiani, non voleva dire questa idea di protezione rivalutare la loro religione, che era vista come una superstizione. La religione ebraica rimaneva per la chiesa una superstizione, dovevano rimanere in una posizione inferiore, nell'attesa della conversione finale. |
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603 | Alla morte violenta di Maurizio, i Persiani, guidati dal re sassanide Cosroe II, con il pretesto dell'uccisione dell'imperatore, invasero nel 603 le province orientali dell'impero, prendendo due direttive: verso l'Asia minore, giungendo nel 615 sino a Calcedonia; e verso Sud, occupando Edessa, Antiochia | ||
5 Ottobre |
610 | Prese il potere Eraclio, figlio dell'esarca d'Africa, che si era ribellato all'imperatore Foca, che era succeduto all'imperatore Maurizio ma non stava dando una svolta in questo momento difficile. | |
611 | Maometto si dichiarò l'inviato di Dio e sommo profeta mandato ad annunciare la vera religione. Insieme ai seguaci pensò di conquistare alla propria causa la Mecca, il centro religioso degli arabi, dove sorgeva il santuario della Caaba in cui si venerava la pietra nera insieme ad altri idoli. | ||
614 | I persiani entrano a Gerusalemme dove entrano in possesso della Santa Croce | ||
617 | i Persiani si volsero verso l'Egitto, conquistando Alessandria e costrinsero il patriarca a fuggire. | ||
619 | Il patriarca Sergio, basandosi sull'unione ipostatica, ritenne di dover ammettere una sola energia divino-umana, ritenendo che l'unità di energia non equivalesse all'unità di natura, dottrina monofisita che egli rigettava, bensì fosse la conseguenza dell'unità di persona nel Cristo. Lo stesso ragionamento fu applicato alla volontà di Cristo. Così affermò che in Cristo sussisteva un'unica volontà, quella divino-umana -monotelismo- conseguenza dell'unica persona. | ||
622 | Eraclio, imperatore d'Oriente, potè prendere l'offensiva, che ebbe il carattere di guerra religiosa per difendere il cristianesimo contro i Persiani pagani e riprendere la Santa Croce | ||
622 | L'ostilità dei sacerdoti della Mecca e dei ricchi commercianti, costrinse Maometto a fuggire a Medina, la prima città ad aderire al profeta | ||
623 | L'imperatore Eraclio aderì alla dottrina di Sergio e pubblicò un editto in cui proibì di parlare di due energie, lo stesso imperatore nominò Ciro di Fassi nella Lazia (Colchide), che era stato conquistato dalle idee di Sergio, patriarca di Alessandria, con la speranza di raggiungere, con il monoergismo, la pace religiosa | ||
626 | Persiani e Avari assediarono Costantinopoli | ||
629 | Maometto aveva assoggettato le tribù arabe alla nuova religione ed era giunto al limes Syriacus dell'impero | ||
629 | Eraclio passò al contrattacco portando la guerra nel cuore della Persia e costringendo gli avversari alla pace. Con la resa, Siria, Palestina e Egitto tornarono all'impero e fu restituita la Santa Croce a Gerusalemme dove, nel 630, con un gesto altamente simbolico, Eraclio si portò in solenne pellegrinaggio. | ||
630 | Raccolse dei seguaci con i quali poté ritornare vittorioso alla Mecca; impadronitosi della Caaba, distrusse gli idoli, eccetto la pietra nera e della Mecca fece la città santa, mentre Medina rimase il centro della sua attività di legislatore e di organizzatore. | ||
8 Giugno |
632 | Muore Maometto a Medina, senza lasciare eredi maschi. Gli successe il capo guerriero, Abu-Bakr designato dallo stesso profeta con l'appellativo di Califfo | |
633 |
Ciro celebrò un concilio in Alessandria dove fu emanato l'atto di unione della Chiesa d'Egitto con l'Impero, in nove capitoli di cui il settimo riconosceva e spiegava l'espressione "due nature", aggiungendo: "in questo unico e medesimo Figlio e Cristo ha operato sia quello che era divino che quello che era umano, mediante l'unica attività teandrica, così come insegna s. Dionigi". Sembrava che il monoergismo avesse avuto il potere di ristabilire l'ortodossia in Egitto e di procurare la pace religiosa all'Oriente. |
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634 | Subentra il califfo Omar | ||
634 | Il patriarca Sergio chiede l'approvazione di Roma alla dottrina delle due energie in una lettera in cui spiega la raggiunta unità. Onorio I aderì genericamente a Sergio senza condividere monofisismo e monoenergismo, e per evitare scandalo suggerì che si evitasse di parlare di una o due energie. La decisione di papa Onorio I sarà esplicitamente anatemizzata dal VI concilio ecumenico (Costantinopoli, 681, Concilio Trullano), dove "Onorio, l'ex vescovo della vecchia Roma" fu ritenuto colpevole di eresia. | ||
636 | Il califfo Omar con la battaglia di Cadesia, pose fine al regno persiano; quindi scacciò i Bizantini da Siria e Palestina. | ||
638 | Omar poté entrare nella Città santa e andare a pregare sul luogo del tempio di Salomone: era stato lo stesso patriarca Sofronio a consegnargli la città di cui per ben due anni ne aveva diretto la resistenza; lo fece dove aver prima assicurato la reliquia della croce che inviò a Costantinopoli. | ||
638 | Morte di Onorio I | ||
639 | Eraclio pubblicò la Ecthesis -documento composto da Sergio- in cui veniva lasciata da parte la dottrina meno preoccupante del monoergismo, mentre veniva affermata e imposta ai sudditi la dottrina più pericolosa del monotelismo (en télema), cioè della doppia natura e dell’unica volontà di Cristo. I vescovi orientali accettarono l'Ectesis quasi all'umanità | ||
640 | Eletto Giovanni IV successe a Onorio I | ||
641 | Un concilio romano condannò l'Echtesis come gravemente nociva. L'imperatore Eraclio, dopo la condanna papale, sfiduciato per la sua politica religiosa e sotto l'incubo dell'invasione araba, non cercò di difendere l'Ecthesis, ma piuttosto si scusò di averla promulgata, per istigazione del patriarca Sergio | ||
642 | Gli Arabi dilagarono in Egitto, dove favorirono i vescovi copti, che rappresentavano l'opposizione al governo imperiale. | ||
642 | Papa Teodoro I (642-649) -di origine orientale, succede a Giovanni IV | ||
- Luglio |
645 | Disputa pubblica tra Pirro e Massimo, alla presenza dell'esarca e di molti vescovi. E Massimo fece una brillante dimostrazione della dottrina ortodossa. Pirro si dichiarò vinto e pronto a condannare il sinodo di Costantinopoli che aveva approvata l'Ecthesis. Recatosi a Roma Pirro fece l'abiura della dottrina monotelita nella basilica di S. Pietro. | |
646 | Papa Teodoro I su richiesta dei vescovi dell'Africa, mandò allora un'ambasceria a Paolo, patriarca di Costantinopoli, con l'ordine di abiurare il monotelismo. Di fronte al diniego Teodoro depose Paolo il quale, ritenendo quell'intervento come un immischiarsi negli affari interni di altra Chiesa, si vendicò facendo distruggere la cappella del Palazzo di Placida, dove risiedevano gli apocrisari papali. | ||
648 | Costante II (641-68), nipote di Eraclio, divenne capo dell'impero, credette di ristabilire la pace con Roma ritirando l'Ecthesis, ma contemporaneamente, su consiglio di Paolo, patriarca di Costantinopoli, pubblicò nel 648 un nuovo editto dogmatico, chiamato Typos, che non prendeva alcuna posizione dottrinale, ma imponeva il silenzio sulla controversia minacciando severe pene a chi non avesse obbedito; il che fu altrettanto negativo per la pace. | ||
649 | Martino I successe a Teodoro I. Nello stesso 649 si preoccupò di riunire al Laterano un grande concilio (lo fece senza il consueto permesso del'imperatore Costante II; vi parteciparono 105 vescovi, in gran parte italiani e africani). Si tennero cinque sessioni, al termine delle quali fu emanato un simbolo di fede che ripeteva quello di Calcedonia, dichiarando che in Cristo c'erano due volontà naturali e due modi di operare e si colpirono di scomunica gli autori e i sostenitori della nuova eresia, cioè i patriarchi Sergio, Pirro e Paolo di Costantinopoli e Ciro di Alessandria. | ||
15 Giugno |
653 | Martino, arrestato dall'esarca Calliopa, fu trascinato a Costantinopoli, condannato per presunto alto tradimento ed esiliato a Cherson in Crimea, dove morì il 16 settembre 653. L'imperatore indignato contro il papa, anche perchè si era fatto consacrare senza la sua approvazione, fece ricorso alla forza. Sorte simile toccò ai seguaci della dottrina diotelita in Oriente. Fra questi l'abate Massimo, il più importante teologo del suo tempo | |
10 Agosto |
654 | A Martino I successe Eugenio I, il quale mandò a Costantinopoli, per la conferma imperiale, i suoi apocrisari. Questi tornarono a Roma con una nuova proposta del patriarca Pirro, il quale era tornato alla sua antica sede, una formula che attribuiva a Cristo una volontà come ipostasi e due volontà secondo le sue due nature. | |
668 | Costante II moriva assassinato a Siracusa, gli succedete suo figlio Costantino IV | ||
672 | Nasce San Bonifacio, a Crediodunum, nell'Inghilterra sud-occidentale, cresce fin da piccolo nelle abbazie di Exeter e di Nhutschelle.; il suo nome era Vinfrido | ||
673 | Costantinopoli fu in serio pericolo, la capitale fu salva grazie all'eroica difesa di Costantino IV che per l'occasione utilizzò contro le navi il fuoco marino o fuoco greco. | ||
678 | Costantino IV concluse la pace con gli Arabi e gli Avari | ||
7 Novembre |
680 | Concilio Costantinopolitano III. Il nuovo Concilio si aprì il 7 novembre 680 nel palazzo imperiale, nella sala a cupola (Trullos da cui Concilio Trullano), con 170 partecipanti. Si qualificò, sin da principio, come ecumenico (sesto della serie). Monoteliti e dioteliti si fronteggiarono. I delegati papali chiesero ragione sulla novità introdotta quaranta sei anni prima dai patriarchi di Costantinopoli, con l'accordo di Ciro d'Antiochia, sull'unica operazione e unica volontà di Cristo. Risposero i due patriarchi, Giorgio di Costantinopoli e Macario di Antiochia, asserendo che la dottrina non era nuova e che era stata anche asserita da papa Onorio. Il concilio condannò il monotelismo affermando due volontà in Cristo | |
685 | Giustiniano II successe a Costantino IV, entrambi grandi difensori del sesto concilio ecumenico | ||
692 | Costantino IV riunì un altro Concilio per aggiungere canoni disciplinari ai due precedenti che avevano trattato solo questioni di fede e, in quanto integratorio dei due concili, fu chiamato Quinsesto. Fu presa in esame solo la situazione greco-orientale e furono emanati 102 canoni, molti dei quali contrastavano con la prassi romana. Così il can. III, che condannava la regola occidentale della castità dei preti e diaconi e imponeva di rimanere nella vita coniugale iniziata prima dell'ordinazione. Il can. XXXVI, riferendosi al can. XXVIII di Calcedonia, rigettato però dai papi, riconosceva al patriarcato di Costantinopoli un grado pari a quello del papa e ne sanciva la preminenza su tutti gli altri patriarcati di Oriente. | ||
693 | Papa Sergio I si rifiutò di sottoscrivere quegli atti anzi li condannò come contrari alla legislazione romana. Giustiniano II pensò di usare la forza, ma in aiuto del papa accorsero le milizie civiche di Ravenna e delle terre vicine, per cui l'inviato imperiale dovette lasciare Roma. | ||
708 | A Papa Sergio I succedette Costantino | ||
710 | Costantino chiamato per trattare della questione. l’imperatore Giustiniano II lo fece venire a Costantinopoli, nel 710, per trattare la questione; così il papa dovette accettare una parte dei canoni. | ||
711 | Giustiniano II fu assassinato e il potere fu preso da Bardane, uno stratega armeno di nome Filippico | ||
711 | Gli arabi sconfissero i visigoti di Spagna, ai cristiani rimase così solo il nord-est della Spagna. Quindi i musulmani valicarono i Pirenei e scesero nell'Aquitania e in Provenza | ||
712 | Filippico, educato nel monotelismo, fece rigettare in un sinodo il VI concilio ecumenico | ||
713 | L'imperatore Anastio II succeduto a Filippico riconobbe di nuovo il VI concilio ecumenico | ||
713 | Editto di Rotari, Liutprando re dei Longobardi si qualifica come principe cristiano e cattolico | ||
716 | Bonifacio parte con alcuni suoi amici, il suo pensiero è rivolto soprattutto ai sassoni, alle popolazioni germaniche. In questi anni sono proprio le isole, prima l'Irlanda con san Colombano e poi l'Inghilterra, a cominciare da san Willibrord, a riversare sul continente straordinari gruppi di monaci che battezzarono l'Europa. | ||
717 | Leone III, l'imperatore-soldato detto l'Isaurico, o il Siro, sale al trono | ||
717 | Dopo il 717 quasi tutte le chiese nei territori conquistati furono trasformate in moschee e di fatto scomparvero tutti i vescovati, anche se a lungo i titoli continuarono ad essere dati a vescovi non residenti. | ||
717 | I Longobardi di Benevento occuparono il 'Castrum' di Cuma, intervenne papa Gregorio II che stimolò il duca di Napoli a riconquistarla e contribuì alla sua liberazione dando ai Longobardi una somma di denaro. | ||
718 | Leone III si era acquistato dei meriti nella vittoriosa difesa di Costantinopoli , contro gli attacchi pericolosi degli arabi (717-718), costringendo la loro flotta ad allontanarsi da Costantinopoli; una vittoria da associare a quella che Carlo Martello conseguì nel 731, fermando l’avanzata araba a Poitiers. | ||
15 Maggio |
719 | Bonifacio va a Roma e incontra papa Gregorio II, vuole che la sua missionarità si appoggi solidamente alla cattedra di Pietro. Gregorio II invia Bonifacio tra i pagani di Germania. Da questo momento Winfrido prende il nome di un martire romano: Bonifacio. | |
722 | Dopo esser stato fino all'anno prima ad evangelizzare i Frisoni, ora Bonifacio passa all'Assia. Comincia a fondare un primo monastero ad Amöneburg, sempre cercando l'appoggio del re franco, Carlo Martello. Del resto era tipico dei monaci cercare innanzitutto la conversione dei re, che nella tradizione di quelle tribù era un evento decisivo. | ||
22 Novembre |
722 | Bonifacio stende la sua prima relazione per il Papa, il quale lo chiama di nuovo a Roma e lo consacra vescovo. Bonifacio adesso è ufficialmente legato del Papa. Il Papa a sua volta gli affida di nuovo una quantità di lettere: per principi, per vescovi e soprattutto per Carlo Martello, invitato dal successore di Pietro ad aiutare l'opera del monaco anglico in terra germanica. | |
723 | Bonifacio sfiderà le tribù germaniche abbattendo nel 723, a Gheismar, la quercia sacra al dio Thor e costruendo, con quel legno, una cappella dedicata a san Pietro | ||
724 | Col 724 si può considerare conclusa la vera e propria evangelizzazione dei pagani ad opera Bonifacio; dopo di che egli si dedicò a purificare e rinvigorire la vita cristiana, servendosi di sinodi provinciali come strumento di riforma. | ||
726 | Leone III, dopo aver invano chiesto l’assenso del patriarca Germano emanò un editto con cui si disponeva l'allontanamento , o il coprimento delle immagini sacre | ||
728 | L'intervento papale per la restituzione di Sutri, al confine settentrionale del ducato romano. Gregorio II dovette ricorrere ai donativi per convincere Liutprando ad abbandonare Sutri: il re cedette "fecendone donazione e restituendo ai beatissimi apostoli Pietro e Paolo", come si legge nel Liber Pontificalis. | ||
730 | La reazione di Gregorio II all'editto di Leone III fu violenta: pose infatti Roma fuori dell'autorità imperiale e dichiarò di non riconoscere più Leone III come imperatore; non giunse però a nominare un altro imperatore, per non attirare l'esercito bizantino a Roma | ||
- Febbraio |
731 | Elezione di Gregorio III che succede a Gregorio II | |
731 | Carlo Martello ferma l'avanzata araba a Poitiers, le forze occidentali riuscirono a tener lontana dalla Gallia l'ondata degli infedeli | ||
732 | Gregorio II consacra arcivescovo Bonifacio, conferendogli il potere di consacrare vescovi sulla riva destra del Reno. | ||
733 |
L'imperatore bizantino constatando che la sovranità bizantina su Roma era di pura forma e l'ltalia del Sud seguiva Roma, nel 732/733 staccò i Balcani e l'ltalia del Sud dalla giurisdizione ecclesiale romana per annetterli alla giurisdizione costantinopolitana. Nello stesso tempo staccò l'Isauria dalla giurisdizione di Antiochia, per annetterla ancora alla giurisdizione della capitale. Così le frontiere dell'Impero e quelle del patriarcato di Costantinopoli venivano a coincidere. Rafforzando la coesione dell'Impero e allontanando tutti coloro che contestavano la sua politica, a cominciare dal patriarca Germano, costretto a dimettersi e sostituito nella sede costantinopolitana con Anastasio, un iconoclasta, gettava così le premesse per creare una specie di Chiesa nazionale. |
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739 | I rapporti del papa col re longobardo si fecero tesi nel 739, quando i Romani accolsero Trasmondo II, duca di Spoleto, ribelle a Liutprando. Le truppe del re allora invasero lo Stato romano e occuparono quattro città del confine settentrionale: Amelia, Orte, Bomarzo e Blera, giungendo vicino a Roma. Papa Gregorio III, incapace di resistere a questa pressione militare, insieme al Senato romano si rivolse allora a Carlo Martello, maggiordomo della corte e vero capo del regno dei Franchi. Carlo Martello, maggiordomo di Childerico, non accettò l'invito di Gregorio III, poichè riteneva i Longobardi un valido alleato nella lotta contro i Saraceni. | ||
18 Giugno |
740 | Muore Leone III | |
741 | Costantino V successe a Leone III | ||
741 | Muore Carlo Martello, gli succedettero i due figli Carlomanno e Pipino II: il primo per l'Austrasia (la regione orientale della Gallia, con al centro Aquisgrana), l'altro per la Neustria (la regione occidentale). | ||
743 | Concilio Franco-Orientale. Fino a quel tempo infatti la chiesa franca era completamente libera da Roma, ossia del tutto staccata dalla cattolicità ed in pessime condizioni morali. Bonifacio, quale primo passo, fece prestare un giuramento di fedeltà al papa da parte dei vescovi di questa provincia riuniti in questo concilio | ||
745 | Bonifacio indisse il primo Sinodo di tutta la Chiesa franca | ||
747 | Carlomanno abdicò nel 747 per farsi chierico e monaco in Italia. Suo fratello, Pipino il breve, per evitare la concorrenza dei figli di Carlomanno, ormai maggiorenni, riunì allora nella propria mano tutto il potere nella terra dei Franchi e quindi si rivolse al papa chiedendogli "se colui che possedeva il potere del re non dovesse anche essere re". Con ciò riconosceva al papa un'autorità obbligante sul piano politico-statale. | ||
751 | Papa Zaccaria acconsentì all'elevazione del maggiordomo franco a re. A seguito dell'avallo papale, in un'adunanza dei grandi del regno, tenutasi a Soisson, Pipino si fece acclamare re, al posto di Childerico, ultimo Merovingio che fu internato in un monastero; quindi Pipino ricevette, forse dallo stesso s. Bonifacio, l'unzione regia. | ||
751 | Astolfo re dei Longobardi, aveva posto fine nel 751 all'Esarcato di Ravenna e alla Pentapoli e ora stava per conquistare anche il Ducato romano. Suo intento era quello di riunire, sotto il proprio scettro, tutta l’Italia. Il ducato, con le sole sue forze non avrebbe potuto resistere ai Longobardi e, d'altra parte, poiché da Costantino V, imperatore d'Oriente, non giungeva nessun aiuto, papa Stefano II decise allora di rivolgersi a quel sovrano che doveva, in gran parte, al papato la sua corona | ||
752 | A Papa Zaccaria succede Papa Stefano II | ||
753 | In seguito ad un ordine imperiale, vennero organizzate delle riunioni in numerose città per dibattere la questione iconoclasta. L'imperatore si rese conto che l'iconoclasmo era ben radicato e che gli iconoclasti avevano gli occhi volti verso di lui; perché divenisse dottrina ufficiale occorreva tuttavia un concilio che condannasse il culto delle icone. | ||
753 | Papa Stefano II si mise in viaggio verso la Francia, passando per Pavia (fine di ottobre), fece un ulteriore tentativo presso il sovrano longobardo "perché rilasciasse le pecorelle del Signore che aveva rapite e restituisse a ognuno il suo". Ricevuto un diniego, proseguì per la corte dei Franchi. | ||
- Febbraio |
754 | Costantino convocò un sinodo che ebbe luogo a Hieria, località presso Calcedonia. Né Roma né gli altri patriarcati d'Oriente parteciparono. Per Costantino l’unica vera icona di Cristo era l’Eucarestia perché, illustrando la natura umana del Cristo si cade nel nestorianesimo, che separa le due nature, o nel monofisismo che le confonde. Il sinodo anatematizzò poi il patriarca Germano e Giovanni Damasceno | |
14 Aprile |
754 | Pipino convocò a Kierzy la grande assemblea del regno e il 14 aprile 754 fu decisa la guerra riuscendo a persuadere i proceres ad accogliere la richiesta del papa e, per iscritto, promise non solo di difendere la Chiesa di Roma e i suoi diritti, ma anche la 'restituzione' (reddere) dei territori imperiali occupati dai Longobardi, in particolare l'Esarcato di Ravenna. | |
6 Gennaio |
754 | Giunto a Ponthion, nella Champagne si presentò in veste di penitente, ma fu ricevuto da Pipino con tutti gli onori, prestandogli il servizio di palafreniere (servitium stratonis), servizio che, nel cerimoniale bizantino di corte, poteva essere prestato solo all'imperatore. Stefano II chiese a Pipino che, per i meriti del Principe degli Apostoli, lo salvasse dalle mani dei Longobardi. | |
28 Luglio |
754 | Fu suggellata l'alleanza tra la Chiesa e i Franchi, nell'abbazia reale di Saint-Denis, il papa consacrò di nuovo Pipino (a consacrarlo in precedenza era stato Bonifacio, vescovo missionario), questa volta con la sposa e i suoi figli Carlomanno e Carlo -futuro Carlo Magno- e gli conferì il titolo di Patricius Romanorum, titolo che, prima di allora, l'imperatore bizantino aveva conferito all'esarca di Ravenna e al duca di Roma (ma era stato anche dato ad alcuni generali e principi germanici). | |
5 Giugno |
755 | Una gran folla di uomini, convertiti da Bonifacio, raccolta vicino a Dokkum, si prepara a ricevere il sacramento della cresima. Ma improvvisamente piomba su di loro un'orda di banditi. Bonifacio fa appena in tempo a incoraggiare i suoi che viene raggiunto da un colpo di spada. I suoi 52 compagni vengono massacrati come lui. Ha indissolubilmente ancorato alla guida di Pietro le Chiese d'Europa | |
756 | Durante la sua seconda discesa dei Franchi in Italia, giunse a Roma una missione bizantina, con a capo il silenziario Giovanni, allo scopo di chiedere a Pipino la restituzione all'impero dei territori invasi dai Longobardi. La risposta di Pipino fu che egli era entrato in guerra "per amore di s. Pietro e a penitenza dei suoi peccati" e non si sarebbe lasciato corrompere dai donativi che l'inviato bizantino prometteva.Sconfitto Astolfo definitivamente, Pipino consegnò alla Sede Apostolica i territori conquistati "iure proelii", cioè l'Esarcato e la Pentapoli | ||
756 | Re Astolfo morì. Come suo successore era stato designato Rachis, uscito dal suo monastero, ma poi gli fu preferito Desiderio, duca di Tuscia, che aveva l'appoggio del papa perché aveva promesso di restituirgli le terre conquistate da Liutprando. Desiderio riuscì ad avere il regno, ma restituì solo Faenza e Ferrara. | ||
757 | A papa Stefano II succedeva suo fratello, il diacono romano Paolo I | ||
757 | Utilizzando la leggenda di san Silvestro, venne compilato il cosiddetto Constitutum, o Donatio Constantini : un decreto imperiale a favore di papa Silvestro I (314-337) e dei suoi successori, "sino alla fine di questo tempo terreno", documento di certo maturato nel tempo in cui lo Stato pontificio si veniva formando. Stando al contenuto, il documento -una delle falsificazioni medievali che ebbero le maggiori conseguenze- l'imperatore Costantino, in segno di riconoscenza per il (supposto) conferimento del battesimo e per la guarigione dalla lebbra, avrebbe concesso a papa Silvestro I e ai suoi successori dignità e insegne imperiali, dandogli il palazzo Lateranense e il dominio su Roma e su tutte "le provincie, i territori e le città dell'Italia e delle regioni d'Occidente". La Sede di Pietro veniva così innalzata al di sopra del trono imperiale, mentre ecclesiasticamente aveva il principato sui quattro patriarcati di Antiochia, Alessandria, Costantinopoli e Gerusalemme. Da qui la decisione di Costantino di trasferire la sua residenza a Bisanzio, non essendo giusto che un imperatore secolare regnasse là dove l'imperatore celeste aveva posto il dominio dei sacerdoti e il capo supremo della religione cristiana. | ||
767 | I patriarchi d'Oriente, Teodoro di Gerusalemme, Teodoro d'Antiochia e Cosma di Alessandria si rifiutarono di accettare le decisioni di Hieria. Nel 767 inviarono a Roma un memorandum a favore delle immagini e chiesero al papa di prendere l'iniziativa. | ||
1 Agosto |
768 | Morto Paolo I (28 giugno 767), lo stesso Desiderio, favorì il primicerio Cristoforo, contro l'intruso Costantino II, un laico la cui nomina era stata imposta da suo fratello, il duca Toto di Nepi; quindi appoggiò l'elezione del siracusano Stefano III | |
24 Settembre |
768 | Pipino era morto il 24 settembre 768, lasciando il regno diviso tra Carlo (futuro magno) e il fratello Carlomanno | |
- Aprile |
769 | Papa Stefano III convocò un sinodo al Laterano, al quale parteciparono più di 50 vescovi d'ltalia, dello Stato franco e d'Oriente. Il sinodo anatematizzò quello di Hieria e affermò la propria adesione all'idea della rappresentazione del sacro. La politica imperiale ricevette un serio avvertimento e le decisioni di Hieria non vennero considerate come riflettenti l'opinione di tutta la cristianità. Processò l’antipapa Costantino II; dichiarò invalide le ordinazioni da lui compiute e i sacramenti da lui amministrati, fatta eccezione del battesimo; emanò quindi un decreto sull'elezione dei papi: l'eletto doveva essere diacono o prete -ne rimanevano così esclusi i laici e coloro che già avevano avuto l'ordinazione episcopale- e l'elezione doveva essere compiuta dal clero romano, per acclamazione. | |
770 | Desiderio diede in sposa a Carlo sua figlia (la Ermengarda del Manzoni; per altri Desiderata: il suo vero nome ci è però ignoto), ma dopo un anno Carlo la ripudiò. | ||
771 | Carlomanno morì Carlo Magno divenne sovrano assoluto. | ||
- Febbraio |
772 | Morì Stefano III e gli successe Adriano I (772-795), contrario al partito filolongobardo di Roma e all'influenza di Paolo Afiarta. | |
773 | Carlo interviene militarmente contro i Longobardi, la discesa in Italia non trovò ostacoli se non a Pavia che fu cinta d'assedio. | ||
774 | Carlo scese a Roma, vi celebrò la pasqua e si accordò sui territori italiani. Egli confermò la donazione di Kiersy del 756 e ne rilasciò una nuova: questa allargava ancora i confini del dominio papale che ora si estendevano alla parte dell'Esarcato, che Desiderio aveva promessa e ai possessi che la Chiesa aveva, da Luni alla Corsica, specie nei ducati di Spoleto e Benevento. | ||
Giugno | 774 | Carlo Magno conquistò Pavia, capitale dei Longobardi, fece prigioniero Desiderio e, dopo aver annesso al regno il territorio longobardo, egli stesso assunse il titolo di rex Longobardorum, che unì a quello di rex Francorum e di patricius Romanorum. Quindi Carlomagno proseguì per la Gallia e nello stesso anno iniziò la guerra contro i Sassoni. | |
775 | Muore l'imperatore Costantino V e il regno tollerante del figlio e successore Leone IV Casaro (775-780), segnano una svolta nella storia del conflitto iconoclasta | ||
780 | Leone IV, lasciò il trono al figlio minore Costantino VI e gli affari dello Stato passarono nelle mani dell'imperatrice Irene, iconodula dichiarata. Irene non voleva provocare l'onnipotente partito iconoclasta, per cui avanzò a piccoli passi. In un primo tempo difese la libertà assoluta in materia di immagini, cosa che permise il ritorno degli iconofili esiliati. Poi procedette a dei cambiamenti discreti, sostituendo le personalità amministrative appartenenti al partito iconoclasta, con degli iconofili. | ||
781 | Carlo venne a Roma fece coronare i figli -Pipino come re d'Italia e Ludovico come re d'Aquitania- e si accordò con papa Adriano il quale rinunciò a Terracina e, in cambio, ottenne la Sabina. | ||
784 | L'imperatrice Irene fece nominare patriarca di Costantinopoli l'iconofilo Tarasio. Questi, nella sua lettera di intronizzazione, sconfessa le decisioni di Hieria e chiede l'invio di rappresentanti per riunire un concilio ecumenico. Nello stesso tempo, I'imperatrice Irene indirizza una lettera al papa Adriano I (772-795), chiedendogli di partecipare al prossimo concilio. | ||
786 | Il concilio si riunì nel 786, sotto la presidenza del patriarca Tarasio, nella chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli, quasi tutti i vescovi presenti erano iconoclasti. Conoscendo l'atteggiamento imperiale a favore delle immagini, questi vescovi, aiutati anche dal partito iconoclasta, informarono la guardia imperiale dominata, come tutto l'esercito, dallo spirito iconoclasta. Appena il sinodo fu iniziato, i soldati penetrarono nella chiesa e dispersero i partecipanti. Tutto era da rifare. | ||
787 | Carlo, venuto per la terza volta a Roma, cedette al papa parte della Tuscia longobarda (da Viterbo-Orvieto a Grosseto-Piombino), insieme a Città di Castello e a Roselle (poi Grosseto) e Populonia (Piombino) del Ducato toscano, in tutto undici città. Da allora non si parlò più dei diritti dell'impero di Oriente su quello che ormai era divenuto Stato Pontificio | ||
- Settembre |
787 | Concilio di Nicea II. Irene sciolse l'esercito iconoclasta. Tuttavia, non sentendosi sicura, trasferì il concilio a Nicea. I lavori ripresero, sotto la presidenza di Tarasio. Fu letto e rifiutato l'Horos, o definizione dogmatica, dell'assemblea eretica di Hieria e fu lanciato l'anatema contro i suoi autori. | |
791 | I decreti del concilio di Nicea furono però approvati da papa Adriano I solo nel 791, ragione non ultima l'ostilità verso quel concilio da parte dei Franchi e per rivalità politica e per una diversa teologia sulle immagini. Mentre presso la corte Franca, ostile alla chiesa bizantina, maturò anche una confutazione chiamata Capitulare de immaginibus, nota sotto il nome di Libri Carolini | ||
- Giugno |
794 | Un concilio di vescovi dei regni franco e longobardo, convocato da Carlo Magno a Francoforte, condannò quel concilio ecumenico, in particolare quel che riguarda la relazione tra icona e persona rappresentata, quasi avesse prescritto l'adorazione delle immagini. Papa Adriano rimase tuttavia saldo nell'accettazione di Nicea, ma il sinodo di Francoforte costituì un serio avvertimento per il papato riguardo alle sue relazioni privilegiate con lo Stato franco. | |
26 Dicembre |
795 | Morì Papa Adriano I e lo stesso giorno fu eletto a succedergli il presbitero Leone. Divenuto papa col nome di Leone III, si premurò di inviare a Carlo copia dell'atto della sua elezione (decretalis cartula), colle chiavi della confessione di S. Pietro e lo stendardo di Roma, simbolo del protettorato del re sulla città. | |
799 | Papa Leone III dopo aver ricevuto accuse per la sua condotta precedente, venne persino a maltrattato durante la processione di s. Marco, per cui il papa andò prima a Spoleto, con il duca poi si recò da Carlo con il quale si incontrò a Paderbon in Sassonia. Carlo rimandò a novembre il papa a Roma con una scorta di vescovi e di conti. I ribelli intanto, dopo aver saccheggiato i possessi della Chiesa (domus cultae), presentarono una formale accusa contro il papa. I messi di Carlo non vollero pronunciarsi, ma rimisero il tutto al sovrano che consideravano superiore e giudice dello stesso papa. Si era così passati dall'idea di 'difensore della Chiesa romana' ad una 'protezione' che poneva il papa in condizioni di inferiorità. | ||
24 Novembre |
800 | Giunge a Roma Carlo Magno, Stando al Liber pontificalis i dignitari ecclesiastici fecero presente a Carlomagno che non si poteva fare un processo al papa poiché "prima sedes a nemine iudicatur"; ciò nonostante, Carlomagno, il 1° dicembre, riunì un concilio in S. Pietro, cui partecipò il clero di Roma, il senato e anche i signori del suo seguito. Nella seconda sessione (23 dicembre) papa Leone III, fu costretto, forse su consiglio di Carlo, a compiere un gesto, in sé umiliante, il "sacramentum purgationis", giurando sui vangeli che era innocente da quei crimini che gli imputavano | |
25 Dicembre |
800 | Incoronazione di Carlo Magno. Al termine il popolo, confermando l'operato, acclamò Carlo per tre volte Augustus e Imperator e il papa, seguendo il cerimoniale bizantino, gli tributò, inginocchiato, l'adoratio, come si faceva per gli antichi principi. Da questo momento Carlo non era più patrizio dei Romani: era l'Imperatore, l'Augusto. | |
800 | Riprese la lotta iconoclasta, colpa degli ultraortodossi di Costantinopoli che si raccoglievano attorno a Teodoro, igumeno del monastero di Stoudios, i quali accusarono Irene di una politica troppo indulgente nei confronti degli iconoclasti. | ||
804 | Conquista dei Sassoni da parte di Carlo Magno, ultimo popolazione germanica rimasta pagana. | ||
809 | Il sinodo tenuto a Costantinopoli nell'809 sotto l'imperatore Nicetoro I, condannò gli ultraortodossi e l'imperatore mandò in esilio gli studiti. | ||
Novembre | 809 | Concilio di Aquisgrana fu trattata la questione del filioque, un'aggiunta nel Simbolo del concilio di Toledo (589), che tuttavia esprimeva una dottrina professata sia in Oriente che in Occidente, passata in uso in Occidente, ma non a Roma. Ad un preciso quesito del sinodo di Aquisgrana, papa Leone III dichiarò che la dottrina espressa nel Filioque era ortodossa, ma non volle inserirla nel testo del Simbolo, come richiedevano i legati franchi, per non alterare l'antica e veneranda formula di fede. | |
812 | L’imperatore Michele I riconobbe ufficialmente Carlo come imperatore dell'Imperium occidentale e gli inviò ambasciatori ad Aquigrana | ||
11 Settembre |
813 | Lodovico incoronato da Carlo Magno | |
813 | Leone V abile generale sotto gli imperatori Nicetoro I e Michele I, constatato che lo stato dell'esercito con gli iconofili volgeva al peggio aderì agli iconoclasti. Salì sul trono grazie a una rivolta militare e depose Michele I, il patriarca Niceforo fu costretto a dare le dimissioni. Leone V proibì le icone nei punti accessibili delle chiese, perché la gente prestava loro una vera adorazione. | ||
28 Gennaio |
814 | Carlo morì ad Aquisgrana, dove, esumato nel 1165 da Federico Barbarossa, è venerato con culto locale. | |
814 | Leone V difese con successo Costantinopoli da una invasione bulgara; nello stesso anno promuovette anche un concilio in cui depose il Patriarca di Costantinopoli in carica: Niceforo I, sostituendolo con uno maggiormente favorevole a lui e alle sue idee iconoclaste. | ||
815 | Leone V convocò un concilio nella chiesa di Santa Sofia e questo concilio, dopo aver annullato le decisioni di Nicea, rimise in vigore quelle del sinodo di Hieria. | ||
816 | Morì Leone III. Gli successe il diacono Stefano IV (816-817) il quale si recò presso Lodovico per incoronarlo imperatore, a Reims, insieme alla moglie Ermengarda. Lodovico era già stato incoronato da Carlo, ad Aquisgrana, l'11 settembre 813 (incoronazione di carattere dinastico e politico); questa nuova incoronazione (di carattere religioso) stava quindi a significare che il titolo imperiale veniva solo dal papa. | ||
817 | Stefano IV morì e gli successe Pasquale I (817-824) il quale, dopo aver inviato all'imperatore notizia della sua elezione, chiese ufficialmente di rinnovare il patto tra il papato e la casa carolingia. | ||
817 | In una grande assemblea ad Aquisgrana, Lodovico fissò la costituzione dell'Impero (ordinatio imperii) che rimase diviso fra i tre figli, assegnando la dignità imperiale a Lotario, mentre a Pipino fu data l'Aquitania e a Ludovico la Baviera. Lotario, nominato, nell'822, re di Roma e venuto a Roma, nell'823, per farsi incoronare re, l'anno successivo si fece riconoscere (constitutum Lotarii) il controllo sulla elezione del papa, disponendo che il papa non potesse essere consacrato senza l'approvazione (me consentiente) dell'imperatore e la presenza dei suoi legati. | ||
817 | Gli arabi sbarcarono in Sicilia, da qui facevano continue scorrerie sulle coste della penisola | ||
820 | Michele il Balbo successe sul trono dopo aver ucciso Leone V, dapprima volle rimanere imparziale: annullò le decisioni del sinodo di Hieria, del sinodo dell'815, ma anche del concilio di Nicea e proibì qualsiasi discussione a proposito delle icone, più tardi favorirà gli iconoclasti | ||
829 | A Michele il Balbo succedette il figlio Teofilo (829- 842), che addirittura perseguitò gli iconofili e fece chiudere gli studi di pittura delle icone. Ma l'iconoclasmo aveva perduto qualsiasi seguito tra il popolo. | ||
840 | Morto il vecchio Lodovico , per porre fine ai contrasti dinastici, fu necessaria una nuova intesa tra i fratelli: si ebbe così il patto di Verdun (843) nel quale, diviso l'impero carolingio in tre parti, si definiscono nei limiti geografici altrettante nazionalità: tedesca, francese e italiana. A Carlo -subentrato al fratello Pipino- fu riconoscita la Francia e la Marca spagnola, a Lodovico la Germania e a Lotario, che aveva il titolo imperiale, l'Italia e la Lotaringia (territori della Provenza): l'imperatore aveva così Roma e Aquisgrana | ||
843 | Michele III (842-867), ereditò il trono all'età di appena tre anni, la madre dell'imperatore, Teodora, divenuta reggente, fece restaurare le immagini e favorì l'elezione di s. Metodio, un iconofilo come patriarca il quale, l'11 marzo 843, indisse un sinodo che condannò l'iconoclasmo; mentre la reggente, con un decreto, ripristinò definitivamente l'Ortodossia. | ||
846 | Dopo la sconfitta di Poitiers, i maomettani, chiamati dagli occidentali saraceni, dal greco sarakenòi (abitante dell'Arabia felice) continuarono a lungo ad essere un pericolo per l'Occidente: con la loro flotta dominavano il Mediterraneo, costantemente minacciando le coste dove compivano spedizioni piratesche finché, nell'846, giunsero a saccheggiare le basiliche di S. Pietro e di s. Paolo fuori le mura. | ||
847 | La sede Patriarcale di Bisanzio era stata occupata da Ignazio, figlio dell'imperatore Michele II il Balbo | ||
849 | Papa Leone IV raccolse alcune città della Campania in una lega che sconfisse gli Arabi nella battaglia navale di Ostia | ||
852 | Papa Leone IV fece costruire le mura a protezione della Basilica vaticana. L'opera, che terminò nel 852, dopo sei anni di lavoro, in onore del papa fu chiamata civitas Leonina. | ||
855 | Morto Lotario gli successe Ludovico II, che si preoccupò del problema dell'Italia meridionale, cercando di sottrarre agli Arabi i loro punti di appoggio (Bari, Taranto), ma finì prigioniero, anche se temporaneamente, del suo vassallo, il duca di Benevento. Tanto basso era il prestigio imperiale. | ||
858 | Il patriarca Ignazio, per aver rifiutato la comunione a Cesare Barda, zio dell'imperatore Michele III l'ubriaco (842-867) e sul quale il Barda esercitava una forte influenza, fu costretto ad abdicare e al suo posto fu nominato Fozio, un laico che, nel giro di cinque giorni, ricevette tutti gli ordini sacri, compresa la consacrazione episcopale, conferitagli da Gregorio Asbesta, vescovo di Sircacusa il quale però era stato scomunicato da Ignazio. | ||
858 | Niccolò I succedette a Benedetto III | ||
859 |
Gli avversari di Fozio, guidati da Metrofane, arcivescovo di Smirne, costituirono un movimento a favore di Ignazio e con risvolti politici: quindi, riuniti nella chiesa di S. Irene, dichiararono Fozio usurpatore del patriarcato, deposto e scomunicato. A loro volta i foziani lanciarono la scomunica e la deposizione contro i seguaci di Ignazio. La chiesa bizantina si trovò così divisa. Nel frattempo l'imperatore Michele aveva invitato al papa a mandare legati per un concilio, al fine di dare un giudizio definitivo sul problema delle immagini. E Fozio, da parte sua, aveva partecipato allo stesso papa la notizia della sua nomina. A papa Niccolò I non era sfuggita però la situazione anomala che si era venuta a creare sulla cattedra di Costantinopoli e per un esame della situazione mandò due legati, sollecitando allo stesso tempo la restituzione dei diritti e dei possedimenti che Leone III l'Isaurico aveva confiscati alla Chiesa di Roma. I legati papali però, oltrepassando le loro facoltà e pronunciando la sentenza che il papa si era riservata a sé, confermarono la deposizione di Ignazio. Questi tuttavia dichiarò invalida la sua abdicazione e rifiutò di riconoscere i legati quali suoi giudici; quindi i suoi fautori si inviarono un dettagliato rapporto a Roma. |
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862 | Il principe moravo Ratislaw, volendosi rendere indipendente dall'Impero dei Franchi sia politicamente, sia religiosamente, nell'862 fece richiesta di missionari che fossero in grado di spiegare il Vangelo nella lingua del popolo a papa Nicolò I (che però declinò l'invito) e all'imperatore bizantino Michele III il quale, nell'863, inviò i fratelli Cirillo e Metodio. I due fratelli ricorsero però a Roma per sottoporre al giudizio del papa la dottrina, i riti liturgici e i metodi missionari. | ||
863 | Niccolò I nel sinodo romano, appositamente convocato nell'863, decretò che i legati erano destituiti dal loro ufficio, che Fozio era privato di ogni dignità ecclesiastica: nel caso di ulteriore disubbedienza, sia Fozio che i suoi partigiani, erano minacciati di scomunica. Niccolò sostenne inoltre il patriarca Ignazio di Costantinopoli, scomunicando Fozio che lo aveva destituito. Con ciò difese la dignità delle Sede apostolica contro il cesaropapismo bizantino, ma non pote' evitare l'aprirsi di una temporanea rottura fra Bisanzio e Roma: l'episodio è infatti all'inizio dello scisma della Chiesa greca. | ||
866 | I Bulgari vennero annessi alla chiesa di Roma: il fatto sollevò a Bisanzio gravi malumori, che furono cavalcati dal patriarca Fozio, ritenuto un intruso da un folto gruppo di vescovi, seguaci del suo predecessore Ignazio e dalla stessa chiesa di Roma. Fozio, seppe abilmente sfruttare la questione bulgara passando subito ad una lotta aperta contro Roma. | ||
867 |
In una enciclica dell'867 denunciò presso gli altri tre patriarchi di Oriente l'invadenza, in Bulgaria, dei missionari romani i quali avevano introdotto il digiuno del sabato, l'uso dei latticini nella prima settimana di quaresima, il celibato ecclesiastico e non riconoscevano il sacramento della cresima, amministrato dai preti greci. Con quella stessa enciclica Fozio convocò i patriarchi ad un grande sinodo a Costantinopoli, per un giudizio di condanna dell'operato del papa. Il sinodo effettivamente ebbe luogo nell'estate dell'867 e quivi i padri sinodali scomunicarono e deposero papa Nicolò quale "eretico e devastatore della vigna del Signore", ma il pontefice moriva ancor prima di essere informato di questa decisione. |
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Settembre | 867 | Basilio I il Macedone (867-886) si impadronì dell'impero bizantino e uno dei suoi primi atti, dopo l'incoronazione, fu la destituzione di Fozio. L’imperatore Basilio, dopo aver destituito il patriarca Fozio, reinvestì dell'incarico Ignazio e riprese le relazioni con Roma | |
869 | Concilio Costantinopolitano IV, Il concilio condannò lo scisma di Fozio il quale fu scomunicato quale intruso e nuovo Dioscuro. | ||
875 | Papa Giovanni VIII conferì la corona imperiale a Carlo II il Calvo di Francia, quantunque ne avesse più diritto Ludovico il Germanico, il migliore dei figli di Ludovico il Pio | ||
878 | Dopo la morte di Ignazio, Fozio, che nel frattempo si era riconciliato con i suoi avversari, guadagnandosi anche la stima dell'imperatore, di nuovo tornò ad essere eletto patriarca di Costantinopoli. Era allora papa Giovanni VIII il quale aveva bisogno dell'aiuto bizantino contro i Saraceni e così si dichiarò disposto ad accettare la nuova situazione, a condizione che Fozio avesse sconfessato, in un sinodo proposto dall'imperatore, il suo atteggiamento precedente, rinunciando alla giurisdizione sui Bulgari e riconciliandosi con gli ignaziani. | ||
879 | Nel sinodo, che si tenne a Costantinopoli, Fozio abilmente si fece riconoscere come legittimo patriarca, mentre venne ripudiato il concilio dell'869-70; quanto poi alla Bulgaria, tutto rimase come prima. Non si giunse però a una nuova rottura tra Roma e Costantinopoli. | ||
881 | Dopo l'insignificante impero di Carlo il calvo, rimase imperatore Carlo III di Svevia, detto Carlo il grosso (881-887), il più giovane figlio di Ludovico il Germanico, sovrano d'Allemagna e d'Italia. Papa Giovanni VIII gli conferì la corona, | ||
15 Dicembre |
882 | Muore Giovanni VIII avvelenato e poi assassinato da un complotto. | |
885 | Per una serie di circostanze, Carlo riunì nelle sue mani, tutto il vasto impero. In questo anno i Normanni giunsero ad assediare Parigi | ||
887 | Dieta di Tribur, i grandi del regno deposero dal trono Carlo il Grosso. Con la deposizione di Carlo il Grosso si estinse la Casa Franca e contestualmente venne meno alla Chiesa quella protezione che, fino ad allora aveva introdotto nella cristianità occidentale un ordine stabile. | ||
30 Aprile |
892 | Guido duca di Spoleto dopo aver sconfitto Berengario del Friuli costrinse papa Formoso (891-96) a incoronare suo figlio Lamberto | |
22 Febbraio |
896 | Papa Formoso tuttavia cercò di liberarsi dai vincoli dei principi della casa di Spoleto e si rivolse a Arnolfo, re di Germania il quale, venuto a Roma, quando Guido era già morto, ma viveva suo figlio Lamberto, fu incoronato imperatore | |
4 Aprile |
896 | L'incoronazione di Arnolfo da parte di Papa Formoso fu pagata a caro prezzo, poiché papa Stefano VI (896-97), creatura degli Spoletani e nemico dei Franchi, fece esumare il cadavere di Formoso e in un sinodo, seguendo la procedura germanica che ammetteva si potesse tradurre in giudizio i cadaveri, stante il principio che al processo era necessario la presenza del corpus delicti, ne fece dichiarare illegittimo il pontificato, perché aveva cambiato la sua sede vescovile con un'altra, per ambizione e dichiarò nulle le ordinazioni da lui conferite. | |
Gennaio | 897 | Stefano VI ordinò un processo per sacrilegio, chiamato poi "sinodo del cadavere" (synodus horrenda): l'imputato fu infatti il cadavere riesumato del defunto Papa Formoso, come abbiamo detto , ritenuto colpevole di essere salito al soglio pontificio grazie all'appoggio del partito filogermanico, e senza rinunciare alla sua precedente sede vescovile di Porto (Ostia). Il cadavere fu spogliato degli abiti pontificali; le dita della mano destra gli vennero amputate, i suoi resti gettati nel Tevere | |
897 | Il processo, con il conseguente strazio del cadavere, suscitò una rivolta popolare in tutta Roma. La rivolta si concluse con la cattura di Stefano, che venne imprigionato a Castel Sant'Angelo, e ucciso per strangolamento nell'estate dello stesso anno. | ||
900 | Morto il giovane imperatore Lamberto, papa Benedetto IV (900-903) incoronò imperatore Ludovico III (figlio di Bosone re di Provenza), ma provocò l'opposizione di Berengario, marchese del Friuli, che lo costrinse a tornare in Provenza. | ||
903 | Alla morte di Benedetto IV scoppiò a Roma una grave crisi. I due successori Leone V (903) e Cristoforo (903-904) morirono strangolati in carcere. | ||
904 | Si fece avanti allora Sergio III (904-911), vescovo di Cere di Tuscolo e avversario di Formoso di Ostia (891-896). Già nell'897 era stato eletto, in concorrenza con Giovanni IX (898-900), ma poi si era ritirato a Spoleto. Sergio III si distinse per alcune opere pubbliche che diedero nuova bellezza a Roma, come la completa ricostruzione della Basilica lateranense, ma si macchiò per aver fatto strangolare in carcere Leone V (903) e Cristoforo antipapa che lo avevano preceduto (+ 904). | ||
910 | La fuga dal mondo fu appunto ntrapresa dal rinnovamento religioso di Cluny, fondato nel 910 dal duca Guglielmo Pio di Aquitania, presso Macôn nella Borgogna. | ||
916 | Giovanni X (914-929) realizzò una coalizione di principi italiani con Bisanzio, contro i Saraceni, su cui riportò una vittoria al Garigliano, presso Gaeta | ||
924 | Alberico riuscì ad impadronirsi di Roma e ad imporre la sua autorità, ma in breve tempo Giovanni X si riorganizzò e lo costrinse alla fuga. Alberico si rifugiò ad Orte, ma qui fu assalito e ucciso dai popolani. | ||
927 | Morto Teofilatto, Marozia rimasta vedova di Alberigo di Spoleto, passò in seconde nozze con Guido marchese di Toscana. Giovanni X tentò allora di rendersi indipendente dalla potente famiglia romana, appoggiandosi a suo fratello Pietro, principe di Orte e cercò aiuto presso Ugo re di Provenza e d'Italia, cui promise la corona imperiale. Ma dovette soggiacere a Guido di Tuscia, secondo marito di Marozia, figlia di Teodora e Teofilatto, e morì in carcere (929). | ||
932 | Marozia rimasta quindi vedova di Guido di Toscana, offrì la sua mano a Ugo di Provenza che intenzionato ad aggiungere al suo dominio Roma, venne quivi, verso la fine del 932, per il matrimonio; ma, contro di lui, insorse il figlio di Marozia, Alberico che, con l'aiuto della popolazione romana, assediò Castel S. Angelo, costringendo Ugo a fuggire. | ||
850 | Alla morte del re d'Italia Lotario II (948-50), figlio di Ugo, si offrì a Ottone I l'occasione di intervenire nelle faccende d'Italia. A chiamarlo fu Adelaide di Borgogna, vedova di Lotario II, figlio di Ugo re d'Italia, contro Berengario II (nipote di Berengario I). | ||
951 | Ottone I, il Grande, di Sassonia, figlio di Enrico I, re di Germania, nel 951 valicò le alpi e si fece incoronare re a Pavia. | ||
952 | Ottone I ricevette il giuramento di fedeltà da Berengario II, marchese di Ivrea e da suo figlio Adalberto; quindi si sposò con Adelaide, vedova di Lotario II, figlio di Ugo di Provenza, re d’Italia (926-947), accentrando così un forte potere. Berengario II però riebbe, come feudo germanico, il regno d'Italia; se nonché entrò in conflitto con papa Giovanni XII (figlio di Alberico) il quale chiese aiuto a Ottone I. | ||
954 | Alberico morì dopo aver fatto giurare al popolo romano che, alla morte di papa Agapito II, avrebbero eletto papa il figlio ed erede, il diciassettenne Ottaviano. | ||
- Dicembre |
955 | Avvenne come Alberico disse e il figlio Ottaviano divenne papa. Fu il primo a cambiar nome -nella nomina a papa- e prese il nome di Giovanni XII (955-963); egli riunì di nuovo, in una sola mano, il potere spirituale e secolare di Roma e si distinse per la vita dissoluta e per l'incapacità politica. | |
2 Febbraio |
962 | Ottone I sceso nel 960, a Roma, dopo aver giurato a papa Giovanni XII sicurezza e difesa dei territori e dei diritti della Chiesa romana, fu incoronato imperatore (2 febbraio 962). Per la ceriminonia dell’incoronazione l’imperatore, oltre la corona, portava una mitria di stoffa, segno dell’ufficio spirituale dei leviti; egli reclamava, con questo simbolo, il diritto di nominare i vescovi. Si rinnova così l’impero di Carlo Magno: ma questo é il sacro romano impero della nazione tedesca. | |
13 Febbraio |
962 | Con il Privilegium Ottonianum l'imperatore riconfermò alla Chiesa di Roma le donazioni di Pipino e di Carlo Magno e ripristinò la supremazia imperiale conforme alla costituzione di Lotario dell'824, che comportava il giuramento di fedeltà da parte del papa canonicamente eletto, prima della consacrazione e il controllo dell'imperatore sopra i funzionari papali. Da parte loro, il papa e i Romani giurarono di restar fedeli all'imperatore e di non favorire mai Alberigo né suo figlio Adalberto | |
962 | Ottone I, che si era distinto per la rinascita della Germania, accentrando nelle mani del re un forte potere, grazie all'aiuto dei vescovi e degli abati i quali, con l'investitura dei beni dello Stato e di pubblici diritti, erano diventati principi del regno (con funzioni di contrappeso contro le tendenze particolaristiche e autonomistiche dei singoli duchi), nel 962 ristabilì l'Impero. | ||
6 Novembre |
963 | L’allora pontefice Giovanni XII non mantenne però la promessa per cui Ottone I tornò a Roma e convocò un sinodo in S. Pietro (6 novembre 963) presieduto da lui stesso. Giovanni XII fu deposto per le sue indegnità (omicidio, spergiuro, sacrilegio, simonia e scostumatezza) e fu eletto Leone VIII (963-965), un laico che, in un sol giorno, ricevette tutti gli ordini sacri. | |
964 | Alla partenza di Ottone I ritornò il deposto Giovanni XII che, in un concilio al Laterano del febbraio 964, condannò i suoi avversari e annullò l'elezione di Leone VIII, in base al principio "prima sedes a nemine iudicatur". | ||
14 Maggio | 964 | Morte violenta di Giovanni XII, i Romani elessero Benedetto V (964-965), continuando così lo scisma. Ottone I, che riconosceva solo Leone VIII, venne di nuovo a Roma e, convocato un sinodo al Laterano, depose Benedetto V che condusse prigioniero, con sé, in Germania. | |
965 | Dopo la morte di Leone VIII (+ 965) venne eletto, d'intesa con l'imperatore, il vescovo di Narni, Giovanni, forse un figlio di Teodora junior, che prese il nome di Giovanni XIII (965-973). | ||
973 | Alla morte di Giovanni XIII i Romani, capeggiati da Crescenzio di Teodora, cercarono di riprendere il sopravvento nell'elezione papale. Ma il partito imperiale reagì, facendo eleggere Benedetto VI (973-84). | ||
973 | Morto Ottone I, i Romani incarcerarono e poi strangolarono Benedetto VI e fecero nominare Giovanni Filogato, capo del partito greco a Roma che prese il nome di Bonifacio VII (+ 985), ma fu cacciato da un messo imperiale, dopo appena due settimane e fuggì a Costantinopoli. | ||
975 | Sotto la protezione di Ottone II (973-83) fu allora eletto il vescovo di Sutri Benedetto VII (975-84) | ||
984 | Alla morte di Benedetto VII, su designazione di Ottone II, fu eletto Giovanni XIV | ||
985 | Bonifacio VII, tornato da Costantinopoli, si impossessò di nuovo della Sede apostolica lasciando morire di fame in Castel S. Angelo il suo avversario Giovanni XIV | ||
Luglio | 985 | Di lì a poco morì anche Bonifacio VII (luglio 985) e il popolo, sollevatosi, fece scempio del suo cadavere che fu gettato nudo davanti al caballus Constantini (statua equestre di Marcaurelio, che si trovava di fronte alla basilica di S. Giovanni). Crescenzio il Nomentano, che nella signoria di Roma era succeduto a suo padre Crescenzio di Theodora, fece allora nominare papa Giovanni XV (985-996), esponente dell'aristocrazia romana. | |
996 | Il sedicenne Ottone III prese il governo della Chiesa | ||
Aprile | 996 | Papa Giovanni XV, in contrasto con Crescenzio, fu costretto a fuggire a Sutri e da lì si rivolse all'imperatore, che accolse l'appello e scese in Italia. I romani, temendo l'intervento di Ottone, ristabilirono nella sede il pontefice espulso, che però di lì a poco morì | |
3 Maggio |
996 | Crescenzio allora non osò far eleggere un nuovo papa, senza consultare l'imperatore: inviò così un'ambasceria a Ottone III, che allora si trovava a Ravenna. L'imperatore avocò a sé l'elezione papale scegliendo, per di più, il candidato non fra il clero romano, ma tra la sua parentela: elesse infatti un suo cugino, un chierico di 23 anni, che prese il nome di Gregorio V (996-999). | |
- Maggio |
996 | Gregorio V incoronò a Roma Ottone III. Ma erano passati tre mesi, da che l'imperatore era tornato in patria, e a Roma scoppiò una rivolta, capeggiata da Crescenzio, che costrinse Gregorio V a fuggire a Pavia, mentre a Roma si eleggeva un antipapa, il greco-calabrese Giovanni Filogato, vescovo di Piacenza, che prese il nome di Giovanni XVI. | |
29 Aprile |
998 | Intervenne Ottone III che punì severamente Crescenzio e i ribelli, ristabilendo Gregorio V | |
999 | Alla morte di Gregorio V, Ottone III fece eleggere il suo antico maestro Silvestro II. Papa e imperatore sono i "duo principes", secondo la concezione gelasiana; ma Ottone III non è semplicemente l'"advocatus s. Petri", come l'aveva chiamato Gregorio V, al momento dell'incoronazione (996), bensì si considerava il vero capo della cristianità, con il diritto di giudicare il papa e di provvedere alla sua elezione. | ||
PRIMO MILLENNIO |
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CONOSCIAMO E CREDIAMO | |||