Carlo Magno
Carlo Magno sarà il primo imperatore del Sacro Romano Impero, incoronato da Papa Leone III
Nel 771, quando Carlomanno morì, Carlo divenne sovrano assoluto. Nel febbraio dell'anno successivo morì anche Stefano III e gli successe Adriano I (772-795), contrario al partito filolongobardo di Roma e all'influenza di Paolo Afiarta.
Desiderio, dopo che Carlo annesse al proprio regno quello del defunto Carlomanno, si mostrò disposto a dare aiuto a Gerberta, vedova di Carlomanno, fuggita dalla Francia, insieme con i suoi figli, presso di lui. Il sovrano longobardo ebbe inoltre il torto di guastarsi anche con papa Adriano I, occupando Ferrara, Comacchio e Faenza e avvicinandosi verso Roma; giunse però fino a Viterbo, non osando occupare il ducato per non incorrere nella scomunica.
Il papa chiese allora aiuto ai Franchi e Carlo, dopo aver invano patteggiato la restituzione delle terre occupate, decise di intervenire militarmente e, nella primavera del 773, scese in Italia e tutte le città del settentrione gli si sottomisero, eccetto Pavia che fu cinta d'assedio. Quindi, di nuovo, nell'inverno del 774, scese a Roma, vi celebrò la pasqua e si accordò sulla sistemazione dei territori italiani.
Egli confermò la donazione di Kiersy del 756 e ne rilasciò una nuova: questa allargava ancora i confini del dominio papale che ora si estendevano alla parte dell'Esarcato, che Desiderio aveva promessa e ai possessi che la Chiesa aveva, da Luni alla Corsica, specie nei ducati di Spoleto e Benevento. Si trattò di una donationis promissio, come si legge nel Liber pontificalis, rivolta a s. Pietro e al suo vicario e copia del documento fu deposta nella basilica di S. Pietro, presso la confessione. Quindi, lasciata Roma nel giugno (774), Carlomagno conquistò Pavia, capitale dei Longobardi, fece prigioniero Desiderio e, dopo aver annesso al regno il territorio longobardo, egli stesso assunse il titolo di rex Longobardorum, che unì a quello di rex Francorum e di patricius Romanorum. Quindi Carlomagno proseguì per la Gallia e nello stesso anno iniziò la guerra contro i Sassoni.
In Italia era rimasto solo il papa, con notevoli difficoltà: con i Longobardi, i cui duchi si stavano alleando per la riscossa, favorendo il rientro di Adelchi, figlio di Desiderio, che si era rifugiato in Oriente; con i Ravennati i quali, mal sopportando "il giogo della servitù dei Romani", avevano tentato di rendersi indipendenti, creando, nel 774, ad opera dell'arcivescovo Leone, un dominio autonomo. Adriano I si rivolse allora a Carlo il quale, nel 775, inviò i suoi messi e scese l'anno successivo, fermandosi però nel Friuli, per debellare il potente duca Rotgaudo e punire tutti coloro che si erano compromessi nella rivolta, mentre Ravenna si rappacificò col papa.
Quando Carlo venne a Roma (781) fece coronare i figli -Pipino come re d'Italia e Ludovico come re d'Aquitania- e si accordò con papa Adriano il quale rinunciò a Terracina e, in cambio, ottenne la Sabina.
Nel 787 poi Carlo, venuto per la terza volta a Roma, cedette al papa parte della Tuscia longobarda (da Viterbo-Orvieto a Grosseto-Piombino), insieme a Città di Castello e a Roselle (poi Grosseto) e Populonia (Piombino) del Ducato toscano, in tutto undici città. Da allora non si parlò più dei diritti dell'impero di Oriente su quello che ormai era divenuto Stato Pontificio e che comprendeva:
- il ducato di Roma;
- la Tuscia romana, giungendo a Nord-Est sino a Civitavecchia e, a Nord fino a Perugia;
- l'esarcato di Ravenna, con la Pentapoli;
- la Sabina e le 11 città, date nel 787.
Il papa amministrò questo territorio mediante actionarii, lasciando però le forme di vita municipale, proprie del governo bizantino. Roma era in mano all'aristocrazia che intendeva continuare l'antico senato, mentre il popolo era diviso in scholae: 12 per i quartieri sulla riva sinistra del Tevere, due per il Trastevere; una scuola Graecorum e quattro per Sassoni, Frisoni, Franchi e Longobardi, all'interno della basilica di S. Pietro.
Il papa iniziò a coniare moneta con il suo nome e la sua effigie e, dal 781, cominciò a datare i documenti secondo gli anni del suo pontificato. Tuttavia il papa non era totale signore nel suo territorio poiché Carlo, in quanto Patricius Romanorum (774), si era attribuito diritti di tutela sul territorio pontificio, molto simili a quelli che prima avevano gli imperatori bizantini, o il loro esarca di Ravenna, considerando i territori pontifici come parte dei suoi vasti domini. Questi si estendevano da Barcellona (Marca spagnola) alla Baviera e dall'Italia longobarda giungevano all'Elba, dopo che Carlo, tra il 772 e l'804, ebbe conquistato i Sassoni, l'ultima popolazione germanica rimasta pagana.
Anche l'imperatore bizantino riconobbe Carlo e tentò di stringere un alleanza, unendo in matrimonio Costantino VI, figlio dell'imperatrice Irene, con Rotruda, figlia maggiore di Carlo.