Riforma anglicana
In Inghilterra la riforma avvenne per opera della corona: Enrico VIII (1509-1547); Edoardo VI (1547-1553); Elisabetta Tudor (1558-1603).
Essa fu l'ultimo atto di una lunga riforma cominciata fin dal 1300, infatti l'Inghilterra presenta all'inizio del '500, due fattori che hanno preparato la riforma: un grande fervore religioso, c'è un grande sviluppo della mistica, dell'ascetica, delle devozioni e dell'Umanesimo; una forma di ostilità nei confronti di Roma e della gerarchia ecclesiastica, che era conseguente al movimento di Wicliff.
Enrico VIII sale al trono nel 1509 all'età di 18 anni. È un principe cristiano, fedele al cattolicesimo tanto che diventa il difensore della fede tradizionale contro le idee protestanti. Per questo motivo il papa Leone X gli conferisce il titolo di Defensor Fidei. Mentre era sposato con Caterina d'Aragona (vedova del fratello Aurturo), s'innamorò di Anna Bolena e per poterla sposare chiese al papa di dichiarare nullo il suo primo matrimonio. Tale richiesta creò seri problemi al papa: non voleva inimicarsi né Enrico VIII, che era difensore della fede cattolica, né tanto meno Carlo V che era nipote di Caterina d'Aragona. La richiesta di Enrico fu respinta e ciò provocò, nel 1531, la rottura perché Enrico VIII, durante un'assemblea del clero, si fece proclamare capo della Chiesa d'Inghilterra e nominò Tommaso Cranmer arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa d'Inghilterra. Questi proclamò nullo il matrimonio del re e ne celebrò il matrimonio con Anna Boleyn.
Il papa rispose con la bolla di scomunica che Enrico VIII, nel novembre del 1538, combatté con la pubblicazione dell'atto di supremazia, documento col quale il sovrano d'Inghilterra acquistava sulla chiesa inglese tutti i poteri che erano propri del papa: Enrico VIII diventa il capo supremo della Chiesa inglese. È da notare che lo scisma non sta sul piano dottrinale, come nel caso delle chiese protestanti, in quanto la nuova Chiesa manteneva la fede tradizionale. La separazione venne accolta senza alcuna resistenza sia da parte dell'episcopato locale, sia da parte del basso clero.
Alla morte di Enrico VIII, 1547, l'Inghilterra, sul piano religioso, si presenta divisa in tre correnti di pensiero: i sostenitori di Enrico VIII; il movimento papista che voleva il ritorno nella Chiesa di Roma; quella dei riformatori che volevano una riforma della Chiesa d'Inghilterra, come già era avvenuto per le chiese protestanti.
Gli succede il figlio Edoardo VI (figlio della terza moglie I. Seymour), che sale al trono all'età di nove anni e regna fino all'età di quindici anni. Vista la minore età la reggenza è esercitata dallo zio Edoardo Seymour, il quale con l'aiuto dell'arcivescovo di Canterbury, inserì delle modifiche: sul piano liturgico si introduce un nuovo rituale il Prayer Book (libro di preghiera), al quale il Parlamento conferisce forza di legge. Questo libro di preghiera è pubblicato in lingua inglese, che diventa lingua ufficiale della Chiesa anglicana. Inoltre viene negato il carattere sacrificale della messa. Sul piano dottrinale viene pubblicata una nuova professione di fede contenuta in 42 articoli approvati dal re Edoardo VI nel 1553. Questi articoli sono di ispirazione calvinista.
La nuova regina, Maria Tudor (1553-1558), figlia di Enrico VIII e di Caterina d'Aragona, che era rimasta fedele al cattolicesimo tentò, con l'aiuto del cardinale Reginald Pole, di restaurare l'antica fede, ma non ci riuscì per almeno tre motivi:
- Il suo matrimonio con Filippo II di Spagna;
- Il suo eccessivo zelo nel cercare di ristabilire l'antica fede. A tal fine, sotto il suo regno, nel 1554, vengono ristabilite le leggi contro le eresie, con le quali cominciano le persecuzioni contro i protestanti, e vengono condannate al rogo circa 300 persone. A causa di queste esecuzioni sommarie la regina fu soprannominata Maria la sanguinaria. Questa repressione provocò nel popolo sentimenti antipapistici e anticattolici.
- Per non aver introdotto in Inghilterra le novità, ormai circolanti, della riforma cattolica.
Con la salita al trono di Elisabetta (1558-1603), figlia di Enrico VIII e sorellastra di Maria Tudor, il protestantesimo si afferma definitivamente in Inghilterra. Nel 1559 con un'apposita legge, che faceva della regina il supremo governatore della Chiesa d'Inghilterra, fu rimesso in vigore l'abrogato Atto di supremazia del 1538. Nello stesso anno fu promulgato un nuovo Atto di uniformità che prescriveva il ritorno all'uso liturgico del Prayer Book, modificato su due punti rispetto all'edizione precedente: viene soppressa ogni formula scortese nei confronti del papa; si afferma la presenza reale di Cristo nell'eucarestia. Questo ritorno alla riforma fu ben accolto sia dal popolo che dal clero, ma non dai vescovi che rimasero, tutti ad eccezione di uno, fedeli alla Chiesa di Roma. L'ostilità dei vescovi alla nuova riforma rendeva necessaria la costituzione di una nuova gerarchia e nel dicembre del 1559 fu consacrato primate d'Inghilterra e arcivescovo di Canterbury M. Parker, già professore dell'università di Canterbury e già cappellano di Anna Boleyn. La consacrazione fu fatta dall'unico vescovo cattolico che aveva accettato la nuova riforma, però questa consacrazione fu fatta secondo il rituale di Edoardo VI, che rifiutava il valore sacrificale della messa. Da questo momento in poi è sorta la questione della validità o meno di questa consacrazione e conseguentemente di tutte le ordinazioni successive. Leone XIII, Nell’Apostolicae curae del 1896, nega la validità delle ordinazioni anglicane per i seguenti motivi:
- Nell’ordinazione del Parker c’era un vizio di forma sia perché la formula di ordinazione non indicava esplicitamente il valore sacrificale della messa sia perché il rito di ordinazione non era conforme a quello della Chiesa cattolica;
- Nell’ordinazione c’era un vizio di volontà, ovvero non c’era l’intenzione di ordinarlo vescovo secondo la dottrina cattolica
Nel 1563 i nuovi vescovi inglesi decisero di procedere alla revisione dei 42 articoli ed elaborano un nuovo documento, approvato dall’assemblea del clero, che conteneva 39 articoli. Questo documento, di chiara ispirazione calvinista, è ancora oggi la base dottrinale della Chiesa d’Inghilterra. Nel febbraio del 1570 Elisabetta fu scomunicata da Papa Pio V e ciò provocò la rottura tra i cattolici (i papisti) e protestanti, tanto che i cattolici furono considerati nemici dell’Inghilterra, considerati dei ribelli e perseguitati.