San Francesco di Sales | |
è il protettore dei giornalisti e degli scrittori cattolici. Chi è S. Francesco di Sales? È il primogenito di Francesco e Francesca di Sionnaz, signori di Boisy, antica e nobile famiglia della Savoia. Nacque a Thorens il 21 agosto 1567. Ricevette in famiglia la prima e fondamentale educazione religiosa. Studiò a Parigi con i padri gesuiti, poi all’università di Padova, dove si laureò brillantemente in diritto civile ed ecclesiastico. Al ritorno in patria, fu nominato avvocato del Senato di Chambery. Ma non era quella la sua vocazione: lasciò la sua redditizia professione a 26 anni. Sentendosi chiamato alla vita religiosa, divenne sacerdote e si dedicò completamente all’apostolato cattolico nei paesi protestanti. Compilava fogli volanti, li incollava sui muri delle abitazioni, li faceva circolare fra la gente. Proprio per questa sua attività, S. Francesco di Sales è stato considerato giornalista e dichiarato dalla Chiesa protettore dei giornalisti. Fu nominato vescovo coadiutore e, successivamente, vescovo titolare di Ginevra. I ginevrini erano in grandissima maggioranza calvinisti, per cui il Vescovo cattolico accrebbe il suo apostolato. I calvinisti, naturalmente, cercarono di combatterlo con la predicazione e con gli scritti. Le controversie erano all’ordine del giorno, ma S. Francesco aveva sempre la risposta pronta e convincente. Il vescovo di Ginevra fu anche ottimo scrittore. Nella letteratura francese, la sua prosa viene segnalata per le immagini vivaci, per la delicatezza, per la ricchezza espressiva. Due sue opere – l’Introduzione alla vita devota (o Filotea) e il Trattato dell’amore di Dio (o Teotimo), veri e propri capolavori di spiritualità – sono ritenuti due scritti essenziali della letteratura religiosa. Hanno formato generazioni di santi e di ferventi cristiani. Per questi suoi pregevoli lavori, il papa Pio IX, il 19 luglio 1877, conferì meritatamente a S. Francesco di Sales il titolo di “dottore della Chiesa”. Egli continuò l’opera di S. Carlo Borromeo, di S. Pio V, di S. Roberto Bellarmino, di S. Pietro Canisio, tesa a rafforzare la fede, a migliorare i costumi rilassati del clero e dei fedeli. S. Francesco di Sales, che da giovane era di temperamento piuttosto focoso, fu invece da tutti riconosciuto ed apprezzato per la sua calma, la mitezza e la bontà. Sapeva emendare con carità e ironia. Si racconta che un giorno una suora entrò precipitosa nel suo studio, tutta trafelata, chiedendo al santo vescovo: “Eccellenza, mi insegna cosa devo fare per diventare santa?”. Al che, S. Francesco rispose con sottile arguzia: “Cominci con l’entrare senza sbattere la porta!”. La fede di S. Francesco di Sales non ha nulla di convenzionale o di formalistico, ma riflette il più sincero, concreto e – al tempo stesso – profondo amore di Dio e del prossimo. E l’amore fu lo strumento col quale riuscì a convincere non solo i suoi avversari, ma anche i persecutori. La sua massima era: “fare tutto per amore, niente per forza”. Una delle sue opere più belle fu quella di aver portato alla santità la baronessa Giovanna Francesca Frémyot di Chantal. San Francesco di Sales morì a Lione il 28 dicembre
1622. Fu canonizzato da Alessandro VII il 19 aprile 1665. La Chiesa lo
ricorda il 24 gennaio, giorno in cui – un anno dopo la sua morte – le sue
spoglie furono traslate ad Annecy. si festeggia il 24 gennaio |