San Filippo Neri | |||
Il 16 marzo 1584 moriva a Roma Paolo Massimo, quattordicenne
figlio di Fabrizio, dell'antica famiglia principessa dei Massimo. Padre
Filippo - com'era chiamato allora il Santo - giunto dopo il trapasso, non
aveva potuto assistere il ragazzo. Allora si raccolse in preghiera. Dopo
qualche momento, chiamò il defunto. Paolo aprì gli occhi e parlò con padre
Filippo. Questi gli chiese se avrebbe accettato volentieri la morte o se
avrebbe preferito vivere. Il ragazzo rispose che preferiva morire, perché,
in paradiso, si sarebbe congiunto con la madre e la sorella. «E allora va'
in pace», gli disse il Santo. E Paolo richiuse gli occhi per sempre. La
stanza in cui avvenne quest’episodio stupefacente fu trasformata in
cappella, aperta a tutti ogni 16 marzo.
Padre Filippo aveva dato vita ad un particolare
pellegrinaggio attraverso Roma. Partiva da San Pietro e, dopo aver toccato
sette chiese - tra cui San Paolo e San Sebastiano - si concludeva a Santa
Maria Maggiore. Durante il carnevale, si svolgeva il giovedì grasso, in
contrasto con i divertimenti carnevaleschi. Un certo numero di sacerdoti - detti poi "Filippini"
- era raccolto intorno a padre Filippo. Essi espletavano il loro ministero
negli Oratori. Il Pontefice Gregorio XIII riconobbe ufficialmente la
comunità dei Filippini e concesse loro la chiesetta di S. Maria in
Vallicella, che fu demolita e ricostruita più grande e più bella. Padre
Filippo vi si stabilì nel 1588 e lì visse fino alla morte. Rifiutò la
porpora cardinalizia per essere libero di accorrere dove era richiesto e
desiderato. Poiché aveva il dono della parola giusta per tutti e per tutte
le circostanze, ricorsero a lui, per consigli, Pio IV, Gregorio XIV (che
aveva frequentato l'oratorio) e Clemente VIII. Fu direttore spirituale di
varie personalità, fra cui i cardinali Federico e Carlo Borromeo (che sarà
canonizzato). Fu amico di S. Ignazio di Loyola e consigliere di S. Camillo
de Lellis, S. Felice da Cantalice, S. Francesco di Sales e di altri. Quando Enrico IV di Navarra divenne re di Francia, il
Papa Clemente VIII non volle riconoscerlo, perché calvinista. Ma padre
Filippo invitò il Papa a dare il suo consenso al re. Anche il cardinale
Cesare Baronio - già frequentante dell'Oratorio, ed ora confessore del Papa
- sollecitò il Pontefice a seguire il consiglio di padre Filippo. Il
riconoscimento del re avvenne dopo la morte del santo sacerdote, perché
Enrico si era convertito al Cattolicesimo. Padre Filippo morì il 26 maggio
1595, ed Enrico si adoperò presso la Santa Sede perché fosse canonizzato in
breve tempo. La beatificazione avvenne nel 1610 e la canonizzazione nel
1622. Enrico IV, sapendo quanto il Santo aveva fatto per lui, lo designò tra
i protettori della Francia. Nella Pentecoste del 1544, Filippo - non ancora
sacerdote - pregava nelle Catacombe di S. Sebastiano. Mentre era assorto
nella preghiera, un globo di fuoco gli penetrò nel petto, gli fece dilatare
il cuore, che spezzò due costole e provocò una protuberanza sul torace. Dopo
la morte del Santo, un esame anatomico, eseguito da Andrea Cesalpino - uno
dei più famosi clinici del tempo - non poté che confermare il fatto
prodigioso. C. D. C. si festeggia il 26 maggio |