Santa Faustina Kovalska | |
Il diario di Santa Faustina Kovalska I° QUADERNO O Amore Eterno, ordini di dipingere la Tua santa immagine E ci sveli la fonte inconcepibile della Misericordia. Tu benedici chi si avvicina ai Tuoi raggi, Ed all'anima nera dai il candore della neve. O Gesù dolce, hai eretto qui il trono della Tua Misericordia, Per aiutare i peccatori e ridar loro la gioia. Dal Tuo Cuore squarciato, come da limpida fonte, Sgorga il conforto per le anime ed i cuori contriti. Erompe senza posa dal cuore degli uomini L'onore e la gloria per questa Immagine. Ogni cuore inneggi alla Divina Misericordia In ogni momento e nei secoli dei secoli. Dio Mio Se guardo verso il futuro, m'investe la paura, Ma perché inoltrarsi nel futuro? Mi è cara soltanto l'ora presente, Perché il futuro forse non albergherà nella mia anima. Il tempo passato non è in mio potere Per cambiare, correggere od aggiungere qualche cosa. Né i sapienti, né i profeti han potuto far questo. Affidiamo pertanto a Dio ciò che appartiene al passato. O momento presente, tu mi appartieni completamente, Desidero utilizzarti per quanto è in mio potere, E nonostante io sia piccola e debole, Mi dai la grazia della tua onnipotenza. Perciò, confidando nella Tua Misericordia, Avanzo nella vita come un bambino, Ed ogni giorno Ti offro il mio cuore Infiammato d'amore per la Tua maggior gloria. G.M.G. DIO E ANIME. O Re di Misericordia, guida la mia anima Suor M. Faustina del SS.mo Sacramento Wilno, 28.VII.1934 O Gesù mio, con fiducia verso di Te Intreccio migliaia di corone e so Che fioriranno tutte, E so che fioriranno tutte, quando le illuminerà il Sole Divino. O grande Divin Sacramento, Che nascondi il mio Dio, O Gesù, resta con me ogni momento, Ed il mio cuore non sarà preso dal timore. G.M.G. Wilno, 28.VII.1934 Primo fascicolo DIO E LE ANIME Sii adorata, o Santissima Trinità, ora e in ogni tempo. SIi adorata in tutte le Tue opere e in tutte le Tue creature. Ammirata ed esaltata la grandezza della Tua Misericordia, o Dio. Debbo prender nota 4 degli incontri della mia anima con Te, o Dio, nei momenti particolari delle Tue visite. Debbo scrivere di Te, o Incomprensibile nella Misericordia verso la povera anima mia. La Tua santa volontà è la vita della mia anima. Ho avuto quest'ordine da chi Ti sostituisce per me, o Dio, qui in terra e m'insegna la Tua santa volonta. Vedi, Gesù, com'è difficile per me scrivere e che non so descrivere chiaramente ciò che provo in fondo all'anima. O Dio, può forse la penna descrivere cose per le quali talvolta non esistono nemmeno le parole? Ma, o Dio, mi ordini di scrivere; questo mi basta. Varsavia, I.VIII.1925 L'INGRESSO IN CONVENTO. Fin dall'età di sette anni avvertii la suprema chiamata di Dio, la grazia della vocazione alla vita religiosa. A sette anni intesi per la prima volta la voce di Dio nella mia anima, cioè la chiamata ad una vita più perfetta, ma non sempre ubbidii alla voce della grazia. Non incontrai nessuno che mi chiarisse queste cose. Diciottesimo anno di vita; insistente richiesta ai genitori del permesso di entrare in convento; rifiuto categorico dei genitori. Dopo tale rifiuto mi diedi alle vanità della vita, non rivolgendo alcuna attenzione alla voce della grazia, sebbene l'anima mia / non trovasse soddisfazione in nulla. Il richiamo continuo della grazia era per me un gran tormento, però cercavo di soffocarlo con i passatempi. Evitavo d'incontrarmi con Dio intimamente e con tutta l'anima mi rivolgevo verso le creature. Ma fu la grazia di Dio ad avere il sopravvento nella mia anima. Una volta ero andata ad un ballo con una delle mie sorelle. Quando tutti si divertivano moltissimo, l'anima mia cominciò a provare intimi tormenti. Al momento in cui cominciai a ballare, scorsi improvvisamente Gesù accanto a me, Gesù flagellato, spogliato delle vesti, tutto coperto di ferite, che mi disse queste parole: « Quanto tempo ancora ti dovrò sopportare? Fino a quando mi ingannerai?». All'istante si spense l'allegro suono della musica; scomparve dalla mia vista la compagnia in cui mi trovavo. Rimanemmo soli Gesù e io. Mi sedetti accanto alla mia cara sorella, facendo passare per un mal di testa quanto era accaduto dentro di me. Poco dopo abbandonai la compagnia e la sorella senza farmi scorgere e andai nella cattedrale di S. Stanislao Kostka. Era quasi buio. Nella cattedrale c'erano poche persone. Senza badare affatto a quanto accadeva intorno, mi prostrai, le braccia stese, davanti al SS.mo Sacramento e chiesi al Signore che si degnasse di farmi conoscere ciò che dovevo fare. Udii allora queste parole: « Parti immediatamente per Varsavia; là entrerai in convento ». Mi alzai dalla preghiera, andai a casa e sbrigai le cose indispensabili. Come potei, misi al corrente mia sorella di quello che era avvenuto nella mia anima, le chiesi di salutare i genitori e così, con un solo vestito, senza nient'altro, arrivai a Varsavia. Quando scesi dal treno e vidi che ciascuno andava per la sua strada, fui presa dalla paura: che fare? ove rivolgermi, dal momento che non conoscevo nessuno? E dissi alla Madre di Dio: « Maria, fammi strada, guidami Tu! ». Immediatamente udii dentro di me queste parole: di andare fuori dalla città in un villaggio, dove avrei trovato un alloggio sicuro per la notte. Feci così, e trovai tutto come la Madre di Dio mi aveva detto. Il giorno dopo di buon mattino feci ritorno in città ed entrai nella prima chiesa che mi si parò dinanzi. Qui mi misi a pregare, per conoscere che cosa volesse ancora Iddio da me. Le SS. Messe si susseguivano una dietro l'altra. Durante una di queste, mi sentii dire: « Va' da questo sacerdote e spiegagli ogni cosa; egli ti dirà quello che dovrai fare ». Terminata la S. Messa, entrai nella sacrestia e gli raccontai tutto ciò che era accaduto nell'anima mia, pregandolo di indicarmi dove entrare, in quale convento. In un primo momento il sacerdote rimase sorpreso, tuttavia mi raccomandò d'aver molta fiducia perché Iddio avrebbe continuato a provvedere. « Nel frattempo - egli disse - ti manderò da una pia signora, presso la quale potrai restare fino al giorno del tuo ingresso in un convento ». Quando mi presentai a quella signora, mi ricevette con grande affabilità. In quel tempo cominciai a cercare un convento, ma a qualsiasi porta ebbi a bussare, incontrai un netto rifiuto.14 Il dolore attanagliava il mio cuore e dissi al Signore Gesù: « Aiutami. Non lasciarmi sola ». Bussai infine alla nostra porta. Quando mi venne incontro la Madre Superiora, l'attuale M. Generale Suor Michaela, dopo un breve colloquio mi disse di andare dal Padrone di casa e domandargli se mi accoglieva. Capii subito che dovevo chiederlo al Signore Gesù. Tutta felice mi recai in cappella e chiesi a Gesù: « Padrone di questa casa, sei disposto ad accettarmi? Una delle suore di qui m'ha mandata da Te con tale domanda». Immediatamente udii questa voce: « Ti accolgo; sei nel Mio Cuore ». Quando tornai dalla cappella, la Madre Superiora mi chiese prima di tutto: « Ebbene, il Signore ti ha accettata? ». « Si », le risposi. Ed essa: « Se ti ha accettata il Signore, t'accetterò anch'io ». Fu così ch'io venni ammessa in convento. Per varie ragioni tuttavia dovetti rimanere nel mondo per più d'un anno ancora, presso quella pia signora. A casa mia però, non feci più ritorno. In quel periodo dovetti lottare contro molte difficoltà, ma Dio non mi risparmiò la sua grazia e cominciò ad invadermi sempre più la nostalgia di Dio. La signora che mi ospitava, per quanto fosse molto devota, non comprendeva però la felicità della vita religiosa e, nella sua schietta semplicità, cominciò a prospettarmi altri progetti di vita, ma io sentivo di avere un cuore così grande, che nulla avrebbe potuto colmano. Mi rivolsi allora verso Dio con tutta la mia anima assetata di Lui. Fu durante l'ottava del Corpus Domini. Dio inondò l'anima mia di una luce interiore tale da farmeLo riconoscere più profondamente come il sommo bene e la suprema bellezza. Compresi quanto Dio mi amasse: dall'eternità il suo amore per me! Fu durante i vespri; con le parole semplici che mi sgorgavano dal cuore, feci a Dio / voto di castità perpetua. Da quel momento provai una maggiore intimità con Dio, mio Sposo; da quel momento costruii nel mio cuore una celletta dove m'incontravo sempre con Gesù. Venne finalmente il momento in cui s'aprì per me la porta del convento. Era la sera del primo agosto, vigilia della Madonna degli Angeli. Mi sentivo infinitamente felice; mi pareva di essere entrata nella vita del paradiso. Dal mio cuore erompeva, unica, la preghiera della gratitudine. Dopo tre settimane però, m'accorsi che qui era così poco il tempo dedicato all'orazione e che c'erano molte altre cose che mi spingevano nell'intimo ad entrare in un convento di regola più stretta. Tale pensiero prendeva sempre più forza dentro di me, ma non era questa la volotità di Dio. Tuttavia quel pensiero, cioè quella tentazione si consolidava sempre più, tanto che un giorno decisi di parlarne con la Madre Superiora e di uscire decisamente dal convento. Tuttavia Iddio diresse le circostanze in modo tale che non potei accedere alla Madre Superiora. Prima di andare a riposare, entrai nella cappellina e domandai a Gesù di illuminarmi su questo problema; ma non ottenni nulla nel mio intimo; solo s'impadronì di me una strana inquietudine che non riuscii a comprendere. Tuttavia, nonostante tutto, mi proposi di rivolgermi alla Madre Superiora di primo mattino, subito dopo la S. Messa e comunicarle la decisione presa. Andai verso la cella; le suore erano già coricate e le luci spente. Entrai, angosciata e insoddisfatta, nella cella. Non sapevo più che fare. Mi buttai a terra e cominciai a pregare con fervore per conoscere la volontà di Dio. Dappertutto silenzio, come in un tabernacolo. Tutte le suore, simili a bianche ostie rinchiuse dentro il calice di Gesù, riposavano e solo dalla mia cella Iddio udiva il gemito di un'anima. Non sapevo che, senza autorizzazione, non era consentito pregare nelle celle dopo le nove di sera. Dopo un momento, nella mia cella si fece un chiarore e vidi sulla tenda il volto di Gesù molto addolorato. Piaghe vive su tutto il Volto e grosse lacrime cadevano sulla coperta del mio letto. Non sapendo che cosa tutto ciò potesse significare, domandai a Gesù: « Gesù, chi ti ha causato un simile dolore? ». E Gesù rispose: « Tu Mi causerai un simile dolore, se uscirai da questo ordine. È qui che t'ho chiamata e non altrove e ho preparato per te molte grazie ». Domandai perdono a Gesù e mutai all'istante la decisione che avevo presa. Il giorno dopo ci fu la nostra confessione. Raccontai tutto quello che era avvenuto nella mia anima ed il confessore mi rispose che era evidente in ciò la volontà di Dio, che dovevo rimanere in questa Congregazione e che non dovevo nemmeno pensare ad un altro ordine. Da quel momento mi sento sempre felice e contenta. Poco tempo dopo mi ammalai. La cara Madre Superiora mi mandò, assieme ad altre due suore, a passare le vacanze a Skolimòw, un po' fuori Varsavia. In quel tempo domandai al Signore Gesù: « Per chi ancora devo pregare? ». Gesù mi rispose che la notte seguente m'avrebbe fatto conoscere per chi dovevo pregare. Vidi l'Angelo Custode, che mi ordinò di seguirlo. In un momento mi trovai in un luogo nebbioso, invaso dal fuoco e, in esso, una folla enorme di anime sofferenti. Queste anime pregano con grande fervore, ma senza efficacia per se stesse: soltanto noi le possiamo aiutare. Le fiamme che bruciavano loro, non mi toccavano. Il mio Angelo Custode non mi abbandonò un solo istante. E chiesi a quelle anime quale fosse il loro maggior tormento. Ed unanimemente mi risposero che il loro maggior tormento è l'ardente desiderio di Dio. Scorsi la Madonna che visitava le anime del purgatorio. Le anime chiamano Maria « Stella del Mare ». Ella reca loro refrigerio. Avrei voluto parlare più a lungo con loro, ma il mio Angelo Custode mi fece cenno d'uscire. Ed uscimmo dalla porta di quella prigione di dolore. Udii nel mio intimo una voce che disse: « La Mia Misericordia non vuole questo, ma lo esige la giustizia ». Da allora sono in rapporti più stretti con le anime sofferenti del purgatorio. Fine del postulato 29.IV.1926. I superiori mi mandarono a Cracovia per il noviziato. Una gioia inimmaginabile regnava nella mia anima. Quando arrivammo in noviziato, stava morendo Suor. Qualche giorno dopo Suor... viene da me e mi ordina di andare dalla Madre Maestra a dirle di chiedere al suo confessore, Don Rospond, di celebrare una S. Messa per lei con l'aggiunta di tre giaculatorie. In un primo momento acconsentii, ma il giorno dopo pensai di non andare dalla Madre Maestra, poiché non capivo bene se si era trattato di un sogno o dii realtà. E non andai. La notte seguente si ripeté la stessa cosa in modo più chiaro, per cui non ebbi più alcun dubbio. Malgrado ciò la mattina decisi di non parlarne ancora alla Maestra. «Gliene parlerò soltanto quando la vedrò durante il giorno ». Ad un tratto incontrai nel corridoio quella suora defunta; mi rimproverò di non essere andata subito ed una grande inquietudine s'impadronì della mia anima. Allora corsi immediatamente dalla Madre Maestra e le raccontai tutto l'accaduto. La Madre mi rispose che avrebbe provveduto. Nella mia anima ritornò subito la pace. Il terzo giorno quella suora tornò di nuovo e mi disse: « Iddio gliene renda merito ». Al momento della vestizione, Dio mi fece conoscere quanto avrei dovuto soffrire. Vidi chiaramente a che cosa mi stavo impegnando. Fu questione di un attimo di tale sofferenza; poi il Signore inondò nuovamente l'anima mia con grandi consolazioni. Verso la fine del primo anno di noviziato, cominciò a farsi scuro nella mia anima. Non provo alcuna soddisfazione nella preghiera; la meditazione per me è una gran fatica; la paura comincia ad impossessarsi di me. Penetro a fondo nel mio intimo e non vi scorgo nulla, all'infuori di una grande miseria. Vedo anche chiaramente la grande santità di Dio; non oso alzare gli occhi fino a Lui, ma mi prostro nella polvere ai Suoi piedi e méndico la Sua Misericordia. Passò così circa la metà dell'anno, ma lo stato della mia anima non cambiò affatto. La nostra cara Madre Maestra m'infuse coraggio in quei momenti difficili. Ciò nonostante questa mia sofferenza aumenta sempre più. Si avvicina il secondo anno di noviziato. Al pensiero che debbo fare i voti, la mia anima rabbrividisce. Qualunque cosa legga, non la comprendo; non sono in grado di meditare. Mi sembra che la mia preghiera non sia gradita a Dio. Quando mi accosto ai santi Sacramenti, mi pare di offendere ancor di più Dio. Il confessore però non mi ha permesso di tralasciare nemmeno una sola volta la S. Comunione. Dio operava in modo singolare nella mia anima. Non capivo assolutamente nulla di quello che mi diceva il confessore. Le più semplici verità della fede mi erano divenute del tutto incomprensibili. La mia anima si tormentava non trovando soddisfazione da nessuna parte. In un certo momento mi venne una forte idea di essere respinta da Dio. Questo pensiero spaventoso mi trafisse l'anima da parte a parte; per questa sofferenza la mia anima cominciò ad agonizzare. Volevo morire e non potevo. Mi venne il pensiero: « A che scopo cercare di acquistare le virtù? Perché mortificarsi, se tutto ciò non è gradito a Dio? ». Quando ne parlai con la Madre Maestra, ricevetti questa risposta: « Sappia, sorella, che Iddio la destina ad una grande santità. È un segno che Dio la vuole in paradiso, molto vicino a Sé. Sorella, abbia molta fiducia nel Signore Gesù ». il tremendo pensiero di essere respinti da Dio è il tormento che in realtà soffrono i dannati. Mi rifugiai nelle Piaghe di Gesù. Ripetevo parole di speranza, ma quelle parole divennero per me un tormento ancora maggiore. Andai davanti al SS.mo Sacramento e cominciai a dire a Gesù: « Gesù, Tu hai detto che è più facile che una madre dimentichi il bambino che allatta, piuttosto che Iddio dimentichi una Sua creatura e se pure essa lo dimenticasse, Io Dio non dimenticherò la Mia creatura. Senti, Gesù, come geme la mia anima? Ascolta i vagiti strazianti della Tua bambina. Ho fiducia in Te, o Dio, poiché il cielo e la terra passeranno, ma la Tua Parola dura in eterno». Però non trovai sollievo nemmeno per un istante. Un giorno, subito dopo la sveglia, mentre mi metto alla presenza di Dio, incomincia ad assalirmi la disperazione. Buio estremo nella mia anima. Ho lottato come ho potuto fino a mezzogiorno. Nelle ore pomeridiane cominciò ad impossessarsi di me un vero terrore di morte; mi cominciarono a venir meno le forze fisiche. Rientrai in fretta nella cella e mi gettai in ginocchio davanti al Crocifisso e cominciai ad implorare misericordia. Gesù però non ascolta le mie grida. Sento che mi vengono a mancare del tutto le forze fisiche; cado a terra; la disperazione si è impadronita della mia anima. Sto vivendo pene infernali che realmente non differiscono in nulla da quelle dell'inferno. Sono rimasta in quello stato per tre quarti d'ora. Avrei voluto andare dalla Maestra - non ne ebbi la forza. Volevo gridare - la voce mi venne a mancare. Per fortuna però entrò nella cella una suora. Quando mi vide in quello stato così fuori dal normale, avverti subito la Maestra. La Madre venne subito. Appena entrò nella cella, disse queste parole: « In virtù della santa obbedienza, le chiedo di alzarsi da terra ». Immediatamente una forza misteriosa mi sollevò da terra e mi trovai in piedi accanto alla cara Maestra. Con parole affettuose mi spiegò che quella era una prova mandata da Dio: « Sorella, abbia tanta fiducia; Iddio è sempre Padre, anche quando mette alla prova ». Tornai ai miei doveri, come se fossi uscita dalla tomba. I miei sensi erano come impregnati di ciò che aveva sperimentato la mia anima. Durante la funzione serale la mia anima cominciò ad agonizzare in un buio spaventoso. Sento che sono in balia del Dio Giusto e che sono oggetto del Suo sdegno. In quei terribill momenti ho detto a Dio: « O Gesù, che nel Vangelo Ti paragonasti alla più tenera delle madri, ho fiducia nella Tua Parola, poiché Tu sei la verità e la vita. Gesù, confido in Te contro ogni speranza, contro ogni sentimento, che ho nel mio intimo ed è contrario alla speranza. Fa' di me quello che vuoi; non mi allontanerò da Te, poiché Tu sei la sorgente della mia vita ». Quanto sia tremendo questo tormento dell'anima, lo può capire soltanto chi ha provato su di sé simili momenti. Nella notte mi fece visita la Madonna con in braccio il Bambino Gesù. La mia anima fu piena di gioia e dissi: « O Maria, Madre mia, lo sai quanto terribilmente soffro? ». E la Madonna mi rispose: « Lo so quanto soffri, ma non temere, io partecipo e parteciperò sempre alla tua sofferenza ». Sorrise amabilmente e scomparve. Immediatamente nella mia anima ritornò la forza e tanto coraggio. Questo però durò soltanto un giorno. Sembrava quasi che l'inferno avesse congiurato contro di me. Un odio tremendo cominciò ad insinuarsi nella mia anima, un odio contro tutto ciò che è santo e divino. Mi sembrava che questi tormenti dello spirito dovessero far parte per sempre della mia esistenza. Mi rivolsi pertanto al Santissimo Sacramento e dissi a Gesù: « O Gesù, Sposo della mia anima, non vedi che la mia anima sta morendo andando a Te? Come puoi nasconderTi così ad un cuore che Ti ama con tanta sincerità? Perdonami Gesù; si compia in me la Tua santa volontà. Soffrirò in silenzio, come una colomba, senza lamentarmi. Non permetterò al mio cuore nemmeno un solo gemito di doloroso lamento ». Fine del noviziato. Le sofferenze non diminuiscono affatto. Debolezza fisica; dispensa da tutte le pratiche di pietà, o meglio loro sostituzione con giaculatorie. Venerdì Santo. Gesù attrae il mio cuore nel centro infuocato dell'amore. Ciò è avvenuto durante l'adorazione serale. Improvvisamente la presenza di Dio s'impadronì di me. Dimenticai ogni cosa. Gesù mi fa conoscere quanto ha sofferto per me. Questo durò molto brevemente. Una nostalgia tremenda. Un desiderio ardente di amare Dio. I prirsi voti. Un ardente desiderio di annientarmi per Dio mediante un amore attivo, ma che sfugga all'occhio anche delle suore che mi stanno più vicino. Anche dopo i voti però l'oscurità continuò a regnare nella mia anima fino a circa metà dell'anno. Durante la preghiera Gesù penetrò tutta l'anima mia. L'oscurità scomparve. Udii nell'intimo queste parole: «Tu sei la Mia gioia, tu sei delizia del Mio cuore ». Da quel momento percepli nel cuore, cioè nel mio intimo, la Santissima Trinità. In maniera sensibile mi sentii inondata di luce divina. Da allora la mia anima vive in intimità con Dio, come un bimbo col proprio padre affezionato. Una volta Gesù mi disse: « Va' dalla Madre Superiora e pregala di autorizzarti a portare il cilicio per sette giorni e durante la notte ti alzerai una volta e verrai in cappella ». Risposi di si, ma avevo una certa difficoltà a recarmi dalla Superiora. Verso sera Gesù mi chiese: « Fino a quando rimanderai?». Decisi di parlarne alla Madre Superiora al primo incontro. il giorno dopo prima di mezzogiorno mi accorsi che la Madre Superiora andava in refettorio e siccome la cucina, il refettorio e la stanzetta di Suor Luisa si trovano quasi assieme, invitai la Madre Superiora nella stanzetta di Suor Luisa e le riferII la richiesta di Gesù. La Madre mi rispose: « Non le permetto di portare nessun cilicio. Nel modo più assoluto. Se Gesù le dà la forza di un colosso, le permetterò queste mortificazioni ». Mi scusai con la Madre per averle fatto perdere tempo ed uscII dalla stanzetta. All'improvviso vidi Gesù in piedi sulla porta della cucina e Gli dissi: « Mi ordini di andare a chiedere delle penitenze, che la Madre Superiora non intende permettere ». Allora Gesù mi disse: «Ero qui durante il colloquio con la Superiora e so tutto e non voglio le tue mortificazioni, ma l'obbedienza. Con questo Mi dai una grande gloria ed acquisti dei meriti per te ». Una delle Madri, quando venne a conoscere il mio stretto rapporto con Gesù, mi disse che ero una povera illusa. Mi disse che Gesù manteneva rapporti simili solo coi santi « e non con anime peccatrici come lei, sorella ». Da quel momento fu come se diffidassi di Gesù. In un colloquio mattutino dissi a Gesù: « Gesù, non sei per caso un'illusione? ». Gesù mi rispose: « Il Mio amore non delude nessuno ». Una volta stavo riflettendo sulla SS. Trinità, sull'Essenza di Dio. Volevo assolutamente approfondire e conoscere chi è questo Dio... In un istante il mio spirito venne come rapito in un altro mondo. Vidi un bagliore inaccessibile e in esso come tre sorgenti di luce, che non riuscii a comprendere. E da quella luce uscivano parole sotto forma di fulmini, che si aggiravano attorno al cielo ed alla terra. Non comprendendo nulla di questo, mi rattristai molto. Improvvisamente dal mare di luce inaccessibile usci il nostro amato Salvatore, di una bellezza inconcepibile, con le Piaghe sfavillanti: E da quella luce si udì questa voce: « Qual è Dio nella Sua essenza, nessuno potrà sviscerarlo, né la mente angelica, né umana ». Gesù mi disse: « Procura di conoacere Dio attraverso la meditazione dei Suoi attributi ». Un momento dopo Gesù tracciò con la mano il segno della croce e scomparve. Una volta vidi una gran folla di gente nella nostra cappella, davanti alla cappella e sulla strada, perché non c'era posto nella cappella. La cappella era addobbata per una solennità. Vicino all'altare c'era un gran numero di ecclesiastici, poi le nostre suore e molte di altre congregazioni. Aspettavano tutti la persona che doveva prendere posto sull'altare. Ad un tratto sentii una voce che diceva che io dovevo prendere il posto sull'altare. Però appena uscii dall'abitazione, cioè dal corridoio per attraversare il cortile ed andare in cappella seguendo la voce che mi chiamava, ecco che tutta la gente cominciò a gettarmi addosso tutto quello che poteva: fango, sassi, sabbia, scope, tanto che in un primo momento rimasi indecisa se proseguire o meno; ma quella voce mi chiamava con insistenza ancora maggiore ed allora, nonostante tutto, cominciai ad avanzare coraggiosamente. Quando attraversai la soglia della cappella, i superiori, le suore, le educande e perfino i genitori cominciarono a colpirmi con quello che potevano tanto che, volente o nolente, dovetti salire in fretta al posto destinato sull'altare. Non appena occupai il posto destinato, subito quella stessa gente e le educande, e le suore, e i superiori, e i genitori, tutti cominciarono a tendere le mani ed a chiedere grazie ed io non provavo alcun risentimento verso di loro, che m'avevano scagliato addosso tutta quella roba ed anzi stranamente provavo un amore particolarissimo proprio per quelle persone che mi avevano costretta a salire più rapidamente nel posto a me destinato. In quel momento la mia anima fu inondata da una felicità inconcepibile ed udii queste parole: « Fa' quello che vuoi, distribuisci grazie come vuoi, a chi vuoi e quando vuoi». E subito la visione scomparve. Una volta sentii queste parole: « Va' dalla Superiora e chiedi che ti permetta di fare ogni giorno un'ora di adorazione per nove giorni; durante questa adorazione cerca di fare la tua preghiera con Mia Madre. Prega di cuore in unione con Maria; procura inoltre in questo tempo di fare la Via Crucis ». Ottenni il permesso non per un'ora intera, ma soltanto per il tempo che avevo, dopo compiuti i miei doveri. Dovevo fare quella novena per la patria. Il settimo giorno della novena vidi la Madonna fra cielo e terra, in una veste chiara. Pregava con le mani giunte sul petto e lo sguardo rivolto al cielo e dal suo Cuore uscivano dei raggi di fuoco, alcuni dei quali erano diretti verso il cielo, mentre gli altri coprivano la nostra terra. Quando parlai di alcune di queste cose col confessore, mi rispose che potevano provenire realmente da Dio, ma che potevano anche essere un'illusione. Siccome avevo spesso dei cambiamenti, non avevo un confessore fisso e per di più facevo una fatica incredibile ad esporre cose di quel genere. Perciò pregavo ardentemente perché il Signore mi concedesse una grande grazia, quella di avere un direttore spirituale. Ma questa grazia l'ottenni soltanto dopo i voti perpetui, quando venni a Wilno. Si tratta di Don Sopocko. Il Signore me l'aveva fatto conoscere interiormente, prima che arrivassi a WIIno. Se avessi avuto fin dall'inizio un direttore spirituale, non avrei sprecato tante grazie del Signore. Un confessore può essere di grande aiuto per un'anima, ma può anche procurarle molto danno. Oh! come dovrebbero stare attenti i confessori all'azione della grazia di Dio nell'anima dei loro penitenti. Questa è una cosa di grande importanza. Dalle grazie di un'anima si può conoscere il suo stretto rapporto con Dio. Una volta venni citata al giudizio di Dio. Stetti davanti al Signore faccia a faccia. Gesù era tale e quale è durante la Passione. Dopo un momento scomparvero le Piaghe e ne rimasero solo cinque: alle mani, ai piedi ed al costato. Vidi immediatamente tutto lo stato della mia anima, cosi come la vede Iddio. Vidi chiaramente tutto quello che a Dio non piace. Non sapevo che bisogna rendere conto al Signore anche di ombre tanto piccole. Che momento! Chi potrà descriverlo? Trovassi di fronte altre volte Santo! Gesù mi domandò: «Chi sei? ». Risposi: « Io sono una tua serva, Signore ». « Devi scontare un giorno di fuoco nel purgatorio ». Avrei voluto gettarmi immediatamente fra le fiamme del purgatorio, ma Gesù mi trattenne e disse: « Che cosa preferisci: soffrire adesso per un giorno oppure per un breve tempo sulla terra? ». Risposi: « Gesù, voglio soffrire in purgatorio e voglio soffrire sulla terra sia pure i più grandi tormenti fino alla fine del mondo ». Gesù disse: « E sufficiente una cosa sola. Scenderai in terra e soffrirai molto, ma non per molto tempo ed eseguirai la Mia volontà ed i Miei desideri ed un Mio servo fedele ti aiuterà ad eseguirla. Ora posa il capo sul Mio petto, sul Mio Cuore ed attingivi forza e vigore per tutte le sofferenze, dato che altrove non troverai sollievo, né aiuto, né conforto. Sappi che avrai molto, molto da soffrire, ma questo non ti spaventi. Io sono con te ». Poco dopo mi ammalai. I disturbi fisici furono una scuola di pazienza per me. Solo Gesù sa quanti sforzi di volontà dovetti fare per adempiere i miei doveri. Gesù quando intende purificare un'anima, usa gli strumenti che vuole. La mia anima si sente completamente abbandonata dalle creature. Talvolta l'intenzione più retta viene interpretata male dalle suore. Questa è una sofferenza molto dolorosa, ma il Signore la permette e bisogna accettarla, perché questo ci fa assomigliare maggiormente a Gesù. Una cosa non sono riuscita a comprendere per molto tempo, cioè che Gesù mi ordinava di dire tutto ai superiori, mentre i superiori non credevano alle mie parole e mi commiseravano come fossi stata una povera illusa o una vittima della mia fantasticheria. Per questo motivo, temendo di essere un'illusa, decisi di evitare interiormente Dio, dato che avevo paura delle illusioni. Ma la grazia di Dio m'inseguiva ad ogni passo e quando meno me l'aspettavo, Iddio mi rivolgeva la parola. Un giorno Gesù mi disse che avrebbe fatto scendere il castigo su di una città, che è la più bella della nostra Patria. il castigo doveva essere uguale a quello inflitto da Dio a Sodoma e Gomorra. Vidi la grande collera di Dio ed un brivido mi scosse, mi trafisse il cuore. Pregai in silenzio. Un momento dopo Gesù mi disse: « Bambina Mia, unisciti strettamente a Me durante il sacrificio ed offri al Padre Celeste il Mio Sangue e le Mie Piaghe per impetrare il perdono per i peccati di quella città. Ripeti ciò senza interruzione per tutta la S. Messa. Fallo per sette giorni ». Il settimo giorno vidi Gesù su di una nuvola chiara e mi misi a pregare perché Gesù posasse il Suo sguardo sulla città e su tutto il nostro paese. Gesù diede uno sguardo benigno. Quando notai la benevolenza di Gesù, cominciai ad implorarne la benedizione. Ad un tratto Gesù disse: « Per te benedico l'intero paese » e fece con la mano un gran segno di croce sulla nostra Patria. Vedendo la bontà del Signore, l'anima mia fu inondata da una grande gioia. 1929. Una volta, durante la S. Messa, sentii la vicinanza di Dio in una maniera particolarissima, nonostante che mi difendessi e mi tenessi lontana da Lui. Talvolta sfuggivo a Dio proprio perché non volevo essere vittima dello spirito maligno, dato che qualcbe volta m avevano detto che lo ero. E questa incertezza durò per lungo tempo. Durante la S. Messa, prima della S. Comunione, ci fu la rinnovazione dei voti. Quando uscimmo dagli inginocchiatoi e cominciammo a pronunciare la formula dei voti, improvvisamente Gesù si mise accanto a me. Aveva una veste bianca ed una cintura d'oro e mi disse: « Ti concedo eterno amore, affinché la tua purezza sia intatta ed a conferma che non andrai mai soggetta a tentazioni impure ». Gesù si slacciò la cintura d'oro che aveva e con quella cinse i miei fianchi. Da quel momento non ho più provato alcun turbamento contrario alla virtù né nel cuore, né nella mente. Compresi in seguito che questa è una delle più grandi grazie, che mi aveva ottenuto la Santissima Vergine Maria, dato che per questa grazia l'avevo pregata per molti anni. Da allora è aumentata la mia devozione per la Madre di Dio. È Lei che mi ha insegnato ad amare interiormente Iddio e come adempire in tutto la Sua santa volontà. O Maria, Tu sei la gioia, poiché attraverso Te Iddio è sceso in terra e nel mio cuore. Una volta vidi un ministro di Dio in pericolo di commettere un peccato grave, che doveva avvenire da un momento all'altro. Presi a supplicare Dio che mandasse a me tutti i tormenti dell'inferno, tutti i dolori che voleva e in cambio chiesi la liberazione e l'allontanamento di quel sacerdote dall'occasione di commettere peccato. Gesù esaudì la mia preghiera ed all'istante sentii sulla testa la corona di spine. Le spine di quella corona mi penetrarono fino al cervello. Ciò durò tre ore ed il ministro di Dio fu liberato da quel peccato ed il Signore rafforzò la sua anima mediante una grazia speciale. Una volta, il giorno di Natale, sento che s'impossessa di me l'onnipotenza, la presenza di Dio. E di nuovo evito interiormente l'incontro col Signore. Domandai alla Madre Superiora il permesso di andare a «Jozefinek: », per fare una visita alle suore. La Madre Superiora ci diede il permesso e subito dopo il pranzo, cominciammo a prepararci. Le consorelle mi stavano già aspettando sulla porta del convento. Io andai di corsa nella cella a prendere la mantellina. Ritornando dalla cella e passando vicino alla piccola cappellina, sulla soglia scorsi Gesù, il quale mi disse queste parole: « Va' pure, ma Io ti prendo il cuore ». Ed all'improvviso avvertii di non avere più il cuore nel petto. Dato che le suore mi avevano fatto osservare che dovevo andare più in fretta poiché era già tardi, me ne andai immediatamente con loro. Ma una grande insoddisfazione cominciò ad opprimermi. Una strana nostalgia s'impadronì di me. Nessuno però, tranne il Signore, era al corrente di quello che era avvenuto nella mia anima. Quando ci eravamo trattenute un attimo a « Jòzefinek », io dissi alle consorelle: « Torniamo a casa ». Le suore chiesero di riposarsi almeno un momento, ma il mio spirito non riusciva a trovar pace. Mi giustificai dicendo che dovevamo tornare prima che si facesse buio, dato che c'è un bel tratto di strada, e tornammo subito a casa. Quando la Madre Superiora ci incontrò nel corridoio, mi domandò: « Non siete ancora partite o siete già tornate? ». Risposi che eravamo già rientrate, perché non volevo tornare di sera. Mi tolsi la mantellina e mi recai immediatamente nella piccola cappella. Appena entrai, Gesù mi disse: «Vai dalla Madre Superiora e dille che non è vero che sei tornata per essere a casa prima di sera, ma perché ti ho portato via il cuore ». Sebbene la cosa mi costasse molto, andai dalla Superiora e dissi sinceramente il motivo per il quale ero tornata così presto e chiesi perdono al Signore per tutto quello che a Lui non piace. E subito Gesù inondò la mia anima di una grande gioia. Compresi che, all'infuori di Dio, non c’è contentezza da nessuna parte. Una volta vidi due suore che stavano per entrare nell'inferno. Un dolore indescrivibile mi strinse l'anima. Pregai Iddio per loro e Gesù mi disse: «Va' dalla Madre Superiora e dille che quelle due suore si trovano nell'occasione di commettere un peccato grave ». il giorno dopo lo dissi alla Superiora. Una di esse è già in stato di fervore; l'altra sta sostenendo una grande battaglia. Una volta Gesù mi disse: “Abbandonerò questa casa.. poiché vi sono cose che non Mi piacciono”. E l'Ostia uscì dal tabernacolo e si posò nelle mie mani, ed io con gioia la riposi nel tabernacolo. Il fatto si ripeté una seconda volta e io feci lo stesso. Ma la cosa si ripeté una terza volta e l'Ostia si trasformò nel Signore Gesù vivo, e Gesù mi disse: « Io non rimarrò qui più a lungo». Allora nella mia anima si risvegliò improvvisamente un grande amore per Gesù e dissi: « E io non Ti lascerò partire, Gesù, da questa casa ». E Gesù scomparve di nuovo e l'Ostia si posò nelle mie mani. La riposi nuovamente nella pisside e chiusi il tabernacolo. E Gesù rimase con noi. Per tre giorni mi preoccupai di fare l'adorazione riparatrice. Una volta Gesù mi disse: « Fa' sapere alla Madre Generale che in questa casa... succede la tal cosa... che non Mi piace e che Mi offende molto». Non lo feci sapere subito alla Madre; ma il turbamento che m'inviò il Signore, non mi permise d'attendere un momento di più e scrissi subito alla Madre Generale e la pace ritornò nella mia anima. Sperimentavo spesso sul mio corpo la Passione del Signore, sebbene ciò non fosse visibile all'esterno; di questo sono contenta, poiché Gesù vuole così. Ma questo durò per un breve periodo. Quelle sofferenze accesero nella mia anima il fuoco dell'amore per Iddio e per le anime immortali. L'amore sopporterà tutto; l'amore andrà oltre la morte; l'amore non teme niente. 22 FEBBRAIO 1931. La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l'altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l'uno e l'altro pallido. Muta tenevo gli occhi fissi sul Signore; l'anima mia era presa da timore, ma anche da gioia grande. Dopo un istante, Gesù mi disse: « Dipingi un'immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l'anima, che venererà quest'immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell'ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come Mia propria gloria ». Quando ne parlai al confessore, ricevetti questa risposta: « Questo riguarda la tua anima ». Mi disse così: “Dipingi l'immagine divina nella tua anima”. Quando lasciai il confessionale, udii di nuovo queste parole: « La Mia immagine c'è già nella tua anima. Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l'immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia. Desidero che i sacerdoti annuncino la Mia grande Misericordia per le anime dei peccatori. Il peccatore non deve aver paura di avvicinarsi a Me». « Le fiamme della Misericordia Mi divorano; voglio riversarle sulle anime degli uomini». Poi Gesù si lamentò con me dicendomi: « La sfiducia delle anime Mi strazia le viscere. Ancora di più Mi addolora la sfiducia delle anime elette. Nonostante il Mio amore inesauribile non hanno fiducia in Me. Nemmeno la Mia morte è stata sufficiente per loro. Guai alle anime che ne abusano! ». Quando dissi alla Madre Superiora che Iddio voleva questo da me, la M. Superiora mi rispose che Gesù doveva farlo riconoscere più chiaramente con qualche segno. Quando pregai Gesù di dare qualche segno a dimostrazione che “sei veramente Tu, Dio e Signore Mio, e che da Te vengono queste richieste”, udii nel mio intimo questa voce: « Mi farò conoscere dalle Superiore attraverso le grazie che concederò mediante questa immagine ». Quando volevo liberarmi da queste ispirazioni interiori, Iddio mi disse che nel giorno del Giudizio mi avrebbe chiesto conto di un gran numero di anime. Una volta che mi sentivo tremendamente stanca per le molte difficoltà che avevo per il fatto che Gesù mi parlava ed esigeva che venisse dipinta quell'immagine, decisi fra di me fermamente di chiedere al Padre Andrasz, prima dei voti perpetui, di sciogliermi da quelle ispirazioni interiori e dall'obbligo di dipingere quell'immagine. Ascoltata la confessione, il Padre Andrasz mi diede questa risposta: « Non la sciolgo da nulla, sorella, e non le è permesso sottrarsi a queste ispirazioni interiori, ma deve assolutamente parlare di tutto al confessore, nel modo più assoluto, altrimenti andrà fuori strada, nonostante queste grandi grazie del Signore. Momentaneamente lei si confessa da me, ma sappia bene che deve avere un confessore fisso, cioè un direttore spirituale ». Ne rimasi enormemente mortificata. Pensavo di potermi liberare da tutto, ed invece era avvenuto proprio il contrario: ora avevo l'ordine esplicito di ubbidire alla richiesta di Gesù. E di nuovo il tormento di non avere un confessore fisso. E se per un certo tempo mi confesso da qualcuno, non posso rivelargli la mia anima per quanto riguarda le grazie. Ne soffro in modo incredibile. Prego Gesù di concedere queste grazie a qualcun altro, perché io non so utilizzarle e le spreco soltanto. « Gesù, abbi compassione di me. Non affidarmi cose tanto grandi. Vedi bene che sono un pugno di polvere buono a nulla ». Tuttavia la bontà di Gesù è infinita. Mi aveva promesso un aiuto visibile in terra e l'ho ricevuto dopo poco tempo a Wilno. Ho riconosciuto in Don Sopocko quell'aiuto divino. L'avevo conosciuto prima di arrivare a Wilno grazie ad una visione interiore. Un giorno lo vidi nella nostra cappella tra l'altare ed il confessionale. Avevo udito improvvisamente nel mio intimo una voce: « Ecco l'aiuto visibile per te sulla terra. Egli ti aiuterà a fare la Mia volontà sulla terra ». Una volta che ero stanca di queste incertezze domandai a Gesù: « Gesù, sei Tu il mio Dio o sei un fantasma? I Superiori infatti mi dicono che capitano illusioni e fantasmi di vario genere. Se sei il mio Signore Ti prego di benedirmi ». Allora Gesù fece un gran segno di croce su di me e io mi segnai. Quando chiesi perdono a Gesù per quella domanda, Gesù mi rispose che con quella domanda non Gli avevo recato alcun dispiacere ed il Signore mi disse inoltre che la mia fiducia Gli piaceva molto. 1933 CONSIGLI SPIRITUALI DATIMI DA PADRE ANDRASZ S. J. Primo. Non le è lecito, sorella, sfuggire a queste ispirazioni interiori ma deve informare di tutto il confessore. Se lei riconosce che tali ispirazioni interiori riguardano, ossia sono di vantaggio alla sua anima o ad altre anime, la prego di ascoltarle e non le è permesso trascurarle, ma sempre d'accordo col proprio confessore. Secondo. Se queste ispirazioni non concordano con la fede e con lo spirito della Chiesa, bisogna respingerle immediatamente, poiché provengono dallo spirito maligno. Terzo. Se queste ispirazioni non riguardano le anime in generale, né il loro bene in particolare, allora, sorella, non se ne preoccupi eccessivamente, e non le prenda affatto in considerazione. Tuttavia non decida da sola in questa materia in un senso e nell'altro, poiché può andare fuori strada, nonostante queste grandi grazie del Signore. Umiltà, umiltà e sempre umiltà, poiché noi da soli non possiamo nulla. Tutto questo è soltanto grazia di Dio. Mi dice che Iddio esige tanta fiducia dalle anime; ebbene sia lei la prima a dare la dimostrazione di tale fiducia. Ancora una parola: accetti tutto questo con serenità. Parola di uno dei confessori: Sorella, Iddio le prepara molte grazie particolari, ma lei faccia in modo che la sua vita sia pura come le lacrime davanti al Signore, senza badare a quello che potranno pensare di lei. Le basti Iddio e Lui solo. Verso la fine del noviziato il confessore mi disse queste parole: Avanza nella vita facendo del bene, in modo che sulle pagine della tua vita io possa scrivere: visse facendo del bene. Iddio realizzi questo in lei, sorella. Un'altra volta il confessore mi disse: si comporti davanti al Signore come la vedova del Vangelo, la quale benché avesse deposto nel tesoro una moneta spicciola di poco valore, dal Signore fu ritenuta più meritevole di quelli che avevano fatto ricche offerte. Un'altra volta ricevetti questo insegnamento: si comporti in modo che chiunque si avvicini a lei, se ne parta felice. Diffonda attorno a sé il profumo della felicità, poiché da Dio ha ricevuto molto e quindi deve dare molto agli altri. Che tutti possano ripartire felici da lei, anche se hanno appena sfiorato l'orlo della sua veste. Ricorda bene le parole che ti ho detto ora. Un'altra volta mi disse queste parole: permetta al Signore di spingere la navicella della sua vita in alto mare, sulle acque immensamente profonde della vita interiore. Alcune parole di un colloquio avuto con la Madre Maestra verso la fine del noviziato: la caratteristica particolare della sua anima sia la semplicità e l'umiltà. Vada attraverso il cammino della vita come una bambina, sempre fiduciosa, sempre provvista di semplicità ed umiltà, contenta di tutto, felice di tutto. Là dove le altre anime si spaventano, lei, sorella, passi tranquillamente grazie alla semplicità ed all'umiltà. Questo, sorella, lo ricordi per tutta la vita: come le acque scendono dai monti verso le valli, così le grazie del Signore scendono soltanto sulle anime umili. O mio Dio, comprendo bene che vuoi da me l'infanzia spirituale, dato che me la chiedi continuamente tramite i Tuoi rappresentanti. Le sofferenze e le contrarietà all'inizio della vita religiosa mi avevano spaventata e mi avevano tolto il coraggio. Per questo pregavo continuamente perché Gesù mi rendesse più forte e mi concedesse il vigore del Suo Santo Spirito, per poter adempiere in tutto la Sua santa Volontà, poiché fin dall'inizio conoscevo e conosco tuttora la mia debolezza. So bene chi sono da me stessa, poiché Gesù ha svelato agli occhi della mia anima tutto l'abisso della mia miseria e pertanto mi rendo conto perfettamente che tutto quello che c'è di buono nella mia anima è soltanto frutto della Sua santa grazia. La consapevolezza della mia miseria mi fa conoscere in pari tempo l'abisso della Tua Misericordia. Nella mia vita interiore guardo con un occhio verso l'abisso di miseria e di abiezione che sono io, e con l'altro occhio verso l'abisso della Tua Misericordia, o Dio. O mio Gesù, Tu sei la vita della mia vita. Tu sai bene che non desidero nient'altro all'infuori della gloria del Tuo Nome e che le anime conoscano la Tua bontà. Perché le anime si tengono lontano da Te, o Gesù? Questo proprio non lo capisco. Oh! potessi io dividere il mio cuore in minime particelle e offrirtele, o Gesù, in modo che ogni particella fosse come un cuore intero, nell'intento di compensarTi, almeno in parte per i cuori che non Ti amano! Ti amo, Gesù, con ogni goccia del mio sangue e lo verserei volentieri per Te, per darTi la prova del mio amore sincero. O Dio, più Ti conosco e meno riesco a comprenderTi, ma questa mia incapacità a comprenderTi mi fa capire quanto sei grande, o Dio. E questa impossibilità a comprenderTi accende una nuova fiamma nel mio cuore per Te, o Signore. Dal momento in cui mi hai permesso, o Gesù, di immergere lo sguardo della mia anima in Te, riposo e non desidero nient'altro. Ho trovato la mia destinazione nel momento in cui la mia anima è annegata in Te, unico oggetto del mio amore. Tutto è nulla se lo si confronta con Te. Le sofferenze, le contrarietà, le umiliazioni, gli insuccessi, i sospetti che gravano su di me, sono fuscelli che ravvivano il mio amore verso di Te, o Gesù. Pazzi ed irrealizzabilì sono i miei desideri. Desidero nascondere a Te che soffro. Per I i miei sforzi e le mie opere buone desidero non essere mai ricompensata. O Gesù, Tu solo sei la mia ricompensa. Tu mi basti, o Tesoro del mio cuore. Desidero condividere le sofferenze del prossimo e tener nascoste nel cuore le mie sofferenze non solo al prossimo, ma anche a Te, o Gesù. Le sofferenze sono una grande grazia. Attraverso la sofferenza l'anima diviene simile al Salvatore; nella sofferenza l'amore si cristallizza: maggiore è la sofferenza, più puro diviene l'amore. Una volta di notte venne a trovarmi una delle nostre suore, che era morta due mesi prima. Era una suora del primo coro. La vidi in uno stato spaventoso: tutta avvolta dalle fiamme, con la faccia dolorosamente stravolta. L'apparizione durò un breve momento e scomparve. I brividi trapassarono la mia anima, ma pur non sapendo dove soffrisse, se in purgatorio o all'inferno, raddoppiai in ogni caso le mie preghiere per lei. La notte seguente venne di nuovo ed era in uno stato ancora più spaventoso, tra fiamme più fitte, sul suo volto era evidente la disperazione. Rimasi molto sorpresa di vederla in condizioni più orribili, dopo le preghiere che avevo offerto per lei e le chiesi: « Non ti hanno giovato per nulla le mie preghiere? ». Mi rispose che le mie preghiere non le erano servite a nulla e che niente poteva aiutarla. Domandai: « E le preghiere fatte per te da tutta la Congregazione, anche quelle non ti hanno giovato niente? ». Mi rispose: « Niente. Quelle preghiere sono andate a profitto di altre anime ». E io le dissi: «Se le mie preghiere non le giovano per niente, la prego di non venire da me ». E scomparve immediatamente. Io però non cessai di pregare. Dopo un certo tempo venne di nuovo da me di notte, ma in uno stato diverso. Non era tra le fiamme come prima ed il suo volto era raggiante, gli occhi brillavano di gioia e mi disse che avevo il vero amore per il prossimo, che molte altre anime avevano avuto giovamento dalle mie preghiere e mi esortò a non cessare di pregare per le anime sofferenti nel purgatorio e mi disse che essa non sarebbe rimasta a lungo in purgatorio. I giudizi di Dio sono veramente misteriosi! 1933. Una volta udii nel mio intimo questa voce: « Fa' una novena per la Patria. La novena consisterà nelle litanie dei Santi. Chiedi il permesso al confessore ». Durante la successiva confessione ottenni il permesso e la sera iniziai subito la novena. Verso la fine delle litanie vidi un grande chiarore ed in esso Dio Padre. Fra quel chiarore e la terra vidi Gesù inchiodato sulla croce in modo tale che Iddio, volendo guardare sulla terra, doveva guardare attraverso le Piaghe di Gesù. E compresi che per riguardo di Gesù Iddio benediva la terra. Gesù, Ti ringrazio per questa grande grazia, cioè per il confessore, che Tu stesso Ti sei degnato di scegliermi e che mi hai fatto vedere in visione prima che lo conoscessi di persona. Quando ero andata a confessarmi da Padre Andrasz, pensavo che sarei stata liberata dalle mie ispirazioni interiori. Il Padre mi rispose che non mi poteva liberare, ma: « Preghi, sorella, per ottenere un direttore spirituale ». Dopo una breve e fervida preghiera vidi di nuovo Don Sopocko nella nostra cappella fra il confessionale e l'altare. Allora mi trovavo a Cracovia. Queste due visioni mi rafforzarono tanto più nello spirito in quanto lo trovai così come lo avevo visto in visione sia a Varsavia durante la terza probazione, sia a Cracovia. Gesù, Ti ringrazio per questa grande grazia. Adesso tremo quando sento dire talvolta da qualche anima che non ha il confessore, cioè il direttore spirituale. So bene infatti quali gravi danni ho avuto io stessa quando non avevo questo aiuto. Senza un direttore spirituale si può andare facilmente fuori strada. O vita grigia e monotona, quanti tesori in te! Nessun'ora è uguale all'altra, per cui il grigiore e la monotonia scompaiono, quando considero ogni cosa con l'occhio della fede. La grazia elargita a me in quest'ora, non si ripeterà nell'ora successiva. Mi verrà data anche nell'ora successiva, ma non sarà più la stessa. il tempo passa e non ritorna più. Ciò che contiene in sé, non si cambierà mai: lo sigilla col sigillo per l'eternità. Don Sopocko dev'essere molto amato dal Signore. Lo dico perché ho avuto modo di constatare quanto il Signore si preoccupi per lui in certi momenti Nel notare ciò sono enormemente lieta che il Signore abbia degli eletti di questo genere. 1928. LA GITA A KALWARIA. Ero venuta a Wilno per due mesi a sostituire una suora, che era andata alla terza probazione, ma mi trattenni un po' più di due mesi. Un giorno la Madre Superiora, volendomi fare una cortesia, mi diede il permesso di andare, in compagnia di un'altra suora, a Kalwaria, a fare il così detto « giro dei sentierini ». Ne fui molto contenta. Dovevamo andare col battello, benché fosse così vicino; ma tale era il desiderio della Madre Superiora. La sera Gesù mi disse: « Io desidero che tu rimanga a casa ». Risposi: « Gesù, ormai è già tutto preparato, che dobbiamo partire domattina. Che faccio io adesso? ». Ed il Signore mi rispose: « Questa gita arrecherà danno alla tua anima ». Risposi a Gesù: « Tu puoi sempre porvi rimedio. Disponi le circostanze in modo tale che sia fatta la Tua volontà ». In quel momento suonò il campanello per il riposo. Con uno sguardo salutai Gesù e andai nella cella. La mattina è una bella giornata. La mia compagna si rallegra pensando che avremo una grande soddisfazione, che potremo visitare tutto; ma io ero sicura che non saremmo partite, sebbene fino a quel momento non ci fosse stato alcun ostacolo ad impedirci di partire. Dovevamo ricevere per tempo la S. Comunione e partire subito dopo il ringraziamento. All'improvviso, durante la S. Comunione, la giornata da bella che era cambiò completamente. Le nuvole, venute non si sa da dove, coprirono tutto il cielo e cominciò una pioggia torrenziale. Erano tutti stupiti, dato che in una giornata così bella chi poteva aspettarsi la pioggia e che cambiasse a quel modo in così poco tempo? La Madre Superiora mi disse: « Quanto mi dispiace che non possiate partire! ». Risposi: « Cara Madre, non fa nulla che non siamo partite: Dio vuole che restiamo a casa ». Nessuno però sapeva che era espresso desiderio di Gesù che restassi in casa. Trascorsi tutta la giornata nel raccoglimento e nella meditazione; ringraziai il Signore per avermi trattenuta in casa. In quel giorno Dio mi concesse molte consolazioni celesti. Una volta, in noviziato, avendomi la Madre Maestra destinata alla cucina delle figliole, mi affrissi assai di non essere in grado di maneggiare le marmitte, che erano enormi. La cosa più difficile per me era quella di scolare le patate; talvolta ne versavo fuori la metà. Quando lo dissi alla Madre Maestra, mi rispose che poco alla volta mi ci sarei abituata e avrei fatto pratica. Questa difficoltà tuttavia non scompariva, giacché le mie forze diminuivano ogni giorno e, per mancanza di forze, al momento di scolare le patate, mi tiravo indietro. Le suore accorsero che evitavo quel lavoro e se ne meravigliavano enormemente, non sapendo che non ero in grado di aiutarle, nonostante mi impegnassi con tutto lo zelo e senza riguardo di me stessa. Durante l'esame di coscienza di mezzogiorno, mi lamentai col Signore per la diminuzione delle forze. Fu allora che udii dentro di me queste parole: « Da oggi in poi, ti riuscirà assai facile; accrescerò le tue forze ». La sera, venuto il momento di scolare le patate, m'affrettai per prima, fiduciosa nelle parole del Signore. Afferrai la marmitta con disinvoltura e scolai le patate con facilità. Ma quando sollevai il coperchio per farne uscire il vapore, invece delle patate notai nella marmitta interi fasci di rose rosse, così belle che non riuscirei a descriverle. Mai prima d'allora ne avevo vedute di simili. Rimasi stupefatta, non potendo comprenderne il significato; ma in quell'istante udii in me una voce che diceva: «Il tuo duro lavoro Io lo trasformo in mazzi di stupendi fiori, mentre il loro profumo sale su fino al Mio trono». Da quel momento cercai di scolare le patate non solo durante la settimana assegnatami in cucina, ma feci di tutto per sostituire le mie compagne durante il loro turno. E non solamente in questo, ma in ogni altro lavoro faticoso cercavo di essere la prima a dare una mano, avendo sperimentato quanto ciò fosse gradito a Dio. O tesoro inesauribile della rettitudine dell'intenzione, che rendi perfette e tanto gradite al Signore tutte le nostre azioni! O Gesù, Tu sai quanto sono debole, perciò rimani sempre con me, guida le mie azioni e tutto il mio essere. Tu, o mio ottimo Maestro! Per la verità, o Gesù, m'investe la paura quando considero la mia miseria, ma nello stesso tempo mi tranquillizzo considerando la Tua insondabile Misericordia, che è più grande della mia miseria di tutta un'eternità. E questa disposizione d'animo mi riveste della Tua potenza. O gioia che deriva dalla conoscenza di me stessa! O Verità immutabile, eterna è la Tua saldezza! Quando, poco dopo i primi voti mi ammalai e, nonostante l'amorevole e premuroso interessamento dei Superiori e le cure dei medici, non mi sentii né meglio né peggio, allora cominciarono a giungermi voci che mi sospettavano di fingere. E così cominciò la mia sofferenza, che divenne doppia e durò per un tempo abbastanza lungo. Un giorno mi lamentai con Gesù, perché ero un peso per le consorelle. Gesù mi rispose: “Non vivi per te, ma per le anime. Dalle tue sofferenze trarranno vantaggio altre anime. Le tue prolungate sofferenze daranno loro la luce e la forza per uniformarsi alla Mia volontà” La sofferenza più dura per me consisteva nel fatto che mi sembrava che né le mie preghiere nè le buone azioni fossero gradite a Dio. Non avevo il coraggio di alzare gli occhi al cielo. Ciò mi causava una sofferenza così grande che diverse volte, quando ero in cappella per le preghiere comunitarie, la Madre Superiora, finite le preghiere mi chiamava presso di sé e mi diceva: « Chieda, sorella, a Dio grazia e consolazione perché, come noto in realtà io stessa e le Suore mi riferiscono, al solo vederla, sorella, lei suscita compassione. Non so proprio cosa fare con lei. Le ordino di non affliggersi per nessuna ragione ». Ma tutti questi colloqui con la Madre Superiora non mi procuravano sollievo, né alcun chiarimento della mia situazione. Un buio ancora più fitto mi nascondeva Dio. Cercavo aiuto nel confessionale, ma anche li non lo trovavo. Un pio sacerdote avrebbe voluto aiutarmi, ma io ero così degna di commiserazione che non riuscivo nemmeno a spiegargli i miei tormenti e questo mi causava una tortura ancora maggiore. Una tristezza mortale aveva invaso la mia anima a tal punto, che non riuscivo a nasconderla, ma era evidente anche all'esterno. Avevo perso la speranza. La notte diventava sempre più buia. Il sacerdote dal quale mi confessavo una volta mi disse: « Io vedo in lei, sorella, delle grazie particolari e sono completamente tranquillo sul suo conto. Perché dunque si tormenta tanto? ». Ma io allora questo non lo capivo e perciò mi meravigliavo enormemente quando per penitenza mi veniva ordinato di recitare il Te Deum od il Magniflcat e talvolta di sera dovevo correre velocemente per il giardino, oppure ridere forte dieci volte al giorno. Queste penitenze mi stupivano molto, ma ciononostante quel sacerdote non mi fu di molto aiuto. Evidentemente il Signore voleva che Lo adorassi con la sofferenza. Quel sacerdote mi confortava dicendo che in quello stato ero più gradita a Dio, che se avessi sovrabbondato nelle più grandi consolazioni. « Che grande grazia di Dio, sorella, che lei nell'attuale stato di tormenti spIrituali non offenda Dio, ma cerchi di esercitarsi nelle virtù. Io osservo la sua anima, sorella; vi scorgo grandi disegni da parte di Dio e grazie speciali e vedendo ciò in lei, sorella, ne rendo grazie al Signore ». Però, nonostante tutto, la mia anima si trovava in un supplizio e in un tormento inesprimibili. Imitavo il cieco, che si fida della propria guida e la tiene saldamente per mano e non mi allontanavo nemmeno un attimo dall'obbedienza, che fu la mia àncora di salvezza in quella prova di fuoco. O Gesù, Verità Eterna, consolida le mie deboli forze. Tu, Signore, puoi tutto. So che i miei sforzi senza di Te sono niente. O Gesù, non nasconderTi davanti a me, poiché io non posso vivere senza di Te. Ascolta il grido della mia anima. La Tua Misericordia, Signore, non si è esaurita, perciò abbi pietà della mia miseria. La Tua Misericordia supera l'intelligenza degli Angeli e degli uomini messi insieme e, sebbene a me sembri che Tu non mi ascolti, tuttavia ho posto la fiducia nel mare della Tua Misericordia e so che la mia speranza non rimarrà delusa. Soltanto Gesù sa quanto è pesante e difficoltoso compiere i propri doveri, quando un'anima è in quello stato di tormenti interiori, le forze fisiche sono ridotte e la mente è offuscata. Nel silenzio del mio cuore ripetevo a me stessa: « O Cristo, per Te le delizie e l'onore e la gloria e per me la sofferenza. Non m'attarderò nemmeno di un passo nel seguirTi, benché le spine mi trafiggano i piedi ». Quando fui mandata a curarmi nella casa di Plock, ebbi la fortuna di ornare di fiori la cappella. il fatto accadde a Biala. Suor Tecla non sempre aveva tempo e perciò spesso ornavo la cappella da sola. Un giorno raccolsi le rose più belle per abbellire la camera di una certa persona. Quando mi avvicinai al portico, vidi Gesù che era li in piedi nel portico e mi domandò amabilmente: « Figlia Mia, a chi porti quei fiori? ». il mio silenzio fu la risposta al Signore, dato che in quel momento mi resi conto che avevo un attaccamento molto sottile per quella persona, di cui in precedenza non m'ero accorta. Gesù scomparve immediatamente. Io all'istante gettai quei fiori per terra ed andai davanti al SS.mo Sacramento col cuore pieno di riconoscenza per la grazia di aver conosciuto me stessa. O Sole Divino, vicino ai Tuoi raggi l'anima nota anche i più piccoli granelli di polvere, che a Te non piacciono. O Gesù, Verità Eterna, nostra Vita, invoco e mendico la Tua Misericordia per i poveri peccatori. O Cuore dolcissimo del mio Signore, pieno di compassione e di insondabile Misericordia T'imploro per i poveri peccatori. O Cuore Santissimo, Sorgente di Misericordia, dal quale scaturiscono raggi di grazie inconcepibili per tutto il genere umano, da Te imploro la luce per i poveri peccatori. O Gesù, ricorda la Tua dolorosa Passione e non permettere che periscano anime redente col Tuo preziosissimo e santissimo Sangue. O Gesù, quando considero il grande prezzo del Tuo Sangue, gioisco per il suo grande valore, dato che una sola goccia sarebbe bastata per tutti i peccatori. Benché il peccato sia un abisso di cattiveria e d'ingratitudine, tuttavia il prezzo pagato per noi è assolutamente incomparabile. Pertanto ogni anima abbia fiducia nella Passione del Signore, speri nella Misericordia. Iddio non nega a nessuno la Sua Misericordia. il cielo e la terra possono cambiare, ma la Misericordia di Dio non si esaurisce. Oh! quale gioia arde nel mio cuore, quando considero questa Tua incomprensibile bontà, o Gesù mio. Voglio condurre ai Tuoi piedi tutti i peccatori, affinché lodino la Tua Misericordia per i secoli infiniti. O Gesù mio, benché una notte buia mi circondi e nuvole oscure mi velino l'orizzonte, so tuttavia che il sole non si spegne. O Signore, benché non Ti possa comprendere e non comprenda il Tuo operare, confido però nella Tua Misericordia. Se questa è la Tua volontà, o Signore, che io viva sempre in tale oscurità, Sii benedetto. Una cosa soltanto Ti chiedo, o mio Gesù, non permettere che io Ti offenda in nessun modo. O Gesù mio, Tu solo conosci la nostalgia e le sofferenze del mio cuore. Sono lieta di poter soffrire almeno un po' per Te. Quando sento che la sofferenza supera le mie forze, allora mi rifugio presso il Signore nel SS.mo Sacramento ed un profondo silenzio è il mio colloquio col Signore. CONFESSIONE DI UNA NOSTRA EDUCANDA. Da un certo momento, cioè da quando una forza misteriosa cominciò a sollecitarmi, affinché m'interessassi di quella festa e perché venisse dipinta quell'immagine, non riesco a trovar pace. Qualche cosa mi trapassa da parte a parte, tuttavia mi assale un certo timore di essere vittima di un'illusione. Però questi dubbi sono venuti sempre dall'esterno, dato che nel profondo del mio essere sentivo che era il Signore che mi trafiggeva l'anima. Il confessore dal quale a quel tempo andavo a confessarmi, mi aveva detto che si verificano casi di illusioni e io sentivo che quel sacerdote aveva quasi paura di confessarmi. Questo era un tormento per me. Quando m'accorsi che dagli uomini avevo ben poco aiuto, mi rifugiai maggiormente nel Signore, il miglior Maestro. In un certo momento, quando s'impossessò di me il dubbio se la voce che mi parlava provenisse o meno dal Signore, in quello stesso momento mi rivolsi al Signore con un colloquio interiore senza proferire una parola. Ad un tratto una certa forza penetrò nella mia anima e dissi: « Se Tu sei veramente il mio Dio, che tratti intimamente con me e mi parli, Ti chiedo, Signore, che quell'educanda vada a confessarsi oggi stesso; questo segno mi rafforzerà ». In quello stesso momento quella ragazza chiese di potersi confessare. La Madre della classe fu meravigliata del suo improvviso cambiamento, ma si preoccupò di chiamare un sacerdote e quella persona si confessò con grande contrizione. All'improvviso udii nel mio intimo questa voce: «Mi credi ora?». E di nuovo una forza strana penetrò nella mia anima e mi rassicurò e mi rafforzò a tal punto, che io stessa mi stupii d'aver potuto dubitare anche per un solo istante. Questi dubbi però provenivano sempre dall'esterno e ciò m'indusse a chiudermi sempre più in me stessa. Quando durante la santa confessione avverto l'indecisione del sacerdote, non svelo a fondo la mia anima, ma mi accuso soltanto dei peccati. Non dà serenità ad un'anima il sacerdote, se non la possiede lui stesso. O sacerdoti, ceri accesi per illuminare le anime, la vostra luce non Si offuschi mai! Compresi che non era volontà di Dio che svelassi allora a fondo la mia anima. Questa grazia il Signore me la concesse in seguito. O mio Gesù, guida la mia mente. Prendi il possesso completo di tutto il mio essere. Chiudimi in fondo al Tuo Cuore e difendimi dagli assalti del nemico. In Te l'unica mia speranza. Parla attraverso la mia bocca quando io, estremamente misera, sarò davanti ai potenti ed ai sapienti, affinché riconoscano che questa causa è Tua e proviene da Te. TENEBRE E TENTAZIONI. La mia mente era stranamente ottenebrata; nessuna verità mi sembrava chiara. Quando mi parlavano di Dio, il mio cuore era come un sasso. Non riuscivo a trarre dal cuore nemmeno un sentimento d'amore per Lui. Quando con uno sforzo della volontà cercavo di stare vicino al Signore, provavo gravissimi tormenti e mi sembrava con ciò di spingere Iddio ad un'ira ancora maggiore. Non ero assolutamente in grado di meditare, com'ero solita fare in precedenza. Sentivo un grande vuoto nell'anima e non riuscivo a riempirlo con nulla. Cominciai a soffrire la fame e la nostalgia di Dio, ma constatavo la mia completa impotenza. Provai a leggere adagio, frase dopo frase, ed a meditare in quel modo, ma anche questo fu inutile; non capivo niente di quello che leggevo. Davanti agli occhi della mia anima c'era continuamente tutto l'abisso della mia miseria. Quando andavo in cappella per qualche pratica di pietà, provavo ancora maggiori tormenti e tentazioni. Talvolta per tutta la durata della S. Messa lottavo con pensieri blasfemi, che premevano per giungere alle mie labbra. Provavo avversione per i santi Sacramenti. Mi sembrava di non ricavare alcuno dei benefici che i santi Sacramenti procurano. Mi accostavo ad essi solo per obbedire al confessore e questa cieca obbedienza era per me l’unica via attraverso la quale dovevo procedere e la mia àncora di salvezza. Quando un sacerdote mi spiegò che queste sono prove mandate da Dio e che « nello stato in cui sei, non solo non offendi Dio, ma Gli sei molto gradita; questo è un segno che Iddio ti ama immensamente e che ha molta fiducia in te, dato che ti visita con queste prove », queste parole però non mi diedero alcun conforto; mi sembrava anzi che non si riferissero affatto a me. Una cosa mi stupiva. Talvolta capitava, quando soffrivo tremendamente, che, nel momento in cui mi avvicinavo alla santa confessione, cessavano all'improvviso quei terribili tormenti; ma appena mi allontanavo dalla grata, tutti quei tormenti si abbattevano su di me con un accanimento ancora maggiore. Allora cadevo con la faccia a terra davanti al SS.mo Sacramento e ripetevo queste parole: « Anche se mi uccidessi, io confiderò in Te. Mi sembrava di morire per quelle sofferenze. Il pensiero che mi tormentava di più era quello di essere respinta da Dio. E poi seguivano altri pensieri: A che scopo impegnarmi per la virtù e le buone azioni? Perché mortificarsi e annientarsi? Perché emettere i voti? Perché pregare? Perché sacrificarsi e annientarsi? Perché far di sé un olocausto ad ogni passo? Con che vantaggio, se sono già respinta da Dio? A che pro questi sforzi? E qui Dio solo sa quello che avveniva nel mio cuore. In un momento in cui ero tremendamente schiacciata da queste sofferenze, andai in cappella e dissi dal profondo dell'amma queste parole: « Fa' di me, o Gesù, quello che Ti piace. Io Ti adorerò ovunque. E avvenga in me tutta la Tua volontà, o Signore e Dio mio, e io glorificherò la Tua infinita Misericordia ». In seguito a quest'atto di sottomissione cessarono quei terribili tormenti. All'improvviso vidi Gesù, che mi disse: « Io sono sempre nel tuo cuore ». Una gioia indicibile inondò la mia anima e la riempì di tanto amor di Dio, che infiammò il mio povero cuore. Vedo che Iddio non permette mai prove al di sopra di quello che possiamo sopportare. Oh! non mi spavento affatto: se manda all'anima grandi tribolazioni, la sostiene con una grazia ancora più grande, sebbene noi non la notiamo. Un solo atto di fiducia in quei momenti, dà più gloria a Dio che molte ore passate nel godimento di consolazioni durante la preghiera. Ora vedo che, se Dio vuole tenere un'anima nelle tenebre, nessun libro né alcun confessore riuscirà ad illuminarla. O Maria, Madre e Signora mia, affido a Te la mia anima ed il mio corpo, la mia vita e la mia morte e ciò che verrà dopo. Metto tutto nelle Tue mani. O Madre mia, copri col Tuo manto verginale la mia anima e concedimi la grazia della purezza del cuore, dell'anima e del corpo e difendimi con la Tua potenza da tutti i nemici e soprattutto da quelli che nascondono la loro malvagità sotto la maschera della virtù. O splendido Giglio, Tu sei il mio specchio, o Madre mia. O Gesù, divino Prigioniero d'amore, quando rifletto sul Tuo amore e sul Tuo annientamento per me, i sensi mi vengono meno. Nascondi la Tua incomprensibile maestà e Ti abbassi fino a me miserabile. O Re della gloria, sebbene Tu nasconda la Tua bellezza, tuttavia lo sguardo della mia anima squarcia il velo. Vedo i cori degli angeli, che incessantemente Ti rendono onore e tutte le Potenze del cielo, che incessantemente Ti adorano ed incessantemente proclamano: Santo, Santo, Santo. Oh, chi mal potrà comprendere il Tuo amore e la Tua insondabile Misericordia verso di noi? O Prigioniero d'amore, chiudo il mio povero cuore in questo tabernacolo, perché Ti adori incessantemente, giorno e notte. Non conosco impedimenti in questa adorazione e, anche se sarò fisicamente lontana, il mio cuore è sempre con Te. Niente può costituire un ostacolo al mio amore verso di Te. Non esistono impedimenti per me. O Gesù mio, Ti consolerò per tutte le ingratitudini, per le bestemmie, per la tiepidezza, per l'odio dei senza-dio, per i sacrilegi. O Gesù, desidero ardere come vittima pura e consumata davanti al trono del Tuo nascondimento. T'imploro incessantemente per i peccatori agonizzanti. O Santissima Trinità, Indivisibile, unico Dio, sii benedetta per questo grande dono e testamento di misericordia! O Gesù mio, in riparazione delle bestemmie, tacerò quando sarò rimproverata ingiustamente, per ricompensarTi in questo modo almeno in piccola parte. Innalzo a te nella mia anima un inno incessante e questo nessuno lo immagina, né lo comprende. Il canto della mia anima è noto soltanto a Te, o mio Creatore e Signore. Non mi lascerò assorbire dalla frenesia del lavoro fino al punto di dimenticarmi di Dio Tutti i momenti liberi li passerò ai piedi del Maestro nascosto nei SS.mo Sacramento. È Lui che m'istruisce fin dai miei più teneri anni. «Scrivi questo: prima di venire come Giudice giusto, vengo come Re di Misericordia. Prima che giunga il giorno della giustizia, sarà dato agli uomini questo segno in cielo: si spegnerà ogni luce in cielo e ci sarà una grande oscurità su tutta la terra. Allora apparirà in cielo il segno della Croce e dai fori, dove furono inchiodati i piedi e le mani del Salvatore, usciranno grandi luci che per qualche tempo illumineranno la terra. Ciò avverrà poco tempo prima dell'ultimo giorno». O Sangue e Acqua, che scaturisti dal Cuore di Gesù, come sorgente di Misericordia per noi, confido in Te. Wilno, 2.VIII.1934. Venerdì, dopo la S. Comunione, venni trasportata in ispirito davanti al trono di Dio. Davanti al trono di Dio vidi le Potenze celesti, che adorano Dio incessantemente. Al di là del trono vidi uno splendore inaccessibile alle creature; vi entra soltanto il Verbo Incarnato, come Mediatore. Quando Gesù penetrò in quello splendore, sentii queste parole: “Scrivi subito quello che ascolti: sono il Signore nella Mia Essenza e non conosco imposizioni né bisogni. Se chiamo delle creature alla vita, questo è per l'abisso della Mia Misericordia”. In quello stesso momento mi vidi nella nostra cappella come prima, nel mio inginocchiatoio; la S. Messa era terminata; queste parole le trovai già scritte. Allorché vidi quanto il mio confessore doveva soffrire a causa di quest'opera, che Iddio suo tramite sta mandando avanti, mi spaventai per un momento e dissi al Signore: Gesù, dopotutto quest'impresa è Tua e perché ti comporti così con lui, sembra quasi che gliela ostacoli, mentre esigi che la attui? “Scrivi che giorno e notte il Mio sguardo riposa su di lui e che permetto queste contrarietà per aumentare i suoi meriti. Io do la ricompensa non per il risultato positivo, ma per la pazienza e la fatica sopportata per Me ». Wilno, 26.X.1934. Venerdì, mentre dall'orto andavo a cena con le educande, erano le sei meno dieci, vidi Gesù sulla nostra cappella, con lo stesso aspetto di quando L'avevo visto la prima volta: così come è dipinto in questa immagine. I due raggi, che uscivano dal Cuore di Gesù, coprirono la nostra cappella e l'infermeria e poi tutta la città e si estesero sul mondo intero. Ciò durò forse circa quattro minuti e poi scomparve. Anche una delle figliole, che era assieme a me un po dietro alle altre, vide quei raggi, ma non vide Gesù e non vide da dove uscivano i raggi. Rimase molto impressionata e lo raccontò alle altre ragazze. Le ragazze cominciarono a ridere di lei dicendole che le era sembrato di vedere qualcosa e forse era una luce proveniente da un aereo, ma essa rimase saldamente ferma sulla propria opinione e disse che mal in vita sua aveva visto raggi di quel genere. Dato che le ragazze le obiettarono anche che forse quello era un riflettore, essa allora rispose che conosceva la luce dei riflettori. « Raggi così non ne avevo visti mai ». Quella ragazza dopo cena si rivolse a me e mi disse che quei raggi l'avevano talmente impressionata, che non riusciva a darsi pace: « Continuamente ne avrei parlato »; eppure non aveva visto Gesù. E mi ricordava continuamente quei raggi, mettendomi così in un certo imbarazzo, dato che non potevo dirle di aver visto Gesù. Pregai per questa cara anima, perché il Signore le concedesse le grazie di cui aveva tanto bisogno. Il mio cuore si rallegrò, perché Gesù stesso si fa conoscere nella Sua opera. Benché abbia avuto per questo motivo grandi dispiaceri, tuttavia per Gesù si può sopportare tutto. Quando andai all'adorazione, sentii la vicinanza di Dio. Dopo un momento vidi Gesù e Maria. Quella visione riempì la mia anima di gioia e chiesi al Signore: Quale è, Gesù, la Tua volontà in questa questione, sulla, quale il confessore mi ordina di interpellarTi? Gesù mi rispose: « E Mia volontà che stia qui e che non si licenzi ». E domandai a Gesù se andava bene la scritta: « Cristo, Re di Misericordia ». Gesù mi rispose: « Sono Re di Misericordia », e non disse: « Cristo ». « Desidero che questa immagine venga esposta al pubblico la prima domenica dopo Pasqua. Tale domenica è la festa della Misericordia. Attraverso il Verbo Incarnato faccio conoscere l'abisso della Mia Misericordia ». Avvenne in modo mirabile! Come il Signore aveva chiesto, il primo tributo di venerazione per questa immagine da parte della folla ebbe luogo una prima domenica dopo Pasqua. Per tre giorni quest'immagine fu esposta al pubblico e fu oggetto della pubblica venerazione. Era stata sistemata ad Ostra Brama su di una finestra in alto, per questo era visibile da molto lontano. Ad Ostra Brama venne celebrato un triduo solenne a chiusura del Giubileo della Redenzione del Mondo, per il 19° centenario della Passione del Salvatore. Ora vedo che l'opera della Redenzione è collegata con l'opera della Misericordia richiesta dal Signore. Un certo giorno vidi interiormente quanto dovrà soffrire il mio confessore. Gli amici ti abbandoneranno e tutti ti contrasteranno e le forze fisiche diminuiranno. Ti ho visto come un grappolo d'uva, scelto dal Signore e gettato sotto il torchio delle sofferenze. In certi momenti, padre, la tua anima sarà piena di dubbi per quanto riguarda quest'opera e me. E vidi come se Iddio stesso gli fosse contrario e domandai al Signore perché si comportasse così con lui, come se gli rendesse difficile quello che ordina Ed il Signore disse: « Mi comporto così con lui, per far comprendere che quest'opera è Mia. Digli che non abbia paura di nulla. Il Mio sguardo è rivolto giorno e notte su di lui. Nella sua corona ci saranno tante corone quante sono le anime che si salveranno tramite quest'opera. Io do il premio per le sofferenze, non per il buon esito nel lavoro ». O mio Gesù, Tu solo sai quante persecuzioni sto sopportando per il fatto che Ti sono fedele e che mi attengo decisamente alle Tue richieste. Tu sei la mia forza; sostienimi, affinché possa sempre fedelmente adempiere tutto quello che richiedi da me. Io da sola non sono capace di nulla, ma se Tu mi sostieni, tutte le difficoltà non contano niente. O Signore, vedo bene che la mia vita, dal primo momento in cui la mia anima ricevette la capacità di conoscerTi, è una lotta incessante e sempre più accanita. Ogni mattina durante la meditazione mi preparo alla lotta per tutto il giorno e la S. Comunione mi dà la sicurezza che vincerò e così avviene. Ho paura di quel giorno in cui non ho la S. Comunione. Questo Pane dei Forti mi dà ogni energia per portare avanti quest'opera ed ho il coraggio di eseguire tutto quello che richiede il Signore. Il coraggio e l'energia, che sono dentro di me, non sono miei, ma di Chi abita in me: l'Eucaristia. O Gesù mio, quanto sono grandi le incomprensioni! Talvolta, se non ci fosse l'Eucaristia, non avrei il coraggio di proseguire sulla strada che mi hai indicato. L'umiliazione è il mio cibo quotidiano. È logico che la promessa sposa si adorni con ciò che interessa al suo promesso Sposo, perciò la veste dello scherno che ha coperto Lui, deve coprire anche me. Nei momenti in cui soffro molto, cerco di tacere poiché non mi fido della lingua, che in quei momenti è propensa a parlare di sé, ed invece deve servirmi per lodare Iddio per i tanti benefici e doni che mi ha elargito. Quando ricevo Gesù nella S. Comunione Lo prego ardentemente perché si degni di guarire la mia lingua, in modo che con essa non offenda né Iddio, né il prossimo. Desidero che la mia lingua lodi Dio incessantemente. Grandi colpe si commettono con la lingua. Un'anima non può giungere alla santità, se non tiene a freno la propria lingua. RIASSUNTO DEL CATECHISMO DEI VOTI RELIGIOSI. D. Che cos'è il voto? R. È una promessa volontaria fatta a Dio di eseguire un'azione più perfetta D. E da ritenere obbligatorio un voto in materia già prescritta da un comandamento? R. Si. L'esecuzione di un'azione in cose prescritte da un comandamento ha doppio valore e merito, ma la sua omissione è una doppia trasgressione e cattiveria, poiché se s'infrange il voto, al peccato contro il comandamento si aggiunge il peccato di sacrilegio. D. Perché i voti religiosi hanno un valore così grande? R. Perché costituiscono il fondamento della vita religiosa, approvata dalla Chiesa, in cui i membri, uniti in una comunità religiosa, s'impegnano a tendere incessantemente alla perfezione, per mezzo dei tre voti religiosi di povertà, castità e obbedienza, emessi secondo le regole. D. Che cosa significa tendere alla perfezione? R. Tendere alla perfezione significa che lo stato religioso in sé non solo esige che venga raggiunta la perfezione, ma obbliga sotto pena di peccato ad un impegno quotidiano per la sua conquista. E pertanto il religioso che non intende giungere alla perfezione trascura il principale dovere del proprio stato. D. Che cosa sono i voti religiosi solenni? R. I voti religiosi solenni sono così vincolanti che, in casi eccezionali, solo il Santo Padre può dispensare da essi. D. Che cosa sono i voti semplici? R. Sono voti meno vincolanti; dai perpetui e dagli annuali dispensa la Santa Sede. D. Qual è la differenza fra il voto e la virtù? R. il voto comprende soltanto ciò che è prescritto sotto pena di peccato; la virtù invece tende più verso l'alto e facilita l'osservanza del voto, e al contrario, infrangendo il voto, si vien meno anche alla virtù e la si ferisce. D. Che obblighi impongono i voti religiosi? R. I voti religiosi impongono l'obbligo di impegnarsi per il conseguimento delle virtù e della totale sottomissione ai Superiori ed alle Regole, in base alla quale si consegna la propria persona a vantaggio dell'ordine, rinunciando a tutti i diritti su di essa e sulle sue attività, che dedica al servizio di Dio. IL VOTO DI POVERTA’. Il voto di povertà è una rinuncia volontaria al diritto di proprietà od al suo uso, per amore del Signore. D. Quali oggetti riguarda il voto di povertà? R. Tutti i beni ed oggetti che appartengono alla Congregazione. Su ciò che abbiamo consegnato, cose o denaro, dopo la loro accettazione, non si ha più alcun diritto. Tutte le regalie od i doni che talvolta si possono ricevere a titolo di riconoscenza od altro, per diritto appartengono alla Congregazione. Ogni entrata per lavoro od anche le rendite, non possono essere usate senza violare il voto. D. Quando s'infrange o si viola il voto in ciò che riguarda il settimo comandamento? R. S'infrange quando, senza permesso, si prende per sé o per qualcun altro una cosa che appartiene alla casa. Quando senza permesso si trattiene presso di sé qualche cosa al fine di impossessarsene. Quando senza autorizzazione si vende o si cambia qualche cosa di proprietà della Congregazione. Quando una data cosa la si usa per uno scopo diverso da quello al quale l'aveva destinata il superiore. Quando in genere si dà qualche cosa o la si prende senza permesso. Quando per negligenza si rovina o si guasta qualche cosa. Quando trasferendosi da una casa ad un'altra si porta via qualche cosa senza permesso. Nei casi in cui s'infranga il voto di povertà, il religioso è tenuto egualmente alla restituzione nei confronti della Congregazione. LA VIRTÙ DELLA POVERTÀ. È la virtù evangelica che impegna il cuore a distaccarsi dall'affetto per i beni temporali, cosa alla quale il religioso è strettamente tenuto in virtù della professione. D. Quando si pecca contro la virtù della povertà? R. Quando si desiderano cose contrarie a tale virtù. Quando ci si attacca a qualche oggetto, quando si fa uso di cose superflue. D. Quanti e quali sono i gradi della povertà? R. In pratica nella professione religiosa i gradi della povertà sono quattro. Non disporre di nulla senza dipendere dai superiori (stretta materia del voto). Evitare il superfluo, accontentarsi delle cose necessarie (costituisce virtù). Propendere volentieri per le cose più vili e ciò con soddisfazione interiore - come la cella, l'abbigliamento, il vitto, ecc. Gioire dell'indigenza. IL VOTO DI CASTITÀ. D. A che cosa obbliga questo voto? R. A riaunciare al matrimonio e ad evitare tutto ciò che è proibito dal sesto e dal nono comandamento. D. La mancanza contro la virtù è una violazione del voto? R. Ogni mancanza contro la virtù è contemporaneamente una violazione del voto, perché qui non c'è differenza fra il voto e la virtù, come invece per la povertà e l'obbedienza. D. Ogni pensiero cattivo è peccato? R. Non ogni pensiero cattivo è peccato, ma lo diviene quando alla riflessione dell'intelletto si unisce il compiacimento della volontà ed il consenso. D. Oltre ai peccati contrari alla castità, c'è qualche cosa, che arreca danno alla virtù? R. Arrecano danno alla virtù la libertà dei sensi, la libertà della fantasia e la libertà dei sentimenti, la familiarità e le amicizie troppo tenere. D. Quali sono i sistemi per conservare la virtù? R. Vincere le tentazioni interiori con la presenza di Dio ed inoltre lottando senza paura. Le tentazioni esterne invece, col fuggire le occasioni. In genere sono sette i metodi principali. Il primo è la custodia dei sensi, poi la fuga delle occasioni, evitare l'ozio, allontanare sollecitamente le tentazioni, evitare qualsiasi amicizia specialmente quelle particolari, coltivare lo spirito di mortificazione, rivelare le tentazioni al confessore. Ci sono inoltre cinque mezzi per conservare la virtù: l'umiltà, lo spirito di preghiera, l'osservanza della modestia, la fedeltà alla regola, una sincera devozione alla SS.ma Vergine Maria. IL VOTO DELl'OBBEDIENZA. Il voto dell'obbedienza è superiore ai primi due, dato che esso in realtà costituisce un'offerta totale, un olocausto, ed è il più necessario perché forma e mantiene in vita tutta la struttura religiosa. D. A che cosa obbliga il voto di obbedienza? R. Il religioso col voto di obbedienza s'impegna davanti a Dio ad ubbidire al legittimi superiori, in tutto ciò che gli comanderanno in forza della regola. Il voto di obbedienza rende il religioso soggetto al superiore in virtù della regola per tutta la vita e in tutte le questioni. Il religioso commette peccato grave contro il voto, ogni volta che non ubbidisce ad un ordine dato in virtù dell'obbedienza o della regola. LA VIRTU’ DELL'OBBEDIENZA. La virtù dell'obbedienza arriva più in alto del voto, comprende la regola, le disposizioni e anche i consigli dei superiori. D. La virtù dell'obbedienza è necessaria al religioso? R. La virtù dell'obbedienza è così necessaria al religioso che, anche se agisse positivamente andando contro l'obbedienza, le sue azioni diverrebbero cattive o senza merito. D. Si può peccare gravemente contro la virtù dell'obbedienza? R. Si pecca gravemente quando si disprezza l'autorità o l'ordine del superiore. Quando dalla disobbedienza deriva un danno spirituale o materiale alla Congregazione. D. Quali mancanze mettono in pericolo il voto? R. I preconcetti e l'antipatia verso il superiore, la mormorazione e le critiche; l'infingardaggine e la trascuratezza. I GRADI DELL'OBBEDIENZA. Esecuzione sollecita e totale. Obbedienza della volontà, quando la volontà induce l'intelletto a sottomettersi all'opinione del superiore. Sant'Ignazio dà tre metodi che facilitano l'obbedienza: Vedere sempre Iddio nel superiore, chiunque egli sia. Giustificare dentro di sé l'ordine o l'opinione del superiore. Accettare ogni ordine come se venisse dal Signore, senza discutere e senza pensarci su. Il mezzo generale poi è l'umiltà. Niente è difficile per l'umile. Signore mio, infiamma il mio amore per Te, affinché fra le tempeste, le sofferenze e le prove, il mio spirito non venga meno. Vedi quanto sono debole. L'amore può tutto. UNA PIÙ APPROFONDITA CONOSCENZA DI DIO ED IL TERROBE DELL'ANIMA. In principio Iddio si fa conoscere come santità, giustizia, bontà, cioè Misericordia. L'anima non conosce tutto ciò ad un tratto, ma in singoli momenti fra i lampi, cioè negli incontri con Dio. E questi non durano a lungo, poiché non sopporterebbe quella luce. Durante la preghiera l'anima percepisce un lampo di tale luce, che le rende impossibile pregare come ha fatto fino ad allora. Può sforzarsi quanto vuole ed imporsi di pregare come faceva prima; sarà tutto inutile. Diviene assolutamente impossibile continuare a pregare come faceva prima di aver ottenuto quella luce. Tale luce che ha colpito l'anima è viva in lei e nulla può né soffocarla, né parzialmente oscurarla. Questo lampo di conoscenza di Dio trascina la sua anima e l'infiamma d'amore per Lui. Ma contemporaneamente quello stesso lampo fa conoscere all'anima chi essa è e vede tutto il suo intimo in una luce superiore e si alza inorridita e spaventata. Non rimane però in quello spavento, ma incomincia a purificarsi, a umiliarsi, ad abbassarsi davanti al Signore e quelle luci sono più forti e più frequenti; quanto più l'anima diventa limpida come il cristallo, tanto più quelle luci sono penetranti. Tuttavia se l'anima ha risposto fedelmente e con decisione a queste prime grazie, Iddio ricolma l'anima con le Sue consolazioni, si dona a lei in modo sensibile. L'anima a momenti entra quasi in rapporti di intimità con Dio e gioisce enormemente; ritiene di aver già raggiunto il grado stabilito di perfezione, poiché gli errori ed i difetti sono assopiti in lei, ed essa pensa che non ci siano più. Niente le sembra difficile, è preparata a tutto. Comincia ad immergersi in Dio ed a gustare le delizie del Signore. E trascinata dalla grazia, e non si rende affatto conto di ciò, del fatto che può arrivare il tempo della prova e della lotta. Ed in realtà questo stato non dura a lungo. Verranno altri momenti, ma debbo ricordare che l'anima risponde più fedelmente alla grazia di Dio, se ha un confessore illuminato ed al quale confida tutto. Prove inviate da Dio ad un'anima a Lui particolarmente cara. Tentazioni e tenebre. Satana. L'amore di quell'anima non è ancora tale quale lo desidera Iddio. L'anima improvvisamente perde la presenza di Dio. Si manifestano in essa diversi errori e difetti, coi quali deve ingaggiare una lotta accanita. Tutti gli errori sollevano il capo, ma la sua vigilanza è grande. Al posto della precedente presenza di Dio è subentrata l'aridità e la siccità spirituale: non prova gusto nelle pratiche di pietà; non può pregare, né come prima, né come prega adesso. Si butta da ogni parte e non trova soddisfazione. Dio si è nascosto a lei ed essa non trova soddisfazione nelle creature e nessuna creatura sa confortarla. L'anima desidera Iddio appassionatamente, ma vede la propria miseria, comincia a sentire la giustizia di Dio. Vede come se avesse perso tutti i doni di Dio: la sua mente è come annebbiata; il buio investe tutta la sua anima; comincia un tormento inconcepibile. L'anima ha cercato di descrivere lo stato della propria anima al confessore, ma non è stata compresa. Sprofonda in un'inquietudine ancora maggiore. Satana dà inizio alla sua opera. La fede rimane esposta al fuoco. La battaglia qui è accanita. L'anima compie sforzi; persevera accanto a Dio con l'impegno della volontà. Satana, col permesso di Dio, si spinge ancora più avanti; la speranza e l'amore sono alla prova. Queste tentazioni sono tremende! Dio sostiene l'anima come di nascosto - questo lei non lo sa - poiché diversamente non potrebbe resistere. E Dio sa quello che può inviare ad un'anima. L'anima è tentata di incredulità riguardo alle verità rivelate, di insincerità di fronte al confessore. Satana le dice: « Guarda, nessuno ti capirà; a che scopo parlare di tutto questo? ». Nelle sue orecchie risuonano parole, da cui essa è terrorizzata e le sembra di pronunciarle contro Dio. Vede cose che non vorrebbe vedere. Sente cose che non vorrebbe sentire. Ed è una cosa tremenda in quei momenti non avere un confessore esperto; sopporta da sola tutto il peso. Ma per quanto è in suo potere dovrebbe procurarsi un confessore illuminato, poiché può spezzarsi sotto tale peso e spesso si trova sull'orlo dell'abisso! Tutte queste prove sono pesanti e difficili, ed Iddio non le manda ad un anima che in precedenza non sia stata ammessa ad un più profondo rapporto con Lui e che non abbia gustato le dolcezze del Signore, ed anche in questo Dio ha i suoi scopi insondabili per noi. Spesso Iddio in modo analogo prepara le anime per scopi futuri, per grandi imprese, e le vuole provare come oro puro. Ma questa non è ancora la fine della prova. C'è ancora la prova delle prove, cioè il rigetto totale da parte di Dio. LA PROVA DELLE PROVE, L'ABBANDONO ASSOLUTO, LA DISPERAZIONE. Quando l'anima esce vittoriosa dalle prove precedenti e, sebbene forse incespicando, continua a combattere valorosamente, e con profonda umiltà grida al Signore: « Salvami, che perisco! », ed è ancora abile alla lotta, allora un buio tremendo avvolge l'anima. L'anima vede dentro di sé soltanto peccati. Ciò che prova è tremendo. Si vede abbandonata completamente da Dio; sente come se fosse oggetto del Suo odio ed è ad un passo dalla disperazione. Si difende come può; tenta di risvegliare la fiducia, ma la preghiera è per lei un tormento ancora maggiore: le sembra di spingere Dio ad adirarsi di più. E come se fosse posta su di un'altissima vetta che si trova sopra un precipizio: l'anima anela fervidamente verso Dio, ma si sente respinta. Tutti i tormenti ed i supplizi del mondo sono nulla in confronto alla sensazione in cui è completamente immersa, cioè il rigetto da parte di Dio. Nessuno le può arrecare sollievo. Vede che è tutta sola; non c'è nessuno in sua difesa. Alza gli occhi al cielo, ma sa che non è per lei; tutto, per lei, è perduto. Dalle tenebre cade in tenebre ancora più fitte. Le sembra di aver perduto Dio per sempre, quel Dio che amava tanto. Questo pensiero le procura un tormento indescrivibile; ma essa non si rassegna a ciò. Prova a guardare verso il cielo - ma invano - ciò le procura un tormento ancora più grande. Nessuno può illuminare una tale anima, se Iddio vuole tenerla nelle tenebre. il rigetto da parte di Dio lo sente in modo vivamente terrificante. Erompono dal suo cuore gemiti dolorosi, così dolorosi, che nessun ecclesiastico confessore li comprende, se non c'è passato lui stesso. Allora l'anima subisce ancora sofferenze da parte dello spirito maligno. Satana la schernisce: « Vedi come sei ridotta? Continuerai ad essere fedele? Eccoti la ricompensa: sei in nostro potere ». (Però Satana ha tanto potere su quell'anima, quanto Iddio gliene permette. Dio sa quanto possiamo resistere). « E cosa hai guadagnato per esserti mortificata? E che ricavi ad esser fedele alla regola? A che scopo tutti questi sforzi? Sei respinta da Dio! ». Quella parola « respinta » diviene un fuoco che penetra in ogni nervo fino al midollo delle ossa, trapassa da parte a parte tutto il suo essere. Giunge ora il momento supremo della prova. L'anima non cerca più aiuto; si chiude in se stessa e perde di vista tutto ed è quasi come se si rassegnasse al tormento di essere respinta. E un momento questo che non so definire. E l'agonia dell'anima. Quando quel momento cominciò ad avvicinarsi a me la prima volta, ne fui liberata in virtù della santa obbedienza. Fu la Maestra che vedendomi si spaventò e mi mandò a confessarmi. Il confessore però non mi comprese; non provai nemmeno un'ombra di sollievo. O Gesù, dacci dei sacerdoti esperti! Quando gli dissi che stavo passando nell'anima le pene infernali, mi rispose che era tranquillo per la mia anima, poiché vedeva nella mia anima una grande grazia di Dio. Io però di questo non capii nulla e nemmeno un piccolo raggio di luce penetrò nella mia anima. Ormai comincio a sentire la mancanza delle forze fisiche e non riesco più a far fronte ai miei doveri. Non posso più nascondere le sofferenze, benché non dica nemmeno una parola su quello che soffro; il dolore tuttavia che si riflette sul mio volto mi tradisce e la Superiora mi ha detto che le suore vanno da lei e dicono che quando in cappella mi guardano provano compassione per me, dato che ho un aspetto così spaventoso. Tuttavia, nonostante gli sforzi, l'anima non è in grado di nascondere tale sofferenza. Gesù, Tu solo sai come l'anima gema in questi tormenti, immersa nelle tenebre; e tuttavia ha fame e sete di Dio, come le labbra infuocate hanno sete di acqua. Muore e inaridisce; muore di una morte che non fa morire, cioè non può morire. I suoi sforzi non sono nulla. Essa sta in balia di una mano potente. Ora la sua anima passa sotto il potere del Giusto. Cessano tutte le tentazioni esterne, tace tutto ciò che la circonda, come un agonizzante non ha più la percezione di quello che gli sta attorno: tutta la sua anima è raccolta sotto la potenza del Giusto e tre volte santo Iddio. Respinta per l'eternità. Questo è il momento più teso e soltanto Iddio può provare un'anima in questo modo, poiché Lui solo sa che l'anima può sopportarlo. Quando l'anima è stata compenetrata da parte a parte da quel fuoco infernale, precipita quasi nella disperazione. La mia anima sperimentò questo momento quando ero in cella tutta sola. Quando l'anima cominciò a sprofondare nella disperazione, sentii che stava giungendo la mia agonia. Allora afferrai un piccolo crocifisso e lo strinsi spasmodicamente in mano. Sentii che il mio corpo si distaccava dall'anima e, sebbene desiderassi andare dai Superiori, non avevo più le forze fisiche. Pronunciai le ultime parole: « Confido nella Tua Misericordia», e mi sembrò quasi di aver spinto Iddio ad un'ira ancora più grande e sprofondai proprio nella disperazione e solo di tanto in tanto erompeva dall'anima mia un lamento doloroso, un lamento inconsolabile. L'agonia dell'anima. E mi sembrava che ormai sarei rimasta in quello stato, dato che con le mie forze non avrei potuto uscirne. Ogni ricordo di Dio è un mare indescrivibile di sofferenze, eppure c'è qualcosa nella mia anima che anela fervidamente a Dio; ma a lei sembra che abbia solo lo scopo di farla soffrire di più. Il ricordo del precedente amore, che Dio le aveva elargito, è per lei un tormento di nuovo genere. I Suoi occhi l'han trapassata da parte a parte e tutto è stato bruciato nell'anima dallo sguardo di Lui. Fu un lungo momento finché entrò nella cella una delle suore e mi trovò quasi morta. Si spaventò e andò dalla Maestra, che in virtù della santa obbedienza mi ordinò di alzarmi da terra ed all'istante sentii le forze fisiche e mi sollevai da terra tutta tremante. La Maestra conobbe subito in pieno lo stato della mia anima. Mi parlò dell'insondabile Misericordia di Dio e disse: « Non si preoccupi affatto, sorella; glielo ordino in virtù dell'obbedienza ». E mi disse ancora: « Ora vedo che Iddio la chiama ad una grande santità. Il Signore vuole averla vicino a Sé, dato che permette queste cose e così presto. Sia fedele a Dio, sorella, poiché questo è un segno che la vuole in alto nel cielo ». Io però non capii nulla di quelle parole. Quando entrai in cappella sentii come se tutto si fosse staccato dalla mia anima, come se fossi appena uscita dalle mani di Dio. Sentii l'inafferrabilità della mia anima. Sentii che ero una piccola bimba. All'improvviso vidi interiormente il Signore, il quale mi disse: « Non temere, figlia Mia, Io sono con te ». In quello stesso momento svanirono tutte le tenebre e le angosce, i sensi furono inondati da una gioia indescrivibile, le facoltà dell'anima ripiene di luce. Voglio ricordare ancora che, sebbene la mia anima fosse già sotto i raggi del Suo amore, le tracce del supplizio passato rimasero ancora per due giorni nel mio corpo. Il volto pallido come quello di una morta, gli occhi iniettati di sangue. Solo Gesù sa quello che ho sofferto. In confronto alla realtà, è sbiadito quello che ho scritto. Non so come esprimermi. Mi sembra di essere tornata dall'aldilà. Provo disgusto per tutto ciò che è creato. Mi stringo al Cuore del Signore come un lattante al petto della madre. Guardo alle cose con occhi diversi. Sono consapevole di quello che ha fatto il Signore con una parola nella mia anima; di questo vivo. Al solo ricordo del martirio passato, mi vengono i brividi. Non avrei creduto che si potesse soffrire così, se io stessa non l'avessi passato. E una sofferenza completamente spirituale. Tuttavia in tutte queste sofferenze e battaglie non ho mai tralasciato la S. Comunione. Quando mi sembrava che non avrei dovuto comunicarmi, prima della S. Comunione andavo dalla Maestra e le dicevo: « Non posso andare alla S. Comunione; mi sembra che non dovrei andarci ». Essa però non mi permetteva di tralasciare la S. Comunione e io andavo e mi sono resa conto che solo l'obbedienza mi ha salvato. La Maestra stessa, in seguito, mi disse che quelle mie esperienze erano finite presto, « soltanto perché lei è stata obbediente. È dovuto solo alla potenza dell'obbedienza che lei ne è uscita così valorosamente ». E vero che il Signore stesso mi ha tirato fuori da quel supplizio, ma la fedeltà all'obbedienza Gli era piaciuta. Benché queste siano cose spaventose, tuttavia nessun'anima dovrebbe spaventarsene eccessivamente, poiché Dio non dà prove al di sopra di quello che possiamo. E d'altronde forse mai permetterà su di noi simili tormenti. Ma lo scrivo perché se al Signore dovesse piacere condurre qualche anima attraverso simili tormenti, non si spaventi, ma sia in tutto, per quanto dipende da lei, fedele a Dio. Iddio non fa torto all'anima, poiché è l'amore stesso, e per questo amore incomprensibile ci ha chiamato all'esistenza. Però quando mi son trovata in quella tremenda afflizione, questo non lo comprendevo. O Dio mio, ho conosciuto che non sono di questa terra; me l'ha impresso nell'anima in modo energico il Signore. I miei rapporti di familiarità sono più col cielo che con la terra, benché non trascuri in nulla i miei doveri. In quei momenti non avevo un direttore spirituale e non conoscevo nessuna direzione. Pregavo il Signore e non mi dava un direttore. Gesù stesso è stato il mio Maestro dall'infanzia fino ad ora; mi ha condotto attraverso tutte le foreste ed i pericoli. Vedo chiaramente che soltanto Iddio poteva condurmi attraverso così grandi pericoli senza alcun danno, senza discapito; per questo l'anima mia è rimasta intatta ed ho vinto sempre. Da tutte le difficoltà, che sono state inimmaginabili, uscì. Tuttavia il Signore mi diede un direttore spirituale, ma più tardi. Dopo quelle sofferenze l'anima è di una grande limpidezza di spirito ed in una grande vicinanza con Dio, benché debba ancora ricordare che in quei tormenti spirituali essa è vicina a Dio, ma è cieca. Lo sguardo della sua anima è avvolto dalle tenebre, ma Dio è più vicino ad una tale anima sofferente, solo che tutto il segreto sta proprio in questo, che essa non lo sa. Essa afferma non solo che Dio l'ha abbandonata, ma che essa è oggetto del Suo odio. Che grave malattia della vista dell'anima che, abbagliata dalla luce di Dio, afferma che Dio è assente, mentre è così forte che la rende cieca. In seguito però ho conosciuto che Dio le è più vicino in quei momenti che in qualsiasi altra circostanza, poiché con l'aiuto normale della grazia non potrebbe superare quelle prove. Qui opera l'onnipotenza divina ed una grazia straordinaria, perché diversamente si spezzerebbe al primo urto. O Divino Maestro, questo è soltanto opera Tua nella mia anima. Tu, o Signore, non hai paura di mettere un'anima sull'orlo di una spaventosa voragine, dove essa è spaventata e terrorizzata e la richiami nuovamente a Te. Questi sono i Tuoi incomprensibili misteri. Quando durante quei supplizi dell'anima cercavo di accusarmi nella santa confessione delle più piccole inezie, quel sacerdote si meravigliò che non commettessi mancanze più gravi e mi disse queste parole: « Se lei, sorella, in questi tormenti è così fedele a Dio, la cosa in sé mi dà la prova che Iddio la sostiene con la Sua grazia particolare ed il fatto che lei non comprenda questo è anche bene ». Strano però che i confessori non abbiano potuto né capirmi, né tranquillizzarmi in quelle cose fino all'incontro con P. Andrasz ed in seguito con Don Sopocko. Alcune parole sulla confessione e sui confessori. Ricorderò soltanto ciò che ho sperimentato e vissuto nella mia anima. Ci sono tre cose per cui l'anima non ricava profitto dalla confessione in quei momenti eccezionali. La prima è che il confessore conosce poco le vie straordinarie e mostra meraviglia se un'anima gli svela i grandi misteri che Dio compie nell'anima. Questa sua meraviglia già mette in allarme un'anima delicata: essa nota che il confessore è indeciso nell'esprimere il suo parere e non si rassicura, ma ha ancora più dubbi dopo la confessione di quanti ne avesse prima, poiché essa sente che il confessore la tranquillizza ma lui stesso non è sicuro. Oppure, cosa che mi è capitata, il confessore, non riuscendo a penetrare alcuni misteri di un'anima, le rifiuta la confessione, mostra un certo timore all'avvicinarsi di quell'anima alla grata. Come può un'anima in tale stato attingere tranquillità nel confessionale, dato che essa è così sensibile ad ogni parola del sacerdote? A mio parere in tali momenti di speciali visite di Dio ad un'anima, se il sacerdote non la comprende dovrebbe indicarle un confessore esperto ed illuminato, od attingere egli stesso lumi, in modo che possa dare all'anima ciò di cui ha bisogno, e non addirittura rifiutarle la confessione, poiché in questo modo l'espone ad un grande pericolo e più di un'anima può abbandonare la strada sulla quale il Signore voleva averla in modo particolare. Questa è una cosa di grande importanza, poiché io stessa ne ho fatto l'esperienza, cioè che già cominciavo a barcollare, nonostante questi straordinari doni di Dio. E sebbene Dio stesso mi tranquillizzasse, tuttavia desideravo sempre avere il sigillo della Chiesa. La seconda cosa è il fatto che il confessore non permetta di svelare tutto sinceramente, che dimostri impazienza. L'anima allora ammutolisce e non dice tutto e per ciò stesso non ricava profitto, e tanto meno ricava profitto, quando capita che il confessore cominci a sottoporre a prove l'anima; e, siccome non la conosce, invece di giovarle, le arreca danno. E questo perché essa sa che il confessore non la conosce, dato che non le ha permesso di svelargli completamente, sia per quanto concerne le grazie, sia per quanto concerne la sua miseria. E per questo motivo la prova non è appropriata. Ho avuto alcune prove, che mi hanno fatto ridere. Esprimerò meglio lo stesso concetto con queste parole: il confessore è il medico dell'anima; pertanto come può un medico che non conosce la malattia prescrivere una medicina appropriata? Nemmeno a pensarci; poiché o non avrà alcun risultato positivo, oppure la darà troppo forte ed aggraverà la malattia e talvolta - Dio ce ne scampi - può procurare la morte, appunto perché troppo forte. Parlo per esperienza, dato che in certi casi mi ha trattenuto addirittura il Signore stesso. La terza cosa è questa: capita che il confessore talvolta faccia poco conto delle piccole cose. Non c'è nulla di piccolo nella vita spirituale. Talvolta una cosa piccola in apparenza fa scoprire una cosa di grande importanza, e per il confessore è un fascio di luce per la conoscenza di un'anima. Molte sfumature spirituali si nascondono nelle piccole cose. Non sorgerà mai un fabbricato magnifico, se gettiamo via i mattoni piccoli. Iddio da qualche anima esige una grande purezza; per questo le invia una più profonda conoscenza della propria miseria. Illuminata dalla luce che viene dall'alto conosce meglio ciò che piace a Dio, e ciò che non piace. Il peccato è secondo la conoscenza e la luce dell'anima; lo stesso anche le imperfezioni, benché essa sappia che ciò che riguarda strettamente il sacramento è il peccato... ma queste piccole cose hanno una grande importanza per chi tende alla santità e non può un confessore tener poco conto di questo. La pazienza e la mitezza del confessore aprono la via ai più profondi segreti di un'anima: l'anima quasi senza accorgersene svela la sua abissale profondità. E si sente più forte e più resistente. Ora lotta più valorosamente; si dà maggiormente da fare, poiché sa che deve renderne conto. Ricorderò ancora una cosa per quanto riguarda il confessore. Egli deve talvolta sperimentare, deve mettere alla prova, deve esercitare, deve conoscere se ha a che fare con della paglia, o con del ferro, o con dell' oro puro. Ognuna di queste tre anime ha bisogno di esercitarsi in modo particolare. Il confessore deve necessariamente formarsi un'opinione chiara su ognuna, in modo che sappia quello che può sopportare in determinati momenti, circostanze e casi. Per quanto mi riguarda, in seguito, dopo molta esperienza, quando mi resi conto di non essere compresa, non svelai più la mia anima e non mi guastai la tranquillità. Questo però avvenne solo quando tutte queste grazie furono sotto il giudizio di un saggio, istruito ed esperto confessore. Ora so come comportarmi in certi casi. E desidero nuovamente dire alcune parole all'anima che vuole tendere decisamente alla santità e riportare frutto cioè vantaggio della confessione. La prima, totale sincerità e apertura. Il più santo ed il più saggio dei confessori non può infondere a viva forza in un'anima ciò che desidera, se l'anima non è sincera ed aperta. Un'anima insincera, chiusa, si espone a grandi pericoli nella vita spirituale e lo stesso Gesù non si dona ad una tale anima in modo superiore, perché sa che essa non ricaverebbe vantaggi da queste grazie speciali. La seconda parola, l'umiltà. Un'anima non ricava adeguati vantaggi dal sacramento della confessione, se non è umile. La superbia tiene l'anima nelle tenebre. Essa non sa e non vuole penetrare esattamente nel profondo della sua miseria: si maschera e fugge da tutto ciò che dovrebbe guarirla. La terza parola è l'obbedienza. Un'anima disobbediente non riporterà alcuna vittoria, anche se fosse Gesù stesso a confessarla direttamente. Il confessore più esperto non può essere di alcun aiuto ad una tale anima. Un'anima disobbediente si espone a grandi sventure e non progredirà affatto nella perfezione e non se la caverà nella vita spirituale. Iddio ricolma di grazia nel modo più abbondante le anime, ma le anime obbedienti. Oh! quanto sono graditi gl'inni che sgorgano da un'anima che soffre! Tutto il cielo rimane estasiato di fronte ad una tale anima, specialmente quando è provata da Dio. Essa indirizza verso di Lui i suoi nostalgici lamenti. La sua bellezza è grande, perché proviene da Dio. Va attraverso il deserto della vita ferita d'amore divino. Essa tocca la terra con un piede solo. Un'anima che è uscita da quei tormenti è profondamente umile. La limpidezza della sua anima è grande. Essa, senza bisogno di rifletterci in certo modo, conosce meglio che cosa in un dato momento occorra fare e che cosa tralasciare. Avverte il più piccolo tocco della grazia ed è molto fedele a Dio. Essa riconosce Iddio da lontano e gode di Dio ininterrottamente. Essa in pochissimo tempo scopre Iddio nelle anime degli altri, in genere in quanti le stanno attorno. L'anima viene purificata da Dio stesso. Dio come puro Spirito introduce l'anima in una vita puramente spirituale. Iddio stesso aveva preparato quest'anima in precedenza e l'aveva purificata, cioè l'aveva resa idonea ad uno stretto rapporto di intimità con Sé. Secondo un modo spirituale essa ha rapporti di intimità col Signore in un riposo amoroso. Si rivolge a Lui senza l'uso dei sensi. Iddio riempie l'anima con la Sua luce. La sua mente illuminata vede chiaramente e distingue i gradi in questa vita spirituale. Vede quando si univa a Dio in modo imperfetto, quando vi prendevano parte i sensi e lo spirito era unito ai sensi, sebbene già in maniera superiore e speciale, però imperfetta. Vi è un'unione col Signore superiore e più perfetta: è quella intellettuale. Qui l'anima è più riparata dalle illusioni; la sua spiritualità è più profonda e più pura. In una vita, in cui ci sono i sensi, li si è più esposti alle illusioni. L'accortezza sia dell'anima stessa che dei confessori dovrebbe essere maggiore. Vi sono momenti nei quali Iddio introduce l'anima in uno stato puramente spirituale. I sensi si spengono e sono come morti. L'anima è unita a Dio nella maniera più stretta: è immersa nella Divinità. La sua conoscenza è totale e perfetta; non dettagliata, come prima, ma generale e completa. Gioisce per questo. Ma ora voglio parlare ancora dei momenti della prova. In quei momenti è necessario che i confessori abbiano pazienza con tale anima provata. Ma la più grande pazienza deve averla l'anima con se stessa. O mio Gesù, Tu sai quello che prova la mia anima al ricordo di quelle sofferenze. Talvolta mi son meravigliata che gli angeli ed i santi restino silenziosi mentre un'anima sopporta simili sofferenze. Tuttavia essi ci amano in modo particolare in quei momenti. L'anima mia certe volte ha gridato verso Dio, come un bambino quando la madre nasconde il suo volto ed egli non può riconoscerla e grida con quante forze ha. O Gesù mio, per queste prove d'amore sia onore e gloria a Te. Grande ed insondabile è la Tua Misericordia! O Signore, tutto quello che hai progettato nei riguardi della mia anima, è pervaso della Tua Misericordia. Ricordo questa cosa: coloro che vivono insieme non dovrebbero aggiungere sofferenze esterne, poiché in verità quando un'anima ha il calice pieno fino all'orlo, talvolta proprio la goccia che gettiamo noi nel suo calice sarà esattamente quel di più, che farà traboccare il calice dell'amarezza. E chi risponde per quell'anima? Guardiamoci bene dall'aggiungere sofferenze agli altri, poiché questo non piace al Signore. Se le suore oppure i superiori sapessero o supponessero che una certa anima sta attraversando tali prove e, ciò nonostante, da parte loro le aggiungessero altre sofferenze, peccherebbero mortalmente e Dio stesso rivendicherebbe quell'anima. Non parlo qui di casi che per loro natura costituiscono peccato, ma parlo di una cosa che in un altro momento non sarebbe peccato. Stiamo attenti a non avere quelle anime sulla coscienza. E un grave difetto della vita religiosa e della vita in genere, che quando si vede un'anima che è nella sofferenza, si tende sempre ad aggiungerne ancora di più. Non parlo di tutti, ma ci sono persone che si comportano così. Ci permettiamo di esprimere giudizi di ogni genere e parliamo là dove non avremmo mai dovuto dire quello che abbiamo detto. La lingua è un organo piccolo, ma provoca cose grosse. La religiosa che non rispetta il silenzio, non giungerà mai alla santità, cioè non diventerà santa. Non s'illuda. Se per caso accade che per suo mezzo parla lo Spirito di Dio, allora non è lecito tacere. Ma per poter ascoltare la voce di Dio bisogna avere la quiete nell'anima ed osservare il silenzio: non un silenzio tetro, ma il silenzio interiore, cioè il raccoglimento in Dio. Si possono dire molte cose e non interrompere il silenzio, ed al contrario si può parlar poco ed infrangere continuamente il silenzio. Oh! che danni irreparabili provoca l'inosservanza del silenzio! Si fanno molti torti al prossimo, ma soprattutto alla propria anima. Secondo il mio pensiero e la mia esperienza, la regola del silenzio dovrebbe essere al primo posto. Iddio non si dona ad un anima ciarliera che come un fuco nell'alveare ronza molto, ma non produce miele. Un'anima che chiacchiera molto è vuota nel suo interno. Non ha né virtù fondamentali, né intimità con Dio. Non è il caso di parlare di una vita più profonda, della soave pace e tranquillità nella quale abita Iddio. Un'anima che non ha gustato la dolcezza della quiete interiore, è uno spirito inquieto, e turba la tranquillità degli altri. Ho visto molte anime negli abissi infernali per non aver osservato il silenzio. Loro stesse me l'hanno detto, quando ho chiesto loro quale era stata la causa della loro rovina. Erano anime consacrate. O mio Dio, quale dolore! Eppure avrebbero potuto non solo essere in paradiso, ma essere perfino sante. O Gesù, Misericordia, tremo quando penso che debbo rendere conto della mia lingua. Nella lingua c'è la vita, ma anche la morte. E talvolta con la lingua uccidiamo, commettiamo dei veri omicidi; e possiamo ancora considerare ciò una piccola cosa? Per la verità non riesco a comprendere tali coscienze. Ho conosciuto una persona, che avendo saputo da un'altra una certa cosa che si diceva di lei... si ammalò gravemente e di conseguenza versò molto sangue e molte lacrime e poi avvenne la dolorosa conclusione che fu causata quindi non dalla spada, ma dalla lingua. O mio Gesù silenzioso, abbi misericordia di noi. Sono passata al tema del silenzio, ma non voglio parlare di questo, bensì della vita dell'anima con Dio e della sua risposta alla grazia. Dopo che l'anima è stata purificata ed il Signore ha rapporti di intimità con lei, ora con tutte le forze tende verso Dio. Però essa da sola non può niente. Qui soltanto Iddio dispone tutto; l'anima lo sa; ne è consapevole. Essa vive ancora in esilio e sa molto bene che possono esserci ancora giornate nuvolose e piovose; ma essa guarda a tutto ciò con un atteggiamento diverso da quello tenuto finora. Non si rifugia in una pace falsa, ma si slancia nella lotta. Essa sa di essere di una progenie cavalleresca. Ora si rende conto meglio di tutto. Essa sa di essere di stirpe regale: tutto ciò che è grande e santo la riguarda. Una serie di grazie che Dio riversa sull'anima dopo quelle prove di fuoco. Gode di una stretta unione con Dio. Ha molte visioni sensibili ed intellettuali. Sente molte parole soprannaturali e talvolta degli ordini precisi. Ma nonostante queste grazie, non basta a se stessa. Proprio in quanto Iddio la visita con queste grazie, è esposta a diversi pericoli e può facilmente cadere nella illusione. Ora dovrebbe pregare Dio perché le mandi una guida spirituale; e non solo pregare per la guida, ma bisogna darsi da fare e cercare un tale condottiero, che conosce le cose, come il condottiero deve conoscere le strade, attraverso le quali deve condurre i suoi soldati in battaglia. Un'anima che è unita a Dio, bisogna prepararla a grandi ed accaniti combattimenti. Dopo questa purificazione e queste prove, Iddio tratta con l'anima in modo particolare, ma l'anima non collabora sempre con queste grazie. Non perché essa stessa non voglia collaborare, ma perché incontra così grandi difficoltà esterne ed interne, che ci vuole veramente un miracolo, perché quell'anima si mantenga su quelle altezze. Ora ha necessariamente bisogno di un direttore spirituale. Queste difficoltà spesso riempirono la mia anima di dubbi e talvolta anch'io ero spaventata poiché pensavo fra me: « Dopo tutto sono una povera ignorante: molte cose non le conosco, e tanto meno le cose spirituali ». Però se i dubbi aumentavano, cercavo luce presso un confessore o presso le Superiore. Ma non ottenevo quello che desideravo. Quando mi aprii alle Superiore, una di esse conobbe la mia anima e la via attraverso la quale il Signore mi vuole condurre. Quando mi uniformai alle sue indicazioni cominciai a progredire rapidamente sulla via della perfezione. Purtroppo però la cosa non durò a lungo. quando aprII più a fondo la mia anima, non ottenni quello che desideravo; ed alla Superiora quelle grazie sembrarono inverosimili, quindi non potei attingere più nulla da lei. Mi disse che non era possibile che Dio avesse rapporti di tale intimità con una creatura. « Io ho paura per lei, sorella, che si tratti di un'illusione. Si consigli con un sacerdote ». Ma il confessore non mi capì e disse: « È meglio che lei parli di queste cose con le Superiore ». E così andavo dalle Superiore al confessore e dal confessore alle Superiore e non trovavo pace. Queste grazie divine cominciarono a essere per me una grande sofferenza. Dicevo talvolta direttamente al Signore: « Gesù, io ho paura di Te. Non sei per caso un fantasma? ». Gesù mi tranquillizzava sempre, ma io non sempre mi fidavo. La cosa strana era che più io non mi fidavo, e più Gesù dava dimostrazione di essere Lui l'artefice di queste cose. Quando mi resi conto che non ottenevo alcuna tranquillità dalle Superiore, decisi di non parlare più con loro di queste cose puramente interiori. Per l'esterno cercai, da buona religiosa, di parlare di tutto con le Superiore; ma per quanto riguarda la necessità dell'anima, d'ora in poi parlerò solo in confessione. Per molti ed assai ragionevoli motivi ho capito che una donna non è portata a discernere questi misteri. Mi sono esposta a tante sofferenze che avrei potuto evitare. Per molto tempo sono stata ritenuta invasata dallo spirito maligno e venivo guardata con commiserazione. La Superiora poi aveva messo in atto certi accorgimenti cautelativi nei miei confronti. Era giunto alle mie orecchie che le suore mi tenevano d'occhio come tale, come indemoniata. E tutt'attorno mi si oscurò l'orizzonte. Cominciai ad evitare quelle grazie divine, ma che potevo fare? Dopotutto non era in mio potere. Improvvisamente fui presa da un così profondo raccoglimento che, malgrado la mia volontà, sprofondai in Dio ed il Signore mi trattenne presso di Sé. Nei primi momenti la mia anima è sempre un po' spaventata, ma poi viene riempita da una calma e da una forza singolare. Tutto ancora era da sopportare. Infatti quando il Signore chiese che dipingessi quell'immagine, allora cominciavano veramente a parlare di me ed a guardarmi come se fossi un'isterica od un'esaltata e la cosa cominciò a propagarsi un po' di più. Una delle suore venne da me, per parlarmi in confidenza. E cominciò a commiserarmi. Mi dice: « Sento che dicono di lei che è un'esaltata, che ha delle visioni. Povera sorella, si difenda da ciò ». Era sincera quell'anima e mi disse sinceramente quello che aveva sentito dire. Ma cose simili dovetti ascoltarle ogni giorno. Che tormento sia stato per me, Dio solo lo sa. Decisi però di sopportare tutto in silenzio e di non dare spiegazioni quando mi venivano rivolte domande. Alcune suore erano irritate dal mio silenzio, specialmente le più curiose; le altre, più riflessive, dicevano: « Di certo Suor Faustina dev'essere molto vicino a Dio, dato che ha la forza di sopportare tante sofferenze ». E vedevo davanti a me quasi due ifie di giudici. Mi preoccupai di avere il silenzio interno ed esterno. Non dicevo nulla che riguardasse la mia persona, sebbene venissi interrogata direttamente da alcune suore. La mia bocca si chiuse. Soffril come una colomba senza lamentarmi. Alcune suore però provavano quasi piacere nel darmi fastidio in qualsiasi modo. Le irritava la mia pazienza, ma Dio mi diede tanta forza interiore, che sopportai tutto ciò con serenità. Mi ero resa conto che in quei momenti non potevo essere aiutata da nessuno e cominciai a pregare ed a chiedere al Signore un confessore. Desideravo ardentemente che un sacerdote mi dicesse quest'unica parola: « Stai tranquilla, sei sulla buona strada ». Oppure « Butta via tutto, perché non viene da Dio ». Purtroppo però un sacerdote così deciso, che mi dicesse quelle parole chiare in nome del Signore, non riuscivo a trovano. Perciò andavo avanti nell'incertezza. O Gesù, se è la Tua volontà che io viva in tale incertezza, sia benedetto il Tuo Nome. Ti prego, Signore, dirigi Tu stesso la mia anima e resta con me, perché da sola sono nulla. Ecco, sono già stata giudicata da ogni lato: non c'è più nulla in me che sia sfuggito al giudizio delle suore. Ma ormai tutto in un certo senso si è esaurito ed hanno cominciato a lasciarmi in pace; la mia anima martoriata ha potuto prendersi un po' di riposo. Ma ho constatato che proprio durante quella tribolazione il Signore mi è stato quanto mai vicino. La tregua però è durata pochino. È scoppiata di nuovo una violenta tempesta. Adesso i sospetti di un tempo, son diventati per loro, a quanto pare, certezza e bisogna ascoltare di nuovo la stessa musica di prima. Così piace al Signore. La cosa strana però è che anche diverse faccende esterne han cominciato ad andare per traverso. Ciò ha provocato molte svariate sofferenze, note soltanto a Dio. Ad ogni modo ho cercato, come ho potuto, di fare ogni cosa con l'intenzione più pura. Ora m'accorgo di essere sorvegliata come una ladra ovunque: in cappella, quando svolgo il mio lavoro, in cella. Ora so che, oltre alla presenza di Dio, ho la continua presenza umana, che francamente qualche volta mi mette in grave imbarazzo. Ci sono stati dei momenti in cui sono rimasta indecisa se spogliarmi o meno, per potermi lavare. A proposito, anche il mio misero letto è stato controllato parecchie volte. Qualche volta m'è venuto da ridere, quando son venuta a sapere che non lasciavano in pace nemmeno il letto. Una suora mi ha detto lei stessa, che ogni sera mi sorvegliava dentro la cella, per vedere come mi comportavo. Tuttavia i Superiori son sempre i Superiori. E sebbene mi abbiano personalmente umiliata e talvolta imbottita di numerosi dubbi, tuttavia mi hanno sempre permesso quello che voleva il Signore, quantunque non come avevo chiesto, ma in altro modo hanno aderito alle richieste del Signore e mi hanno autorizzata a fare certe penitenze e mortificazioni. Un giorno una delle Madri si adirò contro di me e mi umiliò talmente, che pensavo proprio non l'avrei sopportato. Mi disse: « Stravagante, isterica, visionaria, vattene dalla mia stanza, non voglio conoscerti! ». Una gragnola di rimproveri si scaricò sul mio capo. Quando arrivai nella mia cella, caddi con la faccia a terra davanti al crocifisso e guardai Gesù; non ero in grado di pronunciare nemmeno una parola. E tuttavia nascosi il fatto agli altri e feci finta che non fosse successo nulla fra di noi. Satana però approfitta sempre di queste circostanze. Cominciarono a venirmi pensieri di scoraggiamento: « Ecco la ricompensa per la tua fedeltà e sincerità! Val la pena esser sincera, quando si è capiti a questo modo? ». « Gesù, Gesù, sono sfinita! ». E caddi nuovamente a terra sotto quel peso; cominciai a sudare ed una certa paura cominciò ad impadronirsi di me. E pensavo: « Non ho nessuno che mi dia un appoggio morale ». E subito sentii una voce nell'anima: « Non temere, Io sono con te »; ed una singolare luce illuminò la mia mente e compresi che non dovevo arrendermi a quelle malinconie e mi sentii piena di forza ed uscii dalla cella con rinnovato coraggio per andare incontro ai patimenti. Tuttavia cominciai a lasciarmi un po' andare. Non facevo caso a quelle ispirazioni interiori; cercavo di distrarmi. Però, nonostante il chiasso e le distrazioni, vedevo quello che avveniva nella mia anima. La parola divina è eloquente e nulla può soffocarla. Cominciai ad evitare l'incontro del Signore con la mia anima, perché non volevo essere vittima di illusioni. Ma il Signore in certo qual modo m'insegui con i Suoi doni ed in verità ho provato a turno sofferenze e gioie. Non ricordo qui le varie visioni e grazie, che Dio mi ha concesso in quel tempo, perché le ho annotate altrove; ma ricorderò che quelle mie molteplici sofferenze avevano ormai raggiunto il colmo e io decisi di farla finita con questi dubbi prima dei voti perpetui. Durante tutto il tempo della probazione pregai perché venissero concessi lumi al sacerdote, al quale dovevo svelare completamente tutta la mia anima. E pregai Iddio, perché Lui stesso mi aiutasse in questo e mi facesse la grazia di poter raccontare le cose più segrete che ci sono fra me ed il Signore e di rendermi così disponibile che, qualunque cosa quel sacerdote decidesse, l'avrei considerata come decisa da Gesù stesso. Non importa quale giudizio darà su di me. Io desidero soltanto la verità ed una risposta precisa a certe mie domande. Mi sono rimessa a Dio completamente e l'anima mia desidera la verità. Non posso più continuare a vivere nel dubbio, benché nell'anima abbia una così grande certezza che queste cose provengono da Dio, che darei la mia vita per esse. Ma al di sopra di tutto questo ho posto l'opinione del confessore ed ho deciso di comportarmi secondo quanto egli riterrà giusto indicarmi. Vedo il dato momento come quello che deciderà il mio comportamento per tutta la vita. So che dipenderà tutto da esso. Non ha importanza se si pronuncerà secondo le mie ispirazioni oppure in modo del tutto opposto: questo ormai non m'importa. Io desidero conoscere la verità e seguirla. O Gesù, Tu puoi aiutarmi. E già da qui ho cominciato: nascondo [sic!] tutte le grazie nell'anima ed aspetto colui che il Signore mi manderà. Senza alcun dubbio nel mio cuore, ho pregato il Signore, perché Egli si degni di aiutarmi in questi momenti ed un certo coraggio è entrato nella mia anima. Debbo ancora ricordare che ci sono alcuni confessori che aiutano l'anima e sono, per quanto ciò può apparire, dei veri padri spirituali, ma fino ad un certo punto: fino a che tutto va bene; ma quando un'anima si trova in più gravi difficoltà, allora sono indecisi e non possono, oppure non vogliono capire quell'anima; cercano di liberarsene al più presto. Tuttavia se l'anima è umile, ne ha pur sempre qualche piccolo vantaggio. Dio stesso talvolta invia un raggio di luce nel profondo dell'anima, per la sua umiltà e fiducia. Talvolta il confessore dice cose che non intendeva affatto dire ed egli stesso non se ne rende conto. L'anima crede realmente che queste sono parole del Signore stesso, sebbene dobbiamo credere che ogni parola in confessionale proviene da Dio, ma quello che ho ricordato sopra, è qualcosa che viene proprio direttamente da Dio. E l'anima sente che il sacerdote non dipende da se stesso: dice cose che non vorrebbe dire. Ecco, in questo modo Dio ricompensa la fede. L'ho sperimentato parecchie volte su me stessa. Un certo sacerdote molto istruito e grandemente stimato - m'è capitato qualche volta d'andare a confessarmi da lui - era sempre stato severo e contrario a me in queste cose, ma una volta mi disse: « Sappia, sorella, che se Iddio vuole che lei faccia questo, non bisogna opporvisi. Iddio talvolta vuoi essere lodato in questo modo. Stia tranquilla. Iddio, come ha cominciato, così, terminerà. Ma le dico, fedeltà a Dio e umiltà e ancor una volta umiltà. Ricordi quello che le ho detto oggi ». Mi rallegrai pensando che forse quel sacerdote mi aveva capita. Però le circostanze furono tali, che non ebbi più occasione di confessarmi da lui. Una volta mi chiamò una delle Madri anziane e furono fulmini e saette a ciel sereno, senza che mi rendessi conto di cosa si trattasse. Ma poco dopo capii che si trattava di cosa che non dipendeva affatto da me. Mi disse: « Lei, sorella, si levi bene dalla testa che Gesù tratti così familiarmente con lei, con una persona così misera e così imperfetta. Gesù ha rapporti di confidenza solo con anime sante, ricordatelo [sic!] bene ». Riconobbi che aveva pienamente ragione dicendo che sono misera, ma confido nella Misericordia divina. Quando m'incontrai col Signore, mi umiliai davanti a Lui e dissi: « Gesù, a quanto si dice, Tu non tratti con persone misere ». Mi rispose: « Sta' tranquilla, figlia Mia; proprio per mezzo di una simile miseria voglio mostrare la potenza della Mia Misericordia». Compresi che la Madre aveva inteso soltanto umiliarmi. O mio Gesù, mi hai sottoposta a molte prove in questa mia breve vita. Molte cose le ho capite, alcune delle quali ora mi lasciano meravigliata. Oh! quanto è bene affidarsi in tutto a Dio e permettere a Dio di agire pienamente nella nostra anima. Durante la terza probazione il Signore mi fece capire che dovevo offrirmi a Lui, in modo che potesse fare di me quello che Gli piaceva. Debbo stare sempre davanti a Lui come vittima. In un primo momento mi spaventai sentendomi infinitamente misera e conoscendo bene me stessa. Risposi al Signore ancora una volta: « Sono la miseria personificata; come posso essere una vittima? ». « Oggi questo non lo comprendi. Domani te lo farò comprendere durante l'adorazione». Il cuore mi tremò e l'anima. Queste parole mi s'impressero profondamente nell'anima. La parola divina è viva. Quando giunsi all'adorazione, sentii nell'anima che ero entrata nel tempio del Dio vivente, la cui Maestà è grande ed insondabile. Ed il Signore mi fece conoscere quello che sono anche i più puri spiriti di fronte a Lui. Benché all'esterno non vedessi nulla, la presenza di Dio mi trapassò da parte a parte. In quel momento la mia mente venne illuminata in maniera singolare. Davanti agli occhi della mia anima passò una visione, come quella di Gesù nell'Orto degli Ulivi. All'inizio le sofferenze fisiche e tutte le circostanze che le aumentano; le sofferenze morali in tutta la loro estensione e quelle di cui nessuno saprà mai nulla. In questa visione entra tutto: sospetti ingiusti, perdita del proprio buon nome. Ho descritto questa cosa in modo molto succinto, ma la conoscenza che ne ebbi fu talmente chiara che quello che in seguito sopportai non fu per nulla diverso da quello che avevo conosciuto in quel momento. il mio nome deve essere: « vittima ». Quando la visione terminò un sudore freddo mi scendeva dalla fronte. Gesù mi fece conoscere che, anche se non avessi dato il mio consenso per tutto ciò, avrei potuto egualmente salvarmi e non avrebbe diminuito le grazie che mi aveva concesso e che avrebbe continuato a rimanere con me negli stessi rapporti di intimità; insomma che, anche se non avessi consentito a quel sacrificio, la generosità di Dio non sarebbe diminuita per questo. Ed il Signore mi fece capire che tutto il mistero dipendeva da me, dal mio consenso volontario a tale sacrificio con piena consapevolezza della mia mente. In quest'atto volontario e consapevole c'è tutta la sua potenza ed il suo valore di fronte alla Sua Maestà. Anche se non mi capitasse nulla di quello a cui mi sono offerta, davanti al Signore è come se tutto fosse già avvenuto. In quel momento compresi che entravo in unione con la Maestà incomprensibile. Sentii che Dio attendeva una mia parola, il mio consenso. Ad un tratto il mio spirito sprofondò in Dio e dissi: « Fa' di me quello che Ti piace: mi sottometto alla Tua volontà. Da oggi la Tua santa volontà è il mio cibo. Con l'aiuto della Tua grazia, sarò fedele alle Tue richieste. Fa' di me quello che Ti piace. Ti scongiuro, Signore, resta con me in ogni momento della mia vita». All'improvviso, dopo che avevo dato il consenso a quel sacrificio con la volontà e col cuore, la presenza di Dio penetrò in me da parte a parte. La mia anima venne immersa in Dio ed inondata da una felicità così grande, che non riesco a descriverla nemmeno parzialmente. Sentivo che la Sua Maestà mi fondeva in modo mirabile con Sé. Vidi la grande compiacenza di Dio verso di me ed a mia volta il mio spirito s'immerse in Lui. Consapevole di questa unione con Dio, sento di essere amata in modo particolare ed a mia volta amo con tutte le forze della mia anima. Un grande mistero è avvenuto durante quell'adorazione: un mistero fra me ed il Signore; e mi sembrava di dover morire d'amore mentre mi guardava. Ho parlato a lungo col Signore, ma senza nemmeno una parola. E il Signore mi disse: « Sei la delizia del Mio Cuore. Da oggi ogni più piccola azione trova compiacenza dinanzi ai Miei occhi, qualunque cosa farai». In quel momento mi sentii consacrata. L'involucro del corpo è lo stesso, ma l'anima e un altra: in essa dimora Iddio con tutta la Sua predilezione; non un sentimento, ma una consapevole realtà, che niente mi può offuscare. Un grande mistero si è intrecciato fra di me e Dio. Nella mia anima sono rimasti il coraggio e la forza. Quando sono uscita dall'adorazione, ho guardato negli occhi con serenità a tutto ciò che prima mi faceva tanta paura. Quando uscii nel corridoio, mi toccò subito una grande sofferenza ed umiliazione da parte di una certa persona. L'accettai con rassegnazione alla volontà del cielo e mi strinsi profondamente al Sacr.mo Cuore di Gesù, il Signore, dimostrando di essere pronta a quello per cui mi ero offerta. La sofferenza spuntò quasi da sotto terra; la stessa Madre Margherita se ne meravigliò. Alle altre passano lisce molte cose, ed in verità non vale la pena farci caso; ma a me non se ne salva una: ogni parola è analizzata, ogni passo controllato. Una suora mi disse: « Si prepari, sorella, ad accettare una piccola croce che l'attende da parte della Madre Superiora. Quanto mi dispiace per lei! ». Ed io nel mio intimo sono contenta di questo e vi sono preparata già da parecchio tempo. Quando vide il mio coraggio, rimase stupita per questo. Adesso vedo che l'anima da sola può ben poco, ma con Iddio può tutto. Ecco quello che può la grazia di Dio! Sono poche le anime sempre attente alle ispirazioni di Dio, ma ancora di meno sono quelle che eseguono fedelmente le ispirazioni divine. Un'anima fedele a Dio però non può da sola prendere decisioni sulle sue ispirazioni: deve sottoporle al controllo di un sacerdote molto colto e saggio e, finché non ha la certezza, deve mantenere un atteggiamento d'incredulità. Non dia di propria iniziativa la sua fiducia a queste ispirazioni ed a tutte le grazie superiori, poiché può esporsi a molti danni. Sebbene l'anima distingua subito le false ispirazioni da quelle che provengono da Dio, tuttavia sia prudente perché ci sono molte cose dubbie. Dio è contento e si rallegra quando l'anima non presta fede a Lui Stesso, per Lui Stesso: perché Lo ama, è prudente ed interroga, e chiede aiuto per accertare che chi opera in lei è veramente Dio. E dopo averne avuta la conferma tramite un confessore illuminato, stia tranquilla; si metta nelle mani di Dio secondo le Sue indicazioni, cioè secondo le indicazioni del confessore. L'amore puro è capace di grandi imprese e non l'annientano né le difficoltà, né le contrarietà. Come l'amore è forte nelle grandi difficoltà, così è perseverante nella grigia, noiosa vita quotidiana. Essa sa che, per piacere a Dio, una cosa è necessaria: fare con grande amore le cose più piccole. Amore e sempre amore. L'amore puro non sbaglia; esso ha singolarmente molta luce e non fa nulla che non debba piacere a Dio. E attento nel prevedere ciò che è più caro a Dio e non c'è nulla che lo eguagli; è felice quando può annientarsi ed ardere come un sacrificio puro. Quanto più dà di sé, tanto più è felice. Inoltre nessuno meglio di lui riesce ad avvertire i pericoli da tanto lontano; ha il fiuto per togliere la maschera e sa con chi tratta. I miei tormenti giungono ormai alla fine. Il Signore mi dà l'aiuto promesso. Lo vedo in due sacerdoti, cioè in Padre Andrasz e in Don Sopocko. Nel corso degli esercizi spirituali prima dei voti perpetui, per la prima volta venni tranquillizzata completamente ed in seguito venni guidata nella stessa direzione da Don Sopocko. Così si realizzò la promessa del Signore. Dopo che fui tranquillizzata ed istruita sul modo di procedere sulle vie di Dio, il mio spirito si rallegrò nel Signore e mi sembrò non di camminare, ma di correre. Mi erano state sciolte le ali per il volo e cominciai a volteggiare verso l'ardore del sole e non tornerò in basso fino a quando riposerò in Colui, nel Quale è annegata la mia anima per l'eternità. E mi abbandonai completamente all'influsso della grazia. Grandiosi sono gli abbassamenti divini alla mia anima! Da parte mia non mi ritiro, né mi rifiuto, ma m'immergo in Lui, come nell'unico mio Tesoro. Sono una cosa sola col Signore: in un certo modo scompare l'abisso che c'è fra noi, il Creatore e la creatura. Per alcuni giorni la mia anima è stata quasi continuamente in estasi: la presenza di Dio non mi ha abbandonato nemmeno per un istante, e la mia anima ha perseverato in una continua amorosa unione col Signore. Ciò tuttavia non mi ha impedito di adempire i miei doveri. Sentivo che ero stata trasformata in amore; ardevo tutta, ma senza riportare danni. M'immergevo continuamente in Dio. Iddio mi attirava a Sé con tale forza e potenza che in certi momenti non mi rendevo nemmeno conto di essere sulla terra. Per tanto tempo avevo ostacolato la grazia di Dio e ne avevo avuto paura. Adesso Iddio Stesso tramite Padre Andrasz aveva tolto ogni difficoltà. Il mio spirito era stato indirizzato verso il sole e sbocciò ai suoi raggi per Lui Stesso. Già non capì [qui la frase è interrotta e non è stata completata]. Nonostante Iddio mi attirasse a Sé con tale veemenza che spesso non ero in grado di oppormi alla Sua grazia, sprecavo molte grazie di Dio perché avevo sempre paura delle illusioni. Quando all'improvviso venivo immersa in Lui, in quei momenti Gesù mi riempiva della Sua pace in maniera che, in seguito, anche se avessi voluto allarmarmi, non avrei potuto. Ad un tratto sentii nel mio intimo queste parole: « Perché tu sia tranquilla, che sono Io l'autore di tutte le richieste fatte a te, ti darò una tranquillità così profonda che, se anche volessi inquietarti ed allarmarti, ciò oggi non sarà in tuo potere, ma l'amore inonderà la tua anima fino a farti dimenticare te stessa ». In seguito Gesù mi diede un altro sacerdote, al quale mi ordinò di svelare la mia anima. In un primo momento lo feci con una certa esitazione; ma un severo richiamo da parte di Gesù procurò una profonda umiltà alla mia anima. Sotto la sua direzione la mia anima progredì celermente nell'amore di Dio e molte delle richieste del Signore vennero eseguite in concreto. Talvolta il suo coraggio e la sua profonda umiltà mi hanno fatto riflettere. Oh! quant'è misera la mia anima che ha dissipato tante grazie! Sfuggivo a Dio ed Egli m'inseguiva con le Sue grazie. Il più delle volte le grazie di Dio mi venivano elargite, quando meno me l'aspettavo. Dal momento in cui il Signore mi ha dato un direttore spirituale, sono più fedele alla grazia per merito dello stesso direttore e della sua vigilanza sulla mia anima. Ho conosciuto veramente quello che è una direzione spirituale e come la considera Gesù: per ogni minima mancanza Gesù mi ammoniva e mi faceva presente che le questioni, che io sottoponevo al confessore, le giudicava Lui Stesso. « Ed ogni mancanza contro di lui colpisce Me direttamente ». Quando la mia anima sotto la sua direzione cominciò a gustare profondamente il raccoglimento e la pace, udii spesso nell'anima queste parole, talora ripetute varie volte di seguito: « Fortificati per la lotta! ». Gesù mi fa conoscere spesso quello che non Gli piace nella mia anima e qualche volta mi ha rimproverato per cose che sembravano minuzie, ma che in realtà avevano una grande importanza. Egli mi ha messo in guardia e mi ha esercitato come un Maestro. Per molti anni mi ha educata Lui Stesso, fino al momento in cui mi ha dato un direttore spirituale. In precedenza era Lui che mi faceva conoscere quello che non capivo ed ora mi ordina di chiedere tutto al confessore e spesso mi dice così: « E Io ti risponderò tramite la sua bocca; sta' tranquilla». Non mi è ancora capitato di ricevere una risposta in contrasto con ciò che il Signore mi chiedeva e che io avevo fatto presente al mio direttore spirituale. Anzi qualche volta, ma non spesso, mi è capitato che Gesù mi ha raccomandato determinate cose di cui nessuno potrebbe essere stato al corrente, ma, quando mi sono avvicinata alla grata, il confessore me le ha raccomandate anche lui. Quando l'anima ha ottenuto per lungo tempo molta luce e molte ispirazioni e dopo che i confessori le hanno assicurato sia la tranquillità sia la provenienza delle ispirazioni, se il suo amore è grande, in tal caso Gesù le fa conoscere che è tempo che metta in pratica ciò che ha ricevuto. L'anima viene a conoscere che il Signore conta su di lei e questa conoscenza le dà forza. Essa sa che per restare fedele dovrà talvolta esporsi a varie difficoltà; ma essa confida in Dio e, grazie a tale fiducia, giunge là dove Iddio la chiama. Le difficoltà non la spaventano; sono per lei come il pane quotidiano; non la spaventano affatto, né l'intimoriscono, come i colpi di cannone non spaventano il cavaliere che è continuamente sui campi di battaglia. Essa è ben lungi dallo spaventarsi, però rimane in ascolto per capire da che parte attaccherà il nemico. Per riportare la vittoria non fa nulla alla cieca, ma indaga, riflette profondamente e, non contando su di sé, prega fervorosamente ed attinge consigli da cavalieri esperti e saggi, e comportandosi così, vince quasi sempre. Ci sono degli attacchi nei quali l'anima non ha il tempo né per riflettere, né per chiedere consigli, né per nient'altro. In quei casi bisogna combattere per la vita o per la morte. Qualche volta è bene rifugiarsi nella ferita del Cuore di Gesù, non rispondendo nemmeno una parola: per quell'atto stesso il nemico è già sconfitto. In tempo di pace l'anima si sottopone a sforzi come fa in tempo di battaglia. Deve esercitarsi e molto; diversamente nemmeno parlarne di vittoria. il tempo di pace lo considero come il tempo di preparazione alla vittoria. Deve vigilare continuamente. Vigilanza e ancora una volta vigilanza! L'anima che riflette ottiene molta luce. Un'anima dissipata si mette da sola in pericolo di cadere e non si meravigli se poi cadrà. O Spirito Divino, guida dell'anima: saggio è colui che Tu trasformi. Ma affinché lo Spirito Divino possa agire in un'anima, occorre silenzio e raccoglimento. La preghiera. Con la preghiera l'anima si prepara ad affrontare qualsiasi battaglia. In qualunque condizione si trovi un'anima, deve pregare. Deve pregare l'anima pura e bella, poiché diversamente perderebbe la sua bellezza. Deve pregare l'anima che tende alla purezza, altrimenti non vi giungerà. Deve pregare l'anima che si è appena convertita, diversamente cadrebbe di nuovo. Deve pregare l'anima peccatrice, immersa nei peccati, per poter risorgere. E non c'è anima, che non abbia il dovere di pregare, poiché ogni grazia arriva tramite la preghiera. Ricordo che la luce l'ho ricevuta in massima parte durante l'adorazione di mezz'ora, che facevo ogni giorno durante tutta la Quaresima, stando distesa a forma di croce davanti al SS.mo Sacramento. In quel tempo conobbi più a fondo me stessa e Iddio, anche se per fare quella preghiera incontrai molti ostacoli, nonostante avessi il permesso dei superiori. L'anima deve sapere che, per pregare e perseverare nella preghiera, deve armarsi di pazienza e superare coraggiosamente le difficoltà esteriori ed interiori. Le difficoltà interiori: lo scoraggiamento, l'aridità, l'indolenza, le tentazioni. Quelle esteriori: il rispetto umano e la necessità di rispettare i momenti destinati alla preghiera. Io stessa ho sperimentato che, se non dicevo le preghiere nel tempo stabilito, dopo non le dicevo più, perché i doveri me l'impedivano; e se pure le dicevo, ciò avveniva con gran fatica, perché il pensiero andava ai doveri da compiere. Mi è capitata anche questa difficoltà: se l'anima aveva recitato bene le preghiere e ne era uscita con un profondo raccoglimento interiore, gli altri la contrastavano per tale raccoglimento; perciò ci vuole pazienza per perseverare nella preghiera. Più di una volta mi è capitata una cosa di questo genere: quando la mia anima era più profondamente assorta in Dio ed aveva riportato maggior profitto dalla preghiera e la presenza di Dio l'aveva accompagnata durante il giorno e sul lavoro aveva dimostrato più concentrazione, più esattezza e più impegno, proprio allora ho avuto il maggior numero di rimproveri con l'accusa di essere negligente ed indifferente a tutto e questo perché le anime meno raccolte vogliono che anche le altre siano come loro, perché costituiscono per loro un rimprovero continuo. Un'anima nobile e delicata può essere anche la più semplice, ma di sentimenti delicati; una tale anima cerca di vedere Iddio in ogni cosa. Lo trova ovunque, riesce a trovare Iddio anche nelle cose più insignificanti. Tutto per lei ha un significato. Apprezza grandemente tutto. Ringrazia Dio per ogni cosa. Da ogni cosa ricava profitto e rivolge a Dio ogni lode. Confida in Lui e non s'impressiona quando viene il tempo della prova. Essa sa che Iddio è sempre il migliore dei padri e tiene poco conto delle considerazioni umane. Segue fedelmente anche il più piccolo soffio dello Spirito Santo; gioisce per questo Ospite spirituale e si aggrappa a Lui come un bimbo alla madre. Dove le altre anime s'arrestano e si spaventano, essa va avanti senza paura e senza difficoltà. Quando il Signore stesso vuole stare accanto ad un'anima e guidarla, allontana da lei tutto ciò che c'è all'esterno. Quando mi ammalai e venni trasferita in infermeria, ebbi molti dispiaceri per questo motivo. Eravamo in due ricoverate in infermeria. Da Suor N. andavano in visita le suore; da me non s'affacciava nessuno. Per la verità l'infermeria è una sola, ma ognuna ha la propria cella. Le serate invernali erano lunghe. Suor N. aveva la luce e la cuffia per la radio ed io per mancanza della luce non potevo nemmeno preparare la meditazione. Dopo che erano passate così all'incirca due settimane, una sera mi lamentai col Signore: « Ho molti dispiaceri e non posso nemmeno preparare la meditazione, dato che non ho la luce ». Ed il Signore mi disse che sarebbe venuto Lui ogni sera e mi avrebbe dato i punti per la meditazione dell'indomani. I punti si riferivano sempre alla Sua dolorosa Passione. Mi disse: « Medita la Mia Passione davanti a Pilato ». E così, punto per punto, per un'intera settimana meditai la Sua dolorosa Passione. Da quel momento una grande gioia entrò nella mia anima e non desiderai più né visite, né luce; mi bastava Gesù per ogni cosa. Per la verità l'interessamento delle Superiore per le ammalate era notevole; tuttavia il Signore dispose in modo tale che mi sentii abbandonata. Egli, il migliore dei Maestri, per poter agire direttamente su un'anima allontana da lei tutto ciò che è creato. Più di una volta fui bersaglio di così numerose vessazioni e sofferenze che la stessa Madre M. mi disse: « Sulla sua strada, sorella, le sofferenze spuntano direttamente da sotto terra ». Mi disse ancora: « Io guardo a lei, sorella, come se fosse crocifissa, ma ho notato che il Signore Gesù in qualche modo c'entra in questo. Sorella, sia fedele al Signore ». Desidero annotare un sogno che feci su Santa Teresa del Bambino Gesù. Ero ancora novizia ed avevo certe difficoltà, che non mi riusciva di risolvere. Erano difficoltà interne collegate con difficoltà esterne. Avevo fatto parecchie novene a vari santi, ma la situazione diveniva sempre più pesante. Le mie sofferenze per questa ragione erano talmente grandi, che non sapevo più come continuare a vivere, ma improvvisamente mi venne l'idea di pregare Santa Teresa del Bambino Gesù. Cominciai la novena a questa santa, poiché prima di entrare in congregazione avevo molta devozione per lei. Adesso l'avevo un po' trascurata, ma trovandomi in questa necessità, di nuovo cominciai a pregarla con grande fervore. Il quinto giorno della novena sogno Santa Teresa, ma come se fosse stata ancora sulla terra. Mi nascose la consapevolezza che era santa e cominciò a dirmi parole di conforto; che non mi rattristassi a motivo di quella questione, ma avessi più fiducia in Dio. Mi disse: « Anch'io ho sofferto molto ». Ma io non ero molto convinta che lei avesse sofferto molto e le dissi: «A me sembra che tu non soffra per niente ». Ma Santa Teresa rispose assicurandomi che aveva sofferto molto e mi disse: « Sappia, sorella, che fra tre giorni lei risolverà la sua questione nel modo migliore». Dato che io non ero molto propensa a crederle, tutto ad un tratto si fece conoscere come santa. Allora la gioia inondò la mia anima e le dissi: « Tu sei santa? ». Ed essa mi rispose: « SI, sono santa ed abbi fiducia che quella questione la risolverai fra tre giorni ». E io le dissi: « Santa Teresina, dimmi, andrò in paradiso? ». Mi rispose: « Sorella, lei andrà in paradiso ». « E sarò santa? ». Mi rispose: « Sarai santa ». « Ma, Teresina, sarò santa come te, sugli altari? ». Ed essa mi rispose: « Sì, sarai santa come me, ma devi avere molta fiducia in Gesù ». E poi le chiesi se mio padre e mia madre andranno in paradiso, se [frase non ultimata]. Mi rispose: « Ci andranno». E domandai ancora: « E le mie sorelle ed i miei fratelli andranno in paradiso? ». Mi rispose che dovevo pregare molto per loro e non mi diede una risposta precisa. Compresi che avevano bisogno di molte preghiere. Questo è un sogno e come dice un proverbio polacco « Sen mara, a Bég wiara - il sogno è una chimera, mentre Dio è certezza ». Però, come mi aveva detto, il terzo giorno risolsi quella difficile questione con grande facilità. Per quanto concerne quella questione, si avverò tutto alla lettera come mi aveva detto. Questo è un sogno, ma ha avuto un suo significato. Mi trovavo, una volta, in cucina con suor N. e questa si adirò un poco contro di me e per penitenza mi ordinò di stare seduta su un tavolo, mentre solo lei continuò a darsi molto da fare; riassettò e strofinò ed io me ne stavo seduta sul tavolo. Le altre suore, che andavano e venivano, si stupivano nel vedermi seduta a quel modo. Ognuna diceva la sua. Una disse che ero una fannullona; un'altra, che ero stramba. A quel tempo ero postulante. Altre dicevano: « Che razza di suora sarà mai costei? ». Io però non potevo scendere dal tavolo, perché quella suora m'aveva imposto, sotto obbedienza, di restar seduta fino a che non m'avesse detto di scendere. Dio solo sa quanti atti di mortificazione feci in quell'occasione. Pensavo di prender fuoco per la vergogna. Dio Stesso talvolta così permise per la mia formazione interiore, ma il Signore poi mi ricompensò per quella umiliazione con una grande gioia. Durante la benedizione Lo vidi sotto un aspetto di grande bellezza. Gesù mi guardò amabilmente e disse: « Figlia Mia, non aver paura delle sofferenze. Io sono con te». Una notte ero di turno e soffrivo molto interiormente per il fatto di dover dipingere quell'immagine e non sapevo proprio che decisione prendere, dato che era un continuo volermi far credere che si trattava di un'illusione, mentre un sacerdote aveva detto che forse Iddio voleva essere adorato per mezzo di quella immagine; quindi bisognava darsi da fare per dipingerla. Ma la mia anima era molto stanca. Quando entrai nella cappellina, avvicinai il capo al tabernacolo, e bussai dissi: « Vedi, Gesù, quante difficoltà ho nel dover dipingere quell'immagine ». E sentii una voce dal tabernacolo: « Figlia Mia, le tue sofferenze non dureranno a lungo ». Un giorno vidi due strade: una strada larga cosparsa di sabbia e di fiori, piena di allegria, di musica e di vari passatempi. La gente andava per quella strada ballando e divertendosi. Giungono alla fine, ma non s'accorgono che è finita. Alla fine di quella strada c'era uno spaventoso precipizio, cioè l'abisso infernale. Quelle anime cadevano alla cieca in quella voragine; man mano che arrivavano, precipitavano dentro. E ce n era un così gran numero, che era impossibile contarle. E vidi un'altra strada, o meglio un sentiero, poiché era stretto e cosparso di spine e di sassi e la gente che andava per quella strada aveva le lacrime agli occhi ed era piena di dolori. Alcuni cadevano sulle pietre, ma si alzavano subito e proseguivano. Ed alla fine della strada c'era uno stupendo giardino pieno di ogni felicità e tutte quelle anime vi entravano. Subito, fin dal primo momento, dimenticavano i loro dolori. Quando ci fu l'adorazione dalle Suore della Famiglia di Maria, di sera con una delle nostre Suore andai a quell'adorazione. Subito, appena entrai nella cappella, la presenza di Dio s'impadronì della mia anima. Pregai così, come in certi momenti, senza dire una parola. Ad un tratto vidi il Signore che mi disse: « Sappi che, se trascuri di dipingere quell'immagine e tutta l'opera della Misericordia, nel giorno del giudizio risponderai di un gran numero di anime ». Dopo queste parole del Signore, una certa apprensione entrò nella mia anima e anche timore. Non riuscivo a tranquillizzarmi da sola. Quelle parole mi risuonavano nelle orecchie. « Si, nel giorno del giudizio universale dovrò rispondere non solo di me stessa, ma anche di altre anime». Queste parole mi erano penetrate profondamente nel cuore. Quando tornai a casa entrai nel piccolo Gesù, caddi con la faccia a terra davanti al SS.mo Sacramento e dissi al Signore: « Farò tutto quello che è in mio potere, ma Ti prego, Tu rimani sempre con me e dammi la forza di fare la Tua santa volontà, poiché Tu puoi tutto ed io da sola niente ». Da qualche tempo mi capita di sentire nell'anima quando qualcuno prega per me; lo sento immediatamente e a sua volta quando qualche anima mi chiede preghiere, sebbene non me lo dica, io lo sento egualmente nell'anima. Lo sento in questo modo: avverto un'inquietudine, come se qualcuno mi chiamasse; poi quando prego riacquisto la pace. Una volta avevo un gran desiderio di accostarmi alla S. Comunione, ma avevo un certo dubbio e non mi accostai. Per questo motivo soffrii tremendamente. Mi sembrava che il cuore mi si spezzasse dal dolore. Quando mi dedicai ai miei impegni col cuore pieno d'amarezza, Gesù apparve improvvisamente accanto a me e mi disse: « Figlia Mia, non tralasciare la S. Comunione, se non quando sei ben consapevole di essere caduta gravemente. All'infuori di ciò non ti trattenga alcun dubbio dall'unirti a Me nel Mio mistero d'amore. I tuoi piccoli difetti spariranno nel Mio amore, come una pagliuzza gettata in un grande incendio. Sappi questo, che Mi rattristi molto quando ometti di riceverMi nella S. Comutuone ». La sera, quando entrai nella piccola cappellina udii nell'anima queste parole: « Figlia Mia, medita su queste parole. “ed in preda all'angoscia, pregava più a lungo”» (cfr. Lx 22,44). Quando cominciai a riflettere più a fondo, molta luce penetrò nella mia anima. Compresi di quanta perseveranza nella preghiera abbiamo bisogno e che da tale faticosa preghiera dipende talvolta la nostra salvezza. Quando andai a Kiekrz a sostituire per poco tempo una consorella, un pomeriggio attraversai l'orto e mi fermai sulla riva del lago e rimasi a lungo assorta pensando a questo elemento della natura. Ad un tratto vidi presso di me Gesù, che mi disse amabilmente: « Ho creato tutto questo per te, Mia sposa, e sappi che tutte le bellezze sono nulla in confronto a quello che ti ho preparato nell'eternità». L'anima mia fu inondata da una gioia così grande, che rimasi là fino alla sera e mi sembrò d'esserci rimasta solo un breve momento. Quel giorno l'avevo libero e destinato al ritiro spirituale di un giorno, perciò avevo piena libertà di dedicarmi alla preghiera. Oh! quanto è infinitamente buono Dio; c'insegue con la Sua bontà. Il più delle volte mi capita che il Signore mi concede le grazie più grandi, proprio quando io non me le aspetto affatto. O Ostia santa, Tu sei chiusa per me nel calice d'oro, affinché nel gran deserto dell'esIlio, io transiti pura, immacolata, intatta; me lo conceda la potenza del Tuo amore. O Ostia santa, dimora nell'anima mia, amore purissimo del mio cuore, la Tua luce disperda le tenebre. Tu non rifiuti le grazie ad un cuore umile. O Ostia santa, delizia del paradiso, sebbene nasconda la Tua bellezza e Ti presenti a me in una briciola di pane, la fede forte squarcia questo velo. Il giorno della crociata, il quinto di ogni mese, è capitato il primo venerdì. E il mio giorno, quello in cui debbo stare di guardia davanti a Gesù. In quel giorno ho il compito di riparare per tutti gli insulti e le mancanze di riguardo verso il Signore, di pregare perché in quel giorno non venga commesso alcun sacrilegio. Il mio spirito in quel giorno era infiammato di un amore particolare verso l'Eucaristia. Mi sembrava di essere trasformata in una fiamma. Quando, per prendere la S. Comunione, mi avvicinai al sacerdote che mi dava Gesù, una seconda Ostia finì su di una mia manica e io non sapevo quale prendere. Essendo io rimasta un attimo sopra pensiero, il sacerdote spazientito fece un movimento con la mano perché la prendessi. Quando presi l'Ostia che mi porgeva, l'altra mi cadde nelle mani. Il sacerdote andò dall'altra parte della balaustra a distribuire la S. Comunione e io tenni Gesù nelle mie mani per tutto quel tempo. Quando il sacerdote si avvicinò di nuovo, gli diedi l'Ostia caduta perché la mettesse nella pisside, dato che in un primo momento, quando avevo preso Gesù, non avevo potuto dirgli che un'altra era caduta, prima d'aver inghiottito. Mentre tenevo l'Ostia nelle mani, sentii un tale impeto d'amore, che per tutto il giorno non potei né mangiare, né riprendere conoscenza. Dall'Ostia sentii queste parole: « Desideravo riposare nelle tue mani, non solo nel tuo cuore » e all'improvviso in quel momento vidi Gesù Bambino. Ma quando si avvicinò il sacerdote, vidi di nuovo l'Ostia. O Maria, Vergine Immacolata, Puro cristallo per il mio cuore, Tu sei la mia forza, o àncora potente, Tu sei lo scudo e la difesa dei deboli cuori. O Maria, Tu sei pura ed impareggiabile, Vergine e Madre insieme. Tu sei bella come il sole, senza alcuna macchia, Nulla è paragonabile all'immagine della Tua anima. La Tua bellezza ha affascinato il Tre volte Santo, Sceso dal cielo, abbandonando il trono della Sua sede eterna, E prese corpo e sangue dal Tuo cuore, Nascondendosi per nove mesi nel cuore della Vergine. O Madre, o Vergine, nessuno riesce a comprendere che l'immenso Iddio diventa uomo, Solo per amore e per la Sua insondabile Misericordia. Per merito Tuo, o Madre, vivremo con Lui in eterno. O Maria, Vergine Madre e Porta del cielo, Attraverso Te ci è venuta la salvezza, Ogni grazia sgorga per noi dalle Tue mani E solo la Tua fedele imitazione mi farà santa. O Maria, o Vergine, o Giglio più bello, il Tuo Cuore è stato il primo tabernacolo per Gesù sulla terra, Perché la Tua umiltà è stata la più profonda E per questo sei stata innalzata sopra i cori degli angeli e sul santi. O Maria, dolce Madre mia, Affido a Te l'anima, il corpo ed il mio povero cuore. Sii la Guardiana della mia vita E soprattutto nell'ora della morte, nell'ultima battaglia. G.M.G. Gesù confido in Te. Anno 1937, mese I, giorno I. Annotazione per il controllo dell'anima. Esame particolare: unirmi a Cristo misericordioso. Pratica: il silenzio interiore, stretta osservanza del silenzio. LA COSCIENZA. Gennaio. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 41, sconfitte, 4. Giaculatoria: E Gesù taceva! Febbraio. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 36, sconfitte, 3. Giaculatoria: Gesù confido in Te! Marzo. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 51, sconfitte, 2. Giaculatoria: Gesù infiamma d'amore il mio cuore. Aprile. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 61, sconfitte, 4. Giaculatoria: Con Dio posso tutto. Maggio. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 92, sconfitte, 3. Giaculatoria: Nel suo Nome è la mia forza. Giugno. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 64, sconfitte, 1. Giaculatoria: Tutto per Gesù! Luglio. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 62, sconfitte, 8. Giaculatoria: Riposa Gesù nel mio cuore. Agosto. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 88, sconfitte, 7. Giaculatoria: Gesù Tu sai... Settembre. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 99, sconfitte, 1. Giaculatoria: Gesù nascondimi nel tuo Cuore. Ottobre. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, 41, sconfitte, 3. Giaculatoria: O Maria, uniscimi a Gesù. Novembre. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, sconfitte, Giaculatoria: Gesù mio, misericordia. Dicembre. Dio e l'anima, silenzio. Vittorie, sconfitte, Giaculatoria: Ti saluto, Ostia viva. G.M.G. Anno 1937 ESERCITAZIONE GENERALE: Per ogni volta che il mio petto respira, per ogni volta che batte il mio cuore, per ogni volta che pulsa il sangue nel mio organismo, per altrettante migliaia di volte desidero esaltare la Tua Misericordia, o Trinità Santissima. Desidero trasformarmi tutta nella Tua Misericordia ed essere il riflesso vivo di Te, o Signore. Che il più grande attributo di Dio, cioè la Sua incommensurabile Misericordia, giunga al mio prossimo attraverso il mio cuore e la mia anima. Aiutami, o Signore, a far si che i miei occhi siano misericordiosi, in modo che io non nutra mai sospetti e non giudichi sulla base di apparenze esteriori, ma sappia scorgere ciò che c'è di bello nell'anima del mio prossimo e gli sia di aiuto. Aiutami a far si che il mio udito sia misericordioso, che mi chini sulle necessità del mio prossimo, che le mie orecchie non siano indifferenti ai dolori ed ai gemiti del mio prossimo. Aiutami, o Signore, a far si che la mia lingua sia misericordiosa e non parli mai sfavorevolmente del prossimo, ma abbia per ognuno una parola di conforto e di perdono. Aiutami, o Signore, a far sì che le mie mani siano misericordiose e piene di buone azioni, in modo che io sappia fare unicamente del bene al prossimo e prenda su di me i lavori più pesanti e più penosi. Aiutami a far sì che i miei piedi siano misericordiosi, in modo che io accorra sempre in aiuto del prossimo, vincendo la mia indolenza e la mia stanchezza. il mio vero riposo sta nella disponibilità verso il prossimo. Aiutami, Signore, a far si che il mio cuore sia misericordioso, in modo che partecipi a tutte le sofferenze del prossimo. A nessuno rifiuterò il mio cuore. Mi comporterò sinceramente anche con coloro di cui so abuseranno della mia bontà, mentre io mi rifugerò nel Misericordiosissimo Cuore di Gesù. Non parlerò delle mie sofferenze. Alberghi in me la Tua Misericordia, o mio Signore. Tu Stesso mi ordini di esercitarmi nei tre gradi della misericordia. Primo: l'opera di misericordia di qualunque genere essa sia. Secondo: la parola misericordiosa; se non potrò con l'azione lo farò con la parola. il terzo grado è la preghiera. Se non potrò dimostrare la mia misericordia né con l'azione, né con la parola, posso sempre farlo con la preghiera. La preghiera l'estenderò anche là, dove non posso giungere fisicamente. O Gesù mio, trasformarmi in Te Stesso poiché Tu puoi fare tutto. [A questo punto nel manoscritto ci sono 4 pagine in bianco: 79-82] G.M.G.Varsavia, anno 1933 LA PROBAZIONE PRIMA DEI VOTI PERPETUI. Quando venni a sapere che dovevo partire per la probazione, la gioia esplose nel mio cuore di fronte ad una grazia così inesplicabile, quale è quella dei voti perpetui. Andai davanti al Santissimo Sacramento e quando m immersi nella preghiera di ringraziamento, udii nell'anima queste parole: « Bambina Mia, tu sei la Mia delizia; tu sei il refrigerio del Mio Cuore. Ti concedo tante grazie, quante riesci a reggerne. Ogni volta che vuoi procurarMi una gioia, parla al mondo della Mia grande ed incommensurabile Misericordia ». Alcune settimane prima che mi venisse annunciato che ero stata ammessa alla probazione, un giorno che entrai un momento in cappella, Gesù mi aveva detto: « In questo momento i Superiori annunciano quali Suore debbono pronunciare i voti perpetui. Non tutte otterranno questa grazia, però le escluse ne hanno esse stesse la colpa. Chi non approfitta delle piccole grazie, non ottiene le grandi. Ma a te, bambina Mia, questa grazia è stata concessa ». Un gioioso stupore s'impadronì della mia anima e questo perché alcuni giorni prima una suora mi aveva detto: « Lei, sorella, non sarà ammessa alla terza probazione. Io stessa farò in modo che lei non sia ammessa ai voti ». Non avevo risposto nulla a quella suora, ma la cosa per me era stata molto spiacevole; però cercai, nei limiti del possibile, di tener nascosto il mio dolore. O Gesù, com'è mirabile il Tuo operare! Ora vedo che gli uomini da soli valgono ben poco; infatti alla probazione sono stata ammessa, proprio come mi aveva detto Gesù. Nella preghiera trovo sempre luce e forza per lo spirito, benché talvolta ci siano dei momenti pesanti ed assai incresciosi, tanto che certe volte non si riesce a comprendere come cose di questo genere possano avvenire in un convento. Per ragioni misteriose Iddio lo permette, ma questo avviene sempre affinché venga messa in risalto la virtù di un'anima o perché la stessa si tempri bene. Per questo ci sono i dispiaceri. Oggi novembre 1932 sono giunta a Varsavia per la terza probazione. Dopo un cordiale saluto con le care Madri, sono entrata un momento nella piccola cappellina. Ad un tratto la presenza di Dio ha investito la mia anima ed ho udito queste parole: « Figlia Mia, desidero che il tuo cuore sia modellato secondo il Mio Cuore misericordioso. Devi essere totalmente imbevuta della Mia Misericordia ». La cara Madre Maestra mi domandò subito se quest'anno avevo fatto gli esercizi spirituali. Le risposi di no. « E perciò lei deve fare prima almeno tre giorni di esercizi spirituali ». Grazie a Dio a Walendòw c'erano gli esercizi di Otto giorni, quindi potei approfittarne. Cominciarono però le difficoltà quando si trattò di andare a quegli esercizi. Una certa persona era molto contraria a questo e già non dovevo partire più. Dopo pranzo andai in cappella per una adorazione di cinque minuti. All'improvviso vidi Gesù che mi disse: « Figlia Mia, ti sto preparando molte grazie, che riceverai durante gli esercizi spirituali che comincerai domani ». Risposi: « Ma, Gesù, gli esercizi sono già cominciati e io non debbo andare ». E mi disse: « Tu preparati, perché domani comincerai gli esercizi spirituali; e in quanto alla tua partenza ci penso Io coi Superiori ». E all'improvviso Gesù scomparve. Cominciai a pensare a come ciò sarebbe avvenuto. Ma dopo un momento abbandonai ogni pensiero su ciò e dedicai quel po' di tempo alla preghiera, chiedendo luce allo Spirito Santo, per conoscere tutta la mia miseria. E dopo un momento uscii dalla cappella per riprendere le mie occupazioni. Poco dopo la Madre Generale mi fa chiamare e mi dice: « Sorella, oggi stesso lei va a Walendow con Madre Valeria, in modo che già da domani possa cominciare gli esercizi. Si è verificata l'occasione che c'è qui Madre Valeria, quindi partite assieme ». Dopo nemmeno due ore ero già a Walendow. Riflettei un momento dentro di me e dovetti riconoscere che le faccende a questo modo le poteva risolvere soltanto Gesù. Quando mi vide quella persona, che si era così tenacemente opposta al fatto che io facessi gli esercizi spirituali, mostrò il suo stupore e la sua irritazione. Io però, come se niente fosse, la salutai inchinandomi cordialmente ed andai a far visita al Signore, per avere indicazioni su come dovevo comportarmi durante gli esercIzi spirituali. Il mio colloquio col Signore prima dell'inizio degli esercizi. Gesù mi disse che quegli esercizi sarebbero stati un po' diversi dagli altri. « Nel trattare con Me cerca di mantenere una calma profonda. Eliminerò tutte le incertezze a questo riguardo. Io so che ora sei tranquilla, mentre sto parlando con te; ma appena smetterò di parlare, comincerai a tirar fuori i dubbi; ma sappi che rafforzerò talmente la tua anima che, sebbene volessi metterti in agitazione, non sarà in tuo potere. E come prova che sono Io che ti parlo, il secondo giorno degli esercizi andrai a confessarti dal sacerdote, che tiene gli esercizi. Andrai da lui appena terminata la meditazione e gli esporrai i tuoi dubbi, quelli che hai riguardo a Me e Io ti risponderò con la bocca di lui ed allora finiranno i tuoi timori. Durante questi esercizi osserva un silenzio così rigoroso, come se attorno a te non esistesse niente. Parlerai solo con Me e col confessore; alle Superiore chiederai soltanto le penitenze ». Mi rallegrai tanto perché il Signore Gesù mi aveva dimostrato in tal misura la sua benevolenza e si era abbassato fino a me. Primo giorno degli esercizi. Al mattino cercai di essere la prima a giungere in cappella. Prima della meditazione ebbi ancora un momento di tempo per una preghiera allo Spirito Santo ed alla Madre SS.ma. Pregai ardentemente la Madonna perché mi ottenesse la grazia di essere fedele a queste ispirazioni interiori e perché adempissi fedelmente ogni volontà di Dio. Iniziai questi esercizi con uno strano coraggio. Lotta per mantenere il silenzio. Come capita normalmente, agli esercizi vengono suore da varie case. Una di queste suore, che non avevo visto da parecchio tempo, venne nella mia cella e mi disse che aveva qualche cosa da comunicarmi. Non le risposi niente ed essa si accorse che non volevo rompere il silenzio. Mi rispose: « Non sapevo, sorella, che lei fosse un tipo tanto stravagante », e se ne andò. Compresi che quella persona non aveva verso di me altro interesse se non l'appagamento del suo curioso amor proprio. O Dio, mantienimi fedele. Il Padre che predicava gli esercizi veniva dall'America. Era venuto in Polonia per poco tempo e le circostanze fecero sì che venisse da noi a predicare gli esercizi. Da quell'uomo emanava la sensazione di una profonda vita interiore. Il suo aspetto rivelava grandezza d'animo; la mortificazione ed il raccoglimento erano le caratteristiche di quel sacerdote. Tuttavia, nonostante le grandi virtù che quel sacerdote possedeva, provavo un'enorme difficoltà a svelargli la mia anima per quel che riguarda le grazie, poiché per quanto riguarda i peccati è sempre facile; ma per le grazie debbo veramente impormi un grande sforzo ed anche così non dico tutto. Tentazioni di satana. Durante la meditazione fui stranamente presa dalla paura che quel sacerdote non mi avrebbe capita e poi che non avrebbe avuto tempo, in modo che io gli potessi esporre tutto. « Ma come gli parlerò di tutto questo? Se si trattasse di Padre Bukowski mi sarebbe più facile, ma questo padre gesuita lo vedo per la prima volta ». Allora mi venne in mente un consiglio di Padre Bukowski, il quale mi aveva detto che, quando facevo gli esercizi spirituali, dovevo prendere nota anche brevemente dei lumi che il Signore mi inviava e che almeno di quello dovevo rendergli conto, pur brevemente. « O mio Dio, un giorno e mezzo è passato così facilmente per me; ora invece comincia la lotta per la vita e per la morte. Fra mezz'ora ci deve essere la meditazione e poi devo andare a confessarmi. Satana mi spinge a credere che, se i Superiori hanno detto che la mia vita interiore è un'illusione, a che scopo chiedere ancora al confessore e affliggerlo per niente?». « Dopo tutto te l'ha detto M. X. che Gesù non ha rapporti di quel genere con anime così misere. La stessa cosa ti dirà il confessore. A che scopo devi parlare di queste cose? In fin dei conti non sono peccati e Madre X. d'altronde ti ha detto chiaro e tondo che tutti questi contatti con Gesù sono un sogno, un puro isterismo. Perché devi parlarne con questo confessore? Fai meglio se respingi tutto come un'illusione. Guarda quante umiliazioni hai già dovuto subire e quante ne dovrai subire ancora e anche le Suore lo sanno che sei un'isterica ». « O Gesù! » gridai con tutta la forza dell'anima. Proprio in quel momento il Padre venne per tenere la sua conferenza. Parlò brevemente, come se avesse fretta. Terminata la conferenza, si mise in confessionale. Guardai. Nessuna suora si alzò per andare. Mi staccai decisamente dall'inginocchiatoio e in un attimo mi trovai davanti alla grata. Non ci fu tempo per nessuna riflessione. Invece di parlare al Padre dei dubbi che mi erano stati insinuati in merito ai rapporti con Gesù, cominciai a raccontare tutte le tentazioni che sono descritte sopra. Ma il confessore si rese subito conto di tutta la mia situazione e disse: « Lei non si fida di Gesù, perché con lei si comporta con tanta amabilità. Ma come sarebbe, sorella? Lei deve essere pienamente tranquilla. È Gesù il suo Maestro, sorella, ed i rapporti di familiarità che ha con Gesù non sono un isterismo, né un sogno, né un'illusione. Sappia, sorella, che è sulla buona strada. Sia fedele a queste grazie: non le è permesso sfuggirle. Non è necessario che lei parli di queste grazie interiori con le Superiore, se non per un ordine preciso di Gesù e prenda prima accordi col confessore. Ma se Gesù richiede qualche cosa che è o deve avvenire all'esterno, in tal caso, dopo aver preso accordi col confessore, lei deve fare quello che Gesù chiede, dovesse costarle qualunque prezzo. Ma d'altra parte lei, sorella, deve parlare di tutto col confessore. Non c'è assolutamente un'altra via per lei. Preghi, sorella, per ottenere un direttore spirituale, poiché diversamente sprecherebbe questi grandi doni di Dio. Le ripeto ancora una volta di stare tranquilla; lei è sulla buona strada. Non badare a niente, ma essere sempre fedele al Signore Gesù, nonostante ciò che può dire di lei questo o quello. Proprio con tali anime misere il Signore Gesù intrattiene rapporti di familiarità e più lei si umilierà e più il Signore Gesù si unirà a lei». Quando mi allontanai dalla grata, una gioia inconcepibile aveva inondato la mia anima, tanto che mi isolai in un posto appartato dell'orto, per nascondermi di fronte alle suore e permettere al mio cuore di sfogarsi liberamente con Dio. La presenza di Dio mi investi da parte a parte e in un attimo tutto il mio nulla s'immerse in Dio e in quell'attimo sentii, cioè distinsi le tre Persone Divine che abitavano in me ed avevo nell'anima una pace così grande, che io stessa mi stupii per il fatto che m'era stato possibile essere inquieta nel passato. Proposito. Fedeltà alle ispirazioni interiori, qualunque cosa possa costarmi. Non far nulla da sola senza un accordo preventivo col confessore. Rinnovazione dei voti. Fin dal primo mattino, da quando mi sono svegliata, il mio spirito è sprofondato interamente in Dio, in un oceano d'amore. Sentivo che ero completamente immersa in Lui. Durante la S. Messa il mio amore per Lui ha raggiunto una grande intensità. Dopo la rinnovazione dei voti e la S. Comunione ad un tratto ho visto Gesù, che mi ha detto amabilmente: « Figlia Mia, guarda il Mio Cuore misericordioso ». Quando guardai quel Cuore SS.mo uscirono gli stessi raggi che sono nell'immagine, come sangue e acqua e compresi quanto è grande la Misericordia del Signore. E di nuovo Gesù mi disse amabilmente: « Figlia Mia, parla ai Sacerdoti della Mia insondabile Misericordia. Le fiamme della Misericordia Mi bruciano: voglio riversarle sulle anime ma le anime non vogliono credere alla Mia bontà ». All'improvviso Gesù spari. Ma per tutta la giornata il mio spirito fu immerso nella sensibile presenza di Dio, nonostante il chiasso e le conversazioni, che seguono di solito dopo gli esercizi spirituali. La cosa però non mi disturbò affatto. il mio spirito era immerso in Dio, nonostante che all'esterno prendessi parte alle conversazioni è andassi perfino a visitare Derdy. Oggi cominciamo la terza probazione. Ci siamo riunite tutte e tre presso Madre Margherita, poiché le altre Suore la terza probazione l'hanno iniziata nel noviziato. Madre Margherita ha cominciato con una preghiera, ha spiegato in che cosa consiste la terza probazione ed ha ricordato quanto è grande la grazia dei voti perpetui. Tutto ad un tratto diedi in un pianto dirotto. In un momento mi erano apparse davanti agli occhi dell'anima tutte le grazie del Signore e mi ero vista tanto misera ed ingrata di fronte a Dio. Le consorelle cominciarono a rimproverarmi: « Perché s'è messa a piangere a quel modo? ». Ma la Madre Maestra mi difese e disse che non se ne meravigliava. Terminata l'ora, andai davanti al SS.mo Sacramento e, come la più grande miseria e nullità, Lo pregai di aver misericordia e di degnarsi di guarire e purificare la mia povera anima. D'un tratto udii queste parole: « Figlia Mia, tutte le tue miserie sono state bruciate nel fuoco del Mio amore, come una pagliuzza gettata in un immenso incendio. E con questo umiliarti attiri su di te e su altre anime tutto il mare della mia Misericordia ». E risposi: « Gesù, plasma il mio povero cuore secondo il Tuo Divino compiacimento». Per tutto il periodo della probazione il mio compito fu quello di aiutare la Suora responsabile del guardaroba. Questo compito mi fornì molte occasioni di esercitarmi nelle virtù. Talvolta andai per tre volte di seguito a portare la biancheria a certe Suore e non fu sufficiente per accontentarle. Ma ebbi modo di conoscere anche la grande virtù di alcune Suore, che chiedevano sempre di dar loro I quello che c'era di più scadente nel guardaroba. Ho avuto modo di ammirare il loro spirito di umiltà e mortificazione. Durante l'Avvento si risvegliò nella mia anima un grande desiderio di Dio. Il mio spirito anelava a Dio con tutta la forza del suo essere. In quel tempo il Signore mi elargì molta luce per farmi conoscere i Suoi attributi. Il primo attributo che il Signore mi fece conoscere è la Sua Santità. Tale Santità è così grande, che davanti a Lui tremano tutte le Potenze e le Virtù. I puri spiriti nascondono il volto e si sprofondano in una incessante adorazione. E l'unica espressione della loro adorazione senza limiti è: « Santo... ». La Santità di Dio è distribuita sulla Chiesa e su ogni suo membro, ma non in uguale misura. Ci sono delle anime completamente divinizzate, ma ci sono anche anime che vivono a malapena. Il secondo attributo che il Signore mi fece conoscere è la Sua Giustizia. La Sua Giustizia è così grande e penetrante che raggiunge fino in fondo l'essenza delle cose e tutto davanti a Lui è nella sua nuda realtà e nulla potrebbe continuare a sussistere. Il terzo attributo è l'Amore e la Misericordia. E compresi che l'Amore e la Misericordia è [sic!] l'attributo più grande. Esso unisce la creatura al Creatore. L'amore più grande e l'abisso della Misericordia li riconosco nell'Incarnazione del Verbo, nella Redenzione da Lui operata. E da ciò compresi che questo attributo è il più grande in Dio. Oggi ho riassettato la camera di una Suora. Nonostante che mi fossi impegnata a riordinarla con la massima cura, quella persona per tutto il tempo che ho impiegato a pulire, mi è venuta appresso e diceva: « Qui c'è un po' di polvere, là c'è una macchiolina sul pavimento ». Ad ogni suo cenno sono passata e ripassata anche dieci volte nello stesso punto, pur di accontentarla. Non è il lavoro che stanca, ma le chiacchiere e le pretese oltre ogni ragionevole misura. E non le è bastato il martirio a cui mi ha sottoposta per tutto il giorno, ma è andata anche a lamentarsi dalla Madre Maestra: « Non le dico, Madre, che sorta di suora è, sbadata, non si sbriga mai! ». Il giorno dopo, senza una parola di spiegazione, andai a fare lo stesso lavoro. Quando mi prese nelle sue spire, pensai fra me: « Gesù, si può essere martiri silenziosi. Le forze vengono a mancare non per il lavoro, ma per questo continuo martirio». Ho capito che certe persone hanno il dono particolare di tormentare le altre. Le tengono sotto pressione a più non posso. Povera quell'anima che capita sotto di loro. Non conta nulla; anche le cose migliori vengono giudicate a rovescio. VIGILIA DI NATALE. Oggi mi sono unita strettamente alla Madonna; ho vissuto i Suoi momenti intimi. Verso sera, prima che fosse spezzato l'« oplatek », sono entrata in cappella per scambiarlo spiritualmente con le persone care ed ho pregato la Madonna perché conceda loro le grazie. Il mio spirito era immerso totalmente in Dio. Durante la S. Messa di mezzanotte nell'Ostia ho visto Gesù Bambino; il mio spirito si è immerso in Lui. Benché fosse un bambinetto, la Sua maestà è penetrata nella mia anima. Mi ha colpita profondamente questo mistero: questo grande umiliarsi di Dio; questo Suo inconcepibile annientamento. Per tutta la durata delle festività questo mi è rimasto vivamente impresso nell'anima. Oh! noi non riusciremo mai a comprendere questo grande abbassarsi di Dio! Quanto più medito su questo... [Qui la frase è rimasta interrotta]. Una mattina, dopo la S. Comunione, udii questa voce: « Voglio che tu Mi faccia compagnia, quando vado dalle ammalate ». Risposi che ero d'accordo, ma dopo aver riflettuto un momento, dissi fra di me: « Come posso farlo, dato che le suore del secondo coro non vanno mai a far compagnia al Santissimo Sacramento, ma ci vanno sempre le suore Direttrici? ». Pensai però che Gesù avrebbe provveduto. Dopo pochi minuti venne a cercarmi Madre Raffaella e mi disse: « Lei, Sorella, andrà ad accompagnare Gesù, quando il Sacerdote va dalle ammalate ». E per tutto il tempo della probazione andai sempre, con la candela, a far compagnia al Signore e, in qualità di cavaliere di Gesù, procurai di cingermi sempre con una piccola cintura di ferro, dato che non sarebbe stato indicato andare vestita come al solito a fianco del Re. E quella mortificazione l'offrii per gli ammalati. L'Ora Santa. Durante quest'ora cercai di meditare la Passione del Signore. Tuttavia la mia anima era colma di gioia ed all'improvviso vidi Gesù Bambino. Ma la Sua maestà penetrò in me e dissi: « Gesù, Tu sei così piccolo, ma io so che Tu sei il mio Creatore e Signore ». E Gesù mi rispose: « Lo sono, e perciò ho rapporti d'intimità con te come un Bambino, per insegnarti l'umiltà e la semplicità ». Tutte le sofferenze e le difficoltà le offrivo a Gesù come un omaggio floreale per il nostro giorno dello sposalizio perpetuo. Nulla mi era difficile, quando pensavo che lo facevo per il mio Sposo, come dimostrazione d'amore per Lui. il mio raccoglimento con Gesù. Cercavo di mantenere un profondo raccoglimento per amore di Gesù. In mezzo al più grande frastuono, Gesù mi trovava sempre raccolta nel mio cuore, sebbene ciò talvolta mi costasse molto. Ma per Gesù cosa mai può essere troppo grande, per Colui che amo con tutte le forze della mia anima? Oggi Gesù mi ha detto: « Desidero che tu conosca più a fondo l'amore di cui arde il Mio Cuore verso le anime e lo comprenderai quando mediterai la Mia Passione. Invoca la Mia Misericordia per i peccatori; desidero la loro salvezza. Quando reciterai questa preghiera con cuore pentito e con fede per qualche peccatore, gli concederò la grazia della conversione ». La breve preghiera è la seguente: « O Sangue e Acqua, che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di Misericordia per noi, confido in Te ». Negli ultimi giorni di carnevale, quando facevo l'ora santa, vidi Gesù mentre veniva flagellato. Che supplizio inimmaginabile! Come soffrì tremendamente Gesù per la flagellazione! O poveri peccatori, come v'incontrerete nel giorno del giudizio con quel Gesù, che ora torturate a quel modo? Il Suo Sangue colava per terra e in alcuni punti cominciava a staccarsi anche la carne. Sulla schiena ho visto alcune Sue ossa scarnificate. Gesù mite emetteva flebili lamenti e sospiri. Una volta Gesù mi fece conoscere quanto Gli è cara l'anima che osserva fedelmente la regola. L'anima ottiene maggior ricompensa per l'osservanza della regola che per le penitenze e le grandi mortificazioni. Se esse sono state intraprese al di fuori dell'ambito della regola, ricevono anch'esse la loro ricompensa, ma non superiore a quella della regola. Durante un'adorazione il Signore mi chiese di offrirmi come vittima per una sofferenza, che doveva servire di riparazione nella causa di Dio, non solo in generale per i peccati del mondo, ma in particolare per le mancanze commesse in questa casa. Dissi subito che andava bene, che ero pronta. Gesù però mi fece conoscere quello che dovevo soffrire e in un momento mi si presentarono e passarono man mano davanti agli occhi dell'anima tutti i patimenti. Prima di tutto le mie intenzioni non sarebbero state riconosciute, poi sospetti vari e diffidenze, umiliazioni e contrarietà di vario genere; ma non sto ad elencare tutto. Davanti agli occhi della mia anima si presentarono tutte, come una cupa tempesta, dalla quale da un momento all'altro debbono cominciare a sprigionarsi i fulmini. Attendono solo il mio consenso. Per un momento la mia natura rimase spaventata. Ad un tratto suonò la campanella per il pranzo. Uscii dalla cappella tremante ed indecisa. Ma quel sacrificio mi stava continuamente davanti agli occhi, dato che non mi ero decisa né ad accettano, né avevo detto di no al Signore. Volevo rimettermi alla Sua volontà. Se il Signore stesso me lo assegnava, ero pronta ad accettarlo. Ma il Signore fece capire che ero io a dover essere spontaneamente d'accordo ed accettano pienamente consapevole, poiché diversamente in questo caso non avrebbe avuto alcun significato. Tutto il suo valore consisteva nel mio atto volontario di fronte a Lui. Ma nello stesso tempo il Signore mi fece conoscere che dipendeva da me: potevo farlo, ma potevo anche non farlo. Ed allora risposi: « Gesù, accetto tutto, qualunque cosa Tu voglia mandarmi; confido nella Tua bontà ». In un attimo mi resi conto che con quell'atto avevo reso un grande onore a Dio. Però mi armai di pazienza. Appena uscIi dalla cappella mi imbattei subito nella realtà. Non intendo scendere nei particolari; basta dire che ce ne fu quanto ne potei sopportare. Una goccia di più e non ce l'avrei fatta. Una mattina udii nell'anima queste parole: «Va' dalla Madre Generale e dille che la tal cosa in quella data casa non mi piace ». Non posso dire di che cosa si trattasse, né di quale casa; ma alla Madre Generale lo dissi, sebbene mi costasse molto. Una volta accettai di subire la spaventosa tentazione, da cui era tormentata una delle nostre educande nella casa di Varsavia. Era la tentazione del suicidio. Soffrii per sette giorni. Dopo sette giorni Gesù le concesse la grazia e da quel momento anch'io cessai di soffrire. Questa è una sofferenza grande. Prendo spesso su di me i travagli delle nostre allieve. Gesù me lo permette e lo permettono anche i confessori. Il mio cuore è la dimora stabile di Gesù. All'infuori di Gesù nessun altro vi ha accesso. Da Gesù attingo la forza per lottare contro tutte le difficoltà e contrarietà. Desidero trasformarmi in Gesù, per potermi dedicare perfettamente alle anime. Senza Gesù non mi avvicinerei alle anime, perché so quello che sono in me stessa. Assorbo Iddio dentro di me, per poterLo dare alle anime. 27.III.33. Desidero stancarmi, lavorare, annientarmi per la nostra opera di salvezza delle anime immortali. Non importa se questi sforzi abbrevieranno la mia vita, dato che essa non appartiene più a me, ma è proprietà della congregazione. Con la fedeltà alla congregazione desidero essere utile a tutta la Chiesa. O Gesù, oggi la mia anima è come offuscata dalla sofferenza. Nemmeno un raggio di luce. La tempesta infuria e Gesù dorme. O mio Maestro, non Ti sveglierò, non interromperò il Tuo dolce sonno. Io credo che Tu mi stia fortificando, senza che io me ne accorga. Vi sono ore intere in cui Ti adoro, o Pane vivo, in una grande aridità di spinto. O Gesù, l'amore puro non ha bisogno di consolazioni: si nutre della Tua volontà. O mio Sovrano, la Tua volontà è lo scopo della mia esistenza. Mi sembra che tutto il mondo sia al mio servizio e che dipenda da me. Tu, o Signore, comprendi la mia anima in tutte le sue aspirazioni. O Gesù, quando io stessa non posso cantarTi l'inno dell'amore, ammiro il canto dei Serafini, tanto amati da Te. Desidero, come fanno essi, immergermi in Te. Ad un simile amore nulla porrà un argine, poiché nessuna forza ha potere su di lui. Esso è simile al fulmine che illumina l'oscurità, ma non rimane in essa. O mio Maestro, plasma Tu stesso la mia anima secondo la Tua volontà ed i Tuoi eterni intendimenti. Una certa persona si è quasi assunta il compito di esercitarmi in vari modi nella virtù. Un giorno mi prese nel corridoio e cominciò col dire che non aveva l'autorità per farmi osservazioni, ma mi ordinò di fermarmi per mezz'ora in piedi nel corridoio di fronte alla piccola cappellina e di attendere la Madre Superiora ed al suo ritorno, dopo la fine della ricreazione, di accusarmi di svariate cose, che essa mi elencò, perché me ne accusassi. Benché non ne avessi nell'anima la minima idea, tuttavia ubbidii ed attesi per mezz'ora la Superiora. Ogni Suora che passava vicino a me, mi guardava ridendo. Quando mi accusai di fronte alla Madre Superiora, essa mi mandò dal confessore. Appena cominciai a confessarmi, quel Sacerdote s'accorse subito che c'era qualche cosa che non proveniva dalla mia anima e che io non avevo la più pallida idea di quelle cose e si meravigliò che quella persona avesse potuto giungere a dare un ordine simile. O Chiesa di Dio, tu sei la migliore delle madri. Tu sola sai educare e far crescere le anime. Oh! quanto amore e quanta venerazione ho per la Chiesa, per la migliore delle madri. Una volta il Signore mi disse: « Figlia Mia, la tua fiducia ed il tuo amore intralciano la Mia giustizia e non posso punire, perché Me lo impedisci ». Oh! quanta forza ha un'anima piena di fiducia! Quando penso ai voti perpetui ed a chi è Colui che desidera unirsi a me, questo pensiero m'induce a meditare su di Lui per ore intere. Come può succedere questo? Tu sei Dio e io una Tua creatura. Tu sei il Re immortale ed io una mendicante e la miseria in persona. Ma ormai è tutto chiaro per me, infatti questo abisso, Signore, lo colmano la Tua grazia e l'amore. Quest'amore colmerà l'abisso che c'è fra Te, o Gesù, e me. O Gesù, quanto profondamente rimane ferita un'anima quando essa cerca sempre di essere sincera ed invece l'accusano di ipocrisia e la trattano con diffidenza. O Gesù, anche Tu hai sofferto questo, per dare una riparazione al Padre Tuo. Desidero nascondermi in modo che nessuna creatura conosca il mio cuore. O Gesù, solo Tu conosci il mio cuore e lo possiedi totalmente. Nessuno conosce il nostro segreto. Con uno sguardo ci comprendiamo a vicenda. Dal momento che ci siamo conosciuti, sono felice. La Tua grandezza mi riempie completamente. O Gesù, quando sono all'ultimo posto e più in basso anche delle giovani postulanti, allora mi sento al posto adatto per me. Non sapevo che in quegli angoletti bui, il Signore avesse collocato tanta felicità. Adesso comprendo che anche in una prigione può erompere da un cuore puro una abbondanza d'amore per Te. Le cose esteriori non hanno significato per un amore puro; esso supera tutto. Né le porte di una prigione, né le porte del cielo contano per lui. Esso giunge fino a Dio Stesso e nulla riesce ad estinguerlo. Per lui non esistono barriere: è libero come un re ed ha ovunque ingresso libero. La morte stessa deve piegare la testa di fronte a lui. Oggi è venuta da me una mia sorella carnale. Quando mi ha esposto le sue intenzioni, sono rimasta di stucco. E mai possibile? È una cara e bella anima di fronte a Dio, ma un fitto buio è sceso su di lei e non sapeva come cavarsela. Vedeva nero ovunque. il buon Dio l'ha affidata a me. Per due settimane ho potuto lavorare su di lei. Ma quanti sacrifici mi è costata quell'anima, Dio solo lo sa. Per nessun'altra anima, come per la sua, ho portato al trono di Dio un così gran numero di sacrifici, di sofferenze e di preghiere. Sentii d'aver costretto Dio a concederle la grazia. Quando penso a tutto questo, vedo un vero miracolo. Mi rendo conto del grande potere che ha la preghiera d'intercessione presso Dio. Ora, in questo tempo di Quaresima, sento la Passione del Signore nel mio corpo; tutto ciò che ha sofferto Gesù lo vivo profondamente nel mio cuore benché all'esterno le mie sofferenze non trapelino affatto. Le conosce soltanto il confessore. Breve colloquio con la Madre Maestra. Quando le domandai alcuni particolari per progredire nella vita interiore, quella santa Madre mi rispose a tutto con molta chiarezza di argomenti. Mi disse: « Se lei, sorella, continuerà a cooperare così con la grazia di Dio, sarà solo ad un passo dalla stretta unione con Dio. Lei comprende in che senso lo dico. La sua caratteristica sia la fedeltà alla grazia del Signore. Non tutte le anime Iddio le conduce per una tale strada ». Pasqua di Risurrezione. Oggi durante la funzione pasquale, ho visto il Signore Gesù in un grande splendore; si è avvicinato a me e mi ha detto: « Pace a voi, figlioli Miei! » ed ha alzato la mano ed ha benedetto. Le piaghe delle mani, dei piedi e del costato non erano cancellate ma risplendenti. Poi mi guardò con tanta amabilità ed amore che la mia anima s'immerse totalmente in Lui e mi disse: « Hai preso tanta parte alla Mia Passione, per questo avrai tanta parte alla Mia gloria ed alla Mia gioia». Tutta la funzione pasquale mi sembrò che durasse un solo minuto. Un misterioso raccoglimento s'impossessò della mia anima e continuò finché durarono le feste. L'amabilità di Gesù è così grande, che non è possibile descriverla. Il giorno seguente, dopo la S. Comunione, udii questa voce: « Figlia Mia, guarda l'abisso della Mia Misericordia e rendi onore e gloria a questa Mia Misericordia e fallo in questo modo: riunisci tutti i peccatori del mondo intero ed immergili nell'abisso della Mia Misericordia. Desidero darMi alle anime. Desidero le anime, figlia Mia. Nel giorno della Mia festa, nella festa della Misericordia, attraverserai il mondo intero e condurrai le anime avvilite alla sorgente della Mia Misericordia, lo le guarirò e le fortificherò ». Oggi ho pregato per un anima agonizzante, che stava morendo senza i santi sacramenti, benché li avesse ardentemente desiderati. Ma ormai era troppo tardi. Si tratta di una mia parente, la moglie di uno zio paterno. Era un'anima cara a Dio. In quel momento non ci fu distanza per noi. O voi, piccoli, insignificanti sacrifici quotidiani, siete per me come i fiori di campo che spargo ai piedi dell'amato Gesù. Talvolta queste minuzie io le paragono alle virtù eroiche, in quanto per la loro incessante continuità esigono eroismo. Durante le sofferenze non cerco aiuto dalle creature, ma Dio è tutto per me, benché qualche volta mi sembri che il Signore non mi ascolti. Allora mi armo di pazienza e di silenzio, come la colomba che non si lamenta, né mostra dolore quando le tolgono i piccoli. Voglio volare alto nel calore stesso del sole e non voglio ristagnare in basso tra il fumo e la nebbia. Non mi stancherò, perché mi sono appoggiata a Te, mia Forza. Prego ardentemente il Signore che si degni di fortificare la mia fede, affinché nella grigia vita quotidiana non mi regoli secondo considerazioni umane, ma secondo lo spirito. Oh! come tutto attira l'uomo verso la terra, ma una fede viva mantiene l'anima in una sfera più alta ed assegna all'amor proprio il posto che gli spetta, cioè l'ultimo. Cade nuovamente una tremenda oscurità sull'anima mia. Mi sembra di essere sotto l'influsso di illusioni. Quando sono andata a confessarmi, per attingere luce e serenità, non le ho trovate. Il confessore mi ha fatto venire ancora più dubbi di quanti ne avessi prima. Mi ha detto: e Non riesco a conoscere quale potenza agisce in lei, forse Dio e forse anche lo spirito maligno ». Quando mi sono allontanata dal confessionale, ho cominciato a riflettere sulle sue parole. Più riflettevo, più la mia anima sprofondava nelle tenebre. Che fare, Gesù? Quando Gesù mi si avvicinava amabilmente, io avevo paura. Sei veramente Tu, Gesù? Da un lato mi attira l'amore, dall'altro mi allontana la paura. Che tormento! Non riesco a descriverlo. Quando andai a confessarmi di nuovo, ricevetti questa risposta: “Sorella, io non la capisco; è meglio che lei non si confessi da me”. Dio mio, io debbo farmi tanta violenza per riuscire a dire qualche cosa della mia vita interiore ed ecco la risposta che ne ottengo: « Sorella, io non la capisco». Quando ripartii dal confessionale, fui assalita da innumerevoli tormenti. Andai davanti al SS.mo Sacramento e dissi: « Gesù, salvami! Vedi bene che sono debole ». Ad un tratto udii queste parole: « Durante gli esercizi spirituali prima dei voti ti darò un aiuto ». Rinfrancata da queste parole, presi ad andare avanti senza domandare consigli a nessuno. Però avevo una tale mancanza di fiducia verso me stessa, che decisi una volta per sempre di farla finita con questi dubbi. Per questo attendevo con ansia gli esercizi spirituali, che dovevano precedere i voti perpetui. Fin da alcuni giorni prima pregai senza posa il Signore perché concedesse lumi al sacerdote che mi doveva confessare, affinché finalmente decidesse in maniera categorica, si o no e già pensavo fra me: starò tranquilla una volta per tutte. Ma mi amareggiavo dubitando che qualcuno volesse ascoltare tutte quelle cose. Decisi tuttavia di non pensarci affatto e di aver fiducia nel Signore. Mi risuonavano all'orecchio quelle parole: « durante gli esercizi spirituali ». È già tutto pronto. Domattina dobbiamo andare a Cracovia per gli esercizi. Oggi sono andata in cappella a ringraziare Dio per le innumerevoli grazie, che mi ha concesso durante questi cinque mesi. Il mio cuore era profondamente commosso di fronte a tante grazie ed all'amorevole interessamento delle Superiore. « Figlia Mia, sta' tranquilla. Prendo su di Me tutte le questioni. Le risolverò Io Stesso con le Superiore e col confessore. Parla con Padre Andrasz con la stessa semplicità e fiducia con la quale parli con Me ». Oggi 18.IV.1933 siamo arrivate a Cracovia. Che gioia trovarmi di nuovo qui, dove ho imparato a fare i primi passi nella vita spirituale. La cara Madre Maestra sempre la stessa, gioiosa e piena d'amore per il prossimo. Sono entrata un momento in cappella. La gioia mi ha inondato l'anima. Mi è venuto in mente in un istante tutto un mare di grazie, che ho ricevuto qui quand'ero novizia. Ed oggi ci siamo riunite tutte per andare per un ora in noviziato. Madre Maestra, Madre Giuseppina, ci ha rivolto alcune parole ed ha predisposto lo svolgimento degli esercizi. Quando ci ha detto quelle poche parole, mi è venuto davanti agli occhi il gran bene che quella cara Madre ci ha fatto. Ho sentito nell'anima una grande riconoscenza verso di lei. Una certa pena mi ha stretto il cuore al pensiero che sono qui in noviziato per l'ultima volta. Ormai debbo lottare con Gesù, lavorare con Gesù, soffrire con Gesù, in una parola, vivere e morire con Gesù. Non ci sarà più la Maestra a seguirmi passo passo, ad istruirmi, a mettermi in guardia, ad ammonirmi, ad incoraggiarmi, a riprendermi. Da sola sento una strana paura. Gesù, pensa Tu a qualcosa per questo. Per la verità avrò comunque una Superiora, ma d'ora in poi mi sentirò più sola. ALLA MAGGIOR GLORIA DI DIO. Cracovia,21.IV.1933 Esercizi spirituali di otto giorni prima dei voti perpetui. Oggi incomincio gli esercizi spirituali. Gesù, o mio Maestro, guidami Tu; disponi di me secondo la Tua volontà. Purifica il mio amore, affinché sia degno di Te. Fa' di me quello che desidera il Tuo Misericordiosissimo Cuore. O Gesù, in questi giorni saremo faccia a faccia fino al momento della nostra unione. Mantienimi, Gesù, nel raccoglimento dello spirito. Verso sera il Signore mi disse: « Figlia Mia, nulla ti spaventi, né ti turbi. Conserva una profonda tranquillità. È tutto nelle Mie mani. Ti farò comprendere tutto per bocca di Padre Andrasz. Sii come una bambina davanti a lui ». Un momento davanti al Santissimo Sacramento. O Signore e mio eterno Creatore, come potrò ringraziarTi per questa grande grazia, per esserTi degnato di scegliere me miserabile come Tua sposa, unendomi a Te con un vincolo eterno? Amabilissimo Tesoro del mio cuore, Ti offro tutti gli arti di adorazione e di ringraziamento delle anime sante, di tutti i cori angelici e soprattutto in unione con la Madre Tua. O Maria, Madre mia, Ti prego umilmente, copri la mia anima col Tuo manto verginale in questo momento così importante della mia vita, in modo che io sia più gradita al Figlio Tuo e possa degnamente esaltare la Sua Misericordia davanti al mondo intero e per tutta l'eternità. Oggi non sono riuscita a comprendere la meditazione. il mio spirito era mirabilmente immerso in Dio. Nonostante l'impegno non sono riuscita a pensare a quello che diceva il predicatore degli esercizi. Spesso non sono in grado di pensare secondo determinati schemi; il mio spirito è col Signore e questa è la mia meditazione. Alcune parole del mio incontro con la Madre Maestra Maria Giuseppina. Mi ha chiarito molte cose e mi ha tranquillizzato riguardo alla vita interiore assicurandomi che sono sulla buona strada. Ho ringraziato il Signore Gesù per questa grande grazia, poiché essa è stata la prima fra le Superiore a non procurarmi dubbi a questo riguardo. Oh! quanto infinitamente buono è Dio! O Ostia viva, unica mia forza, sorgente d'amore e di misericordia, abbraccia il mondo intero; fortifica le anime che stanno cedendo. Benedetto l'istante ed il momento nel quale Gesù ci lasciò il Suo misericordiosissimo Cuore! Soffrire senza lamentarsi, consolare gli altri, e le proprie sofferenze immergerle nel dolcissimo Cuore di Gesù. Tutti i momenti liberi dagli impegni li passerò ai piedi del SS.mo Sacramento. Al piedi del Signore cercherò luce, conforto e forza. Mostrerò incessantemente riconoscenza verso Dio per la grande Misericordia che ha avuto verso di me, non dimenticando mai i benefici che mi ha elargito e specialmente la grazia della vocazione. Mi nasconderò tra le suore come una modesta violetta tra i gigli. Voglio fiorire per il mio Creatore e Signore. Dimenticare me stessa, annientarmi completamente a favore delle anime immortali: questa è una delizia per me! ALCUNI MIEI PROPONlMENTI. Per quanto concerne la santa confessione, sceglierò sempre ciò che mi umilia e mi costa dl più. Talvolta un inezia costa più che non qualcosa di più grande. Prima di ogni confessione ricorderò la Passione del Signore e con ciò risveglierò la contrizione del cuore. In quanto ciò è possibile con la grazia di Dio, mi eserciterò sempre nel dolore perfetto. A tale contrizione dedicherò un maggior spazio di tempo. Prima di accostarmi alla grata, entrerò nel Cuore aperto e misericordiosissimo del Salvatore. Quando mi allontanerò dalla grata, risveglierò nella mia anima una grande riconoscenza verso la S. Trinità per lo straordinario ed inconcepibile miracolo di Misericordia che avviene nell'anima e quanto più la mia anima è miserabile, tanto più sento che l'oceano della Misericordia di Dio mi inghiotte e mi dà tanta forza e potenza. Le regole che trasgredisco più spesso sono: talvolta interrompo il silenzio; non ubbidisco alla voce della campanella; m'intrometto nei lavori affidati ad altre. Cercherò col più grande impegno di correggermi. Evitare le consorelle che mormorano e, se non è possibile evitarle, per lo meno tacere in presenza di una mormoratrice, facendo comprendere quanto è penoso per noi ascoltare cose simili. Non badare a considerazioni umane, ma tener conto della propria coscienza, che ce ne dà testimonianza. Prendere Iddio a testimone di ogni azione. Comportarmi così ora e risolvere ogni mia questione, come vorrei comportarmi e risolverla in punto di morte. Per questo in ogni questione tener sempre presente Iddio. Evitare i permessi presunti. Raccontare di sé alle Superiore anche le piccole cose, scendendo per quanto possibile ai particolari. Fedeltà nelle pratiche di pietà; non chiedere con facilità esenzioni da pratiche di pietà. Tacere fuorché in ricreazione. Evitare gli scherzi e le parole spiritose che tendono a mettere in ridicolo altri ed a far rompere il silenzio. Stimare enormemente le più piccole prescrizioni. Non lasciarsi travolgere dalla frenesia del lavoro; interrompere un momento per guardare verso il cielo. Parlare poco con gli uomini, ma molto con Dio. Evitare la familiarità. Badare poco a chi è con me e chi contro di me. Non confidare le proprie vicissitudini. Sul lavoro evitare di prendere accordi ad alta voce. Nelle sofferenze conservare la serenità e l'equilibrio. Nei momenti difficili rifugiarsi nelle Piaghe di Gesù; nelle Piaghe di Gesù cercare conforto, sollievo, luce e forza. Nelle prove procurerò di vedere l'amorevole mano di Dio. Nulla di così costante come la sofferenza; essa tiene sempre fedelmente compagnia all'anima. O Gesù, nell'amore verso di Te non mi farò sorpassare da nessuno. O Gesù nascosto nel SS.mo Sacramento, vedi che oggi esco dal noviziato per emettere i voti perpetui. Gesù, Tu conosci la mia debolezza e la mia pochezza e pertanto da oggi in modo particolarissimo passo al Tuo noviziato; continuo ad essere novizia, ma novizia Tua, o Gesù, e Tu sarai il mio Maestro - fino all'ultimo giorno della mia vita. Verrò ogni giorno ai Tuoi piedi a lezione da Te. Non intraprenderò da sola la più piccola cosa senza aver prima consultato Te, come mio Maestro. O Gesù, sono tanto contenta che Tu stesso mi abbia attirata ed accolta nel Tuo noviziato, cioè nel Tabernacolo. Pronunciando i voti perpetui non divento affatto una perfetta religiosa. Oh! no, no. Continuo ad essere una piccola e debole novizia di Gesù e cercherò di tendere alla perfezione come nei primi giorni di noviziato, procurando di avere la disposizione d'animo che avevo il primo giorno, in cui si aprì per me la porta del convento. Con la fiducia e la semplicità di un piccolo bimbo, mi affido a Te oggi, Signore Gesù, mio Maestro. Lascio a Te la completa libertà di guidare l'anima mia. Guidami per le strade che Tu vuoi; io non voglio conoscerle. Io verrò fiduciosa dietro a Te. il Tuo Cuore misericordioso può tutto. La piccola Novizia di Gesù, Sr. Faustina. Fin dall'inizio degli esercizi spirituali Gesù mi aveva detto: « In questi esercizi spirituali sarò Io Stesso a dirigere la tua anima. Voglio confermarti nella tranquillità e nell'amore ». E così trascorsero per me i primi giorni. Il quarto giorno cominciò a tormentarmi una tale inquietudine: « Non mi trovo forse in uno stato di falsa tranquillità? ». D'un tratto udii queste parole: « Figlia Mia, immaginati di essere la regina di tutta la terra e di avere la possibilità di disporre di tutto come ti pare, di avere ogni possibilità di fare del bene come ti piace ed ecco che bussa alla tua porta un bambino molto piccolo, tutto tremante, con le lacrime agli occhi, ma con tanta fiducia nella tua bontà e ti chiede un pezzo di pane per non morire di fame. Come ti comporteresti con questo bambino? Rispondi a Me, figlia Mia ». E dissi: « Gesù, gli darei tutto quello che chiede, ma anche mille volte di più! ». Ed il Signore mi disse: « Così Io Mi comporto nei confronti della Tua anima. Durante questi esercizi spirituali non solo ti darò la tranquillità, ma anche una tale disposizione d'animo, che tu non potrai essere inquieta nemmeno se lo vorrai. Il Mio amore ha preso possesso della tua anima e voglio che si fortifichi in essa. Accosta il tuo orecchio al Mio Cuore e dimentica tutto e medita sulla Mia insondabile Misericordia. Il Mio amore ti darà la forza ed il coraggio, che ti è necessario in questi casi ». O Gesù, Ostia viva, Tu sei mia Madre. Tu sei tutto per me. Io verrò da Te, o Gesù, con semplicità e con amore, con fede e con fiducia. Dividerò tutto con Te, come un bimbo con la madre amata: le gioie e le sofferenze; in una parola, tutto. Quando penso a questo, che Iddio si unisce a me per mezzo dei voti, cioè io a Lui, nessuno può comprendere quello che prova il mio cuore. Già fin d'ora Iddio mi fa conoscere tutta l'immensità del Suo amore, col quale mi ha amato fin da prima dei secoli, mentre io ho cominciato ad amarlo soltanto nel tempo. Quanto più Lo conosco, tanto più ardentemente e fortemente Lo amo e le mie azioni sono più perfette. Tuttavia quando penso che fra qualche giorno devo diventare una cosa sola col Signore, per mezzo dei voti perpetui, una gioia così inconcepibile inonda la mia anima che non riesco assolutamente a descriverla. Dalla prima volta che ho conosciuto il Signore, lo sguardo della mia anima è sprofondato in Lui per l'eternità. Ogni volta che il Signore si avvicina a me, e con questo avviene da parte mia una più profonda conoscenza, l'amore nella mia anima si perfeziona sempre più. Prima della confessione udii nell'anima queste parole: « Figlia Mia, digli tutto e svela la tua anima di fronte a lui, come fai davanti a Me. Non avere paura di nulla. Per la tua tranquillità metto questo Sacerdote fra Me e la tua anima e le parole che ti risponderà sono Mie. Svelagli le cose più segrete della tua anima. Io gli darò la luce perché conosca la tua anima». Quando mi avvicinai alla grata, sentii nell'anima una così grande disponibilità a parlare di tutto, che io stessa in seguito me ne meravigliai e le sue risposte diedero alla mia anima una tranquillità tanto profonda! Le sue parole sono state, sono e rimarranno per sempre come colonne di fuoco, che hanno illuminato e continueranno ad illuminare la mia anima nel tendere alla più alta santità. Le indicazioni ricevute da Padre Andrasz le ho annotate in un'altra pagina di questo quaderno. Ultimata la confessione, il mio spirito s'immerse in Dio e continuai a pregare per tre ore e mi sembrò che si fosse trattato di pochi minuti. Da allora non metto impedimenti alla grazia, che opera nella mia anima. Gesù sapeva perché avevo paura di trattare familiarmente con Lui e non se n'è affatto offeso. Dal momento che il Padre mi ha assicurato che non si tratta di illusioni, ma di una grazia di Dio, cerco di essere fedele a Dio in tutto. Ora vedo che sono pochi i sacerdoti che comprendono tutta la profondità dell'azione di Dio nelle anime. Da allora ho le ali sciolte per il volo e desidero volare alto nel calore stesso del sole. Il mio volo non si fermerà, finché non riposerò in Lui per l'eternità. Se voliamo molto in alto, tutta la caligine, la nebbia e le nuvole sono sotto i nostri piedi e tutta la parte sensibile del nostro essere deve sottostare allo spirito. O Gesù, desidero la salvezza delle anime, delle anime immortali. Nel sacrificio darò sfogo al mio cuore, nel sacrificio che nessuno neanche sospetterà. Mi annienterò e brucerò, senza che nessuno se ne accorga, nel sacro fuoco dell'amore di Dio. La presenza di Dio mi è d'aiuto affinché il mio sacrificio sia perfetto e puro. Oh! come sono errate le apparenze ed i giudizi ingiusti! Oh! quante volte viene oppressa la virtù solo perché è silenziosa! Per convivere sinceramente con persone che punzecchiano in continuazione, è necessario un grande spirito di sacrificio. La persona sente che sanguina, ma le ferite non si vedono. O Gesù, quante cose ci svelerà soltanto l'ultimo giorno! Che gioia! Dei nostri sacrifici nulla va perduto. L'ora santa. Durante quest'ora di adorazione ho conosciuto tutto l'abisso della mia miseria. Tutto ciò che vi è in me di buono, è Tuo, Signore, ma appunto perché sono misera e piccola ho il diritto di contare sulla Tua infinita Misericordia. La sera. Gesù>, domattina devo pronunciare i voti perpetui. Ho pregato il cielo e la terra ed ho invitato tutto ciò che esiste a ringraziare Dio per questa grande ed inconcepibile grazia. D'improvviso ho sentito le parole: « Figlia Mia, il tuo cuore è il paradiso per Me ». Ancora un momento per pregare e poi bisogna andar via di corsa, poiché ci mandano via da ogni parte, dato che per la giornata di domani debbono sistemare a dovere tutto, la cappella, il refettorio, la sala, la cucina e noi dobbiamo andare a riposare. Ma di dormire non se ne parla. La gioia ha tolto il sonno. Pensavo: che sarà mai il paradiso, se già qui, in questo esilio, Dio ricolma così la mia anima? Preghiera durante la santa Messa nel giorno dei voti perpetui. Oggi depongo il mio cuore sulla patena, nella quale è posto il Tuo Cuore, o Gesù, ed oggi mi offro insieme a Te a Dio, Padre Tuo e mio, come vittima d'amore e d'adorazione. Padre di Misericordia, guarda all'offerta del mio cuore, ma attraverso la ferita del Cuore di Gesù. 1.V.1933. L'unione con Gesù nel giorno dei voti perpetui. O Gesù, il Tuo Cuore è da oggi mia proprietà, ed il mio cuore è Tua proprietà esclusiva. Il semplice ricordo del Tuo Nome, o Gesù, è una delizia per il mio cuore. In verità non potrei vivere nemmeno un istante senza di Te, o Gesù! Oggi la mia anima è annegata in Te, come nell'unico suo tesoro. il mio amore non conosce impedimenti nel dare dimostrazioni d'attaccamento al suo Diletto. Parole di Gesù durante la funzione dei voti perpetui: « Mia Sposa, i nostri cuori sono uniti per l'eternità. Ricordati a chi sei impegnata...». Non è possibile riferire tutto! La mia richiesta fatta nel momento in cui mi misi con le braccia in croce sotto il panno funebre. Pregai il Signore che mi concedesse la grazia di non offenderLo mai, con nessun peccato, anche il più piccolo e nemmeno con un'imperfezione volontaria e consapevole. Gesù, confido in Te! Gesù, Ti amo con tutto il cuore! Nei momenti più difficili Tu sei mia Madre! Per amore verso di Te, o Gesù, io oggi muoio completamente a me stessa e comincio a vivere per la maggior gloria dei Tuo santo Nome. O Amore, per amore, o Santissima Trinità, mi offro a Te come vittima di adorazione, come olocausto del mio totale annientamento e con questo annientamento di me stessa desidero l’esaltazione del Tuo Nome, o Signore. Come un piccolo bocciolo di rosa, mi getto ai Tuoi piedi, o Signore, e il profumo di questo fiore sia noto soltanto a Te. Tre richieste nel giorno dei voti perpetui. Gesù, io so che in questo giorno non mi negherai nulla. Prima richiesta. Gesù, mio Sposo amatissimo, Ti prego per il trionfo della Chiesa, soprattutto nella Russia e nella Spagna; perché benedica il S. Padre Pio XI e tutto il clero; per ottenere la grazia della conversione dei peccatori induriti nel peccato; per una speciale benedizione e luce, Te ne prego, Gesù, per i sacerdoti, presso i quali mi confesserò durante la mia vita. Seconda richiesta. Una benedizione alla nostra congregazione ed un grande fervore nella congregazione. Benedici, o Gesù, la Madre Generale e la Madre Maestra e tutto il noviziato e tutte le Superiore, i miei carissimi Genitori. Concedi la Tua grazia alle nostre educande; fortificale così saldamente nella Tua grazia, in modo che quelle che lasciano le nostre case, non Ti offendano più con nessun peccato. O Gesù, Ti prego per la mia Patria; difendila dagli assalti dei nemici. Terza richiesta. Gesù, Ti prego per le anime che hanno più bisogno di preghiere. Ti prego per gli agonizzanti; sli misericordioso con loro. Ti prego anche per la liberazione di tutte le anime dal purgatorio. O Gesù, Ti raccomando delle persone particolari: i miei confessori; le persone che si sono raccomandate alle mie preghiere; una certa persona - Padre Andrasz, Don Czaputa e quel sacerdote che ho conosciuto a Wilno che dev'essere il mio confessore; una certa anima.../ ed un certo sacerdote, un certo religioso, al quale, come sai, Gesù, io debbo tanto, e tutte le persone che sono raccomandate alle mie preghiere. O Gesù, Tu in questo giorno puoi fare tutto per coloro per i quali Ti prego. Per me, Ti prego, o Signore: transustanziami completamente in Te; conservami sempre nel santo fervore per la Tua gloria; dammi la grazia e la forza dello Spirito per compiere in tutto la Tua santa volontà. Ti ringrazio, o mio amatissimo Sposo, per la dignità che mi hai conferito e specialmente per le insegne regali, che da oggi mi adornano e che nemmeno gli Angeli hanno, e cioè la Croce, la spada e la corona di spine. Ma soprattutto, o Gesù mio, Ti ringrazio per il Tuo Cuore: esso mi basta per tutto! O Madre di Dio, Maria Santissima, Madre mia, Tu ora sei mia Madre in modo particolarissimo e questo perché il Tuo amato Figlio èmio Sposo e quindi siamo entrambi figli Tuoi. Per riguardo verso il Figlio devi amarmi. O Maria, Madre mia amatissima, dirigi la mia vita interiore, in modo che sia gradita al Figlio Tuo Santo, Onnipotente Iddio, in questi momenti di tanta grazia, con la quale mi unisci a Te per l'eternità, io, piccola nullità, con la più grande riconoscenza mi getto sotto i Tuoi piedi, come un piccolo e sconosciuto fiorellino, il cui profumo d'amore salim giornalmente verso il Tuo Trono. Nei momenti delle lotte e delle sofferenze, delle tenebre e delle tempeste, della nostalgia e della tristezza, nei momenti delle prove difficili, nei momenti in cui non sarò compresa da nessuna creatura ed anzi sarò da tutti condannata e disprezzata, ricorderò il giorno dei voti perpetui, il giorno di una inconcepibile grazia di Dio. G.M.G. PARTICOLARI PROPOSITI DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI. 1.V.1933 Amore del prossimo. Primo: essere servizievole con le Suore. Secondo: non parlare degli assenti e difendere il buon nome del prossimo. Terzo: rallegrarsi dei successi del prossimo. O Dio, quanto desidero essere una piccola bimba. Tu sei mio Padre. Tu sai bene quanto sono piccola e debole, perciò Ti scongiuro, tienimi presso di Te in tutti i momenti della mia vita e specialmente nell'ora della morte. O Gesù, io so che la Tua bontà supera la bontà della più tenera delle madri. Per ogni umiliazione ringrazierò il Signore. Pregherò in modo speciale per la persona, che mi ha fornito l'occasione di umiliarmi. Mi annienterò a favore delle anime. Non badare ad alcun sacrificio, stendendomi sotto i piedi delle Suore come un piccolo tappeto, sul quale non solo possono camminare, ma possono anche pulirsi i piedi. il mio posto è sotto i piedi delle consorelle. Nella vita pratica cercherò di procurarmelo in modo che nessuno se ne accorga. Mi basta che lo veda Dio. Sono gia cominciate le giornate grigie, della normalità quotidiana. Sono passati i momenti solenni dei voti perpetui, ma nell'anima è rimasta tanta grazia di Dio. Sento che sono tutta di Dio; sento che sono Sua figlia. Sento che sono totalmente proprietà di Dio; avverto questo anche fisicamente e sensibilmente. Sono pienamente tranquilla per tutto, poiché so che è compito dello Sposo pensare a me. Ho dimenticato completamente me stessa. La mia fiducia è riposta senza limiti nel Suo misericordiosissimo Cuore. Sono continuamente unita a Lui. Avverto come se Gesù non potesse essere felice senza di me e io senza di Lui. Benché comprenda bene che, in quanto Dio, è felice in Se stesso e non ha bisogno assolutamente di nessuna creatura per la propria felicità, tuttavia la Sua bontà Lo costringe a donarsi alle creature e questo con una inconcepibile generosità. O mio Gesù, ora m'impegnerò per l'onore e la gloria del Tuo Nome, lottando fino al giorno in cui Tu stesso mi dirai: basta così. Ogni anima che m'hai affidato, o Gesù, cercherò di aiutarla con la preghiera e con il sacrificio, affinché la Tua grazia possa operare in essa. O grande innamorato delle anime, o mio Gesù, Ti ringrazio per la grande fiducia, poiché Ti sei degnato dì affidare queste anime alle nostre cure. Giorni di lavoro e di grigiore, per me non siete affatto grigi, poiché ogni momento mi procura nuove grazie e la possibilità di fare del bene. 25.IV.1933. PERMESSI MENSILI. Passando, poter entrare in cappella; impiegare i momenti liberi dalle occupazioni nella preghiera. Prendere, dare, prestare qualche piccola cosa. Fare una seconda colazione e la merenda. Qualche volta non potrò partecipare alla ricreazione. Qualche volta non potrò neppure prendere parte alle preghiere in comune. Qualche volta non potrò partecipare alle preghiere della sera e del mattino. Qualche volta rimanere qualche momento dopo le ventuno presso i miei impegni e talvolta fare le pratiche di pietà dopo le ventuno. Appena ho qualche momento di tempo scrivere o annotare qualche cosa. Parlare per telefono. Per uscire di casa. Quando sono in città, entrare in qualche chiesa. Visitare le Suore ammalate. Entrare nelle celle delle altre Suore in caso di necessità. Qualche volta bere acqua al di fuori dell'orario. PICCOLE MORTIFICAZIONI. Recitare la coroncina alla Divina Misericordia con le braccia in croce. il sabato una parte del rosario con le braccia in croce. Talvolta una preghiera stesa a terra in forma di croce. Il giovedì l'ora santa. Il venerdì una mortificazione maggiore per i peccatori agonizzanti. O Gesù, amico dei cuori oppressi dalla solitudine, Tu sei il mio rifugio. Tu sei la mia pace. Tu sei l'unica mia salvezza. Tu sei la quiete nei momenti della lotta e nel mare dei dubbi. Tu sei il raggio luminoso che iliumina la strada della mia vita. Tu sei tutto per un'anima solitaria. Tu comprendi le anime, anche se non parlano. Tu conosci le nostre debolezze e come un buon medico consoli e curi, riducendo le sofferenze da buon intenditore. Parole del Vescovo, che si trovano nella cerimonia dei voti perpetui delle Suore: « Accetta in mano questo cero, in segno dì illuminazione celeste e di amore ardente ». Mentre consegna l'anello: « Ti sposo a Gesù Cristo, Figlio dell'Eterno Padre, che ti conservi senza macchia. Ricevi quest'anello in segno dell'eterna alleanza che contrai con Cristo, Sposo delle vergini. Sia per te l'anello della fedeltà, il sigillo dello Spirito Santo, in modo che tu sia chiamata sposa di Cristo e, se l'avrai servito fedelmente, venga incoronata per l'eternità ». O Gesù, confido in Te, confido nell'oceano della Tua Misericordia. Tu sei per me una Madre! Quest'anno 1933 è per me particolarmente solenne, poiché in quest'anno del Giubileo della Passione del Signore ho pronunciato i voti perpetui. La mia offerta sacrificale l'ho unita in modo speciale al Sacrificio dì Gesù sulla Croce, perché divenisse in questo modo più gradita a Dio. Ogni mia azione la compio con Gesù, per Gesù, in Gesù. Dopo i voti perpetui sono rimasta ancora a Cracovia per tutto il mese dì maggio, poiché la mia destinazione oscillava fra Rabka e Wilno. Una volta che la Madre Generale mi chiese: « Come mai lei, sorella, se ne sta così silenziosa e non si prepara per partire da nessuna parte? », risposi: « Io voglio la pura volontà di Dio. Dove mi manda lei, cara Madre, senza ingerenze da parte mia, li sono certa che è per me la pura volontà dì Dio ». A questo la Madre Generale mi rispose: « Molto bene ~. il giorno dopo la Madre Generale mi chiamò a sé e mi disse: « Dato che lei voleva la pura volontà di Dio eccola, lei andrà a Wilno ». Ringraziai e attesi il giorno in cui mi avrebbero detto di partire. Però gioia e timore assieme m invasero l'anima. Sentivo che Dio mi preparava là molte grazie, ma anche molte tribolazioni. Ad ogni modo fino al 27 maggio rimasi a Cracovia. Dato che non avevo un lavoro fisso, ma andavo ad aiutare nell'orto e per varie circostanze lavoravo da sola, ebbi la possibilità per tutto il mese di fare gli esercizi spintuali secondo il sistema dei gesuiti. Benché partecipassi alle ricreazioni comuni, continuai gli esercizi spirituali dì S. Ignazio, durante i quali ottenni molta luce da Dio. Sono passati quattro giorni dai voti perpetui. Ho cercato di fare l'ora santa. Era il primo giovedì del mese. Appena entrata in cappella, la presenza di Dio s'impossessò di me. Sentivo chiaramente che il Signore era accanto a me. Dopo un momento vidi il Signore tutto coperto di ferite, che mi disse: « Vedi chi hai sposato ». Io compresi il significato dì queste parole e risposi al Signore: « O Gesù, Ti amo maggiormente vedendoTi così ferito ed annientato, più che se Ti vedessi nella Tua Maestà ». Gesù mi domandò: « Perché? ». Risposi: « Una grande Maestà spaventa me che sono piccola; sono una nullità e le Tue Piaghe mi attirano verso il Tuo Cuore e mi parlano del Tuo grande amore per me ». Dopo questo colloquio subentrò il silenzio. Osservai attentamente le Sue sante Piaghe e mi sentii felice soffrendo con Lui. Soffrendo non soffrivo, perché ero felice di conoscere la profondità del Suo amore e passò un'ora, che per me fu come un minuto. Non giudicare mai nessuno: per gli altri avere occhi pieni d'indulgenza, per sé occhi severi. Per ogni cosa fare riferimento a Dio ed ai miei occhi sentirmi quella che sono, cioè la più grande miseria e nullità. Nelle sofferenze conservare la pazienza e la serenità, sapendo che col tempo tutto passa. Di quello che ho vissuto nei momenti in cui ho fatto i voti perpetui, non conviene parlare. Sono in Lui ed Egli è in me. Nel momento in cui Mons. Vescovo mi ha messo l'anello, Iddio è penetrato in tutto il mio essere e non sapendolo descrivere sorvolo in silenzio su quel momento. Dopo i voti perpetui il mio rapporto intimo con Dio è tanto stretto, quanto non è stato mai in precedenza. Sento che amo Dio e sento che Egli ama me. La mia anima dopo aver gustato Iddio, non saprebbe vivere senza dì Lui. Per me è più piacevole un'ora sola passata ai piedi dell'altare nella più grande aridità di spirito, che cento anni di piaceri nel mondo. Preferisco essere uno zimbello insignificante in convento, piuttosto che una regina nel mondo. Nasconderò agli occhi della gente tutto ciò che farò di buono, in modo che Dio solo sia la mia ricompensa. Come una modesta violetta nascosta fra l'erba, che non ferisce il piede dell'uomo che la calpesta, ma emana profumo e, dirnenticando completamente se stessa, cerca di essere gentile con la persona che l'ha calpestata. Per la natura umana ciò è molto gravoso, ma la grazia dì Dio ci viene in aiuto. Ti ringrazio, Gesù, dì questa grande grazia, perché m'hai fatto conoscere tutto l'abisso della mia miseria; so dì essere una voragine di nullità e se la Tua santa grazia non mi sostenesse, in un attimo sarei annientata. Perciò con ogni battito del cuore Ti ringrazio, o Dio, per la grande Misericordia che hai verso dì me. Domani debbo partire per Wilno. Oggi sono andata a confessarmi da Padre Andrasz, un Sacerdote che ha un profondo spirito di Dio, quello che mi ha sciolto le ali per poter volare verso le altezze più inaccessibili. Mi ha tranquillizzato in tutto e mi ha imposto di credere nella Provvidenza Divina: « Abbia fiducia ed avanzi con coraggio! ». Dopo la confessione ho sentito in me una misteriosa forza divina. Il Padre mi ha esortato insistentemente ad essere fedele alla grazia di Dio ed ha detto: « Se continuerà a conservare la semplicità e l'obbedienza, non le accadrà nulla dì male. Abbia fiducia in Dio; è sulla buona strada e in buone mani, nelle mani dì Dio ». La sera sono rimasta un po' più a lungo in cappella. Ho parlato col Signore di una certa anima. Incoraggiata dalla Sua bontà ho detto: « Gesù, mi hai dato questo Padre, che mi ha compreso per quanto riguarda queste ispirazioni e me lo togli di nuovo. Che potrò fare io a Wilno? Non conosco nessuno, non capisco nemmeno come parla quella gente ». Ed il Signore mi ha detto: « Non temere, non ti lascerò sola». La mia anima si è immersa in una preghiera di ringraziamento per tutte le grazie che il Signore mi ha concesso per mezzo di Padre Andrasz. Tutto ad un tratto mi è venuta in mente quella visione nella quale avevo visto un Sacerdote fra il confessionale e l'altare. Mentre speravo di poterlo conoscere un giorno, mi son tornate molto chiare in mente le parole, che avevo sentito allora: « Egli ti aiuterà a fare la Mia volontà sulla terra ». Oggi 27 maggio 1933 parto per Wilno. Quando sono uscita davanti alla casa, mi sono girata a guardare tutto l'orto e il fabbricato; quando ho diretto lo sguardo verso il novlziato, all'improvviso mi son venute le lacrime agli occhi. Pensavo a tutti i benefici ed alle grazie che il Signore mi aveva concesso. Ad un tratto inaspettatamente, presso un'aiuola, vidi il Signore che mi disse: « Non piangere; Io sono sempre con te». La presenza di Dio, che m'investì mentre il Signore Gesù parlava, durò per tutto il tempo del viaggio. Avevo il permesso di fermarmi a Czestochowa. Per la prima volta vidi la Madonna allorché mi recai, alle cinque del mattino, ad assistere allo scoprimento dell'immagine. Rimasi là a pregare senza interruzione fino alle undici e mi sembrava d'essere appena arrivata. La Superiora del luogo mandò una Suora a cercarmi perché andassi a colazione e perché si preoccupava che non facessi tardi al treno. La Madre di Dio mi disse molte cose. Affidai a Lei i miei voti perpetui. Sentivo di essere la Sua bambina e che Lei era mia Madre. Non mi rifiutò nulla di quello che Le chiesi. Oggi sono già a Wilno. Il convento è costituito da casette sparse qua e là. La cosa mi fa un effetto un po' strano, dopo i grandi edifici di Jòzefòw. Vi sono solo diciotto suore. La casetta è piccola, ma l'affiatamento in questa comunità è una gran cosa. Tutte le suore mi hanno accolta molto cordialmente e ciò mi è stato di grande incoraggiamento per affrontare le fatiche che mi attendevano. Suor Giustina aveva perfino passato lo straccio sul pavimento per il mio arrivo. Quando andai alla Benedizione Gesù m'illuminò sul modo di comportarmi con certe persone. Mi strinsi con tutte forze al Cuore dolcissimo dì Gesù, vedendo che sarei stata esposta esternamente a distrazioni, in conseguenza del compito che ho da svolgere nell'orto e per il quale debbo avere rapporti con persone esterne. È giunta la settimana della confessione ed ho visto con gioia quel Sacerdote, che avevo conosciuto prima di venire a Wilno. L'avevo conosciuto in visione. All'improvviso sentii nell'anima queste parole: « Ecco il Mio servo fedele; egli ti aiuterà a fare la Mia volontà qui sulla terra ». Io però non mi sono fatta conoscere da lui, come desiderava il Signore. E per un certo tempo ho lottato con la grazia. In ogni confessione la grazia di Dio m'investiva misteriosamente, ma io non gli svelai la mia anima ed avevo intenzione di non confessarmi da quel Sacerdote. Dopo tale proposito un'inquietudine tremenda s'impadronì della mia anima. Dio mi rimproverò energicamente. Quando svelai tutta la mia anima a quel Sacerdote, Gesù riversò sulla mia anima tutto un mare di grazie. Ora comprendo quello che è la fedeltà ad una singola grazia e come essa attiri una serie di altre grazie. O mio Gesù, tienimi accanto a Te. Vedi come sono debole; da sola non faccio nemmeno un passo avanti. Per questo, o Gesù, devi stare continuamente con me come una madre presso un bambino debole e anche dì più. Sono cominciate le giornate dì lavoro, di lotte e di tribolazioni. Tutto procede secondo il ritmo di una casa religiosa. Si è sempre novizi; si debbono imparare e conoscere molte cose, poiché, sebbene la regola sia la stessa, ogni casa ha le sue usanze e perciò ogni cambiamento è un piccolo noviziato. V.VIII.1933. Festa della Madre di Dio della Misericordia. Oggi ho ottenuto una grande ed incomparabile grazia, puramente interiore, per la quale ringrazierò Dio in questa vita e per tutta l'eternità... Gesù mi aveva detto che Gli sarebbe piaciuto soprattutto che meditassi la Sua dolorosa Passione. In seguito a questa meditazione molta luce si riversa sulla mia anima. Chi vuole imparare la vera umiltà, mediti la Passione di Gesù. Quando medito la Passione dì Gesù, riesco ad aver chiara la nozione di molte cose, che prima non riuscivo a capire. Io desidero essere simile a Te, o Gesù, a Te crocifisso, maltrattato, umiliato. O Gesù, imprimi nella mia anima e nel mio cuore la Tua umiltà. Ti amo, Gesù, alla follia. Amo Te annientato, come Ti descrive il profeta, che per le grandi sofferenze non riusciva a scorgere in Te l'aspetto umano. In tale stato Ti amo, Gesù, alla follia. Dio Eterno ed immenso, che cosa ha mai fatto di Te l'amore?... 11.X.1933. Giovedì. Ho cercato di fare l'ora santa ma l'ho cominciata con grande difficoltà. Una certa nostalgia cominciò a lacerarmi il cuore. La mia mente ne fu talmente offuscata che non riuscivo a comprendere nemmeno le semplici formule delle preghiere. E in questo modo passò per me un'ora dì preghiera, o meglio di lotta. Decisi di pregare un'altra ora, ma le sofferenze interiori aumentarono: una grande aridità ed un grande sconforto. Decisi di pregare per una terza ora. In questa terza ora di preghiera, che decisi di fare in ginocchio senza alcun appoggio, il mio corpo cominciò a reclamare un po di riposo. Io però non cedetti in nulla. Misi le braccia a forma di croce e senza pronunciare una parola, andai avanti così con la forza della volonta. Dopo un po' mi tolsi l'anello dal dito e chiesi a Gesù di guardare quell'anello, che è il segno della nostra unione eterna ed offrii a Gesù i sentimenti che avevo il giorno dei voti perpetui. Poco dopo sentii che il mio cuore era inondato da un'onda d'amore; all'improvviso il raccoglimento dello spirito; il silenzio dei sensi; la piesenza di Dio che investe l'anima. So questo soltanto, che ci siamo Gesù ed io. L'ho visto con lo stesso aspetto che aveva quando lo vidi qualche momento dopo i voti perpetui, mentre facevo l'ora santa. Gesù si è presentato improvvisamente davanti a me privo delle vesti, coperto di piaghe su tutto il corpo, con gli occhi inondati dì sangue e di lacrime, col volto deturpato, coperto di sputi. D'un tratto il Signore mi ha detto: «La sposa deve essere simile al suo Sposo ». Compresi queste parole fino in fondo. Qui non c'è possibilità di alcun dubbio. La mia somiglianza con Gesù deve avvenire attraverso la sofferenza e l'umiltà. «Vedi quello che ha fatto con Me l'amore per le anime degli uomini. Figlia Mia, nel tuo cuore trovo tutto quello che Mi rifiuta un così grande numero di anime. Il tuo cuore è di riposo per Me. Spesso conservo le grandi grazie verso la fine delle preghiere ». Una volta che avevo fatto una novena allo Spirito Santo riguardo al confessore, il Signore mi rispose: « Te l'ho fatto conoscere prima che i Superiori ti inviassero qui. Come ti comporterai tu col confessore, così Mi comporterò Io con te. Se gli terrai nascosta anche la più piccola delle Mie grazie, anch'Io Mi nasconderò davanti a te e rimarrai sola ». Ed io mi comportai secondo il desiderio di Dio ed una profonda pace regnò nella mia anima. Ora comprendo quanto Dio difenda i confessori, e quanto stia dalla loro parte. Un consiglio del reverendo dr. Sopocko. « Senza umiltà non possiamo piacere a Dio. Esercitati nel terzo grado dell'umilta', cioè non solo non ricorrere a spiegazioni e giustificazioni, quando ci rimproverano qualche cosa, ma rallegrarsi dell'umiliazione. Se le cose di cui mi parli, provengono veramente da Dio, prepara la tua anima a grandi sofferenze. Incontrerai disapprovazioni e persecuzioni; ti considereranno un'isterica ed una stravagante; ma Dio non ti risparmierà la Sua grazia. Le vere opere di Dio incontrano sempre difficoltà e sono contraddistinte dalla sofferenza. Se Dio vuole realizzare qualche cosa, prima o poi la realizza, nonostante le difficoltà e gli ostacoli; e tu frattanto àrmati di tanta pazienza ». Quando il reverendo dr. Sopocko andò in Terra Santa, in quel periodo confessò la comunità il padre gesuita Dabrowski. In una delle mie confessioni mi domandò se mi rendevo conto della vita superiore che c'è nella mia anima e che è ad un grado estremamente alto. Risposi di rendermene conto e di conoscere quello che avviene nel mio intimo. Alla mia risposta il Padre replicò: « Non le è lecito, sorella, distruggere quanto ha dentro l'anima, né mutarlo di sua iniziativa. Non in tutte le anime è evidente la grande felicità, che si trova nella vita interiore, la quale presso di lei, sorella, è visibile perché vi è in un grado altissimo. Stia attenta, sorella, a non sciupare queste grandi grazie di Dio, grande per loro [la frase è rimasta interrotta]. Però questo Padre in precedenza mi aveva sottoposto a molte prove. E quando gli dissi che il Signore voleva da me quelle cose, prese gioco di me e mi ordinò di andare a confessarmi alle otto di sera. E quando andai alle otto, il frate converso stava chiudendo la chiesa. E quando gli dissi di far sapere al Padre che ero venuta e che era stato il Padre a dirmi di andare a quell'ora, il buon fraticello andò ed avverii il Padre. Il Padre gli ordinò di rispondere che a quell'ora i Padri non confessano. E me ne tornai a casa senza aver fatto niente e non mi confessai più da lui, ma feci per lui un'ora di adorazione e certe mortificazioni, per impetrargli da Dio lumi per conoscere le anime. Ma quando il reverendo dr. Sopocko partì e lui lo sostitui, fui costretta ad andare a confessarmi da lui. Eppure, sebbene prima non avesse voluto riconoscerle, ora mi obbliga ad una grande fedeltà a queste ispirazioni spirituali. Talvolta Dio permette che avvenga così, ma sia lodato in ogni cosa. Occorre tuttavia una grande grazia per non vacillare. ESERCIZI SPIRITUALI ANNUALI. 10.I.1934. O mio Gesù, si avvicina dì nuovo il momento in cui resterò con Te faccia a faccia. Gesù, Ti prego con tutto il cuore fammi conoscere ciò che in me non Ti piace e nello stesso tempo fammi sapere cosa debbo fare per piacerTi di più. Non negarmi questa grazia e resta con me. Io so che senza di Te, o Signore, i miei sforzi valgono ben poco. Oh! quanto mi rallegro per la Tua grandezza, o Signore! Quanto più Ti conosco, tanto più ardentemente Ti desidero ed anelo a Te. Gesù mi ha concesso di conoscere me stessa. In questa luce di Dio vedo il mio difetto principale, cioè la superbia. Le sue sfumature: il chiudermi in me stessa; la mancanza di semplicità nei confronti della Madre Superiora. Una seconda illuminazione riguarda il parlare. Talvolta parlo troppo. Per una faccenda che si potrebbe sbrigare con due o tre parole, io impiego troppo tempo. Gesù invece desidera che quel tempo l'adoperi per piccole preghiere con indulgenza per le anime del purgatorio. Inoltre il Signore dice che ogni parola sarà pesata nel giorno del giudizio. La terza illuminazione riguarda la nostra regola. Sfuggo poco le occasioni che conducono ad infrangere la regola, specialmente per quanto concerne il silenzio. Mi comporterò come se la regola fosse stata scritta solo per me. Non è affar mio vedere come si comportano le altre, purché io mi comporti come Dio desidera. Proposito. Qualunque cosa Gesù desideri da me e riguardi cose esteriori, andare subito a parlarne alle Superiore; nel trattare con la Superiora cercherò di essere franca e sincera come un bambino. Gesù ama le anime nascoste. Un fiore nascosto ha in sé più profumo. Debbo impegnarmi perché nel mio intimo ci sia un posticino silenzioso per il Cuore di Gesù. Nei momenti difficili e dolorosi canto sommessamente a Te, mio Creatore, l'inno della fiducia, poiché l'abisso della mia fiducia verso di Te, verso la Tua Misericordia, è senza misura. Dal momento in cui ho cominciato ad amare la sofferenza, ha cessato per me dì essere sofferenza. La sofferenza è il cibo quotidiano della mia anima. Non parlerò con una certa persona, poiché so che a Gesù questo non piace ed essa non ricava da ciò alcun profitto. Ai piedi del Signore. O Gesù nascosto! O amore eterno! O nostra vita! O Divino folle, che hai dimenticato Te stesso e vedi soltanto noi! Ancor prima di creare il cielo e la terra portavi noi nel Tuo Cuore! O amore! O abisso della Tua umiliazione! O mistero di felicità! Come mai è così piccolo il numero di coloro che Ti conoscono? Perché non provi reciprocità? O amore Divino, perché nascondi la Tua bellezza? O Incomprensibile ed Infinito! Più Ti conosco e meno Ti comprendo. Ma proprio perché non riesco a comprenderTi, mi rendo maggiormente conto della Tua grandezza. Non invidio il fuoco ai Serafini, poiché nel mio cuore viene deposto un dono ancora più grande. Essi Ti ammirano in estasi, ma il Tuo Sangue si unisce col mio! O amore, a noi è concesso il paradiso già quaggiù sulla terra. Oh! perché Ti nascondi dietro la fede? L'amore strappa il velo. Non c'è velo davanti agli occhi della mia anima, poiché Tu stesso mi hai attratta per l'eternità nel seno di un amore misterioso. O indivisibile Trinità, Unico Dio, a Te sia onore e gloria per tutti i secoli. Iddio mi ha fatto conoscere in che cosa consiste il vero amore, e mi ha dato la luce per dimostrarlo in pratica a Dio. il vero amore di Dio consiste nel fare la volontà di Dio. Per dimostrare amore verso Dio, occorre che tutte le nostre azioni, anche le più piccole, derivino dall'amore verso Dio. Ed il Signore mi disse: « Bambina Mia, più di tutto Mi piaci attraverso la sofferenza. Nelle tue sofferenze fisiche ed anche morali, figlia Mia, non cercare comprensione da parte delle creature. Voglio che il profumo delle tue sofferenze sia puro, senza alcuna aggiunta. Esigo che ti distacchi non solo dalle creature, ma anche da te stessa. Figlia Mia, voglio deliziarMi dell'amore del tuo cuore: un amore puro, verginale, immacolato, senza alcuna ombra. Figlia Mia, quanto più ami la sofferenza, tanto più puro sarà il tuo amore verso di Me ». Gesù mi ordina di celebrare la festa della Divina Misericordia la prima domenica dopo Pasqua. Nel raccoglimento interiore e per una mortificazione esterna ho portato per tre ore una cintura di ferro, pregando senza posa per i peccatori e per ottenere Misericordia per il mondo intero, e Gesù mi ha detto: «Oggi il Mio sguardo si posa con compiacimento su questa casa ». Avverto bene che la mia missione non finirà con la mia morte, ma incomincerà. O anime dubbiose, solleverò per voi il velo del paradiso, per convincervi della bontà di Dio, perché non continuiate a ferire con la diffidenza il Cuore dolcissimo di Gesù. Dio è amore e Misericordia! Una volta il Signore mi disse: « Il Mio Cuore è stato scosso da tanta compassione per te, bambina Mia carissima, quando ti ho vista ridotta a brandelli dal gran dolore che provavi, mentre deploravi i tuoi peccati. Ecco, io vedo il tuo amore così puro e sincero, che ti do la precedenza fra le vergini. Tu sei l'onore e la gloria della Mia Passione. Vedo ogni umiliazione della tua anima e nulla sfugge alla Mia attenzione. Innalzo gli umili fino al Mio trono, perché così voglio». O Dio Unico nella SS.ma Trinità! Desidero amarTi quanto ancora nessun anima umana Ti ha amato. Sebbene io sia particolarmente misera e piccolina, ho gettato l'àncora della mia fiducia molto profondamente nell'abisso della Tua Misericordia, o Dio e Creatore mio. Nonostante la mia grande miseria, non ho paura di nulla, ma ho fiducia di cantare eternamente l'inno della gloria. Nessun'anima deve avere dubbi finché vive, anche fosse la più miserabile. Ognuna può diventare una grande santa, poiché è grande la potenza della grazia di Dio. Noi dobbiamo solo non opporci all'azione divina. O Gesù, magari io potessi diventare una nebbia davanti a Te, per coprire la terra, in modo che il Tuo santo sguardo non veda i tremendi misfatti che vi si compiono. O Gesù, quando guardo al mondo ed alla sua indifferenza verso di Te, mi vengono ogni volta le lacrime agli occhi; ma quando vedo un'anima consacrata che è tiepida, allora il mio cuore sanguina. 1934. Una volta andai nella mia cella ed ero talmente stanca che prima di cominciare a spogliarmi, dovetti riposarmi per un po'. Dopo che m'ero spogliata, una Suora mi pregò di portarle dell'acqua calda. Nonostante la stanchezza, mi rivestii alla svelta e le portai l'acqua, che desiderava, benché dalla mia cella alla cucina ci fosse un bel pezzetto di strada ed il fango arrivasse alle caviglie. Quando rientrai nella mia cella, vidi una pisside col SS.mo Sacramento e sentil questa voce: « Prendi questa pisside e portala nel tabernacolo ». In un primo momento rimasi indecisa, poi mi avvicinai e quando toccai la pisside, udii queste parole: « Con lo stesso amore col quale ti avvicini a Me, avvicinati a ciascuna delle Suore e tutto ciò che fai a loro, lo fai a Me». Dopo un momento m'accorsi di essere sola. Una volta che si faceva l'adorazione per la nostra Patria, un dolore mi strinse l'anima e cominciai a pregare così: « O Gesù misericordiosissimo, Ti prego per l'intercessione dei Tuoi santi e specialmente per intercessione della Tua amatissima Madre, che Ti ha allevato fin dell'infanzia, Ti supplico, benedici la mia Patria. O Gesù, non guardare ai nostri peccati, ma guarda le lacrime dei bambini piccoli, la fame ed il freddo che soffrono. O Gesù, per questi innocenti, fammi la grazia che Ti chiedo per la mia Patria. In quell'istante vidi Gesù che aveva gli occhi velati di lacrime, e mi disse: « Vedi, figlia Mia, quanto Mi fanno pena. Sappi questo: sono essi che sostengono il mondo». O mio Gesù, quando osservo la vita delle anime, m'accorgo che molte Ti servono con una certa incredulltà. E in certi momenti, soprattutto quando c'è l'occasione di dimostrare l'amore verso Dio, ecco proprio allora m'accorgo che quelle anime fuggono dal campo di battaglia. E una volta Gesù mi disse: « Anche tu, bambina Mia, vuoi comportarti così? ». Risposi al Signore: « Oh no, mio Gesù, non abbandonerò il campo di battaglia, anche se il sudore della morte bagnasse la mia fronte; terrò la spada in pugno fino a quando non riposerò ai piedi della SS.ma Trinità ». Qualunque cosa io faccia, non conto sulle mie forze, ma sulla grazia dì Dio. Con la grazia di Dio un'anima può superare vittoriosamente le più grandi difficoltà. Una volta che parlai molto a lungo con Gesù delle nostre educande, incoraggiata dalla Sua bontà, Gli domandai se anche fra le nostre educande avesse delle anime che erano di consolazione per il Suo Cuore, ed il Signore mi rispose che ne aveva, « ma il loro amore è debole. Per questo le affido a te perché le assista in modo particolare. Prega per loro ». O gran Dio, ammiro la Tua bontà. Tu sei il Signore delle schiere celesti e Ti umli a questo modo fino ad una misera creatura. Oh! quanto ardentemente desidero amarTi con ogni battito del mio cuore. Non mi basta tutta l'estensione della terra, troppo piccolo è il cielo e nulla gli spazi celesti. Tu Solo mi basti, o Dio eterno. Soltanto Tu puoi riempire la profondità della mia amma. I momenti più felici per me sono quelli in cui resto da solo a solo col mio Signore. In quei momenti conosco la grandezza dì Dio e la mia miseria. Una volta Gesù mi disse: « Non meravigliarti se qualche volta vieni sospettata ingiustamente. Io per primo, per amor tuo, ho bevuto quel calice di sofferenze ingiuste ». Una volta che mi preoccupavo dell'eternità e dei suoi misteri, la mia anima fu presa da timore e, dopo che ebbi riflettuto un altro momento, cominciarono a tormentarmi vari dubbi. D'un tratto Gesù mi disse: «Bambina Mia, non aver paura della casa del Padre tuo. Le indagini inutili lasciale ai sapienti di questo mondo. Io voglio vederti sempre come una bambina piccola. Chiedi tutto con semplicità al confessore ed Io ti risponderò con la sua bocca ». Una volta conobbi una persona che aveva in mente dì commettere un peccato grave. Chiesi al Signore d'inviare a me i massimi tormenti, purché quell'anima venisse preservata. Di colpo sentii al capo l'atroce dolore della corona di spine. Ciò durò abbastanza a lungo, ma quella persona rimase in grazia di Dio. O mio Gesù, come è facile santificarsi. Occorre soltanto un briciolo dì buona volontà. Se Gesù scorge nell'anima questo briciolo di buona volontà si affretta a donarsi all'anima e nulla può impedirglielo, né gli errori, né le cadute; assolutamente niente. A Gesù preme aiutare quest'anima e se l'anima è fedele alla grazia di Dio, in pochissimo tempo l'anima può conseguire la più grande santità che una creatura possa raggiungere su questa terra. Dio è molto generoso e non rifiuta a nessuno la Sua grazia; dà più dì quello che noi Gli chiediamo. La fedeltà nel dare esecuzione alle ispirazioni dello Spirito Santo, è la via più breve. Quando un'anima ama sinceramente Dio, non deve temere nulla nella sua vita spirituale. Si affidi all'influsso della grazia e non ponga limiti all'unione col Signore. Quando Gesù mi affascinò con la sua bellezza e mi attirò a Sé, fu allora che vidi ciò che non Gli piaceva nella mia anima e decisi ad ogni costo di eliminarlo e con l'aiuto della grazia l'ho eliminato subito. Questa mia generosità piacque al Signore e da quel momento Iddio cominciò a concedermi grazie superiori. Io non faccio profondi ragionamenti sulla mia vita interiore; non sto ad analizzare per quali vie mi conduce lo Spirito Divino. A me basta questo, che so di essere amata e che amo. L'amore puro mi fa conoscere Dio e mi dà la comprensione di molti misteri. Il confessore per me è un oracolo; la sua parola è sacrosanta per me. Parlo del direttore. Una volta il Signore mi disse: « Comportati come un mendicante che, quando riceve un'elemosina maggiore, non la rifiuta, ma anzi ringrazia con più cordialità. Anche tu, se ti concedo delle grazie più grandi, non rifiutarle perché ne sei indegna. Io questo lo so; ma tu piuttosto rallegrati e gioisci e prendi tanti tesori dal Mio Cuore, quanti riesci a portarne, poiché proprio facendo così Mi piaci di più. E ti dirò ancora una cosa: non prendere queste grazie solo per te, ma anche per il prossimo, cioè incoraggia le anime, con le quali sei a contatto, alla fiducia nella Mia Misericordia infinita. Oh, quanto amo le anime che si sono affidate a Me completamente! Farò tutto per loro». In questo momento Gesù mi ha chiesto: «Bambina Mia, come vanno i tuoi esercizi spirituali? ». Risposi: « Gesù, Tu lo sai bene come vanno ». « Si, lo so, ma voglio sentirlo dalla tua bocca e dal tuo cuore». O mio Maestro, quando mi guidi Tu, tutto mi va facilmente e Ti prego, Signore, non allontanarTi mai da me. E Gesù disse: « Sì, starò sempre accanto a te, se sarai sempre una bambina piccola. E non aver paura di nulla; come sono stato qui il tuo principio, così sarò anche la tua fine. Non fare assegnamento sulle creature, nemmeno nella più piccola cosa, poiché questo non Mi piace. Io solo voglio esserci nella tua anima. Ti fortificherò nell'anima e ti darò luce e saprai dalla bocca del Mio sostituto, che Io sono in te e l'inquietudine si dileguerà come la nebbia davanti ai raggi del sole ». O Bene Supremo, desidero amarTi come non Ti ha amato mai nessuno su questa terra. Desidero adorarTi in ogni momento della mia vita ed uniformare strettamente la mia alla Tua santa volontà. La mia vita non è monotona e grigia, ma è variata come un giardino di fiori profumati, dove non so quale fiore cogliere per primo, se il giglio della sofferenza, o la rosa dell'amore del prossimo, o la violetta dell'umiltà. Non elencherò tutti i tesori, che ogni giorno ho in abbondanza. È una gran cosa saper approfittare dell'ora presente. O Gesù Luce Suprema, fa' che io Ti conosca; penetra con la Tua luce nel buio della mia anima e riempi di Te il baratro della mia anima, poiché soltanto Tu [la frase è rimasta interrotta]. O mio Gesù, vita, via e verità. Ti prego, tienimi accanto a Te, come una madre stringe al seno un piccolo bimbo, poiché io sono non solo una bimba inetta, ma un cumulo di miseria ed una nullità. UN SEGRETO DELL'ANIMA. Wilno 1934. Una volta che il confessore mi ordinò di chiedere a Gesù che cosa significano i due raggi che sono in quest'immagine, risposi: « Va bene, lo domanderò al Signore ». Mentre pregavo udii interiormente queste parole: « I due raggi rappresentano il Sangue e l'Acqua. Il raggio pallido rappresenta l'Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime... Entrambi i raggi uscirono dall'intimo della Mia Misericordia, quando sulla croce il Mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia. Tali raggi riparano le anime dallo sdegno del Padre Mio. Beato colui che vivrà alla loro ombra, poiché non lo colpirà la giusta mano di Dio. Desidero che la prima domenica dopo la Pasqua sia la Festa della Misericordia. Chiedi al Mio servo fedele che in quel giorno parli al mondo intero di questa Mia grande Misericordia: in quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene. L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia. Oh! quanto Mi ferisce la diffidenza di un'anima! Tale anima riconosce che sono santo e giusto, e non crede che Io sono misericordioso, non ha fiducia nella Mia bontà. Anche i demoni ammirano la Mia giustizia, ma non credono alla Mia bontà. Il mio Cuore gioisce del titolo di Misericordia. Annuncia che la Misericordia è il più grande attributo di Dio. Tutte le opere delle Mie mani sono coronate dalla Misericordia ». O amore eterno, desidero che Ti conoscano tutte le anime che hai creato. Desidererei diventare sacerdote; parlerei incessantemente della Tua Misericordia alle anime peccatrici, immerse nella disperazione. Desidererci essere un missionario e portare la luce della fede nei paesi selvaggi per farTi conoscere alle anime e morire annientata per loro con la morte del martirio, con la quale sei morto Tu, per me e per loro. O Gesù, so inoltre molto bene che posso essere sacerdote, missionario, predicatore; posso fare la morte dei martiri col mio totale annientamento ed il rinnegamento di me stessa per amor Tuo, o Gesù, e delle anime immortali. Un grande amore trasforma le piccole cose in cose grandi e solo l'amore dà valore alle nostre azioni e tanto più il nostro amore diventa puro, tanto meno il fuoco delle sofferenze avrà da distruggere in noi e la sofferenza per noi cesserà di essere sofferenza. Diventerà per noi una delizia. Con la grazia di Dio ora ho ottenuto questa disposizione del cuore, cioè non sono mai tanto felice, come quando soffro per Gesù che amo con ogni palpito del cuore. Una volta che avevo una grande sofferenza, lasciai il mio lavoro per correre da Gesù e pregarlo che mi desse la Sua forza. Dopo una breve preghiera, me ne tornai al mio dovere piena d'entusiasmo e di gioia. In quel mentre una suora mi disse: «Senza dubbio lei sorella, oggi ha molte consolazioni, dato che è così raggiante. Dio certamente a lei non dà alcuna sofferenza, ma esclusivamente consolazioni ». Risposi: « Sta sbagliando, sorella, e parecchio, poiché è proprio quando soffro molto che la mia gioia e maggiore, mentre quando soffro di meno, anche la mia gioia è minore ». Ma quell'anima mi fece capire che non afferrava il mio discorso. Cercai di spiegarglielo. Quando soffriamo molto abbiamo una grande opportunità di mostrare a Dio che L'amiamo, mentre quando soffriamo poco, abbiamo poca possibilità di mostrare a Dio il nostro amore, e quando non soffriamo affatto, il nostro amore non è nè grande nè puro. Con la grazia di Dio possiamo giungere al punto che la sofferenza si travesta per noi in delizia, poiché l'amore riesce ad operare simili cose nelle anime pure. O mio Gesù, unica mia speranza, Ti ringrazio per questo grande libro, che hai aperto davanti agli occhi della mia anima. Il grande libro è la Tua Passione affrontata per amor mio. Da questo libro ho imparato come amare Dio e le anime. In esso sono racchiusi per noi inesauribili tesori. O Gesù, quanto sono poche le anime che Ti comprendono nel Tuo martirio d'amore! Oh! quanto è grande il fuoco d'amore purissimo, che arde nel Tuo sacratissimo Cuore! Felice l'anima, che ha capito l'amore del Cuore di Gesù! Quello che desidero più ardentemente, è che le anime conoscano Te; che sappiano che Tu sei la loro eterna felicità; che credano alla Tua bontà e glorifichino la Tua Misericordia infinita. Ho pregato Dio, perché mi conceda la grazia che la mia natura sia forte ed inattaccabile dalle influenze che talvolta vogliono distoglierla dallo spìrito della regola e delle piccole norme, poiché queste sono piccoli tarli che vogliono distruggere in noi la vita interiore e senza dubbio la distruggeranno, se l'anima è consapevole di tali piccole trasgressioni e, nonostante ciò, le prende alla leggera come cose di poco conto. In un ordine religioso io non vedo nulla di poco conto. Non m'importa se talvolta m'espongo a dispiaceri ed a battute ironiche, purché il mio spirito sia in concorde armonia con lo spirito delle regole, dei voti e delle norme religiose. O mio Gesù, delizia del mio cuore, Tu conosci i miei desideri. Vorrei nascondermi alla vista della gente, vivendo in modo come se non vivessi. Voglio vivere pura come un fiore di campo; voglio che il mio amore sia sempre indirizzato verso di Te, come il fiore che si gira sempre verso il sole. Desidero che il profumo e la freschezza del fiore del mio cuore siano sempre conservati unicamente per Te. Voglio vivere sotto il Tuo sguardo divino, poiché Tu solo mi basti. Quando sono con Te, o Gesù, non temo nulla, poiché non può venirmi alcun danno. 1934. Una volta durante la Quaresima vidi, al di sopra della nostra cappella e della nostra casa, una grande luce ed una grande tenebra. Vidi che queste due potenze lottavano tra di loro... 1934. Giovedi Santo, Gesù mi ha detto: « Desidero che tu faccia l'offerta di te stessa per i peccatori, e specialmente per quelle anime che hanno perso la speranza nella divina Misericordia ». DIO E LE ANIME. ATTO DI OFFERTA. Di fronte al cielo ed alla terra, di fronte a tutti i Cori degli Angeli, di fronte alla SS.ma Vergine Maria, di fronte a tutte le Potenze celesti, dichiaro a Dio, Uno e Trino, che oggi in unione con Gesù Cristo, Redentore delle anime, faccio volontariamente l'offerta di me stessa per la conversione dei peccatori e specialmente per le anime che hanno perso la speranza nella Misericordia Divina. Detta offerta consiste in questo, che prendo, con totale sottomissione alla volontà di Dio, tutte le sofferenze, i timori e le paure da cui sono tormentati i peccatori ed in cambio cedo loro tutte le consolazioni che ho nell'anima, che provengono dal rapporto intimo con Dio. In una parola offro per loro tutto: le sante Messe, le sante Comunioni, le penitenze, le mortificazioni, le preghiere. Non temo i colpi, i colpi della giustizia di Dio, perché sono unita a Gesù. O mio Dio, desidero in tal modo ripagarTi per le anime che non hanno fiducia nella Tua bontà. Confido contro ogni speranza nell'oceano della Tua Misericordia. O Signore e Dio mio, porzione, mia porzione per l'eternità, non formulo questo atto di offerta basandomi sulle mie forze, ma sulla potenza che deriva dai meriti di Gesù Cristo. Ripeterò ogni giorno questo atto di offerta con la seguente preghiera, che Tu stesso mi hai insegnato, o Gesù: O Sangue e Acqua che scaturisti dal Cuore di Gesù, comesorgente di Misericordia per noi, confido in Te. Sr. M. Faustina del Santissimo Sacramento.
Giovedi Santo durante la Santa Messa, giorno 29 anno 1934. « Ti do
una piccola parte nella Redenzione del genere umano. Tu sei il refrigerio
nel momento della Mia agonia ». Ottenuto il permesso dal mio confessore
di fare questo atto di offerta, conobbi che tale atto era gradito a Dio,
infatti cominciai subito a sentirne le conseguenze. In un attimo la mia
anima divenne come una roccia: arida, piena di tormenti e d'inquietudine.
Diverse bestemmie ed imprecazioni rintronavano nelle mie orecchie. La
diffidenza e la disperazione albergarono nel mio cuore. Ecco qual era la
condizione dei miseri, che avevo preso su di me. In un primo momento mi
spaventai molto per questi orrori, ma con la prima confessione che feci, fui
tranquillizzata.Una volta che andai a confessarmi fuori del convento,
capitai che il mio confessore stava celebrando la santa Messa. Dopo un
momento vidi sull'altare Gesù Bambino che allungava soavemente e con gioia
le sue manine verso di lui. Ma quel sacerdote, un momento dopo, prese quel
bel Bambino nelle mani, lo spezzò e lo mangiò vivo. In un primo momento
provai avversione per quel sacerdote, a causa di un tale comportamento nei
confronti di Gesù, ma ben presto venni illuminata in questa questione e
capii che quel sacerdote era molto caro al Signore.Una volta che andai dal
pittore che stava dipingendo l'immagine e m'accorsi che non era così bella
come è Gesù, mi rattristai molto per questo, ma lo nascosi nel profondo del
cuore. Quando uscimmo da casa del pittore, la Madre Superiora rimase in
città a sbrigare varie faccende ed io tornai a casa da sola. Andai subito in
cappella e mi sfogai piangendo a dirotto. Dissi al Signore: « Chi può
dipingerTi bello come sei? ». All'improvviso udii queste parole: « Non
nella bellezza dei colori né del pennello sta la grandezza di questa
immagine, ma nella Mia grazia ». 9.VIII.1934. Adorazione notturna del giovedì. Ho fatto l'adorazione dalle undici alle dodici. Questa adorazione l'ho fatta per la conversione dei peccatori induriti, ma specialmente per quelli che hanno perduto la speranza nella Misericordia di Dio. Ho considerato quanto ha sofferto Dio e quanto è grande l'amore che ci ha dimostrato e noi non crediamo che Dio ci ama cosi. O Gesù, chi comprende questo? Che dolore per il nostro Salvatore e con che cosa può convincerci del suo amore, se la Sua stessa morte non riesce a convincerci? Ho pregato tutto il cielo ad unirsi a me per compensare il Signore dell'ingratitudine di certe anime. Gesù mi ha fatto conoscere quanto Gli è gradita la preghiera riparatrice. Mi ha detto: « La pregbìera di un'anima umile ed amante placa l'ira del Padre Mio ed attira un mare di benedizioni ». Finita l'adorazione, a metà strada verso la cella, fui circondata da un gran branco di cani neri, alti, che saltavano ed ululavano, mostrando chiaramente l'intenzione di sbranarmi. M'accorsi però che non erano cani, ma demoni. Uno di loro disse con rabbiosa malvagità: « Dato che questa notte ci hai portato via tante anime, ora noi ti facciamo a pezzi ». Risposi: « Se questa è la volontà di Dio misericordiosissimo, fatemi pure a pezzi, poiché l'ho giustamente meritato, essendo la più misera delle peccatrici, ma Dio è sempre santo, giusto ed infinitamente misericordioso ». A queste parole risposero tutti insieme i demoni: « Fuggiamo, perché non è sola, ma c'è con lei l'Onnipotente ». E scomparvero come la polvere, come un rumore che giunge dalla strada, mentre io tranquillamente, continuando il Te Deum, andai in cella riflettendo sull'infinita ed insondabile Misericordia divina. 12.VIII.1934. Svenimento improvviso. Sofferenze preagoniche. Non era la morte, cioè il passaggio alla vera vita, ma un pregustarne le sofferenze. Pur donandoci la vita eterna, la morte è spaventosa. Mi sentii improvvisamente male: mancanza di respiro, buio davanti agli occhi, sensazione di mancamento nelle membra. Questo soffocamento è atroce. Un istante di tale soffocamento è infinitamente lungo... Nonostante la fiducia, sopravviene pure uno strano senso di paura. Desiderai ricevere gli ultimi S. Sacramenti. Ma, in quello stato la santa Confessione riesce assai difficoltosa, malgrado il desiderio di confessarsi. Non si sa quel che si dice: si comincia una cosa, senza finire l'altra. Iddio preservi ciascun anima dal rinviare la confessione all'ultima ora. Ho sperimentato la potenza delle parole del sacerdote, che scendono benefiche sull'anima dell'ammalato. Quando chiesi al Padre spirituale se ero pronta a presentarmi davanti a Dio e se potevo stare tranquilla, ottenni questa risposta: « Può essere pienamente tranquilla, non solo adesso, ma dopo ogni confessione settimanale ». La grazia di Dio che accompagna queste parole del sacerdote è grande. L'anima sente la forza ed il coraggio per la battaglia. O Congregazione, o madre mia, come è dolce vivere sotto le tue ali, ma è ancora meglio morirvi! Ricevuti gli ultimi S. Sacramenti, sopravvenne un miglioramento totale. Rimasi sola. Il miglioramento durò circa mezz'ora, poi si ripeté l'attacco, ma non più cosi violento, perché le cure mediche lo contrastavano. Unii le mie sofferenze a quelle di Gesù e le offrii per me e per la conversione delle anime che non credono nella bontà di Dio. All'improvviso la mia cella si riempi di ceffi neri pieni di malvagità e di odio contro di me. Uno di essi disse: « Maledetta tu e Colui che è in te, perché già cominci a tormentarci nell'inferno ». Appena dissi: « Ed il Verbo si fece carne ed abitò in mezzo a noi », subito quei ceffi scomparvero rumorosamente. L'indomani mi sentivo debolissima, ma non provavo più nessuna sofferenza. Dopo la santa Comunione vidi Gesù nell'aspetto che avevo già visto durante un'ora di adorazione. Lo sguardo del Signore trapassò la mia anima da parte a parte e nemmeno il più minuscolo pulviscolo sfugge alla Sua attenzione. E dissi a Gesù: « Pensavo che mi prendessi ». E Gesù mi rispose: « Ancora non si è adempiuta completamente la Mia volontà in te; rimarrai ancora sulla terra, ma non per molto tempo. Mi piace molto la tua fiducia, ma l'amore sia più ardente. Un amore puro dà forza all'anima nell'agonia stessa. Quando agonizzavo sulla croce non pensavo a Me, ma ai poveri peccatori e pregavo il Padre per loro. Voglio che anche i tuoi ultimi momenti siano completamente simili ai Miei sulla croce. Uno solo è il prezzo col quale si riscattano le anime e questo prezzo è la sofferenza unita alla Mia sofferenza sulla croce. L'amore puro comprende queste parole; l'amore carnale non le comprenderà mai ».
Anno 1934. Il giorno dell'Assunzione della SS.ma Vergine, non andai
alla santa Messa, la dottoressa non me lo permise, ma pregai fervorosamente
in cella. Dopo poco vidi la Madonna, che era di una bellezza indescrivibile
e che mi disse: « Figlia Mia, voglio da te preghiera, preghiera e ancora una
volta preghiera per il mondo e specialmente per la tua Patria. Fa' la
comunione riparatrice per nove giorni, unisciti strettamente al sacrificio
della Santa Messa. Per questi nove giorni starai davanti a Dio come vittima,
ovunque, continuamente, in ogni luogo e in ogni momento giorno e notte; ogni
volta che ti svegli, prega interiormente. Pregare di continuo interiormente
è possibile ». Una volta Gesù mi disse: « Il Mio sguardo da
quest'immagine è tale e quale al Mio sguardo dalla croce». Una volta il
confessore mi chiese come doveva essere collocata la scritta, dato che non
c'era posto sull'immagine. Risposi che avrei pregato ed avrei dato una
risposta la settimana seguente. Mentre mi allontanavo dal confessionale,
passando accanto al SS.mo Sacramento, mi fu fatto capire interiormente come
doveva essere quella scritta. Gesù mi ricordò quello che mi aveva detto la
prima volta e cioè che queste tre parole dovevano essere messe in evidenza.
Le parole sono queste: « Jezu, ufam Tobie ». Gesù, confido in Te. Capii che
Gesù desiderava che venisse messa questa frase, ma all'infuori di queste
parole, non dava altri ordini precisi. « Porgo agli uomini il recipiente,
col quale debbono venire ad attingere le grazie alla sorgente della
Misericordia. Il recipiente è quest'immagine con la scritta: Gesù, confido
in Te». O Amore purissimo, regna totalmente nel mio cuore ed aiutami a
compiere nella maniera più fedele la Tua santa volontà. Verso la fine di un
ritiro spirituale di tre giorni, mi accorsi che camminavo lungo una strada
accidentata ed inciampavo ogni momento e vedevo che dietro di me veniva un
altra figura che mi sosteneva continuamente e io non ero contenta di questo
e chiesi che quella figura si scostasse da me, perché volevo camminare da
sola. Tuttavia quella figura, che non riuscii a riconoscere, non mi
abbandonò nemmeno per un istante. La cosa m'innervosì e mi rivoltai contro
di lei e la respinsi da me. In quel momento conobbi che quella figura era la
Madre Superiora e nello stesso momento vidi che non era più la Madre
Superiora ma Gesù, che m'inviò uno sguardo profondo e mi fece conoscere
quanto Gli sarebbe dispiaciuto se, anche nella più piccola cosa, non avessi
cercato di fare la volontà della Superiora « che è la Mia volontà».
Chiesi vivamente perdono al Signore e presi seriamente a cuore
quell'avvertimento.
Giovedì. Quando ho cominciato l'ora santa, avrei voluto immergermi
nell'agonia di Gesù nell'Orto degli Ulivi. Ad un tratto sentii nel mio
intimo una voce: « Medita i misteri dell'Incarnazione ». Ed
all'improvviso mi apparve il Bambino Gesù di una splendente bellezza. Mi
disse quanto era gradita a Dio la semplicità dell'anima. « Sebbene la Mia
grandezza sia inconcepibile, ho rapporti di intimità soltanto con i piccoli.
Voglio da te l'infanzia dello spirito ». Ora vedo chiaramente come Iddio
opera attraverso il confessore e come è fedele nelle sue promesse. Due
settimane fa il confessore mi aveva ordinato di riflettere sull'infanzia
dello spirito. Sulle prime la cosa m'era riuscita un po' difficile, ma il
confessore, non badando alle mie difficoltà, aveva insistito perché
meditassi sull'infanzia dello spirito. « In pratica quest'infanzia si
manifesta così: un bambino non si preoccupa né del passato né del futuro, ma
approfitta dei momento presente. In lei, sorella, desidero che emerga questa
infanzia dello spinto ed attribuisco a ciò una grande importanza ». Vedo
come il Signore si presti ad accogliere i desideri del confessore, dato che
in questo periodo non mi si mostra come Maestro nel pieno delle forze e
della sua matura umanità, ma mi appare come un Bambino. Questo Dio infinito
si abbassa fino a me nelle sembianze di un Bambinello. Ma lo sguardo della
mia anima non si ferma alla superficie. Benché tu prenda le sembianze di un
Bambinello, io vedo in Te l'Immortale, l'infinito Signore dei signori, che i
puri spiriti adorano giorno e notte, per il quale ardono i cuori dei
Serafini col fuoco dell'amore più puro. O Cristo, o Gesù, io desidero
superarli nell'amore verso di Te. Vi chiedo perdono, o puri spiriti, per
aver osato paragonarmi a Voi. Io sono un abisso di miseria, una voragine di
miseria, ma Tu, o Dio, che sei un abisso insondabile di Misericordia,
assorbimi come l'ardore del sole assorbe una goccia di rugiada. Un Tuo
sguardo amorevole conferisce lo stesso livello ad ogni abisso. Sono
immensamente felice per la grandezza di Dio. Nel modo più assoluto mi basta
vedere la grandezza di Dio, per essere felice per tutta l'eternità. Una
volta che vidi Gesù sotto l'aspetto di un Bambino, domandai: « Come mai,
Gesù, ora tratti intimamente con me prendendo l'aspetto di un Bambino? Del
resto io in Te, anche se sei così, vedo Dio infinito, il mio Creatore e
Signore ». Gesù mi rispose che fino a quando non avessi imparato la
semplicità e l'umiltà, avrebbe trattato con me come un bimbo.
22.XI.1934. 5.XII.1934. Una mattina, dopo aver aperto la porta del convento per fare uscire i nostri operai addetti alla distribuzione del pane, entrai un momentino nella piccola cappellina, per fare una breve visita a Gesù e rinnovare le intenzioni del giorno. « Ecco, Gesù, oggi tutte le sofferenze, le mortificazioni, le preghiere, le offro per il Santo Padre, affinché approvi la festa della Misericordia. Ma Gesù, debbo dirTi ancora una parola. Sono molto stupita per il fatto che mi ordini di parlare di questa festa della Misericordia, quando tale festa, a quanto mi dicono, esiste già. Quindi, perché dovrei parlarne? E Gesù mi rispose: « Chi mai ne è informato tra la gente? Nessuno. E perfino coloro che debbono proclamare e dare delle istruzioni alla gente su questa Misericordia, spesso essi stessi non lo sanno. Per questo desidero che questa immagine venga solennemente benedetta la prima domenica dopo Pasqua e che riceva culto pubblico, in modo che tutti possano esserne informati. Fa' una novena secondo l'intenzione del Santo Padre, che deve essere composta di trentatré invocazioni, ripetendo cioè altrettante volte la breve preghiera alla Misericordia, che ti ho insegnato ». La sofferenza è il tesoro più grande che ci sia sulla terra. Essa purifica l'anima. Nella sofferenza conosciamo chi ci è veramente amico. Il vero amore si misura col termometro della sofferenza. Gesù, Ti ringrazio per le piccole croci quotidiane, per le contrarietà che incontro nelle mie iniziative, per il peso della vita comunitaria, per l'interpretazione distorta delle mie intenzioni, per le umiliazioni che provengono dagli altri, per il comportamento aspro verso di noi, per i sospetti ingiusti, per la salute cagionevole e per le forze che vengono meno, per il ripudio della mia volontà, per l'annientamento del proprio io, per il mancato riconoscimento in tutto, per gli impedimenti posti a tutti i miei progetti. Ti ringrazio, Gesù, per le sofferenze interiori, per l'aridità dello spirito, per le paure, i timori e i dubbi, per il buio fitto e le tenebre interiori, per le tentazioni e le diverse prove, per le angosce che è difficile descrivere, e soprattutto per quelle in cui nessuno ci capisce, per l'ora della morte, per la dura lotta che la precede e per tutta la sua amarezza. Ti ringrazio, Gesù, che hai bevuto il calice dell'amarezza, prima di porgerlo a me raddolcito. Ecco, ho accostato le mie labbra al calice della Tua santa volontà. Avvenga di me secondo il Tuo volere; avvenga di me ciò che ha stabilito la Tua sapienza fin dall'eternità. Desidero bere fino all'ultima stilla il calice della predestinazione, non voglio indagare su questa predestinazione, nell'amarezza c'è la mia gioia, nella disperazione la mia fiducia. In Te, o Signore, quello che ci dà il Tuo Cuore paterno è tutto buono; non preferisco le gioie alle amarezze, né le amarezze alle gioie, ma Ti ringrazio di tutto, o Gesù. La mia delizia consiste nello stare a contemplarTi, o Dio incomprensibile. È in un'esistenza misteriosa che si aggira il mio spirito, poiché è là che sento di essere a casa mia. Conosco bene la dimora del mio Sposo. Sento che in me non c'è nemmeno una goccia di sangue che non arda d'amore per Te. Bellezza eterna, chi Ti conosce una sola volta, non può più amare nessun'altra cosa. Sento la voragine insondabile della mia anima, e che niente può colmarla, all'infuori di Dio. Sento che sprofondo in Lui, come un granellino di sabbia in un oceano senza fondo. 20.XII.1934. Una sera entrando nella cella, vidi Gesù esposto nell'ostensorio, come se fosse stato fuori all'aperto. Al piedi di Gesù vidi il mio confessore e dietro di lui un gran numero di ecclesiastici di altissimo rango, con indumenti che non avevo mai visto, eccetto allora in visione. E dietro a loro varie classi di ecclesiastici. Più in là vidi una folla così vasta di gente che non riuscii ad abbracciarla con lo sguardo. Vidi che dall'Ostia uscivano due raggi, come sono nell'immagine, che si unirono strettamente fra di loro, ma non si confusero e passarono nelle mani del mio confessore e poi nelle mani degli ecclesiastici e dalle loro mani passarono alla gente e tornarono nell'Ostia. E in quel momento mi vidi in cella mentre entravo. 22.XII.1934. Quando mi toccò in settimana d'andare a confessarmi, capitai che il mio confessore stava celebrando la S. Messa. Nella terza parte della S. Messa vidi il Bambino Gesù, un po' più piccolo del solito e con la differenza che aveva una piccola fascia di colore violetto, mentre di solito l'aveva bianca. 24.XII.1934. Vigilia di Natale. La mattina durante la S. Messa ho sentito la vicinanza di Dio; il mio spirito inavvertitamente si è immerso in Lui. Improvvisamente udii queste parole: « Tu sei una gradevole dimora per Me; in te il Mio Spirito riposa ». Dopo queste parole sentII io sguardo del Signore nel profondo del mio cuore e vedendo la mia miseria, mi umiliai in ispirito ed ammirai la grande Misericordia di Dio, considerando che l'altissimo Signore si accosta ad una tale miseria. Durante la santa Comunione la gioia inondò la mia anima; sentii che ero strettamente unita alla Divinità; la Sua onnipotenza assorbì tutto il mio essere. Per tutta la giornata avvertii in modo particolare la vicinanza di Dio e, sebbene gli impegni non mi permettessero per tutta la giornata di andare nemmeno per un momento in cappella, tuttavia non ci fu un solo istante in cui non fossi unita a Dio. Lo sentii in me in una maniera più sensibile di qualunque altra volta. Salutai senza posa la Madonna, immedesimandomi nel Suo spirito e La pregai, affinché m'insegnasse il vero amore di Dio. Ad un tratto udii queste parole: « Durante la S. Messa di mezzanotte ti comunicherò il segreto della Mia felicità ». La cena fu prima delle sei; nonostante la letizia ed il chiasso esterno che c'è quando ci si scambia l'oplatek, durante lo scambio vicendevole degli auguri non venni privata nemmeno per un istante della presenza di Dio. Dopo cena ci affrettammo col lavoro ed alle nove potei andare all'adorazione in cappella. Avevo ottenuto il permesso di non andare a riposare, ma di attendere la Messa di mezzanotte. Ne gioii enormemente; dalle nove alle dodici avevo tempo libero. Dalle nove alle dieci feci l'adorazione per i miei genitori e per tutta la mia famiglia. Dalle dieci alle undici feci l'adorazione per il mio direttore spirituale, ringraziando anzitutto Dio, che si era degnato di darmi qui in terra questo grande aiuto visibile, come mi aveva promesso e, in secondo luogo, per impetrargli luce, affinché potesse conoscere la mia anima e guidarmi come piaceva a Dio. Dalle undici alle dodici ho pregato per la santa Chiesa e per il clero, per i peccatori, per le missioni, per le nostre case. Le indulgenze le ho offerte per le anime del purgatorio. Ore dodici. 25.XII.1934. Messa di mezzanotte. Appena usci la santa Messa, il raccoglimento interiore s'impadronì di me, la gioia inondò la mia anima. Durante l'offertorio vidi Gesù sull'altare; era di una bellezza incomparabile. Il Bambinello per tutto il tempo guardò verso tutti, tendendo le manine. Quando ci fu l'elevazione il Bambinello non guardò verso la cappella, ma verso il cielo; dopo l'elevazione si rivolse di nuovo verso di noi, ma per poco tempo, poiché come al solito venne spezzato e mangiato dal sacerdote. La fascia l'aveva bianca. Il giorno dopo vidi la stessa cosa e lo stesso vidi il terzo giorno. E difficile esprimere la gioia che avevo nell'anima. Questa visione si ripeté durante tre sante Messe, esattamente come nelle prime. Anno 1934. Primo giovedì dopo Natale. Avevo dimenticato completamente che oggi era giovedì, perciò non ho fatto l'adorazione. Sono andata assieme alle consorelle in dormitorio alle ore nove. Stranamente non riuscivo a dormire. Mi sembrava che avessi ancora qualche cosa da fare. Ripassai mentalmente i miei impegni, ma non riuscii a ricordarmi niente del genere; la ricerca andò avanti fino alle dieci. Alle ore dieci vidi il Volto martoriato di Gesù. Ad un tratto Gesù mi disse queste parole: « Ti ho attesa per dividere con te le Mie sofferenze; chi infatti comprende le Mie sofferenze meglio della Mia sposa? ». Chiesi perdono a Gesù per la mia tiepidezza, piena di rossore e confusa, non osando rivolgere lo sguardo a Gesù, ma col cuore contrito chiesi a Gesù che si degnasse di darmi una spina della Sua corona. Gesù mi rispose che mi avrebbe concesso questa grazia, ma l'indomani, e subito la visione scomparve. Al mattino, durante la meditazione, sentii una spina dolorosa dalla parte sinistra del capo; il dolore mi durò per tutto il giorno e pensai continuamente a come Gesù avesse potuto resistere al dolore di tutte quelle spine che sono nella Sua corona. Unii le mie sofferenze alla sofferenza di Gesù e le offrii per i peccatori. Alle quattro, quando sono andata per l'adorazione, ho visto una delle nostre allieve che offendeva Dio terribilmente con dei peccati impuri di pensiero. Ho visto pure una certa persona a causa della quale peccava. Un fremito di spavento ha attraversato l'anima mia ed ho pregato Dio, per i dolori di Gesù, che si degnasse strapparla da quell'orribile miseria. Gesù mi rispose che le avrebbe concesso la grazia, non per suo merito, ma per la mia preghiera. Allora compresi quanto dovremmo pregare per i peccatori e specialmente per le nostre educande. La nostra è una vita veramente apostolica; non so immaginare una religiosa che viva nelle nostre case, cioè nella nostra Congregazione, che non abbia spirito apostolico; lo zelo per la salvezza delle anime dovrebbe ardere nei nostri cuori. O mio Dio, come è dolce soffrire per Te, soffrire nel più segreto del cuore, nel più grande nascondimento, immolandosi come vittima non notata da alcuno, pura come il cristallo, senza alcuna soddisfazione nè partecipazione affettiva. Il mio spirito arde per un amore attivo, non perdo tempo per nessuna fantasticheria, prendo singolarmente ogni istante, poiché questo è in mio potere; il passato non mi appartiene più, il futuro non è ancora mio, procuro di utilizzare con tutta l'anima il tempo presente. 4.I.1935. Primo capitolo di Madre Borgia. In questo capitolo la Madre ha messo in evidenza la vita di fede e la fedeltà nelle piccole cose. A metà del capitolo ho udito queste parole: « Desidero che nel momento presente ci sia in voi più fede. Che grande gioia Mi procura la fedeltà della Mia sposa nelle piccole cose! ». Ad un tratto rivolsi lo sguardo sul crocifisso e vidi che Gesù aveva il capo rivolto verso il refettorio e che le Sue labbra si muovevano. Quando ne parlai alla Madre Superiora, mi rispose: « Vede, sorella, come Gesù esige che la nostra sia una vita di fede ». Quando la Madre se n'era andata in cappella ed io ero rimasta a mettere in ordine la stanza, tutto ad un tratto sentii queste parole: « Dì questo a tutte le Suore, che esigo che vivano con spirito di fede nei confronti delle Superiore nel momento attuale ». Chiesi al confessore di sciogliermi da questo impegno. Quando parlai con una persona che avrebbe dovuto dipingere l'immagine, ma per certi motivi non la dipinse, durante il colloquio con lei sentii nel mio intimo questa voce: « Desidero che essa sia più obbediente ». Compresi che anche i più grandi sforzi, se non hanno il sigillo dell'obbedienza, non sono graditi a Dio; parlo di un anima consacrata a Dio. O Dio, come è facile conoscere la Tua volontà in un ordine religioso! Noi, anime consacrate, dal mattino fino a notte abbiamo chiaramente indicata la volontà divina e nei momenti di incertezza abbiamo i Superiori, attraverso i quali paria Iddio.
1934-1935. Ultimo giorno dell'anno. Ho avuto il permesso di
non andare a dormire, ma di pregare in cappella. Una delle nostre suore mi
ha pregato di offrire per lei un'ora di adorazione. Le ho risposto di si ed
ho pregato per lei un'ora intera. Durante la preghiera Dio mi ha fatto
conoscere quanto Gli è cara quella piccola anima. La seconda ora di
adorazione l'ho offerta per la conversione dei peccatori e specialmente in
riparazione delle offese che nel momento presente vengono fatte a Dio.
Quanto viene offeso Iddio! La terza ora l'ho offerta secondo l'intenzione
del mio padre spirituale, ho pregato fervorosamente perché venga illuminato
in merito ad una questione particolare. Suonano infine le dodici, l'ultima
ora dell'anno, che ho finito nel nome della SS.ma Trinità, come del resto
nel nome della SS.ma Trinità ho cominciato la prima ora dell'Anno Nuovo. Ho
chiesto la benedizione ad ognuna delle Persone ed ho guardato con grande
fiducia all'Anno Nuovo, che non sarà certamente avaro di sofferenze. O Ostia
Santa, in cui è contenuto il testamento della Divina Misericordia per noi e
specialmente per i poveri peccatori. O Ostia Santa, in cui è contenuto il
Corpo ed il Sangue del Signore Gesù, come dimostrazione dell'infinita
Misericordia verso di noi, ma specialmente verso i peccatori. O Ostia Santa,
in cui è contenuta la vita eterna e l'infinita Misericordia elargita in
abbondanza a noi, ma specialmente ai poveri peccatori. O Ostia Santa, in cui
è contenuta la Misericordia del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
verso di noi, ma specialmente verso i poveri peccatori. O Ostia Santa, in
cui è contenuto il prezzo infinito della Misericordia, che ripagherà tutti i
nostri debiti, ma specialmente quelli dei poveri peccatori. O Ostia Santa,
in cui è contenuta la sorgente di acqua viva, che scaturisce dalla
Misericordia infinita per noi, ma specialmente per i poveri peccatori. O
Ostia Santa, in cui è contenuto il fuoco dell'amore più puro, che arde dal
seno dell'Eterno Padre, come da un abisso di Misericordia infinita per noi,
ma specialmente per i poveri peccatori. O Ostia Santa, in cui è contenuta la
medicina per tutte le nostre debolezze, che sgorga dalla Misericordia
infinita come da una sorgente, per noi e specialmente per i poveri
peccatori. O Ostia Santa, in cui è contenuto il vincolo di unione fra Dio e
noi, grazie all'infinita Misericordia per noi e specialmente per i poveri
peccatori. O Ostia Santa, in cui sono contenuti tutti i sentimenti del Cuore
dolcissimo di Gesù verso di noi e specialmente per i poveri peccatori. O
Ostia Santa, nostra unica speranza in tutte le sofferenze e contrarietà
della vita. O Ostia Santa, nostra unica speranza fra le tenebre e le
tempeste interiori ed esteriori. O Ostia Santa, nostra unica speranza in
vita e nell'ora della morte. O Ostia Santa, nostra unica speranza fra gli
insuccessi e nell'abisso della disperazione. O Ostia Santa, nostra unica
speranza in mezzo alle menzogne ed ai tradimenti. Ostia Santa, nostra unica
speranza fra le tenebre e le empietà che sommergono la terra. O Ostia Santa,
nostra unica speranza in mezzo alla nostalgia e al dolore, per il quale
nessuno ci comprende. O Ostia Santa, nostra unica speranza in mezzo alle
fatiche ed al grigiore della vita di ogni giorno. O Ostia Santa, nostra
unica speranza quando le nostre aspirazionie e le nostre fatiche vanno in
fumo. O Ostia Santa, nostra unica speranza fra i colpi dei nemici e gli
assalti dell'inferno. O Ostia Santa, confiderò in Te quando le difficoltà
della vita supereranno le mie forze ed i miei sforzi risulteranno inutili. O
Ostia Santa, confiderò in Te quando le tempeste sconvolgeranno il mio cuore
ed il mio spirito atterrito comincerà a piegarsi verso il dubbio che
corrode. O Ostia Santa, confiderò in Te quando il mio cuore comincerà a
tremare ed un sudore mortale mi bagnerà la fronte. O Ostia Santa, confiderò
in Te quando tutto si rivolgerà contro di me e la nera disperazione
s'insinuerà nella mia anima. O Ostia Santa, confiderò in Te quando il mio
sguardo si spegnerà per tutto ciò che è terreno, ed il mio spirito vedrà per
la prima volta mondi sconosciuti. O Ostia Santa, confiderò in Te quando i
miei impegni saranno al di sopra delle mie forze e l'insuccesso sarà per me
la sorte abituale. O Ostia Santa, confiderò in Te quando l'osservanza delle
virtù mi apparirà difficile e la mia natura si ribellerà. O Ostia Santa,
confiderò in Te quando i colpi dei nemici saranno diretti contro di me. O
Ostia Santa, confiderò in Te quando le mie fatiche ed i miei sforzi non
verranno approvati dalla gente. O Ostia Santa, confiderò in Te quando sopra
di me risuonerà il Tuo giudizio; in quel momento confiderò nell'oceano della
Tua Misericordia.
10.1.1935. 29.1.1935. Questo martedì mattina, durante la meditazione, ho visto interiormente il Santo Padre che celebrava la santa Messa. Dopo il « Pater noster » si è messo a parlare con Gesù della causa, di cui Gesù aveva ordinato a me di parlarGli. Benché io non abbia parlato di ciò personalmente col Santo Padre, dato che l'argomento è stato trattato da qualcun altro, in questo momento però io so, per conoscenza interiore, che il Santo Padre sta riflettendo su tale questione, che in breve tempo si evolverà secondo i desideri di Gesù. Prima degli esercizi spirituali di otto giorni, andai dal mio direttore spirituale, a chiedergli il permesso per certe mortificazioni da fare durante gli esercizi, tuttavia non ottenni il permesso per tutto quello che avevo chiesto, ma solo per alcune. Ottenni l'autorizzazione per un ora di meditazione sulla Passione del Signore Gesù e per certi atti di umiliazione. Ero rimasta però un po' insoddisfatta, per non aver ottenuto il permesso per tutto quello che avevo chiesto. Quando tornammo a casa, entrai un momento in cappella e subito udii nel mio intimo una voce: « Un'ora di meditazione sulla Mia dolorosa Passione ha un merito maggiore di un anno intero di flagellazioni a sangue. La meditazione sulle Mie Piaghe dolorose è di grande profitto per te ed a Me procura una grande gioia. Mi stupisce che tu non abbia ancora rinunciato completamente alla tua volontà, ma gioisco enormemente pensando che tale cambiamento avverrà durante gli esercizi spirituali ». Questo stesso giorno, mentre ero in chiesa ed aspettavo di confessarmi, vidi gli stessi raggi che uscivano dall'ostensorio e si propagavano per tutta la chiesa. Questo durò per tutto il tempo della funzione. Dopo la benedizione si proiettarono su entrambi i lati e poi rientrarono nell'ostensorio. Ad osservarli erano chiari e limpidi come il cristallo. Chiesi a Gesù che si degnasse di accendere il fuoco del Suo amore in tutte le anime indifferenti. Sotto questi raggi il cuore si riscalda, anche se fosse freddo come un pezzo di ghiaccio; se fosse duro come la roccia, si ridurrebbe in polvere.
G.M.G. Wilno, 4.11.1935 DA OGGI NON ESISTE LA VOLONTA’ PROPRIA. Nel momento in cui m'inginocchiai per depennare la volontà come mi aveva ordinato il Signore, udii nel mio intimo questa voce: «Da oggi non temere il giudizio di Dio, poiché non sarai giudicata ». Da oggi, faccio la Volontà di Dio, ovunque, sempre, in tutto. G.M.G. Wilno, 8.11.1935. Lavoro interiore particolare, cioè esame di coscienza. Sul rinnegamento di se stessa, della propria volontà. I. Rinnegamento dell'intelletto, cioè sua sottomissione all'intelletto di coloro che per me qui in terra sostituiscono Dio. Il. Rinnegamento della volontà, cioè fare la volontà di Dio, che a me si manifesta nella volontà di coloro che per me sostituiscono Dio e che è contenuta nelle regole del nostro ordine. III. Rinnegamento del giudizio, cioè accettare immediatamente senza pensarci su, senza analizzarlo, senza discuterlo, ogni ordine che mi viene dato da coloro che per me sostituiscono Dio. IV. Rinnegamento della lingua. Non le darò la più piccola libertà; in un solo caso gliela darò completa, cioè quando si tratta di proclamare la gloria di Dio. Ogni volta che mi accosto alla santa Comunione, prego che Gesù rafforzi e purifichi la mia lingua, in modo che io non ferisca il prossimo con essa. Per lo stesso motivo tengo nella massima considerazione la regola che mi parla del silenzio. O Gesù mio, ho fiducia che la Tua grazia mi aiuti a mettere in pratica questi propositi. Benché i punti suddetti siano compresi nel voto di obbedienza, tuttavia desidero esercitarmi in essi in modo del tutto particolare, in quanto costituiscono l'essenza della vita religiosa. Gesù Misericordioso, Ti prego ardentemente, illumina il mio intelletto, perché possa conoscere meglio Te, che sei l'Essere Infinito, e possa conoscere meglio me stessa, che sono il niente personificato. Della santa confessione. Dalla santa confessione dovremmo ricavare due benefici. Alla confessione andiamo: primo, per essere guariti; secondo, per essere educati. La nostra anima ha bisogno di essere educata continuamente, come un bambino. O mio Gesù, comprendo profondamente queste parole e so per esperienza che un'anima con le proprie forze non arriva lontano, si affatica molto, non fa nulla per la gloria di Dio; sbaglia continuamente, poiché la nostra mente è ottenebrata e non riesce a distinguere i fatti suoi. Avrò un'attenzione particolare per due cose: la prima è quella di scegliere per la confessione quello che mi umilia di più, anche se si tratta di una piccola cosa, che però mi costa e per questo ne parlerò; la seconda è quella di esercitarmi nella contrizione; non solo prima di confessarmi, ma in ogni esame di coscienza cercherò di suscitare in me il dolore perfetto e ciò soprattutto prima di mettermi a riposare. Ed una parola ancora: l'anima che desidera veramente progredire sulla via della perfezione, deve attenersi scrupolosamente ai consigli che le vengono dati dal direttore spirituale. Tanta è la santità, quanta la dipendenza. Una volta, mentre parlavo col direttore della mia anima, in un lampo più veloce di quello di un fuimine, vidi interiormente la sua anima in una grande tribolazione, in un tale tormento, che sono poche le anime che Iddio prova con tale fuoco. Tali sofferenze gli provengono da quest'opera. Verrà un momento nel quale quest'opera, che pure Dio raccomanda tanto, sembrerà in completo sfacelo ed all'improvviso seguirà l'azione di Dio con grande energia, la quale darà testimonianza alla verità. Essa, l'opera, sarà un nuovo splendore per la Chiesa, sebbene esistesse già da molto tempo in essa. Che Dio sia infinitamente misericordioso, nessuno può negarlo. Egli desidera che questo lo sappiano tutti, prima che torni come Giudice; vuole che le anime Lo conoscano prima come Re di Misericordia. Quando si verificherà questo trionfo, noi saremo già nella nuova vita, dove non ci sono sofferenze. Ma prima la tua anima sarà saziata d'amarezze al vedere la distruzione dei tuoi sforzi. Questa distruzione però sarà soltanto apparente, poiché Iddio non cambia quello che ha stabilito una volta. Ma anche se la distruzione sarà apparente, le sofferenze invece saranno reali. Quando ciò avverrà, non lo so; quanto durerà, non lo so. Ma Dio ha promesso una grande grazia specialmente a te e a tutti « quelli che proclameranno la Mia grande Misericordia. Io Stesso li difenderò nell'ora della morte, come Mia gloria ed anche se i peccati delle anime fossero neri come la notte, quando un peccatore si rivolge alla Mia Misericordia, Mi rende la gloria più grande ed è un vanto della Mia Passione. Quando un'anima esalta la Mia bontà, allora satana ne trema e fugge nel profondo dell'inferno ». Durante un'adorazione, Gesù mi promise: « Con le anime che ricorreranno alla Mia Misericordia e con le anime che esalteranno e faranno conoscere ad altre la Mia grande Misericordia, nell'ora della loro morte Mi comporterò secondo la Mia Misericordia infinita. Il Mio Cuore è addolorato - ha detto Gesù - perché anche le anime elette non comprendono quanto sia grande la Mia Misericordia. I loro rapporti con Me sono in un certo modo espressione di diffidenza. Oh! quanto questo ferisce il Mio Cuore! Ricordatevi della Mia Passione e, se non credete alle Mie parole, credete almeno alle Mie Piaghe». Non faccio alcun movimento, alcun gesto perché piace a me, perché sono vincolata dalla grazia; continuamente attendo a ciò che è più gradito a Gesù. Durante una meditazione sull'obbedienza udii queste parole: « In questa meditazione il sacerdote in via eccezionale parla per te. Sappi che Io prendo in prestito la sua bocca ». Cercai di ascoltare con la massima attenzione ed applicai tutto al mio cuore, come faccio per ogni meditazione. Quando il sacerdote pronunciò queste parole, che un anima obbediente si riempie della forza di Dio, udii quanto segue: “Si, quando sei obbediente, mi prendo la tua debolezza ed al suo posto ti do la Mia forza. Sono molto stupito che le anime non vogliano fare questo scambio con Me.” Io dissi al Signore: « Gesù, illumina Tu la mia anima, poiché diversamente capirò ben poco di queste parole ». So che non vivo per me, ma per un gran numero di anime. So che le grazie date a me, non sono soltanto per me, ma anche per le anime. O Gesù, l'abisso della Tua Misericordia si è riversato nella mia anima, che è l'abisso stesso della miseria. Ti ringrazio, Gesù, per le grazie e le piccole croci che mi dai in ogni momento della vita. All'inizio degli esercizi spirituali sul soffitto della cappella vidi Gesù crocifisso che guardava alle suore con tanto amore, ma non a tutte. C'erano tre suore, alle quali il Signore guardò con uno sguardo severo. Non so, non so per quali motivi, so soltanto che è una cosa terribile vedere uno sguardo simile che è lo sguardo del Giudice severo. Quello sguardo non riguardava me, eppure allibii per lo spavento, mentre scrivo tremo ancora tutta. Non ebbi il coraggio di dire una sola parola a Gesù, mi vennero a mancare le forze fisiche e pensavo che non avrei resistito fino alla fine della predica. Un giorno dopo vidi la stessa cosa, come la prima volta, e osai proferire queste parole: « Gesù, quanto è grande la Tua Misericordia! ». Il terzo giorno si ripeté ancora lo stesso sguardo su tutte le suore con grande amabilità, ad eccezione di quelle tre suore. Allora presi il coraggio che proveniva dall'impulso verso l'amore del prossimo e dissi al Signore: « Tu sei la Misericordia personificata, come Tu stesso mi hai detto, Ti scongiuro quindi per la potenza della Tua Misericordia, rivolgi il Tuo sguardo benigno anche su quelle tre suore, e se ciò non s'accorda con la Tua sapienza, Ti prego di fare uno scambio: il Tuo sguardo benevolo verso la mia anima, sia per loro, e il Tuo sguardo severo verso le loro anime, sia per me. All'istante Gesù mi disse queste parole: « Figlia Mia, per il tuo amore sincero e generoso concedo loro molte grazie, benché esse non le chiedano, ma per la promessa che ho fatto a te ». E subito avvolse le tre suore con uno sguardo misericordioso. Alla vista della bontà di Dio, il cuore mi cominciò a battere per la grande gioia. Quando feci l'adorazione dalle 9 alle 10 erano rimaste anche altre quattro suore. Mentre mi avvicinavo all'altare e meditavo sulla Passione del Signore Gesù, in quello stesso momento un dolore tremendo inondò la mia anima, a causa dell'ingratitudine di un gran numero di anime che vivono nel mondo, ma mi addolorava specialmente l'ingratitudine delle anime scelte in modo particolare da Dio. Non c'è modo di esprimerla, né di confrontarla. Alla vista di quella ingratitudine, che è la più nera, sentii come se il cuore mi si schiantasse, mi vennero a mancare completamente le forze fisiche e caddi con la faccia a terra, senza nascondere un pianto dirotto. Ogni volta che rievocavo la grande Misericordia di Dio e l'ingratitudine delle anime, il dolore trafiggeva il mio cuore e comprendevo quanto ciò ferisse il Cuore dolcissimo di Gesù. Con cuore ardente rinnovai il mio atto di offerta per i peccatori. Con gioia e desiderio ho accostato le mie labbra al calice dell'amarezza, che prendo ogni giorno dalla S. Messa. La piccola porzione, che Gesù mi ha assegnato per ogni momento, anche quella non la cederò a nessuno. Conforterò continuamente il dolcissimo Cuore Eucaristico; suonerò canti di riconoscenza sulle corde del mio cuore; la sofferenza è il tono più armonioso. Cercherò con cura di capire con che cosa posso rallegrare oggi il Tuo Cuore. I giorni della vita non sono uniformi; quando le nuvole nere mi copriranno il sole, cercherò come l'aquila di attraversare la loro barriera, per far conoscere agli altri che il sole non si spegne. Sento che Iddio mi permette di scostare i veli, affinché la terra non abbia dubbi sulla Sua bontà. Iddio non va soggetto ad eclissi, né a cambiamenti; rimane per l'eternità Uno e sempre lo Stesso. Niente può opporsi alla Sua volontà. Sento in me una forza sovrumana, sento il coraggio e l'energia che mi viene attraverso la grazia che dimora in me. Comprendo le anime che soffrono perché prive di speranza, poiché ho provato su di me questo tormento. Iddio però non dà prove al di sopra delle forze. Spesso ho vissuto di speranza contro ogni speranza ed ho spinto la mia speranza fino alla totale fiducia in Dio. Avvenga di me quello che ha stabilito dall'eternità. MASSIME GENERALI. Sarebbe molto brutto, se una suora cercasse sollievo nella sofferenza. Ecco quello che ha fatto la grazia e la meditazione del più grande criminale. Colui che muore, ha un grande amore. Ricordati di me quando sarai in paradiso. Il pentimento sincero trasforma immediatamente un'anima. La vita spirituale va praticata con serietà e sincerità. L'amore dev'essere reciproco. Dato che il Signore Gesù per me ha bevuto il fiele fino in fondo, io Sua sposa, per dimostrargli il mio amore, accetterò tutte le amarezze. Chi sa perdonare si prepara molte grazie da parte del Signore. Ogni volta che guarderò la croce, perdonerò sinceramente. L'unione con le anime l'abbiamo ottenuta nel santo battesimo. La morte rafforza l'amore. Devo essere sempre d'aiuto per gli altri. Se sarò una buona religiosa sarò utile non solo alla Congregazione, ma anche a tutta la Patria. Il Signore Dio concede le grazie in due modi: con le ispirazioni e con le illuminazioni. Se chiediamo una grazia, Iddio ce la dà, ma dobbiamo volerla accettare, ma per accettarla occorre abnegazione. L'amore non è fatto di parole, né di sentimenti, ma di azioni. E un atto della volontà, è un dono, cioè una donazione; l'intelletto, la volontà ed il cuore, ecco le tre facoltà che dobbiamo esercitare durante la preghiera. Risorgerò in Gesù, ma prima debbo vivere in Lui. Se non mi distacco dalla croce, allora si manifesterà in me il Vangelo. Tutte le mie insufficienze le colma in me Gesù con la Sua grazia, che agisce incessantemente. La SS.ma Trinità mi trasmette la Sua vita abbondantemente col dono dello Spirito Santo. Le Tre Persone divine dimorano in me. Se Iddio ama, lo fa con tutto Se stesso, con tutta la potenza del Suo Essere. Se Iddio mi ha amato a questo modo, come debbo corrispondere io a questo, io, la Sua sposa? Durante una predica Gesù mi disse: «Nel piccolo grappolo scelto tu sei il dolce acino; desidero che il succo che circola in te venga trasmesso alle altre anime». Durante la rinnovazione dei voti vidi Gesù dal lato dell'epistola, con una veste bianca ed una cintura d'oro ed in mano teneva una spada terribile. Durò fino al momento in cui le suore cominciarono a rinnovare i voti. All'improvviso vidi un bagliore inimmaginabile. Davanti a quel bagliore vidi un piano formato da una nuvola bianca a forma di bilancia. In quel momento Gesù si avvicinò e pose la spada su di un piatto e questo con tutto quel peso si abbassò fino a terra, per poco non la toccò completamente. Proprio allora le suore finirono di rinnovare i voti. E subito vidi degli angeli che prendevano qualche cosa da ogni suora dentro un vaso d'oro, vaso che aveva la forma come di un incensiere Dopo che ebbero terminata la raccolta da tutte le suore e posto il vaso sull'altro piatto della bilancia, questo immediatamente prevalse sul primo, sul quale era stata posta la spada. All'istante dall'incensiere si sprigionò una fiamma, che raggiunse il bagliore della luce. Inaspettatamente udii una voce proveniente da quel bagliore: «Rimettete la spada al suo posto, l'offerta è maggiore». In quel momento Gesù ci diede la benedizione e tutto quello che avevo visto scomparve. Le suore avevano già cominciato ad accostarsi alla santa Comunione. Quando anch'io mi comunicai, la mia anima fu inondata da una gioia così grande, che non riesco proprio a descrivere. 15.II.35. Partenza per la casa paterna per alcuni giorni, in visita a mia madre morente. Quando venni a sapere che mia madre era gravemente malata, ormai prossima alla morte e mi chiedeva di andare a trovarla, perché desiderava incontrarsi con me ancora una volta prima di morire, in quel momento mi si risvegliarono tutti i sentimenti del cuore. Come figlia sinceramente affezionata alla propria madre, desideravo ardentemente esaudire il suo desiderio, ma lasciai a Dio la decisione e mi rimisi completamente alla Sua volontà. Non tenendo conto del dolore del mio cuore, mi affidai alla volontà di Dio. La mattina del giorno del mio onomastico, il 15 febbraio, la Madre Superiora mi consegnò un'altra lettera della mia famiglia e mi diede il permesso di andare a casa, per esaudire il desiderio della madre morente. Cominciai subito a prepararmi per il viaggio e la sera partii da Wilno. Offrii tutta la notte per mia madre gravemente ammalata, affinché Dio le concedesse la grazia che le sofferenze che stava attraversando non perdessero nulla del loro merito. Durante il viaggio ebbi una compagnia molto piacevole, infatti nello stesso scompartimento viaggiavano alcune signore appartenenti ad un sodalizio. Mi resi conto che una di esse soffriva molto e che nella sua anima si stava svolgendo una lotta accanita. Cominciai a pregare mentalmente per quell’anima. Alle undici quelle signore passarono in un altro scompartimento per fare conversazione e nel frattempo nello scompartimento rimanemmo solo in due. Sentii che la mia preghiera aveva provocato in quell'anima una lotta ancora più accesa. Non cercai di confortarla, ma pregai con fervore ancora maggiore. Finalmente quell'anima si rivolse a me e mi chiese di dirle se era obbligata a mantenere una certa promessa che aveva fatto a Dio. In quello stesso momento conobbi interiormente quale era quella promessa e le risposi che era assolutamente obbligata a mantenere quell'impegno, diversamente sarebbe stata infelice per tutta la vita. Questo pensiero non le darà pace. Stupita da questa risposta, mi apri tutta la sua anima. Si trattava di una maestra che, prima di affrontare gli esami, aveva promesso a Dio che, se fosse stata promossa si sarebbe dedicata al Suo servizio, cioè sarebbe entrata in un convento. Però, dopo aver dato gli esami con esito molto favorevole, «ora mi sono lasciata prendere dal vortice del mondo e non voglio entrare in convento, ma la coscienza non mi dà pace e, nonostante i divertimenti, sono sempre scontenta». Dopo una lunga conversazione, quella persona era cambiata completamente e dichiarò che si sarebbe subito interessata, per entrare in convento. Mi chiese di pregare per lei ed io sentii che Dio non le avrebbe lesinato le grazie. La mattina arrivai a Varsavia ed alle otto di sera ero già a casa. È difficile descrivere quale grande gioia fu per i miei genitori e per tutta la famiglia. La salute di mia madre migliorò un po', ma il medico non diede alcuna speranza di una completa guarigione. Subito dopo esserci salutati, ci inginocchiammo tutti, per ringraziare Dio per esserci potuti incontrare ancora una volta tutti in questa vita. Quando osservai come pregava mio padre, mi vergognai molto, dato che io che ero vissuta tanti anni in convento non sapevo pregare con tanta sincerità e tanto fervore. Perciò ringrazio continuamente Iddio di tali genitori. Oh, come tutto è cambiato in questi dieci anni! Non mi ci oriento più. L'orto è molto più grande, è irriconoscibile, come non riconosco più i fratelli e le sorelle, che erano così piccoli ed ora sono tutti cresciuti e sono rimasta stupita di non averli trovati come quando ci siamo separati. Stasio mi accompagnava ogni giorno in chiesa. Sentivo che quella cara anima era molto gradita a Dio. L'ultimo giorno, quando non c'era più nessuno in chiesa, andai con lui davanti al Santissimo Sacramento e recitammo insieme il Te Deum. Dopo un momento di silenzio offrii quella cara anima al Cuore dolcissimo di Gesù. Quanto ho potuto pregare in quella chiesetta! Mi sono tornate in mente tutte le grazie che avevo ricevuto in quel luogo e che allora non comprendevo e di cui così spesso avevo abusato e mi sono meravigliata io stessa di essere stata tanto cieca. Mentre riflettevo su queste cose e mi rammaricavo per la mia cecità, improvvisamente ho visto Gesù nello splendore di una bellezza indicibile, che mi ha detto amabilmente: «O Mia eletta, ti concederò ancora maggiori grazie, affinché tu sia testimone per tutta l'eternità della Mia Misericordia infinita». Quei giorni a casa li ho passati in mezzo a tanta compagnia, poiché ognuno voleva vedermi e scambiare qualche parola con me. Spesso ho contato fino a 25 persone. Erano incuriositi dai miei racconti sulla vita dei santi. Immaginavo che la nostra casa appartenesse veramente a Dio, dato che ogni sera vi si parlava soltanto di Dio. Quando, stanca di raccontare e desiderosa di un po' di solitudine e di silenzio, la sera mi appartavo nel giardino per poter parlare un po' a tu per tu con Dio, anche questo non mi riusciva, poiché venivano subito i fratelli e le sorelle e mi riportavano a casa, dove dovevo continuare a parlare e con tanti occhi fissati su di me. Per fortuna riuscii a trovare il modo per riprendere fiato. Pregai i fratelli che cantassero per me, dato che avevano magnifiche voci e per di più uno suonava il violino ed un altro il mandolino. Allora potei dedicarmi alla preghiera mentale senza allontanarmi dalla loro compagnia. Un'altra cosa che mi costò molto, fu quella di dover baciare i bambini. Venivano le conoscenti coi loro bambini e mi pregavano di prenderli almeno un momento in braccio e di baciarli. Lo consideravano un gran favore e per me era un'occasione per esercitarmi nella virtù, poiché più di uno era abbastanza sporco ed allora per vincermi e non mostrare avversione, se il bambino era sporco lo baciavo due volte. Una conoscente mi portò il suo bambino malato agli occhi, che aveva pieni di pus e mi disse: «Sorella, prendilo un momentino in braccio». La natura provava un senso di ripugnanza, ma senza badare a nulla, lo presi in braccio e lo baciai due volte proprio sugli occhi infiammati e pieni di pus e pregai Dio che io facesse guarire. Ebbi molte occasioni di esercitarmi nelle virtù. Ascoltai tutti quelli che mi vollero raccontare i loro guai e notai che non c'era un solo cuore gioioso, perché non c'era un cuore che amasse sinceramente Iddio e non me ne meravigliai affatto. Mi dispiacque immensamente che non potei incontrarmi con due delle mie sorelle. Sentivo nel mio intimo in che grande pericolo erano le loro anime. Mi si stringeva il cuore dal dolore al solo pensare a loro. In un momento in cui mi sentii molto vicina a Dio, chiesi fervorosamente al Signore la sua grazia per loro ed il Signore mi rispose: “Concedo loro non solo le grazie necessarie, ma anche grazie particolari“. Compresi che il Signore le avrebbe chiamate ad una più stretta unione con Sé. Godo enormemente al pensiero che nella nostra famiglia regna un così grande amore. Quando salutai i genitori e li pregai di benedirmi, sentii la potenza della grazia di Dio che scendeva nella mia anima. Mio padre, mia madre e la madrina del battesimo, mi diedero la loro benedizione piangendo e mi augurarono la massima fedeltà alla grazia di Dio e mi dissero di non dimenticare mai le tante grazie che Dio mi aveva concesso, chiamandomi alla vita religiosa. Mi chiesero di pregare per loro. Nonostante che piangessero tutti, io non versai neppure una piccola lacrima. Cercai di essere forte e li consolai tutti come potei, ricordando loro il paradiso, dove non ci saranno più separazioni. Stasio mi accompagnò all'auto. Gli dissi quanto Dio ami le anime pure e l'assicurai che Dio era contento di lui. Quando gli parlai della bontà di Dio e di quanto si preoccupi per noi, si mise a piangere come un bambino e non ne fui sorpresa per lui, perché è un'anima pura, perciò conosce facilmente Dio. Quando presi posto nell'auto, diedi sfogo al mio cuore e piansi anch'io di gioia come una bambina, per le tante grazie che Dio aveva concesso alla nostra famiglia e poi m immersi in una preghiera di ringraziamento. La sera ero già a Varsavia. Prima di tutti salutai il Padrone di Casa e poi salutai tutta la comunità. Quando, prima di andare a riposare, entrai dal Signore per la buonanotte e chiesi perdono al Signore per aver parlato tanto poco con Lui durante il mio soggiorno a casa, ad un tratto nel mio intimo sentii una voce: «Sono molto contento di questo, che tu non abbia parlato con Me, ma che tu abbia fatto conoscere la Mia bontà alle anime e le abbia sollecitate ad amarMi». La Madre Superiora mi disse che l'indomani saremmo andate entrambe a Jozefinek «E così lei, sorella, avrà la possibilità di parlare con la Madre Generale. Mi rallegrai enormemente per questo. La Madre Generale è sempre la stessa, piena di bontà, di serenità e di spirito di Dio. Parlai a lungo con lei. Andammo alla funzione pomeridiana. Vennero cantate le litanie al Cuore dolcissimo di Gesù. il Signore Gesù venne esposto nell'ostensorio. Un momento dopo vidi Gesù Bambino, che usciva dall'Ostia e venne a riposare proprio Lui fra le mie braccia. Questo durò un attimo. Una gioia immensa inondò la mia anima. Il Bambino Gesù aveva lo stesso aspetto di quando entrai nella cappellina assieme alla Madre Superiora, e già mia Maestra di noviziato, Maria Giuseppina. Il giorno dopo ero già nell'amata Wilno. Oh, com'ero felice d'essere già tornata nel nostro convento! Mi sembrava quasi d'essermi fatta religiosa una seconda volta; non finivo di gustarmi la quiete ed il silenzio, in cui l'anima s'immerge così facilmente in Dio, tutti l'aiutano in questo e nessuno la disturba. LA QUARESIMA. Quando m'immergo nella Passione del Signore, spesso durante l'adorazione vedo Gesù sotto questo aspetto: dopo la flagellazione i carnefici presero il Signore e Gli tolsero la veste, che si era già attaccata alle Piaghe. Mentre gliela toglievano le Sue Piaghe si riaprirono. Poi buttarono addosso al Signore un mantello rosso, sporco e stracciato, sulle Piaghe aperte. Quel mantello arrivava alle ginocchia solo in alcuni punti. Poi ordinarono al Signore di sedersi su un pezzo di trave, mentre veniva intrecciata una corona di spine, con la quale cinsero la sacra Testa. Gli venne messa una canna in mano e ridevano di Lui, facendoGli inchini come ad un re. Gli sputavano in faccia ed altri prendevano la canna e Gliela battevano in Testa ed altri ancora Gli procuravano dolore dandoGli pugni, altri Gli coprivano il Volto e lo schiaffeggiavano. Gesù sopportò in silenzio. Chi può comprenderlo? Chi può comprendere il Suo dolore? Gesù aveva gli occhi rivolti a terra. Sentivo quello che avveniva allora nel Cuore dolcissimo di Gesù. Ogni anima rifletta su quello che ha sofferto Gesù in quei momenti. Facevano a gara per schernire il Signore. Riflettei per conoscere da che cosa potesse derivare tanta malignità nell'uomo. E purtroppo questa deriva dal peccato. Si erano incontrati l'Amore ed il peccato. Quando andai alla santa Messa in un certo tempio assieme ad una consorella, sentii la grandezza e la Maestà di Dio; sentii che quel tempio era imbevuto di Dio. La Sua Maestà mi investì completamente e, sebbene mi spaventasse, mi riempì di serenità e di gioia. Conobbi che nulla può opporsi alla Sua Volontà. Oh, se tutte le anime sapessero Chi abita nelle nostre chiese, non ci sarebbero tanti oltraggi e tante mancanze di rispetto in quei luoghi santi. O Amore eterno ed inesplicabile, Ti chiedo una grazia: rischiara il mio intelletto con la luce dall'alto, fammi conoscere e valutare tutte le cose secondo il loro valore. Quando vengo a conoscere la verità, ho nell'anima la gioia più grande. 21.III.35. Spesso durante la santa Messa vedo il Signore nell'anima; sento la sua presenza, che mi trapassa da parte a parte. Avverto il Suo sguardo divino. Parlo molto con Lui senza pronunciare una parola. Conosco quello che desidera il Suo Cuore divino e faccio sempre quello che Egli preferisce. Amo alla follia e sento di essere amata da Dio. In quei momenti quando m'incontro con Dio nel profondo del mio intimo, mi sento così felice che non riesco ad esprimerlo. Sono brevi momenti, poiché più a lungo l'anima non lo sopporterebbe; dovrebbe avvenire la separazione del corpo. Benché questi momenti siano molto brevi, tuttavia la loro potenza che si comunica all'anima, rimane molto a lungo. Senza il minimo sforzo entro in un raccoglimento profondo che, una volta che mi ha investito, non diminuisce, sebbene io parli con la gente, né m'impedisce di adempire i miei doveri. Sento la Sua presenza senza alcuno sforzo dell'anima. Sento che sono unita a Dio così strettamente, come è unita una goccia d'acqua ad un oceano immenso. Questo giovedì ho provato questa grazia verso la fine delle preghiere ed è durata eccezionalmente a lungo, cioè tutto il tempo della santa Messa; pensavo di morire dalla gioia! In quei momenti conosco meglio Dio ed i Suoi attributi e conosco meglio anche me stessa e la mia miseria e stupisco che Iddio si abbassi tanto, fino ad una misera anima come la mia. Dopo la santa Messa mi sentivo completamente immersa in Dio ed avevo presente ogni Suo sguardo che giungeva fino al profondo del mio cuore. Verso mezzogiorno entrai un momento in cappella e la potenza della grazia colpì di nuovo il mio cuore. Mentre me ne Stavo assorta, satana prese un vaso di fiori e io scagliò rabbiosamente a terra con tutte le forze. Notai tutto il suo accanimento e la sua invidia. Nella cappella non c'era nessuno, quindi mi alzai da dove stavo pregando e raccolsi i pezzi del vaso rotto e trapiantai il fiore e volevo rimetterlo a posto alla svelta, prima che entrasse qualcuno in cappella. Ma non ci riuscii, dato che entrarono subito la Madre Superiora, la suora sacrestana ed alcune altre suore. La Madre Superiora si meravigliò che avessi spostato qualche cosa sul piccolo altare e fatto cadere il vaso. La suora sacrestana mostrò il suo malcontento ed io m'impegnai a non dare spiegazioni e a non giustificarmi. Verso sera però mi sentii molto affaticata e non potei fare l'Ora santa e chiesi il permesso alla Madre Superiora di andare a riposarmi prima del solito. Appena mi misi a letto, mi addormentai subito, ma verso le undici satana diede uno scossone al mio letto. Mi svegliai immediatamente e cominciai tranquillamente a pregare il mio Angelo Custode. All'improvviso vidi le anime che stanno espiando in purgatorio. Il loro aspetto era come un'ombra e fra loro vidi molti demoni. Uno cercò di infastidirmi, gettandosi sul mio letto e sui miei piedi sotto forma di gatto ed era molto pesante, direi alcuni pud. Continuai per tutto il tempo a recitare il rosario. Sul fare del mattino quelle figure se ne andarono e potei prendere sonno. La mattina, quando arrivai in cappella, sentii nell'anima questa voce: «Sei unita a Me e non aver paura di nulla. Ma sappi questo, figlia Mia, che satana ti odia. Benché odi ogni anima, egli arde di un odio particolare contro di te, perché hai sottratto molte anime al suo dominio». GIOVEDI’ SANTO 18.IV. 1935. La mattina ho udito queste parole: «Da oggi al rito della risurrezione non sentirai la Mia presenza, ma la tua anima sarà colma di una grande nostalgia» ed immediatamente una grande nostalgia inondò la mia anima. Sentii il distacco dall'amato Gesù e quando si avvicinò il momento di fare la santa Comunione, vidi nel calice in ogni Ostia il Volto sofferente di Gesù. Da quel momento provai nel mio cuore una nostalgia ancora maggiore. Il Venerdì Santo, alle tre del pomeriggio, quando entrai in cappella, udii queste parole: «Desidero che quell'immagine venga pubblicamente venerata», e subito vidi Gesù che agonizzava sulla croce fra atroci tormenti e dal Cuore di Gesù uscirono gli stessi due raggi che ci sono in quell'immagine. Sabato. Durante i vespri vidi Gesù splendente come il sole, con una veste bianca, e mi disse: «Gioisca il tuo cuore», ed una gioia grande m'inondò e mi trapassò da una parte all'altra la presenza di Dio, che è un tesoro inenarrabile per l'anima. Quando quell'immagine venne esposta, vidi il vivo movimento della mano di Gesù, che tracciò un gran segno di croce. La sera dello stesso giorno, mentre stavo mettendomi a letto, vidi che quell'immagine stava passando sopra una città e quella città era coperta di reti e trappole. Gesù passando tagliò tutte le reti ed in ultimo fece un gran segno di croce e scomparve. E mi vidi circondata da una moltitudine di figure maligne che avvampavano di un grande odio contro di me. Dalle loro bocche uscirono minacce d'ogni genere, ma nessuna mi toccò. Dopo un momento, quella apparizione scomparve, ma mi ci volle parecchio tempo per addormentarmi. 26.IV.1935 Venerdì, quando sono andata ad Ostra Brama, nel corso delle solennità durante le quali venne esposta quell'immagine, sono stata presente alla predica tenuta dal mio confessore. Quella predica trattava della Misericordia di Dio. Era la prima di quelle richieste dal Signore Gesù da tanto tempo. Quando cominciò a parlare della grande Misericordia del Signore, l'immagine prese un aspetto vivo ed i raggi penetrarono nei cuori della gente riunita, però non in egual misura; alcuni ricevettero di più, altri meno. Vedendo la grazia di Dio, la mia anima fu inondata da una grande gioia. Improvvisamente udii queste parole: «Tu sei testimone della Mia Misericordia. Starai per i secoli davanti al Mio trono come viva testimone della Mia Misericordia». Finita la predica, non attesi la fine della funzione, perché avevo fretta di tornare a casa. Fatti pochi passi, mi venne sbarrata la strada da una moltitudine di spiriti del male, che mi minacciarono terribili tormenti, mentre si udivano queste voci: «Ci ha portato via tutto quello per cui avevamo lavorato per tanti anni». Quando domandai loro: «Da dove venite in tale moltitudine?», quelle figure maligne mi risposero: «Dai cuori degli uomini. Non ci torturare!». Vedendo allora l'odio tremendo che avevano contro di me, chiesi aiuto all'Angelo Custode ed in un attimo comparve la figura luminosa e raggiante dell'Angelo Custode, che mi disse: «Non temere, sposa del mio Signore; questi spiriti non ti faranno nulla di male senza il Suo permesso». Quegli spiriti maligni scomparvero immediatamente ed il fedele Angelo Custode mi accompagnò in modo visibile fin dentro casa. Il suo sguardo era modesto e sereno e dalla fronte gli usciva un raggio di fuoco. O Gesù, desidererei faticare, stancarmi fino alla spossatezza e soffrire per tutta la vita per quest'unico momento, in cui ho visto la Tua gloria, o Signore, ed i benefici che ne ricavano le anime DOMENICA 28.IV.1935. Domenica in Albis, cioè festa della Misericordia del Signore, chiusura del Giubileo della Redenzione. Quando andammo a quella solenne funzione, il cuore mi batteva dalla gioia, poiché quelle due solennità erano unite strettamente fra di loro. Pregai Iddio perché concedesse Misericordia alle anime dei peccatori. Quando la funzione stava per finire ed il sacerdote prese il Santissimo Sacramento per impartire la benedizione, tutto a un tratto vidi il Signore Gesù con lo stesso aspetto che ha nell'immagine. Il Signore diede la benedizione ed i raggi si diffusero su tutto il mondo. All'improvviso vidi un bagliore inaccessibile, a forma di un'abitazione di cristallo intessuta con onde di luce, impenetrabile a qualunque creatura e spirito. Per accedere a quel bagliore c'erano tre porte e in quel momento entrò Gesù, con lo stesso aspetto che ha nell'immagine, in quel bagliore, attraverso la seconda porta, fino all'interno dell'unità. Questa è l'unità trina, che è l'incomprensibile infinito. Inaspettatamente udii una voce: «Questa festa è uscita dalle viscere della Mia Misericordia ed è confermata nell'abisso delle Mie grazie. Ogni anima che crede ed ha fiducia nella Mia Misericordia, la otterrà». Mi rallegrai immensamente per la bontà e la grandezza del mio Dio. 29.IV.1935. La vigilia dell'esposizione dell'immagine andai con la nostra Madre Superiora dal nostro confessore. Quando la conversazione cadde nell'argomento dell'immagine, il confessore chiese che una suora aiutasse ad intrecciare ghirlande. La Madre Superiora rispose che avrebbe dato una mano Suor Faustina. La cosa mi rallegrò enormemente. Quando tornammo a casa, m'interessai subito di procurare fronde verdi e con l'aiuto di un'educanda trasportammo il verde; ci fu d'aiuto anche una persona che sta presso la chiesa. Alle sette di sera era già tutto pronto, l'immagine era già stata appesa. Alcune signore però notarono che m'aggiravo in quei paraggi, dove certamente sono stata più d'impaccio che d'aiuto, perciò il giorno dopo chiesero alle suore che cosa fosse quella bella immagine e che significato avesse. «Loro suore lo sapranno di sicuro, dato che ieri c'era una suora ad adornarla». Le suore rimasero molto stupite, perché non ne sapevano niente. Ognuna di loro voleva vederla e sospettarono subito di me. Dissero: « Di sicuro suor Faustina è ben informata di tutto ». Quando cominciarono ad interrogarmi, non risposi, poiché non potevo dire la verità. Il mio silenzio fu motivo di maggior curiosità da parte loro. Raddoppiai la vigilanza su me stessa, per non mentire né dire la verità, poiché non ne avevo l'autorizzazione. Cominciarono allora a mostrarmi il loro malcontento ed a dirmi apertamente: «Come è possibile che gente estranea sia informata di ciò, e noi non ne sappiamo niente?». Cominciarono a circolare valutazioni di vario genere sul mio conto. Soffrii molto per tre giorni, ma una forza misteriosa penetrò nella mia anima. Gioisco di poter soffrire per il Signore e per le anime, che hanno ottenuto la Sua Misericordia in questi giorni. Vedendo il gran numero di anime che in questi giorni hanno ottenuto la Misericordia di Dio, considero proprio nulla le fatiche e le sofferenze, anche le più grandi ed anche se dovessero durare fino alla fine del mondo, poiché esse hanno un termine, mentre le anime che con questa festività si sono convertite sono state salvate da tormenti che durano in eterno. Ho provato una grande gioia nel vedere altri, che tornavano alla sorgente della felicità, in seno alla Divina Misericordia. Vedendo la dedizione e le fatiche del reverendo dr. Sopocko per questa causa, ammiravo la sua pazienza ed umiltà. Tutto questo è costato molto, non solo in sacrifici e dispiaceri di vario genere, ma anche molto denaro; ed a tutto ha provveduto il reverendo dr. Sopocko. Vedo che la Divina Provvidenza lo aveva preparato a compiere quest'opera della Misericordia, ancora prima che io pregassi Dio per questo. Oh, come sono misteriose le Tue vie, Dio, e felici le anime che seguono la voce della Tua grazia! Per tutto, anima mia, magnifica il Signore ed esalta la Sua Misericordia, poiché la Sua bontà non ha fine. Tutto passerà, ma la Sua Misericordia è senza limiti e senza termine. Sebbene la malvagità arrivi a colmare la sua misura, la Misericordia è senza misura. O mio Dio anche nei castighi coi quali colpisci la terra, vedo l'abisso della Tua Misericordia, poiché castigandoci in questa terra, ci liberi dal castigo eterno. Rallegratevi, creature tutte, poiché siete più vicine a Dio nella Sua infinita Misericordia, di quanto lo sia un lattante al cuore della madre. O Dio, Tu sei la pietà stessa per i più grandi peccatori sinceramente pentiti! Più grande è il peccatore, maggiore è il diritto che ha alla Misericordia divina. IN UN MOMENTO DEL 12.V.1935. La sera, appena mi misi a letto mi addormentai, ma se mi addormentai alla svelta, ancor più alla svelta venni svegliata. Venne da me un bambino e mi svegliò. Questo bambino poteva avere circa un anno e mi stupì perché parlava benissimo, mentre i bambini di quell'età non parlano affatto, Oppure parlano in modo poco comprensibile. Era indicibilmente bello; somigliava al Bambino Gesù, e mi disse queste parole: «Guarda il cielo». E quando guardai il cielo, vidi le stelle splendenti e la luna. Allora il bambino mi chiese: «Vedi la luna e le stelle?». Risposi che le vedevo ed egli ribatté: «Quelle stelle sono le anime dei cristiani fedeli e la luna sono le anime degli appartenenti ad ordini religiosi. Vedi che grande differenza di luce c'è fra la luna e le stelle; così in cielo c'è una grande differenza fra l'anima di un religioso e quella di un cristiano fedele». E mi disse ancora che: «La vera grandezza sta nell'amare Dio e nell'umiltà». Inaspettatamente vidi una certa anima, che stava per separarsi dal corpo fra tremendi supplizi. O Gesù, dovendo scrivere questo, tremo tutta, avendo visto le atrocità che hanno testimoniato contro di lui... Ho visto come uscivano da una specie di voragine fangosa anime di bambini piccoli e più grandicelli, di circa nove anni. Queste anime erano ripugnanti e orribili, simili ai mostri più spaventosi, a cadaveri in decomposizione. Ma quei cadaveri erano vivi e testimoniavano ad alta voce contro quell'anima che stava agonizzando. E l'anima, che ho visto mentre stava in agonia, era un'anima che dal mondo aveva ricevuto tanti onori e tanti applausi, la conclusione dei quali è il vuoto ed il peccato. In ultimo uscì una donna, che in una specie di grembiule portava lacrime ed essa testimoniò molto contro di lui. Oh! ora tremenda, in cui bisognerà vedere tutte le proprie azioni nella loro completa nudità e miseria. Nessuna di esse andrà perduta; ci seguiranno fedelmente al giudizio di Dio. Non ho parole né termini di paragone per esprimere cose così terribili e, sebbene mi sembri che quell'anima non sia dannata, tuttavia le sue pene non si differenziano in nulla dalle pene dell'inferno. L'unica differenza è che un giorno finiranno. Un momento dopo vidi di nuovo lo stesso bambino che mi aveva svegliato, ed era di una bellezza stupenda e mi ripeté le stesse parole: «La vera grandezza di un'anima sta nell'amare Dio e nell'umiltà». Domandai a quel bambino: « Tu come lo sai questo, che la vera grandezza di un'anima sta nell'amare Dio e nell'umiltà? Queste cose possono saperle soltanto i teologi, mentre tu non hai studiato nemmeno il catechismo, e come puoi saperle? ». Ma egli mi rispose: «Le so, e so tutto», ed all'istante scomparve. Io però non mi addormentai affatto; la mia mente era stanca per quello su cui avevo cominciato a riflettere e per quello che avevo visto. O anime umane, come riconoscete tardi la verità! O abisso della Misericordia di Dio, riversati al più presto sul mondo intero, secondo quello che Tu Stesso hai detto! V.1935. IN UN CERTO MOMENTO. Quando mi resi conto dei grandi disegni di Dio a mio riguardo, mi spaventai per la loro grandiosità e mi sentii totalmente inidonea ad eseguirli, tanto che cominciai ad evitare i colloqui interiori con Lui e quel tempo li sostituii con la preghiera orale. Lo feci per umiltà, ma in breve mi accorsi che non era vera umiltà, ma una grande tentazione di satana. Una volta che, invece della preghiera interiore, avevo cominciato a leggere un libro spirituale, udii nell'intimo queste parole in modo chiaro e forte: «Preparerai il mondo alla Mia ultima venuta». Queste parole mi colpirono profondamente e benché facessi finta di non averle udite, le avevo capite bene e non avevo alcun dubbio in merito. Una volta che, stanca per questa lotta d'amore con Dio e del continuo rifiutarmi col dire che non ero adatta a compiere quell'opera, volevo uscire dalla cappella, una forza misteriosa mi trattenne; mi sentii come paralizzata ed all'improvviso udii queste parole: « Hai intenzione di uscire dalla cappella, ma non uscirai da Me, poiché sono ovunque. Tu da sola con le tue forze non riesci a far nulla, ma con Me puoi tutto ». Durante la settimana, quando sono andata dal mio confessore e gli ho svelato lo stato della mia anima e specialmente che evito il colloquio interiore con Dio, mi è stato risposto che non devo evitare il colloquio interiore con Dio, ma devo ascoltare attentamente le parole che mi dice. Mi sono regolata secondo le indicazioni del confessore ed al primo incontro col Signore, mi sono gettata ai piedi di Gesù e col cuore straziato Gli ho chiesto perdono di tutto. Allora Gesù mi ha sollevato da terra e mi ha fatto sedere accanto a Sé e mi ha permesso di appoggiare il capo sul Suo petto, in modo che potessi comprendere e percepire meglio i desideri del Suo dolcissimo Cuore. Ed all'improvviso Gesù mi ha detto queste parole: « Figlia Mia, non aver paura di nulla. Io sono sempre con te. Qualunque avversario ti potrà nuocere soltanto per quello che Io gli permetterò. Tu sei la Mia dimora ed il Mio stabile riposo. Per te trattengo la mano punitrice; per te benedico la terra ». In quello stesso momento avvertii uno strano fuoco nel mio cuore; sento che vengono a cessare i miei sensi; non capisco quello che avviene attorno a me. Sento che lo sguardo del Signore penetra in me; conosco bene la Sua grandezza e la mia miseria. Una sofferenza misteriosa penetra nella mia anima ed una tale gioia, che non riesco a paragonarla a nulla. Mi sento inerte fra le braccia di Dio; sento che sono in Lui e mi sciolgo come una goccia d'acqua in un oceano. Non riesco ad esprimere quello che provo. Dopo una tale preghiera interiore sento una forza ed un impulso a compiere i più difficilì atti di virtù; sento avversione verso tutte le cose che il mondo apprezza; desidero con tutta l'anima la solitudine e la quiete. V.1935. Durante la funzione dei quaranta giorni, ho visto il Volto di Gesù nell'Ostia santa, che era esposta nell'ostensorio; Gesù guardava amabilmente a tutti. Vedo spesso il Bambino Gesù durante la santa Messa. E straordinariamente bello e in quanto all'età mostra circa un anno. Una volta che nella nostra cappella vidi lo stesso Bambino durante la santa Messa, fui assalita da un desiderio fortissimo e da una smania irresistibile di avvicinarmi all'altare e di prendere il Bambino Gesù. In quello stesso istante il Bambino Gesù fu accanto a me in fondo all'inginocchiatoio e si aggrappò al mio braccio con entrambe le manine, incantevole e gioioso, con lo sguardo profondo e penetrante. Però quando il sacerdote spezzò l'Ostia, Gesù era sull'altare e venne spezzato e consumato dal sacerdote. Dopo la santa Comunione vidi Gesù tale e quale nel mio cuore e Lo sentii per tutto il giorno fisicamente, realmente nel mio cuore. Un raccoglimento più profondo s'impadronì di me inavvertitamente e non dissi una parola con nessuno. Evitai per quanto mi fu possibile la presenza della gente. Risposi sempre alle richieste che si riferivano ai miei impegni; al di fuori di ciò nemmeno una parola. 9.VI.1935. LA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO. Verso sera, mentre passavo per l'orto, udii queste parole: «Unitamente alle tue compagne, dovrai impetrare la Misericordia per voi stesse e per il mondo». Compresi che non sarò nella Congregazione nella quale sono attualmente. Vedo chiaramente che nei miei riguardi la volontà di Dio è un'altra. Tuttavia mi rifiuto continuamente davanti a Dio, dicendo che non sono idonea a compiere quest'opera. «Gesù, Tu naturalmente sai molto bene chi sono » e cominciai ad elencare davanti al Signore le mie manchevolezze e mi trincerai dietro a quelle, affinché riconoscesse il mio rifiuto, poiché non sono idonea a compiere i Suoi progetti. Ad un tratto, udii queste parole: « Non temere; lo stesso provvederò a tutto quello che ti manca ». Queste parole mi penetrarono nel profondo e conobbi ancora di più la mia miseria; conobbi che la parola del Signore è viva e penetra in profondità. Compresi che Iddio esigeva da me un sistema di vita più perfetto; tuttavia mi rifiutavo continuamente per la mia inidoneità. 29.VI.1935. Quando parlai col mio direttore spirituale delle varie cose che il Signore esigeva da me, pensavo che m'avrebbe risposto che non sono adatta a compiere simili cose e che Gesù non si serve di anime misere come sono io, per qualunque opera voglia compiere. Invece mi sentii dire che il più delle volte Dio sceglie proprio tali anime per realizzare i suoi disegni. Quel sacerdote però è guidato dallo Spirito di Dio; egli riuscì a scrutare nell'intimo della mia anima i più nascosti segreti che c'erano fra me e Dio, e di cui non gli avevo ancora mai parlato, e non gliene avevo parlato poiché io stessa non li avevo compresi bene ed il Signore non mi aveva detto chiaramente che gliene parlassi. Il segreto è questo, che Iddio esige che ci sia una congregazione che annunci la Misericordia di Dio al mondo e la impetri per il mondo. Quando quel sacerdote mi chiese se avessi avuto tali ispirazioni, risposi che ordini precisi non ne avevo avuti. Ma in quello stesso momento era penetrata una strana luce nella mia anima ed avevo capito che il Signore mi parlava per mezzo di lui. Mi ero difesa inutilmente dicendo che non avevo un ordine preciso, poiché verso la fine del colloquio vidi Gesù sulla soglia, nello stesso aspetto come è dipinto nell'immagine, che mi disse: « Desidero che ci sia una tale Congregazione ». La cosa durò un momento. Di questo però non parlai subito; anzi, avevo fretta di tornare a casa e ripetevo continuamente al Signore: « Io non sono idonea a realizzare i Tuoi piani, o Dio ». Ma, e questa è la cosa curiosa, Gesù non badò a questa mia invocazione, bensì mi illuminò e mi fece conoscere quanto Gli fosse gradita quell'opera; non prese in considerazione la mia debolezza, ma mi fece conoscere quante difficoltà dovevo superare. Ed io, Sua povera creatura, non seppi rispondere nient'altro che questo: « Non sono idonea, o Dio ». 30.VI.1935. Il giorno dopo durante la S. Messa, subito all'inizio, vidi Gesù che era di una bellezza indescrivibile. Mi disse che esige che tale congregazione venga fondata al più presto e « Tu vivrai in essa con le tue compagne. Il Mio spirito sarà la regola della vostra vita. La vostra vita deve essere modellata su di Me, dalla mangiatoia alla morte in croce. Penetra nei Miei segreti e conoscerai l'abisso della Mia Misericordia verso le creature e la Mia bontà insondabile e questa farai conoscere al mondo. Per mezzo della preghiera farai da intermediaria fra la terra e il cielo». Era il momento di accostarsi alla S. Comunione. Gesù scomparve e vidi un grande bagliore. All'improvviso udii queste parole: «Ti impartiamo la Nostra benedizione » e in quell'attimo da quel bagliore usci un raggio chiaro, che mi trapassò il cuore ed un fuoco misterioso si accese nella mia anima. Pensavo di morire per la gioia e la felicità; sentivo il distacco dello spirito dal corpo; sentivo la totale immersione in Dio; sentivo che venivo rapita dall'Onnipotente, come un granellino di polvere verso spazi immensi e sconosciuti. Tremando di felicità nelle braccia del Creatore, sentivo che era Lui stesso che mi sosteneva, perché potessi sopportare quella grande felicità e guardare alla Sua Maestà. Ora so che, se prima non mi avesse fortificato Egli stesso con la grazia, la mia anima non avrebbe potuto sopportare quella felicità e in un attimo sarebbe sopraggiunta la morte. La santa Messa era finita non so quando, poiché non ero in condizioni di poter notare ciò che avveniva nella cappella. Però quando rientrai in me, sentii la forza ed il coraggio di compiere la volontà di Dio. Nulla mi sembrava difficile e, come prima mi rifiutavo davanti al Signore, così ora sento il coraggio e la forza del Signore che è in me e dissi al Signore: « Sono pronta ad ogni cenno della Tua volontà ». Sperimentai interiormente tutto ciò che dovrò passare in futuro. O mio Creatore e Signore, ecco hai tutto il mio essere. Disponi di me secondo il Tuo divino beneplacito, secondo i Tuoi disegni eterni e la Tua infinita Misericordia. Ogni anima riconosca quanto è buono il Signore; nessun'anima abbia timore di trattare familiarmente col Signore e non si sottragga per la Sua indegnità e non rinvii mai a dopo gli inviti di Dio, poiché questo al Signore non piace. Non c'è un'anima più misera di me, come veramente mi riconosco e sono stupita che la Maestà Divina si abbassi tanto. O Eternità, a mio parete sei troppo cotta per lodare a sufficienza l'infinita Misericordia del Signore. Una volta che l'immagine era stata esposta su un altare, in occasione della processione del Corpus Domini, quando il sacerdote posò il Santissimo Sacramento ed il coro cominciò a cantare, ad un tratto i raggi dall'immagine passarono attraverso l'Ostia Santa e si diffusero su tutto il mondo. Allora udii queste parole: « Attraverso te, come attraverso questa Ostia, passeranno i raggi della Misericordia sul mondo ». Dopo queste parole una grande gioia penetrò nella mia anima. Una volta che il mio confessore celebrava la S. Messa, come al solito vidi il Bambino Gesù sull'altare dal momento dell'offertorio. Ma un momento prima dell'elevazione il sacerdote scomparve alla mia vista e rimase Gesù e, quando fu il momento dell'elevazione, Gesù prese nelle Sue manine l'Ostia ed il calice e li alzò assieme e guardò verso il cielo e dopo un momento vidi di nuovo il mio confessore e domandai al Bambino Gesù dov'era stato il sacerdote durante il tempo che non l'avevo visto. E Gesù mi rispose: «Nel Mio Cuore». E non riuscii a capire altro di quelle parole di Gesù. Una volta sentii queste parole: «Desidero che tu viva secondo la Mia volontà fin nei più segreti recessi della tua anima ». Cominciai a riflettere su quelle parole che mi avevano colpito fino al profondo del cuore. Quel giorno c'era la confessione della comunità. Quando andai a confessarmi, dopo che mi ero accusata dei peccati, quel sacerdote mi ripeté le stesse parole che poco prima mi aveva detto il Signore. Quel sacerdote mi disse queste parole profonde, che ci sono tre gradi nell'adempimento della volontà di Dio: il primo si ha quando l'anima fa tutto ciò che è notoriamente compreso nei comandamenti e nei precetti; il secondo si ha quando l'anima ascolta le ispirazioni interiori e le mette in pratica; il terzo grado è quello in cui l'anima, abbandonatasi alla volontà di Dio, lascia a Dio la libertà di disporre di lei e Dio fa con lei quello che Gli piace; in breve è uno strumento docile nelle mani di Lui. E quel sacerdote mi disse che io ero al secondo grado nell'adempimento della volontà di Dio e che non avevo ancora il terzo grado, però avrei dovuto impegnarmi per raggiungere il terzo grado della divina volontà. Queste parole mi attraversarono l'anima da parte a parte. Vedo chiaramente che il Signore spesso fa conoscere al sacerdote quello che avviene nel profondo della mia anima. La cosa non mi stupisce affatto, anzi ringrazio il Signore che ha tali eletti. Giovedì. Adorazione notturna. Quando andai all'adorazione, fui subito investita dal bisogno di raccoglimento interiore e vidi Gesù legato alla colonna, spogliato delle Sue vesti e sottoposto subito alla flagellazione. Vidi quattro uomini che a turno sferzavano coi flagelli il Signore. Il cuore mi si fermava alla vista di quello strazio. Ad un tratto il Signore mi disse queste parole: « Ho una sofferenza ancora maggiore di quella che vedi ». E Gesù mi fece conoscere per quali peccati si sottopose alla flagellazione: sono i peccati impuri. Oh, che tremende sofferenze morali patì Gesù, quando si sottomise alla flagellazione! Improvvisamente Gesù mi disse: « Guarda e osserva il genere umano nella situazione attuale ». E in un attimo vidi cose tremende: i carnefici si allontanarono da Gesù, e si avvicinarono per flagellarLo altri uomini, che presero la sferza e sferzarono il Signore senza misericordia. Erano sacerdoti, religiosi e religiose ed i massimi dignitari della Chiesa, cosa che mi stupì molto; laici di diversa età e condizione; tutti scaricarono il loro veleno sull'innocente Gesù. Vedendo ciò il mio cuore precipitò in una specie di agonia. Quando Lo flagellarono i carnefici, Gesù taceva e guardava lontano; ma quando lo flagellarono le anime che ho menzionato sopra, Gesù chiuse gli occhi e dal Suo Cuore uscì un gemito represso, ma tremendamente doloroso. Ed il Signore mi fece conoscere nei particolari l'enorme malvagità di quelle anime ingrate: « Vedi, questo è un supplizio peggiore della Mia morte ». Tacquero allora le mie labbra e cominciai a provare su di me l'agonia e capivo che nessuno poteva consolarmi, né togliermi da quello stato, se non Colui che ad esso m'aveva condotto. Ed allora il Signore mi disse: « Vedo il dolore sincero del tuo cuore che ha procurato un immenso sollievo al Mio Cuore. Guarda ora e consolati ». E vidi Gesù inchiodato sulla croce. Dopo che Gesù era rimasto appeso per un momento, vidi tutta una schiera di anime crocifisse come Gesù. E vidi una terza schiera di anime ed una seconda schiera di anime. La seconda schiera non era inchiodata sulla croce, ma quelle anime tenevano saldamente la croce in mano. La terza schiera di anime invece non era né crocifissa né teneva la croce in mano, ma quelle anime trascinavano la croce dietro di sé ed erano insoddisfatte. Allora Gesù mi disse: « Vedi quelle anime, che sono simili a Me nella sofferenza e nel disprezzo: le stesse saranno simili a Me anche nella gloria. E quelle che assomigliano meno a Me nella sofferenza e nel disprezzo: le stesse assomiglieranno meno a Me anche nella gloria». La maggior parte delle anime crocifisse appartenevano allo stato religioso; fra le anime crocifisse ho visto anche delle anime che conosco, la qual cosa mi ha fatto molto piacere. Ad un tratto Gesù mi disse: « Nella meditazione di domani riflettersi su quello che hai visto oggi ». E Gesù scomparve immediatamente. Venerdì. Sono stata malata e non ho potuto andare alla S. Messa. Alle sette di mattina ho visto il mio confessore, che celebrava la S. Messa, durante la quale ho visto il Bambino Gesù. Verso la fine della S. Messa la visione è scomparsa e mi sono vista come prima nella mia cella. Ho provato una gioia indicibile per il fatto che, pur non avendo potuto assistere alla S. Messa nella nostra cappella, l'ho ascoltata da una chiesa molto lontana. Gesù può provvedere a tutto. 30 luglio [sic!] 1935. Giorno di Sant'Ignazio. Ho pregato fervorosamente questo santo, facendogli dei rimproveri: Come può osservarmi e non venirmi in aiuto in questioni tanto importanti, cioè nell'adempimento della volontà di Dio? Ho detto a questo santo: « O nostro Patrono, che sei stato infiammato dal fuoco dell'amore e dello zelo per la maggior gloria di Dio, Ti prego umilmente, aiutami a realizzare i disegni di Dio. Questo avveniva durante la santa Messa. All'improvviso sul lato sinistro dell'altare ho visto Sant'Ignazio con un gran libro in mano, il quale mi ha detto queste parole: « Figlia Mia, non sono indifferente alla tua causa. Questa regola si può adattare anche a questa congregazione ». E indicando il libro con la mano, scomparve. Mi rallegrai enormemente vedendo quanto i santi si interessino di noi e quanto sia stretta l'unione con loro. O bontà di Dio! Come è bello il mondo interiore dato che già qui sulla terra trattiamo direttamente coi santi. Per tutta la giornata sentii la vicinanza di questo Patrono, a me così caro. 5 agosto 1935. Festa della Madonna della Misericordia. Mi sono preparata a questa festa con un fervore maggiore degli anni passati. Al mattino di questo giorno ho avuto una lotta interiore al pensiero che debbo abbandonare la Congregazione che gode della protezione particolare di Maria. In questa lotta è trascorsa la meditazione e la prima Santa Messa. Durante la seconda S. Messa ho pregato così la Madre Santissima: « O Maria, è difficile per me staccarmi dalla Congregazione che è sotto il Tuo speciale patrocinio ». All'improvviso vidi la Santissima Vergine indicibilmente bella, che dall'altare si avvicinò a me, al Mio inginocchiatoio. Mi strinse a Sé e mi disse queste parole: « Vi sono Madre per l'infinita Misericordia di Dio. L'anima che mi è più cara è quella che compie fedelmente la volontà di Dio ». Mi fece comprendere che ho eseguito fedelmente tutti i desideri di Dio e per questo ho trovato grazia ai Suoi occhi. « Sii coraggiosa; non temere gli ostacoli ingannevoli, ma considera attentamente la Passione di Mio Figlio ed in questo modo vincerai ». Adorazione notturna. Mi sentivo molto male e mi sembrava che non avrei potuto andare all'adorazione, ma ci misi tutta la forza della volontà e, benché fossi caduta nella cella, non badai a quello che mi doleva, avendo davanti agli occhi la Passione di Gesù. Quando giunsi in cappella ebbi la comprensione interiore di quanto sia grande la ricompensa che Iddio ci prepara, non solo per le buone azioni, ma anche per il desiderio sincero di compierle. Che grande grazia di Dio è questa! Oh, come è dolce lavorare con sacrificio per Iddio e per le anime! Non voglio riposare durante la battaglia, ma combatterò fino all'ultimo soffio di vita per la gloria del mio Re e Signore. Non deporrò la spada finché non mi prenderà davanti al Suo trono; non temo i colpi poiché il mio scudo è Dio. Il nemico deve aver paura di noi, non noi del nemico. Satana vince solo i superbi e vili, poiché gli umili posseggono la forza. Nulla confonde né spaventa un'anima umile. Ho indirizzato il mio volo verso l'ardore stesso del sole e nulla riuscirà a farmelo abbassare. L'amore non si lascia incatenare, è libero come una regina; l'amore giunge fino a Dio. Una volta, dopo la S. Comunione, udii queste parole: “Tu sei la nosrra dimora”. In quell'istante avvertii nell'anima la presenza della SS.ma Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo. Mi sentivo il tempio di Dio. Sento che sono figlia del Padre. Non so dare spiegazione di tutto, ma lo spirito lo comprende bene. O bontà infinita, come Ti abbassi fino ad una misera creatura! Se le anime vivessero nel raccoglimento, Iddio farebbe subito sentir loro la Sua voce, poiché la dissipazione soffoca la parola del Signore. Una volta il Signore mi disse: « Perché hai paura e tremi, quando sei unita a Me? Non Mi piace un'anima soggetta ad inutili paure. Chi oserebbe toccarti quando sei con Me? L'anima che Mi è più cara è quella che crede fermamente nella Mia bontà ed ha piena fiducia in Me: le ricambio la Mia fiducia e le do tutto quello che chiede». Una volta il Signore mi disse: « Figlia Mia, prendi le grazie che gli uomini disprezzano; prendine quante riesci a portarne ». In quell'istante la mia anima venne inondata dall'amore di Dio. Sento che sono unita al Signore così strettamente che non riesco a trovare un termine col quale poter definire bene quest'unione; inoltre sento che tutto ciò che Dio ha, tutti i beni ed i tesori, sono miei, sebbene non mi occupi molto di essi, poiché mi basta Lui solo. In Lui vedo tutto; all'infuori di Lui: nulla. Non cerco la felicità all'infuori dell'intimo, dove dimora Iddio. Gioisco di Dio nel mio intimo; qui dimoro continuamente con Lui; qui avviene il mio rapporto più familiare con Lui; qui con Lui dimoro sicura; qui non giunge occhio umano. La Santissima Vergine mi incoraggia a trattare così con Dio. Quando mi colpisce qualche sofferenza, ora non mi procura più amarezza, né le grandi consolazioni mi esaltano; si sono impadronite di me la serenità e l'equilibrio dello spirito, che deriva dalla conoscenza della verità. Che m'importa vivere circondata da cuori ostili, quando ho la pienezza della felicità nella mia anima? Oppure a cosa può giovarmi il favore del cuore degli altri, se non posseggo nel mio intimo Iddio? Quando ho Dio nel mio intimo, chi potrà in qualche modo danneggiarmi?
AL MOMENTO DELLA CONFESSIONE. Il confessore mi domandò se in quel momento c'era Gesù e se Lo vedevo. « Sì, c'è e Lo vedo ». Mi ordinò di chiedere informazioni su certe persone. Gesù non mi rispose nulla, ma guardò verso di lui. Però, finita la confessione, mentre facevo la penitenza, Gesù mi disse queste parole: «Va' e confortalo da parte Mia » Pur non comprendendo il significato di queste parole, ripetei immediatamente ciò che Gesù mi aveva ordinato di dire. Per tutto il periodo degli esercizi, fui continuamente in contatto con Gesù e trattai con Lui intimamente con tutta la forza del mio cuore. Il giorno della rinnovazione dei voti. All'inizio della santa Messa vidi come al solito Gesù che ci benedisse ed entrò nel Tabernacolo. Ad un tratto vidi la Madonna con una veste bianca, un manto azzurro e col capo scoperto, che dall'altare venne verso di me, mi toccò con le Sue mani, mi copri col Suo manto e mi disse: « Offri questi voti per la Polonia. Prega per essa ». 15.VIII.35. La sera dello stesso giorno sentii nell'anima una grande nostalgia di Dio. In questo momento non Lo vedo con gli occhi del corpo, come nel passato, ma Lo sento e non comprendo. Ciò mi procura una nostalgia ed una pena indescrivibile. Muoio dal desiderio di possederLo, per immergermi in Lui per l'eternità. il mio spirito tende verso di Lui con tutte le forze; non c'è nulla al mondo che possa consolarmi. O amore eterno, ora comprendo in quali stretti rapporti di intimità era il mio cuore con Te. Infatti che cosa mai potrà soddisfarmi in cielo o in terra all'infuori di Te, o mio Dio, in Te è annegata la mia anima. Quando una sera guardai il cielo dalla mia cella e vidi un firmamento stupendo, disseminato di stelle e la luna, ad un tratto entrò nella mia anima una inconcepibile fiamma d'amore verso il mio Creatore. Non riuscendo a sopportare la nostalgia che era aumentata nella mia anima per Lui, caddi con la faccia a terra umiliandomi nella polvere. Lo adorai per tutte le Sue creature, e quando il mio cuore non riuscì a sopportare quello che avveniva in lui, scoppiai in un pianto dirotto. Allora il mio Angelo Custode mi toccò e mi disse queste parole: « Il Signore mi ordina di dirti che ti alzi da terra ». Lo feci immediatamente, ma la mia anima non venne consolata. La nostalgia di Dio mi prese ancora di più. Un giorno in cui ero all'adorazione ed il mio spinto era quasi in agonia per la nostalgia di Lui e non riuscivo a trattenere le lacrime, all'improvviso vidi uno spirito che era di una grande bellezza, che mi disse queste parole: « Non piangere, dice il Signore ». Dopo un attimo domandai: « Tu chi sei?». Ed egli mi rispose: « Sono uno dei sette spiriti che stanno giorno e notte davanti al trono di Dio e L'adorano senza posa ». Tuttavia quello spirito non alleviò la mia nostalgia, ma suscitò in me una maggior nostalgia di Dio. Quello spirito non mi lascia un istante, mi segue ovunque. Il giorno dopo, durante la S. Messa, prima dell'elevazione, quello spinto cominciò a cantare queste parole: « Santo, Santo, Santo ». La sua voce era come se equivalesse a migliaia di voci, impossibile descriverla. Ad un tratto il mio spirito venne unito a Dio; in un attimo vidi l'inconcepibile grandezza e santità di Dio e nello stesso tempo conobbi la nullità che io sono in me stessa. Conobbi in maniera più evidente di qualsiasi altra volta le Tre Persone Divine: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Tuttavia la loro essenza è una, come pure l'uguaglianza e la maestà. La mia anima è in rapporti di intimità con le Tre Persone, ma non riesco ad esprimere ciò a parole, però l'anima lo comprende bene. Chiunque è unito con una di queste tre Persone, per ciò stesso è unito con tutta la Santissima Trinità, poiché la loro unità è indivisibile. Questa visione, cioè questa conoscenza mi riempì l'anima di una felicità inimmaginabile, per il fatto che Dio è così grande. Quello che ho descritto qui non l'ho visto con gli occhi, come in passato, ma in una visione interiore, in modo puramente spirituale ed indipendente dai sensi. Questo durò fino alla fine della S. Messa. Ora questo mi capita spesso e non solo in cappella, ma anche durante il lavoro e quando meno me l'aspetto. Quando il nostro confessore partì io in quel periodo mi confessai dall'arcivescovo. Quando gli svelai la mia anima, ottenni questa risposta: « Figlia mia, armati di tanta pazienza. Se queste cose vengono da Dio, prima o poi raggiungeranno il loro risultato e ti dico di stare assolutamente tranquilla. Io, figlia mia, ti comprendo bene in queste cose. Ma ora per quanto concerne l'abbandono della Congregazione e l'idea di un'altra, a questo proprio non devi nemmeno pensarci, poiché sarebbe una grave tentazione interiore ». Finita la confessione, dissi a Gesù: « Perché mi ordini di eseguire queste cose e non mi dai la possibilità di portarle a termine? ». All'improvviso, dopo la S. Comunione, vidi Gesù nella stessa cappella dove mi ero confessata, con lo stesso aspetto con il quale sta dipinto su quell'immagine. Il Signore mi disse: « Non essere triste. Gli farò capire le cose che esigo da te ». Quando stavamo per uscire, I l'arcivescovo era molto occupato, ma ci fece dire dì tornare indietro e di attendere un momento. Quando tornammo di nuovo nella cappella, udii nell'anima queste parole: « Digli quello che hai visto in questa cappella ». In quel preciso momento entrò l'arcivescovo e ci chiese se avevamo qualche cosa da dirgli. Tuttavia, benché avessi l'ordine di parlare, non mi fu possibile, perché ero in compagnia di una consorella. Ancora una parola dalla santa confessione: « Quella di impetrare la Misericordia per il mondo, è un'idea grande e bella. Sorella, preghi molto per chiedere Misericordia per i peccatori, ma lo faccia nel suo convento». IL GIORNO DOPO, VENERDI 13.IX.1935. La sera, mentre ero nella mia cella, vidi un Angelo che era L’esecutore dell'ira di Dio. Aveva una veste chiara ed il volto risplendente; una nuvola sotto i piedi e dalla nuvola uscivano fulmini e lampi che andavano nelle sue mani e dalle sue mani partivano e colpivano la terra. Quando vidi quel segno della collera di Dio che doveva colpire la terra ed in particolare un certo luogo, che per giusti motivi non posso nominare, cominciai a pregare l'Angelo, perché si fermasse per qualche momento ed il mondo avrebbe fatto penitenza. Ma la mia invocazione non ebbe alcun risultato di fronte allo sdegno di Dio. In quel momento vidi la Santissima Trinità. La grandezza della Sua Maestà mi penetrò nel profondo e non osai ripetere la mia invocazione. In quello stesso istante sentii che nella mia anima c'era la forza della grazia di Gesù. Quando ebbi la consapevolezza di tale grazia, nello stesso momento venni rapita davanti al Trono di Dio. Oh! quanto è grande il Signore e Dio nostro ed incomprensibile la Sua santità. Non cercherò nemmeno di descrivere tale grandezza, poiché fra non molto Lo vedremo tutti quale Egli è. Cominciai a implorare Dio per il mondo con parole che si udivano interiormente. Mentre pregavo così vidi l'impotenza dell'Angelo che non poté compiere la giusta punizione, che era equamente dovuta per i peccati. Non avevo ancora mai pregato con una tale potenza interiore come allora. Le parole con le quali ho supplicato Dio sono le seguenti: « Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo, per i peccati nostri e del mondo intero; per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi ». La mattina del giorno dopo, mentre entravo nella nostra cappella, udii interiormente queste parole: « Ogni volta che entri nella cappella, recita subito la preghiera che ti ho insegnato ieri ». Appena recitai quella preghiera, udii nell'anima queste parole: « Questa preghiera serve a placare la Mia ira. La reciterai per nove giorni con la comune corona del rosario nel modo seguente: prima reciterai il Padre Nostro, l'Ave Maria ed il Credo; poi sui grani del Padre Nostro, dirai le parole seguenti: Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero. Sui grani delle Ave Maria reciterai le parole seguenti: Per la Sua dolorosa Passione abbi misericordia di noi e del mondo intero. Infine reciterai tre volte queste parole: Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale: abbi pietà di noi e del mondo intero ». Il silenzio è una spada nella lotta spirituale; non raggiungerà mai la santità un'anima ciarliera. Questa spada del silenzio reciderà nettamente tutto ciò che volesse attaccarsi all'anima. Siamo sensibili alle parole ed intendiamo rispondere subito con sensibilità, e non consideriamo se sia volontà di Dio che noi rispondiamo. L'anima silenziosa è forte; nessuna avversità le reca danno, se persevera nel silenzio. L'anima silenziosa è idonea alla più profonda unione con Dio; essa vive quasi di continuo sotto il soffio dello Spirito Santo. In un'anima silenziosa Iddio opera senza impedimenti. O mio Gesù, Tu sai, Tu solo sai bene che il mio cuore non conosce altro amore all'infuori di Te. Tutto il mio amore verginale è annegato in Te, o Gesù, per l'eternità. Sento bene come il Tuo Sangue Divino circola nel mio cuore; non c'è alcun dubbio che col Tuo Sangue Preziosissimo è entrato nel mio cuore il Tuo purissimo amore. Sento che dimori in me col Padre e lo Spirito Santo, o meglio sento che io vivo in Te, o Dio inimmaginabile. Sento che mi sciolgo in Te come una goccia nell'oceano. Sento che sei all'esterno e nelle mie viscere; sento che sei in tutto ciò che mi circonda, in tutto ciò che mi capita. O Dio mio, Ti ho conosciuto nell'intimo del mio cuore e Ti ho amato sopra ogni cosa, sopra qualunque cosa esista in terra o in cielo. I nostri cuori si comprendono a vicenda e nessuno intende ciò. Seconda confessione dall'Arcivescovo: « Sappi, figlia mia, che se questa è volontà di Dio, prima o poi si realizzerà, poiché la volontà di Dio si deve compiere. Ama Dio nel tuo cuore; abbi... [Frase rimasta incompiuta]. 29.IX. Festa di San Michele Arcangelo. Sono rimasta intimamente unita a Dio. La Sua presenza mi penetra nel profondo e mi riempie di serenità, di gioia e di stupore. Dopo quei momenti di preghiera sono piena di forza, di un coraggio misterioso nell'affrontare le sofferenze e la lotta; nulla mi spaventa, anche se il mondo intero fosse contro di me. Tutte le contrarietà sfiorano la superficie, ma non hanno adito all'intimo, poiché lì dimora Iddio che mi dà forza, che mi riempie. Tutte le insidie dei nemici si infrangono contro il Suo sgabello. Iddio mi sostiene con la Sua potenza nei momenti di unione. La Sua potenza mi viene trasmessa e mi rende capace di amarlo. L'anima non perviene mai a ciò con le proprie forze. All'inizio di questa grazia interiore ero piena di paura, e cominciai a controllarmi, cioè a lasciarmi guidare dalla paura; ma ben presto il Signore mi fece conoscere quanto ciò non Gli piacesse. Ed anche questo lo decise Lui stesso, mia quiete. Quasi ogni solennità della santa Chiesa mi procura una più profonda conoscenza di Dio ed una grazia particolare; per questo mi preparo ad ogni solennità e mi unisco strettamente allo spirito della Chiesa. Che gioia essere una figlia fedele della Chiesa! Oh! quanto amo la santa Chiesa e tutti coloro che vivono in essa; guardo a loro, come a membra vive di Cristo, che è il loro capo. M'infiammo d'amore con quelli che amano; soffro con quelli che soffrono; mi consumo dal dolore osservando i tiepidi e gli ingrati; allora mi sforzo di avere un tale amore verso Dio da compensarlo per quelli che non Lo amano, che ripagano il loro Salvatore con nera ingratitudine. O mio Dio, sono consapevole della mia missione nella santa Chiesa. Il mio impegno continuo è quello di impetrare la Misericordia per il mondo. Mi unisco strettamente a Gesù e mi offro come vittima che implora per il mondo. Iddio non mi negherà nulla, quando L'invocherò con la voce di Suo Figlio. il mio sacrificio è niente per se stesso, ma quando l'unisco al sacrificio di Gesù Cristo, diviene onnipotente ed ha la forza di placare lo sdegno di Dio. Iddio ci ama nel Figlio Suo. La dolorosa Passione del Figlio di Dio è una continua invocazione che attenua la collera di Dio. O Dio, quanto desidero che Ti conoscano le anime e che sappiano che le hai create per un amore incomparabile. O mio Creatore e Signore, sento che rimuoverò il velo del cielo, affinché la terra non dubiti della Tua bontà. Fa' di me, o Gesù, una vittima gradita e pura davanti al Volto del Padre Tuo. O Gesù, Tu che puoi tutto, trasforma me misera e peccatrice in Te e consegnami al Tuo Eterno Padre. Desidero diventare una vittima sacrificale davanti a Te, ma essere davanti agli uomini una normale ostia. Desidero che il profumo del mio sacrificio sia noto soltanto a Te, o Dio eterno. In me arde un desiderio inestinguibile d'implorare da Te Misericordia; sento e comprendo che questo è il mio compito qui e nell'eternità. Tu stesso d'altronde mi hai ordinato dì parlare della tua grande Misericordia e bontà. In un dato momento ho compreso quanto non piaccia a Dio un'azione anche la più lodevole, se non ha il sigillo della retta intenzione. Tali azioni spingono Dio più che alla ricompensa, al castigo. Che nella nostra vita ce ne siano il meno possibile, anzi nella vita religiosa non ce ne dovrebbero essere affatto. Con identica disposizione accetto la gioia come la sofferenza, la lode come l'umiliazione. Ricordo che sia l'una che l'altra sono passaggere. Cosa m'importa di quello che dicono di me? Da tempo ormai ho rinunciato a tutto ciò che riguarda la mia persona. il mio nome è ostia, cioè vittima, non a parole, ma nei fatti, nell'annientamento di me stessa, per essere simile a Te sulla croce, o buon Gesù e mio Maestro. O Gesù, quando vieni a me nella S. Comunione Tu, che Ti sei degnato dimorare assieme al Padre ed allo Spirito Santo nel piccolo cielo del mio cuore, procuro per tutto il giorno di tenerTi compagnia, non lasciandoTi solo nemmeno un istante; benché io sia in compagnia di altra gente, o assieme alle educande, il mio cuore è sempre unito a Lui. Quando riposo Gli offro ogni palpito del mio cuore; quando mi sveglio, m'immergo in Lui senza dire una parola. Quando mi sveglio, adoro un momento la Santissima Trinità e la ringrazio d'essersi degnata di concedermi un altro giorno ancora e per il fatto che si ripete ancora in me il mistero dell'Incarnazione del Figlio Tuo, perché ancora una volta si ripete davanti ai miei occhi la Tua dolorosa Passione. Cerco allora di facilitare a Gesù il passaggio attraverso me, per giungere alle anime degli altri. Con Gesù vado ovunque; la Sua presenza mi segue dappertutto. Nelle sofferenze sia dell'anima che del corpo procuro di mantenere il silenzio, poiché è allora che il mio spirito acquista la forza che gli deriva dalla Passione di Gesù. Ho continuamente davanti agli occhi il Suo Volto oltraggiato e sfigurato, il Suo Cuore divino trafitto dai nostri peccati e specialmente dall'ingratitudine delle anime elette. Doppio avvertimento, perché mi prepari alle sofferenze che mi attendono a Varsavia. il primo avvertimento è stato interiore attraverso una voce udita; il secondo è avvenuto durante la S. Messa. Prima dell'elevazione vidi Gesù crocifisso, che mi disse: « Preparati alla sofferenza ». Ringraziai il Signore di avermi avvertito e Gli dissi: « Non soffrirò certamente più di Te, mio Salvatore ». Tuttavia mi preoccupai della cosa e mi fortificai con la preghiera e con piccole sofferenze, per essere pronta a sopportarne di maggiori, quando giungeranno. 19.X.35. Partenza da Wilno per Cracovia per gli esercizi spirituali dì otto giorni. Venerdì sera durante il rosario, mentre pensavo al viaggio dell'indomani ed all'importanza della questione che dovevo sottoporre a Padre Andrasz, fui presa dalla paura vedendo chiaramente la mia miseria ed inettitudine e la grandezza dell'opera di Dio. Schiacciata da tale sofferenza, mi rimisi alla volontà del Signore. In quel momento vidi Gesù vicino al mio inginocchiatoio, con una veste chiara, che mi disse queste parole: «Perché hai paura di compiere la Mia volontà? Forse non ti aiuterò come ho fatto finora? Ripeti ogni Mia richiesta davanti a coloro che Mi sostituiscono in terra e fa' solo quello che ti ordinano ». In quel momento una forza entrò nella mia anima. La mattina del giorno dopo vidi l'Angelo Custode, che mi tenne compagnia nel viaggio fino a Varsavia. Quando entrammo nella portineria, scomparve. Quando passammo accanto alla piccola cappellina, per andare a salutare le Superiore, in un attimo s'impadronì di me la presenza di Dio ed il Signore mi riempì del fuoco del Suo amore. In tali momenti conosco sempre meglio la grandezza della Sua Maestà. Quando salimmo in treno a Varsavia diretti a Cracovia, vidi di nuovo accanto a me il mio Angelo Custode, che pregava contemplando Iddio ed il mio pensiero andava dìetro a lui. Quando giungemmo alla porta del convento, scomparve. Quando entrai nella cappella, fui nuovamente investita dalla Maestà di Dio; mi sentii tutta sprofondata in Dio, tutta immersa e compenetrata in lui, vedendo quanto ci ama il Padre Celeste. Oh! quale grande felicità proviene alla mia anima dalla conoscenza di Dio, della vita di Dio. Desidero dividere questa felicità con tutti gli uomini, non posso tener chiusa tale felicità solo nel mio cuore, poiché i suoi raggi m’infiammano e mi fanno scoppiare il petto e le viscere. Voglio attraversare il mondo intero e parlare alle anime della grande Misericordia di Dio. O sacerdoti, aiutatemi in questo, usate le espressioni più forti sulla Sua Misericordìa, poiché tutto è troppo blando, per indicare quanto è misericordioso.
NEL SECONDO GIORNO DEGLI ESERCIZI. Quando dovevo andare in parlatorio dal Padre Andrasz, ebbi paura per il fatto che dopotutto il segreto esiste solo in confessionale; era un timore infondato. La Madre Superiora con due parole mi tranqulllzzò. Ma quando entrai nella cappella, sentiì nell'anima queste parole: « Desidero che di fronte al Mio sostiluto tu sia sincera e semplice come una bambina, così come sei con Me, altrimenti ti abbandonerò e non tratterò più intimamente con te ». Per la verità Dio mi concesse la grande grazia di una completa fiducia, e terminato il colloquio, Iddio mi fece la grazia di una grande serenità e di tanta luce in merito agli argomenti trattati. O Gesù, luce eterna, illumina il mio intelletto, rafforza la mia volontà ed infiamma il mio cuore. Resta con me come mi hai promesso, poiché senza dì Te sono nulla. Tu sai, o Gesù mio, quanto io sia debole, non ho certamente bisogno di dirtelo, poiché Tu stesso sai molto bene quanto io sia misera. In Te sta tutta la mia forza. IL GIORNO DELLA CONFESSIONE. Fin dalla mattina cominciai a sperimentare una lotta interiore così accanita, quale non avevo ancora mai provato. Il completo abbandono da parte di Dio; sentivo il peso di tutta la mia debolezza; mi opprimevano questi pensieri: perché dovrei abbandonare questo convento nel quale sono benvoluta dalle consorelle e dalle Superiore e dove la vita è così tranquilla? Sono legata da voti perpetui e compio i miei impegni con facilità. Perché dovrei ascoltare la voce della coscienza; perché seguire fedelmente l'ispirazione? Chi sa da chi proviene? Non farei meglio a comportarmi come tutte le altre Suore? Forse si possono soffocare le parole del Signore, non facendovi caso. Forse Iddio non ne terrà conto nel giorno del giudizio. Dove mi conduce questa voce interiore? Se la seguo, quali tremende tribolazioni, sofferenze e contrarietà mi aspettano? Ho paura del futuro e nel presente sto agonizzando. Questa sofferenza durò tutto il giorno con una tensione uniforme. Verso sera, quando mi accostai alla santa confessione, nonostante mi fossi preparata in precedenza, non potei confessarmi completamente. Ricevetti l'assoluzione e me ne andai dal confessionale non sapendo quello che mi succedeva. Quando andai a riposare, la sofferenza crebbe fino al massimo grado o piuttosto si tramutò in un fuoco che, come un fuimine penetrò in tutte le facoltà della mia anima, fino al midollo delle ossa, fino alla più segreta cellula del cuore. In un simile stato dì sofferenza, non riuscivo a decidermi a far nulla: « Signore, sia fatta la Tua volontà ». Ma in certi momenti non riuscivo nemmeno a pensare questo. Per la verità uno spavento tremendo mi stava soffocando e mi stava lambendo un fuoco infernale. Sui fare del mattino regnò la calma e le sofferenze scomparvero in un batter d'occhio, ma mi sentivo così tremendamente stremata che non rinscivo a fare il più piccolo movimento. Poco alla volta mi ritornarono le forze mentre parlavo con la Madre Superiora. Però Dio solo sa come mi son sentita per tutta la giornata. O Verità Eterna, o Verbo Incarnato, che hai compiuto la volontà del Padre Tuo nella maniera più fedele, ecco oggi divento martire delle Tue ispirazioni, poiché non le posso eseguire, dato che non ho la mia volontà, nonostante che io conosca in modo chiaro la Tua santa volontà interiormente, tuttavia mi sottopongo in tutto alla volontà dei Superiori e del confessore. Perciò io la compirò per quel tanto che Tu mi permetterai di compieria tramite il Tuo sostituto. O mio Gesù, mi dispiace ma antepongo la voce della Chiesa a quella con cui parli a me. DOPO LA SANTA COMUNIONE. Ho visto Gesù come al solito che mi ha detto queste parole: «Appoggia il tuo capo sulla Mia spalla e riposati e prendi forza. Io sono sempre con te. Parla all'amico del Mio cuore; digli che Mi servo di creature così deboli per compiere le Mie opere ». Subito dopo il mio spirito venne rinvigorito da una forza singolare. « Digli, che gli ho fatto conoscere la tua debolezza in confessione, in modo che sapesse chi sei per te stessa ». Ogni lotta sostenuta valorosamente mi procura gioia, tranquillità, luce, esperienza e coraggio per l'avvenfre, onore e gloria a Dio ed a me la ricompensa finale. OGGI E’ LA FESTA DI CRISTO RE. Durante la S. Messa ho pregato fervorosamente perché Gesù sia il Re dì tutti i cuori, perché la grazia dì Dio brilli in ogni anima. Ad un tratto ho visto Gesù come è dipinto nell'immagine e mi ha detto queste parole: « Figlia Mia, Mi rendi la più grande gloria, adempiendo i Miei desideri ». Oh, quanto è grande la Tua bellezza, o Gesù, mio Sposo! O fiore vivo e vivificante, in cui è racchiusa la rugiada che dà la vita alle anime assetate. In Te è immersa la mia anima. Tu solo sei oggetto delle mie aspirazioni e dei miei desideri. Uniscimi nel modo più intimo a Te, al Padre ed allo SpIrito Santo. Possa io vivere e morire in Te! Solo l'amore ha un significato; esso innalza le nostre più piccole azioni verso l'infinito. O mio Gesù, io in verità non saprei vivere senza di Te. Il mio spirito si è fuso col Tuo. Nessuno comprende bene questo: occorre prima vivere di Te, per conoscerTi negli altri. Cracovia, 25.X.35. PROPOSITI DOPO GLI ESERCIZI SPIRITUALI. Non far nulla, senza il permesso del confessore e l'accordo dei superiori, in tutto, ma specialmente nelle ispirazioni e richieste del Signore. Tutti i momenti liberi li trascorrerò con l'Ospite Divino nel mio intimo; cercherò dì mantenere il silenzio interiore ed esteriore, in modo che Gesù possa riposare nel mio cuore. Il mio riposo più gradito sta nel servire le consorelle e nella disponibilità verso dì loro. Dimenticare me stessa e pensare a quello che può far piacere alle consorelle. Qualunque osservazione mi venga fatta, non addurrò spiegazioni né giustificazioni; permetterò che mi giudichi chiunque abbia piacere di farlo. Ho un solo Confidente, al Quale svelerò tutto ed è Gesù-Eucaristia ed in sostituzioni di Lui, il confessore. In tutte le tribolazioni sia dell'anima che del corpo, nelle tenebre, nell'abbandono, tacerò come una colomba, senza lamentarmi. Mi annienterò ogni momento come una vittima ai Suoi piedì, per impetrare Misericordia per le povere anime. Tutto il mio nulla affonda nel mare della Tua Misericordia; con la fiducia di un bambino mi getto fra le Tue braccia, o Padre dì Misericordia, per ricompensarTi della diffidenza di tante anime, che hanno paura dì confidare in Te. Oh, quanto è piccolo il numero delle anime, che Ti conoscono veramente! Oh, come desidero ardentemente che la festa della Misericordia sia conosciuta dalle anime! La Misericordia è il coronamento delle Tue opere; Tu predisponi tutto con la sensibilità della più tenera delle Madri.
G.
M.G. Cracovia,
27.X.1933 PADRE ANDRASZ. CONSIGLI SPIRITUALI.
« Non far nulla senza il consenso dei superiori. Su questa questione occorre
riflettere bene e pregare molto. In queste cose bisogna essere molto
prudenti, poiché lei, sorella, qui ha la volontà di Dio certa ed evidente,
poiché è unita a questo ordine coi voti e per di più perpetui. Quindi non ci
debbono essere dubbi, e quello che lei sente interiormente sono solo lampi
che l'invitano a fondare qualche cosa. Iddio può fare spostamenti, ma queste
cose avvengono molto di rado. Finché lei non otterrà una conoscenza più
evidente, non affrettarsi. Le opere di Dio procedono piano; se sono da Dio,
si conoscerà chiaramente e se no, andranno in fumo e lei obbedendo, non
sbaglia. Ma parlare sinceramente di tutto col confessore ed ascoltarlo
ciecamente. Ora a lei, sorella, non rimane altro da fare che accettare la
sofferenza fino al tempo del chiarimento, cioè fino alla soluzione di questo
problema. Lei è in una buona disposizione d'animo relativamente a queste
cose; continui ad essere così, piena di semplicità e di spirito
d'obbedienza. Questo è un buon segno. Se lei continuerà in questa
disposizione d'animo, Iddio non permetterà che lei vada fuori strada. Per
quanto è possibile, tenersi lontano da queste cose; ma se ciò nonostante
capitano, accertarle con tranquillltà, non aver paura di nulla. Lei è in
buone mani, nelle mani di Dio che è tanto buono. In tutto quello che mi ha
detto, non vedo alcuna illusione o incompatibilità con la fede. Sono cose in
sé buone; anzi sarebbe bene che ci fosse un gruppo di anime che pregassero
Dio per il mondo, poiché tutti abbiamo bisogno di preghiere. Lei ha un buon
direttore spirituale. Si attenga a quello che le dice e stia tranquilla. Sia
fedele alla volontà di Dio e l'adempia. In quanto al lavoro, faccia quello
che le ordinano, come le ordinano, anche se fosse il più umiliante e
faticoso. Scelga sempre l'ultimo posto, ed allora le diranno: venga più su
,'. Nell'animo ed in tutto il comportamento deve considerarsi l'ultima di
tutta la casa e di tutta la Congregazione. In tutto e sempre la più rigorosa
fedeltà a Dio ». O mio Gesù, desidero soffrire ed ardere del fuoco
dell’amore in tutti gli avvenimenti della vita. Sono tutta Tua, desidero
inabissarmi in Te, o Gesù, desidero perdermi nella Tua divina bellezza. Tu
m'insegni, Signore, col Tuo amore, e penetri nel mio intimo come un raggio
di sole e trasformi le tenebre della mia anima nella Tua luce. Sento bene
che vivo in Te, come una minuscola scintilla ingoiata dall'incalcolabile
incendio, in cui ardi, o impenetrabile Trinità. Non esiste una gioia più
grande dell'amore di Dio. Già su questa terra possiamo pregustare la
felicità degli abitanti del cielo con una stretta unione con Dio, misteriosa
e talvolta inconcepibile per noi. Si può ottenere la stessa grazia con la
semplice fedeltà dell'anima. Quando s'impadronisce di me un senso di
svogliatezza e di noia per i miei doveri, rifletto sui fatto che mi trovo
nella casa del Signore, dove non c'è nulla di poco conto, dove da quella mia
azione di poco conto, eseguita con la mente rivolta al cielo, può dipendere
la gloria della Chiesa ed il profitto di più di un'anima, e perciò nella
vita religiosa non c'è nulla di poco conto. Per le avversità che sto
sperimentando, mi rendo conto che il tempo della lotta non è finito, mi armo
di pazienza ed in questo modo vinco il mio avversario. Non cerco da nessuna
parte la perfezione per pura curiosità, ma penetro nello spirlto dì Gesù e
considero le Sue azioni, come sono descritte in breve nel Vangelo e, se
anche campassi mille anni, non riuscirei ad esaurire quanto in esso è
contenuto. Quando le mie intenzioni non vengono approvate anzi sono
condannate, non me ne stupisco troppo; so infatti che soltanto Iddio scruta
nel mio cuore. La verità non perisce ed il cuore ferito col tempo si
tranqulllizza ed il mio spirito si fortifica nelle avversità. Non sempre
ascolto quello che mi dice il cuore, ma prego Dio che mi dia luce; quando
sento in me l'equilibrio, allora parlo di più. Il giorno della rinnovazione
dei voti. La presenza dì Dio ha inondato la mia anima. Durante la S. Messa
ho visto Gesù, che mi ha detto queste parole: « Tu sei per Me una grande
gioia; il tuo amore e la tua umiltà fanno sì che abbandoni il trono del
cielo e Mi unisca a te. L'amore pareggia l'abisso che c'è fra la Mia
grandezza e la tua nullità ». L'amore m'inonda l'anima; sono immersa in
un oceano d'amore; sento che sto svenendo e mi perdo completamente in Lui. O
Gesù, rendi il mio cuore simile al Tuo, o meglio cambialo nel Tuo, in modo
che riesca a sentire le necessità degli altri cuori e soprattutto di quelli
che soffrono e sono tristi; i raggi della Misericordia dimorino nel mio
cuore. Una sera, mentre camminavo nell'orto recitando il rosario, giunsi al
cimitero, scostai la porta e pregai per un momento e poi chiesi loro
interiormente: « Siete veramente molto felici? ». Immediatamente udii queste
parole: « Siamo felici nella misura in cui abbiamo fatto la volontà di Dio
». E poi silenzio come prima. Rientrai in me e pensai a lungo come faccio io
la volontà di Dio e come utilizzo il tempo che Iddio mi concede. Lo stesso
giorno, quando andai a riposare, venne da me di notte un'anima, mi svegliò
bussando contro il comodino e mi chiese di pregare. Volevo chiedere chi
fosse, ma mortificai la mia curiosità ed unii questa piccola mortificazione
alla preghiera che offrii per lei. Una volta andai a far visita ad una cara
consorella ammalata, che aveva ormai ottantaquattro anni e si distingueva
per molte virtù e le domandai: « Lei, sorella, sarà certamente pronta a
presentarsi davanti al Signore? ». Mi rispose che per tutta la vita si era
preparata a quest'ultima ora e mi disse queste parole: « L'età non affranca
dalla lotta ». FINE DEL PRIMO QUADERNO.
II° QUADERNO
G.M.G.
DIO E ANIME. Sr. M. Faustina, del Santissimo Sacramento
24.XI.1935. Domenica, primo giorno. Andai subito davanti al Santissimo Sacramento e mi offrii insieme a Gesù, che è nel SS.mo Sacramento, all'Eterno Padre. E subito udii nell'anima queste parole: «Lo scopo tuo e delle tue compagne è quello di unirti a Me nella maniera più stretta per mezzo dell'amore. Concilierai la terra col cielo, mitigherai la giusta collera di Dio ed impetrerai la Misericordia per il mondo. Affido alle tue cure due perle preziose per il Mio Cuore, che sono le anime dei sacerdoti e le anime dei religiosi; per loro pregherai in modo particolare; la loro forza dipenderà dal vostro annientamento. Le preghiere, i digiuni, le mortificazioni, le fatiche e tutte le sofferenze, le unirai alla preghiera, al digiuno, alla mortificazione, alla fatica ed alla sofferenza Mia ed allora avranno valore di fronte al Padre Mio». Dopo la santa Comunione vidi Gesù, che mi disse queste parole: «Oggi penetra nello spirito della Mia povertà ed organizza tutto, in modo che i più poveri non abbiano nulla da invidiarti. Non nei grandi palazzi e negli splendidi arredamenti, ma in un cuore puro e umile trovo la Mia compiacenza ». Quando restai sola, cominciai a riflettere sullo spirito di povertà. Vedo chiaramente che Gesù non aveva nulla, benché fosse il Padrone dell'universo. Nasce in una mangiatoia presa in prestito; durante la vita fa del bene a tutti, ma Egli stesso non ha dove posare il capo. E sulla croce vedo il massimo della Sua povertà, poiché non ha nemmeno la veste su di Sé. O Gesù, col solenne voto di povertà, desidero assomigliare a Te; la povertà mi sarà madre. Come non si possiede nulla esternamente e non si dispone di nulla come proprietari, così occorre non desiderare nulla interiormente. Come è grande la Tua povertà nel Sant.mo Sacramento! C'è mai stata un'anima così abbandonata come Te, o Gesù, sulla croce? La castità - questo voto, lo si capisce per se stesso - proibisce tutto ciò che è vietato dal sesto e dal nono comandamento di Dio, naturalmente azioni, pensieri, parole, sentimenti e... Comprendo che il voto solenne si differenzia dal voto semplice, lo comprendo in tutta la sua estensione. Mentre riflettevo su ciò, sentii nell'anima queste parole: “Sei la Mia sposa per l'eternità, la tua purezza dev'essere maggiore di quella degli angeli, poiché con nessun angelo ho rapporti di così stretta intimità come con te. La più piccola azione della Mia sposa ha un valore infinito; un'anima pura ha una potenza incalcolabile davanti a Dio”. L'obbedienza. « Sono venuto a fare la volontà del Padre Mio. Sono stato ubbidiente ai genitori, ubbidiente ai carnefici, sono ubbidiente ai sacerdoti ». Comprendo, Gesù, lo spirito dell'obbedìenza ed in che cosa consiste. Esso non riguarda solo l'esecuzione esteriore, ma interessa anche la mente, la volontà ed il giudizio. Dando ascolto ai superiori, obbediamo a Dio. Poco importa se sia un angelo od un uomo a comandarmi in nome dì Dio: io debbo essere sempre obbedìente. Non scriverò molto sui voti, poiché essi sono per sé chiari e basati sul concreto, mi accingo piuttosto a gettare uno sguardo generale su questa congregazione.
15.XII.33. Oggi, dal primo mattino, una forza misteriosa mi spinge ad agire, non mi dà pace nemmeno per un minuto; un ardore misterioso si è acceso nel mio cuore che mi spinge all'azione, non riesco a contenerlo, è un martirio silenzioso noto soltanto a Dio. Faccia di me quello che Gli piace, il mio cuore è pronto a tutto. O Gesù, o mio carissimo Maestro, non allontanarTi da me nemmeno per un istante. Gesù, Tu lo sai bene quanto io sono debole da sola, pertanto la mia debolezza Ti obbliga a rimanere sempre con me. Una volta ho visto Gesù con una veste chiara. Fu nella serra. «Scrivi quello che ti dirò: Per Me è una delizia unirMi a te; attendo con un grande desiderio e non vedo l'ora che giunga il momento in cui abiterò sacramentalmente nel tuo convento. Il Mio Spirito riposerà in quel convento; benedirò in modo particolare i dintorni dove il convento si troverà. Per amore verso di voi allontanerò tutti i castighi che vengono equamente inflitti dalla giustizia del Padre Mio. Figlia Mia, il Mio Cuore si è piegato alle tue suppliche; il tuo compito ed impegno qui sulla terra è quello di impetrare la Misericordia per il mondo intero. Nessun'anima troverà giustificazione finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia e perciò la prima domenica dopo Pasqua dev'essere la festa della Misericordia ed i sacerdoti in quel giorno debbono parlare alle anime della Mia grande ed insondabile Misericordia. Ti nomino dispensatrice della Mia Misericordia. Dì al confessore che quest'immagine deve venire esposta in chiesa e non nel convento dentro la clausura. Attraverso questa immagine concederò molte grazie alle anime, perciò ogni anima deve poter accedere ad essa ». O Gesù mio, Verità eterna, non temo nulla, nessuna difficoltà, nessuna sofferenza; di una cosa soltanto ho paura, offendere Te. O Gesù mio, preferirei non esistere piuttosto che rattristarTi. O Gesù, Tu sai che il mio amore non conosce nessuno, soltanto Te, in Te è immersa l'anima mia. Quanto dovrebbe essere grande il fervore di ogni anima che vive in questo convento, se Iddio desidera abitare con noi. Ognuna ricordi che, se non siamo noi anime consacrate a supplicare Dio a concedere Misericordia, chi Lo supplicherà? Ogni suora arda come una pura vittima d'amore davanti alla Maestà di Dio, ma per essere gradita a Dio, si unisca strettamente a Gesù; soltanto con Lui, in Lui e per Lui, possiamo piacere a Dio. 21.XII.1935. Una volta il confessore mi disse di andare a vedere una casa e controllare se era la stessa che avevo visto in visione. Quando andai col mio confessore a vedere quella casa, o meglio quelle macerie, a colpo d'occhio riconobbi che tutto era tale e quale l'avevo visto in visione. Quando toccai le tavole che erano inchiodate in sostituzione della porta, in quel preciso momento ebbi come un lampo, una forza penetrò nella mia anima dandomi la certezza assoluta; mi allontanai presto da quel luogo, con l'anima piena di gioia. Mi sembrava che una forza m'inchiodasse a quel luogo. Gioii enormemente avendo visto la piena corrispondenza dì quelle cose con quelle che avevo visto in visione. Quando il confessore parlò della sistemazione delle celle e di altre cose, conobbi tutto identico a come mi aveva detto Gesù. Sono oltremodo lieta che Iddio operi per mezzo di lui, ma non mi stupisco affatto per questo, che Iddio gli dia tanta luce, dato che in un cuore puro ed umile abita Iddio che è la luce stessa e tutte le sofferenze e le contrarietà esistono affinché sia manifestata la santità di un'anima. Quando tornai a casa, entrai subito nella nostra cappella, per riposare un momento ed all'improvviso udii nell'anima queste parole: « Non aver paura di nulla, Io sono con te; queste questioni sono nelle Mie mani e Io le realizzerò secondo la Mia Misericordia, e niente si può opporre alla Mia volontà ». ANNO 1935. VIGILIA DI NATALE. Fin dal mattino il mio spirito fu immerso in Dio. La Sua presenza mi penetrò da una parte all'altra. Verso sera, prima di cena, entrai un momento in cappella, per scambiare l'oplatek con coloro che sono lontano, che Gesù ama molto ed ai quali io debbo molta riconoscenza. Quando scambiai l'oplatek in spirito con una certa persona, udii nell'anima queste parole: « Il suo cuore per Me è il paradiso in terra». Quando uscii dalla cappella, in un attimo m'investì l'onnipotenza di Dio. Compresi allora quanto Dio ci ama. Oh, se le anime potessero rendersi conto di ciò e comprenderlo almeno in parte! IL GIORNO DI NATALE. La Messa di mezzanotte. Durante la santa Messa ho visto di nuovo il Bambino Gesù, straordinariamente bello, che allungava sorridendo le Sue manine verso di me. Dopo la santa Comunione ho sentito queste parole: « Io sono sempre nel tuo cuore, non solo nel momento in cui Mi accogli nella santa Comunione, ma sempre ». Ho vissuto queste feste in una grande gioia. O Santissima Trinità, Dio eterno, il mio spirito annega nella Tua bellezza; i secoli per Te sono nulla, Tu sei sempre lo stesso. Oh, quanto è grande la Tua Maestà! Gesù, quale è il motivo per cui nascondi la Tua Maestà, hai abbandonato il trono del cielo e dimori in mezzo a noi? Il Signore mi rispose: « Figlia Mia, l'amore Mi ha condotto qui e l'amore Mi trattiene. Figlia Mia, se sapessi che grande merito e ricompensa ha un atto di puro amore verso di Me, moriresti dalla gioia. Lo dico affinché ti unisca continuamente a Me per mezzo dell'amore, poiché questo è lo scopo della vita della tua anima; questo atto consiste in un atto di volontà. Sappi che un'anima pura è umile; quando ti umilii e ti annienti davanti alla Mia Maestà, allora t'inseguo con le Mie grazie, faccio uso della Mia onnipotenza per innalzarti ». Una volta che il confessore mi aveva dato per penitenza da recitare un «Gloria Patri », la cosa mi prese moltissimo tempo; ogni tanto cominciavo e non arrivavo a finire, poiché il mio spIrito stava unendosi a Dio e non riuscivo ad esser presente a me stessa. Infatti certe volte, nonostante la mia volontà, vengo investita dall'onnipotenza di Dio e sono tutta immersa in Lui tramite l'amore, ed in quei casi non so quello che avviene attorno a me. Quando dissi al confessore che quella breve preghiera mi prendeva talvolta moltissimo tempo e che certe volte non riuscivo a recitarla, il confessore mi disse di recitarla subito lì, nel confessionale. il mio spirito però era immerso in Dio e non riuscivo a pensare a quello che volevo, nonostante cercassi di sforzarmi. Allora il confessore mi disse: « La reciti con me ». Ripetei parola per parola, ma mentre ripetevo ogni parola, il mio spirito si immergeva nella Persona che avevo nominato. Una volta, parlando di un certo sacerdote, Gesù mi disse che questi anni sarebbero stati l'ornamento dei suoi anni di sacerdozio; i giorni della sofferenza sembrano sempre più lunghi, ma anch'essi passeranno, benché procedano così lentamente, che talvolta ci sembra che vadano quasi indietro, ma la loro fine verrà presto e poi ci sarà la gioia eterna ed inesprimibile. L'eternità... chi riesce a concepire ed a comprendere anche solo quest'unica parola che proviene da Te, o Dio ineffabile, cioè l'eternità? So che le grazie che mi concede Dio sono talvolta esclusivamente per certe anime. Questa consapevolezza mi dà una grande gioia, mi rallegro sempre del bene delle altre anime, come se lo possedessi io stessa. Una volta il Signore mi disse: « Mi feriscono di più le piccole imperfezioni delle anime elette, che i peccati delle anime che vivono nel mondo ». Mi rattristai molto per il fatto che Gesù dovesse soffrire a causa delle anime elette, ma Gesù mi disse: « Non finisce con queste piccole imperfezioni, ti rivelo un segreto del Mio Cuore, quello che soffro da parte delle anime elette: l'ingratitudine per tante grazie è il nutrimento continuo per il Mio Cuore da parte delle anime elette. Il loro amore è tiepido, il Mio Cuore non può sopportarlo, queste anime Mi costringono a respingerle da Me. Altre non hanno fiducia nella Mia bontà e non vogliono mai gustare la dolce intimità nel proprio cuore, ma Mi cercano chissà dove, lontano, e non Mi trovano. Questa mancaaza di fiducia nella Mia bontà è quella che Mi ferisce maggionmente. Se la Mia morte non vi ha convinti del Mio amore, che cosa vi convincerà? Spesso un'anima Mi ferisce mortalmente e in tal caso nessuno Mi consola. Fanno uso delle Mie grazie per offenderMi. Ci sono delle anime che disprezzano le Mie grazie e tutte le dimostrazioni del Mio amore; non vogliono ascoltare i Miei richiami ma vanno nell'abisso infernale. La perdita di queste anime, Mi procura una tristezza mortale. In questo caso, benché sia Dio, non posso aiutare in nulla l'anima, poiché essa Mi disprezza; essendo libera Mi può disprezzare, oppure Mi può amare. Tu, dispensatrice della Mia Misericordia, parla a tutto il mondo della Mia bontà e così conforterai il Mio Cuore. Molte più cose ti dirò, quando parlerai con Me nel profondo del tuo cuore; lì nessuno può ostacolare la Mia azione, lì riposo come in un orto chiuso». L'interno della mia anima è come un grande e magnifico mondo, in cui abita Iddio insieme a me. All'infuori di Dio nessun altro può accedervi. All'inizio di questa mia vita con Dio, ero oltremodo timorosa e cieca. il Suo bagliore mi aveva accecato e pensavo che Egli non fosse nel mio cuore, eppure erano momenti nei quali Iddio lavorava nella mia anima e l'amore diveniva più puro e più forte ed il Signore portò la mia volontà alla più stretta unione con la Sua santa volontà. Nessuno può comprendere quello che sto vivendo in questo magnifico palazzo della mia anima, dove dimoro continuamente col mio Amato. Nessuna cosa esterna mi ostacola nei rapporti familiari con Dio; anche se usassi i termini piu incisivi, questo e questo, non esprimerei nemmeno l'ombra di quello che prova la mia anima inebriata di felicità e d'amore inesprimibile, così grande e puro, quale è la sorgente dalla quale proviene, cioè Dio stesso. L'anima è totalmente imbevuta di Dio da parte a parte, lo sento fisicamente ed il corpo partecipa a questa gioia; sebbene capiti che le ispirazioni di Dio siano diverse nella stessa anima, tuttavia provengono dalla stessa identica fonte. Una volta vidi Gesù assetato e sul punto di svenire e mi disse: « Ho sete». Quando porsi l'acqua al Signore, la prese ma non bewe e scomparve subito. Era vestito come durante la Passione. “Quando rifletti su quello che ti dico nel profondo del cuore, ne ricavi un vantaggio maggiore di quello che avresti leggendo molti libri. Oh! se le anime volessero ascoltare la Mia voce, quando parlo nel profondo dei loro cuori, in breve tempo giungerebbero al massimo della santità”. 8.1.1936. Quando andai dall'Arcivescovo e gli dissi che Gesù voleva da me che pregassi per impetrare la Misericordia divina per il mondo e che sorgesse una congregazione che impetrasse la Misericordia divina per il mondo e lo pregai perché mi concedesse l'autorizzazione per tutto quello che Gesù voleva da me, l'Arcivescovo mi disse queste parole: « Per quanto riguarda le preghiere, sorella, l'autorizzo, anzi l'esorto a pregare il più possibile per il mondo e ad impetrare per esso la Misericordia di Dio, poiché tutti abbiamo bisogno di Misericordia e certamente anche il confessore non le impedisce di pregare secondo questa intenzione. Per quanto riguarda questa congregazione attenda, sorella, che le cose si dispongano un po' più favorevolmente. Questa faccenda per sé è buona, ma non bisogna affrettarsi; se è volontà di Dio, un po' prima o un po' dopo si farà. Per qual motivo non dovrebbe esserci? Dopotutto ci sono tante diverse congregazioni, quindi anche questa sorgerà, se Dio lo vuole. La prego di stare pienamente tranquilla; il Signore può tutto. Procuri di stare strettamente unita a Dio e stia di buon animo ». Queste parole mi procurarono una grande gioia. Dopo che avevo lasciato l'Arcivescovo, udii nell'anima queste parole: « Per confermare il tuo spirito parlo attraverso i Miei rappresentanti, in conformità di quello che esigo da te, ma sappi che non sarà sempre così. Ti contrasteranno in molte cose e per questo si manifesterà in te la Mia grazia e che questa faccenda è Mia, ma tu non aver paura di nulla, Io sono sempre con te. Sappi ancora questo, figlia Mia, che tutte le creature, sia che lo sappiano, sia che non lo sappiano, sia che vogliano, sia che non vogliano, fanno sempre la Mia volontà». Una volta vidi all'improvviso Gesù che aveva un aspetto di grande Maestà e mi disse queste parole: « Figlia Mia, se vuoi creo in questo momento un nuovo mondo più bello di questo e passerai in esso il resto dei tuoi giorni ». Risposi: « Non voglio nessun mondo, io voglio Te, Gesù, voglio amarTi con lo stesso amore col quale Tu ami me, di una cosa Ti supplico, rendi il mio cuore capace di amarTi. Mi stupisco molto, Gesù mio, che Tu mi abbia fatto una simile domanda, infatti che ne farei di questi mondi, anche se me ne offrissi mille? Che profitto ne avrei? Tu sai bene, Gesù, che il mio cuore muore di nostalgia per Te; tutto quello che è al di fuori di Te, per me è nulla ». In quel preciso momento non vidi più nulla, ma una forza strana avvolse la mia anima ed un fuoco misterioso si accese nel mio cuore ed entrai in una specie di agonia per Lui ed inaspettatamente udii queste parole: « Con nessun'anima mi unisco, così intimamente e in questo modo, come con te, e questo per la profonda umiltà e l'amore ardente che hai per Me ». Una volta udii nell'anima queste parole: « Ho presente ogni palpito del tuo cuore; sappi, figlia Mia, che un solo tuo sguardo verso qualcun altro, Mi ferirebbe più di molti peccati commessi da un'altra anima ». L'amore scaccia la paura dall'anima. Da quando ho cominciato ad amare Iddio con tutto il mio essere, con tutta la forza del mio cuore, da quel momento è scomparsa la paura e, benché mi si parli in qualunque modo della Sua giustizia, non ho alcun timore di Lui, perché L'ho conosciuto bene. Dio è amore ed il Suo Spirito è la pace. Ed ora vedo che le mie azioni scaturite dall'amore, sono più perfette delle azioni che ho compiuto per timore. Ho posto la mia fiducia in Dio e non temo nulla, mi affido completamente alla Sua santa volontà, faccia di me quello che vuole, io in ogni caso Lo amerò sempre. Quando mi accosto alla santa Comunione, prego e supplico il Salvatore di voler frenare la mia lingua, affinché non offenda mai l'amore del prossimo. O Gesù, Tu sai quanto io desideri ardentemente nascondermi, affinché nessuno mi conosca, eccetto il Tuo dolcissimo Cuore. Desidero essere una modesta violetta nascosta tra l'erba, sconosciuta in un magnifico giardino recintato, dove crescono magnifiche rose e gigli. La bella rosa e lo stupendo giglio si vedono da lontano, ma per vedere la piccola violetta bisogna abbassarsi molto, solo il profumo la fa scoprire. Oh, come sono contenta di potermi nascondere così! O mio Sposo Divino, il fiore del mio cuore ed il profumo del mio amore puro sono per Te. La mia anima è immersa in Te, o Dio eterno. Dal momento in cui Tu stesso mi hai attratto verso di Te, o mio Gesù, più Ti conosco più ardentemente Ti desidero. Ho appreso nel cuore di Gesù che in paradiso, per le anime elette, c'è un paradiso a parte dove non possono entrare tutti, ma solo le anime elette. Una felicità inconcepibile nella quale sarà immersa l'anima. O Dio mio, non riesco proprio a descrivere questo nemmeno in minima parte. Le anime sono imbevute della Sua Divinità, passano da bagliore a bagliore in una luce immutabile, ma mai monotona, sempre nuova, ma che non cambia mai. O SS.ma Trinità, fatti conoscere alle anime! O mio Gesù, non c'è nulla di meglio per un'anima delle umiliazioni. Nel disprezzo c'è il segreto della felicità, quando l'anima viene a conoscere che è una nullità, la miseria personIficata e che tutto quello che ha di buono in sé, è esclusivamente dono di Dio. Quando l'anima si avvede che tutto quello che ha in sé le è stato dato gratuitamente e che di suo c'è solo la miseria, questo la mantiene continuamente umile davanti alla Maestà di Dio e Dio, vedendo l'anima in tale disposizione, l'insegue con le Sue grazie. Quando l'anima si sprofonda nell'abisso della sua miseria, Dio fa uso della Sua onnipotenza per innalzarla. Se c'è sulla terra un anima veramente felice, questa è soltanto un'anima veramente umile. All'inizio l'amor proprio soffre molto per questo motivo, ma Iddio, dopo che l'anima ha affrontato valorosamente ripetuti combattimenti, le elargisce molta luce, con la quale essa viene a conoscere quanto tutto sia misero e pieno di illusioni. Nel suo cuore c'è soltanto Iddio. Un'anima umile non ha fiducia in se stessa, ma pone la sua fiducia in Dio. Dio difende l'anima umile e Lui stesso s'introduce nelle sue cose segrete ed è allora che l'anima esperimenta la più grande felicità, che nessuno può comprendere. Una volta di sera venne da me una delle Suore defunte, che in precedenza era già stata da me alcune volte. Quando l'avevo vista la prima volta era in uno stato di grande sofferenza, poi man mano venne in condizioni di sempre minor sofferenza e quella sera la vidi splendente di felicità e mi disse che era già in paradiso. Mi disse inoltre che Dio aveva provato con quella tribolazione questa casa, poiché la Madre Generale aveva dubitato non prestando fede a quello che avevo detto di quest'anima. Ma adesso, in segno che solo ora è in paradiso, Iddio benedirà questa casa. Poi mi si avvicinò e mi abbracciò affettuosamente e disse: « Ora debbo andare ». Compresi quanto è stretto il legame che intercorre fra queste tre tappe della vita delle anime, cioè fra la terra, il purgatorio e il paradiso. Ho notato parecchie volte che Dio ha sottoposto a prove delle persone per il fatto che, come mi dice, non Gli piace l'incredulità. Una volta quando notai che Dio stava per provare un certo arciprete, che era mal disposto e non credeva a questa causa, ne fui addolorata e pregai Dio per lui ed il Signore gli alleviò le sofferenze. A Dio dispiace molto la diffidenza verso di Lui e per tale motivo alcune anime perdono molte grazie. La diffidenza di un'anima ferisce il Suo dolcissimo Cuore, che è pieno di bontà e di amore inesprimibile per noi. C'è una grande differenza col dovere del sacerdote, che talvolta non deve credere per poter accertare a fondo la veridicità dei doni o quelle grazie in una data anima; e quando lo fa per poter convincere meglio un anima e condurla ad una più profonda unione con Dio, ne avrà una grande, incalcolabile ricompensa. Ma non dare alcun peso e diffidare delle grazie di Dio in un'anima, per il solo fatto che non si riesce a sviscerarle ed a comprenderle col proprio cervello, questo non piace al Signore. Ho una gran pena per quelle anime che si imbattono in sacerdoti inesperti. Una volta un sacerdote mi chiese di pregare secondo la sua intenzione; promisi di pregare e chiesi una mortIficazione. Quando ottenni il permesso per una certa mortificazione, mi sentii spinta nell'anima a cedere a quel sacerdote per quel giorno tutte le grazie che la bontà di Dio mi aveva destinate. E pregai Gesù che si degnasse di mandare a me tutte le sofferenze e le tribolazioni esteriori ed interiori che quel sacerdote doveva soffrire quel giorno. Iddio accolse in parte questo mio desiderio e subito, non si sa come, cominciarono a venir fuori varie difficoltà e contrarietà, a tal punto che una delle Suore disse ad alta voce queste parole: « Il Signore deve entrarci in qualche modo in questa faccenda, poiché tutti ce l'hanno contro Suor Faustina ». I fatti riportati erano talmente infondati, che alcune suore li sostenevano ed altre li negavano ed io in silenzio li offrivo per quel sacerdote. Ma non finì qui; provai sofferenze interiori. Dapprima fui presa da un'indisposizione e da un'avversione verso le suore, poi uno strano dubbio cominciò a tormentarmi e non riuscii a concentrarmi per la preghiera, mentre varie questioni mi frullavano in testa dandomi preoccupazioni. Quando, vinta dalla stanchezza, entrai in cappella, un dolore misterioso compresse la mia anima e cominciai a piangere silenziosamente. Ad un tratto udii nell'anima questa voce: « Figlia Mia, perché piangi? Dopotutto ti sei offerta da sola per questa sofferenza. Sappi che quello che tu hai ricevuto per quell'anima, è una parte molto piccola. Egli soffre ancora di più ». E chiesi al Signore perché si comportasse a questo modo con lui. Ed il Signore mi rispose che lo faceva per la triplice corona che gli era stata destinata: della verginità, del sacerdozio e del martirio. E subito la gioia invase la mia anima, al pensiero della grande gloria che avrebbe ottenuto in paradiso. Allora recitai il Te Deum per questa particolare grazia di Dio, cioè per aver appreso che Iddio si comporta così con coloro che intende avere vicino a Sé. E pertanto sono niente tutte le sofferenze, in confronto a quello che ci attende in paradiso. Un giorno, dopo la nostra santa Messa, all'improvviso vidi il mio confessore che stava celebrando la santa Messa nella chiesa di San Michele, davanti all'immagine della Madonna. Era l'offertorio della santa Messa e vidi il Bambino Gesù che si stringeva a lui, come se fosse fuggito davanti a qualcuno e cercasse rifugio presso di lui. Tuttavia, quando giunse il tempo della santa Comunione, scomparve come al solito. Ad un tratto vidi la Madre SS.ma che Lo copri col suo manto e disse: « Coraggio, Figlio mio, coraggio, Figlio mio», e disse ancora qualche cosa che non mi riuscì di sentire. Oh! come desidero ardentemente che ogni anima esalti la Tua Misericordia. Felice l'anima che invoca la Misericordia del Signore! Proverà quello che il Signore ha detto e cioè che la difenderà come Sua gloria. E chi oserà combattere contro Dio? Ogni anima esalti la Misericordia del Signore con la fiducia nella Sua Misericordia, per tutta la vita, e specialmente nell'ora della morte. Anima cara, non aver paura di nulla, chiunque tu sia; quanto più grande è il peccatore, tanto maggiore è il diritto che ha alla Tua Misericordia, o Signore. O bontà incomprensibile, Iddio per primo si abbassa verso il peccatore. O Gesù, desidero esaltare la Tua Misericordia per migliaia di anime. So bene, o Gesù mio, che debbo parlare alle anime della Tua bontà, della Tua inesprimibile Misericordia. Una volta che una certa persona mi aveva chiesto di pregare per lei, quando m'incontrai col Signore, Gli dissi queste parole: « Gesù, io amo in modo particolare le anime che ami Tu». E Gesù mi rispose con queste parole: « Ed io concedo grazie particolari a quelle anime, per le quali tu intervieni presso di Me ». Gesù mi difende in modo misterioso, questa è veramente una grande grazia di Dio, che sto sperimentando da parecchio tempo. Una volta che si era ammalata gravemente, tanto che ne mori, una delle Suore e si era riunita tutta la Comunità, e c'era anche il sacerdote che diede l'assoluzione all'inferma, vidi all'improvviso una moltitudine di spiriti delle tenebre. In quel momento, dimenticandomi che ero in compagnia delle Suore, presi l'aspersorio e li spruzzai con acqua benedetta e scomparvero subito. Ma quando le Suore giunsero in refettorio, la Madre Superiora mi fece notare che non avrei dovuto aspergere l'ammalata in presenza del sacerdote, al quale appartiene tale funzione. Accettai l'ammonizione in spirito di penitenza, ma so per esperienza che l'acqua benedetta reca un grande sollievo al moribondi. Mio Gesù, Tu vedi quanto sono debole da sola, perciò dirigi Tu stesso tutte le mie questioni. Sappi, o Gesù, che io senza di Te non m'accosto nemmeno ad un problema, ma con Te affronto le cose più difficili. 29.1.1936. La sera, quando ero nella cella, ad un tratto vidi una grande luce e in alto in quella luce una grande croce grigioscura ed all'improvviso venni attratta vicino alla croce e l'osservai attentamente, ma non capii nulla e pregavo per comprendere cosa volesse significare. Improvvisamente vidi Gesù e scomparve la croce. Gesù era seduto su una grande luce, i suoi piedi e le gambe fino alle ginocchia erano immersi in quella luce in modo tale che io non li vedevo. Gesù si piegò verso di me, mi guardò amabilmente e mi parlò della volontà del Padre Celeste. Mi disse che « l'anima più perfetta e santa è quella che fa la volontà del Padre Mio, ma tali anime sono poche». Guarda con un amore particolare l'anima che vive secondo la Sua volontà. E Gesù mi disse che io adempio la volontà di Dio in modo perfetto, cioè perfettamente e disse: « Per questo Mi unisco a te in modo così particolare e intimo e tratto familiarmente con te ». Iddio avvolge col Suo indicibile amore l'anima che vive secondo la Sua volontà. Compresi quanto sia grande l'amore di Dio per noi, quanto Egli sia semplice benché incomprensibile, quanto sia facile trattare con Lui, benché la Sua Maestà sia così grande. Con nessuno ho tale facilità di rapporto e tale libertà, come con Lui; neppure una madre naturale con un figlio sinceramente affezionato si comprendono così, come l'anima mia con Dio. Mentre ero in questa unione col Signore, ho visto due persone e non mi fu nascosto il loro intimo; è triste lo stato di queste anime, ma ho fiducia che anche loro finiranno col glorificare la divina Misericordia. Nello stesso momento vidi anche una certa persona ed in parte lo stato della sua anima e le grandi prove che Iddio manda a quest'anima. Tali sofferenze riguardavano la sua mente, ed in una forma così acuta, che ne provai dispiacere e dissi al Signore: « Perché agisci così con lui? ». Ed il Signore mi rispose: « Per la sua triplice corona ». Ed il Signore mi fece anche conoscere quale ineffabile gloria attende l'anima che è simile a Gesù sofferente su questa terra. Tale anima sarà simile a Gesù anche nella gloria. Il Padre Celeste onora e stima le nostre anime in quanto vede in noi la somiglianza col Figlio Suo. Compresi che tale somiglianza a Gesù ci viene data qui, sulla terra. Vedo delle anime pure ed innocenti, sulle quali Iddio esercita la Sua giustizia e queste anime sono le vittime che sostengono il mondo e completano ciò che è mancato alla Passione di Gesù. Di queste anime non ce ne sono molte. Sono enormemente felice che Iddio mi abbia concesso di conoscere simili anime. O Santissima TrInità, o Dio Eterno, Ti ringrazio per avermi fatto conoscere la grandezza e la differenza dei gradi di gloria che dividono le anime. Oh, che grande differenza c'è fra un grado di più profonda conoscenza di Dio! Oh, se le anime potessero saperlo! O mio Dio, se potessi conquistarne uno in più, sopporterei volentieri tutti i tormenti che hanno patito i martiri tutti insieme. Per la verità tutti questi tormenti mi sembrano nulla in confronto alla gloria che ci attende per tutta l'eternità. O Signore, immergi la mia anima nell'oceano della Tua Divinità e fammi la grazia di conoscerTi, poiché più Ti conosco, più ardentemente Ti desidero ed il mio amore per Te si rafforza. Sento nella mia anima una voragine insondabile, che soltanto Dio può colmare. Mi sciolgo in Lui come una goccia nell'oceano. Il Signore si è abbassato sulla mia miseria, come un raggio di sole su di una terra arida e sassosa. E tuttavia sotto l'influsso dei Suoi raggi la mia anima si è ricoperta di verde, di fiori e di frutti ed è divenuta un bel giardino per il Suo riposo. O mio Gesù, nonostante le Tue grazie, sento e vedo tutta la mia miseria. Comincio la giornata lottando e la termino lottando, appena rimuovo una difficoltà, al suo posto ne sorgono dieci da superare, ma non m'affliggo per questo, poiché so bene che questo è il tempo della lotta non della pace. Quando l'asprezza della battaglia supera le mie forze, mi getto come una bimba nelle braccia del Padre Celeste ed ho fiducia che non perirò. O mio Gesù, sono tanto propensa al male e questo mi costringe ad una vigilanza continua su di me, ma nulla mi scoraggia, ho fiducia nella grazia di Dio, che abbonda dov'è la più grande miseria. Fra le più grandi difficoltà e contrarietà non perdo la serenità interiore, né all'esterno l'equilibrio e questo scoraggia gli avversari. La pazienza nelle contrarietà rafforza l'anima. 2.11.1936. Fin da quando mi svegliai la mattina al suono della campanella, s'impadronì di me una tale sonnolenza che, non riuscendo a svegliarmi del tutto, ricorsi all'acqua fredda e dopo due minuti la sonnolenza se ne andò. Quando giunsi alla meditazione, mi si affollò nella mente tutto un groviglio di pensieri insensati che mi fecero combattere per tutto il tempo della meditazione. Lo stesso avvenne durante le preghiere, ma quando usci la santa Messa nella mia anima stranamente regnò la quiete e la gioia. Ad un tratto vidi la Vergine SS.ma col Bambino Gesù ed il Nonno Santo,che era dietro la Madonna. La Madre Santissima mi disse: « Eccoti il Tesoro più prezioso ». E mi diede il Bambino Gesù. Appena presi il Bambino fra le braccia, scomparvero la Madonna e San Giuseppe e rimasi sola col Bambino Gesù. Gli dissi: « Io so che Tu sei il mio Signore e Creatore, benché sia così piccolo ». Gesù allungò le Sue braccine e mi guardò sorridendo. Il mio spirito era colmo di una gioia incomparabile. Gesù scomparve all'improvviso e la santa Messa era giunta al momento di accostarsi alla santa Comunione. Andai subito assieme alle suore a prendere la santa Comunione con l'anima ripiena della Sua presenza. Dopo la santa Comunione sentii nel mio intimo queste parole: « Io sono nel tuo cuore quello Stesso che hai tenuto in braccio ». Allora pregai il Signore per una certa anima, affinché le concedesse la grazia per la lotta e le togliesse quella prova. « Come chiedi, così sarà fatto, ma il suo merito non diminuirà ». Grande fu la gioia della mia anima vedendo quanto Dio è buono e misericordioso; Dio dà tutto quello che Gli chiediamo con fiducia. Dopo ogni colloquio col Signore, la mia anima viene singolarmente rafforzata, una quiete profonda regna nella mia anima e mi rende talmente coraggiosa, che non temo nulla al mondo; ho un solo timore, quello di rattristare Gesù. O Gesù mio, Ti supplico per la bontà del Tuo dolcissimo Cuore, si calmi il Tuo sdegno e mostraci la Tua Misericordia. Le Tue Piaghe siano il nostro scudo di fronte alla giustizia del Padre Tuo. Ti ho riconosciuto, o Dio, come sorgente di Misericordia, con cui si ravviva e si nutre ogni anima. Oh, quanto è grande la Misericordia del Signore, al di sopra di tutti i suoi attributi! La Misericordia è il più grande attributo di Dio; tutto ciò che mi circonda mi parla di questo. La Misericordia è la vita delle anime, la Sua compassione è inesauribile, O Signore, guarda verso di noi, comportaTi con noi secondo la Tua sconfinata pietà, secondo la Tua grande Misericordia. Una volta ebbi il dubbio che una cosa che m'era capitata avesse offeso gravemente Gesù. Siccome non ero in grado di rendermene conto, decisi di non accostarmi alla santa Comunione finché non mi fossi confessata, sebbene avessi immediatamente espresso il mio dolore per l'accaduto. Ho infatti l'abitudine di manifestare il mio dolore dopo ogni minima mancanza. Nei giorni in cui non mi accostai alla santa Comunione non avvertii la presenza di Dio, soffrii indicibilmente per questo motivo, ma lo sopportai come punizione per il peccato. Quando mi confessai, ricevetti un rimprovero, avrei potuto accostarmi alla santa Comunione, dato che quello che mi era capitato non era un impedimento a riceverla. Dopo la confessione, mi comunicai e tutto ad un tratto vidi Gesù che mi disse queste parole: « Sappi, figlia Mia, che per non esserti unita a Me nella santa Comunione, Mi hai procurato un dispiacere maggiore di quella piccola mancanza». Un giorno vidi una cappella e in essa sei suore che stavano accostandosi alla santa Comunione, amministrata dal nostro confessore, che era vestito con cotta e stola. In quella cappella non c’erano addobbi, né inginocchiatoi. Dopo la santa Comunione vidi Gesù nell'aspetto che ha nell'immagine. Gesù passò oltre e io Lo chiamai: «Come puoi, Signore, passare e non dir nulla? Io non faccio nulla senza di Te, devi rimanere con me e benedire me, questa Congregazione e la mia Patria ». Gesù fece un segno di croce e disse: « Non aver paura di nulla, Io sono sempre con te ». Negli ultimi due giorni, prima della Quaresima, avemmo un'ora di adorazione riparatrice assieme alle educande. Durante entrambe le ore vidi Gesù nell'aspetto che ha dopo la flagellazione e fui colpita da un dolore così acuto, che mi sembrava di provare nel corpo e nell'anima tutti quei tormenti. 1.III.1936. In questo giorno, durante la santa Messa, si è impossessata di me una forza misteriosa ed una smania che mi sollecita a dare inizio all'esecuzione dei desideri di Dio.Inoltre mi è stata data una comprensione così limpida delle cose che il Signore vuole da me, che per la verità se mi giustificassi dicendo che non capisco qualche cosa di quello che esige da me il Signore, mentirei. Il Signore infatti mi ha fatto conoscere la Sua volontà in maniera evidente e chiara e non ho per questo un'ombra di dubbio. Ed ho capito che sarebbe la più grande ingratitudine rimandare ancora questa questione, che il Signore vuole concludere per la Sua gloria e per il bene di un gran numero di anime, e si serve di me come di un povero strumento, per mezzo del quale deve realizzare il Suo eterno disegno di Misericordia. In verità sarebbe veramente ingrata la mia anima, se si opponesse più a lungo alla volontà di Dio. Ormai più nulla mi trattiene da ciò, né la persecuzione, né le sofferenze, né gli scherni, né le minacce, né le suppliche, né la fame, né il freddo, né le lusinghe, né le amicizie, né le contrarietà, né gli amici, né i nemici, né le cose che sto vivendo ora, né quelle che verranno, né l'odio dell'inferno. Nulla mi può impedire di compiere la volontà di Dio. Non faccio affidamento sulle mie forze, ma sulla Sua onnipotenza, poiché se mi ha fatto la grazia di conoscere la Sua santa volontà, mi concederà anche la grazia di poterla compiere. Non posso tralasciare di dire quanto si opponga a questa mia aspirazione la mia propria bassa natura, che avanza le sue pretese e provoca talvolta una lotta così accanita nella mia anima che, come Gesù nell'Orto degli Ulivi, così anch'io grido all'Eterno Padre: « Se è possibile, passi da me questo calice; tuttavia non quello che io voglio, ma quello che vuoi Tu, Signore. Sia fatta la Tua volontà ». Non è tutto segreto per me quello che dovrò passare, ma, con piena consapevolezza, accetto tutto quello che mi manderai, o Signore. Ho fiducia in Te, o Dio misericordioso e desidero mostrare io per prima, quella fiducia che esigi dalle anime. O Verità eterna, aiutami ed illuminami lungo le strade della vita e fa' che si adempia in me la Tua volontà. Non desidero nulla, solo fare la Tua volontà, o mio Dio; non importa se mi sarà facile o mi sarà difficile. Sento che una forza misteriosa mi spinge ad agire; una sola cosa mi trattiene, la santa obbedienza. O mio Gesù, mi sproni e dall'altra parte mi reggi e mi freni. O Gesù mio, anche in questo sia fatta la Tua volontà. In una situazione simile durai per alcuni giorni ininterrottamente, le forze fisiche cominciarono a venirmi meno. Benché non avessi detto nulla di ciò a nessuno, tuttavia quando la Madre Superiora notò la mia sofferenza, disse: « Ho notato che lei, sorella, è cambiata e molto pallida ». E mi raccomandò di andare a riposare prima e di riposare più a lungo ed ordinò che la sera mi portassero una tazza di latte caldo. Il suo cuore premuroso e veramente materno avrebbe voluto aiutarmi, però le cose esterne non influiscono sulle sofferenze dello spirito e non procurano molto sollievo. Nel confessionale attinsi forza e consolazione venendo a sapere che ormai non avrei atteso a lungo per intraprendere l'azione. Giovedì, quando andai nella cella, vidi sopra di me un'Ostia sacra in una grande luce. All'improvviso udii una voce, che mi sembrava uscisse da sopra l'Ostia: « In Essa sta la tua forza: Essa ti difenderà ». Dopo queste parole la visione scomparve, ma una forza misteriosa entrò nella mia anima ed una strana luce mi fece conoscere in che consiste il nostro amore verso Dio, e cioè nel fare la Sua volontà. O Santissima Trinità, o Dio eterno, desidero risplendere nella corona della Tua Misericordia, come una minuscola pietra, la cui bellezza dipende dalla luce del Tuo raggio e della Tua inimmaginabile Misericordia. Tutto ciò che c'è di bello nella mia anima, è Tuo, o Dio, io, per quanto ho di mio, sono sempre una nullità. All'inizio della Quaresima chiesi al mio confessore di assegnarmi una mortificazione per quel periodo ed ottenni quella di non ridurmi le vivande, ma di meditare durante i pasti sul fatto che Gesù in croce accettò aceto misto a fiele. « Questa sarà la mortificazione ». Non pensavo che ne avrei ritrovato un così grande vantaggio per la mia anima. Il vantaggio consiste nel fatto che medito continuamente sulla Sua dolorosa Passione e quando prendo i pasti, non distinguo quello che mangio, ma sono occupata a pensare alla morte del mio Signore. All'inizio della Quaresima chiesi anche che mi venisse cambiato l'esame particolare di coscienza ed ottenni questo: di compiere quello che faccio con la pura intenzione di riparare per i peccatori. Ciò mi mantiene in una continua unione con Dio e questa intenzione perfeziona le mie azioni, poiché tutto quello che faccio, lo faccio per le anime immortali. Tutte le pene e tutte le fatiche sono nulla, quando penso che servono a ricondurre a Dio delle anime di peccatori. Maria è la mia Maestra, che m'insegna sempre come vivere per Iddio. O Maria, il mio spirito s'illumina nella Tua mitezza e umiltà. Una volta che entrai in cappella per cinque minuti di adorazione e pregai per una certa persona, compresi che non sempre Dio accerta le nostre preghiere per quelle anime per le quali noi preghiamo, ma le destina per altre anime e non portiamo loro sollievo nelle pene che soffrono nel fuoco del purgatorio. La nostra preghiera però non va perduta. il rapporto confidenziale dell'anima con Dio. Iddio si avvicina all'anima in una maniera particolare, nota solo a Dio e all'anima. Nessuno si accorge di questa unione misteriosa; in questa unione primeggia l'amore e solo l'amore fa tutto. Gesù si dà all'anima in un modo soave, dolce, e nel Suo profondo c'è la quiete. Gesù le concede molte grazie e la rende capace di condividere i suoi pensieri eterni e talvolta rivela all'anima i suoi divini intendimenti. Quando il Padre Andrasz mi disse che sarebbe bene che nella Chiesa di Dio ci fosse un gruppo di anime che impetrassero la divina Misericordia, poiché in verità noi tutti abbiamo bisogno di questa Misericordia, dopo queste sue parole, una luce singolare penetrò nella mia anima. Oh, quanto è buono il Signore! 18.III.1936. Una volta chiesi a Gesù che cominciasse Lui stesso a fare il primo passo con qualche cambiamento, o con qualche fatto esterno, o che mi dimettessero, poiché io di mia iniziativa non sono in grado di abbandonare questa Congregazione ed in questo stato d'animo agonizzai per più di tre ore. Non riuscivo a pregare, ma sottomisi la mia volontà alla volontà di Dio. La mattina del giorno dopo la Madre Superiora mi disse: « Sorella, la Madre Generale la trasferisce a Varsavia ». Risposi alla Madre che forse non sarei andata, ma sarei uscita di li subito. Pensavo che quello fosse il segno esterno, per il quale avevo pregato Dio. La Madre Superiora non rispose a ciò, ma dopo un momento mi chiamò di nuovo e disse: « Sa una cosa, sorella? Lei intanto vada, non badi al viaggio sprecato, anche se dovesse ritornare indietro subito ». Risposi: « Va bene, andrò », quantunque il dolore mi lacerasse l'anima, poiché sapevo che, a causa di quella partenza, la questione sarebbe stata rinviata; nonostante tutto però, cerco sempre di essere obbediente. Verso sera, mentre pregavo, la Madonna mi disse: « La vostra vita deve essere simile alla Mia vita: silenziosa e nascosta; essere unite incessantemente a Dio e pregare per l'umanità e preparare il mondo per la seconda venuta di Dio ». Verso sera, durante la benedizione, la mia anima per un momento fu in contatto diretto con Dio Padre, sentii che ero fra le Sue braccia come una bimba e udii nel mio intimo queste parole: « Non temere nulla, figlia Mia, tutti gli avversari andranno in frantumi ai Miei piedi». Dopo queste parole entrarono nella mia anima una profondissima quiete ed uno stupendo silenzio interiore. Quando mi lamentai col Signore, perché mi toglieva quell'aiuto e sarei rimasta di nuovo sola e non avrei saputo come andare avanti, udii queste parole: « Non temere, io sono sempre con Te ». Dopo tali parole di nuovo una pace profonda entrò nella mia anima. La Sua presenza mi penetrò da una parte all'altra in modo sensibile. il mio spirito fu inondato di luce ed anche il corpo vi partecipò. La sera dell'ultimo giorno, in cui dovevo partire da Wilno, una suora già avanti negli anni, mi svelò lo stato della sua anima. Mi disse che soffriva interiormente già da un paio d'anni, che le sembrava che tutte le sue confessioni fossero state fatte male e che non era sicura che Gesù le aveva perdonato. Le chiesi se ne avesse parlato qualche volta al confessore. Mi rispose che già parecchie volte ne aveva parlato al confessore. « E i confessori mi dicono sempre di state tranquilla, io però soffro molto e nulla mi dà sollievo e mi sembra sempre che Dio non mi abbia perdonato ». Le risposi: « Lei, sorella, obbedisca al confessore e stia pienamente tranquilla, poiché si tratta certamente di una tentazione ». Ma essa con le lacrime agli occhi supplicò che chiedessi a Gesù se le aveva perdonato e se le sue confessioni erano state buone. Le risposi energicamente: « Lo chieda lei stessa, sorella, se non crede ai confessori ». Essa però mi prese per una mano e non voleva lasciarmi se prima non le avessi detto che avrei pregato per lei e le avessi riferito ciò che m'avrebbe detto di lei Gesù. E continuava a piangere amaramente e non intendeva lasciare la presa e mi disse: « Sorella, io so che Gesù le parla ». E non potendo liberarmi da lei, poiché m'aveva afferrato per le mani, le promisi che avrei pregato per lei. Verso sera, durante la benedizione, udii nell'anima queste parole: « Dille che la sua diffidenza ferisce il Mio Cuore più dei peccati che ha commesso ». Quando lo riferii a lei, si mise a piangere come una bambina ed una grande gioia entrò nella sua anima. Compresi che Dio desiderava consolare quell'anima per mio mezzo e perciò, benché la cosa mi costasse molto, appagai il desiderio di Dio. Quando entrai un momento in cappella quella stessa sera, per ringraziare Iddio per tutte le grazie che mi aveva concesso in quella casa, all'improvviso la presenza di Dio s'impadronì di me. Mi sentii come una bambina nelle mani del migliore dei padri ed udii queste parole: « Non aver paura di nulla; Io sono sempre con te ». il suo amore mi penetrò da parte a parte e sentii che entravo con Lui in una familiarità così intima, che non ho parole per esprimerla. Improvvisamente vidi accanto a me uno dei sette spiriti in aspetto luminoso, raggiante come l'avevo visto in precedenza continuamente vicino a me quando andavo in treno. Vidi che su ogni chiesa, che si scorgeva passando, c'era un Angelo ma in uno splendore più tenue di quello dello spirito che mi accompagnava nel viaggio. Ed ognuno degli spiriti che custodivano i sacri edifici s'inchinava allo spirito che era accanto a me. A Varsavia, appena entrai nella portineria del convento, lo spirito spari. Ringraziai Dio per la Sua bontà, dato che ci dà degli angeli per compagni. Oh, quanto poco la gente pensa a questo, che ha sempre presso di sé un tale ospite e nello stesso tempo un testimone di tutto! Peccatori, ricordate che avete un testimonio delle vostre azioni! O mio Gesù, la Tua bontà supera ogni intelligenza e nessuno esaurirà mai la Tua Misericordia. Perdizione per l'anima che vuole perdersi, poiché per chi desidera salvarsi, per lui c'è il mare inesauribile della Misericordia del Signore. Come può un piccolo recipiente contenere in sé un mare insondabile? Quando mi accomiatai dalle suore e stavo già per partire, una delle suore si scusò molto con me, per avermi aiutato così poco nell'impegno che avevo, e non solo per non avermi aiutato, ma perché aveva sempre cercato di rendermelo difficoltoso. Io però dentro di me l'avevo considerata una grande benefattrice, perché mi esercitava nella pazienza. Mi esercitava a tal punto che una delle suore anziane si era espressa così: « Suor Faustina, o è stupida, o è santa, poiché, a dir la verità, una persona normale non sopporterebbe che qualcuno le faccia dispetti in continuazione ». Io d'altronde mi ero sempre avvicinata a lei con cortesia. Quella suora si era talmente ostinata a mettermi i bastoni fra le ruote nel mio lavoro che, nonostante il mio impegno, era riuscita talvolta a guastare qualcosa di ciò che era stato fatto bene, come mi confessò essa stessa accomiatandosi e chiedendomi molte scuse. Non volli entrare nel merito delle sue intenzioni, ma presi la cosa come una prova di Dio... Rimango enormemente stupita, per il fatto che si possa avere un 'invidia tanto grande. Io vedendo il bene di qualcuno, me ne rallegro come se lo possedessi io stessa; la gioia degli altri è la mia gioia, e la sofferenza degli altri è la mia sofferenza, poiché se fosse diversamente non oserei aver rapporti con Gesù. Lo spirito di Gesù è sempre semplice, mite, sincero; ogni malignità, invidia, ogni mancanza di benevolenza occultata sotto un sorriso di compiacenza, è un diavoletto malizioso. Una parola dura, ma che provenga da un amore sincero, non ferisce il cuore. 22.III.1936. Arrivata a Varsavia, entrai un momento nella piccola cappellina a ringraziare il Signore per aver fatto un buon viaggio. Inoltre Lo pregai di concedermi l'aiuto e le grazie per tutto ciò che qui mi attendeva, affidandomi in tutto alla Sua santa volontà. Udii queste parole: «Non temere nulla, tutti gli ostacoli servono a far realizzare la Mia volontà ». Il 23 marzo. La mattina, durante la meditazione, m'investì la presenza di Dio in maniera particolare, mentre riflettevo sulla grandezza incommensurabile di Dio e nello stesso tempo sul Suo abbassarsi fino ad una creatura. Ad un tratto vidi la Madonna che mi disse: « Oh, quanto è cara a Dio l'anima che segue fedelmente l'ispirazione della Sua grazia! Io ho dato al mondo il Salvatore e tu devi parlare al mondo della Sua grande Misericordia e preparare il mondo alla Sua seconda venuta. Egli verrà non come Salvatore misericordioso, ma come Giudice Giusto. Oh, quel giorno sarà tremendo! E’ stato stabilito il giorno della giustizia (cfr. At 17,31), il giorno dell'ira di Dio davanti al quale tremano gli angeli. Parla alle anime di questa grande Misericordia, fino a quando dura il tempo della pietà. Se tu ora taci, in quel giorno tremendo dovrai rispondere di un gran numero di anime. Non aver paura di nulla; sii fedele fino alla fine. Io ti accompagno con la mia tenerezza ». Quando giunsi a Walendow, una Suora alutandomi mi disse: «Adesso che è arrivata qui lei, sorella, le cose andranno tutte bene ». La domandai, e Perché dice questo, sorella? ». Ed essa mi rispose che lo sentiva dentro di sé. Quella cara anima è piena di semplicità e molto amata dal Cuore di Gesù. Effettivamente quella casa era in condizioni di estremo disagio... Non starò qui a ricordare tutto. La confessione. Mentre mi preparavo alla confessione, dissi a Gesù nascosto nei SS.mo Sacramento: « Gesù, Te ne prego, parlami per bocca di questo sacerdote e per me il segno sarà questo: egli naturalmente non sa nulla del fatto che Tu, o Gesù, vuoi da me questa fondazione della Misericordia. Fa' in modo che mi dica qualche cosa sulla Misericordia ». Quando mi accostai al confessionale e cominciai la confessione, il sacerdote m'interruppe la confessione e cominciò a parlare della grande Misericordia di Dio e lo fece con tale vigore che non m'era mai capitato di sentirlo a quel modo e poi mi chiese: e Lo sa che la Misericordia del Signore è al di sopra di tutte le Sue opere, che è il coronamento delle Sue opere? ». Ed io ascoltai attentamente quelle parole che il Signore mi disse per bocca di quel sacerdote. Benché io creda che sempre in confessionale Iddio parli per bocca del sacerdote, in quel caso però l'ho constatato in modo singolare. Benché non avessi svelato nulla della vita di Dio che c'è nella mia anima, e mi fossi accusata solo delle mancanze commesse, tuttavia quel sacerdote mi disse molto di sua iniziativa di quello che c'è nella mia anima e fra l'altro che ero tenuta ad essere fedele alle ispirazioni di Dio. Mi disse: “Andrà attraverso la vita in compagnia della Madonna, che ha risposto fedelmente ad ogni ispirazione di Dio”. O mio Gesù, chi riuscirà a comprendere la Tua bontà? O Gesù, allontana da me i pensieri che non concordano con la Tua volontà. Riconosco che nulla mi lega più a questa terra, se non quest'opera della Misericordia. Giovedì. Durante l'adorazione serale, ho visto Gesù flagellato e torturato, che mi ha detto: “Figlia Mia, desidero che fin nelle più piccole cose dipenda dal confessore. I tuoi più grandi sacrifici non Mi piacciono, se li compi senza il permesso del confessore, mentre al contrario il più piccolo sacrificio ha una grande importanza ai Miei occhi, se è fatto col permesso del confessore. Le più grandi opere sono senza importanza ai Miei occhi se sono frutto del proprio arbitrio, e spesso non s'accordano con la Mia volontà e meritano piuttosto un castigo e non un premio; mentre la tua più piccola azione fatta col permesso del confessore, è gradita ai Miei occhi e Mi è immensamente cara. Convinciti bene di questo per sempre. Vigila incessantemente, poiché tutto l'inferno si sta impegnando in tutti modi contro di te, a causa di quest'opera, poiché molte anime si allontaneranno dalla bocca dell'inferno e glorificheranno la Mia Misericordia. Ma non temere nulla, poiché Io sono con te; sappi che da sola non puoi fare nulla”. Il primo venerdì del mese, prima della Comunione, vidi una grande pisside piena di Ostie consacrate. Una mano posò quella pisside vicino a me e la presi in mano. In essa c'erano mille Ostie viventi. Ad un tratto udii una voce: « Queste Ostie sono ricevute dalle anime, per le quali hai ottenuto la grazia di una sincera conversione durante questa Quaresima ». Ed eravamo ad una settimana prima del Venerdì Santo. Trascorsi quel giorno in un profondo raccoglimento interiore, annientandomi per il bene delle anime. Oh, che gioia annientarsi a vantaggio delle anime immortali! So che il chicco di grano, per diventare alimento, deve essere distrutto e stritolato fra le macine, così anch'io, affinché diventi utile alla Chiesa ed alle anime, devo essere annientata, benché nessuno all'esterno si accorga del mio sacrificio. O Gesù, voglio essere nascosta all'esterno come quest'ostia, nella quale l'occhio non distingue nulla e anch'io sono un'ostia consacrata a Te. La Domenica delle Palme. In questa domenica ho sperimentato in modo particolare i sentimenti del dolcissimo Cuore di Gesù. Il mio spirito era là dov'era Gesù. Ho visto Gesù seduto sull'asinello, e i discepoli ed una grande folla che andava assieme a Gesù tutta festante con dei rami in mano. Ed alcuni li gettavano sotto i piedi dove passava Gesù, ed altri tenevano i rami in alto agitandosi e saltando davanti al Signore e non sapevano che fare dalla gioia. E vidi un'altra folla che usciva incontro a Gesù, anche loro coi volti sorridenti e con rami in mano e gridavano in continuazione dalla gioia e c'erano anche dei bambini piccoli, ma Gesù era molto serio. Ed il Signore mi fece conoscere quanto soffri in quelle circostanze. E in quel momento non vidi nient'altro all'infuori di Gesù che aveva il cuore gonfio per l'ingratitudine. La confessione trimestrale. Il Padre Bukowski. Quando una misteriosa forza interiore mi sollecitò nuovamente, affinché non rinviassi oltre questa causa, non trovando pace, ne parlai al confessore Padre Bukowski, dicendogli che ormai non potevo attendere più a lungo. Il Padre mi rispose: «Sorella, questa è un'illusione, Gesù non può esigere questo, lei ha i voti perpetui, è tutta un'illusione. Lei, sorella, sta inventando qualche eresia ». E gridava contro di me quasi con tutta la voce che aveva. Chiesi se era tutto illusione. Mi rispose: «Tutto ». « E allora come debbo comportarmi d'ora innanzi, la prego di dirmelo ». « Ecco qua, lei, sorella, non deve seguire nessuna ispirazione, deve distrarsi, non badare affatto a quello che udrà nell'anima, cercare di adempiere bene i propri doveri esterni e non pensare per niente a queste cose, vivere in completa distrazione Risposi: « Va bene, poiché finora mi sono regolata secondo la mia coscienza; ma ora, dato che lei mi ordina di non far caso al mio intimo, non lo farò ». E disse: « Se Gesù le dirà di nuovo qualche cosa, la prego di riferirmela, ma lei non deve farla ». Risposi: « Cercherò di essere obbediente ». Non so da dove il Padre abbia preso tanta severità. Quando m'allontanai dal confessionale, tutto un groviglio di pensieri oppresse la mia anima. A che scopo essere sincera? In fin dei conti, quello che ho detto non sono peccati e perciò non ero obbligata a parlarne al confessore. E ancora, com'è bello che non devo più badare al mio intimo, purché vadano bene le cose all'esterno. Ora non ho più bisogno di badare a niente. In realtà fin da ora non dovrò più seguire certe voci interiori, che talvolta mi costano tante umiliazioni. Ma di nuovo un misterioso dolore compresse la mia anima: allora non potrò più trattare familiarmente con Colui al quale anelo così ardentemente? Colui che è tutta la forza della mia anima? Cominciai a gridare: « Da chi andrò, o Gesù? ». Ma dal momento della proibizione del confessore, delle fitte tenebre son cadute sulla mia anima. Ho paura di sentire qualche voce interiore, per non infrangere la proibizione del confessore, d'altra parte agonizzo di nostalgia per Iddio. Il mio intimo è dilaniato, non avendo la mia volontà, ma sono affidata totalmente a Dio. Questo avveniva il Mercoledì Santo, la sofferenza aumentò maggiormente il Giovedì Santo. Quando giunsi alla meditazione, entrai in una specie di agonia, non sentivo la presenza di Dio, ma tutta la giustizia di Dio gravava sopra di me. Mi vidi quasi annientata per i peccati del mondo. Satana cominciò a scherzarmi: « Ecco qua, d'ora in poi non ti interesserai più di anime. Vedi che ricompensa ne hai. Nessuno ti crederà che questo lo vuole Gesù. Guarda come soffri adesso e quello che soffrirai ancora. Dopo tutto, il confessore ti ha liberato fin d'ora da tutto questo ». Adesso posso vivere come mi pare, purché vada bene all'esterno. Questi pensieri terribili mi tormentarono per un'ora intera. Quando s'avvicinò il momento della santa Messa un dolore mi strinse il cuore: io dovrei uscire dalla Congregazione? E dato che il Padre mi ha parlato di eresia, dovrei staccarmi dalla Chiesa? Con voce interiore e dolorosa gridai al Signore: « Gesù, salvami! ». Ma nemmeno un raggio di luce entrò nella mia anima e sentii che le forze mi abbandonavano, come se avvenisse la separazione del corpo dall'anima. Mi sottomisi alla volontà di Dio e ripetei: avvenga di me, o Dio, quello che hai stabilito, ormai in me non c'è più nulla di mio. All'improvviso s'impossessò di me la presenza di Dio e mi penetrò da una parte all'altra fino al midollo delle ossa. Era il momento di accostarsi alla santa Comunione. Un istante dopo la santa Comunione persi la cognizione di tutto ciò che mi circondava e del luogo dove mi trovavo. Ad un tratto vidi Gesù, così come è dipinto nell'immagine, che mi disse: « Dì al confessore che quest'opera è Mia e Mi servo di te come di un misero strumento». E dissi: « Gesù, io non posso far nulla di quello che mi ordini, poiché il confessore mi ha detto che tutto questo è un'illusione e non debbo dar retta ai Tuoi ordini, io perciò non farò nulla di quello che ora mi raccomanderai. Scusami, Signore, ma a me non è permesso nulla, debbo ubbidire al confessore. Gesù, Ti chiedo perdono nel modo più sentito, Tu sai quello che sto soffrendo per questo motivo, ma purtroppo, Gesù, il confessore mi ha proibito di eseguire i Tuoi ordini». Gesù ascoltò con amabilità e soddisfazione queste mie argomentazioni e lamentele. Io pensavo che ciò avrebbe offeso molto Gesù e invece, al contrario, Gesù era contento e mi disse amabilmente: « Riferisci sempre al confessore tutto ciò che Io ti raccomando e quello di cui parlo con te e fa' soltanto quello per cui ottieni il permesso. Non ti turbare e non aver paura di nulla, Io sono con te ». La mia anima fu ripiena di gioia e svanirono tutti i pensieri che la tormentavano, mentre entrarono nell'anima la certezza ed il coraggio. Un momento dopo però fui investita dai tormenti che Gesù soffri nell'Orto degli Ulivi. Questo durò fino al venerdì mattina. Il venerdì sperimentai la Passione di Gesù, ma già in un modo diverso. In quel giorno giunse da noi da Derdy il Padre Bukowski. Una forza misteriosa mi ingiunse di andare a confessarmi e di dire tutto quello che mi era capitato e quello che mi aveva detto Gesù. Il Padre era completamente cambiato e mi disse: “Non abbia paura di nulla, sorella, non le capiterà nulla di male, poiché Gesù non lo permetterà. Dato che lei è obbediente e in questa disposizione d'animo, la prego di non preoccuparsi di nulla. Iddio troverà il modo di realizzare quest'opera, abbia sempre questa semplicità e sincerità e dica tutto alla Madre Generale. Quello che le avevo detto è stato per metterla in guardia, sorella, poiché capitano illusioni anche in persone sante. A queste cose può talvolta mischiarsi qualche suggerimento del diavolo, e proveniente alle volte anche da noi stessi, perciò deve essere prudente. Lei, sorella, continui a comportarsi come ha fatto finora. Lei ha visto che Gesù non si è adirato per questo. Può ripetere queste poche cose, che sono successe ora, al suo confessore fisso”. Una cosa l'ho capita, che debbo pregare molto per ogni confessore, perché lo Spirito Santo lo illumini, poiché quando mi accosto al confessionale e prima non ho pregato fervorosamente, il confessore mi capisce poco. Questo Padre mi esortò a pregare con fervore secondo questa intenzione, perché Dio faccia conoscere e comprendere meglio le cose che vuole da me. « Sorella, faccia una novena dietro l'altra e Dio non rifiuterà la grazia ». Venerdì Santo. Alle tre vidi Gesù Crocifisso che mi guardava e disse: « Ho sete ». Ad un tratto vidi che dal Suo costato uscirono gli stessi due raggi che sono nell'immagine. Nello stesso momento sentii nell'anima un gran desiderio di salvare le anime e di annientarmi per i poveri peccatori. Assieme a Gesù agonizzante mi offrii all'Eterno Padre per la salvezza del mondo. Con Gesù, per Gesù e in Gesù sono unita a Te, o Eterno Padre. Il Venerdì Santo, Gesù soffri in modo diverso nell'anima, da come aveva sofferto il Giovedì. La S. Messa della Resurrezione. 12.IV.1936. Quando entrai nella cappella, il mio spirito s'immerse in Dio, unico mio Tesoro. La Sua presenza mi inondò. O mio Gesù, o mio Maestro e Direttore spirituale, fortificami, illuminami in questi difficili momenti della mia vita; non attendo aiuto dagli uomini, ogni mia speranza è riposta in Te. Sento che sono sola di fronte alle Tue richieste, Signore. Nonostante i timori e l'avversione della natura, compio la Tua santa volontà e desidero compierla nella maniera più fedele per tutta la vita e nell'ora della morte. Gesù, con Te posso tutto, fa, di me quello che Ti piace, dammi soltanto il Tuo Cuore misericordioso e sarà sufficiente per me. O Gesù e Signore mio, aiutami, avvenga di me quello che hai stabilito prima dei secoli; sono pronta ad ogni cenno della Tua santa volontà. Illumina la mia mente, in modo che io possa conoscere qual è la Tua santa volontà. O Dio, che scruti nel profondo la mia anima, Tu lo sai che non desidero altro all'infuori della Tua gloria. O volontà divina, delizia del mio cuore, nutrimento della mia anima, luce del mio intelletto, forza onnipotente della mia volontà, poiché quando sono unita alla Tua volontà, Signore, la Tua potenza agisce in me e prende il posto della mia volontà. Ogni giorno cerco di compiere i desideri di Dio. O Dio incomprensibile, quanto è grande la Tua Misericordia! Oltrepassa ogni concezione umana ed angelica messe assieme. Tutti gli angeli e gli uomini sono usciti dalle viscere della Tua Misericordia. La Misericordia è il fiore dell'amore, Dio è amore, la Misericordia è la Sua azione, nell'amore ha il suo inizio, nella Misericordia la sua manifestazione. Ovunque io guardi, tutto mi parla della Sua Misericordia, anche la stessa giustizia di Dio mi parla della Sua infinita Misericordia, poiché la giustizia deriva dall'amore. Ad una parola faccio attenzione, e con quest'unica parola faccio sempre i conti e questa parola per me è tutto, di essa vivo e con essa muoio, essa è la santa volontà di Dio. Essa è il mio nutrimento quotidiano, tutta la mia anima è tesa ad ascoltare i desideri di Dio. Compio sempre quello che vuole Dio da me, sebbene qualche volta la mia natura frema e senta che la grandezza delle richieste supera le mie forze. So bene chi sono da me stessa, ma so anche quello che è la grazia di Dio che mi sostiene. 25.IV.1936. Walendòw. La sofferenza della mia anima quel giorno fu così acuta, come m'era capitato raramente. Fin dal mattino sentii quasi il distacco del corpo dall'anima, sentii che Dio mi penetrava da parte a parte, sentii tutta la giustizia di Dio in me, sentii che ero sola davanti a Dio. Pensai che una parola del direttore spirituale mi avrebbe tranquillizzata completamente. Ma che fare? Egli qui non c'era. Ad ogni modo decisi di cercare luce nella santa confessione. Quando svelai la mia anima, quel sacerdote ebbe paura di continuare ad ascoltare la mia confessione e questo mi provocò una sofferenza ancora maggiore. Quando avverto la timidezza di qualche sacerdote, non riesco ad ottenere affatto la tranquillità interiore, perciò ho deciso che farò in modo di rivelare la mia anima in tutto, dalle cose più grandi alla più piccola soltanto al direttore spirituale e di attenermi strettamente alle sue indicazioni. Ora comprendo che la confessione è soltanto la dichiarazione dei peccati, mentre la direzione spirituale è completamente un'altra cosa. Ma non voglio parlare di questo. Desidero raccontare una cosa singolare, che mi è capitata per la prima volta. Quando il confessore cominciò a parlarmi, non capii nemmeno una parola. All'improvviso vidi Gesù Crocifisso, che mi disse: «Cerca la forza e la luce nella mia Passione ». Terminata la confessione, meditai la tremenda Passione di Gesù e compresi che quello che soffrivo era nulla a confronto della Passione del Salvatore ed ogni anche più piccola imperfezione era stata la causa di quella tremenda Passione. Tutto ad un tratto la mia anima fu presa da un grande pentimento e solo allora sentii che ero nel mare sconfinato della Misericordia di Dio. Oh, quante poche parole ho per esprimere quello che ho vissuto! Sentii che ero come una goccia di rugiada assorbita nel profondo dell'oceano sconfinato della Misericordia di Dio.
19 giugno. Quando andammo dai Gesuiti per la processione del Sacro Cuore, durante i vespri, gli stessi raggi come sono dipinti nell'immagine, li vidi uscire dall'Ostia santissima. La mia anima fu presa da una grande nostalgia per Dio. Giugno 1936. Colloquio con Padre Andrasz. « Sappia che queste cose sono difficili e gravide di responsabilità. Il suo direttore principale è lo Spirito Santo. Noi possiamo soltanto indirizzare queste ispirazioni; ma il suo vero direttore è lo Spirito Santo. Se lei, sorella, di sua iniziativa ha deciso di uscire, io né glielo proibisco né glielo ordino, lei prenda la responsabilità per se stessa. Questo lo dico per lei, sorella, che può cominciare ad agire, è in condizioni di farlo, e quindi può. Queste sono cose verosimili, tutto quello che mi ha detto ora e in precedenza, quindi sono a suo favore, ma in tutto ciò deve essere molto prudente e pregare molto e chiedere lumi per me ». Durante la santa Messa, che celebrò il Padre Andrasz vidi il Bambino Gesù, che mi disse che dovevo dipendere in tutto da lui. «Non Mi piace alcuna azione fatta di proprio arbitrio, anche se ti fosse costata molti sforzi ». E così compresi questa dipendenza. O mio Gesù, Tu nel giorno del giudizio finale, chiederai conto di quest'opera della Misericordia. O Giudice giusto, ma anche mio Sposo, aiutami a compiere la Tua santa volontà. O Misericordia, virtù divina. O Misericordiosissimo Cuore di Gesù, mio Sposo, rendi il mio cuore simile al Tuo. 16 luglio. Oggi ho passato tutta la notte in preghiera. Ho meditato sulla Passione del Signore, e la mia anima è rimasta schiacciata dalla giustizia di Dio. La mano del Signore mi ha toccato. 17 luglio. O mio Gesù, Tu sai quali grandi contrarietà ho per questa causa, quante obiezioni debbo sopportare, quanti sorrisi ironici debbo accettare con serenità. Oh, da sola non riuscirei a sopportare tutto questo, ma con Te posso tutto, o mio Maestro. Oh, quanto dolorosamente ferisce un sorriso ironico, allorquando si è parlato con grande sincerità! 22 luglio. O mio Gesù, so che della grandezza dell'uomo danno testimonianza le opere, non le parole, né i sentimenti. Le opere che son venute da noi, queste parleranno di noi. Gesù mio, non permettermi di fantasticare, ma dammi il coraggio e la forza di compiere la Tua santa volontà. O Gesù, se vuoi lasciarmi nell'incertezza, anche fino alla fine della vita, sia per questo benedetto il Tuo Nome.
Giugno.
14 luglio. Alle tre ricevetti una lettera. O Gesù, Tu Solo sai quello che soffro, ma tacerò e non parlerò a creatura vivente, poiché so che nessuna può consolarmi. Tu sei tutto per me, o Dio, e la Tua santa volontà è il mio nutrimento, vivo già ora di quello di cui vivrò nell'eternità. Ho una grande venerazione per San Michele Arcangelo, egli non ebbe esempi nel compiere la volontà di Dio, e tuttavia esegui fedelmente i desideri di Dio.
16 luglio. Imparo ad essere buona da Gesù, da Colui che è la bontà stessa, affinché possa essere chiamata figlia del Padre Celeste. Oggi prima di mezzogiorno mi è capitato un grande dispiacere. In tale sofferenza ho cercato di unire la mia volontà alla volontà di Dio ed ho adorato Iddio col silenzio. Nel pomeriggio sono andata per cinque minuti all'adorazione, all'improvviso mi sono accorta che la piccola croce che ho sul petto, era viva e Gesù mi ha detto: « Figlia Mia, la sofferenza sarà per te il segno che Io sono con te ». Dopo queste parole una grande commozione entrò nella mia anima. O Gesù, o mio Maestro e Direttore spirituale, solo con Te riesco a parlare, con nessun altro è per me così facile il colloquio, come con Te, o Dio. Nella vita spirituale mi terrò sempre stretta alla mano del sacerdote. Della vita dell'anima e delle sue necessità parlerò soltanto col confessore.
13 agosto. Per tutto il giorno sono stata tormentata da terribIli tentazioni. Delle bestemmie premevano contro le mie labbra e provavo un avversione per tutto ciò che è santo e divino, ma lottai per tutta la giornata. Verso sera cominciò a sopraffarmi un'idea: « Perché parlare di ciò al confessore? Egli si metterà a ridere per questo ». L'avversione e lo sconforto s'impadronirono della mia anima e mi sembrava che in tale stato non potessi in nessun modo accostarmi alla santa Comunione. Un dolore così acuto colpi la mia anima, che per poco non gridai a gran voce in cappella. Tuttavia mi accorsi che c'erano le suore e decisi di andare nell'orto a nascondermi per poter almeno piangere forte. Ma improvvisamente Gesù stette vicino a me e disse: « Dove intendi andare? ». Non risposi nulla a Gesù, ma riversai davanti a Lui tutta la mia sofferenza e cessarono tutte le insidie di satana. Gesù mi disse: « La pace interiore che hai è una grazia ». E spari improvvisamente. Io mi sentii felice e tranquillizzata in modo misterioso. Per la verità far in modo che possa tornare in un attimo una tranquillità così forte, questo in realtà può farlo soltanto Gesù, Egli, l'Altissimo.
14 settembre 1936. E venuto da noi l'Arcivescovo di Wilno. Benché si sia fermato tanto poco presso di noi, ho avuto modo di parlare dell'opera della Misericordia con questo venerando sacerdote. Mi ha manifestato molta disponibilità per la causa di questa opera della Misericordia. « Lei, sorella, stia pienamente tranquilla; se è nei disegni della Divina Provvidenza, sorgerà. Nel frattempo lei preghi per un segno esterno più evidente, perché Gesù le faccia conoscere la cosa con maggior chiarezza. Attenda ancora un po'; Gesù disporrà le circostanze in modo che tutto si risolverà bene ». 19 settembre 1936. Quando uscimmo dopo essere state dal medico ed entrammo un momento nella cappella che è nel sanatorio, udii nell'anima questa parola: « Bambina mia, ancora qualche goccia nel calice, fra non molto ormai ». La gioia m'inondò l'anima, questa è la prima chiamata del mio Sposo e Maestro. Il mio cuore fu pieno di tenerezza e ci fu un momento in cui la mia anima s'immerse tutta nel mare della Divina Misericordia. Prego quanto mai per le anime che hanno sofferenze intenon. Una volta ricevetti un'muminazione interiore in merito a due suore; compresi che non con tutti ci si può comportare allo stesso modo. Ci sono persone che in modo strano riescono ad entrare in amicizia e poi, come amiche, quasi volessero recar sollievo, riescono a strappare una parola dietro l'altra ed al momento opportuno usano le stesse parole per recare dispiacere. O mio Gesù, quanto è strana la debolezza umana! il Tuo amore, Gesù, dà all'anima una grande prudenza nel trattare con gli altri.
13 agosto 1936. Questa sera la presenza di Dio mi ha investito, in un attimo ho conosciuto la grande Santità di Dio. Oh, come mi ha schiacciato la grandezza di Dio, poiché nello stesso momento ho conosciuto il mio abisso e la mia nullità! E stato un grande tormento, poiché alla conoscenza segue l'amore. L'anima si slancia impetuosamente verso Dio e si trovano di fronte due amori: il Creatore e la creatura; una gocciolina che vuol misurarsi con l'oceano. In un primo istante la goccia vorrebbe racchiudere in sé l'oceano sconfinato, ma nello stesso momento viene a conoscere che è una gocciolina ed allora è vinta e passa tutta in Dio, come una goccia nell'oceano... Quest'attimo sulle prime è un tormento, ma così dolce che l'anima che lo prova ne è felice. Attualmente faccio un esame di coscienza particolare per rimanere unita a Cristo Misericordioso. Questo esercizio mi dà una forza misteriosa, il cuore è sempre unito a Colui che desidera e le azioni vengono regolate dalla Misericordia che scaturisce dall'amore. Passo ogni momento libero ai piedi di Dio nascosto nel tabernacolo. Egli è il mio Maestro, chiedo tutto a Lui, con Lui parlo di tutto, li attingo forza e luce, li imparo tutto, di li mi vengono i lumi sul modo di comportarmi col prossimo. Dal momento in cui sono uscita dal noviziato, mi sono chiusa nel tabernacolo col mio Maestro Gesù. È stato Lui stesso ad attirarmi in questo fuoco di amore vivo, attorno al quale si concentra tutto. 25.IX.1936 Provo dei dolori alle mani, ai piedi e al fianco, nei punti dove Gesù venne trafitto. Sperimento particolarmente queste sofferenze quando m'incontro con un'anima che non è in stato di grazia. Allora prego ardentemente affinché la Divina Misericordia prenda possesso di quell'anima. 29. IX.1936 Nel giorno di San Michele Arcangelo vidi questo Condottiero accanto a me, che mi disse queste parole: « Il Signore mi ha raccomandato di avere una cura particolare di te. Sappi che sei odiata dal male, ma non temere. Chi è come Dio? ». E scomparve. Io però sento la sua presenza ed il suo aiuto. 2.X.1936. Primo venerdì del mese. Dopo la S. Comunione improvvisamente vidi Gesù che mi disse queste parole: « Adesso so che non Mi ami per le grazie né per i doni, ma perché la Mia volontà ti è più cara della vita. Per questo Mi unisco a te così intimamente come con nessun'altra creatura ». In un momento Gesù scomparve. La presenza di Dio inondò la mia anima; so di essere sotto lo sguardo di un Sovrano. M'immersi tutta nella gioia che proviene da Dio. Per tutto il giorno vissi in quell'immersione in Dio, senza alcun intervallo. Verso sera all'improvviso entrai in una specie di deliquio ed in una strana forma di agonia. Il mio amore desiderava essere uguale all'amore di quel Sovrano. Era attratto verso di Lui così violentemente che senza una specialissima grazia del Signore, sarebbe stato impossibile poter sopportare un così enorme carico di grazia. Ma vedo chiaramente che è Gesù stesso che mi sostiene, mi fortifica e mi rende idonea a trattare intimamente con Lui. In questo l'anima è attiva in un modo singolare. 3.X.36. Oggi durante il rosario ad un tratto ho visto una pisside col SS.mo Sacramento. La pisside era scoperta e piuttosto abbondantemente piena di ostie. Dalla pisside uscì una voce: «Queste ostie sono state ricevute da anime convertite dalle tue preghiere e sofferenze». E subito avvertii la presenza di Dio in maniera infantile. Mi sentii stranamente una bambina. Un giorno sentii che non sarei riuscita a stare alzata fino alle nove, pregai perciò Sr. N. di darmi qualche cosa da mangiare, perché andavo a coricarmi prima, dato che non mi sentivo bene. Sr. N. mi rispose: «Lei, sorella, non è malata; hanno voluto semplicemente darle un po di riposo, fingendo che sia malata ». O mio Gesù, e pensare che la malattia è talmente avanzata, che il medico mi ha isolato dalle consorelle affinché non si comunichi ad altre, ed ecco qui come viene giudicata una persona. Ma va bene così. Tutto questo è per Te, o mio Gesù. Non voglio dilungarmi a scrivere di cose esteriori, perché non sono esse che mi motivano a scrivere. Io desidero prender nota soprattutto delle grazie, che mi concede il Signore, poiché esse non sono soltanto per me, ma per molte anime.
3.X.1936. Oggi ho ricevuto una lettera da Don Sopocko,
dalla quale ho appreso che ha intenzione di far stampare una immaginetta di
Cristo Misericordioso e mi chiede di inviargli una certa preghiera, che vuol
mettere nel retro dell'immaginetta se ottiene l'autorizzazione
dell'Arcivescovo. Oh! di quanta gioia si riempie il mio cuore per il fatto
che Iddio ha permesso che vedessi l'opera della Sua Misericordia. Oh! grande
è quest'opera dell'Altissimo; io sono soltanto il Suo strumento. Oh! quanto
ardentemente desidero vedere la festa della Divina Misericordia, che Iddio
chiede insistentemente per mio mezzo, ma se questa è la volontà di Dio; e se
essa verrà celebrata solennemente solo dopo la mia morte, io mi rallegro per
questo fin d'ora e la celebro già interiormente col permesso del confessore.
11 ottobre.1936 Questa sera mentre scrivevo sulla grande
Misericordia divina e sul grande profitto che ne ricavano le anime, si
precipitò nella cella satana con gran malvagità e furore. Prese il paravento
e cominciò a farlo a pezzi per annientarlo. In un primo momento mi spaventai
un po', ma subito con un piccolo crocifisso feci il segno della santa croce.
Immediatamente la bestia si calmò e scomparve. Oggi non ho visto quella
figura mostruosa, ma solo la sua malvagità; è tremenda la rabbia perversa di
satana. Il paravento tuttavia non era stato né rotto né danneggiato.
Continuai pertanto a scrivere in tutta tranquillità. So bene che, senza il
permesso di Dio, quel miserabile non può toccarmi. Allora perché agisce
così? Comincia ad assalirmi apertamente con tanta rabbia e tanto odio; ma
non turba la mia pace nemmeno per un momento. Questo mio equilibrio provoca
la sua rabbia malvagia. III° QUADERNO
DIO E ANIME. Cracovia 1.III.1937. Suor M. Faustina del Santissimo Sacramento O Volontà di Dio Onnipotente, Tu sei la mia delizia, Tu la mia gioia. Qualunque cosa mi mandi la mano del mio Signore, L'accetterò con gioia, sottomissione e amore. La Tua santa volontà è il mio riposo, In essa è racchiusa tutta la mia santità, E la mia eterna salvezza, Poiché fare la volontà di Dio, è la più grande gloria. Volontà di Dio sono i Suoi vari desideri, La mia anima li compie senza riserve, Poiché queste sono le Sue divine aspirazioni Nei momenti in cui Dio fa le Sue confidenze. Signore, fa' di me quello che Ti piace, Non Ti metto né impedimenti, né restrizioni, Poiché Tu sei la mia delizia ed il mio amore E davanti a Te espongo a mia volta ogni mio pensiero.
1.III.1937. Il Signore mi ha fatto conoscere quanto non Gli piace un'anima che parla troppo. «In una tale anima non trovo riposo. Il chiasso continuo Mi stanca, ed in quel chiasso l'anima non distingue la Mia voce». Oggi ho pregato Gesù di poter vedere una certa persona e questo per me sarà il segno che il Signore la chiama a far parte del convento che deve sorgere. E mi sono incontrata con lei ed ho capito che quella cara anima ha la vocazione ed ho pregato il Signore che si degni Lui stessò di plasmare la sua anima. Con lei ho parlato spesso della vocazione, il resto lo farà il Signore.
15.III.1937. Oggi sono penetrata nell'amarezza della Passione del Signore Gesù, ho sofferto unicamente nello spirito, ho conosciuto quanto è orribile il peccato. Ho provato tutta la ripulsione per il peccato. Interiormente, nel profondo della mia anima, ho conosciuto quanto è spaventoso il peccato, anche il più piccolo e quanto ha straziato l'anima di Gesù. Preferirei patire mille inferni, piuttosto che commettere anche il più piccolo peccato veniale. Il Signore mi ha detto: «Desidero darMi alle anime e riempirle del Mio amore, ma sono poche le anime che vogliono accertare tutte le grazie che il Mio amore ha loro destinato. La Mia grazia non va perduta; se l'anima alla quale è destinata non l'accetta, la prende un'altra anima». Sento spesso quando certe persone pregano per me; lo sento improvvisamente nella mia anima. Ma non sempre so chi sia la persona che intercede per me. E so anche se qualche persona ha un dispiacere per qualsiasi motivo che provenga da me; anche questo vengo a conocerlo interiormente, benché la cosa avvenga il più lontano possibile.
18.III.1937. Ho conosciuto una
certa grazia, la quale m'immette in una stretta familiarità ed unione con il
Signore. Egli me la fa conoscere attraverso una luce interiore, come pure mi
fa conoscere la sua grandezza e santità e quanto benevolmente si abbassa
fino a me. Mi fa conoscere esclusivamente il Suo amore verso di me, che è
assolutamente il Padrone di tutto e mi fa conoscere che si dà all'anima,
sospendendo tutte le leggi della natura. Egli agisce come vuole. Sto
conoscendo lo sposalizio interiore dell'anima con Dio, che non comporta
nulla all'esterno; è un puro atto interiore dell'anima con Dio. Questa
grazia mi ha trascinato nell'ardore stesso dell'amore di Dio; ho conosciuto
la Sua Trinità e l'assoluta Unità del Suo Essere. Questa grazia è differente
da tutte le grazie, è così altamente spirituale che la mia imprecisa
descrizione non riesce ad esprimerne neppure l'ombra. 19.III.1937. Oggi mi sono unita all'adorazione che c'era nella nostra casa, ma la mia anima era piena d'angoscia ed una strana paura attanagliava il mio cuore. Per questo ho raddoppiato le mie preghiere. All'improvviso ho visto lo sguardo di Dio diretto al fondo del mio cuore. Quando mi sono seduta per la colazione molto gustosa, ho detto al Signore: « Ti ringrazio per questi doni, ma il mio cuore agonizza di nostalgia per Te e nulla di quello che proviene dalla terra ha sapore per me. Desidero il nutrimento del Tuo amore ». Oggi sono stata spinta ad agire da una forza misteriosa, debbo resistere a tale spinta, altrimenti andrei subito in quella direzione.
21.III.1937. Domenica delle
Palme. Durante la santa Messa la mia anima è stata immersa nell'amarezza e
nella sofferenza di Gesù. Gesù mi ha fatto conoscere quanto ha sofferto
durante quel corteo trionfale. Agli « Osanna » facevano eco nel Cuore di
Gesù i « Crucifige ». Gesù mi ha fatto provare ciò in modo singolare. Il
medico non mi ha permesso di andare in cappella per la « Passione », benché
lo desiderassi ardentemente; però ho pregato nella mia stanza. Ad un tratto
ho inteso il campanello della stanza accanto, sono entrata ed ho fatto un
servizio ad un malato grave. Quando sono rientrata nella mia stanza,
all'improvviso ho visto Gesù che mi ha detto: «Figlia Mia, Mi hai
procurato una gioia più grande facendoMi quel servizio, che se avessi
pregato a lungo». Ho risposto: « Ma, Gesù mio, io non ho fatto il
servizio a Te, ma a quel malato ». Ed il Signore mi ha risposto: «Si,
figlia Mia, qualunque cosa fai al prossimo, la fai a Me».
22.III.1937. Oggi, parlando con
una persona ho compreso che era un'anima che soffriva molto, sebbene
esteriormente si desse l'aria di chi non soffre affatto ed è contenta. Ed ho
avuto l'ispirazione di dirle che quello che la tormentava era una
tentazione. Non appena le ho rivelato ciò che la tormentava, è scoppiata a
piangere forte e mi ha detto che era venuta da me proprio per parlarne,
perché sentiva che ne avrebbe ricavato sollievo. La sua sofferenza
consisteva nel fatto che quell'anima da una parte era attratta dalla grazia
di Dio, e dall'altra dal mondo. Stava attraversando una lotta terribile,
tanto che si è messa a piangere come un bambino. È ripartita tranquillizzata
e calma.
24.III.1937. Mercoledì Santo. Il mio cuore anela a Dio, desidero unirmi a Lui, un leggero timore mi trafigge l'anima e nello stesso tempo una fiamma d'amore mi accende il cuore. L'amore e la sofferenza sono uniti nel mio cuore. Provo nel mio corpo molte sofferenze, ma sento che il Signore mi sostiene, poiché diversamente non riuscirei a sopportarle. O mio Gesù, Ti prego per tutta la Chiesa, concedile l'amore e la luce del Tuo Spirito, da' vigore alle parole dei sacerdoti, in modo che i cuori induriti si inteneriscano e ritornino a Te, Signore. O Signore, dacci santi sacerdoti; Tu stesso conservali nella santità. O Divino e Sommo Sacerdote, la potenza della Tua Misericordia li accompagni ovunque e li difenda dalle insidie e dai lacci del diavolo, che egli tende continuamente alle anime dei sacerdoti. La potenza della Tua Misericordia, o Signore, spezzi ed annienti tutto ciò che può oscurare la santità dei sacerdoti, poiché Tu puoi tutto. 25.III.1937. Giovedì Santo. Durante la santa Messa ho visto il Signore, che mi ha detto: «Posa il tuo capo sul Mio petto e riposati». il Signore mi strinse al Suo Cuore e disse: «Ti darò una piccola parte della Mia Passione, ma non temere, sii forte; non cercare sollievo, e accerta tutto sottomettendoti alla Mia volontà». Mentre il Signore se ne andava, un dolore così acuto mi strinse l'anima, che non è possibile esprimerlo. Mi vennero a mancare le forze fisiche, uscii presto dalla cappella e mi coricai. Dimenticai quello che avveniva intorno a me, l'anima mia anelava al Signore e tutta l'amarezza del Suo Cuore divino si comunicò a me. Ciò durò circa tre ore. Pregai il Signore perché mi preservasse dalla vista di quanti mi stavano attorno. Benché lo volessi, non potei prendere alcun cibo per tutto il giorno fino alla sera. Desideravo ardentemente passare tutta la notte nel fondo della prigione oscura, assieme a Gesù. Ho pregato fino alle undici. Alle undici Gesù mi ha detto: «Va' a riposare, ti ho fatto rivivere per tre ore quello che ho sofferto per una notte intera». E subito dopo mi sono messa a letto. Ero completamente senza forze fisiche: la Passione di Gesù, me le aveva tolte del tutto. Per tutto quel tempo ero rimasta come svenuta; ogni palpito del Cuore di Gesù si ripercuoteva nel mio cuore e mi trapassava l'anima. Di certo se quel martirio avesse riguardato soltanto me, avrei sofferto di meno, ma quando guardavo Lui, che il mio cuore ama con tutte le forze, a vederLo soffrire senza avere la minima possibilità di recaGli sollievo, il mio cuore si spezzava nell'amore e nell'amarezza. Agonizzavo con Lui e non potevo morire. Però non cambierei questo martirio per tutte le delizie del mondo. il mio amore in questa sofferenza si è accresciuto in maniera indicibile. So che il Signore mi ha sostenuto con la Sua onnipotenza, poiché diversamente non avrei potuto resistere nemmeno un istante. Ho vissuto insieme a Lui in maniera singolare ogni genere di tormenti. Il mondo non conosce ancora tutto quello che Gesù ha sofferto. Gli ho fatto compagnia nell'Orto degli Ulivi e nel buio della prigione sotterranea, negli interrogatori dei tribunali; sono stata con Lui in ogni tappa della Sua Passione; non è sfuggito alla mia attenzione un solo movimento, né un Suo sguardo. Ho conosciuto tutta l'onnipotenza del Suo amore e della Sua Misericordia verso le anime.
26.III.1937. Venerdì. Fin dal
mattino ho provato nel mio corpo lo strazio delle Sue cinque Piaghe. Questa
sofferenza è durata fino alle tre. Benché all'esterno non ci sia alcuna
traccia, tuttavia queste torture non sono meno dolorose. Sono lieta che Gesù
mi difenda dagli sguardi della gente. Alle undici Gesù mi ha detto: «O
Mia Vittima, Tu sei un refrigerio per il Mio Cuore martoriato». Dopo
queste parole pensavo che il mio cuore prendesse fuoco. E m'introdusse in
un'intima unione con Lui, ed il mio cuore si sposò col Suo Cuore in modo
amoroso, sentivo i Suoi più deboli palpiti ed Egli i miei. Il fuoco
provocato dal mio amore venne unito all'ardore del Suo amore eterno. Questa
grazia supera per la sua enormità tutte le altre. La Sua Essenza Trina mi
avvolse totalmente e fui tutta immersa in Lui. In un certo senso la mia
piccolezza si scontrò col Sovrano immortale. Fui immersa in un amore
inconcepibile e in un inconcepibile tormento, a causa della Sua Passione.
Tutto ciò che riguardava il Suo Essere, si comunicava anche a me. Gesù mi
aveva fatto conoscere e pregustare questa grazia, ma oggi me l'ha concessa.
Non avrei osato nemmeno sognare una simile grazia. Il mio cuore è come in
una continua estasi, sebbene all'esterno nulla m'impedisca di trattare col
prossimo e di sbrigare varie faccende. Nulla è in grado d'interrompere la
mia estasi, né alcuno riesce a supporla, poiché L'ho pregato che si degnasse
di preservarmi dagli occhi della gente. E con questa grazia è entrato nella
mia anima tutto un mare di luce nella conoscenza di Dio e di me stessa e lo
stupore m'invade tutta e mi trasporta come in una nuova estasi, per il fatto
che Iddio si è degnato di abbassarsi fino a me così piccola. 27.III.1937. Oggi sono ritornata da Pradnik dopo circa quattro mesi di cure. Ringrazio molto Iddio di tutto. Ho utilizzato ogni momento per lodare Dio. Quando sono entrata in cappella per un momento, ho conosciuto quanto dovrò soffrire e combattere per questa causa. O Gesù, mio sostegno, solo Tu puoi aiutarmi, dammi forza. 28.III.1937 La « Risurrezione ». Durante la celebrazione della « Risurrezione », ho visto il Signore nella bellezza e nello splendore e mi ha detto: «Figlia Mia, pace a te»; ha benedetto ed è scomparso, e la mia anima fu ripiena di gioia e d'esultanza indescrivibile. Il mio cuore si rafforzò per la lotta e per le sofferenze. Oggi ho parlato col Padre, il quale mi ha raccomandato grande prudenza in queste improvvise apparizioni di Gesù. Quando ha parlato della Misericordia di Dio, nel mio cuore sono entrati una forza ed un vigore strani. Mio Dio, desidero tanto rivelare tutto, ma non posso. Il Padre mi dice che Gesù è molto generoso nel darsi ad un'anima, ma nello stesso tempo da un altro punto di vista è quasi avaro. « Benché sia grande la generosità di Dio, mi ha detto il Padre, tuttavia sia prudente, poiché questo improvviso apparire suscita sospetti, nonostante che io non veda qui nulla di male, né niente che sia in contrasto con la fede. Sia un po' più prudente; quando la Madre verrà, può parlare di tali questioni». 29.III.37. Oggi, durante la meditazione, ho visto il Signore in un aspetto di grande bellezza, che mi ha detto: «Pace a te, Figlia Mia». Tutta la mia anima ha sussultato d'amore verso di Lui e Gli ho detto: « O Signore, benché io Ti ami con tutto il cuore, Ti prego di non apparirmi, perché il Padre spirituale mi ha detto che il Tuo improvviso apparire suscita sospetti, e che può darsi che Tu sia un'illusione. E sebbene io Ti ami più della mia vita e sappia che Tu sei il Signore e Dio mio, che tratti familiarmente con me, tuttavia al di sopra di tutto sono obbediente al confessore ». Gesù ha ascoltato con serietà ed amabilità quello che Gli ho detto e mi ha risposto con queste parole: «Dì al confessore che tratto con la tua anima tanto intimamente, perché tu non rubi i Miei doni e per questo riverso ogni genere di grazie sulla tua anima, perché so che non te ne approprierai. E come segno che la sua prudenza Mi è gradita, non Mi vedrai e non ti apparirò in questo modo finché non avrai riferito quello che ti ho detto».
4.IV.1937. Domenica in Albis,
cioè Festa della MiscricordiL La mattina, dopo la santa Comunione, la mia
anima è stata immersa nella divinità. Sono stata unita alle Tre Persone
Divine in questo modo: dato che ero unita a Gesù, per questo
contemporaneamente ero unita al Padre ed allo Spirito Santo. La mia anima è
stata sommersa da una gioia inconcepibile ed il Signore mi ha fatto
conoscere tutto il mare e l'abisso della Sua insondabile Misericordia. Oh,
se le anime volessero comprendere quanto Dio le ama! Tutti i paragoni, anche
i più teneri ed i più forti, sono soltanto un'ombra sbiadita a confronto
della realtà. Quando ero unita al Signore, ho conosciuto quanto sono
numerose le anime che adorano la Misericordia di Dio. Quando sono andata
all'adorazione, ho udito queste parole: «Mia diletta figlia, scrivi
queste parole, che oggi il Mio Cuore ha riposato in questo convento. Parla
al mondo della Mia Misericordia, del Mio amore. Le fiamme della Misericordia
Mi bruciano, desidero riversarle sulle anime degli uomini. Oh, che dolore Mi
procurano quando non vogliono accettarle! Figlia Mia, fa' quanto è in tuo
potere per la diffusione del culto della Mia Misericordia, Io completerò
quello che ti manca. Dì all'umanità sofferente che si stringa al Mio Cuore
misericordioso e Io li [sic!] colmerò di pace. Figlia Mia, di che sono
l'amore e la Misericordia in persona. Quando un'anima si avvicina a Me con
fiducia, la riempio di una tale quantità di grazia, che essa non può
contenerla in sé e la irradia sulle altre anime. Le anime che diffondono il
culto della Mia Misericordia, le proteggo per tutta la vita, come una tenera
madre protegge il suo bimbo ancora lattante e nell'ora della morte non sarò
per loro Giudice, ma Salvatore misericordioso. In quell'ultima ora, l'anima
non ha nulla in sua difesa, all'infuori della Mia Misericordia. Felice
l'anima che durante la vita si è immersa nella sorgente della Misericordia,
poiché la giustizia non la raggiungerà. Scrivi: tutto ciò che esiste è
racchiuso nelle viscere della Mia Misericordia più profondamente di un bimbo
nel grembo materno. Quanto dolorosamente mi ferisce la diffidenza verso la
Mia bontà! I peccati di sfiducia sono quelli che mi feriscono nella maniera
più dolorosa». La Madre Maestra, durante la santa Messa, ha suonato un
canto stupendo sulla divina Misericordia. Ho subito pregato il Signore
perché le faccia conoscere più a fondo l'abisso di questa insondabile
Misericordia. 7.IV.1937. Oggi, quando è entrata in cappella una certa persona, ho provato dì colpo un dolore atroce alle mani, ai piedi ed al fianco, come Gesù durante la Passione; questo dura un breve momento e con questo riconosco un'anima che non è in grazia di Dio. In un certo momento ho visto il Santo Padre che rifletteva su questa causa.
l0.IV.1937. Oggi la Madre
Superiora mi ha fatto leggere un articolo sulla Divina Misericordia e c'era
anche la riproduzione dell'immagine che è stata dipinta. L'articolo è
pubblicato nel « Tygodnik Wilenskii» Il Settimanale di Wilno; ce l'ha
spedìto a Cracovia Don Michele Sopocko, fervente apostolo della Divina
Misericordìa. In quest'articolo sono citate delle parole che Gesù ha rivolto
a me; alcune espressioni sono riportate alla lettera. Quando ho preso in
mano quel Settimanale, una freccia d'amore mi ha trafitto l'anima. «Per
il tuo ardente desiderio affretto la festa della Misericordia». Il mio
spirito si è infiammato di un fuoco d'amore così forte, che mi sembrava di
sciogliermi completamente in Dio.
13.IV.1937. Oggi debbo rimanere a
letto tutto il giorno. Mi ha preso una tosse violenta, che mi ha talmente
indebolito da non avere la forza per camminare. Il mio spirito ha una gran
voglia di eseguire le opere di Dio, ma le forze fisiche mi hanno
abbandonato. In questo momento, Signore, non riesco a comprendere il Tuo
operatoquesto, per questo ripeto con un atto di volontà amorosa: « Fa' di me
quello che Ti piace » Dato che le tentazioni sono forti, tutta un'ondata dì
dubbi si riversa sulla mia anima, lo scoraggiamento è già pronto e
disponibile, ma il Signore rafforza la volontà, contro la quale come contro
una roccia s'infrangono tutti gli assalti del nemico. Vedo quanta grazia
attuale cooperante Iddio mi concede, con la quale mi sostiene continuamente.
Sono molto debole e debbo tutto unicamente alla grazia dì Dio.
16.IV.37. Oggi, quando la Maestà
di Dio si è impossessata di me, la mia anima è venuta a sapere che il
Signore, sebbene sia tanto grande, ha una predilezione per le anime piccole
e umili. Quanto più profondamente un'anima si umilia, tanto più amabilmente
il Signore le si avvicina, e unendosi strettamente a lei, l'innalza fino al
Suo trono. Felice l'anima che il Signore stesso difende. Ho conosciuto che
solo l'amore ha valore, l'amore è una cosa grande; nulla, nessuna opera può
paragonarsi ad un atto di puro amore di Dio. 7.1V.1937 Oggi a lezione dì catechismo ho avuto conferma dì una cosa che per comprensione interiore avevo conosciuto e da tempo sperimentato e precisamente, se un'anima ama sinceramente Dio ed è unita a Lui interiormente, benché all'esterno viva in condizioni difficili, nulla è in grado dì vincolarne la vita interiore. Anche in mezzo alla corruzione, può essere pura ed intatta, poiché il grande amore di Dio le dà la forza per la lotta e Dio stesso difende in modo particolare, anche in maniera miracolosa, l'anima che Lo ama sinceramente. Quando Iddio un certo giorno mi fece conoscere interiormente che non avevo mai perso l'innocenza, e questo nonostante i vari pericoli nei quali mi ero trovata, e che Egli stesso mi aveva protetta, affinché la verginità della mia anima e del mio cuore rimanesse intatta, quel giorno lo passai in un interiore, fervente ringraziamento. Ringraziai Dio, che si era degnato difendermi dal male ed anche perché avevo trovato grazia ai Suoi occhi e perché si era degnato Egli stesso dì assicurarmi di questo. E alcuni anni dopo si degnò confermarmi in essa e da allora non provo più la ribeffione dei sensi contro l'anima. L'ho scritto più esattamente in un altro quaderno. Ogni volta che mi ricordo dì questa grazia inconcepibile, una nuova fiamma d'amore e dì riconoscenza verso Dio esplode dal mio cuore e questo amore mi conduce a dimenticarmi completamente di me stessa. Da quei giorni vivo sotto il manto verginale della Madonna. Essa mi custodisce ed ammaestra; sono tranquilla accanto al Suo Cuore Immacolato, poiché sono debole ed inesperta, per questo mi stringo come una bimba al Suo Cuore. Nonostante che Dio mi abbia confermato in questa virtù, vigilo continuamente ed ho paura perfino della mia ombra e ciò soltanto perché amo molto Dio. Questa grazia dìvina mi è stata data soltanto perché ero la più debole fra gli esseri umani, per questo l'Onnipotente mi ha circondata con la Sua particolare Misericordia. 24.1V.1937 Ogni maggior grazia la sento prima e mi prende una strana nostalgia ed un gran desiderio dì Dio e l'aspetto e più la grazia è grande, tanto maggiore è la mia sensazione e maggiore lo scontro che ho con l'avversario della mia salvezza. La mia anima si trova talvolta nella medesima condizione - qui debbo usare un paragone - di due amici sinceri, uno dei quali prepara un grande banchetto, al quale ha invitato il suo amico. Il primo gioisce e l’altro pure gioisce, ma il banchetto avviene all'ora fissata. E perciò i momenti prima della grazia sono così agitati, che mi è difficile descriverli. Li caratterizza una dolorosa nostalgia e l'ardore dell'amore. Sento che il Signore è là, ma non posso immergermi totalmente in Lui, poiché non è l'ora stabilita. Qualche volta prima del momento della grazia sono completamente priva dì tutto: mente, volontà e cuore. Rimango sola, in attesa di Dio solo. È Lui che provoca questo in me prima della Sua venuta.
23.IV.37. Oggi ho iniziato un
ritiro di tre giorni. Verso sera ho udito nell'anima queste parole:
«Figlia Mia, sappi che ti parlerò in modo particolare per mezzo di questo
sacerdote, affinché non ti faccia prendere da dubbi per quanto riguarda le
Mie richieste». Subito fin dalla prima meditazione le parole del
sacerdote colpirono la mia anima. Esse sono le seguenti: « Non mi è lecito
oppormi alla volontà di Dio ed ai suoi desideri qualunque essi siano. Ed
appena sono convinta della certezza e dell'autenticità della volontà di Dio,
debbo eseguirla. Da questo nessuno mi può esonerare. Qualunque sia questa
volontà di Dio, appena l'ho conosciuta, debbo compierla». Questo è soltanto
un piccolissimo riassunto, ma questa meditazione mi è rimasta impressa
nell'anima nella sua totalità e non ho il minimo dubbio. So quello che vuole
Iddio da me e quello che debbo fare. Ci sono nella vita degli attimi e dei
momenti di conoscenze interiori, cioè di illuminazioni inviate da Dio,
durante le quali l'anima viene istruita su cose che non ha letto in alcun
libro, né le sono state insegnate da alcun uomo. Sono i momenti delle
conoscenze interiori che Iddio stesso elargisce all'anima. Si tratta di
grandi misteri... Ottengo spesso luce e conoscenza della vita intima di Dio
e della Sua intima disposizione e questo mi riempie di una fiducia e di una
gioia indicibili, che non riesco a contenere in me, e desidero sciogliermi
tutta in Lui...
29.IV.37. Il Signore mi ha fatto conoscere le discussioni che si sono svolte in Vaticano su questa festa. Il dignitario Pacelli se n’è occupato parecchio. Oggi la rinnovazione, cioè l'emissione dei e la cerimonia solenne. Mentre le Suore pronunciavano i voti, ho udito gli angeli cantare: « Santo, Santo » in vari toni. Nessuno può esprimere con termini umani l'armonia di quel canto. Nel pomeriggio ho parlato con la mia amata Maestra, Madre Maria Giuseppina. Abbiamo fatto il giro dell'orto e, sebbene per sommi capi, le ho parlato. È sempre la stessa, quella cara Maestra, benché non sia più Maestra, ma Superiora, ed io abbia fatto i voti dieci anni fa. Mi ha detto che un'anima consacrata non può vivere senza croce e mi ha svelato certe sofferenze, che avevo avuto a Varsavia, benché non gliene avessi mai parlato. Mi si sono presentate evidenti davanti agli occhi dell'anima tutte le grazie che avevo ricevuto in noviziato. Oh, quanta nconoscenza ho per lei! Una volta che la mia anima era immersa nelle tenebre e mi sembrava di essere dannata, essa in forza dell’obbedienza mi aveva strappata da quell'abisso. Spesso la mia anima è offuscata a causa della sofferenza, ma nessun essere umano riesce a comprendere queste mie tribolazioni. 1.V.1937. Oggi ho sentito la vicinanza della mia mamma, la Madre Celeste. Prima di ogni Santa Comunione prego fervorosamente la Madonna, perché mi aiuti a preparare la mia anima a ricevere il Figlio Suo e sento chiaramente la Sua protezione su di me. La prego molto, affinché si degni di accendere in me quel fuoco di amor divino, che ardeva nel Suo Cuore verginale al momento della Incarnazione del Verbo di Dio. 4.V.1937. Oggi sono andata per un momento dalla Madre Generale e le ho domandato: « Cara Madre, ha avuto qualche ispirazione in merito alla faccenda della mia uscita dal convento? ». La Madre Generale mi ha risposto: « Finora, sorella, l'ho sempre trattenuta, ma ora la lascio libera. Se vuole, sorella, può lasciare la Congregazione e se vuole può restare ». Le ho risposto che andava bene. Pensavo che avrei scritto subito al Santo Padre per la dispensa dai voti. Appena uscita però dall'incontro con la Madre Generale, delle strane tenebre sono scese sulla mia anima, come era già avvenuto in precedenza. E un fatto curioso che ogni volta che chiedo di uscire, ogni volta la mia anima viene avvolta da queste tenebre e mi sento come se fossi abbandonata a me stessa. Dato che ero in quell'angoscia spirituale decisi di andare subito dalla Madre e dirle il mio strano tormento e la mia lotta. La Madre mi rispose: « Questa sua uscita è una tentazione ». Dopo un momento di colloquio, mi sentii sollevata, tuttavia le tenebre duravano ancora. « Questa Misericordia di Dio è bella e dev'essere un'opera di Dio veramente grande, se satana si oppone in questo modo e vuole annientarla ». Sono parole della cara Madre Generale. Il mio tormento nessuno lo immagina né lo comprende, né io sono in grado di descriverlo, né vi può essere una sofferenza più grande di questa. I tormenti dei martiri non sono maggiori, poiché la morte in questi momenti per me sarebbe un sollievo, e non so a cosa paragonare questa tribolazione, questa agonia dell'anima senza fine. 5.V.1937. Oggi, quando nella santa confessione ho svelato parte della mia anima, dato che m'era venuto il pensiero che forse questa è proprio una tentazione, poiché nel momento in cui chiedo di essere liberata dalla Congregazione, provo tali acute sofferenze e tenebre, il confessore mi ha risposto che forse non è il momento stabilito da Dio. Bisogna pregare ed attendere pazientemente, « ma che l'attendono grandi sofferenze, questo è vero. Avrà da sopportare molte sofferenze e da superare molte difficoltà. Questo è sicuro. Sarebbe meglio attendere ancora e pregare molto per ottenere una conoscenza più approfondita e la luce divina. Queste sono cose grandi ». Mio Dio! In questi momenti difficili non ho il mio direttore spirituale, che è partito per Roma. O Gesù, dato che me l'hai tolto, guida mi Tu stesso, poiché Tu sai quello che posso sopportare. Credo fermamente che Dio non può assegnarmi più di quello che posso sopportare. Confido nella Sua Misericordia. Nei momenti in cui sono fra cielo e terra, taccio, poiché anche se parlassi, chi potrebbe comprendere i miei discorsi? L'eternità svelerà molte cose, delle quali ora non parlo. Quando sono andata nell'orto, ho visto che tutto respira la gioia della primavera. Gli alberi in fiore emanano un profumo inebriante, tutto vibra di gioia e gli uccellini cantando e cinguettando in continuazione adorano Iddio e mi dicono: «Rallegrati e gioisci, Suor Faustina ». Ma l’anima mia e nelle tenebre e nell'angoscia. La mia anima è così sensibile al sussurro della grazia, sa parlare a tutto ciò che è creato e che mi circonda e so perché Dio ha abbellito così la terra... Ma il mio cuore non può rallegrarsi, poiché il mio Diletto si è nascosto a me e non riposerò, finché non Ti ritrovo... Non riesco a vivere senza Dio, ma sento che anche Dio non può essere felice senza di me, benché Egli basti a Se stesso nella maniera assoluta. 6.V.37. L'ASCENSIONE DEL SIGNORE. Oggi fin dal primo mattino la mia anima è stata toccata da Dio. Dopo la santa Comunione, per un momento sono stata a stretto contatto col Padre Celeste. La mia anima è stata attirata nell'ardore stesso dell'amore; ho capito che nessun'opera esterna può paragonarsi col puro amore di Dio... Ho visto la gioia del Verbo Incarnato e sono stata immersa nella Trinità Divina. Quando sono rientrata in me, la nostalgia mi ha inondato l'anima ed anelo ad unirmi a Dio. Si è impossessato di me un amore così grande per il Padre Celeste, che ritengo questo giorno un'ininterrotta estasi d'amore. L'universo intero mi è sembrato una minuscola gocciolina di fronte a Dio. Non c'è felicità maggiore di quando Iddio mi fa conoscere interiormente che Gli è gradito ogni palpito del mio cuore e quando mostra d'amarmi in modo particolare. Questa convinzione interiore, nella quale Dio conferma il Suo amore verso di me e quanto Gli è gradita la mia anima, immette nel mio intimo un abisso di serenità. In questo giorno non ho potuto prendere alcun cibo, mi sono sentita saziata dall'amore. O Dio di grande Misericordia, che Ti sei degnato inviarci il Tuo Figlio Unigenito come la più grande dimostrazione d'amore e di Misericordia senza limiti, Tu non respingi i peccatori, ma hai aperto anche a loro il tesoro della Tua infinita Misericordia, al quale possono attingere in abbondanza, non solo la giustificazione, ma ogni santità alla quale l'anima può giungere. Padre di grande Misericordia, desidero che tutti i cuori si rivolgano con fiducia alla tua infinita Misericordia. Nessuno potrà giustificarsi davanti a Te, se non l'accompagnerà la Tua insondabile Misericordia. Quando ci rivelerai il mistero della Tua Misericordia, l'eternità non sarà sufficiente per ringraziarTi per essa adeguatamente. Com'è dolce avere nel fondo dell'anima ciò in cui la Chiesa ci ordina di credere! Quando la mia anima è immersa nell'amore, risolvo in modo chiaro e sollecito le questioni maggiormente intricate. Solo l'amore è capace di camminare sull'orlo degli abissi ed attraverso le cime dei monti. L'amore, ancora una volta l'amore.
20.V. Dopo che è già passato un mese da quando godo buona salute, mi è venuto un pensiero, cioè non so se al Signore piaccia di più che Lo serva nella malattia o nella buona salute, che Gli avevo chiesto. Ed ho detto al Signore: « Gesù, fa' di me quello che Ti piace ». E Gesù mi ha riportato allo stato di prima. Oh, com'è dolce vivere in convento fra le consorelle, ma non bisogna dimenticare che questi angeli hanno un corpo umano. Un certo momento vidi satana che cercava in fretta qualcuno fra le suore, ma non lo trovava. Ebbi in animo l'ispirazione di ordinargli, nel nome di Dio, di dirmi che cosa cercava fra le suore. E confessò, sebbene a malincuore: « Cerco le anime infingarde ». Quando gli ordinai nuovamente, nel nome di Dio, che mi dicesse quali erano in convento le anime alle quali aveva accesso più facilmente, mi dichiarò di nuovo malvolentieri che erano le anime pigre ed infingarde. Osservai che, al presente, non c'erano in casa anime di quel genere. Si rallegrino le anime affaticate ed esauste. 22.V.1937. Oggi è un caldo così soffocante che è difficile sopportarlo; desideriamo la pioggia, ma la pioggia non viene. Da alcuni giorni il cielo si rannuvola, ma la pioggia non riesce a cadere. Quando ho osservato le piante assetate di pioggia, ho provato compassione ed ho deciso fra me di recitare la coroncina fino a quando Dio avesse mandato la pioggia. Dopo la merenda il cielo si è coperto di nuvole e una fitta pioggia è caduta sulla terra. Avevo recitato quella preghiera per tre ore senza interruzione. E il Signore mi ha fatto conoscere che con questa preghiera si può ottenere tutto. 23. IL GIORNO DELLA SANTISSIMA TRINITÀ. Durante la santa Messa sono stata improvvisamente unita alla Santissima Trinità. Ho conosciuto la Sua Maestà e grandezza. Sono stata unita con le Tre Persone. Quando ero unita ad una di queste adorabili Persone, ero contemporaneamente unita alle altre due Persone. La felicità e la gioia che si è comunicata alla mia anima è indescrivibile. Mi dispiace che non posso descrivere a parole una cosa per la quale non ci sono parole. Ho udito queste parole: “Dì alla Superiora Generale che conti su di te, come sulla figlia più fedele dell'ordine”. Dopo queste parole ho compreso interiormente che cos'è tutto ciò che è creato di fronte a Dio. Grande ed insondabile è la Sua Maestà, ed il fatto che si abbassa così verso di noi con amabilità è per l'abisso della Sua Misericordia... Tutto ha un termine in questa valle di lacrime, Finiranno le lacrime, cesseranno i dolori. Solo una cosa non finirà, L'amore per Te, o Signore. Tutto ha un termine in questo esilio, Le prove ed il deserto dell'anima, Ed anche se l'anima rimanesse sempre in agonia, Se ha Dio accanto a Sé, nulla la turba. 27.V.37. IL CORPUS DOMINI. Durante la preghiera ho udito queste parole: «Figlia Mia, il tuo cuore si riempia di gioia. Io, il Signore, sono con te. Non aver paura di nulla sei nel Mio Cuore». In quel momento ho conosciuto la grande Maestà di Dio ed ho compreso che nulla può essere paragonato ad un solo atto di conoscenza di Dio. Ogni grandezza esterna scompare come polvere di fronte ad un unico atto di conoscenza più profonda di Dio. Il Signore ha versato nella mia anima una pace così profonda, che nulla ormai può turbarmela. Nonostante tutto quello che avviene attorno a me, non perdo per questo la tranquillità nemmeno per un istante. Anche se crollasse il mondo intero, pure questo non sarebbe in grado di turbare la profondità del mio raccoglimento interiore, nel quale riposa Dio. Tutti gli avvenimenti e le cose più svariate che avvengono, sono sotto i Suoi piedi. Questa conoscenza più approfondita di Dio mi dà una totale libertà, la libertà dello spirito, e nulla mi può impedire di unirmi strettamente a Lui; nemmeno le potenze angeliche sono in grado di farlo. Sento che sono grande quando sono unita a Dio. Quale felicità avere la consapevolezza che Dio è nel proprio cuore e vivere in stretta intimità con Lui. Quando giunse da noi la processione proveniente da Borek e Lo portarono per riporLo nella nostra cappella, sentii una voce provenire dall'Ostia: «Qui è il Mio riposo». Durante la benedizione Gesù mi ha fatto conoscere che fra non molto qui ci sarà un momento solenne, in questo luogo. «Ho trovato la Mia compiacenza nel tuo cuore e nulla Mi trattiene dal concederti le Mie grazie». La grandezza di Dio inonda la mia anima e annego in Lui e scompaio e mi perdo in Lui, sciogliendomi in Lui... 30.V.37. Oggi agonizzo per Iddio. La nostalgia si è impossessata di tutta la mia anima. Come sento tremendamente che sono in esilio! O Gesù, quando verrà il momento desiderato? 31.V.1937 La mia anima angosciata non trova sostegno da nessuna parte, solo in Te - Ostia vivente. Nel Tuo Cuore misericordioso tutta la mia fiducia, attendo pazientemente una Tua parola, Signore. Oh, quale dolore prova il mio cuore, quando osservo una suora che non ha spirito religioso! Come si può piacere a Dio quando la superbia e l'amor proprio esplodono e vengono coperti col pretesto che ci si preoccupa della gloria di Dio, mentre in realtà si tratta della propria gloria? Quando vedo questo, la cosa mi dà molto dolore. Come può una simile anima unirsi strettamente a Dio? Non è nemmeno il caso di parlare di unione col Signore. 1.VI.1937. Oggi da noi c'è stata la processione del Corpus Domini. Nel primo altare è uscito un fuoco dall'Ostia santa e mi ha trapassato il cuore ed ho udito la voce: «Qui è il Mio riposo». Una fiamma si è accesa nel mio cuore, sentivo che venivo trasformata completamente in Lui. Verso sera mi ha fatto conoscere che tutto ciò che è terreno dura poco. E tutto quello che sembra grande se ne va in fumo e non dà libertà all'anima, ma stanchezza. Felice l'anima che comprende queste cose e tocca la terra con un piede solo. Il mio riposo sta nell'essere unita a Te, tutto il resto mi stanca. Oh, come sento che sono in esilio! Vedo che nessuno comprende ciò che ho nel mio intimo, mi comprendi solo Tu, che sei nascosto nel mio cuore ed eternamente vivo.
4.VI.1937 Oggi è la festa solenne del Sacratissimo Cuore di
Gesù. Durante la santa Messa ho conosciuto il Cuore di Gesù, di che fuoco
d'amore arde verso di noi. È un mare di Misericordia. Improvvisamente ho
udito una voce: «Apostola della Mia Misericordia, annuncia al mondo
intero questa Mia insondabile Misericordia. Non stancarti per le difficoltà
che incontri nel diffondere la Mia Misericordia. Queste difficoltà che ti
colpiscono così dolorosamente sono necessarie per la tua santificazione e
per dimostrare che quest'opera è Mia. Figlia Mia, sii diligente nel prendere
nota di ogni frase che ti dico sulla Mia Misericordia, perché questo è per
un gran numero di anime che ne approfitteranno».
20.VI.1937. Siamo maggiormente simili a Dio, quando
perdoniamo al prossimo. Dio è amore, bontà e Misericordia... «Ogni anima,
e specialmente un'anima consacrata, deve rispecchiare in sé la Mia
Misericordia. Il Mio Cuore è colmo di pietà e di Misericordia per tutti. Il
cuore della Mia Sposa deve essere simile al Mio Cuore; dal suo cuore deve
sgorgare la sorgente della Mia Misericordia per le anime, altrimenti la
sconfesserò».
23.VI.1937. Mentre pregavo davanti al Santissimo Sacramento, improvvisamente le mie sofferenze fisiche scomparvero ed udli nell'anima una voce: «Vedi che in un attimo Posso darti tutto. Io non sono vincolato da nessuna legge». 24.VI.1937 Dopo la santa Comunione ho udito queste parole: «Sappi, figlia Mia, che in un attimo posso darti tutto quello che ti serve per compiere quest'opera». Dopo queste parole una luce singolare è rimasta nella mia anima e tutte le richieste del Signore mi sembrano così semplici, che potrebbe compierle anche un bambino. 27.VI.1937 Oggi ho visto il convento di questa nuova Congregazione. Ambienti ampi, spaziosi, ho visitato ogni cosa di seguito, ho visto che ovunque la Divina Provvidenza aveva fornito ciò che era necessario. Le persone che vivevano nel convento per ora erano in abiti secolari, ma vi regnava lo spirito religioso in tutta la sua pienezza ed io organizzavo tutto come voleva il Signore. Tutto ad un tratto venni rimproverata da una delle nostre suore: «Come può lei, sorella, compiere queste opere? ~. Risposi: «Non io, ma il Signore per mio mezzo ed ho l'autorizzazione per tutto». Durante la santa Messa mi venne data luce ed una profonda comprensione di tutta quest'opera e non rimase nella mia anima nemmeno un'ombra di dubbio. Il Signore mi ha fatto conoscere la Sua volontà quasi in tre sfumature diverse, pur essendo una cosa sola. La prima è quella nella quale le anime isolate dal mondo arderanno come vittime davanti al trono di Dio ed impetreranno la Misericordia per il mondo intero... Ed imploreranno benedizioni per i sacerdoti e con la loro preghiera prepareranno il mondo per la venuta finale di Gesù. La seconda è la preghiera unita alle opere di Misericordia. In modo particolare proteggeranno dal male le anime dei bambini. La preghiera e le opere di Misericordia comprendono in sé tutto quello che debbono fare queste anime. Nel loro gruppo possono essere accolte anche le più povere e s'impegneranno a risvegliare l'amore e la Misericordia di Gesù nel mondo pieno d'egoismo. La terza è la preghiera e l'attività caritativa non vincolata da alcun voto. Per la loro fattiva adesione parteciperanno a tutti i meriti e privilegi della comunità. A questo gruppo possono appartenere tutte le persone che vivono nel mondo. Un membro di questo gruppo deve compiere almeno un'opera di Misericordia durante il giorno. Almeno, ma possono essere parecchie, in quanto ognuno può compierle facilmente ed anche il più povero, poiché è triplice il modo di fare un opera di Misericordia: perdonando e confortando; secondo: se non puoi con la parola, pregando ed anche questa è un'opera di Misericordia; terzo: le opere di Misericordia. E quando verrà l'ultimo giorno, saremo giudicati su questo e secondo questo riceveremo la sentenza eterna. I canali delle grazie del Signore sono aperti, cerchiamo di approfittarne, prima che arrivi il giorno della giustizia divina e sarà un giorno tremendo. Una volta che chiesi a Gesù come può sopportare tanti misfatti e delitti di ogni genere, senza punirli, il Signore mi rispose: «Per punire ho tutta l'eternità ed ora prolungo loro il tempo della Misericordia, ma guai a loro, se non riconosceranno il tempo della Mia venuta. Figlia Mia, segretaria della Mia Misericordia, non solo ti obbligo a scrivere sulla Mia Misericordia e a diffonderla, ma impetra loro la grazia, affinché anche loro adorino la Mia Misericordia». Oggi la mia anima ha provato un'angoscia così grande, che ho cominciato a lamentarmi con Gesù: « Gesù, come puoi lasciarmi sola? Io da sola non faccio nemmeno un passo avanti. Tu Ti nascondi e il confessore me l'hai tolto; dopo tutto sai Gesù che io da sola non so fare altro che sprecare le Tue grazie. Gesù, disponi le circostanze in modo che Padre Andrasz ritorni ». Ma l'angoscia non è terminata. Mi era venuta l'idea di andare da qualche sacerdote e raccontargli le mie tribolazioni e le varie ispirazioni, perché me le chiarisse e questa idea l'ho manifestata anche alla Madre Superiora. La Madre mi ha risposto: « Credo che per lei la situazione sia difficile, ma al momento per la verità non conosco un sacerdote che possa darle una risposta e fra non molto tornerà il Padre e per ora, sorella, confidi ogni cosa a Gesù ». Quando sono andata per un momento a parlare col Signore, ho udito nell'anima una voce: « Mia cara non ti darò la grazia di confidarti altrove, ed anche se ti rivelassi, non darò a quel sacerdote la grazia di poterti comprendere. Nel momento attuale Mi piace che tu sopporti pazientemente te stessa. Figlia Mia, non è Mia volontà che tu racconti a tutti dei doni che ti ho concesso. Ti ho affidato alle cure dell'amico del Mio Cuore e sotto la sua guida la tua anima si svilupperà. A lui ho dato la luce per conoscere la Mia vita nella tua anima. Figlia Mia, quando ero davanti ad Erode ti ho ottenuto la grazia di saperti innalzare sopra il disprezzo umano e di seguire fedelmente le Mie orme. Taci, quando non vogliono riconoscere la tua verità, così parlerai in modo più eloquente. Sappi, figlia Mia, che se tendi alla perfezione, porterai alla santità molte anime, ma se non tendessi alla santità, per ciò stesso molte anime rimarrebbero imperfette. Sappi che la loro perfezione dipenderà dalla tua perfezione e la maggior parte della loro responsabilità ricadrà sopra di te». E poi mi ha detto: «Non temere, bambina Mia, ma sii fedele soltanto alla Mia grazia»... Satana mi ha confessato che sono oggetto del suo odio. Mi ha detto: « Mille anime mi recano meno danno di te, quando parli della grande Misericordia dell'Onnipotente. I più grandi peccatori riprendono fiducia e ritornano a Dio e io - mi ha detto lo spirito maligno - perdo tutto, ma per di più perseguiti anche me con questa illimitata Misericordia dell'Onnipotente ». Ho conosciuto quanto satana odia la Divina Misericordia; non vuole riconoscere che Dio è buono. 29.VI.1937. Oggi durante la colazione Padre Andrasz ha salutato per telefono tutta la Congregazione. E già tornato da Roma e oggi stesso nel pomeriggio è venuto da noi. Tutte le suore professe, le novizie ed entrambe le classi delle allieve si sono riunite in cortile ed abbiamo atteso il caro Padre. Le figliole l'hanno salutato con canti e poesie, e poi l'abbiamo pregato di parlarci di Roma e delle tante cose belle che vi aveva visitato. Ha raccontato per oltre due ore e, in conseguenza di ciò, non c'è stato il tempo di parlargli in disparte. Oggi la mia anima è entrata in intima unione col Signore. Mi ha fatto conoscere che debbo rimettermi sempre alla Sua volontà. «In un attimo posso darti più di quello che tu puoi desiderare». 30.VI.37. Oggi il Signore mi ha detto: «Molte volte avrei voluto innalzare questa Congregazione, ma non lo posso fare per la sua superbia. Figlia Mia, sappi che alle anime superbe non concedo le Mie grazie, ma tolgo anche quelle che ho concesso». Oggi Suor lolanda mi ha chiesto di fare un patto: essa pregherà per me, purché io preghi per la sua classe a Wilno. Io per la nostra opera prego sempre, ma ho deciso di pregare per due mesi per la classe a Wilno, e Suor lolanda reciterà, secondo la mia intenzione, tre Ave Maria ogni giorno al Verbo Incarnato, affinché io approfitti della grazia di Dio. La nostra amicizia è divenuta ancora più salda. 1.VII.1937. MESE DI LUGLIO. Oggi durante la recita dell'Angelus, il Signore mi ha fatto comprendere l'inconcepibile amore di Dio verso gli uomini. Ci innalza fino alla Sua Divinità. Si fa guidare unicamente dall'amore e dalla Sua insondabile Misericordia. Sebbene Tu dia l'annuncio del Mistero per mezzo di un Angelo, sei Tu stesso a metterlo in esecuzione. Nonostante la pace profonda, di cui gode la mia anima, lotto continuamente e talvolta intraprendo una battaglia accanita, per seguire fedelmente la mia strada, cioè quella che il Signore Gesù vuole che segua. E la mia strada è la fedeltà alla volontà di Dio in tutto e sempre, ma specialmente nella fedeltà alle ispirazioni interiori, per essere uno strumento docile nelle mani di Dio, e portare a termine l'opera della Sua insondabile Misericordia. 4.VII.37. PRIMA DOMENICA DEL MESE. Ritiro spirituale mensile. La sera mi sono preparata con molta cura ed ho pregato a lungo lo Spirito Santo, perché si degni di concedermi i Suoi lumi e mi prenda sotto la Sua speciale direzione. Ho pregato anche la Madonna, l'Angelo Custode ed i Santi patroni. Frutto della meditazione. Qualunque cosa Gesù ha fatto, l'ha fatta bene. Passò facendo del bene. Nel modo di comportarsi era pieno di bontà e Misericordia. La compassione guidava i Suoi passi. Coi nemici ha mostrato bontà, cortesia, comprensione, agli indigenti ha dato aiuto e conforto. Questo mese ho fatto il proposito di rispecchiare fedelmente in me questi tratti di Gesù, anche se ciò dovesse costarmi molto. Durante l'adorazione ho udito una voce nell'anima: «Mi sono graditi i tuoi sforzi, figlia Mia, delizia del Mio Cuore. Vedo ogni movimento del tuo cuore, col quale Mi adori». Proposito particolare. Continuare lo stesso: unirmi a Cristo Misericordioso. Per la sua dolorosa Passione, pregherò il Padre Celeste per il mondo intero. Punto della regola: osservanza rigorosa del silenzio. Penetrare nel profondo del proprio essere e ringraziare di tutto Dio, unendomi a Gesù: con Lui, in Lui e per Lui do gloria a Dio. O Signore, amore mio, Ti ringrazio per la giornata odierna, per avermi permesso di attingere i tesori delle Tue grazie dalla sorgente della Tua insondabile Misericordia. O Gesù, non solo oggi, ma in ogni momento attingo dalla Tua insondabile Misericordia tutto quello che possono desiderare l'anima e il corpo. 7.VII.37. Nei momenti di dubbio, cioè se l'anima è debole, preghi Gesù perché agisca Lui, sebbene sappia che dovrebbe agire lei con l'aiuto della grazia di Dio, ma in certi momenti lasci che Dio faccia tutto Lui.
15.VII.37. Un certo momento ho saputo che verrò trasferita in
un'altra casa. Tale conoscenza è puramente interiore. Nello stesso momento
ho udito una voce nell'anima: «Non temere, figlia Mia, il Mio volere è
che tu stia qui. I progetti umani falliscono e debbono uniformarsi alla Mia
volontà». Quando ero vicino al Signore, ha detto: «Perché hai paura
di mettere mano all'opera che ri raccomando?». Ho risposto: « Perché in
questi momenti, Gesù, mi lasci sola e non sento la Tua presenza? ».
«Figlia Mia, anche se non Mi scorgessi nelle più nascoste profondità del tuo
cuore, non puoi affermare che non ci sono. Tolgo soltanto la percezione di
Me stesso, e questo non deve essere per te un impedimento ad eseguire la Mia
volontà. Faccio questo per i Miei imperscrutabili disegni che conoscerai in
seguito. Figlia Mia, sappi una volta per tutte che solo il peccato grave Mi
scaccia dall'anima, e nient'altro».
9.VII.37. Questa sera è venuta da me una delle suore defunte: mi ha
chiesto un giorno di digiuno e di offrire per lei in quel giorno tutte le
pratiche di pietà. Le ho risposto che ero d'accordo. Il giorno dopo fin dal
mattino ho espresso l'intenzione di offrire tutto a favore di quella suora.
Durante la santa Messa per un momento ho vissuto il suo tormento, ho provato
nell’anima una fame così grande di Dio che mi sembrava di morire per il
desiderio di unirmi a Lui. La cosa è durata un breve momento, ma ho capito
che cos'è la nostalgia delle anime del purgatorio. Subito dopo la santa
Messa ho chiesto alla Madre Superiora il permesso per il digiuno, ma non
l'ho ottenuto perché sono ammalata. Quando sono entrata in cappella, ho
sentito queste parole: «Se lei, sorella, avesse digiunato, avrei ottenuto il
sollievo soltanto questa sera, ma per l'obbedienza, che le ha proibito di
digiunare, ho ottenuto il sollievo immediatamente. L'obbedienza ha un grande
potere». Dopo tali parole udii: « Dio gliene renda merito ». Prego spesso
per la Polonia, ma vedo il grande sdegno di Dio contro di essa, perché è
ingrata. Faccio ogni sforzo dell'anima per difenderla. Ricordo continuamente
a Dio le Sue promesse di Misericordia. Quando vedo la Sua ira, mi getto con
fiducia nell'abisso della Misericordia e immergo in esso tutta la Polonia,
ed allora non può far uso della Sua giustizia. O Patria mia, quanto mi
costi! Non c'è giorno che non preghi per te. (Una frase di San Vincenzo de'
Paoli: « Il Signore mette sempre mano ad un'opera, quando toglie di mezzo
ogni sostegno umano e ci ordina di eseguire qualche cosa che sorpassa le
nostre forze »). 13.VII.37. Oggi Gesù mi ha illuminato sul modo di comportarmi con una delle suore che mi aveva interrogata su molte questioni spirituali, sulle quali aveva dei dubbi. In fondo però non era questo che le interessava, ma voleva sapere il mio parere su di esse per avere qualche cosa da raccontare su di me alle altre suore. Oh, se almeno avesse ripetuto le medesime parole che le avevo detto, senza alterarle e senza aggiungervi altro! Gesù mi ha messo in guardia nei confronti di quell'anima. Ho deciso di pregare per lei, poiché soltanto la preghiera può illuminare quell'anima. O Gesù mio, nulla può indurmi ad abbassare il mio ideale, cioè l'amore che ho verso di Te. Benché la strada sia così tremendamente irta di spine, non ho paura d'andare avanti, anche se la grandine delle persecuzioni mi copre, anche se gli amici mi abbandonano, anche se tutto congiura contro di me e l'orizzonte si oscura, anche se la tempesta incomincia ad imperversare e sento che sono sola a dover far fronte a tutto. Allora in tutta tranquillità confiderò nella Tua Misericordia, o mio Dio, e la mia fiducia non rimarrà delusa. Oggi in refettorio, mentre mi si avvicinava una suora addetta a servire, ho provato un grande dolore nel punto delle Piaghe. Mi è stato concesso di conoscere lo stato della sua anima. Ho pregato molto per lei. Cessazione improvvisa di una tempesta. Questa notte c'è stata una tempesta tremenda. Mi sono stesa con la faccia a terra ed ho cominciato a recitare le litanie dei Santi. Verso la fine delle litanie mi ha preso una tale sonnolenza, che non sono riuscita in nessuna maniera a terminare le litanie. Allora mi sono alzata ed ho detto al Signore: «Gesù, placa la tempesta, poiché la tua bambina non riesce a pregare più a lungo e casca dal sonno». Dopo queste parole ho spalancato la finestra e non ho nemmeno messo i ganci. Suor N. mi ha detto: «Ma cosa fa, sorella, il turbine scardinerà la finestra». Le ho risposto: «Dorma pure tranquillamente». E subito la tempesta è cessata del tutto. Il giorno dopo le suore hanno parlato dell'improvvisa cessazione della tempesta, non sapendo come spiegarla. A questo non ho risposto nulla, ma ho pensato fra di me: «Gesù e la piccola Faustina sanno come spiegarlo... 20.III.37. Oggi ho appreso che debbo andare a Rabka. Avrei dovuto partire solo dopo il 5 agosto, ma ho pregato la Madre Superiora di permettermi di partire subito. Non sono stata da Padre Andrasz ed ho chiesto di poter partire possibilmente quanto prima. La Madre Superiora si è un po' meravigliata per questo, perché voglio partire così presto; io però non ho dato spiegazioni, né ho chiarito il perché. Questo resterà un segreto per l'eternità. Per simili evenienze ho fatto un proposito che manterrò. 29.VII.1937 Oggi parto per Rabka. Sono entrata un momento in cappella ed ho pregato Gesù di poter fare un viaggio felice. Tuttavia nella mia anima silenzio e buio. Sentivo che ero sola, non avevo nessuno, ho pregato Gesù di stare con me. Ad un tratto ho avvertito nell'anima uno spiraglio di luce, Gesù era con me. Ma dopo questa grazia aumentarono le tenebre, ed un buio ancora più fitto è penetrato nell'anima. Allora ho detto: «Sia fatta la Tua volontà, Tu puoi tutto». Mentre andavo in treno ed osservavo dal finestrino i dintorni stupendi e le montagne, cominciai a provare nell’anima tormenti ancora maggiori. Quando le suore mi salutarono e cominciarono a dimostrarmi la loro cordialità, la mia sofferenza aumentò. Avrei voluto nascondermi e riposare un momento in solitudine, restare sola. In quei momenti nessuna creatura è in grado di confortarmi e anche se volessi dire qualche cosa di me, proverei un nuovo tormento. Perciò in quei momenti ho taciuto e in silenzio mi sono sottomessa alla volontà di Dio, e questo mi ha dato sollievo. Dalle creature non pretendo nulla e tratto con loro solo se lo esige la necessità. Non farò confidenze, se non nel caso che sia necessario per la gloria di Dio. Sto trattando familiarmente con gli angeli. Qui però la salute va così male che sono costretta a rimanere a letto. Sento degli strani, acuti dolori in tutta la cassa toracica, non posso muovere nemmeno una mano. Ho passato una notte in cui ho dovuto rimanere distesa senza fare alcun movimento; se mi muovevo sembrava che mi si spaccasse tutto nei polmoni. Quella notte non finiva mai. Mi sono unita a Gesù Crocffisso ed ho pregato il Padre Celeste per i peccatori. Dicono che una malattia di petto non procura dolori così acuti, io però questi dolori acuti li provo continuamente. Qui la mia salute è talmente peggiorata, che debbo mettermi a letto e Suor N ha detto che qui non mi sentirò meglio, poiché Rabka non è adatta per tutti i malati. Oggi non ho potuto andare nemmeno alla santa Messa, né alla santa Comunione e fra le sofferenze dell'anima e del corpo ho ripetuto tra me: « Sia fatta la volontà del Signore. So che la Tua generosità è irraggiungibile ». Improvvisamente ho udito il canto di un angelo, che narrava cantando tutta la mia vita, tutto ciò che aveva contenuto in sé. Rimasi stupita, ma acquistai anche forza. San Giuseppe mi ha chiesto di avere per Lui una devozione continua. Lui stesso mi ha detto di recitare ogni giorno tre preghiere assieme al “Memorare”. Mi ha guardato con molta cordialità e mi ha fatto conoscere quanto appoggia quest'opera e mi ha promesso il Suo aiuto particolarissimo e la sua protezione. Recito ogni giorno le preghiere richieste e avverto la Sua speciale protezione. l.VIII.1937. RITIRO SPIRITUALE DI UN GIORNO. Esercizi spirituali della sofferenza. O Gesù, in questi giorni di sofferenze non sono in grado di fare una preghiera qualsiasi, l'oppressione del corpo e dell'anima è aumentata grandemente. O mio Gesù, Tu vedi bene che la Tua bambina è nell'impotenza. Non mi sforzo molto, ma piuttosto sottopongo la mia volontà alla volontà di Gesù. O Gesù, Tu per me sei sempre Gesù. Quando andai dal confessore, non sapevo nemmeno confessarmi, tuttavia quel sacerdote capì subito lo stato della mia anima e mi disse: «Nonostante tutto si salverà, è sulla buona strada, però la luce che aveva prima può anche non tornare e Dio può lasciare la sua anima in queste tenebre e in questo annebbiamento fino alla morte, ma si sottometta in tutto alla volontà di Dio». Oggi ho iniziato una novena alla Madonna Assunta in cielo, per tre intenzioni: la prima, per poter vedere il rev. dr. Sopocko; la seconda, perché Iddio affretti quest'opera; la terza, per la mia Patria. 10.VIII.1937 Oggi ritorno a Cracovia accompagnata da una consorella. La mia anima è avvolta dalla sofferenza. Mi unisco continuamente a Lui con un atto della volontà, Egli è la mia forza e il mio sostegno. Sii benedetto, o Dio, per tutto quello che mi mandi. Senza il Tuo volere non avviene nulla sotto il sole, non posso penetrare i Tuoi segreti a mio riguardo, ma accosto le labbra al calice che mi viene dato. GESU’ CONFIDO IN TE. Novena alla Divina Misericordia che Gesù mi ha ordinato di scrivere e di fare prima della festa della Misericordia. Ha inizio il Venerdì Santo. «Desidero che durante questi nove giorni tu conduca le anime alla fonte della Mia Misericordia, affinché attingano forza, refrigerio ed ogni grazia, di cui banno bisogno per le difficoltà della vita e specialmente nell'ora della morte. Ogni giorno condurrai al Mio Cuore un diverso gruppo di anime e le immergerai nel mare della Mia Misericordia. E Io tutte queste anime le introdurrò nella casa del Padre Mio. Lo farai in questa vita e nella vita futura. E non rifiuterò nulla a nessun'anima che condurrai alla fonte della Mia Misericordia. Ogni giorno chiederai al Padre Mio le grazie per queste anime per la Mia dolorosa Passione ». Risposi: «Gesù, non so come fare questa novena e quali anime introdurre prima nel Tuo misericordiosissimo Cuore. E Gesù mi rispose che me l'avrebbe detto giorno per giorno quali anime dovevo introdurre nel Suo Cuore. PRIMO GIORNO. “Oggi conduciMi tutta l’umanità e specialmente tutti i peccatori e immergili nel mare della Mia Misericordia. E con questo Mi consolerai dell’amara tristezzain cui Mi getta la perdita delle anime”. Gesù misericordiosissimo, la cui prerogativa è quella d'avere compassione di noi e di perdonarci, non guardare i nostri peccati, ma la fiducia che abbiamo nella Tua infinita bontà e accoglici nella dimora del Tuo pietosissimo Cuore e non lasciarci uscire di lì per l'eternità. Ti supplichiamo per l'amore che Ti unisce al Padre ed allo Spirito Santo. O Onnipotenza della divina Misericordia, Rifugio per l'uomo peccatore, Tu che sei la Misericordia e un mare di compassione, Aiuta chi t'invoca in umiltà. Eterno Padre, guarda con gli occhi della Tua Misericordia la schiera eletta per la Tua vigna, le anime dei sacerdoti e le anime dei religiosi, e dona loro la potenza della Tua benedizione, e per i sentimenti del Cuore del Figlio Tuo, il Cuore in cui essi sono racchiusi, concedi loro la potenza della Tua luce, affinché possano guidare gli altri sulla via della salvezza, in modo da poter cantare assieme per tutta l'eternità le lodi della Tua Misericordia infinita. Amen. SECONDO GIORNO “Oggi conduciMi le anime dei sacerdoti e le anime dei religiosi e immergile nella Mia insondabile Misericordia. Essi Mi hanno dato la forza di superare l'amara Passione. Per mezzo loro come per mezzo di canali, la Mia Misericordia scende sull'umanità”. Misericordiosissimo Gesù, da cui proviene ogni bene, aumenta in noi la grazia, affinché compiamo degne opere di Misericordia, in modo che quanti ci osservano lodino il Padre della Misericordia che è nei cieli. La fonte dell'amore di Dio, Alberga nei cuori limpidi, Purificati nel mare della Misericordia, Luminosi come le stelle, chiari come l'aurora. Oggi conduciMi tutta l'umanità e specialmente tutti i peccatori e immergili nel mare della Mia Misericordia. E con questo Mi consolerai dell'amara tristezza in cui Mi getta la perdita delle anime ». Eterno Padre, guarda con gli occhi della Tua misericordia la schiera eletta per la Tua vigna, le anime dei sacerdoti e le anime dei religiosi, ed dona loro la potenza della Tua benedizione, e per i sentimenti del Cuore del Figlio Tuo, il Cuore in cui essi sono racchiusi, concedi loro la potenza della Tua luce, affinchè possano guidare gli altri sulla via della salvezza, in modo da poter cantare assieme per tutta l’eternità le lodi della Tua Misericordia infinita. Amen. TERZO GIORNO “Oggi conduciMi tutte le anime devote e fedeli ed immergile nel mare della Mia Misericordia. Queste anime Mi hanno confortato lungo la strada del Calvario, sono state una goccia di conforto in un mare di amarezza”. O Gesù misericordiosissimo, che elargisci a tutti in grande abbondanza le Tue grazie dal tesoro della Tua Misericordia, accoglici nella dimora del Tuo pietosissimo Cuore e non farci uscire da esso per tutta l'eternità. Te ne supplichiamo per l'ineffabile amore, di cui il Tuo Cuore arde per il Padre Celeste. Sono imperscrutablli le meraviglie della Misericordia, Non riesce a scandagliarle né il peccatore, nè il giusto. A tutti rivolgi sguardi di compassione, E attiri tutti al Tuo amore. Eterno Padre, guarda con occhi di Misericordia alle anime fedeli, come l'eredità del Figlio Tuo e per la Sua Passione dolorosa concedi loro la Tua benedizione e accompagnale con la Tua protezione incessante, affinché non perdano l'amore ed il tesoro della santa fede, ma con tutta la schiera degli angeli e dei santi glorifichino la Tua illimitata Misericordia nei secoli dei secoli. Amen. QUARTO GIORNO “Oggi conduciMi i pagani e coloro che non Mi conoscono ancora. Anche a loro ho pensato nella Mia amara Passione e il loro futuro zelo ha consolato il Mio Cuore. Immergili nel mare della Mia Miserioordia”. O misericordiosissimo Gesù, che sei la luce del mondo intero, accogli nella dimora del Tuo pietosissimo Cuore le anime dei pagani che non Ti conoscono ancora. I raggi della Tua grazia li illuminino, affinché anche loro assieme a noi glorifichino i prodigi della Tua Misericordia e non lasciarli uscire dalla dimora del Tuo pietosissimo Cuore. La luce del Tuo amore, Illumini le tenebre delle anime; Fa' che queste anime Ti conoscano E glorifichino con noi la Tua Misericordia. Eterno Padre, guarda con occhi di Misericordia alle anime dei pagani e di coloro che non Ti conoscono ancora, e che sono racchiuse nel pietosissimo Cuore di Gesù. Attirale alla luce del Vangelo. Queste anime non sanno quale grande felicità è quella di amarTi. Fa' che anche loro glorifichino la generosità della Tua Misericordia per i secoli dei secoli. Amen. QUINTO GIORNO “Oggi conduciMi le anime degli eretici e degli scismatici ed immergile nel mare della Mia Misericordia. Nella Mia amara Passione Mi hanno lacerato le carni ed il cuore, cioè la Mia Chiesa. Quando ritorneranno all'unità della Chiesa, si rimargineranno le Mie ferite ed in questo modo allevieranno la Mia Passione”. Anche per coloro che stracciarono la veste della Tua unità, Sgorga dal Tuo Cuore una fonte di pietà. L'Onnipotenza della Tua Misericordia, o Dio, Può ritrarre dall'errore anche queste anime. Misericordiosissimo Gesù, che sei la bontà stessa, Tu non rifiuti la luce a coloro che Te la chiedono; accogli nella dimora del Tuo pietosissimo Cuore le anime degli eretici e le anime degli scismatici; attirali con la Tua luce all'unità della Chiesa e non lasciarli partire dalla dimora del Tuo pietosissimo Cuore, ma fa' che anch'essi glorifichino la generosità della Tua Misericordia. Eterno Padre, guarda con gli occhi della Tua Misericordia alle anime degli eretici e degli scismatici, che hanno dissipato i Tuoi beni ed hanno abusato delle Tue grazie, perdurando ostinatamente nei loro errori. Non badare ai loro errori, ma all'amore del Figlio Tuo ed alla Sua amara Passione, che ha preso su di Sé per loro, poiché anche loro sono racchiusi nel pietosissimo Cuore di Gesù. Fa' che anche essi lodino la Tua grande Misericordia per i secoli dei secoli. Amen. SESTO GIORNO “Oggi conduciMi le anime miti e umili e le anime dei bambini e immergile nella Mia Misericordia. Queste anime sono le più simili al Mio cuore. Esse Mi hanno sostenuto nell'amaro travaglio dell'agonia. Li ho visti come gli angeli della terra che avrebbero vigilato presso i Miei altari. Su di loro riverso le Mie grazie a pieni torrenti. Solo un'anima umile è capace di accogliere la Mia grazia; alle anime umili concedo la Mia piena fiducia”. Misericordiosissimo Gesù, che hai detto.. « Imparate da Me che sono mite ed umile di cuore », accogli nella dimora del Tuo pietosissimo Cuore le anime miti e umili e le anime del bambini. Queste anime attirano l'ammirazione di tutto il paradiso e formano lo speciale compiacimento del Padre Celeste; sono un mazzo di fiori davanti al trono di Dio, del cui profumo si delizia Dio stesso. Queste anime hanno stabile dimora nel pietosissimo Cuore di Gesù e cantano incessantemente l'inno dell'amore e della Misericordia per l'eternità. In verità l'anima umile e mite Già qui sulla terra respira il paradiso, E del profumo del suo umile cuore Si delizia il Creatore stesso. Eterno Padre, guarda con occhi di Misericordia alle anime miti e umili ed alle anime dei bambini, che sono racchiuse nella dimora del pietosissimo Cuore di Gesù. Queste anime sono le più simili al Figlio Tuo; il loro profumo s'innalza dalla terra e raggiunge il Tuo trono. Padre di Misericordia e di ogni bontà, Ti supplico per l'amore ed il compiacimento che hai per queste anime, benedici il mondo intero, in modo che tutte le anime cantino assieme le lodi della Tua Misericordia per tutta l'eternità. Amen. SETTTIMO GIORNO “Oggi conduciMi le anime che venerano in modo particolare ed esaltano la Mia Misericordia ed immergile nella Mia Misericordia. Queste anime hanno sofferto maggiormente per la Mia Passione e sono penetrate più profondamente nel Mio spirito. Esse sono un riflesso vivente del Mio Cuore pietoso. Queste anime risplenderanno con una particolare luminosità nella vita futura. Nessuna finirà nel fuoco dell'inferno, difenderò in modo particolare ciascuna di loro nell'ora della morte”. Misericordiosissimo Gesù, il cui Cuore è l'amore stesso, accogli nella dimora del Tuo pietosissimo Cuore le anime che in modo particolare venerano ed esaltano la grandezza della Tua Misericordia. Queste anime sono forti della potenza di Dio stesso, in mezzo ad ogni genere di tribolazioni e contrarietà, avanzano fiduciose nella Tua Misericordia. Queste anime sono unite a Gesù e reggono sulle loro spalle l'umanità intera. Esse non saranno giudicate severamente, ma la Tua Misericordia le avvolgerà nell'ora della morte. L'anima che esalta la bontà del Suo Signore, Viene da Lui particolarmente amata, È sempre accanto alla sorgente viva, Ed attinge la grazia dalla divina Misericordia. Eterno Padre, guarda con occhi di Misericordia alle anime che esaltano e venerano il Tuo più grande attributo, cioè la Tua insondabile Misericordia e che sono racchiuse nel misericordiosissimo Cuore di Gesù. Queste anime sono un Vangelo vivente, le loro mani sono colme di opere di Misericordia e la loro anima è piena di gioia e canta all'Altissimo l'inno della Misericordia. Ti supplico, o Dio, mostra loro la Tua Misericordia secondo la speranza e la fiducia che hanno posto in Te; si adempia in essi la promessa di Gesù che ha detto loro: « Le anime che onoreranno la Mia insondabile Misericordia, Io stesso le difenderò come Mia gloria durante la vita, ma specialmente nell'ora della morte». OTTAVO GIORNO “Oggi conduciMi le anime che sono nel carcere del purgatorio ed immergile nell'abisso della Mia Misericordia. I torrenti del Mio Sangue attenuino la loro arsura. Tutte queste anime sono molto amate da Me; ora stanno dando soddisfazione alla Mia giustizia; è in tuo potere recar loro sollievo. Prendi dal tesoro della Mia Chiesa tutte le indulgenze ed offrile per loro... Oh, se conoscessi i loro tormenti, offriresti continuamente per loro l'elemosina dello spirito e pagheresti i debiti che essi hanno nei confronti della mia giustizia!”. Misericordiosissimo Gesù, che hai detto che vuoi Misericordia, ecco io conduco alla dimora del Tuo pietosissimo Cuore le anime del purgatorio, anime che a Te sono molto care e le quali tuttavia debbòno soddisfare la Tua giustizia. I torrenti del Sangue e dell'Acqua che sono scaturiti dal Tuo Cuore spengano il fuoco del purgatorio, in modo che anche là venga glorificata la potenza della Tua Misericordia. Dall'arsura tremenda del fuoco del purgatorio, S'innalza un lamento alla Tua Misericordia, E ricevono conforto, soilievo e refrigerio Nel torrente formato dal Sangue e dall'Acqua. Eterno Padre, guarda con occhi di Misericordia alle anime che soffrono nel purgatorio, e che sono racchiuse nel pietosissimo Cuore di Gesù. Ti supplico per la dolorosa Passione del Figlio Tuo Gesù e per tutta l'amarezza da cui fu inondata la Sua santissima anima, mostra la Tua Misericordia alle anime che sono sotto lo sguardo della Tua giustizia, non guardare a loro se non attraverso le Piaghe del Tuo amatissimo Figlio Gesù, poiché noi crediamo che la Tua bontà e la Tua Misericordia sono senza limiti. NONO GIORNO “Oggi conduciMi le anime tiepide ed immergile nell'abisso della Mia Misericordia. Queste anime feriscono il Mio Cuore nel modo più doloroso. La Mia anima nell'Orto degli Ulivi ha provato la più grande ripugnanza per un'anima tiepida. Sono state loro la causa per cui ho detto: Padre, allontana da Me questo calice, se questa è la Tua volontà. Per loro, ricorrere alla Mia Misericordia costituisce l'ultima tavola di salvezza”. Misericordiosissimo Gesù, che Sei la pietà stessa, introduco nella dimora del Tuo Cuore pietosissimo le anime tiepide. Possano riscaldarsi nel Tuo puro amore queste anime di ghiaccio, che assomigliano a cadaveri e suscitano in te tanta ripugnanza. O Gesù pietosissimo, usa l'onnipotenza della Tua Misericordia ed attirale nell'ardore stesso del Tuo amore e concedi loro l'amore santo, dato che puoi tutto. Il fuoco e il ghiaccio non possono stare uniti, Poiché, o si spegne il fuoco o si scioglie il ghiaccio, Ma la Tua Misericordia, o Dio, Può soccorrere miserie anche maggiori. Eterno Padre, guarda con occhi di Misericordia alle anime tiepide, che sono racchiuse nel pietosissimo Cuore di Gesù. Padre della Misericordia, Ti supplico per l'amarezza della Passione del Tuo Figlio e per la Sua agonia di tre ore sulla croce, permetti che anche loro lodino l'abisso della Tua Misericordia... O giorno eterno, o giorno desiderato, Ti attendo con nostalgia ed impazienza, Fra non molto l'amore scioglierà i veli, E Tu diverrai la mia salvezza. O giorno stupendo, momento impareggiabile, In cui vedrò per la prima volta il mio Dio, Lo Sposo della mia anima ed il Signore dei Signori. Sento che la mia anima non proverà timore. O giorno solennissimo, giorno luminoso, In cui l'anima conoscerà Dio nella Sua potenza, E s'immergerà tutta nel Suo amore, Constatando che sono finite le miserie dell'esilio. O giorno felice, o giorno benedetto, Nel quale il mio cuore arderà per Te di amore eterno Poiché fin d'ora Ti sento, sia pure attraverso i veli. Tu, o Gesù, in vita e in morte sei per me estasi ed incanto. O giorno che attendo da tutta la vita, Ed attendo Te, o Dio, Poiché desidero soltanto Te. Solo Tu sei nel mio cuore, tutto il resto è nulla per me. O giorno di delizie, di eterne dolcezze, O Dio di grande Maestà, o Mio Sposo, Tu sai che nulla soddisfa il cuore di una vergine. Poserò il mio capo sul Tuo dolce Cuore. FINE DEL TERZO QUADERNO IV° QUADERNO
Cracovia, 10.VIII.1937. SR. MARIA FAUSTINA DEL SANTISSIMO SACRAMENTO. O Ostia santa, fonte della dolcezza divina, Tu dai sostegno alla mia anima. Tu che sei Onnipotente e Ti sei incarnato in una Vergine, Vieni nascosto nel mio cuore, E la potenza dei miei sensi non Ti raggiunge.
10.VIII.1937. Oggi sono tornata a Cracovia da Rabka; mi sento molto male. Solo Gesù sa quanto io soffra. In questi giorni sono stata in tutto simile a Gesù Crocifisso; mi sono armata di pazienza per rispondere ad ogni suora perché non mi è stato possibile rimanere là, cioè perché stavo peggio in salute. Sapevo però che alcune suore non me lo chiedevano per compassione delle mie sofferenze, ma per aggiungerne altre a quelle che avevo. O Gesù, quali tenebre mi circondano ed il nulla penetra in me, ma, Gesù mio, non lasciarmi sola, concedimi la grazia della fedeltà. Benché non possa comprendere il mistero del Tuo abbandono, è però in mio potere dire: Sia fatta la Tua volontà.
12.VIII.1937 Oggi mi sono incontrata col rev. dr. Sopocko che,
passando da Cracovia, è venuto un momento da noi. Desideravo proprio
vederlo; Dio ha esaudito il mio desiderio. Questo sacerdote è una grande
anima, tutta piena di Dio. La mia gioia è stata grande, ho ringraziato Dio
per questa grande grazia, poiché desideravo incontrarmi con lui per la
maggior gloria di Dio. O Ostia viva, Gesù nascosto, Tu vedi lo stato della
mia anima. Da sola non sono nemmeno capace di pronunciare il Tuo santo Nome.
Non riesco a tirar fuori dal cuore la fiamma dell'amore, ma stando in
ginocchio ai Tuoi piedi penetro nel tabernacolo con lo sguardo della mia
anima, lo sguardo della fedeltà. Tu sei sempre lo stesso, anche se nella mia
anima c'è un cambiamento. Ho fiducia che verrà il momento in cui mostrerai
il Tuo volto e la Tua bambina vedra di nuovo il Tuo dolce viso. Mi stupisco,
Gesù, che Tu possa così a lungo nasconderTi a me. Come puoi contenere
l'enormità dell'amore che nutri per me? Nella dimora del mio cuore sto in
ascolto ed attendo la Tua venuta, o unico Tesoro del mio cuore. Gesù difende
con forza i Suoi rappresentanti sulla terra. E talmente unito a loro, che mi
ordina di anteporre la loro opinione alla Sua. Ho conosciuto la grande
famIliarità che esiste fra Gesù ed il sacerdote. Quello che dice il
sacerdote, Gesù lo sostiene e spesso si uniforma ai suoi desideri e talvolta
fa dipendere dalla sua opinione il proprio rapporto con un'anima. Nelle
grazie particolari ho conosciuto molto bene fino a che punto hai diviso con
loro l'autorità ed i Misteri, o Gesù, più che con gli angeli. Gioisco per
questo, poiché tutto ciò serve al mio bene. 15.VIII.1937. Indicazioni di Padre Andrasz. Questi momenti dl aridità e di sensazione della propria miseria, permessi da Dio, fanno conoscere all'anima quanto poco essa possa da sola, le insegneranno quanto deve apprezzare le grazie di Dio. Secondo: la fedeltà alle pratiche di devozione ed ai propri doveri, la fedeltà in genere in tutto, proprio come nei momenti di gioia. Terzo: in queste faccende occorre essere in tutto obbediente all'arcivescovo; di tempo in tempo tuttavia si può ricordare la questione, ma con calma. Talvolta è necessaria un po' di amara verità. Verso la fine del colloquio chiesi che mi permettesse di trattare familiarmente con Gesù, come in precedenza. Mi rispose: « Non posso dare ordini a Gesù, ma se Egli stesso l'attira a Sé, può seguire questa attrazione, ma deve mantenere sempre una profonda venerazione, poiché il Signore è grande. Se lei in tutto questo cerca realmente la volontà di Dio e desidera compierla, può stare tranquilla, Iddio non permetterà alcuno sbandamento. Per quanto concerne le mortificazioni e le sofferenze, me ne parlerà la prossima volta. Si affidi alla protezione della Madonna». 15.VIII.1937. Durante la meditazione la presenza di Dio è penetrata vivamente in me ed ho conosciuto la gioia della SS.ma Vergine al momento della Sua Assunzione in cielo... Durante la cerimonia che si è svolta in onore della Madre di Dio, verso la fine della stessa, ho visto la Vergine SS.ma, che mi ha detto: «Oh, quanto Mi è gradito l'omaggio del Vostro amore!». E in quello stesso momento ha coperto col Suo manto tutte le suore della nostra Congregazione. Con la mano destra ha stretto a Sé la Madre Generale Michaela e con la sinistra me, e tutte le suore erano ai Suoi piedi coperte dal Suo manto. Poi la Madre di Dio ha detto: «Ognuna di voi che persevererà nello zelo fino alla morte nella Mia Congregazione, eviterà il fuoco del purgatorio, e desidero che ciascuna si distingua per queste virtù: umiltà e mitezza, purezza e amor di Dio e del prossimo, compassione e Misericordia». Dopo queste parole è scomparsa tutta la Congregazione, sono rimasta sola con la Madonna, la quale mi ha istruita circa la volontà di Dio, come applicarla nella vita, sottomettendomi totalmente ai Suoi santissimi decreti. È impossibile piacere a Dio non facendo la Sua santa volontà. «Figlia Mia, ti raccomando Vivamente di compiere fedelmente tutti i desideri di Dio, poiché questa è la cosa cara ai Suoi occhi. Desidero ardentemente che tu ti distingua in questo, cioè in questa fedeltà, nell'adempiere la volontà di Dio. La volontà di Dio anteponila a tutti i sacrifici ed olocausti». Mentre la Madre Celeste parlava con me, è entrata nella mia anima una profonda comprensione della volontà di Dio. O mio Gesù, delizia del mio cuore, quando la mia anima è imbevuta della Tua divinità, accetto con identico equilibrio la dolcezza e l'amarezza. L'una e l'altra cosa passeranno, una sola cosa conserverò nell'anima, l'amor di Dio; questo m'impegno a conquistarlo, per tutto il resto mi preoccupo relativamente. 16.VIII.37. Dopo la santa Comunione ho visto Gesù in un aspetto di grande Maestà, e Gesù mi ha detto: «Figlia Mia, nelle settimane in cui non Mi hai visto, né hai sentito la Mia presenza, ero unito a te più profondamente che nei momenti dei rapimenti. E la fedeltà ed il profumo delle tue preghiere sono giuati fino a Me». Dopo tali parole la mia anima è stata inondata dalla gioia di Dio. Non vedevo più Gesù, eppure riuscivo a pronunciare soltanto una parola: « Gesù », e dopo aver pronunciato quel Nome, di nuovo la mia anima veniva invasa dalla luce e da un più profondo raccoglimento, che è durato tre giorni senza interruzione. Tuttavia all'esterno ho potuto compiere i miei doveri. Tutto il mio essere è stato scosso fin nelle sue più segrete profondità. La grandezza di Dio non mi spaventa, ma mi rende felice; facendoGli onore io stessa vengo innalzata. Vedendo la Sua felicità, anch'io sono felice, poiché tutto ciò che è in Lui discende su di me. Quando conosco lo stato di un'anima e quello che in essa non piace a Dio, vengo a saperlo in questo modo: istantaneamente provo dolore alle mani, ai piedi ed al fianco, nei punti in cui trafissero le mani, i piedi ed il costato del Salvatore; in quel momento vengo a conoscenza dello stato di un'anima e del genere di peccato. In casi di questo genere desidero riparare nei confronti di Gesù. Oggi ho portato per sette ore una cintura a catenelle per impetrare ad una data anima la grazia del pentimento. Alla settima ora ho provato un senso di sollievo, poiché quell'anima nel suo intimo aveva già ricevuto il perdono, sebbene non si fosse ancora confessata. Per il peccato dei sensi, mortifico il corpo e digiuno nella misura che mi è permessa. Per il peccato di superbia prego con la fronte appoggiata a terra. Per il peccato di odio prego e do una dimostrazione pratica nei confronti di una persona, con la quale ho delle difficoltà e così, secondo il genere dei peccati conosciuti, do soddisfazione alla giustizia. 19.VIII.37. Oggi durante l'adorazione il Signore mi ha fatto conoscere quanto desidera che l'anima si distingua nell'amore attivo ed in ispirito ho visto quanto sono numerose le anime che gridano verso di noi: « Dateci Iddio ». E dentro di me ho sentito ribollire il sangue per l'apostolato. Non lo lesinerò, ma lo darò fino all'ultima goccia per le anime immortali, benché forse Iddio non desideri questo fisicamente; ma spiritualmente ciò mi è possibile e non è meno meritevole. Oggi ho conosciuto che non dovevo chiedere una certa autorizzazione ed a questo riguardo rispondere come la Madonna desiderava. Per ora non sono necessarie spiegazioni, la pace mi è ritornata. Questa ispirazione l'ho ricevuta mentre andavo a fare l'esame di coscienza ed ero molto preoccupata, poiché non sapevo come fare. In un attimo la luce di Dio può fare di più che il mio arrovellarmi per vari giorni. 22.VIII.1937 Questa mattina è venuta da me la vergine S. Barbara e mi ha raccomandato di offrire per nove giorni la santa Comunione per il mio paese. “E con questo placherai l'ira di Dio”. Questa vergine aveva una corona di stelle e la spada in mano; lo splendore della corona era identico a quello della spada. Aveva una veste bianca, i capelli sciolti, era bella; se non avessi già conosciuto la SS.ma Vergine, avrei pensato che fosse Lei. Ora comprendo, tutte le vergini si distinguono per una bellezza particolare; da loro irradia una bellezza speciale.
30. Questa mattina il rev. dr. Sopocko è partito. Quando mi sono
immersa in una preghiera di ringraziamento per questa grande grazia di Dio
di aver potuto incontrarmi con lui, ad un tratto sono stata unita in modo
particolare al Signore, il quale mi ha detto: «E’ un sacerdote secondo il
Mio Cuore; i suoi sforzi Mi sono graditi. Vedi, figlia Mia, che la Mia
volontà deve compiersi e mantengo quello che ti ho promesso. Per suo mezzo
spargo consolazioni per le anime sofferenti e tormentate, per suo mezzo Mi è
piaciuto diffondere il culto alla Mia Misericordia e per mezzo di
quest'opera della Misericordia si accosteranno a Me più anime di quante ne
verrebbero se egli continuasse ad assolvere giorno e notte fino alla fine
della vita. Infatti così egli lavorerebbe fino alla morte, mentre con
quest'opera lavorerà fino alla fine del mondo». Per incontrarmi con lui
avevo fatto una novena, ma non l'avevo nemmeno finita che Dio mi ha fatto la
grazia. O mio Gesù, ho approfittato poco di questa grazia, ma questo non è
dipeso da me, sebbene da un altro punto di vista dipendesse molto. I.IX.1937. Ho visto Gesù come Re in grande maestà, che guardava verso la nostra terra con occhio severo, ma per la supplica della Madre Sua ha prolungato il tempo della Misericordia. 3.IX.1937 Primo venerdì del mese. Durante la santa Messa sono stata unita a Dio. Gesù mi ha fatto conoscere che nemmeno la più piccola cosa avviene nel mondo senza il Suo volere. Dopo questa visione la mia anima è entrata in uno stato di straordinaria serenità. Mi sono completamente tranquillizzata per quanto riguarda l'opera in tutta la sua estensione. Dio può comportarsi con me come Gli piace e io Lo benedirò per ogni cosa. Fino ad ora ho pensato con un certo timore a dove mi potevano portare queste ispirazioni. Un timore ancora maggiore si è impossessato di me quando il Signore mi ha fatto conoscere che debbo abbandonare questa Congregazione. Sono già tre anni da quel momento, e la mia anima prova alternativamente una volta entusiasmo e sollecitazioni ad agire ed allora ho molto coraggio, ed un'altra volta, quando si avvicina il momento decisivo per iniziare l'opera, sento l'abbandono da parte del Signore e nello stesso tempo una strana paura mi trapassa l'anima e vedo che non è il momento fissato dal Signore per iniziare l'opera. Sono sofferenze che non riesco nemmeno a descrivere. Solo Iddio sa quello che provo giorno e notte... Mi sembra che le più grandi torture dei martiri sarebbero più leggere di quelle che sto passando io, sia pure senza lo spargimento di una sola goccia di sangue. Ma tutto questo per le anime, per le anime, Signore... Atto di totale abbandono alla volontà di Dio, che per me è l'amore e la Misericordia stessa. ATTO DI OBLAZIONE. O Gesù Ostia, che ho ricevuto in questo momento nel mio cuore, in unione con Te mi offro al Padre Celeste come vittima sacrificale, rimettendomi totalmente e nel modo più assoluto alla misericordiosissima e santa volontà del mio Dio. Da oggi la Tua volontà, o Signore, è il mio nutrimento. Hai tutto il mio essere, disponi di me secondo i Tuoi divini intendimenti. Qualunque cosa mi porgerà la Tua mano paterna, l'accetterò con sottomissione, con serenità e con gioia. Non temo nulla, in qualunque modo vorrai guidarmi, e, con l'aiuto della Tua grazia, eseguirò tutto quello che vorrai da me. Già ora non temo più alcuna Tua ispirazione, né l'analizzo con preoccupazione per sapere dove mi conduce. Guidami, o Dio, sulle strade che Tu vuoi, ho piena fiducia nella Tua volontà, che per me è l'amore e la Misericordia stessa. Mi ordini di rimanere in questo convento? Ci rimarrò. Mi ordini di dar inizio all'opera? La inizierò. Mi lasci nell'incertezza fino alla morte in merito a quest'opera? Sii benedetto. Mi darai la morte nel momento in cui, umanamente parlando, la mia vita sembrerà più necessaria? Sii benedetto. Mi prenderai durante la giovinezza? Sii benedetto. Mi farai raggiungere l'età avanzata? Sii benedetto. Mi darai salute e forza? Sii benedetto. M'inchioderai in un letto di dolore magari per tutta la vita? Sii benedetto. Durante la vita mi darai solo delusioni ed insuccessi? Sii benedetto. Permetterai che le mie intenzioni più pure vengano condannate? Sii benedetto. Darai luce al mio intelletto? Sii benedetto. Mi lascerai nelle tenebre ed in ogni genere di angosce? Sii benedetto. Da questo momento vivo nella più profonda serenità, poiché il Signore stesso mi porta sulle Sue braccia. Egli, il Signore della Misericordia imperscrutabile, sa che desidero soltanto Lui in tutto, sempre e ovunque. Preghiera. O Gesù, disteso sulla croce, Ti supplico, concedimi la grazia di adempiere fedelmente la santissima volontà del Padre Tuo, sempre, ovunque ed in tutto. E quando la volontà di Dio mi sembrerà pesante e difficile da compiere, Te ne supplico, Gesù, scenda allora su di me dalle Tue Piaghe la forza ed il vigore e le mie labbra ripetano: «Signore, sia fatta la Tua volontà ». O Salvatore del mondo, amante dell'umana salvezza, Tu che fra i tremendi dolori del Tuo supplizio Ti sei dimenticato di Te stesso ed hai pensato alla salvezza delle anime, o Gesù pietosissimo, concedimi la grazia di dimenticare me stessa, in modo che viva totalmente per le anime, collaborando con Te all'opera della salvezza, secondo la santissima volontà del Padre Tuo... 5.VIII.1937. Il Signore mi ha fatto conoscere quanto la cara Madre Superiora mi difende di fronte a... con la preghiera, ma anche con l'azione. Ti sono grata, Gesù, per questa grazia; ciò non rimarrà senza riconoscenza nel mio cuore. Quando sarò con Gesù non mi dimenticherò di lei. 6.IX.1937. Oggi cambio occupazione, dall'orto al deserto della portineria. Sono andata un momento a colloquio col Signore, L'ho pregato di benedirmi e di concedermi la grazia di adempiere fedelmente il compito che mi è stato assegnato. Ho udito queste parole: “Figlia Mia, Io sono sempre con te. Ti ho dato la possibilità di esercitarti nelle opere di Misericordia, che eseguirai in conformità all'obbedienza. Mi farai un grande piacere e ogni sera parlerai un po' con Me di questa tua mansione”. Ho sentito che Gesù mi dava una nuova grazia per questo impegno, ma nonostante ciò io mi rinchiusi più profondamente nel Suo Cuore. Oggi mi sono sentita peggio del solito, ma Gesù in questo giorno mi ha dato più possibilità di esercitarmi nella virtù. È capitato che ho avuto un impegno più faticoso. La suora della cucina mi ha manifestato il suo malcontento perché ho fatto tardi a pranzo, anche se in nessun modo mi sarebbe stato possibile giungere prima. Ma mi sono sentita così male, che ho dovuto chiedere alla Madre Superiora di permettermi di andare a coricarmi. Sono andata a pregare Suor N... di sostituirmi nella mia mansione ed ho ricevuto un'altra ramanzina. « Ma come? Si è stancata tanto, sorella, che va di nuovo a mettersi a letto? Che vuoi, con questo continuo andare a letto! ». Me la sono sorbita tutta, ma non era ancora la fine. Bisognava andare ed avvertire anche la suora che serve le malate, perché mi portasse il vitto. Appena gliel'ho detto, è scattata e mi è corsa appresso dalla cappella lungo il corridoio, per dirmi quello che aveva in animo: « Perché va a mettersi a letto? ecc. ecc. ». L'ho pregata di non portarmi niente. Scrivo questo molto in breve, perché non è mia intenzione scrivere di tali cose, ma lo faccio perché non ci si comporti a questo modo con un'altra anima, poiché questo non piace al Signore. In un'anima sofferente dobbiamo vedere Gesù Crocifisso e non un parassita ed un peso per la Congregazione. Un'anima sofferente rassegnata alla volontà di Dio attira sul convento più benedizione divina che tutte le suore che lavorano. Povera quella casa che non ha suore ammalate! Talvolta Dio concede molte e grandi grazie per riguardo alle anime sofferenti ed allontana molti castighi unicamente per riguardo a queste. O Gesù mio, quando impareremo a guardare alle anime per motivi più elevati? Quando saranno veritieri i nostri giudizi? Ci dai la possibilità di esercitarci nelle opere di Misericordia e noi ci esercitiamo nei giudizi. Per conoscere se in una casa religiosa fiorisce l'amore di Dio, basta chiedere come vengono trattati gli ammalati, gli invalidi e gli inabili. 10.IX.37. Durante la meditazione son venuta a sapere che quanto più un'anima è pura, tanto più esclusivamente spirituale è il suo rapporto con Dio, non fa molto caso ai sensi ed alle loro proteste. Dio è spirito, perciò Lo amo in spirito e verità. Appena mi sono resa conto di quanto sia pericoloso stare in portineria ai giorni nostri, e ciò a causa dei tumulti rivoluzionari, e quanto odio la gente malvagia nutra per i conventi, sono andata a parlare col Signore e Gli ho chiesto di disporre le cose in modo che nessun malintenzionato osi avvicinarsi alla nostra porta. Ed allora ho udito queste parole: «Figlia Mia, dal momento in cui sei andata in portineria, ho messo un Cherubino sulla porta, perché la sorvegli, sta' tranquilla». Quando son tornata dal colloquio avuto col Signore, ho visto una nuvoletta bianca e in essa un Cherubino con le braccia conserte. Il suo sguardo era lampeggiante; ho capito che il fuoco dell'amore di Dio ardeva in quello sguardo...
14.IX.37. Esaltazione della Santa Croce. Oggi ho conosciuto che quel
sacerdote incontra gravi difficoltà per questa causa. Gli sono contrarie
perfino anime devote e zelanti della gloria di Dio ed il fatto che non si
scoraggia è dovuto soltanto ad una particolare grazia divina. Gesù:
«Figlia Mia, credi forse di aver scritto abbastanza sulla Mia Misericordia?
Quello che hai scritto è appena una gocciolina di fronte ad un oceano. Io
sono l'Amore e la Misericordia stessa; non c'è miseria che possa misurarsi
con la Mia Misericordia. Né la miseria l'esaurisce, poiché dal momento che
si dona, aumenta. L'anima che confida nella Mia Misericordia è la più
felice, poiché Io stesso ho cura di lei». Provo grandi sofferenze
nell'anima, quando vengo a conoscenza di un'offesa fatta a Dio. Oggi ho
conosciuto che poco lontano dalla nostra portineria sono stati commessi dei
peccati gravi. Era sera, ho pregato fervorosamente in cappella, poi sono
andata a flagellarmi. Quando mi sono inginocchiata a pregare, il Signore mi
ha fatto conoscere quanto soffra un'anima respinta da Dio. Mi sembrava che
il cuore mi si spezzasse e nello stesso tempo ho conosciuto come una tale
anima ferisce il misericordiosissimo Cuore di Gesù. Quella misera creatura
non vuole accettare la pietà di Dio. Quanto più Iddio avrà inseguito
un'anima con la Sua Misericordia, tanto più la colpirà con la Sua giustIzia...
“Mia segretaria, scrivi che sono più generoso con i peccatori che con i
giusti. Per loro sono sceso in terra... per loro ho versato il Sangue. Non
abbiano timore di avvicinarsi a Me, sono essi che hanno maggiormente bisogno
della Mia Misericordia”. 16.IX.37. Oggi desideravo tanto
ardentemente fare l'ora santa davanti al SS.mo Sacramento, ma la volontà di
Dio è stata diversa. Alle otto sono stata presa da dolori così violenti, che
ho dovuto mettermi immediatamente a letto. Ho continuato a torcermi fra gli
spasimi per tre ore, cioè fino alle undici di sera. Nessuna medicina mi ha
giovato; quella che prendevo la rigettavo. In qualche momento a causa dei
dolori ho perso la conoscenza. Gesù mi ha fatto conoscere che, in questo
modo, ho preso parte alla Sua agonia nell'Orto degli Ulivi e che Egli stesso
aveva permesso queste sofferenze in riparazione a Dio per i bambini uccisi
nel grembo di cattive madri. Questi dolori mi sono capitati già tre volte.
Cominciano sempre alle otto e durano fino alle undici di sera. Nessuna
medicina riesce ad attenuarmi queste sofferenze. All'avvicinarsi delle
undici scompaiono da sole ed allora mi addormento; l'indomani mi sento molto
debole. La prima volta mi è capitato in sanatorio. I medici non riuscirono a
fare una diagnosi; né iniezioni né alcun'altra medicina mi fu di qualche
sollievo e io stessa non capivo che genere di dolori fossero. Dissi al
medico che mai in vita mia avevo avuto dolori simili, egli mi dichiarò che
non sapeva quali fossero. Ora so di che dolori si tratta, poiché il Signore
me l'ha fatto sapere... Tuttavia quando penso che forse dovrò ancora
soffrire in quel modo, mi vengono i brividi. Ma non lo so, se dovrò ancora
soffrire a quel modo, lo lascio decidere a Dio. Tutto ciò che a Dio piacerà
mandarmi, l'accetterò con rassegnazione e con amore. Voglia il cielo che con
quelle sofferenze io abbia potuto salvare dall'omicidio almeno un anima. Il
giorno dopo questi dolori, ho la percezione dello stato delle anime e della
loro disposizione nei riguardi di Dio; penetra in me una vera conoscenza.
Ricevo la santa Comunione in modo quasi angelico. La mia anima è inondata di
luce divina e se ne nutre, i sentimenti sono come assopiti. È l'unione col
Signore totalmente spirituale, è il grande predominio dello spirito sulla
natura. Il Signore mi ha fatto conoscere le grazie che mi elargisce
continuamente. Questa luce mi è penetrata nel profondo e sono venuta a
conoscere le attenzioni inconcepibili che Dio ha verso di me. Sono rimasta
in cella per un lungo ringraziamento, distesa con la faccia a terra ed ho
esto non provavo alcun desiderio, poiché mi basta Dio Solo. Oggi ho
conosciuto quanto malvolentieri il Signore entra in una certa anima con la
santa Comunione. Va in quel cuore come in una tetra prigione, per esservi
maltrattato e seviziato. Ho chiesto il Suo perdono ed ho riparato per
quell'affronto. Il Signore mi ha futto sapere che avrò un incontro con un
mio fratello, tuttavia non sono riuscita a capire come mi incontrerò con lui
e per quale motivo dovrebbe venire da me, sebbene sappia che ha la grazia
della vocazione divina. Ma perché dovrebbe venire da me? Ad ogni modo ho
lasciato perdere questi ragionamenti e sono convinta che, se il Signore mi
aveva fatto sapere che veniva, questo mi basta. Ho unito a Dio i miei
pensieri, non occupandomi più della creatura, rimettendo tutto nelle mani
del Signore.
17.IX.37. O Gesù, vedo tanta bellezza disseminata attorno a noi per
la quale Ti ringrazio continuamente, ma noto che alcune anime sono come
pietre, sempre fredde ed insensibili, nemmeno i miracoli le commuovono
molto; hanno lo sguardo rivolto a terra e non vedono nient'altro all'infuori
di se stesse. Mi hai circondata durante la vita con la Tua protezione
sensibile ed affettuosa, più di quanto io possa immaginare, poiché
comprenderò la Tua bontà in tutta la sua estensione solo quando mi cadranno
i veli dagli occhi. Desidero che tutta la mia vita sia un unico
ringraziamento per te, o Dio. 19.IX.1937. Oggi il Signore mi ha detto: “Figlia Mia, scrivi che sono molto addolorato quando delle anime consacrate si accostano al Sacramento dell'amore soltanto per abitudine, come se non distinguessero la differenza di questo cibo. Nei loro cuori non trovo né fede né amore. In tali anime vado con grande riluttanza; sarebbe meglio che non Mi ricevessero”. Dolcissimo Gesù, infiamma il mio amore verso di Te e trasformami in Te. Divinizzami, affinché le mie azioni Ti siano gradite. Questo lo compia la potenza della santa Comunione, che ricevo ogni giorno. Quanto desidero essere completamente trasformata in Te, o Signore! 19.IX.1937. Oggi è venuto a trovarmi mio fratello Stasio. Mi sono rallegrata enormemente che questa bella anima intenda dedicarsi al servizio di Dio, o meglio che Dio lo attiri al Suo amore. Abbiamo parlato a lungo di Dio e della Sua bontà. Durante la nostra conversazione mi sono resa conto di quanto sia gradita a Dio questa cara anima. Dalla buona Madre Superiora ho ricevuto il permesso di vedermi più spesso con lui. Quando mi ha chiesto di consigliarlo dove entrare, gli ho risposto: «Certamente tu sai meglio di tutti quello che vuole il Signore da te ». Gli ho indicato l'ordine dei Gesuiti. « Ma entra dove preferisci ». Ho promesso di pregare per lui ed ho deciso di fare una novena al Sacro Cuore per intercessione del Padre Pietro Skarga, con la promessa di pubblicazione sui « Messaggero del Sacro Cuore », poiché ha molte difficoltà in questa sua iniziativa. Ho capito che in questa faccenda è più utile la preghiera dei consigli...
21.IX.1937 Questa notte, essendomi svegliata alcune volte,
ho ringraziato Iddio brevemente, ma con tutto il cuore, per tutte le grazie
concesse a me ed alla nostra Congregazione ed ho riflettuto sulla grande
bontà di Dio. Dopo aver ricevuto la santa Comunione Gli ho detto: «Gesù,
questa notte ho pensato tante volte a Te». E Gesù mi ha risposto: «E Io
ho pensato a te ancor prima di chiamarti all'esistenza». « Gesù, in che
modo hai pensato a me? ». «Nel modo dì ammetterti alla Mia eterna
felicità». Dopo queste parole la mia anima fu inondata dall'amore di
Dio. Non finivo di stupirmi nel vedere quanto Iddio ci ama. Quando sono
caduta nuovamente nello stesso errore, nonostante il proposito sincero,
sebbene la caduta fosse una piccola imperfezione e piuttosto involontaria,
ho provato nell'anima un dolore così vivo, che ho interrotto la mia
occupazione e sono andata per un momento in cappella; mi sono gettata ai
piedi di Gesù, chiedendo perdono al Signore con amore e con grande
afflizione, tanto più vergognosa in quanto la mattina, parlando con Lui dopo
la santa Comunione, Gli avevo promesso fedeltà. Allora udii queste parole:
«Se non ci fosse stata quella piccola imperfezione, non saresti venuta da
Me. Sappi che ogni volta che vieni da Me umiliandoti e chiedendo perdono, Io
riverso sulla tua anima una enorme quantità di grazie; la tua imperfezione
scompare dai miei occhi e vedo soltanto il tuo amore e la tua umiltà. Non
perdi nulla, ma guadagni molto...». 25.IX.37. Quando sono venuta a sapere quanto grandi sono le difficoltà di questa causa, sono andata dal Signore e Gli ho detto: « Gesù, forse che non vedi come rendono difficile la Tua opera? ». Ed udii una voce nell'anima: «Fa' quello che è in tuo potere e per il resto non preoccuparti. Queste difficoltà dimostrano che quest'opera è Mia. Sta' tranquilla, se fai tutto quello che è in tuo potere». Oggi ho aperto la porta alla Madre Superiora ed ho saputo che andava in città per la causa della Divina Misericordia. Questa è la Superiora che ha contribuito maggiormente all'opera della Misericordia. Oggi ho chiesto imprudentemente a due bambini poveri se era vero che a casa non avevano da mangiare. I bambini non mi hanno nsposto e se ne sono andati dalla portineria. Ho capito che era penoso per loro parlare della propria miseria, perciò li ho raggiunti in fretta e li ho fatti tornare indietro ed ho dato loro ciò che ho potuto e per cui avevo il permesso. Mostrami, o Dio, la tua Misericordia, Secondo la compassione del Cuore di Gesù, Ascolta i miei sospiri e le mie suppliche le lacrime di un cuore contrito. O Dio onnipotente e sempre misericordioso, La Tua pietà è sempre inesauribile. Benché la mia miseria sia grande come il mare, Ho piena fiducia nella Misericordia del Signore. O Trinità eterna, o Dio sempre benigno, La Tua compassione è senza limiti, Perciò confido nel mare della Tua Misericordia E Ti sento, Signore, anche se un velo mi separa da Te. L'onnipotenza della Tua Misericordia, o Signore, Venga esaltata nel mondo intero, Il suo culto non termini mai. Anima mia, propaga la Misericordia di Dio con entusiasmo. 27.IX.37. Oggi con la Madre Superiora siamo andate da un certo signore, presso il quale si stanno stampando e dipingendo delle immaginette della Divina Misericordia ed anche le invocazioni e la coroncina, che hanno già ottenuto l'approvazione. E poi siamo andate a vedere anche l'immagine più grande corretta. E molto somigliante, ne sono stata enormemente contenta. Mentre osservavo quell'immagine, sono stata investita da un amore di Dio così vivo, che per un certo momento non sapevo dove fossi. Appena sbrigata questa faccenda, siamo andate nella Chiesa di Santa Maria ed abbiamo ascoltato la santa Messa, durante la quale il Signore mi ha fatto conoscere quale grande numero di anime si salverà per mezzo di quest'opera. Poi sono entrata in un colloquio intimo con il Signore, per ringraziarLo d'essersi degnato di concedermi la grazia di poter vedere diffondersi il culto della Sua insondabile Misericordia. Mi sono immersa in una profonda preghiera di ringraziamento. Oh, quanto è grande la magnanimità di Dio! Sia benedetto il Signore, che è fedele alle Sue promesse... Madre Irene riceve in modo sorprendente molta luce del Signore per tutto ciò che riguarda questa causa. Essa per prima ha autorizzato l'esecuzione dei desideri del Signore, sebbene sia divenuta mia superiora solo due anni dopo l'apparizione. Essa per prima è venuta con me quando si è cominciato a dipingere l'immagine ed ora che si stampano alcune cose sulla Divina Misericordia e si riproducono le immaginette, è stata lei di nuovo che è venuta con me per questa causa. Dio ha disposto singolarmente tutto questo, poiché per la verità l'inizio avvenne a Wilno ed ora la volontà di Dio ha diretto le circostanze in modo tale che la causa si continua a risolverla a Cracovia. So quanto è cara a Dio questa superiora; vedo che Dio dirige tutto e vuole che, in questi momenti importanti, io sia sotto la sua protezione... Ti ringrazio, Signore, per simili superiore che vivono nell'amore e nel timore del Signore. E per questo anche che prego in modo particolare per lei, perché lei ha affrontato la maggior parte delle difficoltà in quest'opera della Divina Misericordia... 29.IX.37. Oggi ho compreso molti misteri di Dio. Sono venuta a sapere che la santa Comunione dura in me fino alla seguente santa Comunione. La presenza di Dio viva e sensibile dura nella mia anima. Questa consapevolezza m'immerge in un profondo raccoglimento, senza alcuno sforzo da parte mia... Il mio cuore è un tabernacolo vivente nel quale si conserva l'Ostia viva. Non ho mai cercato Iddio in una imprecisata lontananza, ma nel mio intimo; nella profondità del mio proprio essere tratto familiarmente col mio Dio. Mio Dio, nonostante tutte le grazie anelo continuamente alla perenne unione col mio Dio, e più Lo conosco, più ardentemente Lo desidero.
1.X.1937. «Figlia, ho bisogno di sacrifici fatti per amore, poiché solo questo ha valore per Me. Grandi sono i debiti contratti dal mondo con Me; le anime pure li possono pagare con i loro sacrifici, praticando la Misericordia spiritualmente». « Comprendo le Tue parole, Signore, e la vastità della Misericordia, di cui deve risplendere la mia anima ». Gesù: «Lo so, figlia Mia, che lo comprendi e fai tutto quello che è in tuo potere, ma scrivilo per molte anime, che talvolta si affliggono perché non posseggono beni materiali coi quali praticare le opere di Misericordia. La Misericordia spirituale però ha un merito molto maggiore e per essa non occorre avere né l'autorizzazione né il granaio, essa è accessibile a qualsiasi anima. Se un'anima non pratica la Misericordia in qualunque modo, non otterrà la Mia Misericordia nel giorno del giudizio. Oh, se le anime sapessero accumulare per sé tesori eterni, non verrebbero giudicate, prevenendo il Mio giudizio con la Misericordia!». 10.X.37. O mio Gesù, in segno di riconoscenza per tante grazie, Ti offro l'anima ed il corpo, l'intelletto e la volontà e tutti i sentimenti del mio cuore. Coi voti mi sono data tutta a Te, non ho più nulla da poterTi offrire. Gesù mi disse: «Figlia Mia, non Mi hai offerto quello che è effettivamente tuo». Mi concentrai in me stessa e mi tesi conto che amavo Iddio con tutte le forze della mia anima e, non riuscendo a conoscere che cos'era che non avevo dato al Signore, domandai: « Gesù, dimmelo e Te lo do immediatamente con generosità di cuore ». Gesù mi disse con amabilità: «Figlia, dammi la tua miseria, che è l'unica tua esclusiva proprietà». In quel momento un raggio di luce rischiarò la mia anima e conobbi tutto l'abisso della mia miseria. In quello stesso istante mi strinsi al Sacratissimo Cuore di Gesù con tanta fiducia che, anche se avessi avuto sulla coscienza i peccati di tutti i dannati, non avrei dubitato della Divina Misericordia, ma col cuore ridotto in polvere, mi sarei gettata nell'abisso della Tua Misericordia. Credo, Gesù, che non mi avreSti respinta da Te, ma mi avresti assolta per mano di un Tuo rappresentante. Appena spirasti, Gesù, scaturì per le anime una sorgente di vita e si aprì un mare di Misericordia per il mondo intero. O Sorgente di Vita, insondabile Misericordia Divina, abbraccia il mondo intero e riversati sopra di noi! «Alle tre del pomeriggio implora la Mia Misericordia specialmente per i peccatori e sia pure per un breve momento immergiti nella Mia Passione, particolarmente nel Mio abbandono al momento della morte. E’ un'ora di grande Misericordia per il mondo intero. Ti permetterò di penetrare nella Mia tristezza mortale. In quell'ora non rifiuterò nulla all'anima che Mi prega per la Mia Passione...».
V° QUADERNO
G.M.G. MIO DIO, TI AMO. Suor Faustina del Santissimo Sacramento Ti saluto, o Pane degli Angeli, Con profonda fede, speranza e carità, E dal profondo dell'anima Ti adoro, Benché io sia un nulla. Ti saluto, o Dio nascosto, E Ti amo con tutto il cuore, Non mi son d'ostacolo i veli del mistero; Ti amo come gli eletti del paradiso. Ti saluto, o Agnello di Dio, Che cancelli le colpe della mia anima, Che ogni mattina vieni nel mio cuore, E mi sei guida per la salvezza.
Cracovia, 20.X.1937
25.X.1937. ESAME GENERALE DI COSCIENZA. Si tratta di una tabella…
Sesto giorno. O mio Dio, sono pronta ad ogni Tua volontà. Comunque mi
guiderai, Ti benedirò. Qualunque cosa Tu esiga, l'eseguirò con l'aiuto della
Tua grazia. Qualunque sia la Tua santa volontà nei miei confronti, l'accetto
con tutto il cuore e con tutta l'anima, non badando a quello che mi
suggerisce la mia natura corrotta. Una volta che passavo accanto ad un
gruppo di persone, domandai al Signore: « Sono tutti in stato di grazia,
dato che non ho sentito i Tuoi dolori? ». «Per il fatto che tu non abbia
provato i Miei dolori, non significa che devono essere tutti in stato di
grazia. Qualche volta ti faccio sentire lo stato interiore di certe anime e
ti do la grazia di soffrire, semplicemente perché ti adopero come strumento
per la loro conversione». Dove c'è vera virtù, là dev'esserci anche il
sacrificio. Tutta la vita deve essere un sacrificio. Le anime possono essere
utili unicamente per mezzo del sacrificio. Il mio rapporto col prossimo può
apportare gloria a Dio attraverso il sacrificio di me stessa. Ma il movente
di tale sacrificio dev'essere l'amore di Dio, poiché tutto si concentra in
esso e di li acquista valore. «Ricordati che quando uscirai da questi
esercizi spirituali, Mi comporterò con te come con un'anima perfetta.
Desidero averti nelle Mie mani, come uno strumento adatto ad eseguire le Mie
opere». O Signore, che penetri in tutto il mio essere e nel più profondo
della mia anima, Tu vedi che desidero unicamente Te ed il compimento della
Tua santa volontà, non tenendo conto di alcuna difficoltà, né delle
sofferenze, nè delle umiliazioni, né di alcuna considerazione umana. «Mi
è enormemente gradito questo tuo deciso proposito di diventare santa.
Benedico i tuoi sforzi e ti fornirò l'opportunità di santificarti. Stai
attenta a non perdere nessuna delle occasioni che ti darà la Mia Provvidenza
per santificarti. Se non riuscissi ad approfittare di una determinata
opportunità, non perdere la calma, ma umiliati profondamente davanti a Me e
con grande fiducia immergiti tutta nella Mia Misericordia e in questo modo
acquisterai più di quello che hai perduto, poiché ad un anima umile viene
dato con molta generosità più di quanto essa stessa chieda...». 30.X.1937. Oggi, secondo giorno del ringraziamento, nel corso delle cerimonie religiose, durante la santa Messa, ho visto Gesù in un aspetto di grande bellezza, che mi ha detto: «Figlia Mia, non ti ho dispensata dall'agire». Ho risposto: «Signore, è debole la mia mano per tali opere». «Sì, lo so, unita alla Mia destra, compirai tutto. Tuttavia sii obbediente, sii obbediente ai confessori. Io darò loro la luce, con la quale debbono guidarti». « Signore, io avrei già voluto dare inizio all'opera nel Tuo nome, ma Don S. rimanda ancora ». Gesù mi ha risposto: «Lo so, pertanto fa' quello che è in tuo potere, ma non ti è permesso tirarti da parte». 1.XI.1937. Oggi dopo i vespri c'è stata la processione al cimitero. Io non ho potuto andarci perché ero di servizio in portineria, ma questo non mi ha affatto impedito di pregare per quelle care anime. Quando la processione dal cimitero è tornata in cappella, la mia anima ha avvertito la presenza di molte anime. Ho compreso la grande giustizia di Dio e come ognuno debba pagare fino all'ultimo centesimo. Il Signore mi ha dato l'occasione di esercitarmi nella pazienza per mezzo di una persona che ha con me la stessa mansione. E così lenta, che non avevo ancora visto una persona lenta come lei. Inoltre bisogna armarsi di tanta pazienza per ascoltare le cose noiose che racconta. 3.XI.1937 Questa mattina sono venuti alla porta del convento cinque disoccupati che volevano entrare a tutti i costi. Suor N., dopo essersi data da fare con loro per un bel po', non essendo riuscita a mandarli via, è venuta in cappella dalla Madre e la Madre ha ordinato a me di andare alla porta. Ero ancora abbastanza lontano dalla porta e già mi giungevano i loro forti colpi. Tutto ad un tratto sono stata presa dall'incertezza e dal timore; non sapevo se aprir loro o rispondere attraverso lo spioncino come Suor N. Improvvisamente ho udito una voce nell'anima: «Vai e apri la porta e parla con loro con la stessa dolcezza con la quale parli con Me». Ho aperto subito la porta e mi sono avvicinata al più minaccioso ed ho cominciato a parlare con lui con una tale dolcezza e serenità, che loro stessi non sapevano più che fare ed hanno cominciato anche loro a parlare con gentilezza ed hanno detto: «Se il convento non può darci lavoro, non c'è niente da fare». E se ne sono andati in pace. Ho avvertito chiaramente come Gesù, che un'ora prima avevo ricevuto nella santa Comunione, abbia agito sui loro cuori servendosi di me. Oh, che gran bene è agire sotto l'ispirazione di Dio! Oggi mi sentivo peggio ed ero entrata dalla Madre Superiora coll'intenzione di chiedere il permesso di andare a coricarmi. Però prima che le chiedessi il permesso di coricarmi, la Madre Superiora mi ha detto: «Sorella, veda di arrangiarsi da sola in portineria, poiché le prendo la ragazza per i cavoli, dato che non c'è nessuno per quel lavoro». Ho risposto: «Va bene» e sono uscita dalla stanza. Quando sono giunta in portineria, mi sono sentita stranamente forte e per tutta la giornata sono rimasta al mio lavoro e mi sono sentita bene. Ho sperimentato il potere della santa obbedienza.
10.XI.37. Quando la Madre mi mostrò l'opuscolo in cui ci sono la
coroncina, le litanie e la novena, la pregai di lasclarmelo per poterlo
vedere bene. Mentre lo sfogliavo, Gesù mi fece conoscere interiormente:
«Già molte anime sono state attirate al Mio amore da questa immagine. La Mia
Misericordia agisce nelle anime tramite quest'opera». Seppi così che
molte anime avevano sperimentato la grazia di Dio. Sono venuta a sapere che
alla Madre Superiora capiterà una croce abbastanza pesante, insieme a
sofferenze fisiche, ma non durerà a lungo.
19.XI.1937 Oggi, dopo la santa Comunione, Gesù mi ha detto quanto
desidera venire nel cuore degli uomini. «Desidero unirMi con le anime
umane; la Mia delizia è unirMi con le anime. Sappi, figlia Mia, che quando
nella santa Comunione vengo in un cuore umano, ho le mani piene di grazie di
ogni genere e desidero donarle all'anima, ma le anime non Mi prestano
nemmeno attenzione, Mi lasciano solo e si occupano d'altro. Oh, quanto è
triste per Me che le anime non conoscano l'Amore! Si comportano con Me come
con qualche cosa inerte». Ho risposto a Gesù: «O Tesoro del mio cuore,
unico oggetto del mio cuore e completa delizia della mia anima, desidero
adorarTi nel mio cuore come sei adorato sul trono della Tua gloria eterna.
Desidero ricompensarTi almeno in piccola parte col mio amore per la
freddezza di un così gran numero di anime. O Gesù, ecco il mio cuore che è
per Te una dimora, alla quale nulla ha accesso: Tu riposa in esso come in un
bel giardino. O mio Gesù, arrivederci. Io debbo andare al mio lavoro, ma Ti
dimostrerò il mio amore col sacrificio, non tralasciando né permettendo che
mi sfugga alcuna occasione per esso. Quando sono uscita dalla cappella, la
Madre Superiora mi ha detto: « Sorella, lei non andrà alla lezione di
catechismo, ma avrà servizio di turno ». Bene, Gesù, ecco che per tutta la
giornata ho avuto un numero eccezionale di occasioni per compiere sacrifici,
non me ne sono fatta sfuggire nessuna, grazie alla forza d'animo che ho
attinto dalla santa Comunione. Ci sono dei momenti nella vita, nei quali
l'anima è in un tale stato, che quasi non comprende il linguaggio umano,
tutto l'affatica e nulla le dà pace, se non una fervorosa preghiera. Nella
preghiera fervorosa l'anima trova sollievo ed anche se volesse una
spiegazione da parte delle creature, esse le procurerebbero soltanto una
maggiore inquietudine.
26.XI.37. Ritiro spirituale mensile di un giorno. Durante questo ritiro il Signore mi ha dato la luce per una più profonda conoscenza della Sua volontà e nello stesso tempo per un completo abbandono alla santa volontà di Dio. Questa luce mi ha rafforzato in una profonda pace, facendomi comprendere che non debbo aver paura di nulla, all'infuori del peccato. Qualunque cosa Iddio mi mandi, l'accetto con totale sottomissione alla Sua santa volontà. Ovunque mi metta, procurerò di adempiere fedelmente la Sua santa volontà e di fare tutto quello che piace a Lui, per quanto ciò è nelle mie possibilità, anche se questa volontà divina sarà per me pesante e dura, come lo fu la volontà del Padre Celeste nei riguardi del Figlio Suo che pregava nell'Orto degli Ulivi. Ora mi sono resa conto che, se la volontà del Padre Celeste si adempie in questo modo nel Suo amatissimo Figlio, proprio allo stesso modo si adempirà anche in noi. Sofferenze, persecuzioni, oltraggi, disonore, per tutto questo la mia anima assomiglia a Gesù. E maggiori sono le sofferenze, tanto più mi rendo conto di assomigliare a Gesù, questa è la strada più sicura. Se ci fosse stata una strada migliore, Gesù me l'avrebbe indicata. Le sofferenze non mi tolgono affatto la pace, e d'altro canto benché goda di una pace profonda, tuttavia questa pace non mi cancella la sensazione delle sofferenze. Nonostante talvolta abbia il capo rivolto a terra e le lacrime scendano in abbondanza, tuttavia in quello stesso momento la mia anima gode di una profonda pace e felicità... Desidero nascondermi nel Tuo misericordiosissimo Cuore, come una goccia di rugiada nel calice di un fiore. Nascondimi in questo calice, per proteggermi dal gelo di questo mondo. Nessuno può comprendere la felicità in cui si delizia il mio cuore nel nascondimento, a tu per tu con Dio. Oggi ho udito una voce nell'anima: «Oh, se i peccatori conoscessero la Mia Misericordia, non ne perirebbe un così gran numero! Dì alle anime peccatrici che non abbiano paura di avvicinarsi a Me; parla loro della Mia grande Misericordia». Il Signore mi ha detto: «La perdita di ogni anima M'immerge in una tristezza mortale. Mi consoli sempre, quando preghi per i peccatori. La preghiera che Mi è più gradita è la preghiera per la conversione dei peccatori. Sappi, figlia Mia, che questa preghiera viene sempre esaudita». Si avvicina l'Avvento, desidero preparare il mio cuore alla venuta di Gesù con la mitezza ed il raccoglimento dello spirito, unendomi alla Madre Santissima ed imitando fedelmente la virtù della Sua mitezza, per la quale trovo compiacimento agli occhi di Dio stesso. Al Suo fianco confido di perseverare in questo proposito. Verso sera, quando sono entrata per un momento in cappella, ho sentito una spina tremenda sul capo. La cosa è durata per breve tempo, ma la sua trafittura è stata così dolorosa, che la testa mi è caduta di colpo sulla balaustra. Mi sembrava che quella spina fosse penetrata nel cervello. Ma non è niente. Tutto per le anime, per impetrare loro la divina Misericordia. Vivo ora per ora. Non sono in grado di comportarmi diversamente. Desidero utilizzare nel modo migliore il momento presente, compiendo fedelmente tutto ciò che esso mi offre. Mi affido in tutto a Dio con incrollabile fiducia. Ieri ho ricevuto una lettera da Don Sopocko. Ho appreso che la causa di Dio procede, sia pure lentamente. Me ne rallegro immensamente ed ho raddoppiato le mie preghiere per tutta quest'opera. Ho conosciuto che nel momento attuale Iddio per quest'opera esige da me preghiere e sacrfficio; la mia azione potrebbe realmente intralciare i piani di Dio, come mi ha scritto Don Sopocko nella lettera ricevuta ieri. O mio Gesù, concedimi la grazia di essere un docile strumento nelle Tue mani. Dalla lettera ho appreso quanta luce Iddio concede a questo sacerdote. Ciò mi conferma nella convinzione che Iddio porterà a termine quest'opera per suo mezzo, nonostante le contrarietà; che l'opera la porterà a termine, nonostante le contrarietà si accumulino. So bene che più un'opera è bella e grande, tanto più tremende sono le tempeste che si scateneranno contro di essa. Dio nei Suoi imperscrutabili disegni spesso permette che proprio coloro che si sono sobbarcati alle più grandi fatiche per qualche opera, non godano dei frutti di quell'opera su questa terra. Dio conserva tutta la loro gioia per l'eternità, ma, nonostante tutto, qualche volta fa loro conoscere quanto Gli sono graditi i loro sforzi e quei momenti danno forza a quelle anime per nuove battaglie e nuove prove. Sono le anime che assomigliano maggiormente al Salvatore, il quale nella Sua opera fondata sulla terra ha assaporato soltanto amarezza. O mio Gesù, sii benedetto per ogni cosa! Sono lieta che si compia la Tua santissima volontà. Questo è sufficiente per la mia felicità nel modo più completo. O Gesù nascosto, in Te c'è tutta la mia forza. Fin dai più teneri anni Gesù nel Santissimo Sacramento mi ha attirata a Sé. All'età di sette anni, mentre ero ai vespri e Gesù era esposto nell'ostensorio fu allora che mi venne trasmesso per la prima volta l’amore di Dio e riempì il mio piccolo cuore ed il Signore mi fece comprendere le cose divine e da quel giorno ad oggi il mio amore verso Dio nascosto è aumentato fino a raggiungere la più stretta intimità. Tutta la forza della mia anima proviene dal Santissimo Sacramento. Tutti i momenti liberi li passo a colloquio con Lui, Egli è il mio Maestro.
30.XI.37. Verso sera, mentre salivo le scale,
all'improvviso mi prese una strana svogliatezza per tutto ciò che è divino.
Ad un tratto udii satana che mi diceva: « Non pensare affatto all'opera, Dio
non ècosì misericordioso, come dici tu. Non pregare per i peccatori, tanto
essi si danneranno lo stesso e con quest'opera della Misericordia tu stessa
ti esponi alla dannazione. Non parlare mai della divina Misericordia col
confessore e specialmente non ne parlare con Don Sopoéko e con Padre Andrasz
». A questo punto la voce prese l'aspetto dell'angelo custode. Allora
risposi: « So chi sei: il padre della menzogna! ». Feci il segno della santa
croce e quell'angelo scomparve con gran fracasso e rabbia. Oggi il Signore
mi ha fatto conoscere interiormente che non mi abbandonerà. Mi ha fatto
conoscere la Sua Maestà e Santità e nello stesso tempo il Suo amore e la Sua
Misericordia verso di me e mi ha dato una conoscenza più profonda della mia
miseria. Tuttavia questa mia grande miseria non mi toglie la fiducia anzi,
al contrario, in proporzione alla conoscenza della mia miseria, si è
rafforzata la mia fiducia nella divina Misericordia. Ho compreso che tutto
dipende dal Signore, so che nessuno mi torcerà nemmeno un capello, se Lui
non vuole. Oggi mentre mi accostavo alla santa Comunione, ho notato un ostia
viva nella pisside, proprio quella che il sacerdote mi ha dato. Quando sono
tornata a posto, ho chiesto al Signore: « Perché una sola viva, quando si sa
che sei egualmente vivo in tutte le ostie? ». Il Signore mi ha risposto:
«È così, sono lo stesso sotto tutte le Ostie ma non tutte le anime Mi
ricevono con una fede così viva come la tua, figlia Mia, e per questo non
posso agire nelle loro anime, come agisco nella tua anima». Santa Messa
celebrata da Don Sopocko. Durante tale Messa, alla quale sono stata
presente, ho visto il piccolo Gesù che, toccando con un ditino la fronte di
quel sacerdote, mi ha detto: «La sua mente è strettamente unita alla Mia
mente e perciò sta' tranquilla per la Mia opera, non permetterò che si
sbagli, ma tu non fare nulla senza il suo permesso». Queste parole hanno
riempito la mia anima di una grande tranquillità per l'insieme di
quest'opera.
6.1.1938. Oggi quando il cappellano ha portato Gesù, è uscita una
luce dall'Ostia che col suo raggio ha colpito il mio cuore, colmandomi di un
grande fuoco d'amore. Gesù mi ha fatto conoscere che debbo rispondere con
maggior fedeltà alle ispirazioni della grazia, in modo che la mia vigilanza
sia più attenta.
7.1.1938. Primo venerdì del mese. La mattina durante la
santa Messa ho visto per un momento il Salvatore sofferente. Quello che mi
ha colpita è il fatto che Gesù fosse così tranquillo in mezzo a grandi
sofferenze. Ho compreso che è un insegnamento per me, sul modo di
comportarmi all'esterno in mezzo alle varie sofferenze. Per un lungo momento
ho sentito i dolori alle mani, al piedi ed al fianco. All'improvviso ho
visto un certo peccatore che ricavava profitto dalle mie sofferenze e si
avvicinava al Signore. Tutto per le anime affamate, perché non muoiano di
fame.
8.1.1938 Durante la santa Messa ho avuto una conoscenza
momentanea su Don S. Ho conosciuto che dai nostri comuni sforzi Dio riceve
tanta gloria e che, sebbene lontani, stiamo spesso insieme, poiché ci unisce
lo stesso scopo. O mio Gesù, unico mio desiderio, sebbene oggi desiderassi
riceverTi nel mio cuore con un ardore più grande che mai, la mia anima
proprio oggi è arida come non era mai accaduto. La mia fede si rafforza e
quindi i frutti della Tua venuta saranno abbondanti. Talvolta Tu vieni da me
senza sfiorare i sensi e regni nella parte più alta del mio essere, ma
qualche volta anche i sensi si rallegrano per la Tua venuta. Chiedo spesso a
Gesù un'intelligenza illuminata dalla fede. Lo esprimo al Signore con queste
parole: « O Gesù, dammi l'intelligenza e una grande intelligenza, unicamente
per conoscere meglio Te, poiché più Ti conosco, più ardentemente Ti amo.
Gesù, Ti chiedo una forte intelligenza per comprendere le cose divine e
superiori. Gesù, dammi una grande intelligenza, con la quale potrò conoscere
la Tua Essenza divina e la Tua vita interiore e trinitaria. Rendi capace la
mia mente con una Tua grazia speciale. Benché io sappia che la capacità
tramite la grazia ci vien data dalla Chiesa, tuttavia c'è un grande tesoro
di grazie, che Tu, Signore, concedi a seguito delle nostre preghiere. E se
la mia richiesta non Ti piace, Ti prego di non darmi alcun desiderio per
tale preghiera. M'impegno a raggiungere la più grande perfezione per essere
utile alla Chiesa. Il mio legame con la Chiesa è molto ampio. Sia la santità
che la caduta di ogni singola anima si ripercuotono su tutta la Chiesa. Io,
osservando me stessa e coloro che mi stanno vicino, mi sono resa conto della
grande influenza che esercito sulle altre anime, non con atti eroici, che
colpiscono per sé stessi, ma con atti minimi, come il movimento di una mano,
uno sguardo e molte altre cose che non sto a specificare e tuttavia agiscono
e si rifiettono sulle altre anime. Questo è quanto ho constatato io stessa.
Com'è bene che la regola imponga un silenzio rigoroso nelle camere da letto
e che non permetta di trattenervisi se non in caso di assoluta necessità.
Attualmente io occupo una cameretta nella quale dormiamo in due, ma quando
sono stata male ed ho dovuto mettermi a letto, ho sperimentato quanto è
fastidioso se qualcun altro sta di continuo nella stessa camera. Suor N.
aveva un certo lavoro manuale, per cui se ne stava seduta quasi tutto il
tempo in camera ed un'altra suora veniva ad insegnarle il lavoro. Quanto ciò
mi abbia dato fastidio è difficile dirlo. Quando si è malati e si è passata
la notte fra i dolori, ogni parola ti batte nel cervello e proprio quando
gli occhi tentano di chiudersi per un po' di sonno. O regola, quanto amore
c'è in te!... Durante i vespri, mentre si cantava il Magniflcat, giunti alle
parole « mostrò la potenza del Suo braccio », un profondo raccoglimento ha
invaso la mia anima ed ho conosciuto e compreso che fra poco il Signore
compirà la Sua opera nella mia anima. Non mi stupisco adesso che il Signore
non mi abbia svelato tutto prima d'ora.
G.M.G. O mio Gesù, fra tremende sofferenze ed amarezze, Sento che il
Tuo Cuore divino mi accarezza, Come una buona madre mi stringi al Tuo seno,
E mi fai gustare fin d'ora ciò che il velo nasconde. O mio Gesù, in un
orribile deserto, fra la desolazione, il mio cuore avverte la luce del Tuo
sguardo, Che nessuna tempesta potrà offuscarmi, E mi dai la certezza
interiore che mi ami molto, o Dio. O mio Gesù, fra tante miserie della vita,
Tu m'illumini come una stella e mi difendi dal naufragio, E benché la mia
miseria sia tanto grande, Confido molto nella potenza della Tua
Misericordia. O Gesù nascosto, durante le molte lotte dell'ultima ora,
L'onnipotenza della Tua grazia scenda nella mia anima, Affinché appena
spirata, io possa contemplarTi Faccia a faccia, come gli eletti in paradiso.
O mio Gesù, circondata da molti pericoli, Avanzo nella vita con un grido di
gioia ed a fronte alta, Perché contro il Tuo Cuore pieno d'amore, o Gesù,
S'infrangono tutti i nemici e si disperdono le tenebre. LA BONTA’ DI DIO. La Misericordia di Dio nascosto nel SS.mo Sacramento, la voce del Signore che dal trono della Misericordia ci dice: «Venite a Me tutti». DIALOGO FRA DIO MISERICORDIOSO E L’ANIMA PECCATRICE. - Gesù: “Anima peccatrice, non aver paura del tuo Salvatore. Io per primo Mi avvicino a te, poiché so che tu da sola non sei capace di innalzarti fino a Me. Non fuggire, figliola, dal Padre tuo. Cerca di parlare a tu per tu col tuo Dio misericordioso, che desidera dirti parole di perdono e colmarti delle Sue grazie. Oh, quanto Mi è cara la tua anima! Ti tengo scritta sulle Mie mani. Sei rimasta incisa nella ferita profonda del Mio Cuore”. - L'anima: “Signore, sento la Tua voce che m'invita ad abbandonare la cattiva strada, ma non ho né la forza né il coraggio”. - Gesù: «Sono Io la tua forza. Io ti darò la forza per la lotta». - L'anima: “Signore, conosco la Tua santità, ed ho paura di Te”. - Gesù: «Perché hai paura, figlia Mia, del Dio della Misericordia? La Mia Santità non M'impedisce di essere misericordioso con te. Guarda, o anima, che per te ho istituito un trono di Misericordia sulla terra, e questo trono è il tabernacolo e da questo trono di Misericordia desidero scendere nel tuo cuore. Guarda, non Mi sono circondato né da un seguito né da guardie, puoi venire da Me in ogni momento, in ogni ora del giorno voglio parlare con te e desidero elargirti le Mie grazie». - L'anima: “Signore, ho paura che non mi possa perdonare un così gran numero di peccati, la mia miseria mi riempie di terrore”. - Gesù: «La Mia Misericordia è più grande delle tue miserie e di quelle del mondo intero. Chi ha misurato la Mia bontà? Per te sono disceso dal cielo in terra, per te Mi sono lasciato mettere in croce, per te ho permesso che venisse aperto con la lancia il Mio Sacratissimo Cuore ed ho aperto per te una sorgente di Misericordia. Vieni ed attingi le grazie da questa sorgente con il recipiente della fiducia. Non respingerò mai un cuore che si umilia; la tua miseria verrà sprofondata nell'abisso della Mia Misericordia. Perché mai dovresti litigare con Me sulla tua miseria? Fammi il piacere, dammi tutte le tue pene e tutta la tua miseria ed io ti colmerò con i tesori delle mie grazie». - L'anima: «Hai vinto, Signore, con la Tua bontà il mio cuore di pietra. Ecco che m'avvicino con fiducia ed umiltà al tribunale della Tua Misericordia, assolvimi Tu stesso per mano del Tuo rappresentante. O Signore, sento che è discesa la grazia e la pace nella mia povera anima. Sento che la Tua Misericordia, Signore, è penetrata in me da parte a parte. Mi hai perdonato più di quanto io osassi sperare, più di quanto fossi in grado di immaginare. La tua bontà ha superato ogni mio desiderio. Ed ora T'invito nel mio cuore presa da gratitudine per tante grazie. Ho sbagliato come il figliol prodigo andando fuori strada, ma Tu non hai cessato di essermi Padre. Moltiplica con me la Tua Misericordia, poiché vedi quanto sono debole». - Gesù: «Figlia, non parlare più della tua miseria, perché io non la ricordo più. Ascolta, figlia Mia, quello che desidero dirti: stringiti alle Mie ferite ed attingi dalla Sorgente della Vita tutto ciò che il tuo cuore può desiderare. Bevi a piene labbra alla Sorgente della Vita e non verrai meno durante il viaggio. Fissa lo sguardo allo splendore della Mia Misericordia e non temere i nemici della tua salvezza. Glorifica la Mia Misericordia». D IALOGO FRA DIO MISERICORDIOSO E L’ANIMA DISPERATA. - Gesù: «Anima immersa nelle tenebre, non ti disperare, non è ancora perduto tutto. Parla col tuo Dio, che è l'amore e la Misericordia in persona». Ma purtroppo l'anima rimane sorda al richiamo di Dio e s'immerge in tenebre ancora maggiori. - Gesù la chiama di nuovo: «Anima, ascolta la voce di tuo Padre misericordioso». Nell'anima si sta preparando una risposta: «Per me non c'è più Misericordia». Ed essa precipita in tenebre sempre più fitte, in una specie di disperazione che le fa pregustare in certo modo l'inferno e la rende completamente incapace di avvicinarsi a Dio. Gesù per la terza volta parla all'anima, ma l'anima è sorda e cieca, incomincia a consolidarsi nell'ostinazione e nella disperazione. Allora incominciano in certo qual modo a sforzarsi le viscere della Misericordia di Dio e, senza alcuna cooperazione da parte dell'anima, Iddio le dà l'ultima grazia. Se la disprezza, Iddio la lascia ormai nello stato in cui essa stessa vuole stare per l'eternità. Questa grazia scaturisce dal Cuore misericordioso di Gesù e colpisce l'anima con la sua luce e l'anima incomincia a comprendere lo sforzo di Dio, ma la conversione dipende da lei. Essa sa che quella grazia è l'ultima per lei e se mostra un piccolo cenno di buona volontà - anche il più piccolo - la Misericordia di Dio farà il resto. - «Qui agisce l'onnipotenza della Mia Misericordia; felice l'anima che approfitta di quella grazia». - Gesù: «Che grande gioia riempie il Mio cuore quando ritorni da Me. Vedo che sei molto debole, perciò ti prendo fra le Mie braccia e ti porto nella casa del Padre Mio». - L’anima è come se si risvegliasse: «È mai possibile che ci sia ancora Misericordia per me?» domanda piena di spavento. - Gesù: «Proprio tu, bambina Mia, hai il diritto esclusivo alla Mia Misericordia. Permetti alla Mia Misericordia di operare in te, nella tua povera anima, fa' entrare nell'anima i raggi della grazia, essi vi porteranno luce, calore e vita». L'anima: «Però al solo ricordo dei miei peccati sono presa dalla paura e questa paura tremenda mi spinge a dubitare della Tua bontà». - Gesù: «Sappi, o anima, che tutti i tuoi peccati non Mi hanno ferito così dolorosamente il cuore come la tua attuale sfiducia. Dopo tanti sforzi del Mio amore e della Mia Misericordia, non ti fidi della Mia bontà». - L'anima: «O Signore, salvami Tu, altrimenti perisco. Sii il mio Salvatore. O Signore, non sono capace di dire altro, il mio povero cuore è a pezzi, ma Tu, Signore...». Gesù non permette all'anima di terminare la frase, ma la solleva da terra, dall'abisso della sua miseria e in un attimo l'introduce nella dimora del proprio Cuore, mentre tutti i peccati sono scomparsi in un batter d'occhio, un fuoco d'amore li ha distrutti. - Gesù: «Eccoti, o anima, tutti i tesori del Mio Cuore, prendi tutto quello che ti serve». - L'anima: «O Signore, mi sento inondata dalla tua grazia, sento che è entrata in me una vita nuova, ma soprattutto sento il Tuo amore nel mio cuore; questo mi basta. O Signore, glorificherò l'onnipotenza della Tua Misericordia per tutta l'eternità. Incoraggiata dalla Tua bontà, Ti esprimerò tutto il dolore del mio cuore». - Gesù: «Dì tutto, bambina Mia, senza alcuna riserva, poiché ti ascolta un Cuore che ti ama, il Cuore del tuo migliore amico». - «Signore, ora vedo tutta la mia ingratitudine e la Tua bontà. Tu m'inseguivi con la Tua grazia e io rendevo vani tutti i Tuoi sforzi; vedo che mi spettava il fondo stesso dell'inferno per aver sperperato le tue grazie». Gesù interrompe le parole dell'anima e dice: «Non rivangare la tua miseria, sei troppo debole per parlare, guarda piuttosto il Mio Cuore pieno di bontà, assorbi i Miei sentimenti e procura di acquistare la mitezza e l'umiltà. Sii misericordiosa con gli altri, come Io lo sono con te e quando ti accorgi che le tue forze diventano deboli, vieni alla sorgente della Misericordia e rafforza la tua anima e non verrai meno lungo il tuo cammino». - L'anima: «Ormai comprendo la Tua Misericordia, che mi ripara come una nube luminosa e mi conduce alla casa del Padre mio, salvandomi dall'orribile inferno che avrei meritato non una, ma mille volte. O Signore, non sarà sufficiente per me l'eternità, per esaltare degnamente la Tua sconfinata Misericordia e la compassione che hai avuto per me ».
- Gesù: «O anima, ti vedo tanto sofferente, vedo che non hai nemmeno le forze per parlare con Me. Ecco che ti parlerò Io, o anima. Anche se le tue sofferenze fossero le più grandi, non perdere la serenità dello spirito e non lasciarti vincere dallo sconforto. Però dimmi, bambina Mia, chi ha osato ferire il tuo cuore? RaccontaMi tutto, raccontaMi tutto, sii sincera nel trattare con Me. SvelaMi tutte le ferite del tuo cuore, Io le guarirò e la tua sofferenza diverrà la fonte della tua santificazione». - L'anima: «Signore, le mie sofferenze sono così grandi, diverse e durano da così lungo tempo, che lo sconforto si è impadronito di me». - Gesù: «Bambina Mia, non bisogna lasciarsi prendere dallo sconforto. So che confidi in Me illimitatamente, so che conosci la Mia bontà e Misericordia, perciò potremmo parlare dettagliatamente di tutto ciò che ti pesa maggiormente sul cuore». - L'anima: « Sono tante e diverse le cose che ho, che non sodi che cosa parlare prima e come dire tutto questo ». - Gesù: « Parlal'ai con semplicità, come si parla fra due amici. Su, dimmi un po', bambina Mia, che cos'è che ti frena sulla strada della santità? ». - L'anima: «La mancanza di salute mi frena sulla strada della santità, non posso adempire i miei doveri ed eccomi qua, sono proprio una nullità. Non posso mortificarmi, fare un digiuno rigoroso, come hanno fatto i santi, inoltre non credono che io sia malata ed alla sofferenza fisica si aggiunge quella morale e da ciò derivano molte umiliazioni. Vedi bene, Gesù, come si può diventar santa in tali condizioni?». - Gesù: «Piccola, è vero, tutto ciò è sofferenza, ma per il cielo non c'è altra strada, all'infuori della strada della croce. Io Stesso l'ho percorsa per primo. Sappi che è la strada più corta e la più sicura». - L'anima: «Signore, ecco ancora un altro impedimento ed un ostacolo sulla strada della santità. Mi perseguitano perché Ti sono fedele e per questo motivo mi fanno soffrire». - Gesù: «Sappi che siccome non sei di questo mondo, il mondo ti odia. Ha perseguitato prima Me. Questa persecuzione è il segno che segui fedelmente le Mie orme». - L'anima: «Signore, un'altra cosa che mi dà sconforto è il fatto che le mie sofferenze interiori non le comprendono né i superiori né il confessore. Le tenebre hanno offuscato la mia mente e, in tali condizioni, come andare avanti? Ecco, tutto ciò in qualche modo contribuisce a scoraggiarmi e penso che le vette della santità non sono per me». - Gesù: «Ecco, bambina Mia, questa volta Mi hai detto molte cose. Lo so che è una grande sofferenza non essere capiti e per di più da coloro che amiamo e verso i quali la nostra sincerità è grande. Ti basti questo però, che Io comprendo tutte le tue pene e le tue miserie. Gioisco per la profonda fede che hai, nonostante tutto, nei Miei rappresentanti, ma sappi che gli uomini non possono capire totalmente un'anima, poiché ciò è al di sopra delle loro possibilità. Per questo sono restato sulla terra Io stesso, per confortare il tuo cuore addolorato e rafforzare la tua anima, affinché non venga meno lungo il cammino. Tu dici che grandi tenebre coprono la tua mente ed allora perché in quei momenti non vieni da Me, che sono la luce e in un istante posso infondere nella tua anima tanta luce e comprensione della santità che non potrai attingere da nessun libro e che nessun confessore è in grado d'insegnare, illuminando così un'anima? Sappi inoltre che queste tenebre, di cui ti lamenti, le ho sperimentate prima Io per te nell'Orto degli Ulivi. La Mia anima è stata oppressa da una tristezza mortale e a te do una piccola parte di quelle sofferenze, e questo per l'amore particolare che ho verso di te e per l'alto grado di santità che ti destino in cielo. L'anima che soffre è la più vicina al Mio Cuore». - L'anima: «Ancora una cosa, Signore. Cosa fare quando vengo disprezzata e respinta dalla gente e specialmente da coloro sui quali avevo diritto di contare e ciò nei momenti di maggior necessità?». - Gesù: «Bambina Mia, fai il proposito di non contare mai sugli uomini. Farai molte cose, se ti affiderai completamente alla Mia volontà e dirai: Avvenga di me non come voglio io, ma secondo la Tua volontà, o Dio. Sappi che queste parole, dette dal profondo del cuore, portano l'anima in un attimo sulle vette della santità. Per una tale anima ho una speciale predilezione, un'anima del genere Mi rende una grande gloria e riempie il cielo col profumo delle sue virtù. Sappi anche che la forza che hai per sopportare le sofferenze, la devi alla santa Comunione frequente, perciò va spesso a quella fonte di Misericordia ed attingi col recipiente della fiducia tutto ciò che ti serve». - L'anima: «Ti ringrazio, Signore, per la tua inconcepibile bontà, per esserTi degnato di rimanere con noi in questo esilio, dove dimori con noi come Dio di Misericordia e diffondi attorno a te lo splendore della tua compassione e bontà. Alla luce dei Tuoi raggi di Misericordia ho conosciuto quanto mi ami». DIALOGO FRA DIO MISERICORDIOSO E L’ANIMA CHE TENDE VERSO LA PERFEZIONE. Gesù: «Mi sono graditi i tuoi sforzi, o anima che tendi alla perfezione, ma perché ti vedo così spesso triste ed abbattuta? Dimmi, bambina Mia, che significa questa tristezza e quale ne è la causa?». - L'anima: «La causa della mia tristezza, Signore, proviene dal fatto che, nonostante i miei propositi sinceri, cado continuamente e sempre negli stessi difetti. La mattina faccio i propositi, e la sera vedo quanto sono andata lontano da tali propositi». - Gesù: «Vedi, bambina Mia, quello che sei per te stessa. La causa delle tue cadute dipende dal fatto che conti troppo su te stessa e ti appoggi troppo poco su di Me. Ma questo non deve rattristarti eccessivamente, hai a che fare con un Dio misericordioso; la tua miseria non Lo esaurisce, del resto non ho limitato il numero delle volte in cui posso perdonarti». - L'anima: «Si, conosco tutto ciò, ma mi assalgono grandi tentazioni e vari dubbi sorgono in me ed inoltre tutto mi irrita e mi scoraggia». - Gesù: «Sappi, bambina Mia, che l'ostacolo più grande alla santità è lo scoraggiamento e l'inquietudine ingiustificata, che ti toglie la possibilità di esercitarti nelle virtù. Tutte le tentazioni messe assieme non dovrebbero turbarti la pace interiore nemmeno per un istante e l'irritabilità e lo scoraggiamento sono frutto del tuo amor proprio. Non devi scoraggiarti, ma cercare di far regnare il Mio amore al posto del tuo amor proprio. Perciò fiducia, bambina Mia, non devi scoraggiarti, ma venire a chiedere il perdono a Me, dato che Io sono sempre disposto a perdonarti. Ogni volta che Me lo chiedi, esalti la Mia Misericordia». - L'anima: «Io conosco ciò che è più perfetto e ciò che a Te piace di più, ma incontro grandi ostacoli nell'eseguire ciò che conosco». - Gesù: «Bambina Mia, la vita su questa terra è una lotta ed una grande lotta per il Mio regno, ma non temere, non sei sola. Io ti sostengo sempre, quindi appoggiati al Mio braccio e combatti senza aver paura di nulla. Prendi il recipiente della fiducia ed attingi alla sorgente della vita, non solo per te, ma pensa anche alle altre anime, e specialmente a quelle che non hanno fiducia nella mia bontà». - L'anima: «Signore, sento che il mio cuore si riempie del Tuo amore, che i raggi della Tua Misericordia e del Tuo amore sono penetrati nella mia anima. Eccomi, Signore, che vengo per rispondere alla Tua chiamata. Ecco, vado alla conquista delle anime, sostenuta dalla Tua grazia; sono pronta a seguirTi, Signore non solo sul Tabor, ma anche sul Calvario. Voglio condurre le anime alla sorgente della Tua Misericordia, affinché su tutte le anime si rifletta lo splendore dei Tuoi raggi misericordiosi e si riempia la casa del Padre. E quando il nemico comincerà a lanciare i suoi proiettili contro di me, mi riparerò dietro lo scudo della Tua Misericordia ». DIALOGO FRA DIO MISERICORDIOSO E L’ANIMA PERFETTA.
L'anima: «O mio Signore e Maestro, desidero parlare un po con te». - Gesù:
«Parla, figliola cara che ti ascolto in ogni momento e ti attendo sempre.
Di che cosa desideri parlare con Me?». - L'anima: «Signore, prima di
tutto effondo il mio cuore ai Tuoi piedi, come profumo di riconoscenza per
tante grazie e benefici, di cui mi colmi continuamente e che, se anche lo
volessi, non sarei in grado di elencare. Ricorderò soltanto che non c'è
stato un solo momento nella mia vita in cui non abbia sperimentato la Tua
protezione e la Tua bontà». - Gesù: «Ho piacere di parlare con te e la
riconoscenza che hai espresso ti apre nuovi tesori di grazie, ma bambina
Mia, invece di parlare così in generale, vogliamo scendere ai particolari su
ciò che ti sta maggiormente a cuore? Parleremo confidenzialmente,
sinceramente, come due cuori che si amano reciprocamente». - L'anima: «O
mio Signore misericordioso, ci sono segreti nel mio cuore, dei quali nessuno
sa né saprà nulla eccetto Te, poiché anche se li volessi svelare, nessuno mi
comprenderebbe. Ne conosce qualche cosa il Tuo rappresentante; dato che mi
confesso da lui, ma solo in quanto io sono in grado di svelare questi
segreti. Il resto, Signore, rimane fra di noi per l'eternità! Mi hai coperto
col manto della Tua Misericordia, perdonandomi sempre i peccati. Non mi hai
rifiutato il Tuo perdono nemmeno una volta, ma avendo compassione di me, mi
hai dato sempre una vita nuova, la vita della grazia. Ed affinché non avessi
dubbi in nulla, mi hai affidato all'amorevole assistenza della Tua Chiesa,
di questa vera tenera madre, che a nome Tuo mi assicura sulle verità della
fede e vigila perché non cada in errore. E specialmente nel tribunale della
Tua Misericordia la mia anima esperimenta tutto un mare di benevolenza. Agli
angeli caduti non hai dato il tempo di fare penitenza, non hai prolungato
per loro il tempo della Misericordia. O mio Signore, hai posto sulla strada
della mia vita dei santi sacerdoti, che mi indicano il cammino sicuro. O
Gesù, c'è ancora un segreto nella mia vita, il più profondo ed il più caro
per me: sei Tu stesso sotto le specie del pane, quando vieni nel mio cuore.
Qui c'è tutto il mistero della mia santità. Qui il mio cuore unito al Tuo
diviene una cosa sola, qui non esiste più alcun mistero, poiché tutto quello
che è Tuo è mio, e quello che è mio è Tuo. Ecco l'onnipotenza ed il miracolo
della Tua Misericordia. Anche se fossero unite insieme tutte le lingue,
umane ed angeliche, non si troverebbero parole a sufficienza per esaltare
questo mistero d'amore e della Tua insondabile Misericordia. Quando
considero questo mistero d'amore, il mio cuore cade in una nuova estasi
d'amore e ti parlo di tutto, Signore, tacendo, poiché il linguaggio d'amore
è senza parole, ma non perde un solo palpito del mio cuore. O Signore,
nonostante che Tu Ti sia grandemente abbassato, la Tua grandezza è molto
aumentata nella mia anima e per questo si è risvegliato nella mia anima un
amore ancora più grande verso di Te, unico oggetto del mio amore. E la vita
d'amore e d'unione si manifesta all'esterno con una perfetta purezza e una
profonda umiltà, una soave mitezza ed un grande fervore per la salvezza
delle anime. O mio dolcissimo Signore, Tu vegli su di me in ogni istante e
mi mandi l'ispirazione sul modo di comportarmi in un dato caso, quando il
mio cuore è incerto fra una cosa o l'altra. Tu stesso più d'una volta sei
intervenuto a risolvere questioni. Ah, quante innumerevoli volte, con una
illuminazione istantanea, mi hai fatto conoscere quello che preferivi!
Quanti segreti perdoni, di cui nessuno sa nulla! Quante volte hai riversato
forza e coraggio nella mia anima, perché andasse avanti. Tu stesso hai
rimosso le difficoltà dal mio cammino, intervenendo direttamente nella
vicenda umana. O Gesù, tutto quello che Ti ho detto è una pallida ombra di
fronte alla realtà che c'è nel mio cuore. O mio Gesù, quanto desidero la
conversione dei peccatori! Tu sai quello che faccio per loro, per
conquistarli a Te. Mi addolora enormemente ogni offesa fatta a Te. Tu vedi
che non risparmio né forza né salute né vita in difesa del Tuo regno.
Sebbene i miei sforzi non siano avvertibili su questa terra, non di meno
hanno valore ai Tuoi occhi. O Gesù, desidero condurre le anime alla sorgente
della Tua Misericordia affinché attingano con il recipiente della fiducia
l'acqua vivificante della vita. Quando un'anima desidera per sé una maggiore
Misericordia di Dio, si avvicini a Lui con grande fiducia, e se la sua
fiducia in Dio sarà senza limiti, anche la divina Misericordia sarà per lei
senza limiti. O mio Signore, che conosci ogni battito del mio cuore, Tu sai
quanto ardentemente desidero che tutti i cuori battano esclusivamente per
Te, affinché ogni anima esalti la grandezza della Tua Misericordia ». -
Gesù: «Mia cara figliola, delizia del Mio cuore, la tua conversazione per
Me è più piacevole e gradita del canto degli angeli. Per te sono aperti
tutti i tesori del Mio Cuore. Prendi da questo Cuore ciò che serve per te e
per il mondo intero. Per il tuo amore ritiro le giuste punizioni che
l'umanità aveva meritato. Un solo atto di puro amore verso di Me, Mi è più
gradito che migliaia di inni di anime imperfette. Un tuo solo sospiro
d'amore Mi ricompensa per molti insulti di cui Mi coprono gli empi. La tua
più piccola azione, cioè un atto di virtù, ha ai Miei occhi un valore
smisurato, e questo per il grande amore che hai per Me. In un'anima che vive
esclusivamente del Mio amore, Io regno come in cielo. Il Mio occhio veglia
su di lei giorno e notte e trovo in essa il Mio compiacimento ed ho
l'orecchio teso alle sue suppliche ed al più piccolo fremito del suo cuore e
spesso prevengo le sue richieste. O figlia da Me particolarmente amata,
pupilla del Mio occhio, riposa un momento accanto al Mio Cuore ed assapora
quell'amore di cui ti delizierai per tutta l'eternità. Ma, figlia, ancora
non sei nella patria, perciò va', fortificata dalla Mia grazia e combatti
per il Mio regno nelle anime umane, combatti come figlia dei Re e ricordati
che i giorni dell'esilio passeranno presto e con essi la possibilità di
acquistare meriti per il cielo. Figlia Mia, da te Mi aspetto un gran numero
di anime, che glorificheranno la Mia Misericordia per tutta l'eternità.
Figlia Mia, per rispondere degnamente alla Mia chiamata, riceviMi ogni
giorno nella santa Comunione: essa ti darà la forza...». Gesù, non
lasciarmi sola nella sofferenza; Tu, Signore, sai quanto sono debole, sono
un abisso di miseria, sono il nulla stesso. Perciò che c'è di strano se mi
lasci sola e cado? Sono come un lattante, Signore, non so cavarmela da sola,
però nonostante ogni abbandono, ho fiducia anche in contrasto coi miei
sentimenti; ho fiducia e mi trasformo tutta in fiducia, talvolta, nonostante
quello che sento in contrario dentro di me. Non diminuire affatto le mie
pene, ma dammi la forza di sopportane. Fa' di me quello che vuoi, o Signore,
dammi solo la grazia di saperTi amare in ogni caso e in ogni circostanza.
Non ridurre, Signore, il calice dell'amarezza, ma dammi la forza di berlo
fino all'ultima goccia. O Signore, talvolta m'innazzl fino allo splendore
delle visioni e poi mi sprofondi di nuovo in una notte buia e nell'abisso
del mio nulla e l'anima si sente quasi sola nel mezzo di un gran deserto...
Tuttavia al di sopra di tutto confido in Te, o Gesù, poiché sei immutabile.
La mia disposizione d'animo è mutevole, Tu invece sei sempre lo stesso,
pieno di Misericordia. 15.1.1938. Oggi quando è venuta a trovarmi quella stessa suora, per la quale sono stata ammonita dal Signore, mi sono preparata spiritualmente per la lotta. Benché la cosa mi sia costata molto, non mi sono allontanata nemmeno di un capello dalla raccomandazione divina. Tuttavia, quando stava già per passare un'ora di tempo e quella suora non pensava ad andarsene, ho invocato interiormente l'aiuto di Gesù. All'improvviso ho udito una voce nell'anima: «Non temere, ti guardo in questo momento e ti vengo in aiuto. Ti mando subito due suore, che verranno a farti visita ed allora ti sarà facile continuare la conversazione». Ed in quello stesso istante entrarono due suore e la conversazione allora divenne molto facile, ma si protrasse ancora per mezz’ora. Oh, com'è bene durante una conversazione invocare l'aiuto di Gesù! Oh, com'è bene nei momenti di tranquiilità impetrare per sé le grazie attuali! Ho una gran paura di simili conversazioni apparentemente confidenziali; in casi analoghi occorre avere molta luce da parte di Dio per poter conversare con profitto per quell'anima e per noi. Dio concede il Suo aiuto, ma bisogna domandarglielo; nessuno confidi eccessivamente su se stesso.
17.1.1938. Oggi fin dalla mattina la mia anima si trova nelle
tenebre. Non riesco ad elevarmi fino a Gesù, mi sento quasi abbandonata da
Lui. Non mi rivolgerò alle creature per ottenere luce, poiché so che esse
non possono illuminarmi, se Gesù intende mantenermi nelle tenebre. Mi
sottometto alla Sua santa volontà e soffro, ma la lotta assume un aspetto
sempre maggiore. Durante i vespri ho voluto unirmi con la preghiera alle
consorelle. Quando mi sono trasferita col pensiero in cappella, il mio
spirito è sprofondato in tenebre ancora più fitte. Sentivo disgusto per ogni
cosa. All'improvviso sento la voce di satana: «Guarda come è tutto
contraddittorio ciò che ti dà Gesù: ti ordina di fondare un convento e ti
manda la malattia; ti ordina di interessarti della festa della Misericordia
ed una festa del genere il mondo non la vuole. Perché preghi per questa
festa? Questa festa è così inopportuna». L'anima mia tace e prega con un
atto della volontà, senza entrare in colloquio con lo spirito delle tenebre.
Tuttavia s'impadronisce di me un disgusto così strano della vita, che debbo
fare un grande sforzo della volontà per poterla accettare... E sento di
nuovo le parole del tentatore: «Domani, dopo la santa Comunione, chiedi di
morire. Dio ti ascolterà. Infatti ti ha ascoltato tante volte e ti ha dato
quello che Gli avevi chiesto». Taccio e prego con un atto della volontà,
anzi mi sottometto a Dio, pregandoLo interiormente che non mi abbandoni in
questo momento. Sono già le undici di sera, tutte le suore dormono ormai
nelle loro celle, solo la mia anima combatte e con grande impegno. Il
tentatore mi dice ancora: « Perché t'interessano le altre anime? Tu devi
pregare solo per te stessa. I peccatori si convertiranno senza le tue
preghiere. Vedo che soffri molto in questo momento, ti do un consiglio dal
quale dipenderà la tua felicità: non parlare mai della divina Misericordia,
e specialmente non incitare i peccatori alla fiducia nella divina
Misericordia, poiché a loro spetta una giusta punizione. La seconda cosa è
la più importante, non parlare di quello che avviene nella tua anima coi
confessori e specialmente a quel Padre straordinario e a quel prete di Wilno.
Io li conosco, so chi sono, perciò voglio metterti in guardia da loro.
Guarda che per essere una buona suora è sufficiente vivere come tutte le
altre. Perché esporti a tante difficoltà? ». Io continuo a tacere e con un
atto della volontà persevero tutta in Dio, sebbene mi sfugga dal cuore un
lamento. Il tentatore finalmente se ne andò e io sfinita mi addormentai
immediatamente. La mattina, subito dopo la santa Comunione, entrai nella mia
cella e, cadendo in ginocchio, rinnovai l'atto di sottomissione in tutto
alla santissima volontà di Dio. Ti prego, Gesù, dammi la forza per lottare,
avvenga di me secondo la Tua SS.ma volontà. La mia anima si è innamorata
della Tua SS.ma volontà. In quel momento vidi Gesù che mi disse: «Sono
contento di quello che fai e continua a stare tranquilla se fai sempre tutto
quello che è in tuo potere per quest'opera della Misericordia. Abbi la
massima sincerità col confessore. Satana, dalla tentazione che ti ha teso,
non ha avuto alcun profitto, poiché non ti sei messa a conversare con lui.
Continua così. Oggi Mi hai reso un grande onore lottando così fedelmente.
Perseveri e si rafforzi il tuo cuore nella convinzione che Io sono sempre
con te, anche se nel momento della lotta tu non Mi senti...». Oggi
l'amore di Dio mi trasporta in un altro mondo. Sono immersa nell'amore, amo
e sento che sono amata e sto vivendo questo in piena consapevolezza. La mia
anima annega nel Signore, e conosce la grande maestà di Dio e la propria
piccolezza e tale conoscenza aumenta la mia felicità... Questa
consapevolezza è tanto viva nella mia anima, tanto forte e nello stesso
tempo tanto dolce.
20.1.38. Non striscio mai davanti a nessuno. Non sopporto
le adulazioni, e l'umiltà è solo verità; nella vera umiltà non c'è
servilismo. Benché mi consideri la più piccola di tutto il convento, d'altra
parte sono lieta della dignità di sposa di Gesù... Poco importa se qualche
volta sento dire che sono superba, poiché so bene che i giudizi degli uomini
non riescono a scorgere i motivi delle azioni. Quando all'inizio della mia
vita religiosa, subito dopo il noviziato, cominciai ad esercitarmi in modo
particolare nell'umiltà, non mi bastavano le sole umiliazioni che Dio mi
mandava, ma le cercavo io stessa e in un fervore esagerato mi mostravo
talvolta ai superiori quale non ero in realtà e non avevo neppure un'idea di
tali miserie. Dopo poco però Gesù mi fece conoscere che l'umiltà è soltanto
verità. Da quel momento mutai il mio punto di vista seguendo fedelmente la
luce di Gesù. Compresi che se un'anima sta con Gesù, Egli non le permette di
sbagliare.
21.1.38. Gesù, sarebbe veramente tremendo soffrire se non
ci fossi Tu, ma proprio Tu, o Gesù disteso in croce, mi dai forza e sei
sempre accanto all'anima che soffre. Le creature abbandonano l'uomo che
soffre, ma Tu, Signore, sei fedele... Capita spesso durante la malattia come
con Giobbe nell'Antico Testamento. Finché uno cammina e lavora, va tutto
bene e liscio, ma se Dio manda una malattia, gli amici cominciano a
diminuire. Però ci sono. S'interessano dei nostri patimenti e così via; ma
se Iddio ci manda una lunga malattia, poco alla volta cominciano ad
abbandonarci anche questi amici fedeli. Ci vengono a visitare più di rado e
spesso le loro visite ci procurano sofferenza. Invece di confortarci, ci
rinfacciano varie cose che ci fanno soffrire molto e così l'anima, come
Giobbe, rimane sola, ma per fortuna non è sola, dato che c'è con lei Gesù
Ostia. Dopo aver assaporato le predette sofferenze ed aver passato tutta la
notte nell'amarezza, quando al mattino il cappellano mi portò la santa
Comunione, dovetti frenarmi con la forza della volontà, per non gridare a
piena voce: “Ti saluto, vero ed unico Amico! “. La santa Comunione mi dà la
forza per affrontare la sofferenza e la lotta. Voglio dire ancora una cosa
che ho sperimentato io stessa. Quando Dio non manda né la morte, né la
salute e questo dura degli anni, le persone attorno vi si abituano e
considerano il malato come se non fosse tale. Allora incomincia la catena di
un silenzioso martirio. Dio solo sa quanti sacrifici Gli offre quell'anima.
Una sera che mi sentivo così male che non sapevo come raggiungere la cella,
incontrai la suora Assistente che stava dicendo ad una delle suore
direttrici di andare in portineria per una commissione. Appena mi vide disse
alla stessa: « Sorella, non va più lei, andrà Suor Faustina, dato che piove
forte ». Risposi: « Va bene ». Andai e sbrigai la commissione, ma Dio solo
ne sa qualcosa. Questa è soltanto una di tante frasi analoghe. Qualche volta
sembra proprio che una suora del secondo coro sia di sasso, ma anch'essa è
una creatura umana, ha un cuore e dei sentimenti.'In casi del genere Dio
stesso viene in aiuto, altrimenti l'anima non riuscirebbe a sopportare tall
croci, di cui non ho scritto ancora nulla e non ho intenzione di scriverne
adesso, ma ne scriverò quando avrò l'ispirazione... Oggi durante la santa
Messa ho visto Gesù sofferente, come se agonizzasse in croce, il quale mi ha
detto: «Figlia Mia, medita spesso sulle Mie sofferenze che ho subito per
te, e quello che tu soffri per Me non ti sembrerà eccessivo. Mi fai molto
piacere quando mediti sulla Mia dolorosa Passione. Unisci le tue piccole
sofferenze alla Mia dolorosa Passione, affinché acquistino un valore
infinito davanti alla Mia Maestà».
25.1.38. O mio Gesù, quanto sei buono e paziente! Talvolta
ci guardi proprio come dei bambini. Certe volte Ti preghiamo e non sappiamo
nemmeno noi per che cosa ed alla fine della preghiera, quando ci dai quello
che abbiamo chiesto, non vogliamo accettarlo. Un giorno venne da me una
certa suora e mi chiese di pregare e mi disse che non poteva più resistere
se la situazione continuava così. « Preghi, sorella ». Risposi che l'avrei
fatto. Incominciai una novena alla divina Misericordia e venni a sapere che
Dio le avrebbe concesso la grazia, ma lei dopo averla ottenuta sarebbe stata
nuovamente insoddisfatta. Tuttavia continuai a pregare come mi aveva
chiesto. Il giorno dopo rivenne la stessa suora. Appena iniziò il discorso,
si mise a parlare della stessa cosa. Le dissi: « Lei sa, sorella, che non
dobbiamo costringere il Signore Dio con la preghiera a darci quello che
vogliamo noi, ma dobbiamo piuttosto sottometterci alla Sua santa volontà ».
A lei però sembrava che quanto chiedeva fosse indispensabile. Verso la fine
della novena tornò di nuovo quella suora e mi disse: « Gesù mi ha concesso
la grazia, ma... ma adesso la penso diversamente. Sorella, preghi, perché
torni di nuovo com'era prima». Le risposi: « Si, pregherò, ma perché lei
faccia la volontà di Dio e non quello che vuole lei... Misericordiosissimo
Cuore di Gesù, difendici dalla giusta ira di Dio! 27.1.38. Oggi durante l'ora santa Gesù si è lamentato con me per l'ingratitudine delle anime. «In cambio dei benefici ottengo ingratitudine, in cambio dell'amore ottengo dimenticanza ed indifferenza. Il Mio cuore non può sopportarlo». A questo punto nel mio cuore si è acceso un amore così forte verso Gesù che mentre mi offrivo per le anime ingrate, in un istante mi sono immersa completamente in Lui. Quando sono rientrata in me, il Signore mi ha fatto assaporare una piccola parte di quell'ingratitudine che inondava il Suo Cuore. Quest'esperienza è durata un tempo breve. Oggi ho detto al Signore: «Quando mi prenderai con Te? Io mi sono già sentita così male che ho atteso la Tua venuta con tanta nostalgia». Gesù mi ha risposto: «Sii sempre pronta, ma ormai non ti lascerò più a lungo in questo esilio. Deve compiersi in te la Mia santa volontà». O Signore, se la Tua santa volontà non si è ancora compietamente adempiuta su di me, eccomi sono pronta a tutto ciò che Tu vuoi, o Signore. O mio Gesù, mi meraviglio soltanto per il fatto che Tu mi fai conoscere tanti segreti, ma l'ora della mia morte non vuoi rivelarmela ». Ed il Signore ha risposto: «Sta' tranquilla, te la farò conoscere, ma non ora». « Ah, mio Signore, Ti chiedo perdono per aver voluto saperlo. Tu sai bene perché, poiché Tu conosci il mio cuore pieno di nostalgia, che anela ardentemente a Te. Tu sai che non vorrei morire nemmeno un istante prima, ma solo quando Tu hai stabIlito fin dall'eternità». Gesù ha ascoltato con singolare benevolenza le mie confidenze. [Qui metà della pagina è bianca]. 28.1.38. Oggi il Signore mi ha detto: «Figlia Mia, scrivi queste parole: «Tutte le anime che adoreranno la Mia Misericordia e ne diffonderanno il culto, esortando altre anime alla fiducia nella Mia Misericordia, queste anime nell'ora della morte non avranno paura. La Mia Misericordia le proteggerà in quell'ultima lotta... Figlia Mia, esorta le anime a recitare la coroncina che ti ho dato. Per la recita di questa coroncina Mi piace concedere tutto ciò che Mi chiederanno. Se la reciteranno peccatori incalliti, colmerò di pace la loro anima, e l'ora della loro morte sarà serena. Scrivi questo per le anime afflitte: quando l'anima vede e riconosce la gravità dei suoi peccati, quando si svela ai suoi occhi tutto l'abisso di miseria in cui è precipitata, non si disperi, ma si getti con fiducia nelle braccia della Mia Misericordia, come un bambino fra le braccia della madre teneramente amata. Queste anime hanno la precedenza nel Mio Cuore compassionevole, esse hanno la precedenza nella Mia Misericordia. Proclama che nessun'anima, che ha invocato la Mia Misericordia, è rimasta delusa né confusa. Ho una predilezione particolare per l'anima che ha fiducia nella Mia bontà. Scrivi che quando verrà recitata la coroncina vicino agli agonizzanti, Mi metterò fra il Padre e l'anima agonizzante non come giusto Giudice, ma come Salvatore misericordioso». In quel momento il Signore mi fece conoscere quanto è geloso del mio cuore. «Anche fra le tue consorelle ti sentirai sola, ebbene sappi che desidero che ti unisca più strettamente a Me. A Me interessa ogni battito del tuo cuore; ogni palpito del tuo amore si ripercuote nel Mio Cuore; sono assetato del tuo amore». « Si, o Gesù, ma anche il mio cuore non saprebbe vivere senza di Te, poiché pur se mi venisse offerto il cuore di tutte le creature, esse non appagherebbero i profondi desideri del mio cuore ». Questa sera il Signore mi ha detto: «Affidati completamente a Me nell'ora della morte e io ti presenterò al Padre Mio come Mia sposa. Adesso ti raccomando di unire ai Miei meriti le tue azioni anche le più piccole ed allora il Padre Mio le guarderà con amore come se fossero Mie... Non cambiare l'esame particolare che ti ho dato tramite Padre Andrasz, quello cioè di unirti continuamente a Me; questo è quanto oggi esigo chiaramente da te. Sii come una bambina di fronte ai Miei rappresentanti,55 poiché Io prendo in prestito la loro bocca per parlare a te, in modo che tu non abbia dubbi di alcun genere». La mia salute è migliorata un po'; oggi sono scesa in refettorio ed in cappella. Non posso ancora riprendere il mio lavoro e resto in cella a lavorare con la spoletta. Questo lavoro mi attrae enormemente, ma mi stanco egualmente, anche se è un lavoretto così leggero. Vedo che le mie forze si sono molto indebolite. Non ho momenti di ozio, poiché ogni istante della mia vita è assorbito dalla preghiera, dalla sofferenza e dal lavoro. Se non posso adorare Dio in un modo, lo faccio in un altro e se Dio mi concedesse la vita una seconda volta, non so se saprei utillzzarla meglio... Il Signore mi ha detto: «Mi diletto del tuo amore; il tuo amore sincero è così gradito al Mio Cuore, come il profumo di un bocciolo di rosa nelle prime ore del mattino, quando il sole non gli ha ancora prsciugato la rugiada. La freschezza del tuo cuore Mi affascina, per cui Mi unisco a te così intimamente, come con nessun altra creatura...». Oggi ho visto gli sforzi di quel sacerdote per la causa di Dio. Il suo cuore comincia ad assaporare quello di cui era ricolmo il Cuore Divino durante la vita terrena, per gli sforzi, l'ingratitudine... Ma il suo zelo per la gloria di Dio è grande. 30.1.1938. Ritiro spirituale di un giorno. Durante la meditazione il Signore mi ha fatto conoscere che, finché il cuore mi batterà in petto, dovrò sempre impegnarmi perché il regno di Dio si diffonda sulla terra. Debbo lottare per la gloria del mio Creatore. So che darò a Dio la gloria che attende da me, se cercherò di cooperare fedelmente con la Sua grazia. Desidero vivere in spirito di fede, accetto tutto quello che mi capita come mandato dall'amorevole volontà di Dio, che desidera sinceramente la mia felicità. Accetterò quindi tutto quello che Iddio mi manderà con sottomissione e gratitudine, non badando alla voce della natura né ai suggerimenti dell'amor proprio. Prima di iniziare un azione di una certa importanza rifletterò un momento, per vedere che rapporto ha con la vita eterna, qual è il motivo principale per cui viene intrapresa, se la gloria di Dio, se un qualche vantaggio per la mia anima od il bene di altre anime. Se il cuore mi risponderà che è così, allora sarò inflessibile nell'eseguire quella data azione senza badare ad alcun ostacolo, ad alcun sacrificio. Non mi farò distogliere dallo scopo che mi sono prefissa, mi basta soltanto sapere che è gradito a Dio. Al contrario se conoscerò che determinate azioni non hanno nulla in comune con quanto detto sopra, procurerò di elevarle a sfere più alte mediante una buona intenzione. Se poi conoscerò che qualche cosa proviene dall'amor proprio, la sopprimerò sul nascere stesso. Nei momenti di dubbio non agirò, ma cercherò con cura chiarimenti presso ecclesiastici e specialmente presso il mio direttore spirituale. Non giustificarsi di fronte ai rimproveri e alle osservazioni fatte da chiunque, se non nel caso in cui venissi direttamente interrogata per dare testimonianza alla verità. Ascoltare con grande pazienza le confidenze degli altri, accoglierne le sofferenze, sostenendoli nel morale ed immergere le proprie sofferenze nel Cuore compassionevolissimo di Gesù. Non uscire mai dagli abissi della Sua Misericordia ed introdurvi il mondo intero. Durante la meditazione sulla morte ho pregato il Signore, perché si degni di far penetrare nel mio cuore gli stessi sentimenti che avrò nel momento della morte. E la grazia divina mi ha risposto interiormente che, avendo fatto quanto era nelle mie possibIlità, potevo stare tranquilla. In quel momento si risvegliò in me tanta gratitudine verso il Signore che dalla gioia scoppiai a piangere come una bambina... Mi preparai a ricevere la santa Comunione il mattino dopo come viatico e recitai per me le preghiere degli agonizzanti. Ad un tratto udii queste parole: «Come sei unita a Me in vita, così sarai unita al momento della morte». Dopo queste parole si risvegliò nella mia anima una fiducia così grande nella divina Misericordia che, anche se avessi sulla coscienza i peccati del mondo intero ed i peccati di tutte le anime dannate, nonostante ciò non dubiterei della bontà di Dio, ma senza pensarci mi getterei nell'abisso della divina Misericordia, che è sempre aperto per noi e col cuore a pezzi sprofondato nella polvere, mi getterei ai piedi del Signore e mi abbandonerei completamente alla Sua santa volontà, che è la Misericordia personificata. O mio Gesù, vita della mia anima, vita mia, mio Salvatore, mio dolcissimo Sposo, e nello stesso tempo mio Giudice, Tu sai che nell'ultima ora non farò affidamento su nessun mio merito, ma unicamente sulla Tua Misericordia. Ecco che fin d'ora m'immergo nella voragine della Tua Misericordia, che è sempre aperta per ogni anima. O mio Gesù, io ho un unico compito in vita, in morte e per tutta l'eternità ed è quello di adorare la tua insondabile Misericordia. Nessuna mente, né di angeli né di uomini riuscirà mai a scandagliare i misteri della Tua Misericordia. Gli angeli rimangono stupiti di fronte al mistero della Tua Misericordia, ma non riescono a comprenderlo. Tutto ciò che è uscito dalle mani del Creatore è racchiuso in un mistero inconcepibile, cioè nelle viscere della Sua Misericordia. Quando considero ciò, il mio spirito vien meno, per la gioia il cuore mi si scioglie. O Gesù, attraverso il tuo pietosissimo Cuore come attraverso un cristallo, sono giunti a noi i raggi della Divina Misericordia. 1.II.38. Oggi mi sento un po' peggio in salute, tuttavia partecipo ancora alla vita comune di tutta la Congregazione. Faccio però grandi sforzi che tu solo, o Gesù, conosci. Oggi in refettorio pensavo di non poter resistere per tutto il pranzo. Ogni volta che prendo cibo, avverto dolori tremendi. Una settimana fa è venuta a farmi visita la Madre Superiora e mi ha detto: «A lei, sorella, si attacca ogni malattia perché ha l'organismo debole, ma non è colpa sua. Se un'altra suora soffrisse dello stesso male, sicuramente camminerebbe; lei invece deve rimanere a letto». Queste parole non mi diedero fastidio, ma con dei malati gravi è meglio non fare paragoni simili, dato che il loro calice è già pieno abbastanza. Inoltre quando le suore vanno a trovare le ammalate, non domandino ogni volta nei particolari che cosa fa male e come fa male, poiché ripetere continuamente ad ogni suora le stesse cose stanca enormemente, specialmente quando talora capita di doverlo fare diverse volte al giorno. Quando entrai per un momento in cappella, il Signore mi fece conoscere che fra le anime che sceglie ne ha alcune elette in modo particolare, che chiama ad una santità superiore, ad un'unione eccezionale con Sé. Sono anime serafiche, dalle quali Iddio esige che Lo amino più delle altre anime, benché vivano tutte nello stesso convento; talvolta però questo amore più intenso lo esige da una sola anima. Quest'anima comprende la chiamata, poiché Iddio gliela fa conoscere interiormente, però può seguirla e può anche non seguirla. Dipende dall'anima rispondere alla chiamata dello Spirito Santo oppare opporsi allo stesso Spirito Santo. Ho saputo che c'è un luogo in purgatorio, dove le anime espiano di fronte a Dio per colpe di questo genere. Questa fra le varie pene è la più dura. L'anima segnata in modo particolare da Dio si distinguerà ovunque, in paradiso, in purgatorio e all'inferno. In paradiso si distingue dalle altre anime per una gloria maggiore, per lo splendore e per una più profonda conoscenza di Dio. In purgatorio per una sofferenza più acuta, poiché conosce più a fondo e desidera più violentemente Iddio. All'inferno soffrirà più delle altre anime perché conosce meglio Colui che ha perduto. Il sigIlio dell'amore esclusivo di Dio che è in lei non si cancella. O Gesù, mantienimi nel Tuo santo timore, in modo che non sprechi le grazie. Aiutami ad essere fedele alle ispirazioni dello Spirito Santo, permetti che mi si spezzi il cuore per amore verso di Te, piuttosto che tralasci un solo atto di quest'amore. 2.II.38. Le tenebre dell'anima. Oggi è festa della Madonna e nella mia anima c'è tanto buio. il Signore si è nascosto, e io sono sola, completamente sola. La mia mente è così offuscata che all'intorno vedo solo fantasmi, nemmeno uno spiraglio di luce mi entra nell'anima, non riesco a capire me stessa né coloro che mi parlano. Tentazioni terribili contro la santa fede mi stanno opprimendo. O mio Gesù, salvami. Non riesco a dire di più. Non posso fare una descrizione particolareggiata, perché temo che qualcuno leggendo rimanga scandalizzato. Sono sbalordita che ad un'anima possano capitare tribolazioni di questo genere. O uragano, che ne fai della barchetta del mio cuore? Questa tempesta è durata un giorno intero ed una notte. Quando è venuta da me la Madre Superiora e mi ha cbiesto: « Sorella, non vorrebbe approfittare per confessarsi, dato che c'è Padre Andrasz? », le ho risposto di no. Mi sembrava che né il Padre m'avrebbe potuto capire, né io sarei riuscita a confessarmi. Ho passato tutta la notte con Gesù nel Getsemani. Un continuo gemito di dolore usciva dal mio petto. Sarà più leggera l'agonia naturale, poiché in quel caso si agonizza e si muore, mentre qui uno agonizza senza poter morire. O Gesù, non credevo che esistessero sofferenze di questo genere. il nulla, ecco la realtà. O Gesù, salvami. Credo in Te con tutto il cuore, ho visto tante volte lo splendore del Tuo Volto e adesso dove sei, Signore?... Credo, credo ed ancora una volta credo in Te, unico Dio nella SS.ma Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo e a tutte le verità che la Tua santa Chiesa mi propone a credere... Tuttavia le tenebre non scompaiono ed il mio spirito sprofonda in un'agonia ancora peggiore. A un dato momento fui presa da un'angoscia così straziante, che ora mi meraviglio io stessa di non aver esalato l'ultimo respiro, ma fu un momento breve. All'improvviso vidi Gesù. Dal suo Cuore uscivano i due noti raggi che m'investirono in pieno. In quello stesso istante scomparve ogni mia angoscia. «Figlia Mia - mi disse il Signore - sappi che quanto ora hai passato è ciò che sei da te stessa, e solo in forza della Mia grazia partecipi alla vita eterna ed a tutti i doni che generosamente ti concedo». E da queste parole del Signore ho avuto la vera conoscenza di me stessa. Gesù mi dà un insegnamento di profonda umiltà e nello stesso tempo di completa fiducia in Lui. Il mio cuore è ridotto in cenere, in polvere e se anche tutta la gente mi calpestasse, lo considererei ancora una grazia. Sento e sono così profondamente convinta di essere una nullità, che le vere umiliazioni saranno un refrigerio per me.
3.II.38. Oggi dopo la santa Comunione, Gesù mi ha dato
nuovamente alcune indicazioni: «Primo: non lottare da sola contro
la tentazione, ma rivelarla subito al confessore ed allora la tentazione
perderà tutta la sua forza. Secondo: in queste prove non perdere la
calma, vivi alla Mia presenza, chiedi l'aiuto della Madre Mia e dei Santi.
Terzo: abbi la certezza che io ti guardo e ti sostengo. Quarto:
non temere né le lotte spirituali né alcuna tentazione, poiché Io ti
sostengo, purché tu voglia lottare, sappi che la vittoria sarà sempre dalla
tua parte. Quinto: sappi che con una lotta intrepida Mi fai un grande
onore e metti da parte meriti per te; la tentazione ti offre la possibilità
di mostrarMi la tua fedeltà. Ed ora ti dirò la cosa più importante per te:
una sincerità senza limiti col tuo direttore spirituale. Se non
approfirterai di questa grazia secondo le Mie indicazioni, te lo porterò via
ed allora rimarrai sola con te stessa e ti ritorneranno tutti i tormenti
spirituali che ben conosci. Non Mi piace che non approfitti dell'occasione
quando puoi incontrarlo e parlare con lui. Sappi che è una Mia grazia
grande, se do ad un'anima un direttore spirituale. Molte anime Me lo
chiedono, e non a tutte concedo questa grazia. Dal momento che te l'ho dato
come direttore spirituale, l'ho fornito di nuovi lumi, affinché possa
facilmente conoscere e comprendere la tua anima...». O mio Gesù, o mia
unica Misericordia, permettimi di vedere la contentezza sul Tuo Volto, come
segno di riconciliazione con me, poiché il mio cuore non sopporta la Tua
serietà; se la prolungherai ancora un momento, mi si spezzerà dal dolore.
Vedi che sono già ridotta in polvere. In quello stesso istante mi vidi come
in un palazzo e Gesù mi diede la mano e mi sistemò accanto a Sé e disse
amabilmente: «Mia sposa, Mi piaci sempre per l'umiltà. La più grande
miseria non M'impedisce di unirMi all'anima, ma dove c'è la superbia, Io non
ci sono». Quando rientrai in me, esaminai tutto quello che era avvenuto
nel mio cuore, ringraziando Iddio per l'amore e la Misericordia che mi aveva
dimostrato. O Gesù, nascondimi come Ti sei nascosto Tu sotto le specie di
una bianca Ostia, così nascondi anche me agli occhi degli uomini e nascondi
specialmente i doni che Tu benignamente mi concedi. Fa' che non riveli
all'esterno ciò che Tu operi nella mia anima. Davanti a Te, o divino
Sacerdote, sono una bianca ostia; consacrami Tu stesso e la mia
trasformazione sia nota soltanto a Te. Ogni giorno come vittima sacrificale
mi presento davanti a Te e Ti supplico di concedere la Tua Misericordia al
mondo. Mi annienterò al Tuo cospetto in silenzio e senza che alcuno mi
scorga; come una vittima per l'olocausto in un silenzio profondo arderà il
mio amore puro ed indivisibile e il profumo di quest'amore giunga ai piedi
del Tuo trono. Tu sei il Signore dei Signori, però hai una predilezione per
i cuori più piccoli e umili... Quando entrai un momento in cappella, Gesù mi
disse: «Figlia Mia, aiutaMi a salvare un peccatore in agonia; recita per
lui la coroncina che ti ho insegnato». Quando cominciai a recitare la
coroncina, vidi quel moribondo fra atroci tormenti e lotte. Era difeso
dall'angelo custode, il quale però era come impotente di fronte alla grande
miseria di quell'anima. Una moltitudine di demoni stava in attesa di
quell'anima, ma mentre recitavo la coroncina vidi Gesù nell'aspetto in cui è
dipinto nell'immagine. I raggi che uscirono dal Cuore di Gesù avvolsero il
malato e le potenze delle tenebre fuggirono provocando scompiglio. Il malato
spirò serenamente. Quando rientrai in me compresi che questa coroncina è
importante accanto ai moribondi, essa placa l'ira di Dio. Quando chiesi
perdono a Gesù per una mia azione, che dopo poco risultò imperfetta, Gesù mi
tranquillizzò con queste parole: «Figlia Mia, ti ricompenso per la
purezza dell'intenzione che hai avuto al momento di agire. Il Mio Cuore ha
gioito poiché sul punto di compiere l'azione hai tenuto in considerazione il
Mio amore e ciò in modo molto evidente. E adesso ne hai ancora un vantaggio,
che è l'umiliazione. Si, bambina Mia, desidero che tu abbia sempre una
grande purezza d'intenzione fin nelle tue più piccole iniziative». Nel
momento in cui presi la penna in mano, pregai brevemente lo Spirito Santo,
poi dissi: « Gesù, benedici questa penna, affinché tutto quello che mi
ordini di scrivere sia a gloria di Dio ». E subito udii una voce: «Si, la
benedico poiché in questo scritto c'è il sigillo dell'obbedienza alla
Superiora ed al confessore e per ciò stesso è motivo di gloria per Me e
molte anime ne ricaveranno vantaggio. Figlia Mia, voglio che tutti i momenti
liberi li impieghi a scrivere sulla Mia bontà e Misericordia. Questo è il
tuo incarico ed il tuo compito per tutta la vita, far conoscere alle anime
la grande Misericordia che ho per loro ed esottarle alla fiducia nell'abisso
della Mia Misericordia». O mio Gesù, credo alle Tue parole e non ho più
alcun dubbio a questo riguardo, poiché in un colloquio con la Madre
Superiora anch'essa mi ha detto che dovevo scrivere di più sulla Tua
Misericordia. Le sue parole sono state in pieno accordo con la Tua
richiesta. O mio Gesù, ora comprendo che se esigi qualche cosa da un'anima,
dai ai superiori l'ispirazione di concederci la possibilità di eseguire le
Tue richieste, anche se capita cbe non sempre si ottenga subito. Talvolta la
nostra pazienza è messa alla prova...
FINE DEL QUINTO QUADERNO
VI° QUADERNO
Il mio cuore è attratto là dove il mio Dio è nascosto, Dove giorno e notte rimane con noi; Velato dietro un'Ostia bianca, Dirige il mondo intero, comunica con le anime. Il mio cuore è attratto dove si nasconde il mio Signore, Dove il Suo amore è annientato, Ma il mio cuore sente che lì c'è l'acqua viva, il mio Signore vivo, benché celato dietro un velo.
10.II.1938. Durante la meditazione il Signore mi ha fatto conoscere
la gioia del paradiso e dei santi, che gioiscono per il nostro arrivo. Amano
Dio come l'unico oggetto del loro amore, ma amano anche noi teneramente e
sinceramente; su tutti discende la gioia dal Volto di Dio, poiché Lo vediamo
faccia a faccia. Quel Volto è così dolce che l'anima cade continuamente in
estasi. È il Signore stesso che mi spinge a scrivere le preghiere e gli inni
sulla Sua Misericordia e questi atti di adorazione premono sulle mie labbra.
Ho notato che le espressioni in onore della Misericordia di Dio si
presentano alla mia mente già formulate. Per questo ho deciso, per quanto
sarà in mio potere, di metterle su carta; sento che Dio mi sollecita per
questo. È venuta da me per un momento una consorella e, dopo una breve
conversazione sull'obbedienza, mi ha detto: « Ah, ora comprendo come si sono
comportati i santi. La ringrazio, sorella, una grande luce è scesa nella mia
anima, ne ho ricavato molto profitto ». O mio Gesù, questa è opera Tua, sei
stato Tu che hai parlato a quell'anima. La suora infatti è entrata da me
quando io ero completamente immersa in Dio. Proprio in quel momento mi ha
lasciato quel superiore raccogllmento. O mio Gesù, so che per essere utile
alle anime, bisogna impegnarsi a raggiungere la più stretta unione con Te, o
Amore eterno. Una parola di un'anima unita a Dio procura più bene alle anime
che eloquenti dibattiti o prediche di un'anima imperfetta.
13.II.1938. Ho visto quanto malvolentieri Gesù va in alcune anime con
la santa Comunione. E mi ha ripetuto queste parole: «In alcuni cuori vado
come se andassi ad un'altra Passione». Durante l'ora santa che ho
cercato di fare, ho visto Gesù sofferente, che mi ha detto queste parole:
«Figlia Mia, non fare troppo caso al recipiente della grazia, ma bada
maggiormente alla grazia che ti do, poiché il recipiente non sempre ti piace
ed allora anche le grazie vengono meno. Voglio preservarti da questo e
desidero che non faccia mai caso al recipiente con cui ti mando le Mie
grazie. Tutta l'attenzione della tua anima sarà rivolta a corrispondere con
la massima fedeltà alla Mia grazia». 14.II.38. Durante l'adorazione ho udito queste parole: «Prega per un'educanda, che ha tanto bisogno della Mia grazia». Conobbi che si trattava di N., ho pregato molto e la Misericordia di Dio avvolse quell'anima. Durante l'adorazione, dopo aver ripetuto più volte l'invocazione «Santo Dio » all'improvviso fui investita da una più viva presenza di Dio e venni trasportata in ispirito davanti alla Maestà Divina. E vidi come rendono gloria a Dio gli angeli ed i santi del Signore. E così grande questa gloria resa a Dio, che non voglio lasciarmi tentare a descriverla, perché non ne sono capace ed anche perché le anime non pensino che quello che ho scritto sia tutto. San Paolo, ora comprendo perché non hai voluto descrivere il paradiso, ma hai detto soltanto che « quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, nè mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che Lo amano ». Ed è così, che tutto, come è uscito da Dio, così a Lui ritorna e Gli rende una gloria perfetta. Ed ora, dopo averla esaminata, quanto trovo misera la gloria che io rendo a Dio. Che minuscola goccia è in confronto alla perfetta gloria del cielo! Oh, quanto sei buono, o Dio, che accetti anche la mia adorazione e rivolgi benignamente il Tuo Volto verso di me e fai conoscere che Ti è gradita la nostra preghiera! «Scrivi sulla Mia bontà ciò che ti viene in mente». Risposi: “Ma, Signore, e se scrivessi troppo?”. Ed il Signore mi rispose: «Figlia Mia, anche se tu parlassi contemporaneamente tutte le lingue degli uomini e degli angeli, non riusciresti a dire troppo, ma al contrario, glorificheresti solo in piccola parte la Mia bontà, la Mia insondabile Misericordia». O mio Gesù, poni Tu stesso le parole sulle mie labbra, affinché io Ti possa adorare degnamente. «Figlia Mia, sii tranquilla, fa' quello che ti ordino. I tuoi pensieri sono uniti ai Miei pensieri, perciò scrivi quello che ti viene in mente. Sei la segretaria della Mia Misericordia: ti ho scelta per questo incarico in questa vita e in quella futura. Voglio così, nonostante tutte le opposizioni che ti faranno; sappi che non cambierò ciò che è di Mio gradimento». Allora con grande umiltà mi sprofondai davanti alla Maestà di Dio. Però più mi umiliavo, più la presenza di Dio penetrava in me... O Gesù, mia unica consolazione. Oh, quanto è terribile l'esilio, e che sorta di foresta debbo attraversare! La mia anima avanza a fatica attraverso i paurosi grovigli di varie difflcoltà. Se non mi sostenessi Tu stesso, Signore, mi sarebbe assolutamente impossibile andare avanti.
16.II.1938. Mentre pregavo il vivo Cuore di Gesù, presente nel SS.mo
Sacramento, secondo l'intenzione di un certo sacerdote, in un attimo Gesù mi
fece conoscere la Sua bontà e mi disse: «Non gli darò pesi al di sopra
delle forze».
27.II.38. Oggi sono stata a confessarmi dal Padre Andrasz. Mi sono
comportata come desiderava Gesù. Dopo la santa confessione un cumulo di luce
ha inondato la mia anima. Ad un tratto ho udito una voce: «E poiché sei
una bambina, rimarrai accanto al Mio Cuore. Mi è più gradita la tua
semplicità che le mortificazioni». Parole di Padre Andrasz: « Vivi
maggiormente di fede. Prega perché la divina Misericortlia si diffonda di
più e quest'opera, in buone mani, sia diretta bene. Tu cerca di essere qui
una buona religiosa, sebbene potrebbe essere anche così come dici tu, ma
cerca di essere qui una buona religiosa. Ed ora se senti quelle attrazioni
divine e conosci che è il Signore che te le manda, seguile. Dedica alla
preghiera tutto il tempo che le è assegnato e le annotazioni falle dopo la
preghiera...
1.III.1938. Esercizi spIrituali di un giorno. Nella meditazione ho
capito che debbo nascondermi il più profondamente possibile nel Cuore di
Gesù, meditare sulla sua dolorosa Passione e penetrare nei sentimenti del
Suo Cuore divino, che è pieno di Misericordia per i peccatori. Allo scopo di
ottenere per loro Misericordia mi annienterò ogni momento, vivendo della
volontà di Dio.
2.III.38. Ho iniziato la santa Quaresima come voleva Gesù,
abbandonandomi totalmente alla Sua santa volontà ed accettando con amore
tutto ciò che mi manda. Non posso fare maggiori mortificazioni, poiché sono
molto debole. La lunga malattia mi ha lasciato completamente senza forze. Mi
unisco a Gesù per mezzo delle sofferenze. Quando medito sulla Sua dolorosa
Passione, le mie sofferenze fisiche diminuiscono. Il Signore mi ha detto:
«Per tutta la Quaresima ti prendo alla Mia scuola. Voglio insegnarti a
soffrire». Ho risposto: « Con Te, Signore, sono pronta a tutto » ed ho
udito questa voce: «Ti è permesso bere dal calice dal quale bevo Io; oggi
ti concedo questo onore esclusivo...». Oggi ho sentito in tutto il mio
corpo la Passione di Gesù ed il Signore mi ha fatto conoscere la conversione
di certe anime.
10.III38. Continue sofferenze fisiche. Sono sulla croce con Gesù. Una volta la M. Superiora mi disse: «Lei, sorella, manca nell'amore verso il prossimo, infatti lei mangia qualche cosa che poi le fa male e disturba le altre durante il riposo notturno». Io invece so con certezza che questi dolori che sento nelle viscere, non sono affatto provocati dal mangiare. Questa stessa cosa l'ha dichiarata il medico. Sono dolori organici o meglio sono una prova del Signore. Tuttavia dopo quella osservazione ho deciso di soffrire maggiormente di nascosto e di non chiedere aiuto, tanto è inutile, poiché rigetto le medicine che prendo. E sono riuscita un paio di volte a superare degli attacchi, di cui è al corrente soltanto Gesù. Questi dolori sono tanto violenti e forti fino a farmi perdere la conoscenza. Quando svengo sotto il loro incalzare e mi copro tutta d'un sudore freddo, allora incominciano a diminuire gradatamente. Talvolta durano fino a tre ore e più. O mio Gesù, sia fatta la Tua santa volontà, accetto tutto dalle Tue mani. Se accetto le estasi ed i rapimenti d'amore fino a dimenticare quello che avviene attorno a me, è giusto che accetti con amore queste sofferenze che mi tolgono la lucidità di mente. Quando venne il medico e io non potei, come le altre suore, scendere da lui in parlatorio, chiesi che venisse da me, perché non potevo scendere per un certo impedimento. Dopo un momento il medico venne nella cella, e, dopo avermi visitato, disse: « Dirò tutto alla suora infermiera ». Quando venne la suora infermiera, dopo che era andato via il medico, le dissi il motivo per cui non ero potuta scendere in parlatorio. Essa però mi mostrò un accentuato malumore. E quando le domandai: «Sorella, che cosa ha detto il medico dei miei dolori?», mi rispose che non aveva detto niente e che non erano niente. «Ha detto che la malata fa i capricci». E se ne andò. Allora dissi a Dio: «Cristo, dammi la forza e la capacità di soffrire, infondimi nel cuore un amore puro per quella suora». Per tutta la settimana non si affacciò più da me. I dolori invece si ripetevano e duravano quasi tutta la notte e sembrava che fosse ormai giunta la fine. I superiori si decisero a rivolgersi ad un altro medico ed egli confermò che la situazione era grave ed a me disse: «Ormai non è più possibile rimettere in sesto la salute. Si può ancora migliorare qualche cosa, ma non è il caso di parlare di una guarigione completa». Prescrisse una medicina per i dolori e dopo che l'ebbi presa non si ripeterono più i gravi attacchi di prima. «Ma se lei, sorella, viene da me in sanatorio faremo in modo di risistemarla in salute, per quanto ciò è ancora possibile». Il medico insistette perché andassi là a curarmi. O mio Gesù, come sono singolari i Tuoi decreti! Gesù mi ordina di scrivere tutte queste cose a conforto di altre anime che potrebbero trovarsi esposte a simili situazioni di sofferenza. Nonostante che mi sentissi molto debole, per volere delle superiore, mi recai da quel medico. La suora che m'accompagnava lo faceva malvolentieri e me lo dimostrò parecchie volte. Ad un tratto mi disse: « Come faremo? Non ho i soldi sufficienti per la carrozza ». Non le risposi nulla. «Ma forse non ci saranno nemmeno carrozze. Come faremo a percorrere tutta quella strada? ». Diceva questo e molte altre cose unicamente per mettermi in agitazione, poiché le care superiore avevano dato denaro a sufficienza e ne rimase. Avendo capito dentro di me tutta questa storia, mi misi a ridere e dissi a quella suora: «Io sono pienamente tranquilla, affidiamoci a Dio». Ma notai che la mia profonda serenità la irritava. Allora mi misi a pregare per lei. O mio Signore, tutto questo per Te, per ottenere Misericordia per i poveri peccatori. Quando tornai ero talmente stanca che avrei dovuto coricarmi subito. Ma c'era la confessione trimestrale, cercai quindi di andare a confessarmi, poiché avevo bisogno non solo della confessione, ma anche di chiedere consigli al direttore spirituale. Cominciai a prepararmi, ma siccome mi sentivo così debole decisi di chiedere alla Madre Superiora il permesso di passare avanti alle novizie, perché non mi sentivo bene. La M. Superiora rispose: « Sorella, cerchi la Maestra delle novizie. Se è d'accordo che lei passi avanti, va bene ». C'erano però solo tre suore che dovevano confessarsi, perciò attesi, dato che non avevo forza per andare a cercare la Maestra. Però quando entrai in confessionale mi sentivo così male, che non mi fu possibile fare il rendiconto sulla mia anima, riuscii appena a confessarmi. In tale circostanza compresi quanto occorra lo spirito, la sola lettera non fa crescere l'amore. Oggi ci sono stati dei malintesi fra la Superiora e me. Non c'è stata colpa nè da parte sua né da parte mia, ma la sofferenza morale è rimasta per non aver potuto chiarire la cosa, perché era un segreto. Per questo ho sofferto, sebbene con una parola avrei potuto dimostrare la verità.
20. Oggi ho accompagnato in ispirito un'anima agonizzante. Le ho
ottenuta la fiducia nella Misericordia di Dio. Quell'anima era sull'orlo
della disperazione. La notte che ho appena passato la conosci soltanto Tu,
Signore. L'ho offerta per i poveri peccatori induriti, per impetrare loro la
Tua Misericordia. Qui tagliami, qui bruciami, purché Tu mi dia le anime dei
peccatori, e specialmente... O Gesù, con Te nulla va perduto; Tu hai tutto,
dammi le anime... dei peccatori. Durante l'adorazione, nel corso delle
funzione delle « Quarant'ore », il Signore mi ha detto: «Figlia Mia,
scrivi che le colpe involontarie delle anime non impediscono il Mio amore
verso di esse, né Mi sono d'ostacolo nell'unirMi ad esse, invece le colpe
anche le più piccole, ma volontarie, ostacolano le Mie grazie e non posso
colmare tali anime dei Miei doni».
25.III.38. Oggi ho visto Gesù sofferente, che si è chinato su di me e
con un lieve sussurro ha detto: «Figlia Mia, aiutaMi a salvare i
peccatori». All'improvviso penetrò nella mia anima un fuoco d'amore per
la salvezza delle anime. Quando tornai in me, sapevo in che modo dovevo
salvare le anime e mi preparai a maggiori sofferenze.
1.IV.38. Oggi sto subendo un nuovo peggioramento. La febbre alta
comincia a consumarmi. Non posso prendere alcun nutrimento. Desideravo bere
qualche cosa per rianimarmi, ma il caso volle che non trovassi nemmeno un
po' d'acqua nella mia brocca. O Gesù, tutto per ottenere Misericordia per le
anime. Avevo appena rinnovata l'intenzione con amore più grande del solito,
quando entra una novizia e mi porge una grossa arancia, mandatami dalla
Madre Maestra. Ho visto in ciò il dito di Dio. La cosa si ripeté ancora
qualche altra volta. A quel tempo, sebbene si conoscessero le mie necessità,
non ricevevo mai da mangiare qualche cosa che mi rianimasse un po', per
quanto lo domandassi, ma vedevo che Dio voleva sofferenze e sacrifici. Non
descrivo nei particolari questi rifiuti, perché sono molto irritanti e
difficili da credere. Dio però può esigere sacrifici anche di questo genere.
Una volta che avevo intenzione di dire alla Madre Superiora che desideravo
molto che mi permettesse di tenere nella cella qualche cosa per spegnere la
grande sete che avevo, prima che glielo chiedessi, la Madre stessa cominciò
a dire: « Sorella, è ora di finirla con questa malattia, in un modo o in un
altro. Bisognerà intraprendere una cura o qualcos'altro, ma così non si può
andare avanti». Dopo un po', quando rimasi sola dissi: « Cristo, che debbo
fare? ChiederTi la salute o la morte? ». Non avevo un ordine preciso, perciò
m'inginocchiai e dissi: « Avvenga di me secondo la Tua santa volontà. Gesù,
fa' con me quello che Ti piace ». In quel momento mi sentii come fossi sola
e varie tentazioni mi assalirono, ma trovai serenità e luce in una fervida
preghiera e compresi che la Superiora mi aveva soltanto messa alla prova.
Non so come sia successo, ma la stanza in cui giacevo era così trascurata
che talvolta non veniva affatto riassettata per più di due settimane. Spesso
nessuno accendeva la stufa e per questo motivo la tosse aumentava. Qualche
volta lo chiedevo, ma altre volte mi mancava il coraggio di chiederlo. Una
volta che venne a farmi visita la Madre Superiora, domandò se era il caso di
accendere di più, risposi di no, poiché faceva già caldo fuori ed avevamo la
finestra aperta. Primo venerdì. Quando presi in mano « Il Messaggero del
Sacro Cuore » e lessi la notizia della canonizzazione di Sant'Andrea Bobola,
all'improvviso la mia anima fu invasa da un desiderio così grande che anche
da noi ci fosse una santa, che scoppiai a piangere come una bambina, perché
da noi non c'era una santa e dissi al Signore: « Conosco la Tua generosità,
ma sembra che Tu sia meno generoso con noi ». E proruppi nuovamente in
pianto come una bambina. E Gesù mi disse: «Non piangere, tu lo sei».
Allora la mia anima venne inondata dalla luce divina e mi fu fatto conoscere
quanto dovrò soffrire e dissi al Signore: « Come avverrà questo, dato che Tu
mi hai parlato di un'altra congregazione? ». Ed il Signore mi rispose:
«Non è affar tuo sapere come ciò avverrà, tu devi solo essere fedele alla
Mia grazia e fare sempre ciò che è in tuo potere e che ti è permesso
dall'obbedienza».
10.IV.1938. Domenica delle Palme. Sono stata alla santa Messa, ma le
forze non mi hanno permesso di andare a prendere la palma. Mi sentivo così
debole che a malapena ho potuto resistere per il tempo della santa Messa.
Durante la santa Messa Gesù mi ha fatto conoscere la sofferenza della Sua
anima ed ho sentito chiaramente come quegli inni, quegli Osanna, si
ripercuotevano con un'eco dolorosa sul Suo Sacratissimo Cuore. Anche la mia
anima è stata inondata da un mare di amarezza ed ogni Osanna mi trapassava
il cuore da parte a parte. Tutta la mia anima venne attratta vicino a Gesù.
Sentii la voce di Gesù: “Figlia Mia, la tua partecipazione alle Mie
sofferenze è un refrigerio per Me; la tua anima acquista una bellezza
particolare meditando la Mia Passione”. La santa Comunione l'ho ricevuta
su in alto, dato che non era il caso di scendere giù in cappella, poiché ero
molto indebolita a causa di un'abbondante sudorazione e quando per un po'
cessava il sudore, cominciavano i brividi e la febbre. Mi sentivo
estremamente debole. Oggi la santa Comunione ce l'ha portata un Padre
Gesuita. Dopo aver dato il Signore a tre suore e poi a me, pensava che io
fossi l'ultima, perciò mi ha dato due particole. Ma è mancata per una
novizia che si trovava in un'altra cella. Il sacerdote è andato una seconda
volta e le ha portato il Signore, ma Gesù mi ha detto: «Vado
malvolentieri in quel cuore, per questo hai ricevuto due Ostie, perché ho
indugiato a scendere in quell'anima, che si oppone alla Mia grazia. Non
gradisco essere ospite in un'anima così». In quell'istante la mia anima
venne attirata vicino a Lui ed ottenni una profonda luce interiore per cui
compresi intimamente tutta l'opera della Misericordia. Fu un lampo, ma più
evidente che se avessi osservato per ore intere con gli occhi del corpo.
Tuttavia per scrivere almeno qualche cosa, debbo usare parole che non
esprimono in pieno ciò per cui si è rallegrata la mia anima vedendo la
gloria della Misericordia Divina. La gloria della Divina Misericordia già
risuona, nonostante gli sforzi dei nemici e dello stesso satana che odia
accanitamente la Misericordia di Dio, ma quest'opera gli strapperà il
maggior numero di anime. Per questo lo spirito delle tenebre tenta talvolta
violentemente persone buone, affinché ostacolino quest'opera. Ma ho
conosciuto chiaramente che la volontà di Dio già si sta adempiendo e si
compirà fino all'ultima goccia. I massimi sforzi dei nemici non annulleranno
nemmeno il più piccolo dettaglio di ciò che il Signore ha stabilito. Non
importa se ci sono dei momenti nei quall quest'opera sembra completamente
annientata: essa allora si rafforza. La mia anima fu colmata da una pace
così profonda quale non avevo mai provato. Dopo questa assicurazione da
parte di Dio, che nulla potrà più cancellare, questa profonda pace che nulla
può turbare, anche se dovessi attraversare le prove più difficili, sono
tranquilla. E Dio stesso che dirige quest'opera. Ho passato tutta la
giornata a ringraziare e la riconoscenza m'inondava l'anima. O Dio, quanto
sei buono! Quanto è grande la Tua Misericordia! Visiti con grazie così
grandi me, che sono la più miserabile polvere. Gettandomi ai Tuoi piedi con
la faccia a terra, o Signore, riconosco in sincerità di cuore che per nulla
ho meritato nemmeno la più piccola delle Tue grazie e che se Tu Ti dai a me
tanto generosamente, è solo per la Tua inconcepibile bontà. Per questo,
quanto più grandi sono le grazie che il mio cuore riceve, tanto maggiore è
l'umiltà in cui sprofonda. 19.IV.1938. Durante la ricreazione una suora ha detto: “Suor Faustina è così malridotta di salute che cammina appena, ma sarebbe bene che morisse al più presto, perché sarà santa”. Allora è intervenuta una delle suore direttrici: « Che morirà lo sappiamo, ma se sarà santa, è un punto interrogativo». Su questo argomento hanno cominciato ad arrivare battute pungenti. Io tacevo, ho detto una sola parola, ma avendo visto che la conversazione si inaspriva, ho preferito il silenzio. Attualmente ricevo lettere curiose dalle consorelle che si trovano in altre case ed assieme alle quali ho fatto il noviziato. Alle volte mi fanno ridere molto e mi diverto. Sono di questo genere: « Cara Suor Faustina, ci dispiace molto che lei sia così gravemente malata, ma siamo molto liete al pensiero che quando il Signore Gesù la prenderà, lei, sorella, pregherà per noi, poiché lei può molto presso il Signore ». Una suora si è espressa in questo modo: « Quando morirà, sorella, mi prenda sotto la sua speciale protezione, poiché lei me lo potrà fare sicuramente ». Un'altra si esprime così: « Io aspetto con impazienza che il Signore Gesù la prenda, sorella, poiché so quello che avverta e desidero molto che lei muoia, sorella». Avrei voluto chiederle cosa pensava della mia morte, ma ho fatto una mortificazione ed ho risposto: «Di me peccatrice avverrà ciò che avviene di tutti i peccatori, se la Misericordia di Dio non mi protegge». 20.IV.38. Partenza per Prsdnik. Ero molto mortificata perché avrei dovuto stare nella corsia comune, dove sarei stata esposta a vari inconvenienti. Se si fosse trattato di una settimana o due, ma per un periodo così lungo, due mesi e forse più... La sera andai dal Signore Gesù per un lungo colloquio. Quando vidi Gesù, Gli aprii il mio cuore e Gli esposi tutte le difficoltà, le mie apprensioni ed i miei timori. Gesù mi ascoltò con amore, poi disse: «Sta' tranquilla, bambina Mia, Io sono con te. Parti con la massima serenità. È tutto pronto, ho ordinato nel modo che Mi è proprio di approntare per te una stanzetta separata». Così tranquillizzata, andai a riposare col cuore pieno di gratitudine. Il giorno dopo mi accompagnò Suor Felicia. Andai con profonda serenità e libertà di spirito. Quando arrivammo ci dissero che per Suor Faustina c'era una stanzetta solo per lei. Appena entrammo in quella cameretta, ci meravigliammo che tutto fosse stato sistemato con tanta grazia, tutto così pulito, coperto con tovagliette, abbellito con fiori. Le suore avevano messo sul comodino un bell'agnellino pasquale. Vennero subito tre suore del Sacro Cuore che prestano servirio in questo sanatorio, mie vecchie conoscenze e mi accolsero affettuosamente. Suor Felicia era stupita per tutto questo. Ci salutammo cordialmente e se ne andò. Quando rimasi sola a tu per tu col Signore Gesù, Lo ringraziai per questa grande grazia. Gesù mi disse: «Stai tranquilla, Io sono con te». Ero stanca e m'addormentai. La sera venne la suora che aveva il compito di assistermi, e mi disse: «Sorella, domani lei non avrà il Signore Gesù, perché è molto affaticata e poi in seguito vedremo come andrà». La cosa mi addolorò enormemente, ma risposi con molta calma: « Va bene », affidandomi completamente al Signore e cercai di addormentarmi. La mattina feci la meditazione e mi preparai per la santa Comunione, benché non dovessi ricevere il Signore Gesù. Quando il mio desiderio ed il mio amore raggiunsero il grado più alto, all'improvviso vidi accanto al mio letto un Serafino, che mi porse la santa Comunione pronunciando queste parole: « Ecco il Signore degli Angeli ». Dopo che ebbi ricevuto il Signore, il mio spirito s’immerse nell'amore di Dio e nello stupore. Il fatto si ripeté per tredici giorni, però non avevo la certezza che il giorno dopo me l'avrebbe portata, ma abbandonandomi a Dio, avevo fiducia nella Sua bontà, e non osavo nemmeno pensare che l'indomani avrei ricevuto la santa Comunione in quel modo. Il Serafino era circondato da un grande splendore, traspariva da lui la divinizzazione e l'amor di Dio. Aveva una veste dorata e su di essa indossava una cotta trasparente ed una stola pure trasparente. Il calice era di cristallo ed era coperto da un velo trasparente. Appena m'ebbe dato il Signore, scomparve. Una volta che avevo un dubbio, che mi era venuto poco prima della santa Comunione all'improvviso venne di nuovo il Serafino con il Signore Gesù. Io però rivolsi una domanda al Signore Gesù, e non avendo ricevuto risposta, dissi al Serafino: « Mi potresti confessare? ». Ma egli mi rispose: «Nessuno spirito celeste ha questo potere». In quell'istante l'Ostia si posò sulle mie labbra. La domenica la suora che mi assisteva mi disse: «Finalmente oggi il sacerdote le porterà Gesù». Risposi: «Va bene». E me Lo portò. Dopo un certo tempo ottenni il permesso di alzarmi e quindi andavo alla santa Messa ed a far visita al Signore. Dopo la prima visita il medico confermò che il mio stato era grave. « Sospetto, sorella, che si tratti di quello di cui lei mi domanda, ma Dio onnipotente può tutto». Quando rientrai nella mia stanzetta, m'immersi in una preghiera di ringraziamento per tutto ciò che il Signore mi aveva mandato per tutta la vita, sottomettendomi completamente alla Sua santissima volontà. Un abisso di gioia e di serenità inondò la mia anima. Provavo una pace così profonda che se la morte fosse sopraggiunta in quel momento non le avrei detto: « Aspetta, poiché ho ancora delle faccende da sbrigare ». No, ma l'avrei salutata con gioia, perché sono pronta all'incontro con il Signore non solo da oggi, ma dal momento in cui ho posto la mia fiducia completamente nella Misericordia di Dio, abbandonandomi totalmente alla Sua santissima volontà, piena di Misericordia e di pietà. So quello che sono da me stessa...
Domenica in Albis. Oggi mi sono offerta di nuovo al Signore come
vittima d'olocausto per i peccatori. O mio Gesù, se si sta già avvicinando
la fine della mia vita, Ti supplico nel modo più umile, accetta la mia morte
in unione con Te, come un sacrificio d'olocausto, che oggi con prontezza di
spirito e piena consapevolezza della mia volontà io offro a Te per un
triplice scopo: Primo - affinché l'opera della Tua Misericordia si
diffonda nel mondo intero e perché la festa della Divina Misericordia venga
solennemente approvata e celebrata; Secondo - affinché i peccatori e
specialmente le anime agonizzanti si rivolgano alla Tua Misericordia,
riportando gli indicibili frùtti di questa Misericordia; Terzo -
affinché nell'insieme l'opera della Tua Misericordia venga attuata secondo i
Tuoi desideri e per una certa persona che dirige quest'opera... Accetta, o
pietosissimo Gesù, questa mia povera offerta, che Ti ho fatto oggi al
cospetto del cielo e della terra. Il Tuo Sacratissimo Cuore, pieno di
Misericordia, completi ciò che in essa manca e la offra al Padre Tuo per la
conversione dei peccatori. O Cristo, desidero le anime!
8.V.1938. Oggi ho visto due pilastri molto grandi innalzati da terra, uno l'avevo innalzato io e l'altro una certa persona, S. M., con uno sforzo inaudito, enorme fatica e impegno. E quando il pilastro fu innalzato, non sapevo io stessa dove avessi preso tanta forza. Ed ho conosciuto che non l'avevo fatto con le mie forze, ma col vigore datomi dall'alto. Quei due pilastri distavano tra loro lo spazio di questa immagine. Ed ho visto questa immagine sospesa fra i due pilastri molto in alto. In un attimo su quei due pilastri è sorto un grande tempio, sia la parte interna che l'esterna. Ho visto una mano che rifiniva quel tempio, ma non ho visto la persona. All'esterno ed all'interno del tempio c'era una grande moltitudine di gente ed i rivoli che uscivano dal Cuore pietosissimo di Gesù si spandevano sopra tutti. Oggi, dopo la santa Comunione, Gesù mi ha detto: «Figlia Mia, dammi le anime. Sappi che il tuo compito è quello di conquistarMi le anime con la preghiera e col sacrificio, incitandole alla fiducia nella Mia Misericordia». Oh, quanto desidero la gloria della Tua Misericordia! Per me amarezza e sofferenze. Quando vedo la gloria della Tua Misericordia sono felice oltre misura. Ogni disonore, ogni umIliazione, ogni degradazione cadano pure su di me, purché risuoni la gloria ed il culto della Tua Misericordia; a me basta questo. IL CREATORE E LA CREATURA. Ti adoro Creatore e Signore nascosto nel SS.mo Sacramento. Ti adoro per tutte le opere delle Tue mani, nelle quali si rivela tanta sapienza, bontà e Misericordia. O Signore, hai seminato tanta bellezza sulla terra ed essa mi parla della Tua bellezza, benché sia soltanto un pallido riflesso di Te, Bellezza inconcepibile. E sebbene Ti sia nascosto Ti tenga occultato ed abbia nascosto la Tua bellezza il mio occhio illuminato dalla fede Ti raggiunge e la mia anima riconosce il suo Creatore, suo sommo bene, ed il mio cuore s'immerge totalmente in una preghiera di adorazione. O mio Creatore e Signore, la Tua bontà m'incoraggia a parlarTi, la Tua Misericordia fa scomparire fra di noi l'abisso che separa il Creatore dalla creatura. È una delizia per il mio cuore parlare con Te, o Signore. In Te trovo tutto ciò che il mio cuore può desiderare. Qui la Tua luce illumina il mio intelletto e lo rende idoneo a conoscerTi sempre più profondamente. Qui sul mio cuore scendono torrenti di grazie, qui la mia anima attinge la vita eterna. O mio Creatore e Signore, Tu solo oltre a questi doni mi dai Te stesso e Ti unisci strettamente alla Tua misera creatura. Qui i nostri cuori si comprendono senza ricorrere alle parole, qui nessuno è in grado dì interrompere il nostro colloquio. Quello di cui parlo con Te, o Gesù, è un nostro segreto, di cui le creature non saranno messe al corrente e su cui gli angeli non osano rivolgere domande. Si tratta di perdoni segreti, che conosciamo solo Gesù e io; è un segreto della Sua Misericordia che abbraccia singolarmente ogni anima. Per questa Tua inconcepibile bontà, Ti adoro, o Creatore e Signore, con tutto il cuore e con tutta l'anima. E benché questa mia adorazione sia tanto misera ed insignificante, tuttavia sono tranquilla perché so che Tu conosci che essa è sincera, sebbene così inadeguata... Mentre scrivevo le parole di cui sopra, ho visto Gesù chinato su di me, che mi ha chiesto: «Figlia Mia, che cosa scrivi?». Ho risposto: « Scrivo di Te, o Gesù, del Tuo nascondimento nel SS.mo Sacramento, del Tuo insondabile amore e della Tua Misericordia verso gli uomini». E Gesù mi ha detto: «Segretaria del Mio mistero più profondo, sappi che sei in confidenza esclusiva con Me. Il tuo compito è quello di scrivere tutto ciò che ti faccio conoscere sulla Mia Misericordia, per il bene delle anime che leggendo questi scritti proveranno un conforto interiore e saranno incoraggiate ad avvicinarsi a Me. E perciò desidero che tutti i momenti liberi li dedichi a scrivere». «Ma, Signore, avrò sempre almeno un momentino per scrivere qualcosa?». E Gesù ha risposto: «Non è affar tuo pensare a questo, fa' soltanto quanto puoi. Io disporrò sempre le circostanze in modo che tu possa eseguire con facilità quello che voglio...». Oggi è venuta a trovarmi una persona secolare, per colpa della quale ho avuto molti dispiaceri. Ha abusato della mia bontà mentendo su parecchie cose. In un primo momento, appena l'ho vista, mi si è gelato il sangue nelle vene, dato che mi è venuto davanti agli occhi tutto quello che avevo dovuto soffrire per causa sua, sebbene avessi potuto liberarmene con una sola parola. E mi è passata per la testa l'idea di farle conoscere la verità in modo deciso ed immediato. Ma subito mi si è presentata davanti agli occhi la divina Misericordia ed ho deciso di comportarmi come si sarebbe comportato Gesù al mio posto. Ho cominciato a parlare con lei con dolcezza e, siccome ha voluto conversare con me a quattr'occhi, le ho fatto chiaramente conoscere, in maniera molto delicata, il triste stato della sua anima. Ho visto la sua profonda commozione, sebbene la nascondesse davanti a me. In quel momento è entrata una terza persona, perciò il nostro colloquio a tu per tu è stato interrotto. Quella persona mi ha chiesto un bicchier d'acqua ed altre due cose che le ho dato ben volentieri. Ma se non fosse intervenuta la grazia di Dio, non sarei stata in grado di agire in questo modo con lei. Quando se ne sono andate ho ringraziato Iddio per la Sua grazia che mi ha sostenuto in questo tempo. Ad un tratto ho sentito queste parole: «Sono contento che ti sia comportata come una vera figlia Mia. Sli sempre misericordiosa, come sono misericordioso Io. Ama tutti per amore verso di Me, anche i più grandi nemici, in modo che si possa riprodurre in pieno nel tuo cuore la Mia Misericordia». O Cristo, è vero che occorrono sacrifici molto grandi, ma con la Tua grazia si può fare tutto. Oggi mi sentivo abbastanza bene ed ero lieta perché pensavo di fare l'ora santa. Quando ho iniziato l'ora santa, in quello stesso momento le mie sofferenze fisiche sono talmente aumentate, che non sono stata più in grado di pregare. Passata l'ora santa, sono cessati anche i miei dolori e mi sono lamentata col Signore perché desideravo tanto immergermi nella Sua amara Passione e le sofferenze non me l'hanno permesso. E Gesù allora mi ha risposto: «Figlia Mia, sappi che se ti faccio provare e conoscere più profondamente le Mie sofferenze, è una Mia grazia, ma quando provi l'offuscamento dell'intelletto e le tue sofferenze sono grandi, allora partecipi vivamente alla Mia Passione e ti rendo completamente simile a Me. A te tocca sottometterti alla Mia volontà, specialmente in quei momenti, più che in qualsiasi altro...». Assisto spesso anime di agonizzanti ed ottengo loro la fiducia nella divina Misericordia ed imploro da Dio la magnanimità della grazia divina che vince sempre. La Misericordia di Dio talvolta raggiunge il peccatore all'ultimo momento, in modo singolare e misterioso. All'esterno a noi sembra che tutto sia perduto, ma non è così; l'anima illuminata dal raggio di una vigorosa ultima grazia divina, si rivolge a Dio all'ultimo momento con un tale impeto d'amore che, in un attimo, ottiene da Dio il perdono delle colpe e delle pene. All'esterno però non ci dà alcun segno né di pentimento né di contrizione, poiché essi [sic!] non reagiscono più alle cose esterne. Oh, quanto imperscrutabile è la divina Misericordia! Ma, orrore! Ci sono anche delle anime che respingono volontariamente e consapevolmente tale grazia e la disprezzano. Sia pure durante l'agonia, Iddio misericordioso dà all'anima un lucido momento interiore, in cui, se l'anima vuole, ha la possibilità di tornare a Dio. Però talvolta nelle anime c'è un'ostinazione così grande, che scelgono consapevolmente l'inferno, rendendo vane tutte le preghiere che altre anime innalzano per loro a Dio e gli stessi sforzi di Dio...
26.V.1938. Oggi ho fatto compagnia a Gesù mentre ascendeva in cielo.
Era poco dopo mezzogiorno e mi prese una grandissima nostalgia di Dio. Cosa
strana, più sentivo la presenza di Dio, tanto più ardente era il desiderio
di Lui. All'improvviso mi vidi in mezzo ad una grande schiera di discepoli e
di Apostoli. C'era anche la Madonna. Gesù stava dicendo che andassero in
tutto il mondo «insegnando nel Mio nome». Poi stese le braccia, li
benedisse e scomparve in una nuvola. Vidi la nostalgia della SS.ma Vergine.
La Sua anima provò nostalgia di Gesù con tutta la forza del Suo amore, ma
era talmente serena ed abbandonata in Dio, che nel Suo Cuore non c'era
nemmeno un palpito che non fosse concorde con la volontà di Dio. Quando
rimasi a tu per tu con la Santissima Vergine, Ella mi istruì sulla vita
interiore. Mi disse: «La vera grandezza dell'anima consiste nell'amare
Dio e nell'umiliarsi alla Sua presenza, nel dimenticare totalmente se stessi
e nel considerarsi un nulla, perché il Signore è grande, ma si compiace
soltanto degli umili, mentre ai superbi resiste sempre». Allorché mi
venne a far visita di nuovo una certa persona, che ho già menzionato
altrove, appena mi accorsi che cominciava a sguazzare nelle menzogne, le
feci conoscere che sapevo che mentiva. Se ne vergognò enormemente e tacque.
Allora le parlai del severo giudizio di Dio. E conobbi anche che attirava
anime innocenti su strade pericolose. Le scoprii tutto ciò che teneva
nascosto nel cuore. Siccome dovevo farmi forza per parlare con lei, per
dimostrare a Gesù che amavo i nemici, le diedi la mia merenda. Se ne andò
con la luce nell'anima, ma i fatti erano ancora lontani... Ci sono dei
momenti nei quali Gesù soddisfa ogni mio più piccolo desiderio. Un giorno
avevo detto che avrei desiderato vedere le spighe del grano, che dal nostro
sanatorio non si vedono. Aveva sentito uno dei pazienti; il giorno dopo era
uscito dal sanatorio ed era andato in un campo e mi aveva portato alcune
bellissime spighe. La mia cameretta è sempre abbellita da fiori freschi,
tuttavia il mio spirito non trova soddisfazione in nulla, sente sempre più
forte la nostalgia di Dio... Oggi ho pregato con fervore il Signore Gesù per
la nostra casa, perché si degni di togliere quella piccola croce, con la
quale ha visitato il convento. Il Signore mi ha risposto: «Le tue
preghiere sono state accolte per altre intenzioni e quella piccola croce non
posso toglierla finché non ne comprenderanno il significato». Io però
non cessai di pregare. Una forte tentazione. Dopo che il Signore mi aveva
fatto conoscere quanto Gli era caro un cuore puro, con ciò mi era stata data
una conoscenza più profonda della mia miseria. E quando cominciai a
prepararmi alla santa confessione, mi assalirono forti tentazioni contro i
confessori. Io non vedevo satana, ma sentivo la sua tremenda malvagità. «Ma
si, il confessore è un uomo come gli altri». «Non è un uomo come gli altri,
perché ha la potenza di Dio». «Si, accusarsi dei peccati non è difficile, ma
svelare i più nascosti segreti del cuore, rendere conto dell'azione della
grazia di Dio, parlare di ogni richiesta di Dio, di tutto ciò che avviene
fra me e Dio, dirlo ad un uomo, questo è al di sopra delle forze». E sentivo
che lottavo contro delle forze potenti ed esclamai: «O Signore, Tu ed il
sacerdote siete tutt'uno, mi accosto alla confessione come se mi accostassi
a Te e non ad un uomo». Quando mi avvicinai alla grata, per prima cosa
esposi le mie difficoltà. Il sacerdote disse che non avrei potuto far
meglio, mettendo in chiaro subito quelle gravi tentazioni. E dopo la
confessione si dileguarono tutte chissà dove; ora la mia anima è in pace.
Una volta durante la ricreazione una delle suore direttrici spinse a dire
che le suore converse non avevano sentimenti, quindi potevano essere
trattate con durezza. Mi rattristai per questo, perché le suore direttrici
conoscevano così poco le suore converse e giudicavano solo dalle apparenze.
Oggi ho parlato col Signore, il quale mi ha detto: “Ci sono delle anime
per le quali non posso far nulla; sono le anime che spiano continuamente le
altre e non sanno quello che avviene nel loro proprio intimo. Parlano in
continuazione delle altre, anche durante il silenzio rigoroso, che è
destinato a parlare con Me. Povere anime, che non sentono le Mie parole,
restano vuote nel loro intimo, non Mi cercano all'interno del proprio cuore,
ma nei pettegolezzi, dove Io non ci sono mai. Sentono il loro vuoto, ma non
riconoscono la propria colpa e le anime nelle quali Io regno totalmente
costituiscono per loro un continuo rimorso di coscienza. Esse invece di
correggersi, hanno il cuore che si gonfia d'invidia, ma se non si ravvedono,
affondano di più. Il loro cuore fino ad allora invidioso, comincia a
coltivare l’odio. E sono già vicine al precipizio. Invidiano i Miei doni
alle altre anime, ma esse stesse non sanno e non vogliono accettarli”.
Trattenermi ai Tuoi piedi, o Dio nascosto, E delizia e paradiso per la mia
anima. Lì Ti riveli a me, o Infinito, E mi dici dolcemente: “Dammi il tuo
cuore”. A parlarTi in silenzio a tu per tu, E come vivere momenti di
paradiso E dire a Dio: Ti do il mio cuore, Signore, Te lo do, Tu, grande ed
infinito, lo accogli amorevolmente. L'amore e la dolcezza, ecco la vita
della mia anima, Con la Tua continua presenza in essa, vivo sulla terra in
un'estasi perenne E come un Serafino vado ripetendo: e Osanna. O Dio
nascosto, col corpo, l'anima e la divinità Sotto le tenui apparenze del
Pane, Tu sei la mia vita; da Te mi provengono grazie in quantità. Tu superi
per me le delizie del cielo. Quando Ti unisci a me nella Comunione, o Dio,
Sento la mia inconcepibile grandezza, Che mi viene da Te, o Signore; lo
riconosco umilmente E, nonostante la mia miseria, col Tuo aiuto posso
diventar santa. L’INFINITA BONTA’ DI DIO NELLA CREAZIONE DEGLI ANGELI. O Dio, Tu sei la felicità in Te stesso e per tale felicità non hai bisogno di alcuna creatura, poiché sei in Te stesso la pienezza dell'amore. Tuttavia per la Tua insondabile Misericordia chiami all'esistenza delle creature e le fai partecipare alla Tua eterna felicità ed alla Tua vita interiore divina che Tu vivi nell'eternità quale Unico Dio in Tre Persone. Nella Tua insondabile Misericordia hai creato gli spiriti angelici e li hai ammessi ai Tuo amore, alla Tua familiarità divina. Li hai resi capaci di amare eternamente. Sebbene li abbia così generosamente forniti di bellezza e di amore, tuttavia nulla è venuto a mancare alla Tua pienezza, o Dio, né d'altronde la loro bellezza ed il loro amore hanno completato Te, poiché Tu in Te stesso sei tutto. E se hai permesso loro di prendere parte alla Tua felicità, di esistere e di amarTi, ciò è dovuto unicamente all'abisso della Tua Misericordia. Per la Tua bontà insondabile essi Ti glorificano senza fine, prostrandosi ai piedi della Tua Maestà e cantando il loro eterno inno: « Santo, Santo, Santo... Sii adorato, unico e misericordioso Dio nella SS. Trinità, Insondabile, incommensurabile, inconcepibile. Pur immergendosi in Te, la loro mente non può comprenderTi, Perciò ripetono senza fine il loro eterno: « Santo! ». Sii glorificato, nostro misericordioso Creatore e Signore, Onnipotente, ricco di pietà, inconcepibile. il compito della nostra esistenza è quello di amarTi, Cantando il nostro eterno inno: « Santo! ». Sii benedetto, o Dio misericordioso, Amore eterno, Tu sei al di sopra dei cieli, dell'azzurro firmamento. La pura schiera degli spiriti Ti loda così, Col suo eterno inno: « Tre volte Santo... OsservandoTi direttamente in volto, o Dio, Vedo che prima di loro avresti potuto chiamare in vita altre creature, Perciò, prostrandomi davanti a Te con grande umiltà, Comprendo bene che questa grazia proviene unicamente dalla Tua Misericordia. Uno degli spiriti più belli non volle riconoscere la Tua Misericordia. Accecato dalla sua superbia, trascinò con sé altri E da angelo splendente divenne demonio, Ma in un attimo dall'alto dei cieli fu sprofondato nell'inferno. Ma qui si manifestò la Tua Misericordia e le Tue viscere furono scosse da una grande pietà e promettesti Tu stesso di provvedere alla nostra salvezza. Lo dobbiamo all'abisso inconcepibile della Tua Misericordia se non ci hai punito come meritavamo. Sia adorata la Tua Misericordia, o Signore! Per tutti i secoli continueremo ad esaltarla. Anche gli angeli sono rimasti stupiti per la grande Misericordia che hai mostrato per gli uomini... Sii adorato, o nostro Dio misericordioso, Nostro onnipotente Creatore e Signore, Ti rendiamo onore nella più profonda umiltà, Immergendoci nell'oceano della Tua Divinità. Allora gli angeli fedeli esclamarono: « Sia gloria alla Misericordia di Dio! ». E superarono felicemente la prova del fuoco. Gloria a Gesù, al Cristo umiliato, Gloria alla Madre Sua, la Vergine umile e pura. Dopo quella battaglia quei puri spiriti s'immersero nell'oceano della Divinità, Meditando, adorando l'abisso della Sua Misericordia. Affondano nella Sua bellezza e nel Suo immenso splendore, Conoscendo la Trinità delle Persone, ma l'Unità della Divinità.
SECONDA MEDITAZIONE. «Figlia Mia, medita sulla vita divina che è contenuta nella Chiesa per la salvezza e la santificazione della tua anima. Esamina quali frutti ricavi da questi tesori di grazie, da questi sforzi del Mio amore». Applicazione. O pietosissimo Gesù, non sempre ho saputo trarre profitto da questi doni inestimabili, poiché non ho badato al dono in sé, ma ho dato troppa importanza al recipiente col quale mi porgevi i Tuoi doni. Mio dolcissimo Maestro, d'ora in poi sarà diversamente, utilizzerò la Tua grazia per quanto ne sarà capace la mia anima. Una fede viva mi sosterrà; sotto qualunque aspetto mi invierai la Tua grazia, l'accetterò direttamente da Te, non badando al recipiente col quale me la invii. Se non sarò sempre in grado di accoglierla con gioia, lo farò sempre sottomettendomi alla Tua santa volontà.
SECONDO GIORNO. «Figlia Mia, oggi medita la Mia dolorosa Passione in tutta la sua enormità; meditala come se essa fosse stata intrapresa esclusivamente per te». Applicazione. Quando cominciai ad immergermi nella Passione divina, scoprIi il grande valore dell'anima umana e tutta la malizia del peccato e conobbi quanto io non sappia soffrire. Per acquistare meriti per le sofferenze, unirò strettamente la mia sofferenza alla Passione di Gesù, chiedendo la grazia per le anime agonizzanti, affinché la Misericordia di Dio le abbracci in quel momento decisivo... SECONDA MEDITAZIONE. «Figlia Mia, medita sulla regola e sui voti che hai fatto a Me. Tu sai quanto Io li stimo.. tutte le grazie che riservo per le anime dei religiosi, sono in relazione alla regola ed ai voti». Applicazione. O mio Gesù, qui avverto molte mancanze, ma per merito della Tua grazia non ricordo una sola infrazione consapevole e volontaria della regola e dei voti religiosi. Continua a custodirmi, o mio buon Gesù, poiché io da sola sono debole. «Oggi, figlia Mia, per lettura prenderai dal Vangelo di S. Giovanni il diciannovesimo capitolo e lo leggerai non solo con le labbra, ma col cuore...». Durante tale lettura la mia anima provò un profondo dolore. Conobbi tutta l'ingratitudine delle creature verso il loro Creatore e Signore, chiesi che Iddio mi preservasse dall'accecamento dell'intelletto. CONFERENZA SUL SACRIFICIO E SULLA PREGHIERA. «Figlia Mia, voglio insegnarti a salvare le anime col sacrificio e la preghiera. Con la preghiera e la sofferenza salverai più anime di un missionario che si dedichi ad istruire e a predicare. Voglio vedere in te un sacrificio di amore vivo, poiché solo così ha potere di fronte a Me. Devi essere annientata, distrutta, vivere come morta nella tua essenza più profonda. Devi essere distrutta nel più intimo di te stessa, dove l'occhio umano non giunge mai ed allora Sarai per Me un sacrificio gradito, un olocausto pieno di dolcezza e di profumo ed il tuo potere per chi intercederai sarà grande. All'esterno il tuo sacrificio deve apparire così: nascosto, silenzioso, imbevuto d'amore, saturo di preghiera. Voglio da te, figlia Mia, che il Tuo sacrificio sia puro e pieno d'umiltà, perché possa compiacermene. Non ti lesinerò la Mia grazia, in modo che tu possa adempiere quello che esigo da te. Ora t'insegnerò in che cosa consisterà il sacrificio d'olocausto nella vita di ogni giorno, per preservarti dalle illusioni. Accetterai con amore tutte le sofferenze; non affliggerti se spesso il tuo cuore proverà ripugnanza ed avversione per questo sacrificio. Tutta la potenza di questo sacrificio è racchiusa nella volontà, perciò questi Sentimenti contrari non solo non sminuiscono ai Miei occhi tale sacrificio, ma lo rendono più grande. Sappi che il tuo corpo e la tua anima saranno spesso nel fuoco. Anche se in alcune ore non Mi sentirai, Io però ti sarò accanto. Non temere, la Mia grazia sarà con te...».
TERZO GIORNO. «Figlia Mia, durante questa meditazione rifletti sull'amore del prossimo. È il Mio amore che ti guida nell'amore del prossimo? Preghi per i nemici? Desideri il bene per coloro che in qualsiasi maniera ti hanno rattristata od offesa? Sappi che tutto ciò che fai di buono per qualsiasi anima lo accetto come se lo avessi fatto a Me Stesso». Applicazione. O Gesù, Amore Mio, Tu sai che solo da poco tempo mi comporto nei confronti del prossimo guidata unicamente dal Tuo amore. Solo Tu conosci gli sforzi che ho fatto in tale direzione. Adesso mi risulta più facile, ma se Tu stesso non avessi acceso nella mia anima il Tuo amore, non sarei riuscita a perseverare. Questo è il frutto dell'amore che ci dimostri nell'Eucaristia che m'infiamma ogni giorno.
SECONDA MEDITAZIONE. «Ora medita sul Mio amore nel Santissimo Sacramento.
Lì sono tutto per te in corpo, anima e divinità, come tuo Sposo. Tu sai
quello che esige l'amore, una cosa soltanto: la reciprocità...».
Applicazione. O mio Gesù, Tu sai che desidero amarTi di un tale amore, quale
finora nessun'anima ha avuto per Te. Desidererei che il mondo intero si
tramutasse in amore verso di Te, o mio Sposo. Tu mi nutri col latte ed il
miele del Tuo Cuore. Fin dai primissimi anni mi hai educata Tu stesso per
te, in modo che ora Ti sapessi amare. Tu sai che Ti amo, poiché Tu solo
conosci quanto è grande il sacrificio che Ti offro ogni giorno. Gesù mi
disse: «Figlia Mia, hai qualche difficoltà in questi esercizi
spirituali?». Risposi che non ne avevo. In questi esercizi spirituali la
mia mente è come un lampo. Penetro con grande facilità tutti i misteri della
fede. O mio Maestro e Guida, di fronte al raggio della Tua luce scompare
ogni oscurità dalla mia mente. «Oggi come lettura spirituale prenderai il
santo Vangelo scritto da Giovanni capitolo 21. Vivila più col cuore che con
la mente ».
PENTECOSTE. LA RINNOVAZIONE DEI VOTI. Mi sono alzata molto prima del
solito e sono andata in cappella ad immergermi nell'amore di Dio. Prima di
ricevere la santa Comunione ho rinnovato a bassa voce i miei voti religiosi.
Dopo la santa Comunione si è impadronito di me l'inconcepibile amore di Dio.
La mia anima è stata in contatto diretto con lo Spirito Santo, che è lo
stesso Signore, come il Padre ed il Figlio. Il Suo soffio ha riempito la mia
anima di una tale gioia che invano mi sforzerei di descriverla, se volessi
dare anche solo in parte un'idea di ciò che ha provato il mio cuore.
Ovunque, per tutta la giornata, in qualunque parte fossi, con chiunque
parlassi mi è stata compagna la viva presenza di Dio. La mia anima si è
immersa nel ringraziamento per queste grandi grazie.
PRIMO VENERDI’ DOPO IL CORPUS DOMINI. Già il venerdì dopo il Corpus
Domini mi sentii così male, che pensavo che si stesse avvicinando il momento
tanto desiderato. Sopravvenne una febbre alta e la notte sputai sangue in
abbondanza. La mattina tuttavia andai a ricevere Gesù, ma non mi fu
possibile rimanere alla santa Messa. Nel pomeriggio ci fu un improvviso
abbassamento della temperatura a 35,8. Ero così debole che avevo la
sensazione che tutto in me stesse morendo. Tuttavia quando m'immersi in una
preghiera più profonda, venni a sapere che non era ancora il momento della
liberazione, ma solo una chiamata più vicina dello Sposo. Quando m'incontrai
col Signore Gli dissi: «Tu mi prendi in giro, Gesù. Mi fai vedere la porta
del cielo aperta e poi mi lasci di nuovo sulla terra». Ed il Signore mi
disse: «Quando in cielo vedrai le giornate che stai passando attualmente,
ti rallegrerai e vorresti vederne il più possibile. Non Mi meraviglio,
figlia Mia, che tu non possa comprendere questo ora, poiché il tuo cuore è
colmo di sofferenza e di nostalgia di Me. Mi piace la tua vigilanza. Ti
basti la Mia parola, che ormai non andrà a lungo». E la mia anima si
ritrovò nuovamente in esilio. Mi unii amorevolmente alla volontà di Dio,
sottomettendomi ai suoi amorevoli decreti.
Qui termina il sesto ed ultimo quaderno delle annotazioni di suor Faustina Kowalska, religiosa professa con voti perpetui della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia
La mia preparazione alla Santa Comunione
10.I.1938. Il momento più solenne della mia vita è quello in cui ricevo la santa Comunione. Per ogni santa Comunione sento un grande desiderio e per ogni santa Comunione ringrazio la Santissima Trinità. Gli angeli, se potessero provare invidia, ci invidierebbero due cose: la prima - il fatto che possiamo ricevere la santa Comunione; la seconda - le sofferenze.
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