Sant'Elisabetta d'Ungheria | |
Elisabetta, nata nel 1207, era figlia di Andrea II, re d'Ungheria, e dalla regina Gertrude di Merano. Secondo la consuetudine del tempo, ancora bambina, fu promessa sposa a Ludovico IV, duca di Turingia, anch’egli giovanissimo. Il matrimonio fu celebrato nel 1221 e la coppia si stabilì nel castello di Wartburg. L'unione era stata davvero felice: gli sposi si amavano intensamente e si esortavano reciprocamente a lodare e servire Dio. Diceva la futura Santa: «Se io amo tanto una creatura mortale, quanto dovrei amare di più il Signore, immortale e padrone di tutti!». La sua grande devozione a Dio la sollecitò a vivere una vita ascetica e caritatevole. Le gentildonne di Turingia, frivole e presuntuose, quasi la disprezzavano, perché Elisabetta vestiva molto semplicemente e viveva modestamente, tanto che - nel castello di Wartburg - pressoché non si distingueva dal personale di servizio: era sempre affaccendata e non dedicava alcun momento ai divertimenti. Del resto, di tempo da dedicare ai divertimenti ne avrebbe avuto ben poco, perché a quindici anni era arrivato il primo figlio, Ermanno, a diciassette, Sofia e a venti, Gertrude, che nacque postuma: il padre era morto in Italia venti giorni prima.
Il matrimonio, tenero ed affettuoso, non fu turbato da incomprensioni o contrasti. Solo che Ludovico, talvolta, riteneva fosse esagerato il fatto che la moglie si facesse svegliare di notte, a sua insaputa, per pregare a lungo, inginocchiata ai piedi del letto. La fedele domestica Isentrude scrisse che «anche quando il marito viveva, ella era come una religiosa: umile e caritatevole, tutta dedita alla preghiera. Compiva tutte le opere di carità nella più grande gioia dell'anima…». Il 1227, Andrea II d'Ungheria e Giovanni di Brienne preparavano la quinta Crociata. Ludovico partecipò ai preparativi e venne in Italia, affidando al famoso predicatore Corrado di Marburgo l’assistenza spirituale della moglie. Arrivò ad Otranto e vi morì. Rimasta vedova, i cognati infierirono contro Elisabetta per appropriarsi dei suoi beni. La scacciarono dal castello di Wartburg, le tolsero i figli. Ella, divenuta povera, si dedicò ai più poveri: curò gli ammalati, assistette i lebbrosi occupandosi di essi con assoluta dedizione. Gli ultimi quattro anni della sua vita furono anni di fatica, di penitenza, di carità ardente, di grande disponibilità ad accorrere, sempre, di giorno e di notte, al letto di chi aveva bisogno di lei. Il 17 novembre 1231, a soli 24 anni, Elisabetta d’Ungheria rendeva a Dio la sua anima generosa. Sepolta a Marburgo, presso la sua tomba avvennero ben presto tanti miracoli. Il Papa Gregorio IX la canonizzò il 1° giugno 1235. La memoria liturgica ricorre il giorno della sua morte. |