Agostino (354-430) era un retore africano dalla vita dissoluta. La grazia
della conversione gli fu concessa per l'incessante preghiera della madre
Monica e con essa egli ricevette un cuore ardente di carità. La sua opera
pastorale fu sempre ispirata all'amore e lo vide impegnato nella lotta
contro le eresie. "Ama e fà quello che vuoi". Battezzato a Milano da
sant'Ambrogio, Agostino ne divenne coadiutore e quindi successore. Tra i
suoi scritti spicca una lettera che fu adottata come regola di vita da molte
comunità monastiche, sia maschili che femminili e per questo motivo è
considerato uno dei fondatori della vita religiosa in occidente. Fra i suoi
libri, due sono particolarmente famosi, le "Confessioni", dove narra la
propria vita rendendo lode a Dio, e "La città di Dio" in cui mette in luce
il significato del cammino umano e la collocazione della Chiesa nella
storia.
Dai "Discorsi" di sant'Agostino, vescovo.
Da quando mi è stato posto sulle spalle questo peso, di cui dovrò rendere un
non facile conto a Dio, sempre sono tormentato dalla preoccupazione per la
mia dignità. La cosa più temibile nell’esercizio di questo incarico, è il
pericolo di preferire l’onore proprio alla salvezza altrui. Però, se da una
parte mi spaventa ciò che io sono per voi, dall’altra mi consola il fatto
che sono con voi. Per voi infatti io sono vescovo, con voi sono cristiano.
Quello è nome di un mandato che ho ricevuto, questo è nome di grazia. Quello
di pericolo, questo di salvezza. Veramente ci sentiamo come in un mare
immenso e come sbattuti dalle tempeste, proprio a causa dell’incombenza
pastorale affidataci. Ci ricordiamo però a prezzo di quale sangue siamo
stati redenti e, consolati da questo pensiero, entriamo come in un porto
sicuro. Mentre ci affatichiamo nel lavoro apostolico, ci conforta la
certezza del beneficio comune che ne risulta. "Che cosa renderò al Signore
per quanto mi ha dato? Se dico di offrire al Signore il ministero di pascere
le sue pecorelle, dico la verità. Lo faccio, infatti, "non io, ma la grazia
di Dio che è con me". Perciò, miei fratelli: "Vi esortiamo a non accogliere
invano la grazia di Dio". Rendete fruttuoso il nostro ministero. "Voi siete
il campo di Dio" (1Cor 3, 9). Dall'esterno ricevete chi pianta e chi irriga,
dall'interno, invece, colui che fa crescere: Aiutateci con la vostra
preghiera e la vostra obbedienza, perché troviamo la nostra gioia non tanto
nell'essere vostri capi, quanto nell'esservi utili servitori. |