Sant'Agnese | |
Agnese, fu martirizzata a dodici
anni, durante la persecuzione ordinata dal Prefetto di Roma, Sinfronio,
sotto l'imperatore Decio (249/251). Gettata nel fuoco, questo si estinse per
le sue orazioni, fu allora colpita con la spada. Nel Martiriologo romano è
riportato lo scritto del beato Girolamo, che di lei dice: "Con gli scritti e
con le lingue di tutte le genti, specialmente nelle chiese, fu lodata la
vita di Agnese; la quale vinse e l'età e il tiranno, e col martirio consacrò
la gloria della castità". Agnese, santa, martire di Roma, morì probabilmente verso la metà del III secolo. Il secolo successivo, secondo la tradizione, sul luogo della sua sepoltura, Costantina, figlia di Fausta e Costantino, volle costruire una chiesa per onorarla. Nel IX secolo il corpo di S. Agnese, venerato in una arca fissata alla parte superiore della cripta, fu privato della testa che venne trasportata nel Sancta Sanctorum. Plausibilmente in quell'occasione vi si aggiunsero le spoglie di S. Emerenziana. Il 21 gennaio del 1621 il corpo della santa fu riposto, unitamente ai resti d'Emerenziana, in una cassa d'argento, sotto l'altare maggiore della basilica di Via Nomentana. Il 7 ottobre 1625, durante alcuni lavori, venne operata una ricognizione del loculo. L'insigne reliquia della testa, per volere di S. Pio X (1903-14), è oggi venerata in un prezioso reliquiario, dono del cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, posto nella cappella, dovuta al principe Don Alfonso Doria Pamphily, nella chiesa a lei dedicata a Piazza Navona. Il Posterla, nella sua guida del 1707, Roma Sacra e Profana, menziona un prezioso reliquiario in argento, contenente un braccio della Santa, custodito nella sagrestia di S. Pietro in Vincoli. |