La dimensione conviviale |
Anche questo è un aspetto da non trascurare, con dimensione conviviale diciamo due cose: 1) La prima è che Gesù istituisce la cena in un contesto comunitario, sfrutta il simbolismo del convito, mentre essi mangiavano. Stare insieme a mangiare non era un semplice nutrirsi, c'è un senso forte della solidarietà della mensa, indicava un’ospitalità, una partecipazione, al punto che nel rinnovamento dell'alleanza sotto Neemia è il “mangiare con” che suggella l'alleanza, ha un significato anche teologico il mangiare insieme, c'è la presenza del Signore. Il mangiare insieme e stare insieme implicava un momento della storia della salvezza, il mangiare insieme ricorda i molti pasti di Gesù. Mangiare e bere con i pubblicani indicava proprio la speranza, i conviti di Gesù indicano la venuta del regno, spesso si finisce a parlare del regno in questi pasti, sono conviti messianici, quando parla del regno del Padre spesso si configura come un banchetto. L'ultima cena è il punto più alto di questa prassi conviviale, che anticipa il banchetto escatologico. 2) Dimensione conviviale non significa solo qualcosa di comunitario, c'è anche il mangiare. La dimensione conviviale anche nel mangiare quindi, la messa è mangiare, andare a messa e non fare la comunione che significato ha? Se la dimensione conviviale non appartiene all'eucarestia non ci sarebbe nulla di strano, ma Gesù dice prendete e mangiatene è importante il mangiare, chi non fa l'eucarestia andando a messa fa un atto incompiuto. |