La teologia battesimale è
rivolta a Cristo. Paolo dice quella famosa frase "Cristo non mi ha mandato a
battezzare ma a predicare il vangelo", ma Paolo non trascura affatto questo
lato della vita cristiana, facendoci spesso riferimento. Paolo in molti casi dà
per scontato il battesimo. Il dato emergente di Paolo è il cristocentrismo,
basta riflettere su quelle famose proposizioni
Cristo è in noi, in Cristo. Per
Paolo è Cristo che realizza la giustificazione ma per ottenerla bisogna essere
in Lui. Cristo è la realtà oggettiva, il resto è soggettivo, la prospettiva di
essere in comunione con Lui, copre la maggior parte delle parole di Paolo.
Bisogna essere in comunione con Cristo per partecipare alla sua salvezza, questa
comunione si realizza nella morte e resurrezione, non è una comunione generica
con Cristo. Qui si colloca la teologia battesimale di Paolo, in questa
comprensione dell'importanza della comunione con Cristo "sono stato
crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo ma Cristo che vive in me".
È possibile rilevare un fulcro un centro teologico dal quale partono tutti gli
altri riferimenti. La celebrazione del battesimo significa e attua quella
esigenza di essere in Cristo morto e risorto.
Un testo che richiama questo è Rm 6, 3-5 (“O
non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati
battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti
insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo
della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se
infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo
saremo anche con la sua risurrezione.”). Paolo sfrutta il simbolismo
dell'immersione e fa un parallelismo cristologico antropologico, sviluppandolo
in quattro coordinate:
- La prima espone la
natura del battesimo, quella
di produrre un momento di forte comunione cristologica, inserendo in Cristo,
battezzati in Cristo, comunione cristologica, la natura del battesimo è quella
di produrre una forte comunione cristologica. Gli atti specifici di questa
comunione sono quelli del mistero pasquale,
siamo stati battezzati nella sua
morte, siamo stati sepolti.
Paolo usa dei termini molto espressivi come
εις
(in),
σύμφυτοι
(innestati), indica che per Paolo, il battesimo comporta un momento di
profonda comunione con Cristo, una unione di appartenenza mistica, che porta
il cristiano a essere una sola cosa con lui: “Se
infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte…”, cioè il
primo passo è quello di unirci completamente a Cristo, e di produrre quella
unione mistica
con lui, poi come Cristo fu risuscitato dai morti
lo saremo anche noi.
- La seconda coordinata da notare in questo brano è
l'azione salvifica, unendo a Cristo,
il battesimo opera efficacemente la
nostra redenzione. Assimilando a Cristo il battesimo agisce efficacemente.
Nel secondo
aspetto, chiarisce l'efficacia salvifica del battesimo. Questa unione (ha una
natura particolare nel battesimo), si compie rinnovando, nel fedele, gli atti
fondamentali del mistero pasquale:
γεγόναμεν
τώ όμοιώματι τού θανάτου αύτού -“…siamo
stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua…”.
Quello che è successo al lui, nel battesimo succede a noi. Il cristiano,
quindi, attraverso il battesimo, viene assimilato al Cristo “che
è stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la
nostra giustificazione” Rom 4,25. Se il battesimo ci permette di
personalizzare la morte di Cristo, sul piano oggettivo, e cioè la
glorificazione del Padre, santificazione dell'umanità, compiendo delle
promesse ecc., quindi, tutto quello che sul piano oggettivo è stata la
redenzione per Cristo, diventa nostro, soggettivamente, nel battesimo: “Non
sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”.
Il terzo aspetto riguarda la
precisazione degli
effetti, i frutti del battesimo sono la distruzione della duplice
tirannia, peccato-morte, e la vita nuova che sfocia nella risurrezione eterna.
Se per Gesù la risurrezione è presente, per il battezzato è futura, eterna,
escatologica. I frutti sono espressi con una duplice polarità: in senso
negativo e in senso positivo.
- In
senso negativo: è la distruzione della duplice tirannia peccato – morte.
- In
senso positivo: in rapporto a una vita vecchia, segnata dal peccato, c'è il
dono di una vita nuova, in rapporto alla vittoria della morte, c'è una
vita che è eterna.
-
Il quarto aspetto è la
dimensione impegnativa, l'agire del
cristiano, il fare del cristiano, il battesimo impegna, non è soltanto dono,
il battesimo non immerge solo l'essere del cristiano ma anche il suo agire. La
grazia non risparmia la fatica di contrastare il potere del male. Paolo
sfrutta il simbolismo rituale dell'immersione per dire che la natura del
battesimo consiste nel produrre un momento di profonda comunione con Cristo,
soprattutto in riferimento agli atti fondamentali del suo mistero pasquale. È
l'aspetto più caratteristico, operando una identificazione sacramentale il
battesimo immerge nella morte di Cristo, seppellisce con Cristo permettendo di
risorgere con lui, è da questa identificazione che sorgono i frutti del
battesimo, che Paolo puntualizza in termini negativi, la liberazione dalla
morte e in termini positivi, il dono della vita nuova. Il battesimo per Paolo
ha anche una dimensione impegnativa, che viene un po' persa nella storia, la
dimensione impegnativa in Paolo è molto richiamata,
battesimo come inizio di
una vita diversa. Se il battezzato muore una morte simile a quella di Cristo,
dovrebbe vivere una vita simile a quella di Cristo, il battesimo non è un arte
magica che produce da solo i suoi effetti, l'agire contro il male e contro il
peccato deve ispirarsi ai principi del battesimo.
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