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Urbano IV (1261-1264)
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Il 29 agosto 1261 fu eletto Urbano IV (1261-64), francese di nascita, già patriarca di Gerusalemme, il quale bandì una crociata contro Manfredi e, nel 1263, offrì il regno a Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia s. Luigi IX, il quale sceso con un esercito in Italia (1265) ricevette l'investitura feudale; quindi, a Roma, da cinque cardinali, fu incoronato re dell'Italia meridionale (gennaio 1266). Un mese dopo, con la battaglia di Benevento (25 febbraio 1266), Urbano IV riportò vittoria su Manfredi che morì in combattimento. Così Carlo d'Angiò divenne padrone del regno e condusse nell'Italia centrale e settentrionale una politica guelfa in favore del papa. Nel 1267 vi fu un ultimo tentativo di riconquista del regno da parte del quindicenne Corradino, duca di Svevia e re di Gerusalemme e di Sicilia, chiamato dai Ghibellini d'Italia. Dopo qualche successo iniziale fu però sconfitto a Scurcola-Tagliacozzo da Carlo (23 agosto 1268). Fatto prigioniero, fu processato e decapitato, insieme a dieci nobili compagni, il 29 ottobre 1268 a Napoli. Con Corradino si estingueva la casa degli Hohenstaufen, la cui ambizione e insieme utopia fu quella di piantare una propria potenza familiare nell'Italia merdionale, in contrasto con i diritti feudali del papa e la volontà di congiungere la corona siciliana con quella germanica, costringendo la Curia romana a cercare un appoggio nella Francia, la nuova grande potenza nascente in Europa. La fine degli Hohenstaufen coinvolse l'autorità imperiale che venne profondamente scossa. Ma anche il prestigio del papato ne uscì debilitato da quella lunga e rovinosa guerra contro l'impero degli Hohenstaufen. L'Italia andava sempre più disgregandosi politicamente, mentre cresceva la forza e l'indipendenza dei comuni. Il regno dell'Italia meridionale cadde sotto il dominio di Carlo I d'Angiò perdendo così l'unità e la floridezza acquistata con i Normanni e sviluppata da Federico II. |