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Lucio III (1181-1185)
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Ubaldo Allucingoli (Lucca, 1097 – Verona, 25 novembre 1185), fu Papa dal 1181 alla morte. Nativo della repubblica indipendente di Lucca, entrò nell'ordine Cistercense. Venne nominato cardinale-prete di Santa Prassede da Papa Innocenzo II e cardinale-vescovo di Ostia e Velletri da Papa Adriano IV. Fu uno dei cardinali più influenti durante il pontificato di Papa Alessandro III. Dopo essere stato eletto Papa con un conclave a Velletri, città dove era vescovo, tenne qui anche la sede pontificia per due anni. Sembra che ricevette anche il re di Scozia che chiedeva il perdono da una scomunica precedente e fece anche le sue prime promozioni cardinalizie. Visse a Roma dal novembre 1181 al marzo 1182, ma il dissenso che regnava in città lo spinse a passare il resto del suo pontificato in esilio, principalmente a Velletri, Anagni e Verona.
Si scontrò con l'imperatore Federico I per il possesso dei territori che erano stati della contessa Matilde di Toscana. La controversia sulla successione all'eredità della Contessa era rimasta in sospeso dalla pace del 1177, e l'imperatore Federico propose nel 1182 che la Curia dovesse rinunciare alle sue pretese, ricevendo in cambio due decimi delle entrate imperiali dell'Italia: un decimo per il Papa e l'altro per i cardinali. Lucio non acconsentì né a questa proposta, né ad un compromesso avanzato da Federico l'anno successivo; tantomeno la discussione personale tra i due potenti, che si svolse a Verona nell'ottobre del 1184, portò a risultati definitivi. Nel frattempo apparvero altri motivi di disaccordo, nel rifiuto del Papa a soddisfare i desideri di Federico circa la regolamentazione delle elezioni episcopali tedesche, che si erano svolte durante lo scisma, e in particolare delle contestate elezioni per la sede di Treviri nel 1183. Nel perseguimento della sua politica anti-imperiale, Lucio infine declinò, nel 1185, l'invito a incoronare Enrico VI come successore predestinato di Federico, e la frattura tra impero e Curia divenne ancor più ampia sulle questioni della politica italiana. Nel novembre 1184 Lucio tenne un sinodo a Verona, che condannò Catari, Patarini, Valdesi e Arnaldisti, e anatemizzò tutti quelli che erano stati dichiarati come eretici e i loro sostenitori. Dinanzi alla crescente marea dei catari e all'impeto dei valdesi, parecchi sinodi del secolo XII inculcarono espressamente ai principi il dovere di punire severamente gli eretici. Fu in particolare al sinodo di Verona del 1184 che Lucio III e Federico Barbarossa decretarono contro gli eretici e i loro protettori e difensori, la scomunica e il bando dall'impero e disposero che gli ordinari diocesani, nei luoghi sospetti, dovessero una o più volte l'anno, personalmente o tamite loro commissari, far ricerca degli eretici. Nel 1185 cominciarono i preparativi per la Terza Crociata, in risposta agli appelli di Baldovino IV di Gerusalemme. Prima che questi venissero completati, Lucio morì a Verona.
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