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Clemente VI (1342-1352)
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Come i suoi immediati predecessori, fu devoto alla Francia, e fece mostra di questa sua simpatia rifiutando un invito solenne a far ritorno a Roma, ed acquistando la sovranità su Avignone dalla regina Giovanna I di Napoli per 80.000 corone. La somma non venne mai pagata, ma Clemente potrebbe aver ritenuto di aver corrisposto l'equivalente assolvendola dall'omicidio del marito Andrea d'Ungheria. Gli altri principali eventi del suo pontificato furono le dispute con Edoardo III d'Inghilterra a causa dell'intromissione di quest'ultimo nella giurisdizione ecclesiastica, la scomunica dell'imperatore Luigi di Baviera (Ludovico), i negoziati per la riunificazione con la Chiesa d'Oriente, e l'inizio della rivolta di Cola di Rienzo a Roma. La sua famiglia svolse nella Chiesa un ruolo che i suoi contemporanei giudicarono eccessivo: quattro dei suoi nipoti divennero cardinali (uno di questi diverrà Papa Gregorio XI e un altro arcivescovo). Un altro nipote era Maresciallo della Chiesa. Comunque Clemente VI, durante la peste nera del 1348 diede esempio di coraggio e di lucidità: rimase ad Avignone in piena epidemia, condannò il fanatismo dei flagellanti, e protesse efficacemente gli Ebrei. Clemente morì il 6 dicembre 1352, lasciando di se la reputazione di "un distinto gentiluomo, un principe munifico fino alla profusione, un patrono delle arti e dello studio, ma non un santo" (Gregorovius).
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