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Celestino II (1143-1144)
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Nativo di Città di Castello e di origini nobili, Celestino aveva studiato presso Pietro Abelardo, il teologo e filosofo che successivamente sviluppò teorie eretiche e che insegnava a Parigi, maestro tra l'altro, di Arnaldo da Brescia, dalle idee del quale Guido Ghefucci si distaccò progressivamente. Ebbe fama di grande cultore e buon sacerdote, oltre che pacificatore tra le correnti più tradizionaliste della Chiesa e quelle più innovatrici, rappresentate proprio da Pietro Abelardo ed Arnaldo da Brescia. Fu fatto cardinale prete nel 1138 del titolo di San Matteo da Papa Innocenzo II. Nel 1140 fu inviato sempre da Innocenzo II come legato in Francia dove egli subì il disappunto di Bernardo di Chiaravalle per aver difeso Arnaldo da Brescia, durante il concilio di Lens indetto proprio per valutare le dottrine tendenzialmente eretiche di costui e di Abelardo; durante il concilio si giunse comunque alla condanna dei due eretici, i quali oltre al richiamo alla povertà del clero, in tal senso analogamente a S. Bernardo, si battevano però contro il potere temporale della Chiesa. Nel 1143 Guido Ghefucci fu legato pontificio in Boemia e Moravia e qui accolse Arnaldo da Brescia che era partito anche dalla Svizzera, dove si era recato dopo l'espulsione dalla Francia. Qui in Boemia e Moravia diede protezione ad Arnaldo da Brescia e conobbe il famoso abate svizzero Gerhoh di Reichersberg, noto per la sua integrità morale ed amico dello stesso Arnaldo da Brescia. Il 26 settembre 1143, fu eletto Papa, due giorni dopo la morte di Innocenzo II, nel pieno della fase rivoltosa della cittadinanza che avrebbe portato ad una sorta di repubblica romana. Tale rivolta, ispiratasi anche alle autonomie comunali conquistate dalle città del nord, aveva esautorato il pontefice dai poteri temporali, conferendoli al Senato Romano; essa esprimeva soprattutto il malcontento della borghesia e della piccola nobiltà, contrapposta alla ricca nobiltà romana ed al Papa. Guido da Castello fu consacrato il 3 dicembre, seguito soltanto dall'alta nobiltà romana, in una funzione divenuta esclusivamente a carattere religioso. Il suo breve pontificato di circa tre mesi, passò in secondo piano rispetto agli eventi politici che stavano avvenendo intorno a lui. L'atto più importante nel suo pontificato fu la rimozione dell'interdizione su tutta la Francia che il suo predecessore aveva lanciato perché Luigi VII di Francia si era opposto al suo candidato all'elezione per l'arcivescovato di Bourges; la rimozione dell'interdizione dopo tre anni, fu facilitata dalla espressa richiesta dello stesso Luigi VII pentito e a sua volta consigliato in tal senso dal grande S. Bernardo di Chiaravalle. Celestino II alla vigilia di un vero e proprio conflitto con Ruggero II di Sicilia per questioni territoriali, morì l'8 marzo 1144 nel monastero di S. Gregorio al Palatino sotto la protezione della famiglia Frangipane rimasta fedele al Papa; in questo monastero vicino al Palatino dove avevano la loro sede principale i Frangipane, risiedette il papa e alcuni dei suoi successori durante gli anni della rivolta comunale, tenendosi più riparati da un eventuale aggressione dei rivoltosi. Venne sepolto in Laterano. Alla famiglia Frangipane aveva concesso poco prima, in feudo la città costiera di Terracina. I suoi concittadini di Città di Castello ricordano il dono che il Papa inviò loro e che consiste in un "Paliotto" o Pala d'altare in argento, oggi conservato nel Museo del Capitolo del Duomo di Città di Castello, mentre non si ha più traccia della sua preziosa biblioteca personale, donata al capitolo dei canonici dela Cattedrale di Città di Castello tramite testamento. |