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Benedetto XI (1303-1304)
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Figlio del notaio trevigiano Boccassino, nel 1257 Nicola entrò nell'Ordine domenicano e nel 1286 fu nominato maestro provinciale di Lombardia. Quando divenne Maestro Generale dell'ordine (nel 1296; due anni dopo sarebbe stato creato cardinale), emanò delle ordinanze che proibivano la discussione pubblica della legittimità dell'elezione di Bonifacio da parte di qualsiasi domenicano. Anche se all'epoca del sequestro di papa Bonifacio ad Anagni (q.v.), Boccasini fu uno degli unici due cardinali che difesero il partito papista all'interno del Palazzo Laterano, con la sua elezione a Papa egli liberò Filippo il Bello di Francia dalla scomunica che gli era stata addossata da Bonifacio, e praticamente ignorò la bolla Unam sanctam. Cionondimeno, il 7 giugno 1304 scomunicò l'implacabile ministro di Filippo IV, Guglielmo di Nogaret, e tutti gli italiani che avevano catturato Bonifacio ad Anagni. Nel corso del suo pur breve pontificato, mantenne un saldo legame, anche affettivo, con la propria città d'origine, Treviso, di cui progettò ampli lavori di ristrutturazione e di abbellimento, rimasti inattuati per la morte improvvisa. Nondimeno a Benedetto si deve la costruzione della monumentale chiesa domenicana di San Nicolò a Treviso, fulgido esempio dei grandiosi progetti predisposti dal pontefice. Dopo un pontificato di solo otto mesi, infatti, Benedetto morì improvvisamente a Perugia. Si sospettò, non senza ragione, che la sua morte improvvisa fosse stata causata da avvelenamento da parte di agenti di Nogaret. Il successore di Benedetto, Clemente V, e i papi che lo seguirono, furono completamente sotto l'influenza dei re di Francia, e spostarono la sede papale da Roma ad Avignone. Benedetto XI fu beatificato nel 1736. La scuola elementare di San Vito in Valdobbiadene, a poche centinaia di metri dalla quale è possibile notare la casa che gli diede i natali, è a lui dedicata. È l'unico papa di quel periodo per cui Dante Alighieri non espresse nessun giudizio negativo.
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