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Alessandro II (1061-1073)
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Quando, nel luglio 1061, morì Niccolò II, mentre la nobiltà romana inviò una delegazione in Germania per ottenere dal re la nomina di un nuovo papa, Ildebrando, capo del partito della riforma e, dal 1059, arcidiacono della Chiesa Romana, con la protezione delle truppe normanne, procurò l'elezione di Anselmo da Baggio, vescovo di Lucca, il quale era stato confondatore della pataria milanese. Questii prese il nome di Alessandro II (1061-73). L'elezione di Alessandro II non venne riconosciuta in Germania, anzi nella dieta di Basilea (ottobre 1061) il giovane re Enrico IV, in qualità di patricius, proclamò papa Cadalo, vescovo di Parma, che prese il nome di Onorio II. Questi era il candidato del partito dei nobili romani e dei vescovi lombardi avversari della riforma. Lo scisma, nonostante il riconoscimento di Alessandro II, fatto alla dieta di Augusta (ottobre 1062) e quindi al sinodo di vescovi tedeschi e italiani, tenuto a Mantova (Pentecoste 1064), finì del tutto, solo con la morte di Cadalo (1071). Alessandro II, libero dai condizionamenti della politica cesaropapista, proseguendo l’opera di restaurazione del primato papale e temporale della Chiesa, poté esercitare sul clero una più efficace azione riformatrice. Egli trovò in Italia due importanti alleati: i Patarini nel nord e i Normanni nel sud. Stante poi il disinteresse dell'impero nei confronti del pericolo dell'Islam, si sentì obbligato a prendere la direzione della lotta per la liberazione delle cristianità soggette all’islam, favorendo la spedizione normanna per la conquista della Sicilia (Roberto il Guiscardo oltrepassò lo stretto di Messina nel 1060) e promuovendo la crociata francese in Spagna. Fu questa una vera crociata, diretta dalla Santa Sede e affidata ai cavalieri francesi, cui Alessandro II (1064), concesse la remissione dei peccati. L'evento preannuncia l'iniziativa che sarà presa da Urbano II al concilio di Clermont nel 1095. La crociata ebbe dunque i suoi antecedenti in Occidente, al tempo di Alessandro II. |