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Pio VII (1800-1823)
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Pio VII (Gregorio Luigi Barnaba Chiaramonti) [Cesena 14 agosto 1742 - Roma 20 agosto 1823], papa (1800-1823). Di famiglia nobile (era figlio del conte Scipione e della marchesa Giovanna Ghini), fattosi benedettino, fu poi abate di San Callisto a Roma (1775), vescovo di Tivoli (1782), vescovo di Imola e cardinale (1785). Morto Pio VI in cattività a Valence (29 agosto 1799), il Chiaramonti fu eletto papa il 14 marzo 1800 dopo un lungo e travagliato conclave tenutosi a Venezia. Di carattere mite ma austero, Pio VII si dimostrò un pontefice fervente e consapevole dei suoi doveri. Fatto il suo ingresso a Roma, sgomberata dalle truppe napoletane, il 3 luglio e nominato segretario di Stato il capace cardinale E. Consalvi, il nuovo papa affrontò subito il problema più grave, quello dei rapporti della Santa Sede con la Francia, assai tesi dall'inizio della rivoluzione. Nonostante le difficoltà (opposizione anticlericale in Francia; opposizione di Luigi XVIII, rappresentato a Roma dal Maury; problema della Chiesa costituzionale; sentimenti gallicani di una parte del clero francese), laboriosi negoziati portarono alla firma del concordato (notte dal 15 al 16 luglio 1801) che, al di là delle concessioni fatte dalla Chiesa a Napoleone, ristabiliva provvisoriamente la pace religiosa in Francia. Ma le frizioni con Napoleone (che pure Pio VII si era recato a incoronare imperatore a Parigi; 2 dicembre 1804) si fecero ben presto nuovamente acute. Dopo gli Articoli organici, la cui promulgazione da parte di Napoleone testimoniava la sua mai dismessa volontà di realizzare la subordinazione della Chiesa allo Stato, vennero infatti lo statuto del clero del Regno Italico (fissato d'autorità dal Bonaparte), l'occupazione di Ancona (novembre 1805), l'assegnazione del regno di Napoli a Giuseppe Bonaparte e la creazione dei principati di Benevento e Pontecorvo (con le conseguenti dimissioni forzate del Consalvi, 1806) e il rifiuto del papa di aderire al Blocco continentale (1806). Si arrivò così all'occupazione di Roma da parte delle truppe del generale Miollis (2 febbraio 1808) e alla successiva annessione degli Stati Pontifici all'Impero francese (17 maggio 1809), alla quale Pio VII rispose con la bolla Quum memoranda(10 giugno), che scomunicava coloro che avevano perpetrato violenze contro la Santa Sede. Napoleone reagì facendo arrestare il pontefice, che venne rinchiuso nel palazzo vescovile di Savona. Isolato dal resto del mondo, il papa restò però irriducibile, continuando a negare l'investitura canonica ai nuovi vescovi, finché nel giugno 1812 fu trasferito a Fontainebleau dove il 25 gennaio 1813, stanco e malato, fu costretto a firmare un concordato (detto appunto di Fontainebleau) di ispirazione gallicana (prevedeva infatti l'istituzione canonica dei vescovi a opera dei metropolitani qualora non fosse stata concessa dal papa entro sei mesi), che si affrettò però a sconfessare già il 26 marzo.
La crisi e la caduta dell'Impero napoleonico posero termine al conflitto; Pio VII poté così lasciare Fontainebleau (23 gennaio 1814) e rientrare a Roma (24 maggio). Assistito dal Consalvi (richiamato alla segreteria di Stato) il papa si dedicò dal 1815 alla ricostruzione degli Stati Pontifici, restituitigli pressoché integralmente dal congresso di Vienna. Con il motu proprio del 6 luglio 1816 e con altri provvedimenti vennero infatti date nuove basi all'amministrazione, fondate su un accentramento delle province di tipo napoleonico e sull'esclusione dei laici dalle cariche pubbliche. Nello stesso tempo venivano regolarizzate le relazioni della curia con gli Stati europei mediante la conclusione di concordati con il Piemonte (1817), le Due Sicilie (1818), la Prussia (1821), ecc., mentre per quel che riguarda la Francia si tornava al concordato del 1801. Pio VII (che nell'agosto 1814 aveva ricostituito la Compagnia di Gesù) diede infine nuovo impulso all'opera missionaria riorganizzando la congregazione di Propaganda Fide e la penetrazione cattolica nel Medio ed Estremo Oriente.
Bei ritratti del pontefice furono dipinti da L. David (1805; Parigi, Louvre), che lo raffigurò anche nella Consacrazione di Napoleone (Louvre), e da Thomas Lawrence (Galleria di Waterloo, castello di Windsor). Si ricordano inoltre il busto di Canova a Versailles e il monumento funerario in San Pietro a Roma, eseguito da Thorvaldsen.