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Pio X (1903-1914)
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STORIA |
VOCABOLARIO TEOLOGICO |
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Papa Pio X, nato Giuseppe Melchiorre Sarto (Riese, 2 giugno 1835 – Roma, 20 agosto 1914), è stato il 257º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (1903-1914), l'ultimo a esser stato proclamato santo, nel 1954.
Di umili natali, studiò nel seminario di Padova e fu ordinato sacerdote nel 1858. Cappellano a Tombolo, poi parroco di Salzano (1867), cancelliere vescovile a Treviso (1875), vescovo di Mantova (1884), fu fatto cardinale e patriarca di Venezia nel 1893. Nella sede patriarcale dedicò particolare cura ai seminari, incoraggiò l'Opera dei congressi, favorì una coalizione tra cattolici e moderati nell'amministrazione comunale. Nel conclave del 1903, dopo che l'Austria aveva fatto uso del veto di esclusione contro il cardinal Rampolla, G. Sarto fu eletto papa a grande maggioranza, per la sua fama di pietà e di doti pastorali. Nel suo pontificato, che si svolse in anni molto difficili per la Chiesa, Pio X dette prova di un particolare interesse per i problemi pastorali, liturgici, amministrativi della Chiesa, ma anche di una grande rigidezza sul piano dottrinale, che si unì a una notevole duttilità nel campo politico e ad atteggiamenti alquanto conservatori nel campo sociale.
Nella sua prima enciclica, E supremi apostolatus cathedra (1903) egli enunciò il principio ispiratore della sua azione, restaurare tutto in Cristo: iniziò quindi un'opera riformatrice nella vita della Chiesa. Abolì il veto di esclusione nei conclavi, accentuando l'autonomia della Chiesa dai poteri politici; iniziò la revisione del diritto canonico, che affidò all'allora monsignor Pietro Gasparri, e che sfociò, dopo la morte di Pio X, nel Codex Juris Canonici(1917) tuttora vigente. Con la costituzione Sapienti consilio(1908) modificò l'organizzazione della curia romana. Con la costituzione Divino afflatu (1911) iniziò la riforma del breviario; con un motu proprio del 1903 regolò l'uso della musica sacra nella liturgia e indicò il dovere di partecipare a questa da parte di tutti i fedeli. Particolare cura dedicò ai seminari e alla diffusione dell'istruzione religiosa: con l'enciclica Acerbo nimis (1905) preconizzò l'istruzione catechistica dei giovani e a questo fine promulgò il testo unico del catechismo per l'Italia (detto catechismo di Pio X); con due decreti, sulla comunione quotidiana e sulla comunione dei bambini (Quam singulari) volle favorire la frequenza dei sacramenti. Nei rapporti con gli Stati, per i quali fu coadiuvato dal segretario di Stato Merry del Val, piuttosto conservatore, Pio X dovette far fronte a talune difficili situazioni, specie in Francia dove la III Repubblica metteva in atto drastiche leggi di separazione: Pio X che già nel 1904 aveva elevato veementi proteste contro la visita di Loubet al Quirinale (implicito riconoscimento da parte francese della usurpazione del 1870) reagì con due encicliche, Vehementer nos (1906) e Gravissimo officii munere (1906), invitando i vescovi francesi a resistere nonostante gli aspetti persecutori di quella legislazione. D'altra parte, di fronte alla grave spaccatura che divideva i cattolici francesi di tendenze repubblicane e democratiche (gli abbés démocrates) da quelli monarchici e conservatori dell'Action francaise , Pio X cercò di assumere un atteggiamento equidistante: ma prima sciolse (1910) il movimento democratico-cristiano del Sillon(sospettato ingiustamente di modernismo) e solo successivamente (1914) preparò la condanna dell'Action française poi sospesa. Anche in Italia i problemi posti dalla irrisolta Questione romana, dalle contrastanti tendenze presenti nelle organizzazioni cattoliche e dalla spinta innovatrice sul piano dottrinale sfociante nel modernismo, si intrecciarono strettamente. Temendo che l'azione sociale dell'Opera dei congressi finisse per dar luogo a un partito politico, secondo le tendenze dei giovani murriani, Pio X sciolse l'opera (1904), riorganizzando poi il laicato cattolico secondo le direttive date nell'enciclica Il fermo proposito (1905): ciò provocò tra l'altro il progressivo distacco dalla Chiesa del Murri, che continuò a svolgere attività politica nonostante le proibizioni pontificie fino alla sua scomunica (1909). Nello stesso tempo, pur senza revocare il non expedit, Pio X permise che nelle elezioni politiche del 1909 e specialmente del 1914, i cattolici partecipassero alle elezioni o con propri candidati o in appoggio ai candidati liberali che dessero alla Chiesa certe garanzie: entrarono così alla camera i primi cattolici deputati. Ma l'impegno maggiore di Pio X consistette nella lotta al modernismo che, a partire dalla Francia, era profondamente penetrato nel cattolicesimo. Una serie di provvedimenti di condanna (messa all'Indice di opere di Loisy, Houtin, Tyrrell, Fogazzaro, Buonaiuti, della rivista Il Rinnovamento) culminarono nel decreto Lamentabili sane exitu e nell'enciclica Pascendi dominici gregis (1907), in cui il modernismo fu condannato come somma di tutte le eresie: i modernisti che non vollero sottomettersi furono successivamente scomunicati. Insieme, Pio X prese una serie di misure relative agli studi del clero e degli istituti ecclesiastici, specialmente in quei campi che avevano alimentato il modernismo (istituzione della Commissione pontificia degli studi biblici, 1907; costituzione dell'Istituto biblico, 1909; revisione della Vulgata; motu proprio Doctoris Angelici, del 1914, per ribadire la necessità di un ritorno a san Tommaso). Pio X morì qualche giorno dopo l'inizio della prima guerra mondiale; fu beatificato nel 1951 e canonizzato nel 1954. Festa il 21 agosto