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Miguel Gordon, medico spagnolo: «ho lasciato l’omosessualità» | ||
Dalla Spagna un altro coming out, un ex omosessuale ha trovato il coraggio di sfidare il mainstream culturale e parlare pubblicamente del suo passaggio (o ritorno) all’eterosessualità. Dichiararsi omosessuale in modo pubblico, oggi, è non soltanto una moda borghese ma può portare anche ad un beneficio economico, come ha spiegato la cantante Gerardina Trovato, oltre che beneficiare di vari privilegi negati alle coppie eterosessuali. Il coraggio serve a persone come Miguel Angel Sanchez Gordon, medico spagnolo di 55 anni, che a causa di vicende familiari «per 40 anni ho subito una attrazione sessuale verso gli uomini. |
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Questo mi ha causato grande e profondo dolore, che ho vissuto in assoluta solitudine e incomprensione. Nonostante sia un medico», ha continuato, «ho cercato aiuto da colleghi psichiatri, ma non ho mai trovato una soluzione alla mia dipendenza dal sesso». Schiavo della pornografia, la sua vita confermava l’opinione sull’omosessualità di Sigmund Freud: «avevo tutte le qualità di un bambino e non di un adulto». Gordon non ha mai voluto etichettarsi come “gay”, e dopo lunghi anni di attrazioni omosessuali indesiderate ha deciso di contattare Alberto Perez, un noto ex omosessuale. Egli «mi ha aiutato a prendere la mia eterosessualità», ha spiegato il medico spagnolo, «nascosta dalla menzogna del mio orientamento sessuale». Alberto gli ha proposto la cosiddetta “terapia riparativa”, ovvero un supporto psicologico offerto da alcuni terapisti agli omosessuali che ne fanno richiesta, con l’obiettivo di guarire le ferite emotive che -secondo loro- hanno portato queste persone ad assumere comportamenti omosessuali. Sull’efficacia di tali terapie non c’è unanimità di consensi in ambito scientifico, molti psichiatri e importanti associazioni mediche sono fermamente contrari, altri la pensano diversamente, supportati anche da qualche studio scientifico (più recenti e anche più datati). Tuttavia la realtà mostra che numerose persone sono riuscite a uscire dall’omosessualità e intraprendere un altro percorso di vita, sposandosi e avendo dei figli. Questa terapia, ha proseguito Gordon, «mi ha aiutato a superare la dipendenza sessuale che mi assediava e non mi permetteva di essere libero. Ho imparato a fare “atti di libertà”, il cambiamento è possibile. La mia vita è cambiata radicalmente! E sono molto felice! Ho realizzato un sogno che sembrava irraggiungibile: vivere la mia sessualità con mia moglie come un maschio adulto. Posso testimoniare che il cambiamento è possibile». L’attivista omosessuale Camille Paglia, nel suo libro Vamps and tramps (New York: Vintage Books 1994, p. 70-72) si è chiesta: «l’identità gay è tanto fragile che non può sopportare l’idea che alcune persone non possano desiderare di essere gay? La sessualità è molto fluida, e le inversioni sono teoricamente possibili e aiutare i gay ad imparare ad essere eterosessuali, se lo desiderano, è un obiettivo perfettamente degno». La ricerca mostra chiaramente come l’identità sessuale sia modificabile e, come affermato dallo psicologo Joan Sophie «ci sbagliamo se vogliamo interpretare il concetto di stabilità dell’orientamento sessuale nel senso che gli individui che sono omosessuali non possono successivamente cambiare» (J. Sophie, A critical examination of stage theories of lesbian identity development, Journal of Homosexuality 1986, p. 49). Tuttavia ancora oggi per molti è sicuramente possibile, e lecito, diventare omosessuali, ma sarebbe impossibile, e illecito, approdare (o tornare) all’eterosessualità.
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