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USA: il fondatore di “Young Gay America” diventa etero | ||
Oggi parliamo di Michael Glatze, 36 anni ed ex gay dichiarato. Benoit Denizet-Lewis, gay dichiarato, è stato autore di un articolo sul New York Times apparso a luglio ed è intitolato: “Il mio amico ex-gay”. Qui parla proprio di Michael Glatze e afferma: "sembrava aver letto ogni libro gay che fosse mai stato scritto. Era impegnato a meditare sulle teoria “queer”, cioè l’idea che le identità sessuali e di genere sono culturalmente costruite piuttosto che biologicamente fissate, marciando alle manifestazioni per i diritti dei gay e sollecitando i giovani a festeggiare (non solo accettare) la loro attrazione omosessuale [...] Non avevo mai incontrato nessuno così sicuro di se stesso». |
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Molti giovani gay lo ammiravano, si legge, «lui e il suo fidanzato di allora, Ben, erano una bella coppia [...]. Non sembravano oppressi (dalla vergogna, dall’insicurezza) e perseguivano quello che lo scrittore Paul Monette definiva l’esperienza gay di “gioia deflagrante”. Ma a differenza di alcuni nostri amici che hanno viaggiato sul treno della “deflagrante gioia” fino ad arrivare a centri di riabilitazione, Michael e Ben raramente sembravano perdere il controllo. Insieme sembravano aver compreso come essere giovani, gay e felici" L’ultima volta che il giornalista lo ha visto, "lui e Ben avevano fondato una nuova rivista gay (“Young Gay America”), avevano girato il paese per realizzare un documentario sugli adolescenti gay, e Michael era diventato rapidamente la voce principale dei giovani gay, fino al giorno in cui, nel luglio del 2007,annunciò di non essere più gay". Ora dal blog di Laura Corsaro riportiamo una dichiarazione di Michael Glatze: "All’omosessualità sono arrivato facilmente, perché ero già fragile. Mia madre è morta quando avevo 19 anni. Mio padre quando ne avevo 13. Giovanissimo, ero già confuso sulla mia identità e i miei sentimenti. La confusione che provavo riguardo i miei “desideri” e l’attrazione che sentivo per i ragazzi, ha fatto si che già a 14 anni mi sentissi parte della categoria “gay”. A 20 anni, mi dichiarai gay con tutti quelli che mi conoscevano. A 22 anni, divenni editore della prima rivista per giovani gay. Il contenuto fotografico rasentava la pornografia, ma ritenevo di poterlo utilizzare come piattaforma per ottenere risultati sempre maggiori. Infatti arrivò Young Gay America. Questa rivista aspirava a riempire il vuoto creato dalla precedente rivista per la quale avevo lavorato – doveva essere qualcosa di non troppo pornografico, mirata al pubblico di giovani gay americani. Young Gay America decollò. Il pubblico gay accolse calorosamente Young Gay America. La rivista ricevette premi, riconoscimenti, rispettabilità e grandi onori, incluso il National Role Model Award da parte di Equality Forum, la più importante organizzazione gay, premio che fu consegnato l’anno seguente al Primo Ministro Canadese Jean Chrétien. E tantissime apparizioni nei media, da PBS a Seattle Times, da MSNBC alla copertina di Time magazine. Ho prodotto, con Equality Forum e con l’aiuto di società affiliate alla PBS, il primo importante documentario che affronta il tema del suicidio di adolescenti gay “Jim In Bold”; é stato mostrato in tutto il mondo e ha ricevuto numerosi premi “best in festival”. Young Gay America ha organizzato una mostra fotografica, ricca di foto e storie di giovani gay di tutto il continente Nord americano; la mostra ha fatto il giro dell’Europa, del Canada e di parte degli Stati Uniti. Nel 2004 Young Gay America ha lanciato la rivista YGA, che aveva la pretesa di essere il “gemello virtuoso” di altre riviste rivolte ai giovani gay. Dico “gemello virtuoso” ma la verità é che YGA era dannosa quanto qualsiasi altra rivista, era solo più “rispettabile” perché non manifestamente pornografica. Mi ci vollero quasi 16 anni per scoprire che l’omosessualità non è esattamente “virtuosa”. Fu difficile fare chiarezza dentro di me riguardo i miei sentimenti sulla questione, dato che la mia vita ne era completamente assorbita. L’omosessualità è per sua natura pornografica. E’ distruttiva e crea confusione nelle menti dei giovani, proprio in quel periodo in cui l’identità sessuale è ancora in via di definizione. Ad ogni modo, non mi resi conto di ciò fino a quando non raggiunsi i 30 anni. La rivista YGA esaurì il suo primo numero in diverse città del Nord America. Il sostegno alla rivista era enorme; scuole, gruppi di genitori, biblioteche e associazioni governative, tutti sembravano volerla. Sfruttava il “filone” della “accettazione e promozione” dell’omosessualità, ed era considerata una guida. Nel 2005 mi fu chiesto di tenere un discorso al prestigioso JFK Jr. Forum della Harvard’s Kennedy School of Government. Fu quando vidi una videoregistrazione di quella “performance”, che iniziai a dubitare seriamente di ciò che stavo facendo della mia vita e della mia influenza. Non conoscendo nessuno con cui poter parlare dei miei dubbi ed interrogativi, mi rivolsi a Dio, grazie anche ad un debilitante attacco di crampi intestinali causato dalle mie abitudini di vita. Presto iniziai a comprendere cose che non avevo mai immaginato potessero essere reali, come il fatto che ero il leader di un movimento di peccato e corruzione. Questa frase può dare l’impressione che la mia scoperta si sia basata su un dogma, ma decisamente non é stato così. Sono giunto a questa conclusione da solo. Mi divenne chiaro, mentre ci riflettevo seriamente – e pregavo – che l’omosessualità ci impedisce di trovare la nostra vera identità. Non possiamo vedere la verità quando siamo accecati dall’omosessualità. Crediamo, influenzati dall’omosessualità, che la lussuria non solo sia accettabile ma che sia anche una virtù. Ma non esiste “desiderio” omosessuale che sia separabile dalla lussuria. Non volevo accettare questa verità e all’inizio ho cercato in tutti i modi di ignorarla. Ero certo, a causa della cultura e dell’influenza dei leader gay – di fare la cosa giusta. D’altra parte mi sentivo spinto a cercare la verità perché avvertivo che dentro di me c’era qualcosa che non andava. Gesù Cristo ci consiglia ripetutamente di non confidare in nessuno tranne che in lui. Ed io l’ho fatto, sapendo che il Regno di Dio risiede nel cuore e nella mente di ogni uomo. Ciò che ho scoperto e appreso sull’omosessualità é sorprendente. Divenne chiarissimo che avrei fatto del male o rischiato di fare del male ad altre persone se avessi continuato con quella vita. Mi accorsi di avere desideri omosessuali alle scuole medie quando per la prima volta iniziai a prestare attenzione ad altri ragazzi. Cominciai a guarire quando per la prima volta iniziai a prestare attenzione a me stesso. Ogni volta che provavo la tentazione di cedere alla lussuria, ne prendevo coscienza, mi fermavo e mi occupavo di essa. La chiamavo con il suo nome e poi lasciavo che si dissolvesse da sola con l’aiuto della preghiera. Esiste un’enorme e vitale differenza tra ammirazione superficiale – per se stessi o per altri – e ammirazione integrale. Quando amiamo pienamente noi stessi, cessiamo di essere schiavi di desideri lussuriosi, dell’apprezzamento degli altri o di soddisfazioni fisiche. I nostri impulsi sessuali diventano intrinseci alla nostra essenza, liberi da confusioni nevrotiche. L’omosessualità ci consente di evitare di scavare in profondità, oltre la superficialità e le attrazioni ispirate dalla concupiscenza – e continuerà ad essere così fino a quando avrà l’”approvazione” della Legge. Il risultato è che tantissimi perdono l’opportunita di conoscere il loro vero io, l’io fatto ad immagine di Cristo, donatoci da Dio. L’omosessualità iniziò per me all’età di 13 anni e terminò quando riuscii ad isolarmi da influenze esterne e a concentrarmi intensamente sulla verità interiore – quando scoprii, all’età di 30 anni, le profondita del mio io donatomi da Dio. Dio è considerato un nemico da molte persone dominate dall’omosessualità o da altri comportamenti concupiscenti, perché Egli rammenta loro chi e che cosa dovrebbero veramente essere. Queste persone preferiscono rimanere “beatamente ignare”, mettendo a tacere la verità. E lo fanno condannando ed apostrofando coloro che la dichiarano con parole come “razzisti”, “insensibili”, “malvagi” e “discriminatori”. Guarire dalle ferite causate dall’omosessualità non è facile. Il sostegno è scarso e poco evidente. Il poco che c’è viene infamato, ridicolizzato, fatto tacere con la retorica o reso illegale tramite l’alterazione di norme legislative. Per trovarlo ho dovuto separare il mio sentimento di imbarazzo e le “voci” di disapprovazione da tutto ciò che avevo imparato. Parte dell’agenda omosessuale consiste nel convincere le persone a smettere di farsi domande sulla conversione e, tanto meno, sulla la sua efficacia. “Uscire” dall’influenza della mentalità omosessuale è stata per me la cosa più liberatoria, sorprendente e bella che abbai mai sperimentato nella mia intera vita. La lussuria ci sottrae ai nostri corpi per “fissare” il nostro spirito alla forma fisica di qualcun altro. Ecco perché i rapporti sessuali omosessuali – e qualsiasi altra forma di attività sessuale basata sulla lussuria – non è mai soddisfacente: é un processo nevrotico piuttosto che naturale, normale. La normalità è la normalità – ed è stata chiamata così perché c’è una ragione. Anormale significa “ciò che ci danneggia, che danneggia la normalità”. L’omosessualità ci toglie al nostro stato di normalità, al nostro di sentirci perfettamenti uniti in tutte le cose, e ci divide, facendoci tormentare dal desiderio per un obiettivo fisico esterno che non potremo mai possedere. Le persone omosessuali – come tutte le persone – bramano il mitico “vero amore”. Il vero amore esiste davvero ma arriva soltanto quando non abbiamo nulla che ci impedisce di lasciarlo fuoriuscire da dentro in tutto il suo splendore. Non possiamo essere pienamente noi stessi se le nostre menti sono intrappolate in una spirale, in una mentalità di gruppo edificata su una protetta, autorizzata e celebrata lussuria. Dio mi è venuto incontro quando mi sentivo confuso, perso, solo, spaventato e sconvolto. Mi ha detto – attaverso la preghiera – che non avevo nulla da temere e che ero a casa. Avevo solo bisogno di fare un pò di pulizia nella mia mente. Credo che tutti, essenzialmente, conoscano la verità. Credo che questo sia il motivo per cui il Cristianesimo spaventa così tanto le persone. Perché rammenta loro la coscienza, che tutti noi possediamo. La coscienza ci dice cosa sia giusto o sbagliato ed è una guida che ci permette di crescere e diventare più forti e più liberi come esseri umani. Uscire dal peccato e dall’ignoranza è sempre possibile, ma la prima cosa che tutti devono fare è abbandonare le mentalità che dividono e conquistare l’amore per l’umanità. La verità sessuale può essere trovata solo se si è disposti ad accettare che la nostra cultura sanzioni i comportamenti che nuocciono alla vita. Il senso di colpa non è una ragione sufficiente per evitare le questioni difficili. L’omosessualità si è presa quasi 15 anni della mia vita, una vita trascorsa tra compromessi e mensogne, perpetuate attraverso i media nazionali mirati ai giovani. Nei Paesi Europei l’omosessualità è considerata così normale che i bambini delle scuole elementari pubbliche vengono forniti di libri dedicati ai ragazzi “gay” come letture obbligatorie. La Polonia, che conosce fin troppo bene la distruzione del suo popolo ad opera di influenze esterne, sta tentando coraggiosamente di impedire all’Unione Europea di indottrinare i suoi figli con propaganda omosessuale. In riposta, l’Unione Europea ha definito “ripugnante” il Primo Ministro della Polonia. Io sono stato ripugnante per parecchio tempo; sto ancora cercando di metabolizzare tutte le mie colpe. In qualità di leader nel movimento per i “diritti dei gay”, mi è stata data molte volte l’opportunità di parlare in pubblico. Se potessi cancellare alcune delle cose che ho detto, lo farei. Adesso so che l’omosessualità è lussuria e pornografia insieme. Non mi lascerò mai convincere del contrario, non importa quanto sciolte possano essere le loro lingue o quanto triste la loro storia. Io l’ho vissuta. Io conosco la verità. Se Dio ci ha rivelato la verità c’è un motivo. Essa esiste affinchè possiamo essere noi stessi. Esiste affinché possiamo condividere quel perfetto io con il mondo, per rendere perfetto il mondo. Questi non sono progetti fantasiosi o ideali astrusi – è la Verità. Non ci si può purificare dai peccati del mondo in un istante, ma succederà – se non ci opponiamo orgogliosamente a questo processo. Dio alla fine vince sempre, in caso non lo sappiate." di Michael Glatze Tradotto da Patrizia Battisti per il Blog SI PUO’ CAMBIARE e per il NARTH Fonte: Blog di Laura Corsaro |