Stile e datazione |
Marco appartiene a una letteratura di basso livello, non è un vangelo dalla prosa elevata, non soltanto il greco è dozzinale e molto semplice, ma è popolare, il greco di Marco non è letterario. Sino ad alcuni anni fa si era ventilata l’ipotesi che essendo una traduzione del semitico a questo si deve l’uso continuo del “kai” in realtà non è così, l’uso della paratassi si deve al livello popolare del vangelo di Marco. Due fenomeni sono importanti: 1. Aramismi: Sono solamente di Marco la formula Abba o pater, Mc 5,11, Mc 7,34, Mc, 7,1, Rabbunì Mc 10,51, Mc 12,42, Mc 15,34. a. Quasi tutti questi aramismi sono considerati per riportare al Gesù storico. b. Emerge un livello semitico altrettanto popolare quanto quello del greco di Marco, non è l’aramaico imperiale, ma è quello popolare, a conferma del contesto rurale della predicazione di Gesù, Gesù ha operato in gran parte nelle parti limitrofe della palestina, la Galilea non è la zona più importante e i paesi in cui ha operato non sono i più importanti. c. Il contesto in cui questi detti di Gesù sono citati sono contesti di miracoli, ci troviamo in un contesto di taumaturgia, secondo contesto quello delle polemiche farisaiche, terzo contesto quello della sequela, del discepolato, come dimostra Mc 3,17. Non sappiamo se Abba o Pater, derivi a Marco dal livello gesuano diretto di Gesù o da Paolo che già dal 50 d.C. riporta Abba Pater. 2. Latinismi: frasi dietro le quali emerge il latino, Mc 2,23, un greco direbbe camminare peripatein. Altro caso emblematico è Mc 12,42. I latinismi ci fanno comprendere che il vangelo di Marco è stato scritto in ambiente italico non sappiamo se romano o delle province romane, ne prova il fatto che mentre per i termini semitici Marco traduce sempre dicendo cosa significano, qui non traduce, sono lasciati così perché sono noti. Questo ci fa giungere alla datazione del vangelo di Marco. In Mc 6,52-53 c’è l’espressione giunse a Genezaret, se ci fosse una corrispondenza tra 7Q5 e questo il vangelo di Marco dovrebbe essere retrodatato, quantomeno tra la metà degli anni 40 e la metà degli anni 50, l’ipotesi non regge, il frammento contiene pochissime lettere, non solo nulla impedisce che la comunità di Qumran sia stata nuovamente frequentata dopo la distruzione da comunità cristiane. I dati sono troppo flebili per modificare la datazione del vangelo di Marco. Che invece è nel periodo critico della guerra romana, tra il 65 al 73, il fatto che non ci sia nessun riferimento alla distruzione del Tempio lascia pensare. Certo qualsiasi argomento che viene dal silenzio è debole. Ma probabilmente non lo ha perché il tempio ancora non è stato distrutto. Per questo la datazione ancora condivisa è quella del contesto della guerra giudaica ed è in questo contesto che si spiegano le accese polemiche tra Gesù e i farisei, il conflitto tra il movimento che si va costruendo intorno a Gesù e i farisei è ormai un contrasto aperto, Marco riflette questo conflitto che diventa dominante dopo il 60 d.C. Carsten Thiede pone la composizione di Marco tra il 44 e il 46, poggia la sua posizione su la 1 Pt 5,13 (secondo Antonio Pitta qui c'è un errore, in quanto la 1 Pt non ha una collocazione così recente nella storia), quindi ponendo l'arrivo di Pietro a Roma nel 42 come dicono molte testimonianze, fa partire Pietro da Roma nel 44, anno in cui muore Erode Agrippa che aveva emesso editti contro Pietro, editti che alla sua morte erano automaticamente annullati. Sicuramente comunque lo ritroviamo per il 49 al concilio di Gerusalemme. Alla partenza di Pietro la comunità avrebbe chiesto a Marco di scrivere un vangelo, e Marco lo fece in greco. Pone tra il 44 e il 46 il vangelo di Marco, perchè nel 46 lasciò Roma visto che lo ritroviamo nel viaggio ad Antiochia con Barnaba e Paolo. Anche lo strano incidente di At 13,13, quando Marco improvvisamente lascia i suoi due compagni e fa offendere così Paolo, al punto che le strade tra Barnaba e Paolo si dividono, Barnaba che difende Marco, che quindi deve aver avuto probabilmente qualche buon motivo, magari perchè no, far vedere il suo nuovo scritto a Pietro che era a Gerusalemme. Generalemente si colloca però il vangelo di Marco tra il 65 e il 70, sicuramente prima della distruzione del Tempio. Secondo Antonio Pitta, il vangelo di Marco conosce le lettere di Paolo e quindi non può essere stato scritto sicuramente tra il 44 e 46, visto che la prima lettera di Paolo si ha nel 50 con la 1 Tessalonicesi. |