Per quanto riguarda la storicità dell'autore, è un discepolo della seconda, se non della terza generazione, è stato prima seguace di Paolo, ne ha condiviso i viaggi ed ha operato per l'evangelizzazione dopo la morte di Paolo. Non dunque un discepolo di Gesù, ma scrive dopo diversi anni, la redazione è posta in genere tra il 70 e l'80 d.C. Soprattutto perchè abbiamo riferimenti espliciti alla distruzione di Gerusalemme, cap 19. Si tratta di un autore che ha scritto dopo che il vangelo di Marco si è diffuso. In ambiente ellenistico, in ambiente gentile, pagano, le zone più interessate sono quelle della Siria, Antiochia di Siria, oppure la Grecia, perchè Luca scrive in un greco bellissimo, il più bello del Nuovo Testamento, l'unico che può competere è quello della Lettera agli Ebrei. Condizione agiata di Luca, forse era un medico, si può dedurre da alcune annotazioni, ma difficile coglierlo. Sembra più un letterato che conosce le storie antiche e come devono essere composte, è uno scrittore formato, certamente conosce il vangelo di Marco, perchè una delle sue fonti a cui fa riferimento allude proprio a Marco, ma certamente non conosce il vangelo di Matteo, conosce Q ma non Matteo. Matteo ha un greco semitico, Luca un greco vero, pochissimi semitismi e aramaismi. Ha conosciuto certamente Q e il libretto della passione e le lettere di Paolo, mai citate da Luca, ma nello sfondo ci sono aspetti che vengono da Paolo molto chiari, pensiamo alla centralità della signoria in Luca. Il salvatore anche, titolo lucano, viene da Paolo. |