L'epoca dei Patriarchi |
Le ondate più importanti di migrazioni nell’età precristiana sono:
Gli israeliti credono di discendere dagli Aramei; ma non è sicura la loro origine Aramea. La tradizione infatti dice che gli Israeliti sono imparentati con numerose stirpi arabe, compresa quella di Madian (Gen. 25,I-5. I2-I8). E la schiera uscita dall’Egitto non era forse di origine Aramea, e anche se lo fosse stata, comunque raccolse dopo tra le proprie file, altri elementi. All’inizio di Israele non c’è quindi un gruppo etnicamente omogeneo anche se in maggioranza erano probabilmente aramei. Gli israeliti prima di diventare sedentari, erano dei nomadi che si fermavano solo temporaneamente nel territorio di uno stato. Erano nomadi con bestiame minuto (pecore, capre ecc..), che vivevano in territori semideserti. Esattamente non erano nomadi ma seminomadi, infatti coltivavano anche la terra, tuttavia questo avveniva in via secondaria infatti i Patriarchi sono prevalentemente descritti appunto come proprietari di bestiame minuto, che sono interessati al diritto sui pozzi e che uniscono all’allevamento del bestiame una primitiva agricoltura. Visto che erano proprietari di bestiame minuto, a differenza dei nomadi con i cammelli, non potevano pretendere dai loro animali che coprissero grandi distanze su territori desertici, quindi non passavano da oasi a oasi, ma giravano prevalentemente nella steppa attorno alla terra coltivata e abitata. I patriarchi non sono figure leggendarie, sono persone storiche anche se diverse da come appaiono nella Genesi. L’esistenza storica dei patriarchi non può più essere messa in discussione: gli studiosi usano il termine saga per i racconti dei patriarchi, però ha un significato totalmente diverso”quei racconti, prima di essere messi per iscritto, sono stati per secoli e secoli tramandati oralmente di generazione in generazione”1. La tradizione così conosce Abramo, Isacco e Giacobbe mentre la fiaba di Giuseppe probabilmente non ha una realtà storica, ma è un rifacimento di un racconto egiziano. Nel mondo antico il modo per situare le persone nel tempo è quello genealogico soprattutto. Tuttavia la successione padre-figlio, non indica sempre necessariamente una continuità biologica. Infatti la genealogia è il mezzo ideale per trasmettere nel tempo un legame esistente o crearlo. Per quanto riguarda i Patriarchi, oggi si ritiene che la struttura genealogica sia stata imposta dal narratore. Gli itinerari consentono di situare ogni gruppo in uno spazio determinato: il ciclo di Isacco si sviluppa intorno a Beersheba; quello di Abramo a Hebron-Mambre; quello di Giacobbe probabilmente a Betel, mentre i testi relativi a Israele ruotano intorno a Sichem. Queste situazioni geografiche che si presentano, esigono la distinzione delle tradizioni patriarcali. “Abramo errava ai margini di Canaan. […] Veramente fertili erano quasi solamente le pianure della costa. Assieme alla fertile valle del Nilo e alle valli dell’Eufrate e del Tigri esse costituivano una fascia di territorio fertile, la Fertile Mezzaluna. I fondatori delle città non furono attratti solamente dalle fertili pianure costiere, ma anche dalle numerose alture, perché le si poteva fortificare. Diversi popoli avevano costruito citta-stato.”2 A nord e a nord-ovest, a sud e a est c’erano grandi potenze che circondavano questo territorio e miravano a conquistarlo. A sud e a sud-ovest c’era l’Egitto, la sapienza degli egiziani era celebre, in Egitto si era scoperta la scrittura geroglifica, erano state costruite da molto tempo le piramidi di Giza, anche se il territorio coltivato era delimitato in pratica alle rive del Nilo. A nord, nord-ovest c’erano invece gli ittiti, in quell’epoca si trovavano ovunque in Canaan usanze ittite. L’Egitto in seguito contribuì insieme ai popoli marinari e alle altre potenze che andavano consolidandosi nella Mesopotamia al crollo del regno ittita. Ma in questo modo si ruppero gli equilibri. Non vi era più alcuna limitazione alla penetrazione di truppe dalla Mesopotamia. Nel Golfo Persico si trovavano altre due potenze in lotta tra di loro: quella babilonese e quella assira. Babilonia era una grande potenza, usava la scrittura cuneiforme, aveva grandi edifici cultuali: le torri del tempio. Nella Bibbia non si fa riferimento a questi problemi politici e militari, ma d’altronde questi dovevano interessare poco Abramo e inoltre all’epoca non c’era una grande comunicazione, non c’erano i mass-media, ci si occupava più che altro del proprio gruppo. La vita nomade porta a determinati modi di comportarsi e a peculiarità religiose. Due fondamentali norme di vita sono:
Le donne erano considerate proprietà economica: servi e donne erano forza lavoro a buon mercato. La sopravvivenza della famiglia era garantita dai figli maschi, le femmine di solito non possedevano diritti sull’eredità. Con il matrimonio la giovane passava al gruppo famigliare del marito, quindi perdeva il proprio. Spesso l’influsso di una donna era legato al numero dei figli che aveva generato. Il figlio primogenito otteneva in genere la successione e diveniva il sovrano assoluto anche sui fratelli minori, i figli e le mogli. Ci sono stati comportamenti primitivi che si sono mantenuti nell’epoca successiva, e altri che invece sono scomparsi.
1 N. Lohfink, Esegesi biblica in cambiamento, p.95 2 Klaus Vogt, Piccola storia d’Israele, Cittadella Editrice, pag. 8 3 Esodo, 4,24 4 Georg Fohrer, Storia della religione israelitica, I,3 5 2 Re, 5,11
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