Sacrificio quotidiano/'Olat lattami
Il sacrificio quotidiano, dai documenti delle culture semitiche circonvicine a Israele si sa che il culto occupava gran parte della vita di quei popoli. Nell’AT, secondo la narrazione sacerdotale, il sacrificio quotidiano è la base su cui è costruito il culto regolare e viene denominato ‘olat lattami, oppure semplicemente lattami e comunemente tradotto con olocausto perpetuo, ma in questo caso specifico il termine tamid non necessariamente significa senza interruzione, continuo, perpetuo, quanto piuttosto a una ripetizione a intervalli regolari e a tempi fissi dell’atto rituale. L’olocausto presentato ogni giorno è da intendere come un dono offerto alla divinità dimorante nel tempio e da essa consumato in soave odore. Nel racconto sacerdotale l’olocausto quotidiano fu istituito addirittura in cima al monte Sinai (Es 29,38-42) durante la quinta salita di Mosè sul monte, questa volta insieme a Giosuè, e vi restò 40 giorni e 40 notti. In questo periodo di tempo Mosè ricevette da Dio le istruzioni sui contributi che il popolo avrebbe dovuto versare, per la costruzione della tenda-santuario, dell’arca, della tavola della presenza, del candelabro, della dimora, dell’altare degli olocausti, e le disposizioni sui paramenti sacerdotali, sulla consacrazione dei sacerdoti e dell’altare, sull’istituzione dell’olocausto quotidiano, sulla costruzione dell’altare dei profumi e su quant’altro era necessario per il funzionamento del culto. Infine Dio gli diede le tavole della testimonianza e Mosè discese per la quinta volta dal Sinai in occasione dell’evento del vitello d’oro (es 24,12-32 – 32,7). In Nm 28,6 si ricorda che l’olocausto quotidiano fu offerto sul Sinai non appena fu terminata la costruzione della dimora (Es 40,29). Nell’insieme del quadro è chiaro l’interesse dell’autore di mettere in relazione la presenza di Dio in mezzo al popolo e il sacrificio che Israele deve presentargli quotidianamente. Il culto giornaliero avviene in due tempi, al mattino e al tramonto, ogni giorno. L’olocausto quotidiano è costituito da un agnello di un anno senza difetto accompagnato da una minha di 1/10 di epha di fior di farina impastata con ¼ di hin di olio puro e una libazione di ¼ di hin di vino. Questo quadro dovrebbe corrispondere alla pratica cultuale del rito dell’olocausto giornaliero nel tempio di Gerusalemme nell’epoca post-esilica. Il testo di Ezechiele (46,13-15) è stato composto in una prospettiva diversa per quanto riguarda l’olocausto quotidiano, soprattutto perché questo è previsto solo al mattino. Questo testo è ritenuta un’aggiunta , se si presuppone che in epoca più antica l’olocausto fosse celebrato anche di sera, risulterebbe difficile giustificare l’intenzione dell’autore di Ez 46,13-15 di voler ridurre il culto giornaliero solo al mattino. |