Festa del 1°giorno del 7° mese
La solennità del primo e del decimo giorno del mese di Tishri (sett.-ott.) sono alla base di confusi e intricati rapporti con la festa delle Capanne e con una ipotetica festa di Capodanno. I testi che fanno menzione esplicita del 1° giorno del 7° mese sono pochi ed è significativo ce manchi ogni accenno nel Deuteronomio. Secondo Lv 23,24b-25 le caratteristiche della solennità del 1° giorno del 7° mese sono: riposo completo; richiamo all’avvenimento per mezzo del suono di tromba; convocazione della sacra assemblea; offerta di doni a Ywhw. Questa celebrazione è una celebrazione importante, secondo le quantità totali di materiali sacrificali, tale festa, fra le altre, risulta essere seconda soltanto a quella delle Capanne. L’idea di capodanno si è imposta anche se nell’A.T. una simile festa non viene mai nominata formalmente. Tuttavia, fin dall’epoca rabbinica ai nostri giorni, l’ebraismo celebra la festa di capodanno proprio nel giorno 1° di Tishri. Pensare a una festa di anno nuovo nell’A.T. staccata dal ciclo agricolo e compresa soltanto nella sua ripetitività, fissata secondo il calendario, è alla base di un’errata prospettiva di osservazione, che sarà giustificata solo in seguito, quando anche i ritmi del tempo liturgico saranno stabiliti dal calendario, perché ormai separati falle fasi del ciclo della natura. Il concetto di nuovo anno per noi è automaticamente collegato a un anno di 12 mesi del calendario solare, secondo cui le feste e anche eventi commemorativi nazionali cadono in giorni prestabiliti. Qui invece il concetto di inizio va riferito piuttosto a quello delle due stagioni più importanti che cade negli equinozi di primavera e di autunno; delle due la più importante sembra essere quella di autunno, perché è il tempo delle piogge dopo i mesi di siccità e di calura, è l’unica garanzia di prosperità per il successivo ciclo vitale. Festeggiare nel 7° mese la chiusura di stagione con gli ultimi raccolti e l’inizio del nuovo ciclo in attesa delle piogge diventa comprensibile. Il fatto che però nell’A.T. manchi ogni definizione del 1° giorno del 7° mese come inizio o anno nuovo, è probabilmente dovuto a una reazione contro l’influsso delle grandi celebrazioni mesopotamiche della festa di inizio dei cicli annuali il 1/I e il 1/VII, in cui gli elementi del mito e del culto, si sono profondamente intrecciati. Bisogna considerare che il ciclo completo del sole era conosciuto e suddiviso in 12 mesi lunari più 1 intercalare ca. ogni tre anni. Tali mesi erano indicati non solo con un nome, ma soprattutto nell’A.T., con un numero progressivo da I a XII e le liste iniziavano con Nisan/Abib (inizio primavera) come il 1° dei mesi (Es 12,2). Pensare quindi come nuovo anno, nel senso di un solo inizio ogni 12 mesi, riferito al mese 7° ha creato non poca confusione. Perciò si è tentato per esempio di spiegare la situazione presupponendo l’uso di due calendari differenti, di cui uno civile con inizio il 1/I e l’altro liturgico con inizio il 1/VII. Oppure a uno spostamento della festività al 1/VII per non confonderla con quella babilonese del 1/I. Oppure si è pensato a uno spostamente da 1/VII, proprio del computo cananaico-israelitico a 1/I avvenuto al’epoca della dominazione assira. L’antico computo è rimasto sempre latente e sarebbe riaffiorato non appena le condizioni esterne lo avrebbero permesso. La festa del plenilunio di Tishri, dovrebbe quindi avere due componenti principali, la prima sarebbe gioiosa per gli ultimi raccolti, la seconda invece, legata a un sentire religioso più profondo, avrebbe un carattere imploratorio e di umile preghiera alla divinità, perché questa vincitrice negli inferi, risalga dolo il periodo di siccità e fecondi la terra per il prossimo ciclo della vita. |