La cattolicità può essere intesa in
senso quantitativo o qualitativo. Cattolica significa “ordinato al tutto”:
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In senso quantitativo indica
l'universalità per se stessa, il fatto che è aperta a tutte le razze,
sembra a noi scontato, ma per ebraismo e islamismo non è scontato,
per queste due realtà bisogna ebraicizzarzi un po', bisogna diventare un po' arabo. Vuol dire
che queste religione possono fare forza sull'etnia, invece per i
cristiani l'unico elemento di identità è la fede. Il fatto quindi che la
Chiesa è aperta a tutti i popoli senza limiti di razza, o condizione
sociale
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In senso qualitativo, essere
cattolico significa che le ricchezze peculiari dei popoli non
vengono sacrificate ma accolte
Lungo la storia ecclesiale ha prevalso
quello quantitativo, la cattolicità rimaneva un predicato dell'unità,
diffusa in tutto il mondo ma siamo una cosa sola. Si riusciva a vedere la
parte nel tutto, ma non si vedeva il tutto nella parte. Nel suo aspetto
qualitativo esprime un aspetto poliedrico della Chiesa, esprime un'unità
complessa varia nella sua ricchezza.
Il primo ad usare questo termine è
Ignazio di Antiochia, ma non la spiega, afferma “dove compare il vescovo ivi
è la Chiesa Cattolica”. Il testo che più lo usa tra quelli antichi è il
martirio di San Policarpo, e lo fa sia quando deve parlare della Chiesa
universale, la Chiesa cattolica sparsa in tutto il mondo, ma anche quando
deve parlare della Chiesa locale, quando parla di Chiesa cattolica di
Smirne, quindi cattolica non solo come sparsa in tutto il mondo, ma in senso
particolare. Non intende naturalmente cattolica in senso confessionale,
questo verrà dopo.
Il Vaticano II usa l'attribuzione
cattolica sia in senso quantitativo che qualitativa (LG 13).
Cattolicità e missione
Alcuni autori pongono in dubbio che Gesù
abbia comandato la missione universale ai suoi discepoli. Gesù era cristiano
o no? Si cita il testo in cui dice di essere stato mandato alle pecore di
Israele, Paolo e gli altri apostoli quando iniziano a universalizzare mai si
rifanno direttamente a Gesù, sembra quasi confermare questa idea che Gesù
non abbia comandato questa visione universale della Chiesa. Bisogna prendere
coscienza del fatto che non è tutto già dato, la Chiesa vive nella storia e
prende a conoscenza di alcuni fatti nella storia, Cornelio è l'esempio,
Pietro non ci vuole andare, ma prende coscienza di un fatto, altro elemento
è l'ispirazione dello Spirito Santo che ha un ruolo determinante, è
coistitutore della Chiesa, spinge la Chiesa, non su strade che possano
contraddire quella di Cristo, ma la visione universale non lo contraddice.
Congar punta molto sul secondo motivo, l'ispirazione dello Spirito Santo
apre prospettive alla Chiesa. Fondamentale riflettere sull'episodio di
Cornelio, perché Pietro non vuole andare, la Chiesa attraverso Pietro impara
camminando, nasce all'insegna dell'unità, erano insieme nello stesso luogo
erano unanimi a fare questo o quest'altro e pian piano si scopre cattolica.
Sarà Paolo poi l'esponente principale di questo orientamento sostenendo di
essere stato inviato a predicare il vangelo. La cattolicità è ciò che spinge
la Chiesa a essere missionaria, ne diventa fondamento, dobbiamo fare
attenzione alla qualità e quindi non deve colonizzare, non deve sacrificare
l'originalità dei popoli. Paolo ne è un esempio quando va ad Atene e cita i
filosofi greci. Di qui la lotta di Paolo contro la circoncisione, Paolo non
vuole giudaizzare.
La cattolicità apre al pluralismo
rivelando nella Chiesa un'ampia varietà di forme che riguarda diversi ambiti
che non comprendono solo usi e costumi, ma anche leggi, traduzioni,
liturgia, persino una diversa annunciazione teologica delle dottrine.
Conseguenza di questo pluralismo sono anche i pericoli, ci sono tensioni e
conflittualità ed è normale in una realtà che deve accettare il pluralismo
al suo interno, normale ci siano reazioni indipendenti. Il problema nasce
quando il particolare si assolutizza e quindi non è più salva l'unità della
fede, ogni movimento quando è sano è una bella esperienza di Chiesa, quando
presenta pretese di assolutezza allora si entra in una cattolicità
propagandistica più che profetica. Occorre incoraggiare quindi che ci siano
tanti movimenti e tanti modi di incarnare la Chiesa.
Cattolicità significa rispetto delle
parti, il rischio è che la Chiesa assuma un ruolo equidistante, è di tutti,
non è di una categoria sociale, questo rischia di portare la Chiesa a non
entrare in nessun conflitto, a rimanere neutrale. Cristo ha fatto delle
scelte precise pur non facendo preferenze di persone, la Chiesa che per
essenza è ordinata a tutti deve prendere le parti di coloro che più sono
esclusi dall'universalità, e cioè i poveri e gli oppressi. La Chiesa sarà
tanto più cattolica quanto saprà dare alle parti il senso dell'intero. La
Chiesa proprio perché è cattolica e ha il senso dell'intero fa questa scelta
preferenziale, non è un opzione esclusiva per i poveri, ma preferenziale. |