Note Ecclesiali |
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Tema |
Riassunto |
Il definire la Chiesa attraverso quattro caratteristiche nasce dalla controversia con gli eretici, il merito è di Ireneo che cerca degli elementi che facciano riconoscere la vera Chiesa di Cristo, Ireneo cita l'apostolicità se si viene dagli apostoli si è la vera Chiesa. Verranno chiamate note proprio per la loro natura apologetica, e si sviluppano sempre di più. Di fronte al protestantesimo se ne farà molto uso, anche se si aggiungerà la romanità, per dare attenzione al primato del Papa. Il rilancio delle note avviene in una linea più teologica, con un'attenzione ecclesiologica, escatologica e pneumatologica. Le note indicano ciò che è la Chiesa nel suo DNA, ma anche ciò che deve diventare, a cui deve propendere, la realizzazione si avrà solo nel Regno di Dio. In tutto questo dinamismo lo Spirito Santo diventa argomento fondamentale, è Lui che porta la Chiesa verso la realizzazione.
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Una |
Una in senso di unica e di unità. La Chiesa ce l'ha come dote ma deve realizzarla. Ci troviamo di fronte allo scandalo della Chiesa divisa, l'unità della Chiesa è ferita. L'unità certo non va confusa con l'uniformità, unità non significa appiattimento. L'unità deve essere rispetto delle diversità, dell'originalità.
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Santa |
La Chiesa è oggetto della volontà del Padre, il Figlio la santifica offrendo se stesso per la Chiesa ed è lo Spirito Santo a fornire la spinta trascendente che trasforma la Chiesa da comunità di peccatori in una communio sanctorum, la comunione nelle cose sante, la comunione con i beati del cielo, la possibilità di comunione di doni e grazia. La Chiesa e i cristiani sono chiamati soggettivamente a diventare santi, i mezzi offerti dallo Spirito Santo sono santi oggettivamente, così la parola e l'eucarestia sono santi in maniera oggettiva. La Chiesa è indefettibilmente santa, non vuol dire che si elimina la possibilità di errore e di peccato ma esprime la persistenza del legame Cristo-Chiesa. Altra caratteristica è la precarietà un po' per la debolezza degli uomini, un po' per via del suo superamento escatologico. Se la Chiesa è santa posso dire anche che è peccatrice? La Chiesa è si santa ma non tanto nei suoi membri, ma nella presenza dello Spirito Santo, nei suoi sacramenti, i fedeli tutti sono invece chiamati alla santità. La Chiesa è santa in ciò che viene da Dio da noi subisce i nostri limiti e le nostre debolezze. Si può parlare di Chiesa peccatrice? Meglio parlare di Chiesa santa composta di peccatori.
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Cattolica |
Può essere intesa in senso quantitativo o qualitativo. Quantitativo si tratta di non avere dei limiti di etnia, come le hanno ebrei e mussulmani, l'elemento di identità è la fede. Qualitativo invece è accogliere le ricchezze peculiari di ogni cultura. Lungo la storia della Chiesa ha prevalso più che altro la linea quantitativa, si riusciva a vedere la parte nel tutto ma non il tutto nella parte. Il Vaticano II usa l'attribuzione "cattolica" in entrambi i sensi. Alcuni autori mettono in dubbio che Gesù abbia comandato la missione universale ai suoi discepoli, ma che ha invece inviato alle pecore della casa di Israele. Bisogna tenere presente che la Chiesa prende coscienza dei fatti nella storia, e che lo Spirito Santo apre prospettive nuove alla Chiesa, nuove ma non contrarie alla missione di Gesù, come l'universalità non è contraria alla missione di Gesù e fa attenzione alla qualità, esempio ne è Paolo che ad Atene città dei filosofi, usa la filosofia. C'è un pluralismo che è ricchezza e la Chiesa deve accettare, il problema nasce quando il particolare si assolutizza e quindi non è più sana l'unità del tutto. La Chiesa è di tutti e per tutti, questo fa correre il rischio che la Chiesa eviti i conflitti, si tiri fuori, la Chiesa come Gesù invece deve avere la preferenza per i poveri, non è un'ozione esclusiva ma preferenziale.
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Apostolica |
Mentre la cattolicità riguarda la Chiesa nello spazio, l'apostolicità nel tempo, vuol dire essere fedeli alle proprie origini, nasce con le prime eresie per dire la vera Chiesa. Per apostolicità in senso stretto si intende quella dei 12, poi Paolo la estenderà anche ai fondatori di Chiese. C'è un dono e un compito dell'apostolicità, il dono è la promessa che la Chiesa rimarrà per sempre e le forse del male non prevarranno, il compito è quello di conservare il modello di fede apostolico. L'apostolicità non va vista solo in riferimento al passato ma anche al futuro, in chiave escatologica. Il concetto di apostolicità è sempre più stato legato a quello di successione apostolica, sino a Lutero che rinnegherà questo per l'apostolicità di dottrina. Non è importante per Lutero che ci sia una successione apostolica, ma che si sia salvata la dottrina apostolica, che si viva la dottrina apostolica. Le posizioni tra cattolici e protestanti sono ora in avvicinamento. Al centro della comunione tra le Chiese c'è il vescovo di Roma, il Papa, unico successore di un apostolo preciso che è Pietro. Nel Vaticano II c'è la riaffermazione del primato giuridico del Papa. Nonostante ciò è il collegio episcopale che detiene l'apostolicità, tanto è vero che un concilio può condannare eretico un Papa. Tutta la Chiesa è apostolica, non alcuni. |
Ecumenismo |
La parola ecumenismo deriva da casa è la casa comune degli uomini. Questo argomento tocca il tema profondo dell'unità che sta a cuore di tutto il Nuovo Testamento. La situazione attuale è nata da un'altro grande valore che è la Verità, ciò che divide è le verità a cui si credono e che si difendono. Dal Concilio di Trento si è sviluppato il modello esclusivista, che aspetta il ritorno di chi si è staccato da dogmi, sacramenti e autorità papale, questo rimane il modello della Chiesa sino al Vaticano II. Oggi invece si sono aperte opportunità di dialogo. L'inizio dell'ecumenismo si ha nel 1910 e in ambito protestante, ci si accorge che non si può portare ai popoli Gesù essendo divisi, e quindi almeno nelle cause sociali che ci sia questa unione, poi si svilupperà in un dialogo anche teologico. Dalla Chiesa cattolica fu preso inizialmente in modo freddo, venendo fuori dal protestantesimo, e rimaneva ancora alla posizione esclusivista del ritorno. Con il Vaticano II le cose cambiano. A livello trasversale l'ecumenismo è un tema che passa in tutto il concilio, anche a livello di tema particolare è trattato in Unitatis redintegratio e Orientalium Ecclesiarum. Ci sono anche dei gesti significativi come quando nel 1965 c'è l'abolizione delle reciproche scomuniche tra Paolo VI e Atenagora.
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