In questa grande assemblea che è la Chiesa cattolica si può considerare da
una parte la voce che convoca o la forza che unisce tutti i suoi organi con
tutti i suoi strumenti cui essa dispone e dall'altra l'assemblea ormai
costituita ossia l'insieme dell'assemblea ormai riunita. Il problema è di
riconoscere nella Chiesa:
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L'aspetto oggettivo, la
Chiesa congregans,
condividere la stessa fede, seguire lo stesso papa. Si fonda di più
sull'aspetto cristologico. Ci sono organi strumenti e persone preposti a
questo
-
La
Chiesa congregata
che è l'unità delle persone, la comunità convocata. Si fonda di più sull'aspetto
pneumatologico.
Il rischio è i accentuare l'aspetto
congregans
e fare della Chiesa una cosa puramente
istituzionale, posso
accentuare il secondo e farne una cosa puramente sociale. L'equilibrio tra
questi due aspetti è la sanità della Chiesa.
Questo problema viene affrontato con le categorie
ecclesiologiche della
societas
e quella di
communio.
Il primo riguarda l'aspetto societario, per almeno 8 secoli l'ecclesiologia
si è espressa attraverso il concetto di società. Questo concetto di
società si afferma in
tre periodi precisi, innanzitutto al tempo della riforma gregoriana,
ulteriormente poi in reazione al luteranesimo, Lutero era un
anti-istituzionalista, e poi ancora contro le teologie liberali del XIX secolo.
Questi tre nuclei storici hanno favorito la formulazione del concetto di
società.
C'erano dei vantaggi in questo modello di società perfetta:
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Affermare la storicità
della Chiesa, una realtà visibile, affermare la situazione
storico-visibile della Chiesa, la comunione è già qualcosa di più
interiore.
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L'aspetto visibile-organizzativo.
Una società si regge su un'organizzazione.
-
L'autonomia della Chiesa,
ha avuto così una sua autonomia di fronte alle società temporali.
Una volta divenuto il concetto principale della Chiesa, ha determinato anche,
però,
alcuni impoverimenti che hanno creato delle reazioni. La Chiesa è stata
attraversata spesso da movimenti antigerarchici, antiocietari con all'apice
Lutero. Lutero attacca l'identificazione societaria preferendo la nozione di
chiesa come assemblea di fedeli. La reazione al protestantesimo susciterà un atteggiamento di difesa,
intensificando l'elemento di
società, parlando molto dei sacramenti e poco della fede, della fiducia.
Pietra miliare dell'ecclesiologia
societaria, in reazione della visione protestante, sarà Bellarmino. Scrive
un libro che influenzerà tutti gli autori successivi, accentua gli elementi
esteriori, mettendo da parte la realtà interiore. Pensava la Chiesa in modo
simile a uno stato. Bellarmino risponde all'invisibilismo dei protestanti ma
in altri contesti sa far risaltare anche l'elemento invisibile.
Si appartiene alla Chiesa come si appartiene allo stato? Per una via
puramente esteriore, per Bellarmino è un po' così. La differenza sta solo
nel fatto che questa società era fondata da Gesù? Un po' poco. Gli autori
successivi saranno meno sensibili all'invisibilità della Chiesa, aumenta la
categoria societaria. Nel
De Ecclesia
di Biò scompare ogni riferimento allo
Spirito Santo, la congregatio
fidelis è semplicemente la massa dei
fedeli che deve seguire le direttive della Chiesa
congregans.
Questo è a causa della reazione ai protestanti, si pone l'attenzione intorno
al papato al punto da identificare il concetto di Chiesa con la nota della
romanità.
Tre conseguenze di questa
ecclesiologia societaria sono:
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Istituzionalismo, l'istituzione
è un concetto molto criticato ora, ma nell'ecclesiologia
non è una realtà negativa. L'istituzionalismo è l'esagerazione del
sistema, la Chiesa ha un sistema, ha dei
dogmi. In
ecclesiologia non è
un concetto negativo l'istituzione,
perché è ciò che consente alla
Chiesa di esprimersi nel tempo e nello spazio. E' ciò che offre ai
fedeli di disporsi in comunione visibile con gli apostoli. Lo Spirito
non è prigioniero dell'istituzione è più grande dell'istituzione,
tuttavia non è alieno all'istituzione, che è un dono dello Spirito.
Nella sua forma essenziale l'istituzione è composta da tre elementi: il
deposito della fede, i sacramenti e il ministero. E' ciò che permette
agli elementi della fede di rimanere nel tempo. Il problema è che quando
diciamo istituzione in genere mettiamo dentro elementi secondari, che da
essere secondari assumono un concetto centrale. L'elemento della messa
in latino o in italiano è centrale? Sino al quarto secolo si celebrava
in greco, poi in latino. La riflessione diventa problematica quando si
deve collocare l'importanza di questi elementi, quando la difesa del
dogma diventa dogmatismo diventa negativo, quando la difesa del rito
diventa ritualismo, quella del clero diventa clericalismo.
Nell'istituzionalismo il credente non si sente più come qualcuno che fa
la Chiesa ma semplicemente come qualcuno che è fatto dalla Chiesa,
attraverso precise disposizioni di ingresso e regole da seguire.
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Giuridizionalismo,
esagerazione della legge, del diritto. La Chiesa ha bisogno di un
diritto, perché non è una realtà informale, nascosta nei cuori alla
maniera luterana. In paradiso non ce ne sarà più bisogno, ma qui si.
Tuttavia i trattati di ecclesiologia hanno fatto perno su questo punto,
fino a fare di queste leggi un valore assoluto. Si accentuano quindi
leggi, regole e sanzioni, quasi ad arrivare al punto che persino la
salvezza si possa ottenere tramite delle pratiche esterne.
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Clericalismo,
accentuazione
dell'elemento ineguale, all'interno della Chiesa c'è uguaglianza sul
piano ontologico, tutti
quindi si è battezzati, e tutti quindi si è sacerdoti, re e profeti, c'è
però un'ineguaglianza sul piano ministeriale. Questa ineguaglianza
spesso in un'esagerazione è stata vista sul piano
ontologico, di
sacramentalità, Rosmini la considera una delle cinque piaghe. Il
cardinale Congar nel 1947 ha denunciato questo pericolo, conia un
termine che è gerarcologia, se ne serve per indicare il rischio di una
legge piramidale, il popolo così appare passivo. Il clericalismo produce
soprattutto l'emarginazione della realtà carismatica che è sottomessa a
una serie di condizionamenti.
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