TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

Conosciamo e crediamo

 

Che cos'è la Chiesa?

 

Introduzione

 

Cos'è la Chiesa?

 

          Possiamo definirla? C’è una definizione di Chiesa? Non c’è una definizione formale di Chiesa. Generalmente sono tutti concordi che è difficile trovare una definizione di Chiesa, impossibile e inappropriato. Si è tentato di farlo per esempio come “Società perfetta di diseguali” ma rinchiudendo il concetto Chiesa in un solo registro. È improprio definire la Chiesa perché bloccherebbe il suo sviluppo, impoverisce il mistero, quando si vuole definire una realtà soprannaturale la si limita. La Chiesa non si comprende dal di fuori ma solo dal di dentro.

          Quali sono le vie per conoscere la Chiesa?

  1. Una prima via è quella della Storia, la Chiesa non è un oggetto statico immobile, dato una volta per tutte, in cui i contorni si possono disegnare una volta per sempre, è in evoluzione, ha il compito di aggiornarsi secondo le problematiche del tempo. Da sfatare il mito della Chiesa semper eadem, la Chiesa sempre la stessa. No, la Chiesa cambia, si aggiorna, si adatta al tempo e dà risposte per gli uomini del suo tempo. Da sfatare anche il mito della Chiesa sempre reformand, sempre riformata, riformata si, ma sempre è troppo, la Chiesa ha una continuità con il passato che non le si può e non le si deve togliere. La Chiesa è sempre la stessa e sempre riformabile, queste due proprietà vanno strettamente insieme. Studiare la Storia della Chiesa, non concentrati solamente sulle date e sui personaggi, ma a partire dalla storia del dogma della Chiesa, permette di distinguere il relativo dall’assoluto, c’è qualcosa di assoluto e qualcosa di relativo, il problema è che cosa è assoluto e che cosa è relativo? Elemento di assolutezza perché deriva da Dio, ma è di uomini quindi elemento di relatività. Cosa deve mantenersi e cosa può cambiare? La conoscenza della Storia ci permette a volte di fare una prima operazione di discernimento, che cosa è assoluto e che cosa è relativo? La resurrezione è assoluto, ma non solo teologicamente, ma perché è creduto sin dall’inizio come cosa fondamentale. Naturalmente bisogna stare attenti anche con che tipo di auto comprensione ci si accosta alla storia. Può esserci la prospettiva dell’idealismo fondamentalista che legge la Chiesa solo all’interno dell’eaden, il fisso, con la paura di qualsiasi cosa di diverso come ad esempio la messa dal latino all’italiano. Secondo atteggiamento il conservatorismo infallibilista che attribuisce alla Chiesa caratteri divini e basta, dandole tutte le caratteristiche di Dio. Terzo atteggiamento il progressismo militante, che pensa che la Chiesa sia una realtà che ogni mattina deve essere inventata da capo, c’è invece una continuità.

  2. Una seconda via è quella della descrizione, se la definizione non si può dare la si descrive una cosa, procedimento descrittivo, che cerca di rappresentare in maniera più o meno particolareggiata gli elementi costitutivi della Chiesa. Questa via descrittiva a sua volta è fatta attraverso diversi linguaggi per esempio c’è il linguaggio dell’immagine, una via delle immagini, al suo interno ci sono metafore, simboli, allegorie. Non tutte queste immagini hanno la stessa forza espressiva, la più espressiva delle categorie delle immagini è il simbolo, la più forte. In quanto il simbolo non soltanto rimanda alla realtà significata ma in qualche modo la contiene. Nella Bibbia ci sono molte immagini, il Regno paragonato al lievito, il chicco di senape, immagine dell’ovile, del gregge, immagini collettive per raffigurare la Chiesa. Anche nei Padri, molto presente ad esempio la Chiesa come Regno di Dio, l’arca di Noè serve già come paragone per la Chiesa, in mezzo alle intemperie offre protezione e salvezza. Un’immagine molto rilevante nei padri è quella dell’Ecclesia Mater, innanzitutto per indicare la preesistenza della Chiesa, la Madre è prima dei suoi figli, questo è molto presente nel Pastore di Erma, c’è una visione in cui un giovane vede una vecchia allora domanda a colui che lo guida nella rivelazione chi è ed è la Chiesa, ed è vecchia perché la Chiesa esiste da sempre, prima della creazione del mondo è già nel piano di Dio. Con Cristo la Chiesa si manifesta ma già prima c’era, Agostino la indica già da Abele. La madre allatta, nutre, quindi spesso la Chiesa richiama questa immagine di sè come colei dal cui latte siamo nutriti. Cipriano famoso per aver detto “Non si può avere Dio per Padre se non si ha la Chiesa per Madre”, di qui la sua idea che chi si separa dalla Chiesa si condanna alla morte, chi si separa dalla Madre si separa dal Padre. Importante l’immagine della Chiesa come sposa, Clemente Alessandrino, Damasceno, questo con tutti i suoi corollari, a volte viene chiamata la fidanzata, la promessa sposa a Cristo, la Chiesa è la camera nuziale con Cristo. Lumen Gentium n.6.

  3. Un’altra via è quella dei criteri, già affermata dai tempi di Ireneo di Lione, quando nella controversia contro gli eretici, che sostenevano loro di essere la vera Chiesa, Ireneo comincia a fare percorso ad alcuni elementi caratterizzanti per distinguere la vera Chiesa di Cristo. Famoso per avere elaborato il criterio dell’apostolicità, della successione apostolica, scrivendo che le lingue sono diverse ma la forma della tradizione è la stessa. Da allora tutte le Chiese fanno una lista dei vescovi che si sono succeduti. Un altro autore è Ottato, lui costruisce quasi l’ecclesiologia già sulle note della Chiesa, tra queste valorizza l’apostolicità, accenna alle doti della Chiesa, riferendosi alla sposa del cantico dei cantici, la vera Chiesa ha in se una dote. L’elenco più autorevole è quello del credo niceno-costantinopolitano “Una Santa, Cattolica, Apostolica”, ciò che cambia è la denominazione, quella ufficiale è note della Chiesa, ma ecclesiologie più recenti preferiscono superare questa terminologia, “dimensioni della Chiesa” “le proprietà della Chiesa”. Perché questa diffidenza del termine “note”? Nel catechismo della Chiesa Cattolica si parla ancora di note, ma la diffidenza nasce perché sono state utilizzate in termini apologetici polemici contro i protestanti, si dava l’impressione che le note fossero delle qualità già delineate, mentre si tratta anche di compiti della Chiesa, chiamarle in altro modo serve per avere questa visione più dinamica, sono realtà in cui la Chiesa deve crescere. Sempre in reazione al protestantesimo, loro pure d’altronde riconoscono queste proprietà alla Chiesa, una nota prevalente diventerà “Chiesa cattolica romana”.

  4. La via delle categorie, cosa sono le categorie? Categoria che possono anche essere immagini, ma formulate in modo da circoscrivere tutto l’oggetto dello studio che è la Chiesa, la Chiesa Madre è particolare, non mi offre il tutto della Chiesa, ci son degli aspetti che restano fuori. Le categorie, ci permettono di circoscrivere l’aspetto Chiesa nel suo generale, trovare alcuni concetti che diano il senso del tutto. Per otto secoli noi abbiamo avuto una categoria ecclesiologica dominante, la Chiesa società perfetta, oggi conosciamo molte altre categorie, come quella di Sacramento, la categoria sacramentale ha voluto avere la pretesa di circoscrivere tutta la Chiesa. Altra categoria è quella di Popolo di Dio, oppure Comunità. Il panorama odierno è possibile ridurlo alla scelta tra due grandi categorie, quello di società o quello di comunione, per primo domina il Vaticano I, nel secondo il Vaticano II, il sinodo straordinario dei vescovi, ha sostenuto questa tesi, che la categoria di comunione, attraversa tutto il Vaticano II. Non c’è rottura, non è che quando parlo di Chiesa Società e di Chiesa Comunione parlo di due cose opposte.

  5. Un’altra via è quella del soggetto, porci non tanto la domanda di cos’è la Chiesa ma chi è la Chiesa, proprio su questa soggettualità ecclesiale ci sono alcune deduzioni, il gerarcologismo, si intende una comprensione del soggetto della Chiesa riferito esclusivamente ai membri della gerarchia, la reificazione, quando si riduce la Chiesa a qualcosa di impersonale e non si comprende bene quale sia il soggetto, in molti casi avviene con l’istutuzionalismo, anche l’istituzione è un’attività preziosa, però è una riduzione esaurire il concetto di Chiesa alla sola istituzione, la Chiesa ha al suo interno l’istituzione, ma non è solo questo, in questi casi è una Chiesa Cosa, terzo caso è la spiritualizzazione, una visione unicamente misterica della Chiesa. Anche "la Chiesa siamo noi", è giusto, ma porta il rischio del comunitarismo, siamo noi, ma è di Dio prima di essere nostra. Bisogna trovare limiti e contenuti positivi in ogni soluzione, il termine Chiesa è compromesso nel suo uso storico, è diventato sinonimo di istituzione. Addirittura è compromesso in termini architettonici, pensano alla Chiesa come le mura della Chiesa. Addirittura ha significati politici, identificandola con lo stato vaticano, anche la Chiesa è comunione, è un po’ astratto, la Chiesa non è solo un volersi bene, anche il termine comunità può produrre il comunitarismo, esaurendo la Chiesa solamente in un insieme di sentimenti. Il concetto di popolo non è risolutivo anch’esso, non tiene presente l’aspetto che bisogna essere convocati e radunati nell’assemblea liturgica. L’ecclesiologia deve essere costantemente stimolata da questo interrogativo, dice Congar, “che cosa si suppone quando si dice il termine Chiesa?”. Quando Congar approfondisce la categoria di sacramento, ma chi è il sacramento della Chiesa? Il corpo di Dio nella sua storia. Un’altra domanda ecclesiologica può essere a chi serve la Chiesa? Può servire alla difesa delle eresie, alle resistenze verso gli attacchi dall’esterno ecc.. Altra domanda sulla Chiesa può essere quella dov’è la Chiesa? I luoghi dove c’è Cristo sono quelli in cui più persone si radunano in suo nome, quindi il punto più alto è la celebrazione eucaristica, dove c’è Cristo c’è la Chiesa.

 

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