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La Parola

 

          Importante concetto è il recupero del rapporto tra Chiesa e Parola. Per reagire ai protestanti che erano la Chiesa della Parola, c'è stato il rischio che ci configurassimo come Chiesa dei sacramenti, c'è stata questa divaricazione, ma anche la Parola è un valore nostro. Questo implica un dinamismo specifico, siamo Chiesa della Parola innanzitutto esercitando l'arte dell'ascolto. La Parola ascoltata, secondo Rahner l'uomo è fatto per ascoltare una parola definitiva, che giunge attraverso Gesù di Nazareth, questo ci impegna a livello ecclesiale ad annunciare a predicare la Parola.

          La Parola è strumento di conoscenza? Per l'ebreo no, per il semita la Parola è azione, non è conoscenza ma azione, dabar viene da barà, che significa creare, non è conoscenza quindi, ma è creazione. Le lettere paoline sviluppano molto il senso generale di questo legame Chiesa-Parola, la Parola genera la Chiesa, l'apostolo interpreta la parola come generante, la convinzione di Paolo è tale che porta a considerare l'evangelizzazione un compito esclusivo “Cristo mi ha mandato ad evangelizzare e non a battezzare” la Parola genera le comunità. Non si può parlare della Chiesa senza far emergere il ruolo determinante della Parola, la Chiesa è generata dalla Parola, non soltanto in un punto del passato, ma continuamente. Dabar porta in sé la forza stessa del divino, non distingueva il semita la Parola dall'essere che la dice. La Parola non è tanto per saper di più non è tanto una conoscenza, la Parola genera. Per Parola di Dio intendiamo innanzitutto la fiducia e la fede verso il Dio che parla, la Sacra Scrittura è la forma più elevata della comunicazione della Parola di Dio, ma non c'è solo questo, anche la catechesi, l'omelia è una forma privilegiata di Parola di Dio. È importante quindi saper motivare la generatività della Parola, San Paolo dice di aver generato le chiese tramite il vangelo, è la Parola che genera, comunicare la Parola di Dio è operare la salvezza.

          La Parola liturgica, Parola e liturgia spesso sono viste in linee parallele, invece son due aspetti bipolari, non esiste l'uno senza l'altro. L'unione più feconda tra la Parola e la Chiesa avviene nella liturgia, pensiamo soltanto a come la Parola fa il sacramento, dobbiamo dire le parole “io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, ma il rito l'aspetto materiale è ugualmente importante, l'elemento rituale è allo stesso modo determinante è ciò che attualizza la Parola. Quindi Parola e liturgia, Parola e Sacramento devono essere visti in maniera strettamente collegata. Perché la liturgia è così importante nella comunicazione della Parola? la Parola di Dio durante la liturgia non è paragonabile a quella nella catechesi. La Bibbia, la Parola di Dio è per sua natura dialogica, non parla per farti conoscere ma per incontrarti, la Bibbia è il luogo dell'incontro con Dio. L'elemento del conoscere non è trascurato, ma non è la parte principale. Nella liturgia la comunicazione tra Dio e l'uomo raggiunge il massimo livello, la liturgia ha una natura dialogica. La liturgia è quindi il momento più alto della comunicazione della Parola di Dio, è un dialogo ufficiale tra lo Sposo e la Sposa, tra Cristo e la Chiesa. I libri della Sacra Scrittura inoltre sono nati per la liturgia e nella liturgia, quindi operarla nella liturgia è donarle il contesto da cui è nata. Per cui proclamare la Parola di Dio durante la messa è offrirle il contesto originario. Tutte le attività che il popolo deve fare sulla Parola di Dio, avvengono soprattutto nell'assemblea. Lo Spirito che permise alla Parola di farsi libro nella liturgia permette al libro di farsi Parola. L'azione liturgica dinamicizza l'azione della Parola.

          Quindi la Parola dà alla liturgia e la liturgia dà alla Parola. Per la fede che è necessaria nei sacramenti è indispensabile la Parola, per avere fede, per credere bisogna conoscere la Parola infatti. Negli Atti (At 20,7) l'attenzione alla Parola è molta, la celebrazione liturgica è primariamente un ascoltare, intendere e comprendere la Parola divina. Lentamente poi piano piano venne sempre più considerata un'introduzione, una preparazione alla parte sacramentale. Il Concilio Vaticano II ha invece disposto che le celebrazioni sacramentali abbiano una ricca liturgia della Parola. D'altronde come abbiam detto è importante anche il ruolo liturgico che attualizza la Parola, "la celebrazione liturgica dona la propria voce alla Parola di Dio perchè si operi la sua attuazione"1. Sin dall'Antico Testamento, il Popolo di Dio si crea dall'ascolto collettivo della Parola di Dio, ora Dio non ha smesso di parlare e di dover essere ascoltato.

           Ci son tre doni legati alla Parola: la profezia, il senso della fede e l'infallibilità.

  1. L'aspetto profetico è uno degli aspetti, la Parola non è di per se profezia, la profezia esprime una tipologia è un fenomeno biblico molto attestato, è un aspetto privilegiato della comunicazione della Parola in quando pervade un grande senso di forza. È una Parola non solo di previsione, ma soprattutto una Parola in situazione, la capacità di leggere il momento storico alla luce del disegno di Dio. È una Parola di libertà la parola profetica, non si diventa profeti per consegna, per mandato, la parola profetica è libera, nasce dalla libertà dello Spirito e nasce dallo Spirito, ci può essere il caso di parole magisteriali profetiche, ma le due cose non si identificano, in alcuni casi la parola profetica rivolge critiche all'istituzione. Il profeta non può essere addomesticato, più che voce dell'istituzione è colui che denuncia anche le incoerenze ovunque ci siano. In virtù del battesimo questo dono è dato a tutti i battezzati, l'effusione dello Spirito abilita alla profezia tutta la comunità: c'è un'estensione della profezia. Questo non vuol dire che la profezia per qualcuno non sia un carisma particolare, come viene testimoniato soprattutto da Paolo. Il magistero ha anche il compito di discernere la profezia, nella Chiesa antica spesso si parla di donne profetesse della Chiesa, veniva riconosciuta questa caratteristica. Molte di queste donne si metteranno a capo di sette non sempre ortodosse, questo produrrà maggior controllo del carisma profetico sino a un assorbimento nel magistero stesso, certo non mancheranno le profetesse, Santa Caterina, Santa Brigida. La chiusura della rivelazione con l'ultimo scritto della Bibbia si è detto che causava anche la fine dei carismi e dei profeti, ciò che emerge è che se la Chiesa non è fondata solo sulla parola degli apostoli ma anche quella dei profeti, la sua realizzazione si coglie non solo sulla linea cristologica ma anche pneumatologica.

  2. Secondo aspetto della responsabilità della Chiesa è il sensus fidei. Ci sono state nella storia due interpretazioni: nell'ecclesiologia societaria, indicava soprattutto la docilità del popolo alle decisioni magisteriali, aveva un'interpretazione passiva quindi, nell'ecclesiologia contemporanea del Vaticano II, l'ecclesiologia pneumatologica, il sensus fidei intende un'attività di tutti i fedeli del duplice compito di mediare e trasmettere la Parola di Dio. Il sensus fidei esprime la fiducia che Dio non lascerà mai il suo popolo senza verità e gli lascia la possibilità di poterla riconoscerla. Il sensus fidei ha un carattere soggettivo, il dono di saper riconoscere la verità, il cristiano ha questo istinto a riconoscere la verità, saper dove profuma la verità. Il problema è che come i sensi si appannano quando non li sviluppiamo, così si appanna il sensus fidei se non lo sviluppiamo, ce l'abbiamo con il battesimo ma deve essere sviluppato. Sul piano oggettivo il sensus fidei indica una realtà complessa sulla verità, il ritrovamento, l'approfondimento, l'interpretazione alla vita, saperla interpretare e applicarla alla vita. Una conseguenza di questo dono è che pastori e teologi devono sapersi porre in ascolto anche del popolo, i fedeli devono essere in ascolto del magistero e il magistero in ascolto dei fedeli. Il dogma dell'immacolata concezione nasce appunto dal sensus fidei, fior di teologi erano contrari a questo dogma, è andato avanti per volontà del popolo, da sempre il popolo ha onorato in Maria questa caratteristica. L'opinione pubblica e la prassi possono essere due organi di trasmissione del sensus fidei, l'opinione pubblica indica chiaramente sempre un discernimento, non ci vuole molto infatti ad influenzare l'opinione pubblica, l'opinione pubblica è quella che ha riconosciuto Gesù Figlio di Dio e ha gridato “crocifiggilo”. Il problema teologico è quello del consensus fidei, viene richiamato il concetto dell'opinione pubblica e della prassi, nel dogma dell'immacolata concessione era quello della prassi, il popolo di Dio continuava a festeggiare la festa nonostante i vescovi togliessero il rito dal messale. Anche il Papa prima di poter definire un dogma deve ascoltare la Chiesa e può definire dogma solo ciò che trova nella fede della Chiesa. In sintesi il sensus fidei porta all'ascolto dei fedeli al magistero e del magistero ai fedeli, comporta il divenire uditori gli uni degli altri in una prospettiva dialogica.

  3. Terzo elemento da studiare è l'infallibilità, ci rifacciamo alla Lumen Gentium, il problema è quello del soggetto, chi è il soggetto dell'infallibilità? la prima risposta che ci viene è “il papa”, invece bisogna avere una visione ecclesiologica. Ognuno è animato da un'infallibilità unica che è quella della Chiesa, infallibile è la Chiesa, ognuno esercita questa caratteristica della Chiesa a seconda della posizione che occupa nel corpo. Chiaramente il Papa è colui che ha la posizione predominante, ma l'infallibilità papale non è un fatto suo esterno alla Chiesa. Mettiamo che il Papa in un enciclica scrive che la divinità di Gesù non è effettiva, ma è solo una grandezza, Gesù da ora in poi per la Chiesa è solamente uomo, fa questo ex cathedra. In questo caso il Papa verrebbe considerato eretico e decade, l'infallibilità quindi non è una caratteristica del Papa ma della Chiesa. L'infallibilità è una dote della Chiesa. Il Papa ha un dono che è di tutta la Chiesa, solo il Papa può essere considerato ministro dell'infallibilità, ma insieme a tutti i cristiani ogni singolo cristiano è portatore del dono dell'infallibilità. Fuori dalla Chiesa anche il Papa cessa di essere quello che è. L'infallibilità è stata data in determinate condizioni, ex cathedra, non ogni enciclica, solo due volte l'ha fatto e in caso di dogmi mariani comunemente accettati. La Pastor aeternus ci ricorda che la dottrina infallibile del Papa può avvenire ex cathedra solo riguardo ad elementi di fede e di morale. Anche il concilio è organo dell'infallibilità, l'episcopato quindi e anche  l'universalità dei fedeli (LG 12).

 

1 Triaccia, Bibbia e liturgia, 185

 

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