Il Consiglio etico tedesco ha proposto ieri di depenalizzare l’incesto, quando le relazioni sessuali avvengono tra fratello e sorella e solo se entrambi adulti. Ha anche consigliato di abbassare le sanzioni in caso di incesto con un minore.
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Germania, Consiglio etico: bisogna depenalizzare l’incesto in nome del diritto alla «autodeterminazione sessuale» | ||
Il Consiglio etico tedesco ha proposto ieri di depenalizzare l’incesto, quando le relazioni sessuali avvengono tra fratello e sorella e solo se entrambi adulti. Ha anche consigliato di abbassare le sanzioni in caso di incesto con un minore. |
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IL CASO. Il Consiglio ha discusso di questo tema in seguito al caso della coppia incestuosa di Leipzig, che ha fatto scalpore in Germania e in tutto il mondo. Patrick, adottato all’età di sette anni, dopo aver incontrato da maggiorenne la sorella Susan, se ne è innamorato e ha cominciato con lei una relazione amorosa generando quattro bambini, due dei quali disabili. Patrick è stato condannato a più di tre anni in prigione, Susan ha passato un periodo in una clinica a causa di alcuni problemi mentali.
LEGGE E MORALE. L’incesto tra fratelli è punito dall’articolo 173 del Codice penale tedesco, ma secondo il Consiglio «la legge penale non è il mezzo adatto a proteggere un tabù sociale e non serve a imporre standard o barriere morali». La legge infatti, si legge nella risoluzione votata a maggioranza, serve solo a proteggere «gli individui e l’ordine sociale». Questi ultimi sarebbero già tutelati dalle leggi vigenti sulla violenza sessuale e non c’è quindi bisogno di avere uno specifico articolo che punisca l’incesto. «AUTODETERMINAZIONE SESSUALE». Anche perché, continuano i Saggi, «l’incesto tra fratello e sorella è molto raro nelle società occidentali» e le sanzioni obbligano queste persone «ad agire in segreto e a rinnegare il loro amore». E questo sarebbe contrario al diritto alla «autodeterminazione sessuale». La posizione netta presa dal Consiglio non obbliga in alcun modo il Parlamento tedesco a prendere provvedimenti in questo senso ma è molto influente: quando nel 2011 i Saggi si erano espressi a favore della allora vietata diagnosi pre-impianto nell’ambito della fecondazione assistita, il Parlamento l’ha poi approvata nello stesso anno e attuata nel 2013. |
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Fonte: Tempi.it |