Vedo quell'angelo nelle sembianze di una bambina di 11 anni, spossata da due
lunghi anni di trattamenti diversi, manipolazioni, iniezioni e tutti i
problemi che comportano i programmi chimici e la radioterapia. Ma non ho mai
visto cedere quel piccolo angelo. L'ho vista piangere molte volte; ho visto
anche la paura nei suoi occhi, ma è umano!
Un giorno sono arrivato in ospedale presto e ho trovato il mio angioletto
solo nella stanza. Ho chiesto dove fosse la sua mamma. Ancora oggi non
riesco a raccontare la risposta che mi diede senza emozionarmi
profondamente.
“A volte la mia mamma esce dalla stanza per piangere di nascosto in
corridoio. Quando sarò morta, penso che la mia mamma avrà nostalgia, ma io
non ho paura di morire. Non sono nata per questa vita!”
“Cosa rappresenta la morte per te, tesoro?”, le chiesi.
“Quando siamo piccoli, a volte andiamo a dormire nel letto dei nostri
genitori e il giorno dopo ci svegliamo nel nostro letto, vero? (Mi sono
ricordato delle mie figlie, che all'epoca avevano 6 e 2 anni, e con loro
succedeva proprio questo). È così. Un giorno dormirò e mio Padre verrà a
prendermi. Mi risveglierò in casa Sua, nella mia vera vita!”.
Rimasi sbalordito, non sapendo cosa dire. Ero scioccato dalla maturità con
cui la sofferenza aveva accelerato la spiritualità di quella bambina.
“E la mia mamma avrà nostalgia”, aggiunse.
Emozionato, trattenendo a stento le lacrime, chiesi: “E cos'è la
nostalgia per te, tesoro?”
“La nostalgia è l'amore che rimane!”
Oggi, a 53 anni, sfido chiunque a dare una definizione migliore, più diretta
e più semplice della parola “nostalgia”: è l'amore che rimane! Il mio
angioletto se ne è andato già molti anni fa, ma mi ha lasciato una grande
lezione che mi ha aiutato a migliorare la mia vita, a cercare di essere più
umano e più affettuoso con i miei pazienti, a ripensare ai miei valori.
Quando scende la notte, se il cielo è limpido e vedo una stella la chiamo il
“mio angelo”, che brilla e risplende in cielo. Immagino che nella sua nuova
ed eterna casa sia una stella folgorante.
Grazie, angioletto, per la vita che ho avuto, per le lezioni che mi hai
insegnato, per l'aiuto che mi hai dato. Che bello che esista la nostalgia!
L'amore che è rimasto è eterno.
(Dr. Rogério Brandão, oncologo)
[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti] |