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Viaggio verso Gerusalemme |
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Gerusalemme, seguendo San Luca, è il viaggio che rivela Gesù, prima di far questo Gesù rompe con le folle, compiva segni e prodigi, suscitava stupore, si creavano molte attese, molto mistero, era praticamente impossibile non prendere posizione nei suoi confronti, dalla posizione dei discepoli di Giovanni Battista, agli indifferenti, in Mt 12 si chiameranno “generazione malvalgia e adultera” che chiede segni. Grandi odi e grandi amori di fronte a Gesù, i discepoli crescono per certi versi, ma la folla resta anonima non prende posizione, Gesù invita i discepoli a fare un salto di qualità, e qui c'è una rottura con la Galilea. Gesù vuole sottrarsi a ogni interpretazione magica o politica, Gesù sa che a volte non è accettato, per questo si ritira sul monte a pregare, e dopo la moltiplicazione dei pani partì su una barca e si ritirò in un luogo deserto, questo disagio lo vediamo raccontato in Mt 16,13. Testo importante per capire chi è Gesù, la risposta di Pietro teologicamente è perfetta. In Mt 16,21 si introduce la profezia della passione, un messia sofferente e umile non era un vero messia per Israele, anche perchè il libro del Deuteronomio torna attuale nella passione di Gesù, un messia appeso al legno era inimmaginabile. Quella ispirazione di Pietro diventa poi un po' delusione, non aveva così chiara l'idea di chi era il messia. Gesù prepara i discepoli al suo cammino, un cammino “necessario”. Mt 16,21 svela il suo segreto messianico, non del tutto, ma è un messia che deve soffrire, sarà palese soltanto con l'evento della resurrezione, ma la piena glorificazione di Gesù è sempre nella croce. Il periodo post galilaico prelude all'ultima fase di Gesù, il suo programma di vita si sarebbe completato e Gesù avrebbe svelato la sua gloria. Luca 9 da un punto di vista redazionale, segna da una parte la cesura, dall'altra l'unione tra le due parti del vangelo, Gesù si volge verso Gerusalemme. Il testo italiano non dà del tutto il significato greco letteralmente significa Gesù indurì la faccia, questo è un semitismo, la troviamo nell'Antico Testamento, indurire il volto è quando qualcuno si arrabbia, quando gli viene data una notizia non bellissima. Questo versetto è importante per farci capire che tutto ciò è una decisione sua, va incontro al suo destino. Chi è Gesù si comprende dal verso dove Gesù va, non c'è una definizione astratta di Gesù, ma è il coinvolgimento nella sua storia che mi dice chi è Gesù. Se la Galilea ce l'ha mostrato come un profeta del Regno avvicinato a noi e ormai realizzato, Gerusalemme ce lo mostrerà come un messia regale, la persona di Gesù emerge dal suo destino di morte e resurrezione. La fede della Chiesa ha aiutato a scoprire questi misteri, nei racconti della passione abbiamo uno zoccolo duro della storia, e sicuramente un'interpretazione della fede. I vangeli sono storia e fede, ed è difficile tagliare le due. Nei racconti della passione ha un posto rilevante il senso apologetico (di difesa della fede), i racconti che noi abbiamo sono una risposta di fronte al mondo giudaico, la confessione di fede in Cristo non ha offuscato l'interesse biografico. La comunità primitiva non ha stravolto il dato iniziale, anzi riscontriamo spesso il criterio dell'imbarazzo, gli apostoli non ci fanno un'eccellente figura nella passione e ora sono a capo delle prime comunità cristiane, gli evangelisti non hanno paura a mettere in evidenza anche gli aspetti negativi dei seguaci di Gesù, i racconti evangelici sono fedeli al dato storico, da questi emerge che la morte di Gesù illumina tutto ciò che c'è prima e che c'è dopo. La morte di Gesù è in continuità con il messaggio del profeta escatologico, questo non solo dalla parte di chi ascolta e assiste, ma nella vicenda storica di Gesù, la morte è perfettamente in linea con quello che Gesù ha vissuto, la morte di Gesù non era la necessità ineluttabile, non è un prezzo da pagare a qualcuno, la morte di Gesù è il coerente sviluppo del suo stile di vita, questa scelta che è costata molto sacrificio, Gesù chiede se possibile di allontanare da lui questo calice, ma fa alla fine una scelta di vita accettata per amore, quello che Gesù vuole e quello che Gesù compie sono la stessa cosa, quello che Gesù dice è quello che Gesù fa. Questa figura della coerenza del martire, la troviamo soprattutto in Luca, non è l'unico aspetto, ma questa è una specificità di Luca. Se invece voglio vedere come il destino della passione e morte emerge nella rivelazione messianica devo vedere il vangelo di Giovanni, per cui Gerusalemme la vede meno come un luogo e più come un fatto teologico, Gerusalemme riassume la questione dell'identità di Gesù che potrà essere rivelata pienamente soltanto nel suo sacrificio. Nel vangelo di Giovanni i dibattiti sulla identità di Gesù e sulla sua fine sono tutti collocati a Gerusalemme. Il dove Gesù va diventa una risposta sull'origine di Gesù, viene dal Padre, viene da Dio. Questo Logos non è tanto quello che cercavano i greci, ma la sapienza di Dio. La morte di Gesù coincide con la sua esaltazione gloriosa. Il morire sulla croce significa essere esaltato “quando sarò sulla croce attirerò tutti a me”. Il senso dell'ascesa, dell'andare verso il Padre, spiega la discesa, sono linguaggi che i Padri della Chiesa usano tanto. |