Processo di fronte a Pilato |
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Abbiamo delle testimonianze di storici sicuramente di parte su Pilato. Era un italiano Pilato, nato nel Sagno, tra Benevento e la Puglia, uomo di forte temperamento, abile, utilitarista, governa 10 anni nonostante si governava 3 anni in genere, era difficile governare la Palestina. Ha la sua sede in Cesarea Marittima, non vanno a Gerusalemme a porre la loro sede per rispettare i giudei. Dove va Pilato quando va a Gerusalemme? O Erode gli cede la sua reggia o nella fortezza Antonia. Le funzioni del procuratore di Roma erano:
La morte di Gesù avvenne probabilmente il 14 del mese di Nisan del 30 o 31 o 32. Ponzio Pilato viveva a Cesarea Marittima abbiamo detto, è un posto strategico, venne ritrovata la lapide di Ponzio Pilato lì successivamente, andava a Gerusalemme a volte per sedare le rivolte. Si dice che il mattino seguente l'arresto condussero Gesù dalla casa di Caifa al pretorio. A Pilato di certo interessava poco che Gesù era un bestemmiatore, non avrebbe accettato una motivazione religiosa, doveva essere giudicato per dei delitti, dei crimini. In Marco si dice che lo portarono legato e malmenato, in Giovanni questo non si dice. Giovanni poi fa coincidere la morte di Gesù con la celebrazione della Pasqua e quindi per lui non entrano nel pretorio per non contaminarsi: Pilato è un pagano e quindi un giudeo non entra nella casa di un impuro sopratutto in periodo di Pasqua. Pilato quasi subito si convince di non aver a che fare con un ribelle se mai con un visionario, cerca quindi di liberare quell'uomo, magari dandogli una punizione. Il vangelo di Luca e solo Luca manda Gesù da Erode, Pilato capisce che la questione di Gesù di Nazareth non è così importante, e Gesù fa scena muta davanti a Erode che a sua volta lo rimanda a Pilato. Interviene poi un fattore che non riuscirà più a controllare: la folla. Il sinedrio sobilla la folla la quale si manifesta intransigente nella volontà che Gesù fosse crocifisso. Pilato cade in un tranello: ogni anno il prefetto di Roma concedeva la liberazione a un prigioniero per la Pasqua e mette di fronte Barabba e Gesù, il popolo sceglie Barabba, Pilato ne rimane sconcertato perchè era ben più pericoloso di Gesù. Allora cerca ancora una strada per liberare Gesù. Pilato come prefetto di Roma poteva mandare a morte Gesù solo per determinati crimini, uno di questi era la sedizione, siccome il crimine era pubblico e c'era l'interesse della comunità il procedimento e la pena sono dell'autorità pubblica, comportava la decapitazione se era cittadino romano, altrimenti le somme pene, quelle delle bestie e della croce. Altri dei crimini possibili erano l'abuso di potere da parte dei magistrati. I giudei capiscono che per condannare a morte Gesù dovevano portargli uno di questi crimini, un crimine che interessava la comunità, e quindi Pilato che pur vuole rilasciare Gesù si trova in trappola, e a un certo punto del vangelo di Giovanni troviamo una frase terribile "«Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare»"Gv 19,12. La volontà di assolvere un innocente si scontra con il cercare di evitare una rivolta, Pilato cede al ricatto del Sinedrio. Più di una volta i giudei vennero a Roma per dire che Ponzio Pilato era troppo severo. Pilato così forte e duro di fronte a questa cosa cede, ha paura di essere considerato non perfettamente fedele a Cesare. I giudei sono abili nei confronti di Pilato, affermano che non hanno altro re se non Cesare. Il cedimento di Pilato avviene quando i giudei affermano che il rilascio di Gesù voleva dire andare contro a Cesare. L'inganno consiste nel significato della parola "farsi re" che per Pilato aveva un significato politico, invece per i giudei è un senso religioso. I due contendenti usano gli stessi termini intendendo cose diverse. Si applica il criterio della inversione dei ruoli, nel racconto di Giovanni che è più lungo mentre Pilato processa Gesù, Gesù processa il mondo. Giovanni vuol far vedere come c'è tutta la rivelazione messianica regale di Gesù, il termine re compare moltissime volte. Il vangelo di Giovanni a un certo punto di porta a dire che o prendi posizione per la verità o sei nella menzogna, l'errore è stanato, emerge il tuo vuoto di verità come per Pilato. Nei sinottici quello che avviene tra Gesù e Pilato non è altro che la descrizione di una tragedia, qui non è solo questo, tutto viene riletto nel senso regale. Nel massimo della vergogna vi è il massimo della gloria di Gesù. Sulla croce ci sono almeno 5 scene in Giovanni in cui Gesù sulla croce è glorificato. Nella passione secondo Giovanni la morte di Gesù diventa esaltazione, l'altro modo per parlare della glorificazione è quello della resurrezione. |