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Introduzione |
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Tema |
Riassunto |
La Cristologia è una teologia dogmatica, questo tipo di teologia nasce in contrapposizione con la riforma protestante, si chiama "dogmatica" perchè parte dai dogmi per poi definirli. Cambia il modo di fare teologia rispetto al Medioevo, si inizia a presentare una tesi da dimostrare, si affaccia il periodo neoscolastico. Il difetto di questo metodo è il rischiare di piegare la Scrittura alle proprie tesi. Il Vaticano II in questo porta una novità, porta un'attenzione alla Scrittura, si riporta la Parola al centro, quindi quando si vuole insegnare una teologia dogmatica si deve partire dalla Sacra Scrittura. La Dei Verbum descrive il rapporto fecondo tra Scrittura, Magistero e Tradizione, sottolineando la centralità della Parola che è all'origine, c'è un primato della Parola di Dio che risuona nella Tradizione. Da sottolineare l'importanza dei dogmi, che non sono limiti, ma sono punti di partenza fissi e stabili, punti di non ritorno nel cammino della Chiesa, non posso negare un dogma, ma posso penetrare il dogma e andare al di là del dogma.
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Locus teologici |
Locus significa luogo. I luoghi teologici partono da Cano, e sono le fonti di Dio, fonti per fare teologia, le prime tre fonti sono Scrittura, Tradizione e Magistero, ma ce ne sono molti altri. L'uomo ad esempio nel suo interrogarsi sulla verità è un locus teologico. Per interpretare la Scrittura bisogna interpretare le parole umane, altrimenti si corre il rischio del fideismo o dello storicismo, non si può chiudersi nella fede senza attenzione alla storia, ma neanche considerare i vangeli dei libri storici, perchè non lo sono. L'esegesi storico critica è un modo per andare ad indagare la storia, il cristianesimo è storico, ha dato molti frutti questa ricerca, non bisogna temere quindi questo metodo, ma certo neanche considerarlo l'esclusivo e quindi considerare falso tutto ciò che non è verificabile. Altro luogo teologico sono i dogmi che sono punti di partenza di verità certe, veicolano verità dalle quali non si può prescindere. E' importante andare a studiare la storia dei dogmi per capirli dai contesti, spesso nascono dalle risposte ad alcune eresie, da situazioni e contesti storici.
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Relativismo |
L'uomo della modernità ha creduto alla società perfetta, di un'attesa verso un'economia che avrebbe dato il benessere a tutti, stiamo nel tempo del benessere, ma l'uomo non è felice, non è contento, cerca qualcosa. Nella Centesimus Annus Giovanni Paolo II fa vedere come non considerare l'uomo nella sua fragilità porta a creare dei mostri. Nella cultura nichilista c'è un'attenzione a Gesù, c'è un attenzione anche nella modernità a Gesù, è soprattutto sulla debolezza l'attenzione, non comprendendo che non è una debolezza per se stessa ma una debolezza per amore. Gesù invece è l'incarnazione personale dell'amore di Dio.
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Rapporto con le altre religioni |
Gesù continua a esercitare sull'uomo contemporaneo un grande fascino. C'è una domanda di salvezza, che si sente. Ci sono nuovi modelli religiosi, in cui c'è un cammino interiore, ma manca l'aterità, ciò che manca è l'incarnazione. Importante è il rapporto con le altre religioni soprattutto con le due religioni monoteiste: ebraismo e islamismo.
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Rapporto con la filosofia |
L'evento Gesù è importante anche per la filosofia. Ci sono alcuni termini che hanno assunto un significato nuovo passando dal cristianesimo, termini come persona. Cristologia e Filosofia, Fede e Ragione interagiscono tra di loro, come ci dice l'enciclica di Giovanni Paolo II, Fides et Ratio. La filosofia è importante per la teologia, è utilizzata per cercare di andare a fondo nel mistero Gesù. E' vero che c'è un eccesso della fede sulla ragione, che la ragione non copre tutto, e che alcune cose si possono capire solamente con la fede, ma i motivi di questo evento Gesù ci sono, non esiste solo la fede, la fede va spiegata e capita. Allo stesso modo la filosofia si apre al mistero dell'uomo-Dio, accettando questa sfida.
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Rapporto con l'ebraismo |
Innanzitutto è importante precisare che in un dialogo, un vero dialogo non si devono eliminare le differenze perchè in questo modo si eliminano anche le identità, ma di certo partire da ciò che ci accomuna e con la religione israelitica sono tante, a cominciare da Gesù stesso che era un ebreo e lo era Maria e gli apostoli, per proseguire con parte della Bibbia, ma anche la liturgia e le grandi feste hanno molte relazioni con il popolo ebraico. Giovanni Paolo II li chiamerà i nostri fratelli maggiori, proprio a indicare un rapporto provilegiato con gli israeliti. I rapporti con l'ebraismo sono migliorati ora ma non sono sempre stati così, da quando gli ebrei non accettarono i cristiani, li maledivano e su di loro nei Talmud non c'erano gran belle storie. Nel 1900 cambia qualcosa e si inizia a dialogare. Isaac è un autore ebraico che appunto segue questa linea di incontro e dialogo, parte dall'ebraicità di Gesù secondo la carne, parte di Israele crede e segue Gesù, non è Israele che condanna Gesù, ma i sadducei che erano politicamente legati ai romani. Martin Buber vede Gesù come un fratello e lo considera un vero ebreo, affermando è stato Paolo ad aver ellenizzato Gesù. Altro autore pronto al dialogo è Pincas Lapide, descrive diversi motivi per i quali Gesù è ebreo. Anche il fatto che sia in contrasto con l'ambiente giudaico del tempo non cambia le cose, un vero ebreo carismatico è sempre in contrasto con il suo tempo, così fu per i profeti. La differenza tra cristiani ed ebrei è che i cristiani pregano il Messia, invece gli ebrei pregano perchè arrivi il Messia. Notevole contributo a questo dialogo l'ha dato Iacob Noisner, che si fa discepolo di Gesù, cerca di seguire Gesù per vedere di capirlo fino in fondo. Ciò che allontana Noisner è la centralità dell'Io di Cristo che sta anche al di sopra della Torah e questo per un ebreo è inaccettabile.
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Come studiare Gesù? |
Punto di partenza della cristologia è la fede credente, la Pasqua ha aperto gli occhi e ha fatto interpretare ciò che già c'era prima. Si divide tra gesuologia e cristologia, la gesuologia è il Gesù storico, è la storia di Gesù, la cristologia è il Gesù raccontato dalle comunità cristiane. Nei vangeli c'è intreccio tra storia e kerigma, e l'esegesi indaga attraverso lo studio dei testi. La formazione dei testi possiamo dividerla in tre parti: la prima è quella fondativa, quella del Gesù storico, ciò che è stato visto è diventato kerigma, annuncio. La seconda fase è quella della trasmissione, quella cristologica, che legge gli eventi del Gesù storico alla luce della morte e resurrezione, sino ad arrivare alla formazione del canone. La terza fase è la tradizione post-apostolica che pone l'attenzione su Scrittura, Tradizione e Magistero, in cui un posto di rilievo ce l'ha sempre la Scrittura.
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Il Gesù storico |
Il periodo fino al XVIII secolo è il periodo della "no quest" non c'è il problema tra il Gesù storico e il Gesù della fede, poi c'è la old quest, si mette in dubbio che il Gesù storico e il Gesù della fede coincidano, per Strauss i discepoli hanno trafugato il corpo e cambiato il senso delle cose, c'è quindi una ricerca del Gesù storico che però porta a un Gesù simile a coloro che fanno la ricerca. In risposta Bultman dice che interessa solo la fede non è importante la storia, non si può arrivare alla storia. Da alcuni discepoli di Bultman stesso nasce la New Quest, alcuni discepoli smentiscono proprio il loro maestro, il Gesù della storia è più importante di quello della fede in quanto quello della fede deriva da quello della storia. Dalla seconda ricerca nasceranno i criteri di ricerca del metodo storico critico, è una ricerca molto importante che anche in campo cattolico è ben accolta. La terza questione rimane concentrata sull'importanza fondamentale della storia ma si concentra sull'ebraicità di Gesù, sulla continuità di Gesù con l'ebraismo.
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