TESTIMONIANZE CRISTIANE

 

 

Conosciamo e crediamo

 

Chi è Gesù Cristo?

 

Gesù e il suo contesto

 

Gesù e il suo ambiente socio-politico

 

          Il confronto tra Gesù e il potere romano è molto marginale, ne abbiamo traccia sicuramente nel tributo a Cesare e nel confronto con Pilato, ma non sembra interessato a un confronto con l'impero romano. I romani di solito sono molto tolleranti verso le religioni, e lo fanno anche con gli ebrei, concedono ad Erode di rinnovare il Tempio, questo fino al 68 quando arrivano gli eserciti e saccheggiano il Tempio. Quando si accorgono che una religione può andare contro il dominio di Roma diventano spietati. In realtà i romani prendevano le divinità anche dei luoghi che conquistavano.

          Le persecuzioni sino ad arrivare alla distruzione del Tempio derivavano da questa fierezza degli ebrei di non piegarsi al potere di Roma. A quel tempo nella Palestina c'erano anche dei movimenti di liberazione, che non vogliono essere solamente dei rivoluzionari. Soprattutto tra i movimenti di liberazione della Palestina c'era quello degli Zeloti che si poneva con forti concezioni nazionalistiche, si proponeva uno stato nazionale contro gli occupanti. Censimento e pagamento del tributo erano molto odiati, erano un ostacolo alla redistribuzione delle proprietà, piuttosto nazionalista più che rivoluzionario, voleva un affermazione maggiore del popolo di Israele, agregava anche persone violente, chiamata i Sicari, sembra che si chiamassero così perchè avevano nella manica un pugnale da esibire velocemente. Ma a parte questa frangia, oggi si tende a vedere sempre di più gli Zeloti come osservanti della legge che vorrebbero punire i profanatori del Tempio più che rivoluzionare i politici, quindi gli Zeloti erano un modo di essere ebreo, un'affermazione fortemente nazionalistica, fini religiosi più che politici, si rivolgevano verso i giudei infedeli alla legge mosaica più che ai romani. Quando si comincia ad avvertire la minaccia della dominazione romana, quando Gerusalemme viene messa sotto assedio, allora inizia ad essere un movimento rivoluzionario, al tempo di Gesù non sembrava dovesse essere così.

          C'è stato un rapporto di Gesù con gli Zeloti, un rapporto preso in considerazione ultimamente per limitare l'immagine di un Gesù interiorista senza alcuna attenzione al sociale, alla realtà del suo tempo. Il messaggio di Gesù sembra far breccia sugli Zeloti, un apostolo è zelota, certo Gesù ha un'idea di messianismo totalmente diversa dagli Zeloti, è vero che qualcuno lo interpreta come un messia liberatore anche politico, l'episodio della moltiplicazione dei pani, vogliono farlo re, il motivo della condanna di Gesù, re dei Giudei; anche l'episodio del baratto di Barabba, viene messo sullo stesso piano di un sovversivo. Ma tutti i dati nel loro insieme non ci permettono di intravedere in Gesù un uomo di liberazione, un messia politico che voglia ricorrere alla forza. Se è vero che il movimento zelota è nazionalista e che di per sé non vuole combattere con Gesù, qual è la differenza con Gesù? Gesù ha uno sguardo universalista, la sua intenzione va al di là di un progetto politico, anche se certo la causa di Gesù porterà anche dei cambiamenti strutturali, ma le vie attraverso le quali porterà questo cambiamento erano vie diverse rispetto a quelle dei movimenti del suo tempo. In conclusione di questo discorso possiamo vedere le profonde differenze tra Gesù e gli zeloti, che fanno ancora una volta di Gesù un ebreo non omologabile:

  1. Gesù nella sua azione non persegue risultati immediati, non è neanche un riformista sociale, certamente non un rivoluzionario, perchè Gesù predica una utopia del Regno che ha tempi lunghi, che prepara a più profonde trasformazioni della storia, che ha bisogno di tempi lunghi. Si tratta di una riforma del cuore, quindi va molto lenta, i tempi li conosce solo il Signore.

  2. Il messianismo di Gesù rifiuta ogni violenza, Gesù è un martire che patisce violenza per causa del Regno, arriva persino ad insegnare il perdono nei confronti dei nemici. Gesù è un martire che patisce violenza, questo è messo particolarmente in evidenza dall'evangelista Luca. Gesù è davvero un martire e proprio questo trasforma la storia, nessuna violenza.

  3. Gesù predicando il Regno offre già adesso il modo di vivere una libertà nella storia, Gesù sa leggere nella storia e nei cuori e sa che la libertà è un cammino difficile, non basta cambiare le strutture per cambiare l'uomo, il messaggio di Gesù non è ideologico, non c'è idolotria del potere, del prestigio e della ricchezza. Gesù sa bene che nel cuore dell'uomo albergano questi sentimenti, che sono i più distruttivi, il suo messaggio è di portare l'amore misericordioso di Dio Padre, questa è la medicina più forte.

  4. Gesù non parla dei romani e della loro occupazione, anche quando provano a fargli dire qualcosa contro Roma afferma "Date a Cesare quel che è di Cesare" non è un rivoluzionario politico, non gli interessa la politica.

          Gesù certamente rispetto agli altri modelli umani è un anticonformista, agisce con continuità con il proprio tempo, ha una tolleranza immensa rispetto alle persone, non violenta il cuore dell'uomo, ma lo accoglie, lo comprende. La potenza dell'amore avrà una forza propulsiva immensa. Non ci sarà mai nessun progetto politico che può corrispondere perfettamente a quello di Gesù, certo ci sono delle strutture di peccato che ostacolano la diffusione del vangelo, è vero che la Chiesa deve combattere anche contro queste strutture di peccato, ma soprattutto deve trasformare i cuori. Il messaggio di Gesù non può dirsi politico, certo non è inifluente in politica.

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