|
|
Concilio Costantinopolitano III (681 d.C.) |
|
|
|
Qui si vedono tutti i difficili rapporti tra papato e impero. Problema serio è ancora il monofisismo, che è un pungolo continuo per la Chiesa antica, anche gli imperatori vogliono andare incontro al monofisismo. C'è un buon Patriarca di Costantinopoli che è Sergio, il quale aveva ottimi intenti ma senza volerlo proponeva soluzioni inadeguate, voleva tendere una mano alle altre Chiese e al monofisismo, e allora muovendo dall'unità morale dell'attività di Cristo divina umana, sosteneva che in Gesù c'è soltanto un'energia e una sola volontà umana-divina, nel Getsemani Cristo che soffre umanamente chiede che il suo calice sia allontanato, non si riesce a capire se c'è una sola volontà che agisce o due volontà. La volontà umana di Gesù si ribella alla morte, ma deve adeguarsi a un'altra volontà, si guarda la volontà umana in contrapposizione alla volontà di Dio. Sergio dice che c'è un'unica volontà umana divina, e anche una sola energia, che nella Chiesa d'Oriente vuol dire una sola attitudine verso. Di fatto il Patriarca andava a sostenere l'eresia del monotelismo. Trovò questa formula che venne accettata da più persone, anche dal Patriarca di Antiochia, Severo, che pur essendo Patriarca di Antioca era alessandrino nella teologia, e lo accettò anch'esso. Sergio chiese al Papa di acconsentire alla proposizione che presentava. Onorio I disse che andava bene, non essendo molto ferrato nell'argomento. L'imperatore con un editto prescrisse il monotelismo nell'impero. Muore Onorio I nel 638, suo successore è Martino I che governa la Chiesa dal 649 al 655, raduna a Roma un sinodo locale, non un concilio ecumenico, e prese parte anche un monaco che viene dall'oriente, Massimo che sarà chiamato poi il Confessore. Questo sinodo di tiene al Laterano nel 649, grazie anche al contributo di San Massimo riprova il monotelismo e dichiara apertamente due volontà e due operazioni in Cristo, se Cristo non ha una volontà umana non è veramente uomo. Dichiarare la duplice volontà in Cristo significava essere coerenti con il Concilio di Calcedonia, questo costò a Martino I la deportazione a Costantinopoli la deposizione da pontefice e l'esilio a Crimea, muore di fame e di sete in Crimea. Arriviamo a ridosso del 680 quando si sente il bisogno di convocare un Concilio ecumenico a Costantipoli, il Concilio fu convocato in accordo tra Costantino IV e Agatone, la presidenza fu data ai legati papali, non furono presenti i Patriarcati di Alessandria e Gerusalemme perchè c'era l'invasione degli arabi. Il Concilio condanna l'eresia del monotelismo che era difesa da Macario di Antiochia e viene proclamata una professione di fede in cui si proclama la dottrina delle due volontà umane e delle due energie, che è in linea con il Concilio di Nicea. "Perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato" Gv 6,38 come coordinare queste affermazioni con i concili precedenti, soprattutto Calcedonia? Sergio riteneva di superare lo scoglio affermando che c'è una sola operazione teandrica. Azioni teandriche sono quelle dell'uomo-Dio. Se da una parte poteva essere attesa nel senso di un unico agire di Cristo, dall'altra non si può sostenere che c'è un'unica modalità di azione. Se in Gesù vi fosse una sola operazione la natura umana del Cristo sarebbe assorbita dall'energia divina. Gesù umanamente non avrebbe accettato questa sofferenza secondo Sergio, invece la Sacra Scrittura afferma proprio che la volontà umana accetta quella divina,e capisce che solo nell'abbandono alla volontà divina avrebbe portato alla salvezza dell'umanità. La sofferenza di Cristo era necessaria per la salvezza, ha accettata liberamente la sua sconfitta di fronte alla morte, perchè da quella sconfitta sarebbe maturata la salvezza. Non è la sofferenza in sé che salva ma il modo in cui si accetta la sofferenza. Gesù umanamente accetta con la sua volontà umana di adeguarsi a quella divina. Costantinopoli III condanna Onorio I. Massimo il confessore con la meditazione della Passione di Cristo, nella sua agonia trova la duplice volontà di Cristo. Ispira le definizioni del Sinodo di Roma, il testo si compone di un simbolo e di 20 canoni. Queste due volontà nel Concilio Costantinopolitano non si confondono ma nell'unico “Io” del Verbo. Il Concilio applica alle due volontà gli stessi termini che Calcedonia applicava alle nature. |