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“Io sono il signore tuo Dio, che ti ho fatto
uscire dal Paese d’Egitto, dalla condizione servile. Non avere altri dei
di fronte a me. Non ti farai idolo ne immagine alcuna di ciò che è lassù
in cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle
acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le
servirai. Perché io il signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce
la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione
per quanti mi odiano, ma usa misericordia fino a mille generazioni verso
coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti.”
Commento
Dopo aver conosciuto il suo amore quale altra cosa potrà
mai diventare importante quanto Lui, eppure quante divinità abbiamo noi?
i soldi, tanto per nominarne una, una bella macchina ecc... Dio vuole
soltanto che lo mettiamo al primo posto ed è l'unico modo per avere la
felicità vera, Dio è l'unico che non ci tradirà mai che non ci deluderà
mai! Spesso anche qui creiamo dei compromessi e senza neanche
accorgersene ci ritroviamo ad affidare la nostra vita ad avere come
ragione di vita il successo, il denaro, la squadra del cuore! Dio non
vuole che ci incastriamo che ci facciamo schiavizzare da queste cose,
anche qui lo fa per noi, l'unica cosa che dà la libertà è Lui, è inutile
cercarla altrove, perchè altrove non può che essere libertà apparente.
Qui c'è anche la superstizione, l'idolizzare qualcosa di terreno. Dio
non vuole farci sperperare la nostra vita a seguire qualcosa di falso,
qualcosa che non ci dà poi molto, per questo ci mostra il vero bene, ci
pone ciò che ci realizza e ci dice di non seguire altro perchè in questo
modo ci realizzeremo e quindi saremo felici.
Mentre
l'adorazione all'unico e vero Dio dona qualcosa a noi, dona energia e
forza, quella a pietre o altri oggetti naturali a animali o altri esseri
viventi, toglie e assorbe la nostra energia facendocela sprecare. Gli
idoli del nostro tempo sono tanti, i protagonisti della tv, il cantante
preferito, la squadra di calcio. Questo comandamento non ci dice di non
viverli ma di dargli la giusta importanza.
Deuteronomio 5,6 |
Il primo comandamento vieta di onorare altre divinità, unico Dio è
il Signore, e quindi proibisce la superstizione, l'ecceso perverso
della religione, ma anche il vizio opposto, cioè l'irreligiosità o
irreligione. E quindi quando l'uomo sostituisce a Dio se stessoo
qualcosa di altro. La superstizione sposta
l'oggetto della religiosità da Dio a una creatura di Dio, e si sposta a
questa creatura l'onore dovuto a Dio. Accanto a queste ci sono quelle
forme di irriverenza a Dio al quale si rende culto in modo indebito.
Irreligiosità invece è chi non considera proprio la
grandezza unica di Dio, la sua maestrà e santittà assoluta.
Dal punto di vista etimologico, superstizione
(super-stitio) sembra
significare un isolamento al si sopra del mondo sensibile, oppure il
termine potrebbe avere origine dai riti e preghiere rivolti alle
divinità perchè sovrastino gli invocanti proteggendoli. Generalmente
con superstizione si intendono sia forme di culto che falsificano la
vera religione, sia le credenze religiose che favoriscono pratiche
occulte.
Ci sono vari tipi di eccessi nel culto: c'è il culto
falso, che onora i vero Dio ma in un modo proibito da Dio stesso o
dalle leggi della Chiesa o da quelle naturali; poi c'è il culto
superfluo che è corretto culto divino, ma aggiunge circostanze inutili,
o sconvenienti, contro il buon senso e la serietà; l'idolatria rende
invece a creature il culto dovuto solo a Dio.
Il comando divino comportava il divieto di qualsiasi rappresentazione
di Dio fatta dalla mano dell'uomo. Dio ha però permesso già nella prima
alleanza delle immagini che simbolicamente conducessoro alla salvezza
operata dal Verbo Incarnato: così il serpente di rame, l'arca
dell'Alleanza e i cherubini. Nel culto cristiano sono permesse le icone
e le immagini perchè l'onore è riservato a colui che rappresentano.
Talora l'idolatria deriva da ignoranza che ne attenua la gravità.
Chiaramente questo comandamento si riferisce al politeismo
condannandolo, ma non solo a questo, consiste nel divinizzare ciò che
non è Dio, qualsiasi cosa Dio sia tratti di dei o demoni, del potere,
della ricchezza, del piacere.. Ancora la
divinizzazione è una superstiziosa inquisizione delle cose occulte e
del futuro contingente, usando mezzi sconvenienti o impotenti o
riprovati da Dio, invocando a volte il demonio, in modo implicito o
esplicito, oppure attribuendo a diversi eventi naturali un valore
indicativo della realtà e degli eventi che in realtà non hanno. Almeno
virtualmente la divinazione vuole forzare l'ordine stabilito da Dio.
Talvolta però si agisce solo per curiosità, come nel caso
dell'astrologia e della cartomanzia. Di
fronte a fenomeni meravigliosi che assomigliano all'arte divinatoria il
criterio da seguire sembra essere quello di escludere fenomeni
portentosi se non sia assolutamente esclusa la spiegazione naturale, e
attribuire questi fenomeni a forze naturali ignote. Nel caso in cui sia
certo che non ha spiegazione naturale, si deve supporre un intervento
del demonio più che uno di Dio, a meno che sia accompagnato da segni
d'intervento celeste. L'agire naturale di Dio ci induce a pensare che
egli non muti il corso naturale degli eventi se non in casi rarissimi,
i quali a loro volta sono circondati da circostanze che favoriscono il
riconoscimento dello speciale evento divino. C'è
la vana osservanza, cioè il tentativo di ottenere qualche effetto con
l'impiego di mezzi che non sono a ciò adatti nè per natura loro, nè per
isituzione ecclesiastica o divina, o quando si vuole ottenere con mezzi
sciocchi come amuleti, corni ecc.. una scienza, una salute fisica, la
conoscenza di eventi futuri e altro. La vana osservanza diviene
stregoneria quando si invoca il demonio o per operare effetti
mirabolanti (magia) o per nuocere con il suo intervento (maleficio).
Nel maleficio oltre alla malizia del ricorso al demonio, si ha la
mancanza della carità e della giustizia. Lo
spiritismo è l'arte di evocare gli spiriti per entrare in comunione con
essi. Tale tentativo, in quanto vuole sovvertire il regime naturale
determinato da Dio, implica ovviamente un peccato di superstizione.
La Irreligiosità invece si esprime con il tentar Dio, il sacrilegio e la simonia.
La tentazione di Dio in senso proprio si ha quando
si richiede temeriaramente il suo intervento affinchè Egli si dimostri,
in questo modo voleva ottenere da Gesù che si buttasse dal tempio.
Richiesta gravamente contraria al rispetto dovuto a Dio, e diventa
ancora più grave se si intende subordinare a questo evento la propria
fede. In senso improprio è l'atteggiamento imprudente di chi trascura
la propria salute od opera comunque in maniera incauta.
Il sacrilegio è la profanazione di una persona, di
un luogo o di una cosa che sono sacri, cioè consacrati al culto di Dio.
La milizia ultima del sacrilegio è l'ingiuria a Dio, al quale sono
stati consacrati quelle persone, quelle cose e quei luoghi. Il
carattere sacro di una persona è dato dal suo stato clericale o
religioso, anche se ogni battezzato è consacrato a Dio. Il sacrilegio
locale riguarda i luoghi sacri destinati al culto divino o alla
sepoltura dei fedeli. Per quanto riguarda le cose sacre sono i mezzi
destinati all'esercizio del culto, sia per propria natura sia per
dedicazione o benedizione. Il più grave è il sacrilegio eucaristico,
chi profana le specie consacrate, oppure le asporta o le conserva a
tale scopo, incorre nella scomunica latae sententiae
riservata alla Sede Apostolica. Naturalmente questo sacrilegio è
particolarmente grave in quanto presente sostanzialmente Cristo stesso.
La simonia è una forma particolare di sacrilegio reale
consiste nell'illecito commercio di cose spirituali e connesse con le
medesime. E così chiamata da Simon Mago che voleva acquistare il potere
spirituale che vedeva all'opera negli apostoli. La simonia è
l'illecità commutazione di beni temporali con beni spirituali
(sacramenti, indulgenze) oppure con beni temporali ma inscindibilmente
connessi con i primi (benefici ecclesiastici). |
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