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Informazioni Artistiche sull'Ultima cena |
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Il Codice da Vinci dice.... |
La verità è |
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Aspetto femmineo di Giovanni apostolo, riscontrabile in molte altre opere |
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«Ma è una donna! afferma Sophie guardando il personaggio alla destra di Gesù nell'Ultima Cena (...) Quella donna, mia cara, è Maria Maddalena» (Dan Brown, Il Codice da Vinci, 2003, p. 285-286) |
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«Ma è una donna!» | L'aspetto femmineo di Giovanni apostolo fa parte dell'iconografia dell'epoca, riscontrabile non solo nell'opera di Leonardo ma in tutte le "ultime cene" dipinte da altri artisti tra il XV e il XVI secolo (qualche esempio: Taddeo Gaddi, Domenico Ghirlandaio, Luca Signorelli, Pietro Vannucci detto il Perugino). Gli artisti rinascimentali rappresentavano l'apostolo più giovane (il "prediletto" secondo lo stesso quarto vangelo) come un adolescente dai capelli lunghi e dai lineamenti dolci che oggi possono sembrare effeminati ma che all'epoca erano la consuetudine. In particolare ricordiamo che nella Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, voluminoso repertorio duecentesco di vite di santi ed episodi evangelici, usatissimo come fonte di soggetti per le opere d'arte, Giovanni viene descritto come un "giovane vergine" il cui nome "significa che in lui fu la grazia: in lui infatti ci fu la grazia della castità del suo stato virginale". Inoltre era usuale rappresentare i giovani in quel modo capelli lunghi e sciolti erano allora maschili, le donne venivano dipinte con il velo o con il mantello che copre la testa da Leonardo. | |||
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Taddeo Gaddi (1290-1336), anche qui come vediamo Giovanni ha sembianze che potrebbero sembrare femminili |
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Domenico Ghirlandaio (1449-1494) |
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Luca Signorelli (1445-1523) |
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Pietro Vannucci (1450-1523), sembra che in queste opere si possono trovare più forme femminili che in quella di Leonardo |
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«La persona raffigurata aveva lunghi capelli rossi,[...]Era senza dubbio... femmina.» |
La lunga capigliatura era tipicamente dei maschi, soprattutto giovani. I capelli lunghi e sciolti sono tipici degli uomini dell'epoca., non delle donne che leonardo dipinge sempre con un velo o con un mantello che copre la testa, così possiamo vedere sia la Gioconda, che la Vergine. |
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«La persona raffigurata [...] delicate mani giunte e il seno appena accennato. Era senza dubbio... femmina.» |
Le mani sono giunte, ma questo non indica altro che contemplazione. Le mani non sono espressamente femminili, naturalmente, sono mani meno segnate di quelle degli altri apostoli. La cosa più incredibile è che Sophie vede il seno appena accennato: la veste dell'apostolo, come quella di Gesù è ampia e forma numerose pieghe, ma da qui a vederci il seno ce ne passa. |
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Manca il calice perchè manca anche nel vangelo di Giovanni |
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« Non c'erano calici nell'affresco, nessun Graal, (...) Leonardo pare essersi dimenticato di dipingere la Coppa di Cristo. » (Dan Brown, Il Codice da Vinci, 2003, p. 277) |
Nell' Ultima Cena (che è un dipinto su muro, non un affresco come scrive ripetutamente Dan Brown) mancherebbe uno degli elementi più importanti e indispensabili, il Calice dell'Eucaristia. La scena raffigurata da Leonardo però si rifà al vangelo di Giovanni (Gv. 13), nel quale non è narrata la scena con il Calice e l'istituzione dell'Eucaristia. In tutto il quarto vangelo non si fa alcun cenno né al Calice né al vino, particolari che sono invece presenti negli altri tre vangeli. Il Calice è assente anche in numerosissime "ultime cene" di altri artisti: Domenico Ghirlandaio, Duccio di Boninsegna, Luca Signorelli, Jacopo Bassano, Andrea del Castagno, Andrea del Sarto, Daniele Crespi, Hans Holbein. Se proprio vogliamo andare a cercare misteri nascosti nell'ultima cena, è stato scoperto che sovrapponendo all'ultima cena una copia di quest'ultima capovolta si ottiene una nuova immagine(vedere sotto), in cui se vediamo bene i colori della veste e il piatto sul tavolo sembrano disegnare una coppa (figura a destra) |
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Figura ottenuta capovolgendo l'immagine e posizionandola sopra l'originale L'ultima cena |
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Pietro non è affatto piegato minacciosamente, il dipinto descrive il brano di Giovanni alla lettera |
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« Nell'affresco Pietro era piegato minacciosamente verso la donna e la sua mano sinistra simile a una lama faceva il gesto di tagliarle il collo. » (Dan Brown, Il Codice da Vinci, 2003, p. 290-291) | Anche il gesto di Pietro che tocca la spalla di Giovanni è narrato nel quarto vangelo. Leonardo in questo caso rispetta quasi alla lettera quanto si legge nel capitolo 13: "Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: "In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà". I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: "Di', chi è colui a cui si riferisce?"" (Gv. 13,21). Lo stesso gesto di Pietro che appoggia la mano sulla spalla di Giovanni si trova nell' Ultima cena affrescata da Pietro da Rimini nell'Abbazia di Pomposa (1316). |
Ultima cena di Pietro da Rimini affrescata nell'Abbazia di Pomposa |
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Il pugnale di Pietro è quello che taglierà l'orecchio a Malco, il servo del Gran Sacerdote, presente in tante altre cene |
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« Quella mano non stringe un pugnale? - Sì. Cosa ancora più strana, se conti le braccia, vedi che quella mano non appartiene a nessuno in particolare. È priva di corpo. Anonima. » (Dan Brown, Il Codice da Vinci, 2003, p. 291) | Il pugnale "misterioso" è impugnato da Pietro, così come in innumerevoli altre "ultime cene" rinascimentali (Domenico Ghirlandaio, Luca Signorelli, Pietro Vannucci detto il Perugino, Andrea del Castagno, Jacopo Bassano, Jean Huguet, Giovanni Canavesio, solo per citarne alcune) ed è in diretto rapporto con la scena successiva del vangelo di Giovanni, quella in cui l'apostolo con quel coltello (una machaira, ovvero un grosso coltello con la lama ricurva, nel testo originale greco) taglierà l'orecchio a Malco, il servo del Gran Sacerdote (Gv 18:10). Uno schizzo preparatorio di Leonardo conservato alla Royal Collection di Windsor, mostra chiaramente il braccio di Pietro nella posa con il polso piegato all'indietro, appoggiato sull'anca. Questo disegno è pubblicato in moltissimi libri sull'artista e pure nell'ufficiale Guida al Refettorio ma se questo non bastasse la posizione del braccio e del coltello è documentata dalle moltissime copie dell'Ultima Cena dipinte in gran parte proprio da allievi di Leonardo. La più conosciuta e meglio conservata è quella del Giampietrino (Royal Academy, Londra), utilizzata anche durante i recenti restauri come documento preziosissimo per poter ricostruire e identificare particolari purtroppo perduti o degradati nell'originale di Leonardo. | |||